Riassunto Robinson Crusoe di Daniel Defoe

 

 

 

Riassunto Robinson Crusoe di Daniel Defoe

 

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Riassunto Robinson Crusoe di Daniel Defoe

 

Daniel Defoe, Robinson Crusoe (1719)
Titolo originale: The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe 
TRAMA
Il romanzo racconta le fantastiche avventure del ragazzo di nome Robinson Kreutznaer, figlio di un mercante tedesco trasferitosi a York, chiamato da tutti Crusoe, che, desideroso di avventure fra i sette mari, si imbarca su una nave all' età di 19 anni. La nave naufraga, ma Robinson non si scoraggia.
Purtroppo viene catturato durante un altro viaggio da pirati di Salè e rimane prigioniero per alcuni mesi. Fortunatamente Robinson riesce a fuggire e si ritrova in Brasile, dove allestisce diverse piantagioni.
La sfortuna non abbandona Crusoe; durante un nuovo viaggio intrapreso allo scopo di acquistare schiavi, la nave su cui viaggia affonda al largo del Venezuela, presso la foce del fiume Orinoco e il giovane si ritrova ad essere l'unico sopravvissuto di tutto l'equipaggio. Crusoe, dopo un momento di smarrimento, esplora l'isola e pian piano la colonizza tutta. Vi rimarrà ventotto anni, solo, senza compagnia, ma si adatta con facilità alla nuova vita e cattura per compagnia un pappagallo parlante. Durante la permanenza su quest'isola scrive un diario in cui racconta le sue esperienze e avventure. In seguito scopre la presenza di alcuni cannibali, li attacca e ne libera uno che tiene con sé, a cui dà il nome "Venerdì", insegna la Lingua inglese e che converte alla fede cristiana attraverso la lettura della Bibbia.
Dopo tante peripezie torna a York, in Inghilterra, dopo un' assenza di 35 anni, scopre di possedere 600.000 sterline grazie alla rendita della piantagione brasiliana, divenuta nel frattempo fiorente, e per poco non muore di sorpresa. In seguito, richiamato da una sorta di nostalgia, vende la sua piantagione redditizia e si trasferisce sull'isola dove era naufragato, di cui assume il ruolo di governatore.


 

A che genere appartiene questo romanzo?

 


Al ROMANZO D’AVVENTURA
Il romanzo di avventura è un genere letterario che nasce nel XVIII secolo e che narra di viaggi in terre lontane e quindi celebra il coraggio e l'ingegno umano. L'incontro fra diverse culture offre uno spunto per riflettere e criticare la società in cui l'autore vive, ma anche per esaltarne i valori. In alcune opere antiche possiamo ritrovare temi che saranno poi peculiari di questo genere; ricordiamo l’Odissea di Omero, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
Al ROMANZO DI FORMAZIONE
Il romanzo di formazione o Bildungsroman (dal tedesco) è un genere letterario che guarda all'evoluzione del protagonista verso la maturità e l'età adulta, nonché alla sua origine storica allo scopo di promuoverne l'integrazione sociale, oggi per raccontarne emozioni, sentimenti, progetti, azioni viste nel loro nascere dal di dentro.
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FOCUS SUL PERSONAGGIO ROBINSON
Robinson Crusoe di Defoe è di gran lunga l’opera più rappresentativa di quella serena tradizionale fiducia inglese nei lumi della ragione, in quanto lo stesso Robinson parte sempre dall’osservazione della sua situazione, proseguendo poi nell’elaborazione di una lista di tutte le possibili soluzioni, in modo da poter scegliere sempre l’alternativa migliore.
Tutte le sventure vanno giudicate insieme col poco bene che recano in sé, e con i mali peggiori che le circondano…. Sia questo dunque l'insegnamento che si può trarre dall'aver sperimentato la più infelice condizione del mondo: che noi possiamo sempre cogliervi qualcosa cui attingere conforto, e che, nel bilancio del bene e del male, abbiamo il dovere di metterlo all'attivo del conto”.
Questo procedimento perfettamente razionale tuttavia a volte viene a mancare mostrando anche i limiti dell’Illuminismo, in particolare quando il personaggio si sente invincibile dopo aver conseguito un certo numero di successi, ed è spinto allora a compiere anche i gesti più irresponsabili con disinvolta sicurezza.
Con l’accrescersi della mia attività e della mia ricchezza, la mia testa cominciò a riempirsi di progetti e di ipotetiche imprese superiori alle mie possibilità: di quelli che non di rado portano alla catastrofe i più avveduti commercianti…e una volta di più io sarei stato lo strumento volontario della mia rovina” dimenticandosi magari delle conseguenze delle sue azioni.
L’uomo, cioè, non si vergogna di peccare, ma si vergogna di pentirsi; non si vergogna di commettere un’azione per la quale, e giustamente, verrà giudicato uno sprovveduto, ma si vergogna di recedere, comportandosi nell’unico modo idoneo a conferirgli reputazione di saggezza”.
Il libro diventa quindi un saggio ricco di messaggi per i lettori, senza perdere comunque il suo valore di racconto di avventura, forse il più famoso nella letteratura inglese.
Gli eventi straordinari della vita di quest'uomo superano, a suo avviso, tutto ciò di cui si sia avuta mai notizia, ed è quasi impossibile che la vita di un singolo individuo possa presentare maggior varietà”. (tratto da: http://geniv.blogfree.net/?t=1116451)
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ROBINSON è un personaggio dinamico, si trasforma nel corso della storia.

  • Inizialmente per arricchirsi vende esseri umani, poi stabilisce con Venerdì un rapporto di vera amicizia (ma lo schiavismo non è messo in discussione)
  • Inizialmente è ateo, poi, la lunga esperienza di solitudine e difficoltà lo conduce verso una conversione religiosa
  • Da uomo che desidera viaggiare, diventa un uomo che sa dove risiedere, che sa quale luogo lo rende felice (l’isola); ma ha l’atteggiamento del colonialista: governa su sudditi sul modello della madrepatria
  • Da uomo fiducioso della propria intelligenza, diventa un uomo che sa apprezzare anche l’animo, l’emotività, i sentimenti (grazie a Venerdì)

