Architettura del novecento

 

 

 

Architettura del novecento

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

ARCHITETTURA DEL NOVECENTO

 
Così come nelle arti figurative le nuove tendenze stilistiche del Novecento si svilupparono a partire dal rifiuto dei canoni del passato, anche nell'architettura si affermarono forti spinte rivoluzionarie, che elaborarono nette alternative agli stili e alle tecniche invalse. L'architettura del Novecento si caratterizzò attraverso la predilezione per forme geometriche elementari, l'assenza di riferimenti agli ordini architettonici classici e di elementi del vocabolario base dell'architettura greca e romana, quali archi e volte. Le nuove correnti progettuali furono inoltre fortemente debitrici delle possibilità tecniche offerte dall'impiego di materiali nuovi, come calcestruzzo, ferro, acciaio e vetro, che consentirono di superare i limiti strutturali tipici degli edifici costruiti in pietra, legno e muratura.
Anticipata dall'opera di alcuni architetti della seconda metà del XIX secolo, l'architettura novecentesca fu inaugurata sostanzialmente da Frank Lloyd Wright, negli Stati Uniti, e si definì in Europa negli anni che precedettero e seguirono immediatamente la prima guerra mondiale. Il Movimento Moderno, di cui Wright fu pioniere, ebbe pieno riconoscimento con la Mostra internazionale di architettura moderna tenutasi al Museum of Modern Art di New York nel 1932. L'austero purismo stilistico di questa corrente conobbe lunga fortuna, e solo negli anni Ottanta si poté dire ormai decisamente superato dalle molteplici interpretazioni e varianti originali.
1.     Le premesse  Con la rivoluzione industriale i fondamenti tradizionali della progettazione architettonica e del design subirono radicali cambiamenti, dovuti sia alle nuove possibilità tecniche e tecnologiche, sia ai mutamenti sociali in atto.
2.     Arts and Crafts  Ultimo tentativo di opporsi al nuovo corso degli eventi fu in Inghilterra il movimento Arts and Crafts: il suo fondatore William Morris e lo scrittore John Ruskin espressero il loro rifiuto della produzione industriale, sostenendo che gli oggetti prodotti dalle macchine erano privi di significato culturale. Ispirandosi al passato medievale, affermarono quindi l'importanza dell'abilità manuale e propugnarono la progettazione di manufatti di uso quotidiano, di arredi e di ambienti domestici da realizzarsi artigianalmente.
3.     Ferro, vetro, acciao  Segnò un momento significativo nello sviluppo dell'architettura novecentesca la costruzione del Crystal Palace di Sir Joseph Paxton, vasto spazio espositivo all'interno dell'Esposizione Universale di Londra del 1851. Composto interamente di unità prefabbricate di ferro e vetro, il palazzo non mirava a colpire per la sua bellezza quanto per la sua funzionalità, in linea con una delle idee guida dell'architettura del XX secolo, secondo la quale la bellezza degli edifici risiede nella loro stessa struttura, nei materiali impiegati e nel loro assemblaggio, che deve essere quanto più possibile visibile.
Ferro, vetro e acciaio consentivano la realizzazione di edifici prima inimmaginabili. Due strutture erette per l'Esposizione Universale di Parigi del 1889 lo dimostrarono in modo evidente: la Galerie des Machines, lunga ben 117 m; e la Torre Eiffel, progettata e innalzata fino a 305 m dal suolo da Alexandre-Gustave Eiffel.
4.     Il grattacielo  La tecnologia influenzò in breve tempo la progettazione di edifici di tutti i tipi e per tutte le destinazioni: intelaiature d'acciaio su cui poggiare pavimenti e pareti resero possibile la costruzione di grattacieli, accessibili senza difficoltà grazie ai moderni ascensori. La tipologia del grattacielo per uffici si era già affermata a Chicago nell’ultimo decennio dell’Ottocento; tra gli architetti che maggiormente si dedicarono a questa specifica branca dell’edilizia vi furono Louis Sullivan e gli altri esponenti della scuola di Chicago.


