Compostaggio domestico e industriale

 

 

 

Compostaggio domestico e industriale

 

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Compostaggio domestico e industriale

 

Introduzione
II termine compostaggio nell'attuale accezione comune indica una serie di fenomeni biologici che concorrono nella conversione della materia organica complessa in sostanze più o meno semplici (anidride carbonica, acqua, humus e sali minerali). I batteri, gli attinomiceti ed i funghi, cioè i responsabili del processo di umidificazione, degradano mediante gli enzimi attivi la sostanza organica complessa per il proprio sostentamento; i derivati metabolici che ne risultano sono più facilmente assimilabili dal terreno assicurando il completo e veloce riciclaggio dello scarto utilizzato in partenza.
I materiali di partenza (o matrici) possono essere vari e di diversa provenienza.
Anche se la pratica del compostaggio è conosciuta nel mondo agricolo sin dall'antichità, soltanto da relativamente pochi decenni sono stati studiati i meccanismi relativi ai vari processi biochimici e microbiologici che regolano la formazione del compost, ed ancora in tempi più recenti sono stati messi a punto metodi ripetitivi per standardizzare l'intero processo.

Oggi qualsiasi rifiuto organico può essere trasformato in compost e divenire così una vera e propria ricchezza. A rafforzamento di ciò va detto che le "emergenze ambientali" verificatesi recentemente (soprattutto quelle relative alla gestione dei rifiuti in Campania) dovrebbero fungere da stimolo per nuove iniziative imprenditoriali e/o professionali. Sul Sole 24h delle ultime settimane è stata evidenziata più volte l'importanza del riutilizzo delle biomasse; da un recente rapporto Ocse, infatti, risulta che nell'ultimo decennio, a fronte di una continua richiesta di agricoltori e dei consumatori, sono stati dimezzati i consumi di pesticidi e di concimi chimici; la produzione di compost, però, attualmente non ne supplisce la crescente richiesta, da un lato per la carenza di strutture e dall'altro per una certa difficoltà nel produrre compost di qualità. Di fronte a tali esigenze e di fronte anche alle emergenze rifiuti che si potrebbero verificare in Puglia, Calabria e Sicilia e considerando anche che nel centro sud si sta verificando un costante aumento di aziende agrituristiche e di agricoltura biologica appare chiaro che le prospettive per le iniziative di cui parliamo non possano che essere estremanlente positive. E' oltretutto evidente che per le peculiarità imposte dal particolare metodo che si utilizza per ottenere compost alcune figure professionali, in particolar modo i biologi, diventano il fulcro dell'intera attività, non escludendo la possibilità che i professionisti possano corrispondere essi stessi all'imprenditore, se ipotizziamo che gli investimenti iniziali per intraprendere questa attività possono essere relativamente bassi.

 

Mercato del compost
Recenti stime di mercato hanno evidenziato come la richiesta di compost di qualità sia nettamente superiore rispetto a quello attualmente collocato. Desta stupore ( conoscendo le potenzialità ed i quantitativi ricavabili attraverso la raccolta differenziata del solo organico) il fatto che nel settore dell'agricoltura (compresa quella tradizionale di pieno campo) il compost copre solo il 6,2% delle effettive possibilità, mentre nel settore della cura del verde viene soddisfatto il 12,5% della richiesta potenziale.

Per quanto concerne l'impiego nella hobbistica e nel vivaismo l'impiego e le proporzioni sono rispettivamente del 45% e del 10% , peocentuali sempre riferite alla richiesta potenziale. In sostanza il compost prodotto viene collocato maggiormente nel mercato florovivaistico per il confezionamento di sacchetti per l'utenza domestica, lasciando così "scoperto" tutto il mercato della vendita alle aziende agricole le quali, come si è detto sopra, aumentano in continuo la richiesta di ammendamento dei terreni.Da non trascurare tra l'altro è la possibilità di collocare il compost per la lotta alla desertificazione e per la protezione del territorio (ingegneria naturalistica), attività che sostanzialmente stanno nascendo ora e, ovviamente, il cui mercato è attualmente totalmente scoperto.

 

Il compostaggio industriale


Negli ultimi anni il compostaggio a livello industriale ha conosciuto una meccanizzazione sempre pià articolata per fronteggiare la crescente esigenza di accorcare il più possibile i tempi di ottenimento del compost maturo; ciò è avvenuto con il fine di allungare i tempi di vita delle discariche a fronte di un possibile recupero di sostanza organica mediante lo spargimento sui terreni; con la meccanizzazione in sostanza si è voluto accelerare i processi di maturazione del compost.

Sotto questo aspetto però va ricordato che il compostaggio è un processo naturale e come tale dovrebbe essere ottimizzato non tanto partendo dal punto di vista strumentale (metodo che comunque ha la sua importanza nel processo gestionale) quanto da un punto di vista prettamente biologico. In altre parole riteniamo che il metodo migliore per eseguire il compostaggio, anche quello industriale, derivi anzitutto dall'osservazione dei processi di maturazione della sostanza organica che avvengono spontaneamente in natura.
In natura esistono numerosi esempi di compostaggio spontaneo; fra tanti basterebbe citare la decomposizione della lettiera del bosco e la maturazione del letame, processo quest'ultimo che ancora ai giorni nostri viene praticato da numerosi allevatori. L' unico problema che deriva dal compostaggio spontaneo deriva dal fatto che i tempi di trasfonnazione sono in genere troppo lunghi rispetto ai canoni che devono essere rispettati in un sistema industriale.
Oggi è possibile ottimizzare tutti i processi naturali di compostaggio operando accorgimenti tecnico-pratici (utilizzo di enzimi attivati, rivoltamenti con pale meccaniche, tempi di maturazione ecc) che consentono di ridurre i tempi di ottenimento del compost maturo, di aumentare la richiesta di forza-lavoro, di ottenere compost di qualità con valore economico aggiunto (come si vedrà più avanti questi ultimi vantaggi non sono facilmente ottenibili con la meccanizzazione spinta).


