Dizionario enciclopedico dal termine argentone ad aspirina

 

 

 

Dizionario enciclopedico dal termine argentone ad aspirina

 

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Dizionario enciclopedico dal termine argentone ad aspirina

 

argentòne, sm. Lega di rame, nichel e zinco simile all'argento.
Argerich, Martha (Buenos Aires 1941-) Pianista argentina di fama internazionale.
Arges Distretto (680.000 ab.) della Romania, capoluogo Pitesti.
Arghandab Fiume (560 km) dell'Afghanistan.
argìlla, sf. Roccia sedimentaria plasmabile. ~ creta. 
  sf. clay. 
Colosso dai piedi di argilla. Frase pronunciata da Diderot a Pietroburgo dopo che non riuscì a convincere Caterina della necessità di applicare principi e riforme nella legislazione e nella politica. 
Minerale a grana finissima che costituisce roccia o depositi sedimentari (peliti); è formata da silice, allume e acqua, eventualmente con quantità variabili di ferro, magnesio, potassio, calcio, sodio; appartiene al gruppo dei fillosilicati. A seconda della composizione chimica, si possono distinguere tre diversi tipi di argilla: caolinite, montmorillonite, sericite. Hanno la proprietà di essere plastiche, di assorbire acqua e mantenere la forma se cotte o essiccate (disidratazione in seguito a riscaldamento). Nel caso di grandi masse, le argille danno luogo a rocce sedimentarie di origine marina, fluviale, lacustre o derivanti dall'alterazione di feldspati. Sono dette marne se contengono carbonato di calcio in quantità elevate; vengono impiegate nella produzione di ceramiche e porcellane quando sono composte di caolinite. Le argille refrattarie, a elevato punto di fusione, sono usate in fonderia, mentre quelle più plastiche, le argille comuni vengono impiegate per laterizi e terrecotte. Le argille smettiche, con grande potere di assorbimento d'acqua, trovano largo impiego (servono per sgrassare lane, vini, decolorare oli).
argillàceo, agg. Costituito di argilla.
argillificazióne, sf. Trasformazione di alcuni feldspati e feldspatoidi in minerali argillosi causata dagli agenti atmosferici.
argilloscìsto, sm. Sisto derivato da rocce argillose mediante un metamorfismo di basso grado. È caratterizzato dall'alta divisibilità delle lastre. ~ argillite.
argillóso, agg. Che contiene argilla; ricco di argilla.
arginaménto, sm. Contenimento.
arginàre, v. tr. 1 Munire di argini. ~ delimitare. 2 Limitare, contenere, moderare. ~ frenare. 
  v. tr. 1 to embank. 2 (fig.) to stem.
arginàsi, sf. Enzima del fegato. Catalizza la scissione dell'arginina in urea e ornitina.
argìnatùra, sf. 1 Allestimento di argini. 2 Complesso di argini.
àrgine, sm. 1 Rialzo naturale o artificiale che delimita le rive di un corso d'acqua. ~ terrapieno. 2 Riparo, difesa, baluardo. ~ barriera. 
  sm. 1 bank, embankment. 2 (diga) dike, dyke. 
  lat. volg. arger,-eris, deriv. da aggerere accumulare.
arginìna, sf. Aminoacido basico non essenziale per l'organismo umano (lo è solo nell'infanzia) che partecipa alla formazione di proteine. Viene scisso in ornitina e urea ed è importante nel metabolismo dell'azoto.
argìnnide, sm. Farfalla efemerottera diurna della famiglia dei Ninfalidi, appartenente al genere Argynnis, dalle ali fulve con macchie nere, madreperlacee, argentee e sfumate.
argìope, sf. Aracnide (Argiope bruenninki) della famiglia degli Argiopidi e dell'ordine degli Araneidi. Vive in Europa, si ciba di cavallette.
argiràspidi Corpo scelto di fanteria che fu costituito da Alessandro alla vigilia della spedizione in India. Deve il suo nome al fatto che i soldati avevano scudi laminati d'argento. 
  dal greco ágiros argento e aspís-ídos scudo.
argirìa, sf. Colorazione grigiastra della cute dovuta a intossicazione da sali d'argento.
argirìsmo, sm. Intossicazione da argento.
argirodìte, sf. Solfuro di argento e germanio che si presenta in cristalli monometrici di colore grigio acciaio.
argìvo, agg. e sm. agg. 1 Relativo all'antica città greca di Argo o della sua regione, l'Argolide. 2 Greco antico. 
sm. Abitante di Argo, dell'Argolide o della Grecia antica.
àrgo (chimica), sm. (o argon) Elemento chimico gassoso di simbolo Ar (oppure A), numero atomico 18, peso atomico 39,94; è un gas nobile e inerte. Industrialmente viene ottenuto per distillazione frazionata dell'aria liquida e si recupera nella sintesi dell'ammoniaca. È impiegato per riempire lampadine, nella saldatura dei metalli, nella produzione di titanio e nell'accrescimento del silicio. È presente nell'atmosfera terrestre in una percentuale inferiore all'1%.