            5.     Art Nouveau  
Lo stile noto come Art Nouveau (il nome deriva dalla Maison de l'Art Nouveau, un negozio parigino) si sviluppò intorno al 1890 in numerosi paesi a partire dall’area britannica e franco-belga, assumendo caratteristiche proprie in Germania (dove si chiamò Jugendstil) e in Austria (dove fu detto Secessionstil). Negli Stati Uniti, l'esponente più famoso del movimento fu Louis Comfort Tiffany, noto soprattutto per la ricchezza ornamentale dei suoi oggetti in vetro e in metallo. Lo stile Art Nouveau è caratterizzato dalla cura nella scelta dei materiali e dalla raffinatezza della decorazione, generalmente ispirata alle sinuose forme vegetali. Noti esempi di Art Nouveau sono gli ingressi delle stazioni della metropolitana parigina, disegnati da Hector Guimard intorno al 1900. Grandiosi monumenti in questo stile furono realizzati da Antoni Gaudí e Charles Rennie Mackintosh. Il primo, attivo soprattutto a Barcellona, progettò fantasiosi edifici in cui l'angolo retto è pressoché assente; la sua opera più ambiziosa è la chiesa della Sagrada Familia (iniziata nel 1883), tuttora in costruzione. Lo scozzese Mackintosh firmò il progetto della Glasgow School of Art (1897-1899; l'ala della biblioteca risale agli anni tra il 1907 e il 1909), caratterizzata all'opposto da una modularità cubica e da una notevole enfasi posta sugli elementi verticali; insieme alla moglie, Margaret MacDonald Mackintosh, disegnò inoltre per i suoi edifici gli interni e i mobili.
6.     De Stijl  Il movimento interdisciplinare De Stijl (Lo stile) si sviluppò nei Paesi Bassi alla fine degli anni Dieci. Principali esponenti ne furono l'architetto Jacobus Johannes Oud, l'architetto e pittore Theo van Doesburg e l'architetto e designer Gerrit Rietveld, autore quest’ultimo del progetto della casa Schröder (1924) a Utrecht, che riassume gli obiettivi del movimento: creare sorprendenti effetti volumetrici intervenendo sugli angoli e sulle superfici, dipinte di bianco o con colori primari; eliminare i dettagli superflui ed evitare simmetria e ripetizione. Il rigore geometrico dello stile di questa corrente olandese divenne un ingrediente fondamentale del Movimento Moderno.
7.     Sullivan e Wright  Nell'ambito delle sperimentazioni di inizio secolo, assunsero un ruolo di rilievo due architetti americani: Louis Sullivan e Frank Lloyd Wright. Louis Sullivan contribuì in modo significativo allo sviluppo della progettazione di grattacieli ed elaborò un tipo particolare di decorazione a motivi vegetali e floreali in terracotta, che lo ricollega all'Art Nouveau. Il grande magazzino Carson, Pirie & Scott, eretto su suo progetto a Chicago dal 1899 al 1904, esibisce la campata strutturale rettangolare che avrebbe dominato tutta l'architettura novecentesca. Ai piani inferiori di questo edificio è possibile ammirare alcuni dei pannelli decorativi più famosi realizzati da Sullivan.
Frank Lloyd Wright si formò nello studio di Sullivan, al quale riconobbe sempre di essere debitore; già dal 1900 cominciò tuttavia a progettare in proprio. Tra le sue prime opere, la Robie House (1909), a Chicago, è senza dubbio una delle più celebri. Questa tipologia abitativa, alla quale fu dato il nome di Prairie Style (in inglese, stile della prateria), non conobbe subito grande successo negli Stati Uniti, ebbe un'innegabile influenza sul movimento De Stijl. Wright dotò la Robie House di massicci portici in muratura e di un grande camino-focolare centrale; concepì lo spazio tutt'intorno come un continuum, in cui le varie zone sono collegate da tetti che si allungano a sbalzo. Riconosciuto come una delle maggiori personalità creative americane, Wright ebbe una lunga attività professionale. Intorno a lui si raccolse un folto gruppo di studenti e assistenti, tra i quali si distinsero le due comunità di Taliesin East, vicino a Madison, nel Wisconsin, e di Taliesin West, presso Phoenix, in Arizona. Tra le realizzazioni più famose di Wright, ricordiamo la Fallingwater House (1936-37), a Bear Run, in Pennsylvania, e il Solomon R. Guggenheim Museum, a New York (1946-1959).