Descrizione sintetica delle fasi del processo di compostaggio
.Il compost o composto (dal latino compositum, ovvero costituito da più sostanze) è una pratica utile a stabilizza biologicamente qualsiasi residuo organico convertendolo in un prodotto finale ricco di humus, dotato di elementi nutritivi di elevate proprietà fisiche, igienicamente sicuro, esente da semi vitali di erbe infestanti.
Il compostaggio è un processo aerobico che si sviluppa essenzalmente in tre fasi:
1. degradazone biochimica ad opera di enzimi idrolitici;
2. trasformazione biologica;
3. maturazione.

Sinteticamente: i composti organici complessi vengono scissi enzimaticamente in elementi più semplici (amminoacidi, acidi grassi, zuccheri per la maggior parte) che vengono assorbiti dalle cellule dei microrganismi ed utilizzate per il proprio metabolismo; nella fase di maturazione avviene il completamento del compostaggio attraverso la umificazione delle matrici.
Approfondiremo di seguito ciascuna delle tre fasi:
l. Nella prima fase (chiamata termofila), che evidentemente deve essere molto rapida e intensa per evitare fenomeni di anaerobiosi, si libera energia sotto forma di calore (la temperatura infatti supera i 60'C e per un compostaggio ottimae dovrebbe superare i 65°C); in questa fase che dura circa un mese e che è la fase limitante di tutto il processo, si ha un'elevata richiesta di ossigeno e la formazione temporanea di composti intermedi di degradazione (acido acetico, propionico e butirrico) che sono tossici per le piante e che vengono velocemente metabolizzati.
2. Nella seconda fase (40:45'C) i processi metabolici diminuiscono di intensità; accanto all'attività batterica se ne evidenziano altre dovute a varie specie di funghi e di attinomiceti che degradano amido, cellulosa e lignina, importanti per la sintesi delle sostanze umiche. In questa fase diminuisce sensibilmente la richiesta di ossigeno e la sostanza organica è sufficientemente stabile quindi non esplica più un'azione tossica sui vegetali. Già in questa fase viene conferito al compost il tipico odore di terriccio fresco; gli attinomiceti hanno un ruolo importante in ciò, perche producono composti aromatici presenti tipicamente nel suolo.
3. La terza fase del processo è caratterizzata da un 'intensa colonizzazione da parte di animali di piccole dimensioni (per esempio i lombrichi) che contribuiscono allo sminuzzamento e al riescolamento dei composti organici e minerali formatisi.

Come si è più volte affermato, durante il compostaggio è necessario mantenere le condizioni ambientali in grado di favorire l'attività microbica. Tra i fattori più importanti da controllare durante l'intero processo possiamo annoverare l'ossigeno, l'umidità e la temperatura.
Per quanto riguarda in particolare l'ossigeno va detto che esso è l'emento ovviamente indispensabile in un processo che è assolutamente aerobico; l'ossigeno viene fornito alla massa da compostare in due diverse modalità: areazione forzata mediante pompe soffianti e/o rivoltamenti meccanici. Proprio nella prima fase del processo però, dove l'ossigenazione è più importante, è opportuno evitare continui rimescolamenti od insuffiazioni d'aria che porterebbero i cumuli ad un repentino raffreddamento, quindi all'abbattimento della temperatura sopra menzionato. Il tenore di ossigeno nell'atmosfera delle masse deve essere compreso tra il 5 ed il 15%. Al di sotto del 5% prevalgono batteri facoltativi, quindi processi putrefattivi, con produzione (a seconda delle matrici di partenza) di acido sulfidrico, ammoniaca, aldeidi, chetoni ed ammine che conferiscono ciascuna tipici cattivi odori.
Della temperatura si è già parlato in precedenza; è il caso comunque di menzionare il fatto che oltre l'importanza nel processo, le temperature raggiunte causano la riduzione dell'umidità nei materiali e soprattutto l'abbattimento di germi patogeni e di semi infestanti.
Per quanto concerne invece l'umidità, ben sapendo che l'acqua è un altro elemento importante affinche si esplichino le attività microbiologiche, va ricordato che anche il suo controllo nel processo diventa essenziale per evitare decorsi anomali del compostaggio. II range ottimale di umidità nel compostaggio va dal 50 al 55%; al di sotto del 40% si blocca l'intero processo. Vanno quindi controllati non solo l'innalzamento termico del cumulo, ma anche la temperatura dell'ambiente circostante, per apportare, se necessario, ulteriori volumi di acqua.
Dopo questa rapida descizione va anche detto che vi sono altri indici di controllo che possono essere presi in considerazione per controllare meglio l'evoluzione del compostaggio: rapporto carbonio/azoto, pH, presenza di sostanze umiche.
Nel primo caso, C/N all'inizio del processo dovrebbe essere compreso tra 25 e 35. Valori superiori od inferiori causerebbero rispettivamente rallentamento del processo e perdita di azoto per volatilizzazione dell'ammoniaca. Per questo motivo è preferibile, nella scelta delle matrici da compostare, associare residui vegetali (ricchi in carbonio) a residui animali (ricchi in azoto).
Nel secondo caso il range ottimale di attività varia tra 5,5 ed 8, dunque un intervallo che non crea particolari problematiche a meno che alcune matrici di partenza non derivino da attività particolari.
Va altresì ricordato che i parametri chimico-fisici non possono non essere integrati ad alcuni saggi biologici, direi essenziali per esprimere un giudizio complessivo sulla qualità del materiale in esame. Alcuni tra i parametri biologici sono:

  • saggio di fitotossicità: è importante per avere un'idea di quanto alcune sostanze (si parlava in precedenza di acidi grassi a catena corta) possono bloccare la crescita microbica nella prima fase del processo; la loro presenza nel compost finale indica invece una insufficiente stabilizzazione ed una trasformazione non corretta o non completa;
  • saggio respirometrico: garantisce il controllo dello stato di ossigenazione durante l'intero processo;
  • determinazione degli agenti patogeni;
  • saggio di mineralizzazione dell'azoto.