I RAPPORTI DI ROBINSON CON LA CLASSE SOCIALE BORGHESE
L’ambiente sociale di Robinson è quello della “middle class” o “classe media”, qui presentata come classe migliore a cui un uomo di quel tempo potrebbe appartenere, non essendo esposta alle miserie e alle difficoltà delle classi inferiori, e allo stesso tempo essendo distante dai vizi dell’aristocrazia, come la superbia e la vita di lusso. “Le amicizie e tutti gli svaghi e i piaceri desiderabili erano i doni celesti riservati alla condizione media della vita”.
Robinson decide di partire alla ricerca della sua identità, e per questo rifiuta la vita promessagli dal padre. Questa volontà, alla fine, culminerà con l’isolamento totale del protagonista, e al suo rientro in Inghilterra, col ritorno alla classe media da lui precedentemente rifiutata “ahimè! non era certo il caso di stupirsi di un mio sbaglio, posto che non avevo mai fatto niente di giusto in vita mia. Dovevo tirare avanti, non c'era altra scelta; mi ero cacciato in un'impresa idiosincratica alla mia natura, totalmente all'opposto del genere di vita che mi attraeva e per il quale avevo abbandonato la casa di mio padre, incurante dei suoi buoni consigli; anzi, mi stavo portando a livello di quella società media, lo strato superiore del ceto inferiore, che mio padre mi aveva additato; tanto valeva che fossi rimasto a casa senza affannarmi in giro per il mondo come avevo fatto. E spesso ero indotto a pensare che avrei potuto fare lo stesso lavoro in Inghilterra, tranquillamente, circondato dai miei amici, senza andarmene a cinquemila miglia di distanza, fra stranieri e selvaggi, in una terra desolata, così lontano da non poter ricevere la minima notizia da qualsiasi luogo di questo mondo in cui si conservasse un pallido ricordo di me”.
(tratto da: http://geniv.blogfree.net/?t=1116451)

 

Fonte: http://www.local-mente.org/files/Daniel%20Defoe-%20Robinson%20Crusoe.doc

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Riassunto Robinson Crusoe di Daniel Defoe

Riassunto Robinson Crusoe Daniel Defoe

Scheda Libro
Nome : Patrizia
Cognome : Leo
Classe : 4 ^ C lst

Autore : Daniel Defoe
Titolo : Robinson Crusoe
Casa Editrice : universale Economica Feltrinelli
Numero di pagine : 295
Indice : si
Prefazione : si
Postfazione : no
Anno di edizione : 1719

Biografia dell’autore :

 

Daniel Defoe

 

Scrittore inglese (Londra, 1660 - Moorfields, 1731). 
Figlio di un mercante di candele londinese whig, cioè liberale, James Foe, originario delle Fiandre, Daniel venne educato in un' «Accademia dei dissenzienti»: una scuola politecnica fondata da  quei protestanti «cromwelliani» e non anglicani che erano banditi dalle università tradizionali, e che furono gli artefici, di li a poco, della Rivoluzione industriale.
Rinuncia a diventare pastore presbiteriano e ben presto si lancia nel commercio e viaggia sul continente. Di volta in volta fabbricante di mattoni,  commerciante di prodotti  di nuova invenzione,  armatore, perde varie volte  una fortuna considerevole guadagnata con queste eterogenee attività:  «Thirteen times have i been rich and poor ».  Al colmo del successo aggiunge al cognome originario Foe un «de» volto a identificarlo come un rifugiato fiammingo elisabettiano protestante.
Verso il 1683, apre un negozio di merci e sposa Mary Tuffley  (la figlia di un ricco mercante che vantava una dote di ben 3.700 sterline) da cui ha sei figli. Nel 1692, il disastro. Defoe finisce in prigione per bancarotta con 17 mila sterline di debiti, dopo essersi distratto dagli affari per mettersi a scrivere di economia. In questi scritti peraltro Defoe raccomanda la creazione di una banca nazionale (poi nata nel 1694), di compagnie di assicurazioni (i Lloyds arrivarono di lì a poco), di casse di risparmio, pensioni, manicomi e naturalmente auspicava la riforma delle leggi sulla bancarotta!
Tuttavia questa dura esperienza lo allontana, non dopo essersi ripreso economicamente, dalle speculazioni avventate.  Whig convinto Defoe lottò nel 1685 a fianco del duca di Monmouth, figlio protestante e illegittimo di Carlo II, contro la salita al trono di Giacomo, il fratello apertamente cattolico di Carlo ed erede legittimo.  Prende quindi parte alla rivoluzione del 1688 (la Glorious Revolution)  si arruola nell’esercito, partecipa alla spedizione d’Irlanda e mette il suo talento di libellista al servizio di Guglielmo III d’Orange, quando questi venne chiamato a rovesciare il suocero cattolico Giacomo il quale minacciava di introdurre in Inghilterra uno Stato assoluto e di imitare suo cugino Luigi XIV nella «pulizia» dei protestanti.
Difende il re e la sua politica con l’Inglese di fiero lignaggio (The True - Born - Englishman, 1701), si batte in favore della libertà di stampa e di coscienza, della proprietà letteraria e della libertà religiosa. Con la morte del suo protettore, il re Guglielmo d’Orange, Defoe venne arrestato per aver diffamato la Chiesa d’Inghilterra in La via più breve per i dissenzienti (The Shortest Way with the Dissenters, 1702).  In queste pagine che avrebbero ispirato poi la Modesta proposta di Jonathan  Swift per una soluzione del problema irlandese (ossia quella di mangiare i bambini), Defoe suggeriva ironicamente agli anglicani di trattare i dissenzienti come Luigi XIV aveva trattato i suoi sudditi protestanti. La collera delle alte sfere della Chiesa anglicana è tale che la Camera dei comuni lo giudica all' Old Bailey, manda a rogo il libro (fatto davvero eccezionale) e  condanna Defoe a tre esposizioni alla gogna fra le grida di sostegno della folla che lo adorava (1703) e  all’imprigionamento a Newgate che sarebbe poi diventato lo sfondo del suo grande - e lubrico - romanzo Moll Flanders. Con una moglie e sei figli da mantenere, persa la fabbrica di mattoni, Defoe dette vita, in prigione, alla rivista The Review (1703 -1713) che uscirà  tre volte alla settimana e che diventerà una pietra miliare del giornalismo. Defoe scriveva da solo tutti i numeri della rivista su qualsiasi argomento, e mentre affettava un atteggiamento da commentatore politico indipendente era in realtà nel libro paga - in cambio della promessa di rilascio -  del primo ministro tory (conservatore) Robert Harley, suo supposto nemico e persecutore e al servizio del quale resta per circa undici anni. Insomma Defoe faceva nascere l’opinione pubblica che mai come nel suo caso - e come sempre - coincide con l’opinione pubblicata.
È successivamente messo altre  volte in prigione  per i suoi attacchi virulenti contro i padroni del giorno, pubblicati nel suo giornale.  Inoltre, scrive pamphlets rimasti memorabili: Giving alms no Charity, Employing the Poor a Grievance to the Nation, dove sono sviluppate teorie riprese successivamente dal socialismo moderno, Memoirs of Sundy.  Nel frattempo riprende a servire la causa whig, quando, dopo l’ascesa al trono di Giorgio I nel 1714, egli si infiltrò in un settimanale giacobita (legittimista pro-Stuart) Mercurius Politicus, e abbandonò il giornalismo solo quando venne smascherato nel 1722.