Àrgo (città) Città della Grecia (21.000 ab.) nell'Argolide (Peloponneso). Conserva antiche rovine, come i resti del santuario di Era, l'agorà, un teatro e le mura dell'acropoli. Nel VII sec., sotto il regno di Fidone, raggiunse grande splendore arrivando a dominare su quasi tutta la regione. Fu continuamente in lotta con Sparta, che la sconfisse a metà del VI sec. e nel 494; subì per questo motivo un processo di decadimento. Non prese parte alle guerre persiane e fu avversaria di Sparta durante le guerre del Peloponneso. Nel 229 entrò a far parte della lega achea, nella quale rimase fino a quando si sciolse (146 a. C.). Dopo la dominazione bizantina, fu conquistata dai turchi (1460).
Àrgo (mitologia) Mitologico gigante dotato di cento occhi. Messo da Giunone a guardia di Io, amata da Giove, fu da questi fatto uccidere da Ermes; Giunone, allora, lo trasformò in pavone, trasferendo i suoi cento occhi sulla coda dell'uccello. 
Argo 
Devoto cane di Ulisse.
àrgo (zoologia), sm. Uccello galliforme (Argusianus argus) della famiglia dei Fasianidi. È molto simile al pavone; ha una lunga coda, piumaggio brillante e lunghe ali che, nel maschio, portano le caratteristiche macchie simili a occhi (il nome deriva da Argo,il gigante mitologico con cento occhi). Può superare il metro di lunghezza. Questo uccello vive prevalentemente in India, ma lo si trova anche in Thailandia e Malesia.
argòlico, agg. 1 Relativo alla regione greca dell'Argolide. 2 Greco.
argomentàre, v. intr. Addurre argomenti, ragionare. ~ discutere.
argomentatóre, sm. 1 Dissertatore o espositore dialettico. 2 Conversatore esercitato e brillante.
argomentazióne, sf. 1 L'argomentare. ~ dissertazione. 2 Insieme di argomenti con cui si dimostra o confuta una tesi. ~ spiegazione, formulazione.
argoménto, sm. 1 Ragionamento addotto a sostegno di una tesi. ~ prova. 2 Tema. ~ soggetto. 3 Pretesto, motivo. ~ scusa. 
  sm. 1 argument. 2 (materia, tema) subject, topic. 3 (motivo) motive. 
  lat. argumentum dimostrazione.
àrgon => "argo"
argonàuta, sm. 1 Ciascuno dei navigatori della mitica nave Argo con la quale Giasone conquistò il vello d'oro. 2 Mollusco (Argonauta argo) della famiglia degli Argonautidi e della classe dei Cefalopodi. La femmina è dotata di una conchiglia che protegge le uova. Si nutre di prede vive.
Argonàuti I mitici eroi greci che seguirono Giasone alla conquista del vello d'oro nella Colchide. Erano in 55 a bordo della nave Argo e fra di essi i più famosi erano Castore, Polluce, Orfeo, Teseo, Peleo e Meleagro. La leggenda degli Argonauti è ricordata in molti canti antecedenti a Omero. Al mito si ispirarono Valerio Flacco e Apollonio Rodio nelle opere Argonautiche.
Argonautiche, Le Poema di Apollonio Rodio (250-240 a. C.).
Argonàutidi Famiglia di Molluschi Cefalopodi del gruppo dei dibranchiati che vivono nei mari caldi.
Argonne Regione boscosa e collinosa (massima altezza 250 m) della Francia nordorientale, tra i fiumi Aisne e Mosa e attraversata dal fiume Aire. Si estende nei dipartimenti Marna, Mosa e Ardenne. Le sue foreste forniscono legname; diffuso è l'allevamento. Durante la rivoluzione francese fu sede nel 1792 della battaglia che vide i francesi sconfiggere i prussiani. Le Argonne furono teatro di sanguinosi scontri tra francesi e tedeschi durante la prima guerra mondiale e nel 1918 le truppe americane respinsero l'esercito tedesco al di là del fiume Mosa.
argot, sm. invar. Gergo. ~ dialetto.
Arguèllo Comune in provincia di Cuneo (186 ab., CAP 12050, TEL. 0173).
arguìre, v. tr. Desumere da certi indizi. ~ dedurre. 
  v. tr. to deduce.
Argùsto Comune in provincia di Catanzaro (613 ab., CAP 88060, TEL. 0967).
argutaménte, avv. In modo arguto. ~ acutamente, maliziosamente.
argutézza, sf. 1 L'essere arguto. 2 Parola, frase arguta. ~ arguzia.
argùto, agg. 1 Che ha ingegno vivace, acuto, spirito penetrante. ~ intelligente. <> ottuso. 2 Che rivela arguzia, spirito; brioso. ~ faceto. <> grave, noioso. 
  agg. witty, sharp.
argùzia, sf. 1 Vivacità d'ingegno. ~ prontezza. 2 Espressione spiritosa. ~ battuta. 
  sf. 1 wit. 2 (umorismo) humour. 3 (detto arguto) witticism.
arhant, sm. invar. Termine che venne ripreso dal buddhismo per indicare "colui che ha vinto il nemico" ossia colui che non è più soggetto alla reincarnazione.