 

II compostaggio in ambito domestico


Quanto è stato sin qui riportato riguarda la descrizione di vari aspetti del compostaggio con finalità diverse ma sempre ponendo alla base il concetto dell'utilizzo di sistemi più o meno complessi di gestione. Va ribadito tuttavia ciò che è stato detto all'inizio di questo lavoro e cioè che i fenomeni del compostaggio sono stati sfruttati sin dall'antichità e che pertanto anche in ambito domestico i principi su cui si fonda questa tecnica possono essere sfruttati anche per ottenere vero e proprio compost a partire da matrici organiche più selezionate rispetto alla pratica industriale. Resta inteso che è questa una pratica che può essere compiuta sia nella gestione tradizionale dell'attività domestica sia nella cosiddetta "casa ecologica".
Da un punto di vista pratico se da un lato vi è il vantaggio di poter vagliare a monte del compostaggio domestico le matrici da poter impiegare, diventa dall'altro canto molto più difficoltoso operare i controlli per la verifica dei parametri chimico fisici { ossigeno, temperatura, umidità) di processo, verifica che per la verità non ha senso di fronte al metodo empirico con cui di solito si fa compostaggio domestico.
I vantaggi che comunque possono essere tratti possono essere enormi se si tiene in considerazione il fatto che anzitutto il riciclo di materiali organici consente di ridurre le emissioni maleodoranti; in secondo luogo, si realizza la diminuzione del volume e del peso dei rifiuti non organici da conferire nel cassonetto {realizzando importanti economie se si considera che attualmente l'organico nel rifiuto tal quale corrisponde al 30-50% del totale e che in futuro le tariffe per lo smaltimento verranno applicate proprio in base al volume ed al peso dei rifiuti); in ultima analisi poi il compost ottenuto, pur non essendo analizzato compiutamente, non può non essere considerato un valido ammendante {nel senso agronomico del termine) per il giardino o l'orto di casa.
Vale anche per il compostaggio domestico la necessità, dovendo ottimizzare il processo, di utilizzare validi attivatori del processo.

II compostaggio in ambito rurale
Nel mondo agricolo il compostaggio è sempre stato adottato, spesso in modo inconsapevole, con la finalità di riporre nei terreni parte della sostanza organica utilizzata per le coltivazioni; ne sono esempi portanti la maturazione del letame ed il sotterramento dei vegetali dopo la raccolta.
Nel caso di piccole aziende ancora oggi si osservano alcune attività che riconducono alla maturazione di sostanze in cumuli finalizzata alla stabilizzazione e alla umificazione della sostanza organica; è questa un'attività finalizzata all'eliminazione di un rifiuto piuttosto che all'ottenimento di compost.
In aziende di grandi dimensioni, dove le deiezioni e gli scarti in genere vengono ritenuti dei veri e propri rifiuti di cui disfarsi, è cresciuta recentemente la necessità di poter quanto meno ridurre le spese di gestione degli stessi, ciò anche a seguito della pubblicazione del D. Lgs. n° l52/99, modificato dal D. Lgs. n° 258/00.
Sia nelle piccole che nelle grandi aziende, il problema principale che oggi ci si pone è dunque eseguire il compostaggio per ottenere un duplice beneficio: eliminare un rifiuto e ridurre le spese per la concimazione dei terreni. Il compostaggio comunque può essere realizzato sia a livello industriale (raccolta e maturazione di letami e scarti vegetali di varia provenienza) che a livello di singola azienda, con ovvie differenze anche qualitative che però non sono riconducibili a metodi di lavorazione diversi, bensì a diverse miscele di partenza di substrato; in altre parole mentre in in impianto industriale, dati i quantitativi lavorati, va dosata ciascuna matrice, in un sistema più semplice è più conveniente miscelare tutti gli scarti in un unico impianto.

Tecnologie per il compostaggio
Qualsiasi processo produttivo, affinchè sia vantaggioso economicamente presuppone l'accelerazione e la standardizzazione dei processi biologici, al fine di favorire e controllare l'attività dei microrganismi responsabili della trasformazione del substrato attraverso i fattori che ne condizionano direttente lo sviluppo.
Tale controllo può essere portato avanti utilizzando modelli impiantistici che non necessariamente devono prevedere l'uso di macchine per ciascuna fase del compostaggio.
Va infatti ricordato che nonostante l'uso di sistemi tecnologicamente sofisticati, le macchine non possono sostituire l'attività dei microrganismi e degli enzimi, che sono i veri protagonisti delle reazioni biologiche; per lo stesso motivo le macchine più sofisticate non possono essere sfruttate nemmeno per la velocizzazione dei processi, poiche questi ultimi sono dipendenti dall'attività biochimica iniziale.
In generale un tipico impianto di compostaggio dovrebbe essere costituito da;
1. pretrattaento
2. trattamento biologico
3. trattamento fmale
1. serve a ridurre da un lato la putrescibilità dei materiali, dall'altro a prepararli (triturandoli e vagliandoli, se necessario) per la successiva fase; nel caso di r.s.u. tal quali sono necessarie operazioni di rimozione attraverso sistemi vaglianti. Erroneamente quello della putrescibilità e dell'emissione dei cattivi odori è l'aspetto meno curato in questa fase; ma ciò non può che pregiudicare il successo dell'intero processo: si instaurano dei meccanismi di competizione biologica che sono difficili da controllare anche negli impianti più sofisticati e, nello stesso tempo, si verifica un impoverimento di elementi utili {principalmente zolfo e azoto) che pregiudica la qualità finale del prodotto ottenuto.
2. il cumulo di matrici da compostare va considerato un vero e proprio reattore biologico; in questa fase, come si vedrà oltre, si realizza una più o meno veloce degradazione ossidativa ad opera di enzimi idrolitici ed una conseguente proliferazione batterica; a seconda del metodo scelto possono essere utilizzati rivoltatori ed areatori automatizzati oppure si può optare per una semplice movimentazione dei cumuli con pala meccanica, quest'ultima senz'altro meno dispendiosa del precedente metodo.
3. consistono in operazioni necessarie per il confezionamento del prodotto, che deve essere reso fruibile a chi lo deve utilizzare: sistemi di vagliatura più o meno fini consentono di ottenere in teoria un terriccio di qualità.

