Circo Massimo e Colosseo

 

 

 

Circo Massimo e Colosseo

 

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Storia degli edifici per gli spettacoli

 

La costruzione di edifici da spettacolo di carattere fisso trovò sempre a Roma un'opposizione accanita. Anche se moltissime città in Italia avevano già da vari decenni un teatro in muratura, Roma dovette aspettare Pompeo che la dotò di un teatro stabile e non più provvisorio come i precedenti di età repubblicana. Per la costruzione del primo anfiteatro si dovrà aspettare il principato di Augusto (anfiteatro di Statilio Tauro, nel Campo Marzio). Questo fu distrutto dall'incendio del 64 d.C. e Nerone ne costruì uno in legno. Furono i Flavi a dotare Roma di un grande edificio per gli spettacoli dei gladiatori, degno della Capitale. L'edificio, l'Anfiteatro Flavio, sarebbe passato alla storia come Colosseo.

 

Circo Massimo

Il Circo Massimo completa il nucleo "pubblico" della città: dal centro religioso a quello politico, dal centro economico a quello dei divertimenti pubblici. È situato nella valle Mucia tra il Palatino e l'Aventino. Secondo la tradizione, fu fatto costruire dai Tarquini, e probabilmente risale addirittura all'epoca monarchica. In età augustea il circo Massimo era lungo oltre 600 m e largo 100, con una spina centrale di 340 m. Era circondato da portici e botteghe, e secondo alcune fonti avrebbe potuto accogliere circa 150.000 spettatori. Dopo il famoso incendio del 64 a.C., Nerone ricostruì e ampliò il Circo Massimo. Questi lavori vennero ripresi e completati da Traiano, ma sullo stesso Circo intervennero molti altri imperatori (Antonino Pio, Caracalla, Costantino...) perché l'antico Circo Massimo, come il più recente Anfiteatro Flavio, è uno dei cardini della politica popolare degli imperatori.



Il Circo Massimo ieri...


...e oggi (sulla sinistra le rovine del Palatino)

 

Il circo

Il popolo romano che manifestò il suo spirito bellicoso anche nei divertimenti, ebbe, oltre al grande teatro tragico o comico di derivazione greca, lo spettacolo inteso in senso più avido e realistico.
Scene di guerra, talvolta anche navale (naumachie), giochi di gladiatori, combattimenti con tori e fiere, corse di carri, servirono a divertire i Romani, specie nel periodo della decadenza.
Sin dal periodo regio, e forse dall'epoca dei Tarquini, si ha il ricordo di un circo per le corse dei carri. Queste costruzioni non avevano imponenza architettonica, perché costituite semplicemente da una gradinata poco elevata dal suolo e da un'arena per lo spettacolo piuttosto oblunga il cui piano rettangolare era suddiviso da un muro basso e lungo, chiamato spina, talvolta decorato da obelischi.
Fra i circhi antichi, il più celebre è il Circo Massimo. Sulla via Appia, nei pressi della Tomba di Cecilia Metella, sorgeva il Circo di Massenzio, sulla cui spina vi era un obelisco di imitazione egiziana. Circhi romani sussistono in Italia e fuori: a Pozzuoli, ad Aquileia, ad Oranges, ad Arles, a Cartagine. L'ultimo circo romano di grandiose proporzioni fu eretto in Costantinopoli, dove costituisce oggi, con i suoi restanti obelischi, una delle piazze cittadine.

 

Colosseo

Il Colosseo, il cui nome originale era Anfiteatro Flavio, fu costruito durante l'impero dei Flavi, appunto, ed è il più grande e meglio conservato anfiteatro d'Italia. La sua costruzione ebbe inizio nei primi anni dell'impero di Vespasiano, nella valle compresa tra Palatino, Esquilino, Velia e Celio, che in precedenza aveva costituito il centro della "Domus Aurea", la mastodontica reggia di Nerone, dove c'era un lago artificiale. Il Colosseo, non ancora terminato, fu dedicato da Vespasiano poco prima della sua morte (avvenuta nel 79 d.C.). Toccò a Tito portare a termine i lavori, e procedere ad una seconda e grandiosa cerimonia dedicatoria nell'80, durata ben cento giorni e in onore della quale furono uccise ben 5000 fiere.
Tuttavia, l'opera fu rifinita in tutti i suoi particolari solo da Domiziano. È probabile che sotto questo imperatore furono creati i sotterranei in muratura dell'arena, altrimenti non si potrebbe comprendere la notizia di "naumachie" (battaglie navali) date sotto Vespasiano e Domiziano nell'anfiteatro. Da allora in poi non si parlò più di tali spettacoli ma bensì di giochi gladiatori ("munera") e cacce di animali selvatici ("venationes"). Il Colosseo come sistema complesso era molto simile ad uno stadio attuale: le arcate a pianterreno, 80 in tutto, tramite dei passaggi chiamati "vomitoria" perché permettevano una veloce evacuazione, davano accesso alle gradinate della cavea. Sopra ognuno degli archi superstiti è ancora indicato il numero progressivo che corrispondeva al numero di biglietto (tessera di cui ogni spettatore era munito. I quattro ingressi posti in corrispondenza degli assi principali non avevano numero. L'unico di essi intatto è quello settentrionale che mostra tracce evidenti di un portichetto che lo caratterizzava particolarmente. Al suo interno sono evidenti resti di stucchi figurati: questo era, infatti, l'ingresso che portava alla tribuna imperiale, collocata al centro del lato nord. Gli altri tre ingressi assiali dovevano avere la stessa funzioni per categorie privilegiate: i magistrati, le vestali, gli ospiti d'onore, i collegi religiosi...