Dalla politica alla letteratura

Dopo il 1715, gli infortuni  politici e sociali, le  molteplici umiliazioni subite che avevano fatto di lui un agitatore ed un propagandista a  cachet, l’accanimento  dei suoi nemici e l’ingratitudine di quelli ch’egli aveva  difeso lo allontanano definitivamente dalla lotta politica. Si dedica allora,  a sessanta anni suonati, a opere  romanzesche, quasi a comando, ovvero che fiutano e soddisfano le richieste del nascente e moderno ( popolare e non dotto)  pubblico di lettori. Robinson Crusoe appare nel  1718. È ancora il caso di un “doppio gioco” questo di Defoe: racconto in realtà immaginario (romance) spacciato per resoconto di un fatto realmente accaduto (novel),  non firmato per aumentare la  patente d’autenticità, ispirato  in effetti  all’avventura del marinaio scozzese d’origine tedesca, Alexander Selkirk  finito in un’isola deserta a seguito di un naufragio, e che, con mezzi di fortuna e col sussidio del suo ingegno, riesce a costruire da zero il mondo inglese e borghese (quindi occidentale) dal quale era fuggito per insofferenza della sua stessa condizione borghese e per ulisseica  “vaghezza d’ignoto”,  segna - più che il Don Chisciotte -,  la vera nascita del romanzo moderno come noi oggi lo conosciamo. Il successo è immenso ed immediato e dura ancora oggi. 
La seconda parte (il sequel, diremmo oggi) appare  l’anno successivo.  La narrativa inglese sembra essere segnata da questo romanzo nei suoi tratti genuinamente popolari, mercantili e anti-intellettualistici della sua offerta romanzesca. Seguono infatti un grande numero di romanzi composti come altrettanti “lavori” letterari, scritti a partire da un canovaccio imposto dall’editore che partecipa all’impresa come  un armatore del tempo partecipava col capitano della nave all’impresa e al “rischio” mercantile del viaggio: La vita, le avventure e le piraterie del capitano Singleton (The life, Adventures and Pyracies of the Famous Captain Singleton, 1720); Fortune  e disgrazie della famosa Moll Flanders (The fortunes and Misfortunes of the Famous Moll Flanders 1722), confessione ammirevole di una donna che, dopo numerosi matrimoni e più numerose relazioni, era diventata ladra professionale; Colonel Jack (1722), Giornale dell’anno della peste (A journal of the Plague Year, 1722)e infine  la sua 213ª fatica letteraria  Lady Roxana (Lady Roxana or the Fortunate Mistress, 1724).
«Tutti gli uomini sono nati ribaldi, banditi, ladri ed assassini; senza la potenza restrittiva della Provvidenza, nulla  ci impedirebbe di mostrarci così come siamo, in qualsiasi occasione». Questa frase, pessimistica e realistica ad un tempo,  esprime perfettamente le idee di Defoe sull’uomo e la natura umana, idee che egli invera nelle sue storie e cala nei  suoi personaggi ovvero nella possibilità che egli offre loro di partire da posizioni garantite come anche dal “grado zero” dei rapporti societari (Crusoe e Moll Flanders) come infine di perdere nuovamente tutto e ricominciare da capo, secondo il gioco infernale della nascente società capitalistica, e come accadde nella realtà al suo autore.
Con la sua arte del dettaglio e della verosimiglianza, assistito da una immaginazione rigogliosa eccitata da ritmi di produzione “industriali” che non ha pari nella nascente narrativa moderna, Daniel Defoe, poggiandosi tuttavia sulla sua genuina esperienza d’osservatore e  “ricreando” la realtà, appare come il precursore del realismo immaginario e dello scrittore “seriale” dei tempi nostri.
Dopo un’esistenza piena di delusioni e di disgrazie, egli muore nel  1731  - a dimostrazione che talora è la vita ad imitare il romanzo - nella miseria più estrema, abbandonato da un figlio che l’ aveva depredato da ogni bene.

Le opere più importanti dell’autore :

  • 1704 : fonda “ The Review “
  • 1719 : Robinson Crusoe
  • 1720 : Memorie di un cavaliere
  • 1722 : Diario dell’anno della peste
  • 1722 : Moll Flanders
  • 1724 : Lady Roxanna

 

Notizie storiche sull’anno di edizione :

1709 : inizio della rivoluzione industriale
1710 : ritornano i “ Moralistici “ TORIES
1711 : Carlo VI d’Asburgo sul trono
1712 : a Ginevra nasce J. J. Rosseau
1713 : Carlo VI e la prammatica sanzione
1714 : Act of Settlement
1715 : muore Luigi XIV
1716 : i debiti francesi: John Law
1717 : la battaglia di capo passero
1718 : impero ottomano – pace di Pasarowitz
1719 : l’attacco spagnolo in Sicilia
1720 : nasce il Regno di Sardegna
1721 : la guerra del Nord – pace di Nystadt
1722 : Giorgio I e le Workhouses
1723 : Luigi XV re di Francia
1724 : muore papa Innocenzo XIII e viene eletto papa Benedetto XIII
1725 : muore Pietro il Grande
1726 : Voltaire fugge a Londra
1727 : in Inghilterra sale sul trono Giorgio II
1728 : pace di Berlino tra Prussia e Impero
1729 : distacco definitivo della Spagna dall’Impero Asburgico

 

Riassunto :