Questa breve descrizione va commentata con alcune considerazioni dedotte alla luce delle recenti esperienze da più parti avvenute.

Anzitutto non va trascurato il fatto che la standardizzazione del metodo del compostaggio va essenzialmente in due direzioni:
- la prima che predilige una serie di azioni relegate ad un sistema di lavorazione di tipo"chiuso", nel senso che dal momento del conferimento sino al confezionamento del prodotto finale tutte le problematiche legate allo smaltimento del percolato ed al contenimento in emissione di cattivi odor,i vengono generalmente affrontate rispettivamente con la depurazione o l'allontanamento e con l'assorbimento mediante biofiltri. E' questa evidentemente una tipologia di sistema che comporta elevate spese per la gestione complessiva dell'impianto e che nel contempo diventa antieconomica per la perdita di sostanza organica che, d'altronde, di solito non è possibile reimmettere nel ciclo per la complicatezza degli impianti.
- il secondo dei due metodi suddetti consiste nello sfruttare le capacità tamponanti di prodotti enzimatici che, se opportunamente immessi nel ciclo come pretrattanti, consentono di recuperare da un lato il refluo percolato per reimmissione nel ciclo produttivo, dall'altro, bloccando le fermentazioni putrefattive, impediscono l'emissione di sostanze utili per il compost finale e fastidiose invece per la popolazione circostante gli impianti; tale metodo non implica la presenza di strutture particolarmente complesse poiche tra le ridotte movimentazioni necessarie ed i trattamenti enzimatici in pratica, è possibile eseguire il compostaggio all'aria aperta, senza particolari precauzioni e, quindi, senza investimenti economici aggiuntivi.
Legislazione sul compostaggio: tipologie di compost e compost-simili
A fronte di una situazione deficitaria sotto diversi aspetti (tecnico-commerciale) la normativa italiana si presenta all'avanguardia in questo campo. Già nel dai primi anni '80 è stato disciplinato il trattamento dei rifiuti mediante il compostaggio; la Legge 748/84 e successive modificazioni ed aggiornamenti, infatti, ha previsto la possibilità di ottenere "ammendanti organici" ottenuti attraverso trattamenti biologici vari (fermentazione, trattameno enzimatico), partendo da matrici quali r.s.u., deiezioni zootecniche, scarti agroalimentari di vario tipo. Di recente (d.lgs 22/97 e successive modificazioni ed aggiornamenti e D. lgs 152/99 e D. Lgs.258/00) è stata poi rafforzata l'importanza della legge 748 circa anche l'utilizzo di matrici di partenza.
Elenchiamo alcuni esempi di fertizzanti tratti dalla Legge 748/84 e successive modificazioni; in questi casi non si può parlare ovviamente di compost giacchè si tratta chiaramente di prodotti ottenuti da una prima fase di degradazione, essi sono comunque inerenti l'argomento trattato perche consentono l'allargamento delle opportunità professionali di cui si parlava in premessa:
A. Ammendante organico naturale - Prodotto ottenuto mediante idrolisi catalitico-enzimatica delle acque di vegetazione delle olive.
B. Carniccio fluido in sospensione - Sospensione di residui della lavorazione della carne solubilizzati e parzialmente idrolizzati.
C. Epitelio animale idrolizzato - Residui idrolizzati di epitelio animale da concerie e macelli
D. Ammendante vegetale composto - Prodotto fermentato a base vegetale contenente sostanze di origine animale
E Gesso di defecazione - Prodotto ottenuto da idrolisi mediante enzimi e calce di materiali biologici
Ecco infine le tre categorie di compost definite dalla Commissione tecnico-consuntiva per i fertilizzanti; analogamente ai composti appena descritti:

  • Ammendante compostato verde (scarti di origine vegetale escluse alghe e piante marine)
  • Ammendante compostato misto (fraz. organica di RSU, scarti di origine animale, attività industriali, vegetali)
  • Ammendante torboso composto (1 e/o 2 + torba)

 

Fonte: http://www.divini.net/chimica/materiali/tecnologie/archivio/compostaggio.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

GUIDA UTILE AL COMPOSTAGGIO

COSA SERVE PER FARE COMPOSTAGGIO:

  • UN GIARDINO, UN ORTO: scegliere il luogo adatto, ombreggiato e senza ristagno di acqua
  • RIFIUTI ORGANICI UMIDI (AVANZI DI CUCINA) E SECCHI (RAMI, FOGLIE SECCHE...): materiali diversi e ben miscelati
  • OSSIGENO (occorre garantire l’areazione rivoltando e miscelando bene materiali umidi e secchi, perché i decompositori hanno bisogno di ossigeno)
  • ACQUA (occorre garantire la giusta umidità, drenando, ombreggiando, annaffiando, perché i decompositori lavorano in ambiente umido)
  • DECOMPOSITORI (batteri, funghi, muffe, lombrichi, centopiedi...)
  • PAZIENZA! (occorre seguire, controllare, osservare l’evoluzione del processo)

 

QUALI RIFIUTI:

La raccolta differenziata dei rifiuti organici deve essere fatta in modo correttissimo, perché se ci finiscono dentro i rifiuti sbagliati il compost può diventare velenoso. I rifiuti organici si trovano in cucina e in giardino.
Organici SI: gusci d’uovo frantumati, scarti giardino, bucce di frutta e verdura, fondi di caffè, avanzi di carne e pesce (attirano animali), resti di cibi cotti, escrementi di animali, lana e fibre sminuzzate, carta e cartone sminuzzato, fazzoletti di carta, ceneri di legna
Organici NO: grandi ossa, legno verniciato, mozziconi, materiali contaminati da prodotti chimici, mozziconi di sigaretta, olio esausto, farmaci scaduti, filtri di aspirapolvere, piante investanti o malate.
Cibi cotti, scarti e avanzi di pesci, carni, frutta, verdura, caffè, tè, gusci d’uovo frantumati, escrementi di piccoli animali, sfalci d’erba sono definiti materiale NUTRITIVO, hanno molto azoto (N), tanta acqua, sono umidi e si decompongono rapidamente
Foglie secche, ramaglie sminuzzate, paglia, corteccia, erba sono definiti materiale STRUTTURALE, ricchi di carbonio (C), sono secchi e sono più lenti nel processo di decomposizione. Si possono anche accumulare vicino alla compostiera.
Nella compostiera occorre introdurre:

DUE PARTI DI MATERIALE UMIDO + UNA PARTE DI MATERIALE SECCO

Tutto deve essere ben mescolato!

 

POSIZIONAMENTO DEL CONTENITORE:

  • area non in pieno sole (il materiale seccherebbe eccessivamente)
  • non eccessiva esposizione ai venti, posizione riparata
  • a diretto contatto col suolo (non sul cemento) per consentire l’ingresso di decompositori (lombrichi...)
  • copertura
  • luogo comodo
  • sicurezza per bambini

 

COSA ACCADE:

  • Si accumulano i rifiuti organici in un contenitore areato e coperto (compostiera, in legno, rete, plastica riciclata, lamiera, buco nel terreno...o cumulo)
  • Il cumulo viene subito aggredito dai microrganismi aerobici (lavorano in presenza di ossigeno) che iniziano a demolirlo (azione chimica), a farlo in parti sempre più piccole. Il processo è aerobico e quindi deve essere fornito ossigeno ai batteri (fori e rivoltamento).Questa fase sviluppa molta energia che si libera sottoforma di calore. La temperatura all’interno del cumulo sale fino a 50 gradi (in inverno) e 70 (in estate) e fuma.
  • Entrano in azione altri gruppi di decompositori, funghi e batteri per la distruzione delle componenti legnose (complesse); cala il bisogno di ossigeno, la temperatura si abbassa, il processo rallenta.
  • Arrivano anche piccoli animali, lombrichi, millepiedi che triturano, sminuzzano e mescolano (azione meccanica) tra loro le diverse sostanze e facilitano il lavoro di microrganismi. Quando la trasformazione è terminata spariscono.
  • E’ pronto l’humus, un terriccio bruno-nerastro, dal profumo di bosco.

 

VERIFICA DEL COMPOST:

  • Si controlla la temperatura a 30/40 cm di profondità. Nella prima fase (prima settimana) la temperatura raggiunge i 50 gradi: l’aumento della temperatura è indice di forte attività batterica in atto, l’energia prodotta dai processi biochimici di trasformazione si trasforma in calore; il processo non è quindi terminato. Le alte temperature distruggono agenti patogeni (50 gradi dà già sterilizzazione.
  • Si controlla l’odore. Se c’è puzza:
  • può esserci troppo materiale umido (aggiungo allora materiale secco: segatura, rametti, foglie secche)
  • può essere troppa acqua (allora rivolto per areare e asciugare, aggiungo materiale secco)
  • può esserci poco ossigeno (rivolto).
  • Per areare è utile il rivoltamento della massa già dopo i primi 15 giorni e poi dopo i secondi 15 per dare porosità e ossigenazione. Successivi rivoltamenti solo per il nuovo materiale aggiunto.
  • Importante controllare l’umidità. Il compost non deve seccare perché morirebbero i microrganismi (allora va innaffiato), né bagnarsi perché si creerebbe percolato da mancanza di ossigeno (allora si aggiunge materiale secco).

 

 

REGOLE SEMPLICI PER VERIFICARE LA GIUSTA MATURAZIONE:

  • PERCEZIONE VISIVA: SCURO, OMOGENEO, GRUMOSO, PARTI IRRICONOSCIBILI

 

  • PERCEZIONE OLFATTIVA: NO MALEODORANTE, ODORE DI “TERRICCIO DI BOSCO”
  • PERCEZIONE TATTILE: UTILE PER VERIFICARE L’UMIDITÀ ALLA PROVA DEL PUGNO NON DEVE GOCCIOLARE (TROPPO UMIDO), NÉ RIMANERE SECCA LA MANO (TROPPO SECCO)

 

 

I tempi sono legati alla presenza di ossigeno, di umidità.
Compost utile, fresco: 2-3 mesi
Compost maturo: 6-12 mesi
Negli impianti industriali i tempi sono più rapidi per l’ottimizzazione delle condizioni (50 giorni).

UTILIZZO DEL COMPOST:

Il compost non è un vero e proprio concime perché non contiene moltissime sostanze che nutrono le piante (sali minerali, azoto e fosforo). Contiene invece carbonio che funziona nel suolo come una calamita che trattiene l’acqua, i sali minerali, il fosforo e l’azoto, che altrimenti verrebbero immediatamente lavati via dal suolo ad opera della pioggia.
Il compost è un miglioratore del terreno, rendendolo anche più soffice e più adatto alla crescita delle piantine. In termine tecnico è un AMMENDANTE.
Il compost giovane (3 mesi) ha proprietà fertilizzanti ma è pericoloso a diretto contatto con le radici (va sparso solo in superficie). E’ ricchissimo di lombrichi

 

Fonte: http://www.comune.malgesso.va.it/docs/ambiente/compostaggio.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

Manuale pratico


sul compostaggio domestico.