Ricostruzione del Colosseo nel plastico del Museo della Civiltà Romana.
Attualmente, a guardarlo semicrollato e spoglio, il Colosseo può dare un'impressione di tristezza, ma è un'idea sbagliata dell'aspetto originario. A questo contribuisce la mancanza del piano dell'arena che copre i sotterranei di servizio, assai "squallidi" a vedersi. Ma bisogna immaginare questo posto animato e pieno di gente, anche molto bello e ben decorato, dato che in quasi tutti gli archi vi erano statue, che quasi tutto era "foderato" di marmo, proprio come uno stadio. Il lato che guarda verso il Palatino sono crollati due piani nel terremoto dell'851, e i contrafforti in muratura furono costruiti sotto Pio VII nei primi anni dell'800. Tutto ciò non può migliorarne la bellezza. Ciò nonostante, ha sempre un fascino straordinario. I sotterranei, probabilmente costruiti da Domiziano, avevano la funzione di ospitare tutti quei servizi (gabbie per gli animali, depositi di armi...) che erano indispensabili per il normale svolgimento dei giochi. Nel muro perimetrale si aprono 30 profonde nicchie forze utilizzati per piccoli montacarichi a contrappeso, destinati ad innalzare belve e gladiatori fino al livello dell'arena. La cavea era divisa in cinque settori sovrapposti, detti "maeniana": dopo un gruppo di pochi gradini immediatamente successivi alla recinzione, seguivano tre "maeniana", ed un quarto in legno, era collocato alla sommità dell'anfiteatro, al di sotto di un colonnato ("maenianum summum in ligneis"). Anche allora, come adesso, esistevano varie categorie di posti, con la differenza fondamentale che, l'accesso ai diversi settori non dipendeva dalla somma pagata, dato che l'ingresso era gratuito, ma dalla classe sociale di appartenenza. Ogni categoria poteva accedere solo ai posti riservati ad essa: i posti più vicini all'arena erano riservati alla classe senatoria, i quattordici gradini successivi ai cavalieri, e poi alle altre classi via via più povere. Il posti del maenianum summum, che era considerato il peggiore, era riservato alle donne, secondo un usanza lanciata da Augusto, che per ragioni morali aveva considerato opportuno porre termine alla promiscuità nei luoghi degli spettacoli.




Il Colosseo oggi
I gradini superstiti sono un importante documento in quanto tengono ancora incise le iscrizioni che precisano la destinazione dei posti. Ce ne sono alcuni "equitatibus romanis" (per i cavalieri romani), altri "paedagogis puerorum" (per i maestri elementari), altri "clientibus" (per i "clientes", ossia i plebei che si erano messi sotto la protezione di un patrizio). Come si può notare non sono posti individuali ma destinati ad intere categorie di persone. L'unica eccezione è costituita proprio dalle prime file della cavea, riservate all'ordine senatorio, che erano costruite interamente in marmo. Su queste c'erano incisi i nomi delle singole persone sostituiti più volte, e vi sono segni di cancellature e rifacimenti. Dal momento che ogni senatore, distinto nelle categorie ascendenti dei "clarissimi", degli "spectabiles" e degli "illustres", aveva diritto ad un suo posto personale, è ovvio che alla sua morte o al passaggio in una categoria superiore, il posto veniva affidato a qualcun altro e il nome veniva sostituito.
Per ordine di Nerone, Plinio il Vecchio affidò ad uno scultore di origine Greca, Zenodoros, l'incarico di costruire una statua bronzea colossale di Nerone stesso, nelle sembianze del dio Sole. La statua, che evidentemente prendeva ispirazione dal "Colosso di Rodi", era però più grande di quest'ultimo, e divenne la statua più grande mai eseguita. In origine, la statua fu collocata al centro della "Domus Aurea". Sotto Adriano fu trasportata nel luogo che poi occupò definitivamente, vicino all'anfiteatro. È proprio da questa statua (un colosso, così veniva chiamato, che con la base doveva raggiungere quasi l'altezza dell'anfiteatro) che l'anfiteatro Flavio acquisì nell'VIII sec. il nome di Colosseo, in quanto vicino al Colosso di Nerone.




L'interno del Colosseo con i sotterranei
Fonte: http://ipertestiscuola.altervista.org/storia/colosseocircoma.zip

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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