Il romanzo di narra la storia di Robinson Crusoe, uno spirito vagabondo che ignora i consigli del padre che gli intima di cercare una tranquilla vita borghese e sceglie di viaggiare. Suo padre rifiuta fermamente di acconsentire ad un tale proposito e si spinge sino al punto da sostenere che se Crusoe andrà per mare Dio non avrà pietà di lui. Quando i primi viaggi di Crusoe sembrano avverare questa profezia (a causa del primo per poco non perdeva la vita durante una tempesta e a causa dell'altro fu ridotto per un periodo di tempo in schiavitù), sembra che il protagonista dia retta all' ammonimento del padre e si stabilisce in Brasile dove acquista una piantagione di tabacco. Ma dopo breve tempo Robinson decide di mettersi al comando di una spedizione che avrebbe procurato a lui e ad altri coltivatori degli schiavi che potessero aiutarli nel loro faticoso lavoro ma, alla fine di questo viaggio, si ritrova ad essere l'unico superstite di un naufragio su un'isola deserta.
Grazie al suo ingegno e salvando tutto quello che può dalla nave, Crusoe riesce a sopravvivere sull’isola per ben 28 anni. Presto comincia a costruirsi utensili, ad addomesticare degli animali, a coltivare cereali e quindi in qualche modo a prosperare. All'inizio maledice il suo destino, ma poi, prendendo in mano una Bibbia che aveva recuperato dal naufragio, comincia a pensare in modo più profondo alla religione e alla Provvidenza e arriva a considerare il suo soggiorno sull'isola come una conseguenza della sua imprudenza.
Dopo diversi anni Crusoe scopre che l'isola non e' completamente disabitata: occasionalmente dei nativi  vengono dal continente sull'isola per compiere dei riti cannibalistici. Così Robinson inizia a coltivare il sogno di poter avere un compagno sull’isola, magari salvando una delle vittime che i cannibali portano sull’isola per essere mangiate. L’occasione si presenta quando, durante una delle visite dei cannibali, Crusoe salva un giovane selvaggio ed egli, in cambio, promette di essergli servo fedele per sempre. Crusoe chiama il cannibale Venerdì, dal nome del giorno in cui l' ha salvato, e riesce a convertirlo alla religione Cristiana.
Alla fine, ventotto anni dopo il naufragio, si verifica un ammutinamento su una nave vicino all'isola e il capitano spodestato e altri due marinai vengono trasportati sull'isola per essere ivi abbandonati. Crusoe e Venerdì intervengono a favore del capitano aiutandolo a riconquistare la nave e chiedendo in cambio di essere portato in Inghilterra. Dopo un lungo viaggio arriva nella sua città ma scopre che i suoi genitori sono morti, così decide di tornare in Brasile alla sua piantagione e scopre che grazie a questa era diventato molto ricco ; così non volendo però rimanere lì decide di vendere la sua parte di terreno e di tornare in Inghilterra dove trova la salute, il matrimonio e una famiglia. Nonostante questo alla fine decide di rimettersi in viaggio sulla nave del nipote.

Analisi dei luoghi :

La storia, come si può dedurre dal riassunto, è ambientata principalmente sull’isola deserta in cui vive il protagonista. Si desume dal racconto che il naufragio e' avvenuto nel 1659 e che Robinson è rimasto sull'isola ventotto anni (il protagonista tiene il conto dei giorni facendo delle tacche sulla sua capanna che fungono da calendario). Il romanzo è caratterizzato da numerosi passaggi descrittivi, soprattutto all'inizio, quando in Robinson si trova a sopravvivere in un mondo totalmente estraneo a quello in cui trascorreva precedentemente la sua esistenza e cerca di capire bene come e' fatta l'isola esplorandola varie volte sia via mare che via terra.

Analisi dei personaggi :

Per quanto riguarda i personaggi possiamo capire facilmente l'indole del protagonista da come si comporta e dai suoi atteggiamenti: egli e' intelligente, ostinato, amante dell'avventura e ha una buona inventiva e senso pratico, infatti riesce a fabbricare senza utensili e con i pochi materiali che ci sono sull’isola molti oggetti a lui utili, inoltre riesce a sopravvivere trovando il modo per fare pane e formaggio grazie al grano che coltiva e al latte della capre che alleva.
Gli altri personaggi sono meno importanti e non sono descritti in un modo molto particolareggiato, tranne il selvaggio di Robinson, Venerdì, che  è molto diligente, leale, perspicace e soprattutto sempre pronto a difendere il proprio padrone anche a costo della propria vita.

Messaggio dell’autore :

L ’isola dove si svolgono le avventure del naufrago Robinson rappresenta tutti i problemi e le contraddizioni di quel mondo moderno che, agli inizi del XVIII secolo, si andava delineando nel confronto tra l’Europa e le nuove terre scoperte.
Il romanzo può essere quindi considerato una sorta di “Odissea semplificata” degli albori della nostra epoca, con la stessa carica simbolica, la stessa ricchezza di allegorie.
Questo è il messaggio che l’autore vuole trasmettere attraverso questo romanzo e con il quale sono d’accordo. Non sono invece d’accordo con il consiglio che dà il padre a Robinson, ovvero quello di non partire in cerca di fortuna perché la sua condizione è la migliore in quanto egli non è né povero né troppo ricco; secondo me questa è una visione troppo statica della figura dell’uomo, infatti in questo modo i poveri sarebbero destinati a restare poveri e il denaro rimarrebbe nelle mani di coloro i quali appartengono alle famiglie ricche.

Commento :

Personalmente questo libro mi è piaciuto molto. A prima vista potrebbe sembrare una storia alquanto noiosa dato che il protagonista trascorre la maggior parte del tempo in un’isola deserta da solo, ma invece l’autore ha trovato il modo di rendere la storia molto interessante e entusiasmante in modo tale che essa non annoiasse il lettore.
A confronto con l’opera di Swift Robinson Crusoe è stato molto più coinvolgente dei Viaggi di Gulliver che ho trovato un po’ troppo prolisso e noioso, soprattutto nel modo di raccontare la storia che, a mio avviso, sarebbe stata molto più interessante se fosse stata raccontata in un modo diverso senza meno approfondimenti sulle abitudini dei paesi visitati da Gulliver.

 

Fonte: http://trucheck.it/italiano/14955--robinson-crusoe--di-daniel-defoe.html

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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ROBINSON CRUSOE
di Daniel Defoe

 

Scheda tecnica

Autore:

Daniel Defoe naque a Londra, nel 1660. È stato commerciante per la maggior parte della sua vita. Per i suoi primi libri venne messo in carcere, ma subito dopo viene tirato fuori. “Robinson Crusoe” vien venduto per la prima volta nel 1719 ed ebbe subito un gran successo.
Daniel Defoe muore nel 1731 a Londra.

 

La prima pagina del romanzo:

Robinson racconta come la sua famiglia fosse arrivata a York, città in cui è nato.
I suoi genitori vollero che diventasse un uomo di legge, ma lui non ebbe ricevuto tanta istruzione e così iniziò a pensare a vagare per il mondo, come  marinaio...