Arhus Città (275.000 ab.) della Danimarca, capoluogo della contea omonima. Centro portuale e commerciale, si affaccia sul golfo omonimo. Industrie siderurgiche, meccaniche e cantieri navali sono la principali risorse economiche. Vi si trovano una cattedrale del XIII secolo e la città vecchia con edifici di epoca medievale.
Àri Comune in provincia di Chieti (1.413 ab., CAP 66010, TEL. 0871).
ària, sf. 1 Miscuglio di gas, specialmente azoto e ossigeno, che avvolge la Terra e costituisce l'atmosfera. ~ atmosfera. 2 Clima. 3 Vento. ~ brezza. 4 Motivo musicale. ~ melodia. 5 Aspetto. ~ apparenza. 6 Espressione, atteggiamento. ~ piglio. 
  sf. 1 air. 2 (aspetto) look, expression. 3 (opera) aria. 4 (melodia) tune, melody. 
La sua composizione, variabile in funzione dell'altezza dal suolo, è prevalentemente costituita da azoto (78,1 % in volume), ossigeno (20,9 %), argo (0,93 %) e, in percentuali minime, da gas nobili, anidride carbonica, vapore acqueo e residui di impurità (pulviscolo). Forma l'atmosfera che riveste la Terra ed è un elemento assolutamente necessario alla vita animale e vegetale. Ha un peso molecolare medio di 28,96, una temperatura critica attorno a-140 °C e un peso specifico di 1,297 kg/m3 (a 0 °C e 760 mm di pressione). Nell'atmosfera si verificano un ciclo dell'azoto e uno dell'ossigeno che contribuiscono a mantenere costante il rapporto tra i due gas che vengono di continuo sottratti all'atmosfera e introdotti dagli esseri viventi. 
In musica è una forma musicale per voce o strumento caratterizzata da una suddivisione in strofe; con accompagnamento strumentale, è peculiare dell'opera lirica, dell'oratorio e della cantata. Una forma tipica dell'aria è il modello di aria italiana, che presenta la forma col da capo, cioè un'aria tripartita in cui il terzo episodio (A') è la ripetizione, che può essere variata, del primo (A); si schematizza quindi come ABA'. Derivate dall'aria sono le forme dell'Ottocento di cabaletta, romanza e cavatina, proprie dell'opera. 
Aria compressa 
Aria tenuta a una pressione maggiore di quella dell'aria atmosferica. È impiegata nelle macchine operatrici, nelle operazioni di verniciatura, nelle reti di trasporto pneumatico, in impianti frenanti di veicoli, per gonfiare pneumatici, negli altiforni, negli impianti di ventilazione e nei compressori. 
Aria liquida 
L'aria liquida, di colore azzurro, può ottenersi se trattata a basse temperature (-140,7 °C) e alte pressioni. I primi a scoprire un modo per generare aria liquida furono Linde e W. Hampson, che trovarono il metodo, quasi contemporaneamente, nel 1895. Viene utilizzata in particolare per produrre azoto industrialmente, portando l'aria liquida alla sua temperatura di ebollizione di-194,4 °C.
Aria di Parigi Film commedia, francese/italiano (1954). Regia di Marcel Carné. Interpreti: Jean Gabin, Arletty, Roland Lesaffre. Titolo originale: L'air de Paris
ària-ària, agg. invar. Missili destinati a essere lanciati da un veicolo aereo contro un obiettivo aereo.
Arialda, L' Commedia di G. Testori (1961).
Ariana Città (99.000 ab.) della Tunisia, capoluogo del governatorato omonimo.
Ariane Nome di un sistema di vettori, realizzati a partire dal 1975 dall'ESA (Ente spaziale europeo), il cui primo lancio risale al 24 dicembre 1979. La base di lancio è nella Guyana francese a Kourou.
arianésimo, sm. Eresia che prende il nome dal suo fondatore Ario. Nega la divinità di Gesù e la sua identità di sostanza con Dio. Diffusasi prepotentemente in tutto l'oriente, subì la condanna da parte del concilio di Nicea (325), che affermò la consustanzialità del Padre e del Figlio. Continuò comunque a diffondersi fino al concilio di Costantinopoli (381), voluto da Teodosio, che impose l'ortodossia.
Arianna (cinema) Film commedia, americano (1957). Regia di Billy Wilder. Interpreti: Gary Cooper, Audrey Hepburn, Maurice Chevalier. Titolo originale: Love in the Afternoon
Ariànna (mitologia) Nella mitologia, figlia del re cretese Minosse e di Pasifae. Con l'aiuto del suo filo aiutò Teseo a uscire dal labirinto, fu da lui abbandonata, ma fu trovata e sposata da Dioniso, che la portò sull'Olimpo. Ispirò Omero, Ovidio, Redi e Chaucer. 
Filo d'Arianna 
=> "thread"
Arianna a Nasso Opera in un atto di R. Strauss, libretto di H. von Hofmannsthal (Stoccarda, 1912).