 

Perché compostare i rifiuti organici ?
E' un peccato gettare nei cassonetti delle immondizie i rifiuti organici della cucina e dell'orto giardino! Si tratta di un materiale prezioso che invece di gravare inutilmente sul trasporto dei rifiuti e sulle discariche, dove diviene estremamente inquinante, può essere vantaggiosamente trasformato in humus e restituito al terreno.

La natura non produce rifiuti:
tutte le sostanze che le piante e gli animali producono nel corso del loro sviluppo vengono restituite al ciclo naturale e perennemente trasformate. Nel bosco possiamo osservare come le foglie cadute dagli alberi e gli altri residui vegetali si decompongano lentamente e tornino a diventare componenti del terreno. Si tratta di un processo biologico al quale partecipano moltissimi organismi viventi, indispensabile per mantenere fertile il terreno. Senza la continua restituzione dei resti organici il terreno si impoverisce velocemente.

Circa un terzo dei rifiuti prodotti da una persona è composto da rifiuti organici che possono perciò essere reintrodotti nei cicli della natura. Il compostaggio dei rifiuti organici della cucina e dell'orto è la soluzione più naturale per smaltire questi rifiuti e produrre al tempo stesso dell'ottimo humus da restituire alla terra. Il composto è infatti il più antico e naturale concime ed ammendante del terreno che si conosca. Mantiene fertile e sano il terreno e nutre le piante. Con la raccolta differenziata dei rifiuti organici e il loro compostaggio non produciamo solo un ottimo concime per le nostre piante ma abbiamo la possibilità di dare un contributo attivo alla salvaguardia dell'ambiente:
• concimando in modo ecologico senza ricorrere a concimi chimici
• producendo meno rifiuti
• consumando meno torba e contribuendo così a mantenere preziosi biotopi quali sono le torbiere.

Cosa si può compostare ?
In generale si possono compostare quasi tutti i resti di vegetali e animali, ovvero tutto ciò che un tempo è stato vivente e che i microrganismi possono "digerire". La selezione dei materiali inizia in cucina dove potete predisporre un secchio apposito per i rifiuti organici.

Ecco i rifiuti da compostare:
• avanzi di cucina, resti di frutta e ortaggi
• filtri di tè e fondi di caffè
• gusci d’uova triturati, pane raffermo o ammuffito
• Scarti del giardino e dell’orto
• legno di potatura, cortecce, sfalci dei prati, foglie secche
• fiori recisi, piante anche con pane di terra
• carta non patinata, cartone, a piccoli pezzi, fazzoletti di carta, carta da cucina, salviette
• segatura e trucioli provenienti da legno non trattato, paglia, resti di lana, penne, capelli

In piccole quantità si possono aggiungere anche:
• Piante resistenti alla degradazione, come foglie di magnolia, lauroceraso, aghi di conifere
• Bucce di agrumi, lettiere per i cani e gatti
• cenere di legna (max. 2-3 kg per metro cubo)
• escrementi di piccoli animali

 

E’ bene non aggiungere , anche se sono dei rifiuti organici, per evitare il proliferare di animali indesiderati:
• Avanzi di carne, pesce, salumi e formaggi


Non si devono invece aggiungere al composto.
• plastica, gomma, materiali sintetici, tessuti
• vetro e ceramica, metalli, lattine
• cartone plastificato, riviste, stampe a colori, carta patinata in genere
• fuliggine, cenere di carbone
• filtri e sacchetti dell'aspirapolvere
• ossa, vetro, pile scariche, farmaci
• scarti di legname trattato con prodotti chimici (solventi, vernici)
Le erbacce con i semi e i resti di piante malate vanno eventualmente poste al centro del cumulo dove semi e germi patogeni verranno inattivati dalle alte temperature, oppure compostati a parte. Anche le erbacce come la gramigna che si propagano per parti di rizomi non vanno messe nel composto.

E' bene tener presente che alcuni materiali come ad esempio l'erba sfalciata del prato rasato o le foglie secche si prestano ottimamente anche per la pacciamatura delle pianta ornamentali, degli arbusti ed alberi da frutto e l'erba seccata va bene anche per pacciamare gli ortaggi tra le file. I vantaggi della pacciamatura organica sono notevoli e il materiale organico distribuito in strato non troppo spesso si decompone comunque, apportando humus ed elementi nutritivi al terreno. Perciò in alternativa, l'erba sfalciata e le foglie secche, le potete utilizzare per la copertura del terreno.

Mescolare materiali diversi.
E' fondamentale garantire agli organismi viventi che prendono parte al processo di decomposizione una nutrizione equilibrata.

La regola d'oro pertanto è: quanto più vario e meglio miscelato è il materiale da compostare, tanto più equilibrata sarà la sua composizione e più facile il compostaggio.

A questo proposito bisogna tener presente che i materiali organici possono essere suddivisi in due gruppi:
• sostanze organiche secche e ricche di carboidrati (C = carbonio) come fogliame, paglia, residui di potature, carta, materiali legnosi (C/N = 40-100)
• sostanze organiche umide e ricche di proteine (N = azoto) come rifiuti della cucina, erba verde, letame, parti verdi di piante (C/N = 2-25).
Affinché gli organismi viventi possano trasformare facilmente i residui organici in buon humus il rapporto C/N deve essere compreso tra 20:1 e 30:1.