 

Giudizio personale:

L'avventura di Robinson Crusoe è molto interessante. Il libro non è molto difficile da leggere e non molto pesante.
A parte i certi sbalzi di tempo, l'avventura vien raccontata senza tralasciare alcun particolare.

  

 

Trama del romanzo:

Robinson Crusoe, figlio di una famiglia agiata, ha davanti a sé un tranquillo futuro di uomo di legge o di commerciante. Ma il desiderio di conoscere il mondo lo assilla al punto che, ignorando le raccomandazioni paterne, si imbarca su una piccola nave, diretto a Londra. Da quel momento la sua esistenza sarà un susseguirsi di avventure terribili e straordinarie. Fino al giorno in cui, unico superstite di un naufragio, finisce su un'isola deserta, dove lo aspetta la sfida più ardua: sopravvivere con il solo aiuto del suo ingegno, in compagnia soltanto di se stesso e col sostegno esclusivo della sua forza interiore.

 

 

Fonte: http://www.gmottis.ch/Scuola/MaterialeDidattico/Italiano/Romanzi2/Robinson%20Crusoe%20(Axel).doc

 

Robinson Crusoe (titolo originale: “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe”)

 

AUTORE: Daniel Defoe

TITOLO DELL'OPERA: Robinson Crusoe (titolo originale: “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe”)

BIOGRAFIA DELL'AUTORE
Daniel Defoe è uno scrittore inglese nato a Londra nel 1660 e morto a Moorfields nel 1731. Figlio di un mercante di candele londinese James Foe, originario delle Fiandre. Daniel venne educato in un'«Accademia dei dissenzienti»: una scuola politecnica fondata dai protestanti «cromwelliani» e non anglicani che erano banditi dalle università tradizionali, e che furono gli artefici, di li a poco, della Rivoluzione industriale. Rinunciò a diventare pastore e ben presto si lanciò nel commercio e viaggiò sul continente. Defoe guadagnava molto grazie ai vari lavori che svolgeva, commerciante di prodotti di nuova invenzione, armatore, ma varie volte perse la sua fortuna guadagnata grazie a queste attività.  Al colmo del successo aggiunse al cognome originario Foe un «de» volto a identificarlo come un rifugiato fiammingo protestante. Verso il 1683, aprì un negozio di merci e sposò Mary Tuffley  (figlia di un ricco mercante che vantava una dote elevata) da cui ebbe sei figli. Non molti anni dopo finì in prigione per bancarotta, dopo essersi distratto dagli affari per scrivere di economia, e questa esperienza lo allontanò in seguito dalle speculazioni avventate.  Nei suoi scritti, tra l’altro, Defoe raccomandò la creazione di una banca nazionale (poi nata nel 1694), di compagnie di assicurazioni, di casse di risparmio, pensioni, manicomi e naturalmente auspicava la riforma delle leggi sulla bancarotta. Defoe lottò nel 1685 contro la salita al trono di Giacomo, il fratello  cattolico di Carlo II ed erede legittimo, quindi partecipò alla Gloriosa rivoluzione del 1688. Successivamente venne arrestato, per la seconda volta,  per aver diffamato la Chiesa d’Inghilterra in La via più breve per i dissenzienti (1702). La Chiesa per punirlo lo condanna alla gogna e alla prigionia, dove egli diede  vita alla rivista The Review (1703 -1713) che  diventerà una pietra miliare del giornalismo. Dopo il 1715, gli infortuni  politici e sociali, le  molteplici umiliazioni subite che avevano fatto di lui un agitatore ed un propagandista, l’accanimento  dei suoi nemici e l’ingratitudine di quelli ch’egli aveva  difeso lo allontanarono definitivamente dalla lotta politica. Si dedica allora,  a sessanta anni, ad opere  romanzesche, che soddisfano  le richieste del nascente e moderno pubblico di lettori. Robinson Crusoe apparve nel  1718. È ancora il caso di un “doppio gioco” questo di Defoe: racconto in realtà immaginario (romance) che viene fatto passare per resoconto di un fatto realmente accaduto (novel),  non firmato per aumentare la  patente d’autenticità, ispirato  in effetti  all’avventura del marinaio scozzese d’origine tedesca Alexander Selkirk,  finito in un’isola deserta a seguito di un naufragio, e che, con mezzi di fortuna e col sussidio del suo ingegno, riesce a costruire da zero il mondo inglese e borghese (quindi occidentale) dal quale era fuggito per insofferenza della sua stessa condizione borghese. Il successo fu immenso ed immediato e dura ancora oggi.  Dopo un’esistenza piena di delusioni e di disgrazie, Defoe morì nel  1731  - a dimostrazione che talora è la vita ad imitare il romanzo - nella miseria più estrema, abbandonato da un figlio che l’ aveva depredato da ogni bene.

LE OPERE PRINCIPALI

  • 1704 : fonda “ The Review”
  • 1719 : Robinson Crusoe
  • 1720 : Memorie di un cavaliere
  • 1722 : Diario dell’anno della peste
  • 1722 : Moll Flanders
  • 1724 : Lady Roxanna

SPIEGAZIONE DEL TITOLO
Defoe per il titolo prende spunto dal nome del protagonista della vicenda che viene narrata nel suo romanzo. Nel titolo inglese, tradotto “La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe”, l’autore cerca di attirare ancora di più l’attenzione del potenziale lettore, “promettendogli” straordinarie avventure.

GENERE
Il libro è di genere avventuroso, in quanto il protagonista si trova ad affrontare numerose prove ed avventure. Secondo molti critici letterari, si tratta di un libro che ha segnato una svolta nella storia della letteratura, diventando un punto di riferimento per il romanzo moderno d’avventura, inglese e non solo. Le tecniche narrative, la costruzione del personaggio e l’intreccio, coinvolgono infatti il lettore in una maniera completamente nuova, tant’è che rimane anche al giorno d’oggi un romanzo di facile e diffusa lettura. Si tratta di un romanzo “nuovo”, anche perché mette al centro della storia un eroe che è un uomo comune, con pregi e difetti, dubbi e certezze. Inoltre il riferimento a date ben precise dà all’intera opera un velo di “verità”, distanziando così il libro dai precedenti romanzi di avventura. Si tratta comunque anche di un romanzo di formazione, oltre che di avventura, in quanto attraverso tutte le sue avventure Robinson “cresce”, diventando un altro uomo.

ANNO DÌ PUBBLICAZIONE
Il romanzo è stato pubblicato a Londra nel 1719.

