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Sedani

 

Sedano
Apium graveolens-Umbrelliferae

 

 

 

 

 

 

 


Generalità e proprietà: questa pianta, che cresce spontanea anche nel nostro Paese, si suddivide in due grandi gruppi: la varietà dulce e la rapaceum.
La prima varietà quella dulce è la più diffusa e viene coltivata prevalentemente per la parte aerea, più precisamente per il gambo, detto anche costa. La seconda varietà quella rapaceum è più comunemente conosciuta come sedano rapa e viene coltivata per la radice e le parti basali del fusto. Questa varietà non è molto diffusa in Italia a differenza del resto del Europa, dove se ne consuma una maggiore quantità.
A seconda della varietà, le piante crescono dai 30 ai 90 cm. Si tratta di
una pianta biennale, che generalmente viene coltivata a ciclo annuale. Le piante della varietà dulce hanno l'apparato radicale sottile e dritto mentre la
varietà rapaceum presenta un ingrossamento della radice. Le foglie della
varietà dulce hanno un picciolo percorso da nervature lungo tutta la sua
lunghezza e sono carnose. Entrambe le varietà fioriscono nel mese di giugno-luglio; l'infiorescenza è ad ombrello e di colore bianco-verde. Il frutto di queste piante è di tipo diachenio ovvero al suo interno vi sono i semi. Il sedano, una verdura cosi umile ma che viene spesso considerato un alimento medicina. Questo il suo identikit naturale: Contiene potassio, calcio, fosforo, magnesio e selenio, associati a buone dosi di vitamine C ed A. Vitaminizzante, depurativo e rigenerante, utile nelle diete disintossicanti e dimagranti. Se consumato crudo ha un potentissimo effetto diuretico. Contiene acido aspartico, considerato un eccitante naturale. Il sedano è stato considerato solo come pianta medicinale sino al XVII secolo. Alla base di molti preparati officinali, in particolare nella tradizione erboristica mediterranea, è citato ampiamente anche nell’Odissea, sempre come pianta medicinale. Si comincia ad usare come alimento in Sicilia, dopo la grande Peste del 1600. Insomma, se non vi piace fatevelo piacere, soprattutto se soffrite di ritenzione idrica.


Tecniche colturali: la varietà a coste viene coltivata sia per la
raccolta invernale che per quella estiva; questo permette di avere piante
fresche per quasi tutto l'anno. In entrambi i casi, comunque, è buona norma
seminare in semenzaio, nel periodo gennaio-febbraio, in luoghi riparati e
riscaldati. Quando le piantine avranno raggiunto i 10-15 cm d'altezza si
potranno trapiantare in piena terra ad una distanza di 25-35 cm sulla fila e
60-80 tra le file; se la pianta viene acquistata già pronta per il trapianto, il miglior periodo per la piantumazione va da aprile a maggio, per la raccolta estiva, e da luglio ad agosto, per la raccolta invernale. successivamente è importante annaffiare abbondantemente.

Durante la coltivazione è necessario intervenire con delle sarchiature per
tenere pulito il terreno da eventuali piante infestanti. Per ottenere la costa del sedano più tenera si procede con l'imbiancamento  dello stesso. Questa operazione, che consiste nel legare la pianta  utilizzando della rafia e nel coprire successivamente con la terra quasi la totalità del fusto (lo stesso risultato può essere ottenuto utilizzando del cartone), deve essere eseguita un mese prima del raccolto. La tecnica di coltivazione per il sedano rapa non cambia molto. In tal caso, il terreno dovrà essere più sabbioso per permettere alla radice una più agevole espansione.    

Avversità: la malattia che affligge di più le piante di sedano è la mosca dei sedani. Questo parassita si nutre dell'interno della pianta lasciando intatto l'esterno. I sintomi più visibili sono l'ingiallimento e la trasparenza  della foglia con la successiva essiccatura della stessa. Altre malattie che colpiscono la pianta sono: la rogna del sedano che si manifesta con la comparsa di macchie scure, che rallentano la vegetazione della pianta,
provocandone, in alcuni casi, anche la morte e la septoriosi delle foglie
che si manifesta con la formazione di macchie scure con all'interno dei
punti neri; anche in questo caso la pianta può morire.

 

Fonte: http://www.beinascogramsci.it/joomla/images/ambiente/vademecum%20coltivazione%20ortaggi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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