Biancospino

 

 

 

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Biancospino

 

BIANCOSPINO

 

Il Biancospino,  Crataegus Oxiacantha Fam.Rosaceae, denominato Alba Spina dai Romani, detto anche Spina bianca o Spina di maggio, è un arbusto cespuglioso alto da 1 a 5 m., molto spinoso, le foglie sono di forma variabile abovate o romboidali con lobi incisi.I fiori di colore bianco, con cinque petali e numerosi stami rossi, sono raccolti in corimbi, fiorisce da aprile a maggio.
I frutti sono drupe ovali o globose di colore rosso che maturano da agosto ad ottobre. Vegeta nelle siepi e nei boschi della macchia mediterranea.
Questa  pianta ha origini euroasiatiche è presente fino al 60° Parallelo Nord ed naturalizzato in Nord Africa e in Nord America.
I Frutti del biancospino servirono come alimento alle popolazioni preistoriche ;in certe regioni del basso Danubio, ancora oggi, ridotti in farina, servono per preparare una particolare focaccia I Celti avevano dedicato al biancospino la fine di maggio, e forse da questa usanza deriva una leggenda inglese secondo la quale Giuseppe D’Arimatea, membro del Sinedrio che non aveva votato la condanna di Gesù e che dopo la sua morte ne aveva chiesto a Pilato il corpo per seppellirlo secondo la leggenda era stato lui a raccogliere il sangue del Cristo nel calice usato nell’Ultima cena “il Santo Graal; poi era partito per la Britannia, appena sbarcato a Glastonbury piantò il suo bastone nel terreno dal quale miracolosamente spuntarono dei fiori di biancospino. In quel luogo Giuseppe costruì la prima chiesa d’Inghilterra. Gli Inglesi, poi dedicarono il Biancospino alla Vergine dei sette dolori, il bianco dei fiori rappresenta l’Immacolata concezione, il rosso degli stami il sangue di Gesù, i rami spinosi la corona di spine.
I Romani avevano dedicato l’Alba Spina alla dea Maia che durante il mese di maggio imponeva la castità perché era il mese dedicato alla purificazione. Il nome botanico probabilmente imposto da Teofrasto, deriva dal greco kratos forza(durezza del legno)oxus aguzzo e anthos fiore. Infatti il Mattioli ritiene che l’Oxiacantha degli antichi greci fosse il Biancospino. Teofrasto e Dioscoride ritenevano utile questa pianta per curare la gotta la pleurite e la leucorrea ;anche Pietro Crescenti(1230-1310)ne raccomanda l’uso  per curare la gotta ;poi nel Rinascimento il medico tedesco Gerolamo Boch la raccomanda per le malattie di petto. Ma solo sul finire del XIX Sec fu studiato scientificamente dagli americani Jennings e Clement e dai francesi Huchard e Reilly che hanno provato le incontestabili proprietà del Biancospino
come tonico e antispasmodico cardiaco.

Principi attivi.
Crategina, flavonoidi, olio essenziale, quercitina e quercitrina

Azioni farmacologiche.
I preparati di Biancospino sono utili nelle nevrosi cardiache nell’arteriosclerosi, nell’angina pectoris e nell’ipertensione;
è ritenuto anche un buon antispasmodico efficace negli stati angosciosi nell’insonnia e nelle vertigini. Leclerc ne raccomandava l’uso contro i disturbi della menopausa, palpitazioni, vampate e insonnia. il Biancospino si può usare a lungo perché i suoi  principi    attivi   non danno fenomeni di accumulo.

Preparazioni farmacologiche.
La tintura dei fiori(al 20% in alcool a 70°)nella dose di 40-50 gocce prima di andare aletto determina rallentamento del polso e sonnolenza.
La tintura di corteccia è febbrifuga nella dose di 20 gocce tre volte al dì.
L’infuso si prepara con un cucchiaio di fiori in 200 cc di acqua bollente, due tazze al dì di cui una prima di coricarsi.

 

               

 

Fonte: http://bosco.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard/docs/Biancospino.doc

Sito web da visitare: http://bosco.xoom.it/

Autore del testo: Bosco

 

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BIANCOSPINO
Crataegus monogyna Jacq.(Rosacee)

 

                                  

   

       Il nome generico Crataegus ha origine dal greco kratos che significa forza, robustezza, riferendosi alla robustezza del legno di questa pianta. L’epiteto monogyna deriva dalla combinazione dei vocaboli monos, uno e gyne, femmina, alludendo al fatto che il fiore presenta un solo pistillo.
Arbusto o albero a foglie caduche, spinoso, ramificato ed alto fino a 6 metri. Il fusto è tortuoso con corteccia compatta, grigia aranciata, mentre i rami giovani sono scuri e glabri. Le foglie sono alterne, brevemente spicciolate, a lamina ovale o romboide e profondamente incise, con lobi allungati; sono lucenti di color verde intenso su entrambe le superfici. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, con un calice formato da 5 sepali ovali e da una corolla con 5 petali bianchi, patenti e subrotondi. L’androceo presenta numerosi stami, mentre il gineceo è costituito da un unico ovario che dopo la fecondazione si trasforma in una bacca monosperma rossa. I fiori sono raggruppati in infiorescenze a corimbo. 
Fiorisce da aprile a maggio. Si tratta di una pianta comune nelle siepi, nei cespugli e nei boschi, dal mare al piano montano.

 

USI DELLA PIANTA

     Con i fiori viene preparato un infuso adoperato oralmente come tonico cardiaco. In fitoterapia le preparazioni a base di fiori e foglie di biancospino sono impiegate nei disturbi cardiocircolatori, in caso di palpitazioni, aritmie e per migliorare l’irrorazione sanguigna a livello di miocardio e delle coronarie; questa attività è dovuta alla presenza di flavonoidi. Altro campo di applicazione è nell’insonnia e negli stati ansiosi, manifestando una spiccata azione sedativa generale e miorilassante.

 

Fonte: http://www.serradisotto.it/wp-content/uploads/2010/05/BIANCOSPINO.doc

Autore del testo: www.serradisotto.it/

 

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