Arianna e Barbablù Melodramma in tre atti di P. Dukas, testo di M. P. M. B. Maeterlink (Parigi, 1907).
ariàno, agg. e sm. agg. Indoeuropeo. 
sm. Seguace dell'arianesimo.
Ariàno Irpìno Comune in provincia di Avellino (23.500 ab., CAP 83031, TEL. 0825), su un rilievo montano dell'Appennino Sannita. Sul suo territorio sono presenti fonti minerali che sostengono il turismo. Centro agricolo con coltivazioni di cereali, uva e olivi. Già nota in epoca romana, fu conquistata da longobardi, bizantini e normanni. Vi si trovano i resti di un castello normanno e una cattedrale dell'XI sec.
Ariàno nél Polèsine Comune in provincia di Rovigo (5.239 ab., CAP 45012, TEL. 0426).
Arias S´nchez, Oscar (San José 1941-) Presidente del Costa Rica dal 1986 al 1990. Il suo impegno per la pacificazione dell'America centrale gli fruttò il premio Nobel per la pace nel 1987.
ària-tèrra, agg. invar. Missili destinati a essere lanciati da un veicolo aereo contro un obiettivo terrestre.
aribàllo, sm. Piccolo vaso di forma tubolare con un piede piatto che veniva usato nell'antica Grecia per contenere profumi o unguenti.
Aribèrto d'Intimiàno (975?-Milano 1045) Arcivescovo di Milano (1018). Si schierò con l'alta nobiltà contro i feudatari minori; nel 1037-1038 organizzò la cittadinanza per resistere all'assedio dell'imperatore Corrado II il Salico; fu il primo ad adottare il carroccio come insegna.
Arica Città (170.000 ab.) del Cile, nella regione I Tarapac´.
Arìccia Comune in provincia di Roma (16.953 ab., CAP 00040, TEL. 06). Località turistica (arte e monumenti). Vi si trovano la Piazza della Repubblica, palazzo Chigi, il santuario di Santa Maria di Galloro e l'importante ponte a tre ordini di archi, ricostruito nel 1854. Gli abitanti sono detti Ariccini.
Arìci, Césare (Brescia 1782-1836) Formatosi alla scuola del neoclassicismo di Vincenzo Monti, fu celebre traduttore di Virgilio. Tra le sue opere, Inni di Bacchide (1818) e i poemi didascalici La coltivazione degli ulivi (1805), La pastorizia (1814) e L'origine delle fonti (1833).
Arìcidi Famiglia di Anellidi sedentari della classe dei Policeti aventi il corpo formato da anelli cilindrici corti e ricoperte di setole.
aricocèle, sm. Raggrinzimento di un testicolo dovuto a infiammazione.
aridaménte, avv. Con aridità; senza sentimento, senza idee; freddamente, grettamente. ~ indifferentemente.
aridità, sf. 1 Secchezza. ~ siccità. <> umidità. 2 Povertà di sentimenti. ~ insensibilità. <> calore, sensibilità.
àrido, agg. 1 Povero di acqua, secco. ~ riarso. <> umido. 2 Privo di sensibilità. ~ gretto. <> sensibile. scrisse un arido discorso di addio. 3 Improduttivo. ~ sterile. <> fertile. 4 Brullo. ~ desolato. 5 Sostanza solida incoerente (sabbia, ghiaia ecc.). 
  agg. 1 dry, arid. 2 (persona) unfeeling. 
  lat. aridus, deriv. da arere essere secco.
aridocoltùra, sf. Tecnica di coltivazione di terreni aridi basata sull'assorbimento e l'accumulo di acqua piovana nel terreno.
Ariège Dipartimento (136.000 ab.) della Francia, capoluogo Foix. Confina con la Repubblica di Andorra e la Spagna. Comprende in parte le regioni di Linguadoca e Guascogna. Territorio montuoso (Pirenei) è attraversata dal fiume omonimo (175 km). Agricoltura, pascoli, industrie meccaniche e tessili sono le principali risorse economiche.
arieggiàre, v. tr. 1 Dar aria a qualcosa. ~ ventilare. <> chiudere. 2 Ricordare. ~ ricalcare. <> differenziarsi. 
  v. tr. to air.
arieggiàto, agg. Ventilato. ~ aerato.
ariel, sm. invar. Nell'Antico Testamento, denominazione dell'altare degli olocausti. Nel libro di Isaia, nome simbolico della città di Gerusalemme.
Ariel (astronomia) Satellite di Urano, ha un periodo orbitale di 2g 12h 29m, un raggio di 300 km e si trova in tredicesima posizione in ordine alla distanza (192.000 km). La sua scoperta risale al 1851, a opera di W. Lassel.
Ariel (letteratura) Opera di poesia di S. Plath (postuma 1965).
Arièlli Comune in provincia di Chieti (1.265 ab., CAP 66030, TEL. 0871).
Ariènzo Comune in provincia di Caserta (4.738 ab., CAP 81021, TEL. 0823).
Ariès, Philippe (Blois 1914-1964) Storico francese. Tra le opere Padri e figli nell'Europa moderna (1960).