CONTESTO STORICO
L’intera opera di Daniel Defoe riflette l’epoca dell’autore stesso, per esempio a Robinson vengono associate le caratteristiche del borghese, la classe sociale che era in ascesa nel XI secolo. Robinson ha lo spirito da imprenditore, ha l’obiettivo di progredire, di migliorare la sua posizione, la sua ricchezza, ma ha anche le caratteristiche dell’illuminista. È presente anche “l’ambizione” degli europei,tipica sempre di quell’età, di essere superiori agli altri popoli, e pensavano di avere il compito di istruirli, di trasmettere a loro le proprie conoscenze, idee, infatti questo è ciò che fa il protagonista con Venerdì. Nel 1600 il commercio degli schiavi non era reputato importante in Inghilterra, ma acquisì rilievo solo nel 1700, quando venne accettato come economicamente indispensabile. Le piantagioni di cotone delle colonie generavano enormi ricchezze e grande progresso economico per la Madre Patria, quindi gli schiavi africani, in particolare, divennero molto importanti quando gli inglesi realizzarono che potevano rispondere alla richiesta di manodopera del Nuovo Mondo. Questa è un’ulteriore caratteristica presente nel romanzo, infatti prima è il protagonista stesso ad essere catturato e ridotto in schiavitù, poi è lui stesso a guidare una spedizione per “importare” degli schiavi, ed è successivamente Venerdì a presentarsi come suo schiavo.

TRAMA
La storia può essere divisa in tre parti. Nella prima parte l’autore ci parla brevemente della giovinezza di Robinson, della classe media a cui apparteneva, e di come egli abbia preferito fuggire via per mare piuttosto che accettare la vita di comodità che il padre gli aveva promesso, ed i suoi consigli nel costruirsi un futuro tranquillo. Il padre arriva fino al punto di minacciarlo affinché non si avventuri per mare, altrimenti Dio non avrà pietà di lui. Quando i primi viaggi di Crusoe sembrano avverare questa profezia (a causa del primo per poco non perdeva la vita durante una tempesta e a causa dell'altro fu ridotto per un periodo di tempo in schiavitù), sembra che il protagonista dia retta all' ammonimento del padre e si stabilisce in Brasile dove acquista una piantagione di tabacco, una professione che non lo appassiona, ma che potrebbe portarlo in breve tempo alla ricchezza.
Dopo breve tempo Robinson decide di mettersi al comando di una spedizione che avrebbe procurato a lui e ad altri coltivatori degli schiavi che potessero aiutarli nel loro faticoso lavoro ma, alla fine di questo viaggio, si ritrova ad essere l'unico superstite di un naufragio su un'isola deserta.
La seconda parte del libro è scritta sotto forma di diario di viaggio nel quale Robinson scrive della sua vita nell’isola e di come sia riuscito per ben 28anni, grazie alla sua forza e intelligenza, a superare in qualche modo le difficoltà della sua situazione, compreso il ben noto incontro con i cannibali. Presto lui comincia a costruirsi utensili, ad addomesticare degli animali, a coltivare cereali e quindi in qualche modo a prosperare. All'inizio maledice il suo destino, ma poi, prendendo in mano una Bibbia che aveva recuperato dal naufragio, comincia a pensare in modo più profondo alla religione e inizia a pensare che il naufragio sia segno di una punizione divina per la sua imprudenza. Dopo aver attraversato i vari stadi dell’economia umana tra cui caccia, raccolta, agricoltura, allevamento e artigianato, egli riesce addirittura a procurarsi un servo, ma soprattutto amico, che chiamerà Venerdì.
Dopo diversi anni Crusoe decide di esplorare l'isola e scopre che l'isola non è completamente disabitata: occasionalmente dei nativi  vengono dal continente sull'isola per compiere dei riti cannibalistici. Così Robinson inizia a coltivare il sogno di poter avere un compagno sull’isola, magari salvando una delle vittime che i cannibali portano sull’isola per essere mangiate. L’occasione si presenta quando, durante una delle visite dei cannibali, Crusoe salva un giovane selvaggio ed egli, in cambio, promette di essergli servo fedele per sempre. Crusoe chiama il cannibale Venerdì, dal nome del giorno in cui l' ha salvato, e riesce a convertirlo alla religione Cristiana.
Nella terza ed ultima parte viene raccontato il ritorno del protagonista in Inghilterra insieme a Venerdì. Questo è stato possibile perché, ventotto anni dopo il naufragio, una nave si avvicinò all'isola per abbandonare il capitano e altri due marinai. Crusoe e Venerdì intervengono a favore del capitano aiutandolo a riconquistare la nave e chiedendo in cambio di essere portati in Inghilterra. Dopo un lungo viaggio arriva nella sua città ma scopre che i suoi genitori sono morti, così decide di tornare in Brasile alla sua piantagione e scopre che grazie a questa era diventato molto ricco; ma non volendo rimanere lì decide di vendere la sua parte di terreno e di tornare in Inghilterra dove trova la salute, il matrimonio e una famiglia. Alla fine della sua vita, dopo la morte della moglie, decide di rimettersi in viaggio sulla nave del nipote.

 

 

TECNICHE NARRATIVE
In questo romanzo il narratore è onnisciente, cioè sa tutto dei personaggi, ed interno, essendo raccontato in prima persona. Il romanzo è scritto sotto forma di diario, con Robinson Crusoe che racconta le proprie avventure: questo lo rende ancora più accattivante per il lettore, che può immedesimarsi nel protagonista e vivere direttamente le esperienze dal suo punto di vista. La forma del diario, inoltre, consente all’autore di non limitarsi a raccontare le azioni del protagonista, ma di approfondire anche l’introspezione psicologica dello stesso, comunicando così i turbamenti, le paure e le riflessioni dell’uomo “solo”. L’autore utilizza uno stile narrativo semplice, è minuzioso nelle descrizioni ma allo stesso tempo facilmente leggibile, cosa che lo ha reso uno dei romanzi più letti della storia.

 

FABULA E INTRECCIO
Nel romanzo fabula ed intreccio non sono lineari, altra caratteristica molto comune nei romanzi moderni, in particolare quelli di avventura ed azione. Durante il suo racconto, spesso Robinson fa un elenco di alcuni fatti accaduti, per poi analizzarli in maniera più o meno dettagliata, riprendendo il racconto da dove l’aveva interrotto inizialmente. E’ frequente inoltre l’utilizzo di flash back, nei quali il protagonista ricorda eventi passati.

