Peperoni coltivazione proprietà semina

 

 

 

Peperoni coltivazione proprietà semina

 

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Peperoni coltivazione proprietà semina

 

Peperone - Capsicum annuum L.
Atlante delle coltivazioni erbacee - Piante da tubero e orticole

Famiglia: Solanaceae
Specie: Capsicum annuum L.

Francese: Piment; Inglese: Pepper; Spagnolo: Pimiento; Tedesco: spanischer Pfeffer.

 

 

 

 

 

 

Origine e diffusione: Il peperone, Capsicum annum L. è una pianta annuale nel clima mediterraneo e perenne nei paesi caldi del sud America da dove proviene. I suoi frutti (bacche) ricchissimi di vitamine, si usano cotti o crudi, conditi in diverse maniere, oppure essiccati e macinati come condimento piccante (paprika) d’alcune vivande. Varietà: le cultivar si distinguono per le particolari caratteristiche del frutto che può essere dolce o piccante, di piccolo o grande volume, di forma cuboide, conica più o meno regolare, piramidale, allungato o breve, di colore rosso, giallo, verde, bruno o scuro.                                                                    Tecnica colturale: il peperone è molto sensibile al freddo, perciò nella coltura, che possiamo considerare normale, si semina in febbraio, in cassone riscaldato. È necessario scegliere seme proveniente da piante a frutti sani, in quanto esso è vettore di patogeni di tutte le forme. Le piantine si ripicchettano o no in vivaio sempre in cassone riscaldato.
Piantagione: a dimora si fa a primavera inoltrata (fine aprile, primi maggio), quando non sono più da temere forti abbassamenti di temperatura, mettendo le piantine a 40-60 cm in solchetti distanti 60-90 cm. I peperoni da sottaceto si possono mettere a coppia per ogni postarella. Si ha così una maggiore produzione.
Raccolta e produzione:  la raccolta è scalare. La raccolta dei peperoni da sottaceto richiede un’attenzione particolare: va ripetuta almeno due o tre volte alla settimana, in maniera da raccogliere le piccole capsule tenerissime. È necessario annaffiare dopo ogni raccolta, possibilmente il giorno stesso o, comunque, 48 ore prima della raccolta successiva per dare agio al terreno di prosciugarsi in superficie. Si evita così il costipamento del terreno che è deleterio alla pianta. Le irrigazioni si alternano opportunamente con sarchiature per distruggere le erbe infestanti facili a svilupparsi in un terreno fertile e tenuto costantemente fresco e aerato.                                                                                            

Coltivazione extra stagionale:   la coltivazione extra stagionale può avere lo scopo di ottenere una produzione a fine inverno (febbraio) o all’inizio della primavera o più o meno leggermente anticipata su quella normale che d’altra parte può considerarsi anticipata in quanto in tutti i casi si fa la semina in ambiente condizionato.                                                                                     

 Coltivazione per la produzione di fine inverno:   questo tipo di coltivazione è fatto per l’intero ciclo d’ambiente condizionato, in generale in una serra

riscaldata, coperta con vetri. La semina si può iniziare verso la fine di settembre, in cassone, riscaldabile o no. Dopo un mese circa dalla nascita, che può avvenire, al buio, in 8-10 giorni a temperatura di 28° C, si fa il ripicchettamento in cubetti come si è detto per la melanzana o in fertil-pot, o in qualsiasi altro contenitore.  La messa a dimora si fa in novembre con investimenti di 3-4 piante a metro quadrato, meglio se a file abbinate, sul terreno sistemato a solchi. La temperatura ambiente, subito dopo il trapianto si porta a 28° C con tempo luminoso per riabbassarla a 24° C di giorno e 16-18° C di notte, Umidità Relativa 90%. Da tenere in buone condizioni il contenuto idrico del terreno poiché il peperone è molto esigente. Subito dopo la piantagione si farà pertanto una buona annaffiatura, meglio se localizzata. Durante lo sviluppo delle piante si faranno cure colturali consistenti in frequenti sarchiature o fresature, si distribuirà, in copertura, la dose calcolata d’azoto, si farà una buona rincalzatura e, se necessario, la palatura con fili di ferro tesi ai lati delle bine, in modo da costruire una specie di gabbia dove le piante abbiano agio di mantenersi in posizione eretta. Raccolta: può essere iniziata fin da febbraio. Cultivar usate: sono per lo più le nostrali: “Quadrato d’Asti”, “Quarantino”, “Genovese” e alcuni F1, meno usate il “Yolo Wonder” e il “California Wonder”. Nelle zone molto favorite dal clima, della Sicilia, e in genere dell’Italia meridionale, questo tipo di coltivazione è fatto in serre coperte con P.V.C. con riscaldamento di soccorso fatto con aria calda prodotta da stufe alimentate a cherosene.                                                                                                             

Coltivazioni per la produzione primaverile, inizio dell’estate:  questo tipo di coltivazione può essere fatto in serra fredda o in tunnel-serra coperti con P.V.C. o polietilene o in pieno campo con protezione di tunnel dello stesso materiale.
Semina: si fa in cassone riscaldato da ottobre a dicembre, fino ai primi di gennaio, regolandosi a seconda del clima della zona dove si opera. Il ripicchettamento si fa in cubetti od altri contenitori.
Piantagione: in serra fredda, con un supplemento di copertura in tunnel, può essere fatta fin dal mese di febbraio, mentre all’aperto, con protezione di solo tunnel, si deve ritardare fino alla seconda metà di marzo e fino ai primi d’aprile nelle zone meno favorite.
Raccolta: si può iniziare a fine aprile primi di maggio per le colture in serra fredda e fine maggio primi di giugno per le colture in campo protette da tunnel. Le cure colturali, per queste colture che si sviluppano in un periodo che nelle zone meridionali può considerarsi molto assolato, consisteranno soprattutto in irrigazione e arieggiamenti per evitare pericolosissimi innalzamenti della temperatura al disopra dei 28-30° C.                                                    

Avversità e parassiti: dannose sono spesso le “tracheomicosi”, come pure il marciume apicale dei frutti e l’alternariosi. Valgono nella lotta l’opportuna scelta del terreno di coltura e i trattamenti anticrittogamici più in uso in orticoltura.

 

Fonte: http://www.beinascogramsci.it/joomla/images/ambiente/vademecum%20coltivazione%20ortaggi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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