Ariète Prima costellazione dello zodiaco, situata nell'emisfero celeste boreale. Si può osservare nelle notti di autunno e inverno. Il Sole si trova nel segno dell'Ariete dal 21 marzo al 20 aprile e nella costellazione dal 18 aprile al 15 maggio.
ariète, sm. 1 Maschio della pecora, montone. 2 Macchina da guerra utilizzata nel passato per sfondare le porte delle città. 
  sm. ram. 
  lat. aries,-etis.
ariétta, sf. 1 Leggera brezza. ~ venticello. 2 Brano musicale melodico, solitamente vocale, più breve dell'aria.
Ariette e sunette Opera di poesia di S. Di Giacomo (1898).
Arignàno Comune in provincia di Torino (840 ab., CAP 10020, TEL. 011).
arìle, sm. Gruppo che deriva da un idrocarburo aromatico mediante la perdita di un atomo di idrogeno legato al nucleo.
arìllo, sm. Involucro che avvolge il seme di alcune piante del tutto o in parte. Si forma per proliferazione dei tessuti ovulari.
arillòdio, sm. Escrescenza tipica di certi semi, causata da un ingrossamento del tegumento dell'ovulo. ~ falso arillo.
arimannìa, sf. 1 Territorio occupato da arimanni. 2 Il complesso degli arimanni abitanti in un determinato luogo.
arimànno, sm. Militare smobilitato al quale, in epoca longobarda, venivano assegnate delle terre, poste per lo più nella fascia extramuraria delle città o in località di interesse strategico, come corsi d'acqua, valichi ecc., col compito di coltivarle e proteggerle. 
  dal longobardo hariman guerriero.
arìnga, sf. Pesce (Clupea harengus) ascritto alla famiglia dei Clupeidi. Il suo corpo slanciato raggiunge i 35 cm di lunghezza, le squame che lo ricoprono sono di colore blu e verde argenteo e il muso è appuntito. Conduce vita di branco nelle acque dei mari dell'Europa settentrionale e dell'Asia. È tra i pesci più pescati e commercializzati. 
  sf. herring.
àrio, agg. e sm. Antica denominazione della classe superiore nella società indoeuropea, successivamente rimasta a indicare solamente gli indoeuropei dell'Iran e dell'India e quanto pertinente alle loro civiltà.
Àrio (Libia 280-Costantinopoli 336) Prete africano, eresiarca fondatore dell'arianesimo. Condannato nel 318 dal concilio di Alessandria, si ritirò a Nicomedia; nuovamente condannato dal concilio di Antiochia (324) e di Nicea (325), venne esiliato dall'imperatore Costantino. Richiamato dopo il 330, morì di lì a poco.
Arioàldo (?-636) Re dei longobardi dal 626 al 636, detronizzò e si sostituì ad Adaloaldo, dopo aver guidato con successo l'opposizione ariana contro di lui e la madre Teodolinda.
Ariodante Opera in tre atti di G. F. Händel, libretto anonimo (Londra, 1735).
Ariofàntidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi polmonati dell'ordine degli Stilommatofori comprendente una ventina di sottofamiglie.
Ariònidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi polmonati terrestri dell'ordine degli Stilommatofori dalla conchiglia ridotta o assente.
ariosaménte, avv. In modo arioso.
arióso, agg. 1 Pieno d'aria. ~ arieggiato. 2 Di ampio respiro; aperto. ~ spazioso. <> chiuso.
Ariòsto, Ludovico (Reggio Emilia 1474-Ferrara 1533) Maggiore poeta del rinascimento italiano. Figlio di Niccolò, capitano del castello di Reggio, seguì il padre trasferito a Ferrara, dove trascorse la sua vita; qui si dedicò agli studi letterari, dopo una breve parentesi di studi giuridici, avendo come maestro Gregorio da Spoleto. In seguito a necessità di ordine economico, si mise al servizio degli Estensi, prima del cardinale Ippolito d'Este, dal 1503 al 1517 e che seguì nella guerra contro Venezia, poi del duca Alfonso, suo fratello, dal quale ricevette l'incarico di commissario della regione Garfagnana, cui assolse dal 1522 al 1525. Nel 1527 sposò Alessandra Benucci, con la quale si ritirò a vivere in campagna (Mirasole) per curare l'ultima edizione dell'Orlando furioso, cui si dedicò fino alla morte. Quest'opera, suo capolavoro, è un poema in ottava rima in cui, con equilibrio e armonia, situazioni avventurose e fantastiche si svolgono in uno scenario realisticamente descritto. Sulla scia dei poemi epici cavallereschi, ma rivisitata in chiave letteraria classicheggiante per quanto riguarda la forma, l'opera si pone sulla strada del rinnovamento già iniziata da Matteo Boiardo con il suo Orlando innamorato. Fanno da sfondo alla vicenda le guerre tra i franchi di Carlo Magno e i mori di Agramante; in questo contesto rientrano gli avventurosi amori di Orlando, il paladino che perde il senno perché rifiutato dalla bella Angelica, principessa del Catai, nonché l'amore di Ruggiero e Bradamante e molti altri episodi e personaggi. L'ironia di Ariosto avvolge tutta la favola: è un modo per trovare la giusta misura nell'infinita gamma di sentimenti espressi e l'equilibrio tra mondo reale, mondo fantastico e soprannaturale. La struttura narrativa fonde e rende organica tutta la vasta materia, ripresa dai poemi cavallereschi così come dai classici. I diversi temi, l'amore e la tragedia, il fantastico e il reale, trovano giusto equilibrio senza che nessuno prevalga sull'altro. La prima edizione del poema, in quaranta canti, uscì a Venezia nel 1516; la seconda, sempre in quaranta canti ma con mutamenti linguistici, uscì a Ferrara nel 1521. La terza e definitiva, in quarantasei canti, vide la luce a Ferrara nel 1532. Le edizioni successive sono chiara testimonianza della continua ricerca e rifinitura stilistica cui l'autore sottopose la sua opera. Tra le opere minori, i Carmina (1494-1504), in latino, liriche in volgare e in terza rima, che si rifanno ai sermoni oraziani, sette Satire (1517-1525), lettere dal carattere morale, cinque commedie in endecasillabi sciolti, sul modello di Plauto e Terenzio (Cassaria, 1508; Suppositi, 1509; Studenti, 1518-1519; Negromante, 1520; Lena, 1529), che ebbero grande influenza sul teatro del Cinquecento per essere state le prime commedie regolari in volgare.
