Le Corbusier

 

 

 

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Le Corbusier

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Vita

Le Corbusier è il nome d’arte di Charles-Edouard Janneret che nacque a Chaux-de-Fonds in Svizzera nel 1887, nonostante questo la sua vera patria è considerata la Francia dove morì nel 1965.
In gioventù viaggiò in numerosi paesi d'Europa, soggiornando soprattutto a Vienna, dove viene in contatto con gli ambienti della Secessione viennese, e a Berlino dove viene in contatto con il movimento della Bauhaus. Visitò anche le principali città italiane consentendogli di acquisire un bagaglio culturale che affonda nel passato e sottolineando la sua passione per l’architettura nonostante non abbia mai seguito studi nell’ambito. Nel 1917 Le Corbusier si stabilisce a Parigi dove fonda, nel 1920, la rivista L'esprit nouveau che dirige per cinque anni. Dal 1922 apre uno studio di archittettura e appunto alla progettazione si dedicherà con costanza, passione e ineguagliabile fantasia fino alla morte in Costa Azzurra a Cap-Martin nel 1965.
Nella sua architettura Le Corbusier si pone come problema fondamentale da un lato di organizzare lo spazio urbano, in modo che la città possa accogliere agevolmente le grandi masse di lavoratori di ogni livello sociale, dall'altro lato di costruire edifici capaci di rispondere alle esigenze di vita collettiva ed individuale.
Mentre il razionalismo rinascimentale imponeva planimetrie geometriche, il razionalismo lecorbusieriano è funzionale, e parte dalle esigenze degli abitanti, risalendo poi alla forma generale.
Progettò un'ipotetica città di 3 milioni di abitanti: immaginando grattacieli a pianta cruciforme, allontanati dalle strade, immersi nel parco, sollevati da terra mediante piloni, in modo che i giardini, oltre che sulla copertura degli edifici, si trovino anche sotto di essi. le vie, differenziate a seconda del tipo di traffico, da quello veloce a quello lento e capillare, e su livelli diversi.
Progettò anche un'ipotetica Parigi, Rio de Janeiro, Montevideo, San Paolo del Brasile e Algeri. In questi progetti sono previsti non più singoli grattacieli, ma enormi edifici che attraversano la città come grandi viadotti rettilinei, a croce o curveggianti; così da permettere a tutti gli abitanti la rapidità delle comunicazioni, da dar loro un vasto panorama e un'ampia illuminazione.

 

Villa Savoye

Situata in campagna su una collina , l' edificio si colloca al centro dell'ambiente naturale senza modificarlo : un parallelepipedo a base quadrata , sollevato su piloni, con prospetti uguali organizzati in funzione del panorama e dell' orientamento del sole. Criterio adottato anche per la distribuzione interna delle stanze. La rampa e il tetto-giardino controllano lo spazio facendo percepire i percorsi come una passeggiata architettonica. Il tutto esprime la propria indipendenza.

 

 

 

Chandigarh

Situata a 270 km da Delhi, fu il primo ministro dell’Unione Indiana che nel 1951 pensò che se la capitale non c’era poteva essere costruita e così da Parigi Le Corbusier. La città è detta anche “La Città d’argento” ed è stato progettato per 150 mila abitanti. Tutto si basa come un organismo funzionale, divisa in circa cinquanta settori (grandi circa 1200 m X 800) parzialmente autosufficienti  e suddivisi in zone corrispondenti alle classi sociali secondo la tradizione indiana. All’interno di questa griglia urbanistica si pongono zone verdi e  un sistema di viabilità che garantiscono il fluire della circolazione, divise nel sistema delle sette vie. Si dice che Le Corbusier sia stato ispirato dal modello degli Chaps.Elysees, l’acropoli di Atene e il Campidoglio di Roma per disegnare la struttura di Chandigarh. I settori residenziali sono tutti uguali usando la stessa tecnica edilizia usata per Villa Savoye.


Casa Malaparte di Adalberto Libera

 

Casa Malaparte è una sopraelevazione del luogo: l'enorme gradinata strombata e il solarium concludono, sul ciglio di Punta Masullo, la lunga serpentina del sentiero a mezzacosta e la stretta e ripida scalinata terminale.
La residenza si sviluppa "al di sotto" e indipendentemente, colmando il vuoto tra il piano artificiale e la linea naturale della costa rocciosa.
Villa Malaparte nacque tanto dall'incontro e dalla relazione fra due uomini particolari, l'Architetto Adalberto LIBERA e lo Scrittore Curzio MALAPARTE, quanto dall'incontro e dalla relazione fra Natura e Architettura in un luogo inospitale ed estremo ma bellissimo.
Nella Villa Malaparte a Capri Adalberto Libera ripulisce l'Architettura da tutte le decorazioni dando solo una semplice sopraelevazione del suolo, esaltando e  sottolineandolo il carattere del luogo. La terrazza è priva di balaustre, le canne fumarie sono troncate a filo del tetto e le finestre sono scavate nelle murature. La casa è distribuita con uno schema a T su più livelli.Nella parte semi interrata ci sono la cantina, i locali di servizio e le cucine. Al piano terra, un ostello per gli ospiti, alcuni locali di servizio ed una originale piccola stanza, detta "della montagna" per via dell'alta rupe che si vede attraverso la finestra, rivestita in legno con una bellissima stufa in ceramica. Al piano superiore il vasto soggiorno con quattro grandi finestre che da sole basterebbero ad arredare tutto lo spazio; quattro quadri sui faraglioni, Capri, il mare. Il camino, semplice, grande, centrale, possiede al suo interno un'altra finestra esposta ad ovest; d'inverno il sole al tramonto illumina il fuoco ed il fumo giocando con essi. La porta in fondo al soggiorno porta alle due camere da letto padronali; quella personale e quella detta "la favorita", tutte e due con bagni rivestiti da marmi a macchia aperta.-In fondo a tutto, testa dell'edificio, c’è lo studio di Curzio Malaparte.La casa è interamente costruita in muratura, scelta operata dall'Artista in previsione dell'aspetto che assumerà il rudere nel trascorrere del tempo. Interamente intonacata è dipinta di un colore rosso sangue, distinguibile dal grigio delle roccie e dal verde dei pini marini.

 

Fonte: http://mirwen.altervista.org/file/ricerche/Le_Corbusier___il_nome_d.doc

Autrice :   Clon Elisa III C

 

 

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