8.     Bauhaus  In Germania e in Austria ebbero larga eco le innovazioni di Otto Wagner, che enfatizzò la priorità della funzione dell'edificio sull'aspetto estetico, e valorizzò i materiali e le strutture a vista; e l’opera di Adolf Loos, che propose forme geometriche non appesantite da elementi decorativi. Questi e altri sforzi per trovare un nuovo linguaggio consono all'era industriale confluirono in un'unica direzione, dopo che l'architetto tedesco Walter Gropius venne nominato direttore della Scuola d'arte di Weimar, negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Insieme ad Adolph Meyer, suo primo collaboratore, Gropius si era già distinto nella progettazione di moduli di edifici industriali. La Scuola di Weimar, conosciuta anche con il nome di Bauhaus, si trasferì nel 1925 a Dessau; i nuovi edifici destinati alla scuola divennero il modello di uno stile architettonico ben identificabile, che si consolidò l'anno successivo all'esposizione Weissenhof Siedlung ("Sviluppo dell'edilizia abitativa"), allestita nei pressi di Stoccarda da Ludwig Mies van der Rohe.
Nelle sue prime espressioni l'architettura del Bauhaus fu improntata a un programma di tipo sociale, che risentiva dei traumi e delle miserie lasciate dalla prima guerra mondiale. Nell'arco del breve periodo della Repubblica di Weimar (1919-1933), in molte città tedesche e austriache i regimi socialisti affrontarono il problema della realizzazione di alloggi popolari. Gli architetti progressisti si legarono a questi indirizzi politici (come testimoniano i Siedlungen (unità abitative) di Vienna, Berlino e Francoforte), convinti che la loro competenza professionale dovesse essere al servizio di tutti gli strati della popolazione urbana e non semplicemente delle classi alte.
Questi architetti si avvalsero quindi delle tecniche e delle tipologie industriali proponendo, ad esempio, le finestre usate nelle fabbriche e rifiutando materiali costosi. Le strutture in acciaio consentirono la realizzazione di pareti molto sottili e relativamente leggere, che potevano non coincidere con le colonne e le travi portanti. Ogni riferimento agli elementi dell'architettura tradizionale fu eliminato: i tetti divennero piatti (perché si considerava che le linee diagonali dei tetti spioventi corrompessero la purezza geometrica della costruzione), la simmetria motivata solo dal gusto estetico venne dichiarata superflua.
Architetti, pittori, designer e artigiani del Bauhaus elaborarono un importante corpus teorico sulle arti nella società industriale. Una voce discordante dalle altre fu quella di Mies van der Rohe, che nelle proprie opere fece chiare concessioni a ideali formali staccati da motivazioni sociali e puramente funzionali: ricordiamo il Padiglione della Germania allestito per l'Esposizione internazionale di Barcellona del 1929 e la casa Tugendhat (1930) a Brno, nella Repubblica Ceca.
Nel 1933, il regime nazista dichiarò illegale la scuola del Bauhaus, che venne chiusa e sciolta formalmente: Gropius e Mies emigrarono negli Stati Uniti. Gropius insegnò architettura all'Università di Harvard dal 1937 al 1952, diffondendo negli Stati Uniti le tecniche e il design della Bauhaus. Il suo allievo più dotato, Marcel Breuer, progettò edifici che ottennero successo: pur essenziali e funzionali, risultavano infatti anche molto gradevoli dal punto di vista estetico (Whitney Museum of Modern Art, 1966, New York).
Mies van der Rohe fu direttore del dipartimento di architettura dell'Istituto di tecnologia dell'Illinois, a Chicago, dove si dedicò a ricerche sulla tipologia del grattacielo. Le sue proposte circa la struttura d'acciaio e il suo rivestimento si concretizzarono a Chicago nel palazzo all'860 di Lake Shore Drive (1951) e a New York nel Seagram Building (1958), eseguito in collaborazione con Philip Johnson.