Ariovìsto (sec. I a. C.) Capo dei suebi, si attestò nell'attuale Alsazia dopo aver attraversato il Reno nel 71, chiamato dai sequani per combattere gli edui. Dapprima amico dei romani (59), per le sue mire espansionistiche sulla Gallia nel 58 fu sconfitto da Cesare a Besaçon e respinto oltre il Reno.
arìsta, sf. 1 Prolungamento filiforme della glumetta inferiore di alcune graminacee. 2 Spiga. 
àrista, sf. 
Schiena del maiale macellato, comprendente la lombata con le costole.
Aristàgora (?-497 a. C.) Signore di Mileto. Capeggiò l'insurrezione ionica contro Dario I di Persia appoggiato dagli ateniesi. Perì in Tracia.
Aristàrco di Sàmo (Samo 310 a. C.-Alessandria d'Egitto 230 a. C.) Matematico e astronomo greco, a lui va riconosciuta la misurazione della distanza e dimensione del Sole e della Luna, effettuata con calcoli trigonometrici. Fu tra i primissimi sostenitori della tesi eliocentrica, ossia della centralità occupata dal Sole e non dalla Terra nel Sistema Solare, fatto per il quale venne accusato di empietà. Spiegò il moto diurno apparente della volta celeste e delle stagioni, attraverso l'analisi della rotazione terrestre attorno al proprio asse e dell'inclinazione dell'asse stesso.
Aristèo Nella mitologia, figlio di Apollo e della ninfa Cirene. Insegnò agli uomini la coltivazione della vite e l'apicoltura.
Arìstide (Alopece 540 ca.-Ponto Eusino 468? a. C.) Politico ateniese. Figlio di Lisimaco, per la sua rettitudine ottenne l'appellativo di Giusto. Stratego a Maratona (490), fu arconte eponimo negli anni 489-488. Alla prevalsa della politica marittima di Temistocle contro i persiani, venne esiliato. Rientrato in patria nel 480, nel 479 combatté a Salamina e riportò la vittoria di Platea (479). Noto per la sua integrità morale, fu ricordato da Erodoto.
Aristide, Jean Bertrand (Port-Salut 1953-) Politico haitiano. Si oppose alla dittatura di Duvalier, fu eletto presidente della repubblica nel 1990; nel 1991 fu deposto da un golpe militare e costretto all'esilio; rientrò in patria riprendendo la carica nel 1994, ricoperta fino alla fine del 1995.
aristocraticaménte, avv. In modo aristocratico. ~ nobilmente, raffinatamente.
aristocràtico, agg. e sm. agg. 1 Che appartiene all'aristocrazia. 2 Signorile. ~ raffinato. maniere, modi aristocratici. <> rozzo. 3 Superbo, altero. ~ snob. <> modesto. 
sm. Membro della nobiltà. ~ patrizio. <> plebeo. 
  agg. aristocratic. sm. aristocrat. 
  greco aristokratikòs.
aristocrazìa, sf. 1 La classe predominante per diritto ereditario. ~ nobiltà. <> plebe. 2 Forma di governo in cui il potere è esercitato dai nobili. 
  sf. aristocracy. 
Parola di etimologia greca, indica una forma di governo in cui il potere è detenuto da persone che, per origine, ceto, pregi intellettuali e virtù morali, sono considerate le uniche degne di esercitare il potere. Per estensione indica il ceto dei nobili.
Aristodèmo (sec. VIII a. C.-724 a. C.) Re di Messene, fu il protagonista della prima guerra messenica. Un fallace oracolo gli impose di sacrificare la figlia per la salvezza della patria; resosi conto della vanità del gesto, si suicidò sulla tomba di lei.