STRUTTURA DEL ROMANZO

STRUTTURA INIZIALE: Il romanzo inizia con un dialogo tra padre e figlio nel quale il padre, per proteggere il figlio, cerca di dissuaderlo dall'intraprendere un viaggio in mare, molto pericoloso.  
EVENTO COMPLICANTE: Robinson durante il suo terzo viaggio è vittima di un naufragio e si trova a sopravvivere per 28 anni in un’isola disabitata.
SVILUPPO DELL'AZIONE:  Robinson durante la lunga permanenza si costruisce una vita sempre più agiata costruendosi un posto dove dormire, degli utensili e tutto ciò che è necessario per sopravvivere, arriva persino a trovare altre persone, e ad avere un amico che lui stesso chiamerà Venerdì. In questa situazione riscopre la fede, grazie ad una bibbia recuperata dalla nave, dopo il naufragio.
SPUNNING: Dopo 28 anni passa una nave, che si rivelerà la salvezza ed il ritorno in patria, ma ovviamente non manca la difficoltà per raggiungere tale risultato.
CONCLUSIONE: Robinson e Venerdì arrivano in Inghilterra, il protagonista vive una vita “normale“ creandosi una famiglia, ma dopo la morte della moglie, decide di tornare alle vecchie abitudini e si imbarca sulla nave del nipote.

 

AMBIENTAZIONE
La storia, come si deduce dal breve riassunto, è ambientata principalmente su un'isola disabitata; il naufragio è avvenuto nel 1659 e Crusoe rimane sull'isola ventotto anni (il protagonista tiene il conto dei giorni facendo delle tacche sulla sua capanna); il romanzo segue un ordine cronologico e sono presenti numerosi passaggi descrittivi, soprattutto all'inizio, quando in protagonista si trova a sopravvivere in un mondo totalmente estraneo a quello in cui trascorreva precedentemente la sua esistenza e cerca di capire bene com’è formata l’isola e quali mezzi può offrirgli per poter sopravvivere.

PERSONAGGI
I personaggi principali , senza dubbio sono due: Robinson e Venerdì, sono presenti anche personaggi di minor rilevanza, cioè il padre del protagonista ed i due marinai.
Robinson Crusoe:
Il protagonista del romanzo è Robinson Crusoe, personaggio intelligente, ostinato, amante dell’avventura e dotato di buona inventiva e senso pratico. Il suo carattere non è esplicitato, ma si può intuire dai suoi atteggiamenti e comportamenti che sono delineati nei minimi dettagli. Dopo il suo arrivo sull’isola, Robinson subisce una vera e propria evoluzione: inizia a soddisfare i suoi bisogni grazie all’aiuto della sua intelligenza, e riesce a sopravvivere riuscendo a trovare anche la comodità, e se prima  piangeva  la sua condizione, dopo arriverà a ringraziare Dio per averlo salvato dalla morte certa, a cui sono andati incontro tutti gli altri marinai, e riconosce che la sua condizione è derivata solo dalle sue colpe. Anche la sua religione cambierà quando, in un momento di malattia, Robinson inizierà a pregare e a leggere la Bibbia. Alla fine del romanzo tuttavia ancora una volta prevarranno quegli istinti giovanili che la prima volta avevano fatto scappare Robinson di casa: il protagonista, dopo essere riuscito a tornare in patria, a sposarsi e ad avere dei figli, decide ancora una volta di tornare in mare, dimostrando di non essere cambiato e di non avere imparato nulla dalle sue disavventure. Il suo aspetto fisico viene descritto da lui stesso come spaventoso e sgradevole alla vista, ma è una conseguenza normale visti gli anni della sua presenza sull’isola. Di Robinson emergono anche alcune caratteristiche dovute all’abitudine: non si dimentica mai, per esempio, neppure nelle circostanze più drammatiche, di tenere in ordine i propri conti, elaborando tabelle per valutare i pro e i contro della sua situazione. Spesso non appare neppure come un eroe, perché è lui stesso che confessa di avere paura: egli è solo un uomo comune, un marinaio tenace alle prese con i bisogni elementari della vita in una situazione di completo isolamento dal mondo civile. Sono molto importanti i mutamenti psicologici maturati in  Robinson, a contatto con tante disavventure e in una circostanza così favorevole alla meditazione, egli si interroga sul senso della vita, sulla provenienza del mondo, dell’uomo. Durante il suo soggiorno sull’isola, una delle privazioni di cui Robinson soffre maggiormente, è quella della compagnia dei suoi simili. Questo problema è felicemente risolto dalla comparsa del buon selvaggio Venerdì, che dal momento in cui viene salvato dal protagonista, si pone sotto la sua protezione divenendo suo fedele allievo e servitore.

Venerdì: Per dare risalto a questo personaggio l’autore lo descrive in un modo diverso da tutti gli altri, quasi a rendere evidente la funzione di “punto di svolta” che questi determina nei confronti della vita di Robinson. Infatti Defoe si allontana dal suo stile descrittivo e dona a Venerdì ampie capacità riflessive, facendolo diventare il simbolo della religione, della sorte, della curiosità, e degli effetti che questi elementi hanno sull’uomo. Venerdì  è molto diligente, leale, perspicace e soprattutto sempre pronto a difendere il proprio padrone anche a costo della propria vita, capace anche di cambiare idee, valori, come può essere quello della religione, infatti lui dal cannibalismo passa al cattolicesimo.
Poi c'è il padre, un uomo borghese che cerca in tutti i modi di proteggere il figlio dissuadendolo di andare per mare. Purtroppo si trova di fronte un figlio veramente ostinato e tutte le sue speranze si infrangono presto. Ci sono anche i cannibali e il comandante e i marinai della nave che li salveranno.

TEMATICHE TRATTATE
Il primo tema trattato nel romanzo è quello del viaggio che oltre ad essere un percorso difficile e che mette a dura prova le capacità fisiche di una persona è anche un viaggio interiore che aiuta a crescere e a capire cosa è realmente necessario nella nostra vita. Anche in questo caso può essere considerato un viaggio interiore di Robinson che, grazie a questo naufragio, riscopre la fede.

Anche la solitudine, che caratterizza la vita di Robinson per circa 28 anni, è una tematica importante: in essa il protagonista riesce a trovare veramente sé stesso. Dopo la solitudine, arriva però per lui anche l’amicizia con il fedele Venerdì.