E' importante pertanto miscelare materiali con caratteristiche diverse (ad esempio materiali verdi e umidi con materiali secchi e legnosi) proprio per equilibrare il rapporto C/N. Se vi è troppo carbonio i batteri avranno in proporzione poco azoto, necessario alla loro riproduzione; i batteri rimarranno dunque pochi e il processo di compostaggio sarà estremamente lento. Se vi è troppo azoto, gran parte dell’azoto sarà reso inutile perché eccedente le necessità, verrà perso sprecando valore fertilizzante e provocando cattivi odori (odore di urina) in quanto l’azoto viene generalmente liberato in forma ammoniacale. Un modo semplice per garantire un buon equilibrio è quello di miscelare sempre gli scarti più umidi con quelli meno umidi Possibilmente dando la prevalenza agli scarti umidi La “miscelazione”si può ottenere in realtà più facilmente mediante la “stratificazione” alternata dei due gruppi (strati alti 2-5 cm); con il rivoltamento si garantirà successivamente una perfetta ed intima miscelazione dei diversi materiali.

Dove fare il composto.
Per il composto è bene scegliere un posticino parzialmente ombreggiato, ma esposto a sud, riparato dal vento e dall’insolazione diretta, possibilmente lontano dai confini con altri giardini.
Il compostaggio deve avvenire sopra terra (mai in una fossa) allestendo un cumulo o utilizzando un apposito contenitore. Per motivi estetici è consigliabile effettuare almeno la raccolta dei rifiuti organici in un cassone o nel cosiddetto “composter”.
I cassoni o composter possono essere con o senza coperchio, forniti fori di aerazione sono preferibili i modelli senza fondo. Possono essere costruiti in proprio con assi o paletti di legno, con rete metallica oppure acquistati già pronti.

Sminuzzare i materiali.
Sminuzzando il materiale da compostare si offre ai microrganismi una maggiore superficie di attacco e quindi se ne accelera la decomposizione. Lo sminuzzamento può essere fatto con una forbice da potare, con una vecchia trinciaforaggi oppure con un trituratore.

Coprire il composto.
Nei cumuli e cassoni aperti il compost deve sempre essere coperto e protetto con uno strato di materiale permeabile come erba sfalciata, paglia, vecchie stuoie o sacchi di juta.


Perché coprirlo ?
• l’irradiazione di calore viene limitata e si impedisce che il cumulo si inzuppi d’acqua
• le sostanze nutritive non vengono dilavate
• gli strati superficiali non si seccano.

Aiutare i microrganismi.
La decomposizione dei materiali organici è un processo vivente al quale prende parte un numero inimmaginabile di organismi viventi (batteri, funghi, lombrichi, insetti, etc.) i quali possono operare solo se posti nelle condizioni adatte. Affinché questi preziosi organismi possano svolgere il loro compito dobbiamo perciò garantire per loro:
• aria (ossigeno)
• acqua
• una nutrizione equilibrata (composizione del materiale)
• sufficiente sviluppo di calore.

E’ necessario evitare che nel composto venga a mancare l’ossigeno perché in tal caso la sostanza organica invece di trasformarsi in humus, marcisce, diffondendo cattivi odori.

Onde evitare ristagni, cumulo e cassone devono poggiare direttamente sul terreno, mai su un fondo impermeabile come cemento o asfalto. Sia il cumulo sia il cassone non devono essere troppo grandi (max. 1 m3) per evitare un eccessivo compattamento del materiale e una scarsa aerazione.
Il cumulo deve avere una forma stretta e allungata. Il materiale non deve essere troppo compresso e se molto sminuzzato è bene aggiungere qualche pezzo grossolano che favorisca l’aerazione, soprattutto sul fondo del cassone o del cumulo (ramaglia, torsoli di cavolo, ecc.).
E’ essenziale che il materiale da compostare mantenga un’umidità equilibrata. Senz’acqua non c’è vita. Il materiale non deve mai seccarsi e pertanto in estate va annaffiato.
Non deve nemmeno grondare di acqua, altrimenti viene a mancare l’ossigeno e il materiale marcisce. Se il materiale è troppo bagnato si aggiunge materiale secco. In autunno-inverno e nei periodi molto piovosi è consigliabile coprire il cumulo o il cassone con un materiale impermeabile che permetta comunque una adeguata aerazione. Ciò evita anche un eccessivo dilavamento degli elementi nutritivi.

Rimescolare il composto.
Ogni volta che lo strato di materiale fresco aggiunto raggiunge uno spessore di 10-15 cm. e tende a compattarsi è bene smuoverlo con la forca e aerarlo. Il rivoltamento completo (rimescolamento) del composto dopo circa 6-12 settimane è conveniente perché apporta ossigeno al materiale compattato ed accelera la maturazione.


Alcune regole d’oro del compostaggio.
sminuzzare bene i materiali, soprattutto quelli duri e legnosi
mescolare bene materiali diversi (rifiuti organici umidi e rifiuti organici secchi), cercando di dare la prevalenza ai rifiuti organici umidi
evitare che il materiale secchi completamente. Nei periodi siccitosi ricordarsi di annaffiare
Ricordarsi di aggiungere al cumulo dei rametti sminuzzati o triturati, così da garantire un’adeguata porosità e di conseguenza una giusta ossigenazione
• se il composto puzza di solito è perché è troppo bagnato e il processo di decomposizione non decorre correttamente. Oltre al materiale secco in tal caso aggiungere un po’ di cenere o farina di argilla per legare gli odori e l’acqua in eccesso
• qualora si disponga di grandi quantità di uno stesso materiale (fogli, erba), compostarlo separatamente, previa aggiunta di sostanze che ne equilibrino la composizione.

Quando è maturo il composto ?
Il tempo di maturazione del materiale cioè la trasformazione in buona terra, -odora di terriccio di bosco- varia a seconda della stagione e della varietà del materiale immesso. Si avrà una maturazione direttamente proporzionale alla temperatura esterna, quindi accelerata in estate e rallentata in inverno. Se si mette una mano, protetta da un guanto, all’interno del composter si scoprirà con stupore come sia vivo anche con temperature esterne sotto zero: caratteristico è il vapore emanato. A temperature inferiori significa che il processo di compostaggio è rallentato o addirittura fermo.
Se il compostaggio viene condotto correttamente il composto prodotto può essere utilizzato già dopo 4-6 mesi e solitamente è “maturo” dopo 8-12 mesi. Il valore nutritivo del composto cambia notevolmente in relazione al suo grado di maturazione.