Aristòfane (Atene 445-385 a. C.) Poeta greco esponente della commedia attica antica. Scrisse quarantaquattro commedie e un migliaio di frammenti; solo undici commedie ci sono pervenute per intero: Gli acarnesi (425), che tratta della pace, della guerra e del militarismo, I cavalieri (424), contro Cleone, Le nuvole (423), satira di carattere pedagogico che affronta il problema dell'educazione dei giovani, in polemica soprattutto con il metodo di Socrate, Le vespe (422), contro i tribunali e i processi ateniesi, La pace (421) contro la guerra, Gli uccelli (414), suo capolavoro, in cui contrappone mondo fiabesco e mondo reale, La Lisistrata (411), in cui le donne si negano ai loro mariti per costringerli alla pace, Le Tesmoforiazuse ovvero Le donne alla festa di Demetra (411), contro la misoginia, Le rane (405), Le Ecclesiazuse o Le donne a parlamento (392) che parla di un parlamento di donne, e infine Pluto (388) dio cieco che riacquista la vista. Nelle ultime due propugna una più equa distribuzione delle ricchezze. Le commedie sono scritte secondo una tradizione strutturale determinata, con parti cantate che si alternano alle parti dialogate. Aspra comicità, satira e battute oscene si fondono con la fantasia creatrice di Aristofane che spesso simboleggia i valori della realtà attraverso immagini astratte, parodie e polemiche.
aristofanésco, agg. (pl. m.-chi) 1 Che appartiene ad Aristofane. 2 Che imita lo stile o la comicità di Aristofane. 3 Caustico, pungente, aggressivo. ~ mordace.
aristofànio, agg. e sm. Di alcuni versi usati da Aristofane.
Aristogatti, Gli Film d'animazione, americano (1970). Regia di Wolfgang Reitherman. Produzione di Walt Disney Titolo originale: The Aristocats
Aristokles (VI sec. a. C.) Scultore greco. Tra le opere Stele di Aristion (ca. 510 a. C., Atene, Museo Archeologico Nazionale).
aristolòchia, sf. Genere di piante cosmopolite perenni della famiglia delle Aristolochiacee, caratterizzate da grandi fiori irregolari, dall'aroma spesso sgradevole. 
  dal greco áristos ottimo e lóchos parto.
Aristolochiàcee Famiglia di piante arbustacee, erbacee o rampicanti dell'ordine delle Policarpiche, originarie delle regioni tropicali e subtropicali.
Aristòtele (Stagira 384-Calcide 322 a. C.) Filosofo greco. Aristotele nacque a Stagira, piccola città della penisola calcidica, nella seconda metà dell'anno 384 a. C. Stagira si trovava in una regione che sarebbe diventata un punto d'incontro tra la civiltà greca e quella macedone. Discendeva da famiglie di medici, da cui forse il suo interesse per la biologia. 
Nel 367 a. C. Aristotele si recò ad Atene per entrare all'Accademia, la scuola che Platone aveva fondato nel 387 a. C. In questo periodo Platone si trovava a Siracusa e aveva affidato l'Accademia ad Eudosso di Cnido. Secondo i programmi dell'Accademia gli studenti avrebbero dovuto studiare per i primi dieci anni le discipline matematiche (aritmetica, geometria piana e solida, astronomia e armonica) e in seguito la dialettica. Aristotele avrebbe quindi dovuto terminare i propri studi matematici nel 357 a. C. ma probabilmente esordì prima di questa data con un'opera, oggi perduta, di argomento diverso dalla matematica e dalla dialettica, il Grillo. Nel 362 a. C. nella battaglia di Mantinea era morto Grillo, il figlio di Senofonte, e Aristotele, come molti altri retori del tempo compose per lui un elogio. Questa prima opera era il lavoro di un giovane accademico che stava per iniziare gli studi di dialettica e probabilmente anche la sua professione di fede in una politica ferma e precisa. In seguito Aristotele avrebbe dovuto iniziare gli studi di dialettica. Era comunque un periodo molto delicato per l'Accademia, con Platone al suo secondo e terzo viaggio a Siracusa, intento a scrivere i dialoghi sul fervore delle discussioni sulla dialettica che si svolgevano all'Accademia. Aristotele imparò quindi l'arte del dialogo, la tecnica della dialettica, la tecnica dell'analisi o risoluzione che consisteva nel riportare una questione ai suoi presupposti per saggiarne la validità. Frutto di questi insegnamenti furono le raccolte di tesi, divisioni, termini contrari, dei quali si ritrova traccia negli elenchi antichi delle opere di Aristotele. Sicuramente Aristotele prese parte alle discussioni sulla dialettica che si stavano svolgendo nell'Accademia; espose in una sua opera, Sul bene, gli insegnamenti appresi dalla viva voce dell'anziano Platone e nell'opera Sulle idee espose gli argomenti a favore della dottrina delle idee. Nel frattempo pubblicò come altri suoi colleghi dialoghi di tipo platonico, sui quali non si sa quasi nulla. 
Fu probabilmente un accanito lettore e un accurato commentatore dei libri che leggeva; nei cataloghi antichi si trovano i titoli delle sue opere dedicate alla raccolta delle dottrine di medici, di filosofi, di fisici, di trattati di dialettica, di economia, di etica e di studi sui poeti. 