Un altro tema è quello della capacità di sopravvivere senza tutte quelle comodità che ci dà la vita, sopravvivere allevando e costruendosi oggetti con dei materiali che noi forse non consideriamo necessari nella nostra quotidianità, in quanto abbiamo già “i prodotti finiti”. Robinson grazie a questa esperienza riesce a crescere e a capire quali sono i veri valori importanti della nostra vita e anche dopo aver vissuto questa esperienza decide comunque di seguire ancora la sua passione e così riparte nuovamente per un'altra avventura.

MESSAGGIO DELL'AUTORE
Il primo messaggio e forse il più evidente è quello religioso, poiché l’autore racconta delle usanze tipiche del puritanesimo: Robinson dunque diventa un saggio sulla via della predestinazione e sulla strada da seguire per non peccare. La visione puritana è molto semplice in quanto per questa dottrina l’uomo deve salvarsi dal peccato originale sulla Terra, guadagnando il paradiso attraverso il suo lavoro, l’autostima, e la pratica privata. L’eroe infatti, legge la Bibbia ogni giorno per trovare conforto e approvazione, e scrive le sue esperienze su un diario, credendo fermamente che ogni cosa che gli accade sia volontà divina: Dio è la prima causa di tutto, e lui non può fare niente se non attenersi a ciò che lui vuole. In tutto il racconto è presente il pentimento di Robinson per le sue azioni e i suoi peccati. “Una mattina che ero molto triste, aprii la Bibbia a queste parole: ‘Io non ti lascerò e non ti abbandonerò mai’; subito pensai che quelle parole erano per me. ‘Ebbene’, mi dissi, ‘se Dio non mi abbandona, che male può farmi e che importa che tutto il mondo mi abbandoni, visto che, d’altra parte, se possedessi tutto il mondo e perdessi il favore e la grazia di Dio non ci sarebbe confronto nella perdita?’”. Robinson crede profondamente a queste parole, e nei suoi momenti difficili si stringe ad esse e le adatta alla sua situazione trasformandole sempre in un messaggio di Dio che lo invita ad andare avanti con tenacia, con la quale può rimediare alle azioni imprudenti compiute nel suo passato.
Un altro messaggio molto evidente è quello politico-economico. Crusoe è il perfetto modello di un colonialista: infatti, egli non crea nell’isola una società alternativa, ma una società molto simile al grande stato coloniale che al tempo era l’Inghilterra. Inoltre egli crede anche nell’inferiorità culturale e sociale dei nativi, e si dimostra molto superiore a Venerdì, per esempio quando gli dimostra la falsità della sua religione e lo educa al Cristianesimo, ritenuta migliore di tutte le altre. In seguito Robinson assume il controllo totale dell’isola e di ogni persona che incontra, in modo che tutto quello che succede nel suo “regno” converga su di lui. Quando egli si trova solo sull’isola, senza relazioni né con gli altri né con la sua famiglia, inizia a riflettere sulla natura del capitalismo, che si basa principalmente sull’interesse individuale. Il capitalismo è anche il peccato di Robinson e ciò che lo porterà alle più grandi disgrazie: è proprio questa continua tendenza a migliorarsi che lo spinge a fuggire di casa, a tentare nuove imprese e ad affrontare rischi molto alti.
Robinson Crusoe di Defoe è di gran lunga l’opera più rappresentativa di quella  tradizionale fiducia inglese nei lumi della ragione, in quanto lo stesso Robinson parte sempre dall’osservazione della sua situazione, proseguendo poi nell’elaborazione di una lista di tutte le possibili soluzioni, in modo da poter scegliere sempre l’alternativa migliore. “Tutte le sventure vanno giudicate insieme col poco bene che recano in sé, e con i mali peggiori che le circondano.  Sia questo dunque l'insegnamento che si può trarre dall'aver sperimentato la più infelice condizione del mondo: che noi possiamo sempre cogliervi qualcosa cui attingere conforto, e che, nel bilancio del bene e del male, abbiamo il dovere di metterlo all'attivo del conto”. Questo procedimento perfettamente razionale tuttavia a volte viene a mancare mostrando anche i limiti dell’illuminismo, in particolare quando il personaggio si sente invincibile dopo aver conseguito un certo numero di successi, ed è spinto allora a compiere anche i gesti più irresponsabili con disinvolta sicurezza, “Con l’accrescersi della mia attività e della mia ricchezza, la mia testa cominciò a riempirsi di progetti e di ipotetiche imprese superiori alle mie possibilità: di quelli che non di rado portano alla catastrofe i più avveduti commercianti e una volta di più io sarei stato lo strumento volontario della mia rovina” dimenticandosi magari delle conseguenze delle sue azioni.
Infine l'autore vuole farci capire che tante volte quando noi viviamo nell'agiatezza non capiamo realmente il vero senso della vita. Le cose materiali non sono indispensabili infatti una cosa molto importante nella vita è la fantasia e la capacità di sopravvivere in qualsiasi situazione. L'autore vuole dirci che dobbiamo portare sempre avanti  le nostre idee anche se a volte sono sbagliate e che se poi succede qualcosa non dobbiamo comunque arrenderci come ha fatto Robinson tornato in Inghilterra. 

COLLEGAMENTO CON I VIAGGI DÌ GULLIVER E LA MITOLOGIA CLASSICA
Anche Gulliver è considerato uno dei primi romanzi moderni, come Robinson anche questo libro narra di un viaggio e di varie peripezie che portano il protagonista a crescere. Mentre Robinson è ispirato ad una storia vera Gulliver ha al suo interno degli elementi fantastici. Una caratteristica che accomuna i due viaggiatori è che entrambi, una volta ritornati alla normalità della propria vita, faticano a ritrovare il contatto con la gente, anche per il fatto di aver trovato una “pace” nelle loro peripezie. Facendo riferimento a due miti della classicità : Ulisse ed Enea, possiamo fare un confronto tra questi personaggi e Robinson, tutti e tre  fanno dei viaggi importanti, e amano le avventure, ma sono dei personaggi totalmente diversi, con caratteristiche differenti, lati caratteriali differenti ed obbiettivi nella vita; solo Robinson rappresenta il tipico borghese del 700, gli altri due viaggiatori non hanno tale caratteristica . Ulisse fa i suoi viaggi per la volontà di conoscere, Enea per una missione.

 

Fonte: http://www.techandnotes.it/wp-content/uploads/2012/03/Scheda-libro-Robinson-Crusoe.doc

Sito web da visitare: http://www.techandnotes.it/

Autore del testo: Volosciuc C. Stival L.

 

 

Riassunto Robinson Crusoe di Daniel Defoe

 

 

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