9.     Le Corbusier  Le prime realizzazioni del Movimento Moderno erano passate più o meno inosservate in Francia, in Inghilterra e anche negli Stati Uniti, dove negli anni Venti e Trenta dominava l'Art Déco: ne erano espressione molti edifici pubblici e numerosi grattacieli, come il Chrysler Building (1930) e l'Empire State Building (1931) a New York. Un'eccezione in questo panorama era costituita dall'opera dell'architetto svizzero Charles-Edouard Jeanneret, detto Le Corbusier, attivo a Parigi.
I primi edifici realizzati da Le Corbusier, come Ville Savoye (1929-1931) a Poissy-sur-Seine, in Francia, mostrano chiaramente la tipologia che egli preferì in questa prima fase della sua produzione: l'edificio era innalzato su esili pilotis (pilastri), lo spazio interno era liberamente suddiviso senza alcun riferimento alle ripartizioni tradizionali, i rivestimenti esterni erano inediti, le finestre erano perlopiù a nastro, capaci di inondare di luce i soffitti e le pareti, il tetto ospitava un giardino pensile. Le Corbusier concepì inoltre progetti urbanistici radicalmente innovativi: i quartieri poveri avrebbero dovuto essere sostituiti da grandi grattacieli immersi nel verde, raggiunti da strade veloci. Una simile immagine affascina tuttora molti ammiratori di Le Corbusier, nonostante le invalicabili difficoltà che pone la sua realizzazione.
Dopo la seconda guerra mondiale, lo stile maturo di Le Corbusier trovò espressione nell'Unité d’habitation di Marsiglia (1946-1952), una serie di alloggi con servizi condivisi. Facendo sapiente uso del cemento armato, Le Corbusier propose una concezione unitaria dell'edificio, che non doveva più essere composto di una struttura portante invisibile e di elementi di raccordo leggeri, bensì doveva apparire come un grande oggetto scolpito.
10. Il cemento armato  Nonostante le previsioni dei designer, la diffusione del cemento armato fu piuttosto lenta a causa dei complessi procedimenti di preparazione. Tra gli architetti che propugnarono un suo largo impiego ricordiamo il francese Tony Garnier, che nel 1904 presentò il progetto (poi pubblicato nel volume Una città industriale, 1917) di un'intera città che avrebbe dovuto prendere il posto di Lione. Nel 1902 Auguste Perret progettò una serie di edifici in calcestruzzo a vista da realizzarsi a Parigi; dopo la seconda guerra mondiale, Perret partecipò alla ricostruzione di Le Havre.
In linea con le idee di Le Corbusier circa l'espressività semplice ed efficace del calcestruzzo, alcuni architetti si fecero promotori, specialmente in Inghilterra, di uno stile chiamato brutalismo, dal francese béton brut (calcestruzzo a vista). Nel corso degli anni Cinquanta, Le Corbusier e alcuni suoi collaboratori progettarono i tre grandi edifici governativi di Chandigarh, la nuova capitale del Punjab: innalzate su una vasta piazza, queste costruzioni sono tra le più rappresentative del XX secolo. Due edifici religiosi coronano la straordinaria carriera di Le Corbusier: la cappella di Notre-Dame du Haut (1950-1955), a Ronchamp e il monastero domenicano di La Tourette (1957-1960).

Fonte: http://www.belzoniboaga.it/materiali/Lezioni/Lezioni%20di%20architettura%2002.doc

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 


 

 

Architettura del novecento

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Architettura del novecento

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Architettura del novecento