Come si impiega.
Il composto semigrezzo (dopo 4-6 mesi) è un composto non completamente maturo che contiene una grande quantità di elementi nutritivi prontamente disponibili per le piante e apporta al suolo molti organismi viventi. Esso è indicato per concimare tutti gli alberi e gli arbusti da frutto e gli ortaggi con forti esigenze nutritive come cavoli, pomodori, porri, patate, sedano, mais, cetrioli, zucchini e zucche.
Il composto maturo (dopo circa 8-12 mesi) è un terriccio nero, soffice, con colore di terra di bosco, molto ricco di acidi umici, utile soprattutto per migliorare la struttura del terreno. Esso può essere utilizzato anche per la preparazione di terricci per le semine e per le piante in vaso, per la concimazione degli ortaggi meno esigenti e più sensibili come piselli, fagioli, carote, cipolle, insalate, infine per i fiori e le piante ornamentali del giardino e per il prato.
Prima dell’utilizzo in alcuni casi è meglio setacciarlo. Il contenuto in elementi nutritivi può variare molto a seconda dei materiali di partenza e di eventuali additivi.
E’ consigliabile distribuire circa 5-6 kg di composto per mq ogni anno, che corrisponde a circa 3 palate colme di composto per mq. Sia il composto semigrezzo che quello maturo non vanno mai interrati profondamente, ma solo superficialmente, nei primi 5 cm del suolo.

 

Mese per Mese cosa si deve sapere sul compostaggio degli scarti organici domestici.

Ottobre
Questo mese è ideale per iniziare a compostare.
Come prima cosa bisogna trovare un punto ottimale per posizionare la compostiera (orto, giardino, ecc...). Poi ci si deve procurare il materiale più opportuno per fare il fondo (ottima allo scopo una piccola potatura di siepe mescolata a foglie). A questo punto si può iniziare ad aggiungere, giorno dopo giorno, tutti gli scarti organici di cucina.

Novembre
Si può introdurre una parte di foglie secche recuperabili in abbondanza nel mese di ottobre. Con il forcone si può poi rimescolare, dando così inizio al processo di compostaggio dei materiali.

Dicembre
I conferimenti in questi mesi invernali sono quasi esclusivamente scarti di cucina pertanto aver messo da parte delle foglie nel mese d’ottobre si rivela una scelta importante e necessaria.

Gennaio
Il freddo fa sì che anche la temperatura interna della compostiera sia bassa, di conseguenza il processo di compostaggio è rallentato. Si possono aggiungere altre foglie e poi rimescolare.

Febbraio
Questo mese è di solito il più povero per quanto riguarda i conferimenti alla compostiera (non ci sono più foglie, la natura si deve ancora risvegliare). Il processo di compostaggio, rallentato dalla temperatura, fa sì che la compostiera in questo periodo sia molto piena. Occorre attendere la prima riduzione naturale del volume del materiale.

Marzo
La temperatura aumenta, compaiono i primi animaletti (lombrichi, millepiedi, acari, ecc.). Questo è il segnale che tutto il meccanismo si sta rimettendo in moto. Diventa così opportuno aerare il più possibile rimescolando con il forcone.

Aprile
Con l’aumento della temperatura si avvicina il periodo dell’anno in cui la compostiera richiede più attenzione, quindi si dovranno aumentare i rimescolamenti se si sentiranno cattivi odori o perdita di liquidi. È opportuno ridurre la frazione organica togliendo gli scarti appetibili per le mosche e altri animali indesiderati. Si cominciano a tagliare le prime erbe, ma è meglio aspettare che si disidratino un po’ prima di introdurle nella compostiera.

Maggio
Il processo di compostaggio è nel vivo. I materiali a disposizione in questo periodo dell’anno sono prevalentemente umidi, ma sta per arrivare la paglia...

Giugno
Toccasana per la compostiera è la paglia (fornita dall’essiccamento degli sfalci del proprio prato) che arriva a salvare una situazione critica. Necessario diventa recuperarne più che si può (almeno due sacchi come scorta) e abbondare nel conferire e rimescolare.

Luglio
In questi mesi estivi i materiali a disposizione sono per lo più scarti di giardino o di orto, diventa perciò importante rimescolare questi scarti freschi con quelli vecchi che ora si trovano sul fondo, il compost maturo è un ottimo attivatore.

Agosto
Arieggiare rimescolando con il forcone, e se si crede che ci siano cattivi odori si può utilizzare la “bentonite” (acquistabile presso i consorzi agrari) usata in agricoltura e nelle cantine vinicole: servirà per assorbire odori indesiderati.

Settembre
La compostiera è piena e questo diventa un problema perché la massa tende a compattarsi, il compost rischia di rimanere senza aria importantissima per il processo di compostaggio. Si può aggiungere “urea” (acquistabile presso i consorzi agrari) rimescolando per dare aria. Sarebbe opportuno smettere di introdurre materiale. Ora spetta ai microrganismi decompositori (batteri, funghi) fare la loro parte.

Ottobre
Si può far partire una nuova compostiera di piccole dimensioni che servirà per conferirvi il materiale organico a disposizione fino a febbraio, mese in cui si svuoterà la compostiera più grande (ricavandone il compost) e si potrà tornare a lavorare con quella.

 

Fonte: http://www.unionebassobiferno.cb.it/ev/images/Linee%20guida%20compostaggio%20domestico.doc

 Sito web: http://www.unionebassobiferno.cb.it/

autore: COMUNE DI BRIAGLIA

 

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