Probabilmente tenne alcuni corsi di insegnamento e un corso di retorica pomeridiano all'Accademia, ma è difficile attribuire un esatto riferimento cronologico a questi avvenimenti. 
Circa dieci anni dopo il Grillo pubblicò il Protreptico chein un certo senso è la conclusione del suo apprendistato presso l'Accademia e la dichiarazione di fede verso gli ideali della scuola platonica. Il Protreptico è rivolto a un principe cipriota, Temisone, e sembra un saggio di retorica filosofica, contrapposta alla retorica di Isocrate. Probabilmente alla base di questa opera non ci fu solo una disputa scolastica ma anche un gioco politico più complesso legato ai rapporti di Aristotele con la corte macedone. 
Nella primavera del 347 a. C. morì Platone, ad Atene il partito antimacedone deteneva il potere e Aristotele si trovava ad Atarneo, nel territorio di Ermia, amico di Filippo di Macedonia e dell'Accademia; inoltre per la direzione dell'Accademia venne preferito ad Aristotele il nipote di Platone, Speusippo. Aristotele, trovando Atene poco sicura, decise di lasciare la città. Si trasferì ad Asso, nei territori di Ermia, dove aprì una scuola nella quale svolse attività filosofica, insieme ai colleghi accademici che lo avevano seguito. Intanto nella vita di Aristotele erano avvenuti mutamenti che avrebbero influito sul suo pensiero. Ad Asso iniziò probabilmente la collaborazione con Teofraso di Ereso, che diventò suo amico e in seguito suo erede. 
Nel 345 a. C. Aristotele si trasferì a Mitilene nell'isola di Lesbo e nel 343 a. C. a Mieza come precettore di Alessandro, figlio di Filippo il Macedone. Il patrimonio culturale che Aristotele portò con sé in Asia Minore era ancora ispirato al platonismo, anche se con qualche differenziazione. Aristotele si era formato un nuovo ideale logico della scienza, una nuova filosofia dell'anima, dell'astronomia, una nuova etica della vita contemplativa. La critica che Aristotele rivolgeva alla teoria delle idee era che questa non spiegava la causa delle cose; il compito del sapere autentico era quello di trovare le cause delle cose. Così Aristotele si trovò di fronte al problema di elaborare una scienza suprema che fosse scienza delle cause supreme. La filosofia astronomica soddisfaceva questa esigenza, in quanto studiava l'ordine dei cieli dovuto all'azione dei motori immobili, cause ultime e divine dei movimenti celesti. Ma tutto ciò era limitato solo alla sfera celeste; si doveva cercare una scienza suprema di tutto l'essere, in tutti i suoi aspetti. Durante il soggiorno ad Asso Aristotele si dedicò alla revisione della filosofia astronomica e il primo abbozzo di questo tentativo costituì il I e il II libro della Fisica. In essi, esaminando la natura del movimento, cercò innanzitutto di mettere in luce ciò che rimane costante nel movimento. Egli elaborò la teoria caratteristica della sua filosofia, quella cioè delle quattro cause. Secondo Aristotele quattro sono le cause del movimento: quella formale (la forma), quella materiale (tutto ciò che appartiene alla sostanza), quella finale (ciò che è in atto come termine al quale ciò che è in potenza tende) e quella efficiente (sostanza già in atto che mette in moto ciò che è ancora in potenza). 
Nel 340 a. C. sposò Pizia e si stabilì a Stagira, mentre Alessandro assumeva le prime responsabilità politiche. Questo per Aristotele fu un nuovo periodo nel quale, tralasciando le discussioni filosofiche, si dedicò alla biologia, alle osservazioni personali, alla preparazione delle grandi opere biologiche quali la Storia degli animali, le Parti degli animali e la Generazione degli animali, agli scritti psicologici raccolti sotto il titolo collettivo di Parva naturalia che comprendono studi sulla memoria, sui sogni, sulla sensazione. Si può trovare in questo periodo un Aristotele empirico che raccoglie e organizza una grande quantità di materiale, direttamente osservato, oppure derivato da osservazioni altrui. Nelle opere biologiche è presente ancora il tentativo di costruire una scienza fisica autonoma e dimostrativa. Nella concezione dell'universo Aristotele accettò e perfezionò il sistema geocentrico elaborato da Eudosso nel IV sec. a. C. Il mutamento avvenuto in Aristotele si traduce nel fatto che la teoria degli elementi, al centro delle precedenti opere come l'Universo, La nascita e la morte, la Meteorologia, è scomparsa ed emerge il concetto di organismo e della sua struttura interna. Nel I libro delle Parti di animali Aristotele cerca di trovare l'ordine stabilito dalla natura anche nel regno mutevole delle piante e degli animali. 
Nel 338 a. C., dopo la vittoria di Filippo a Cheronea, Aristotele e Callistene si stabilirono a Delfi dove iniziarono ricerche negli archivi del santuario sui vincitori delle gare greche, sui giochi panellenici e sulle composizioni letterarie per quelle occasioni. In questo periodo Aristotele rivolse la propria attenzione alle grandi istituzioni culturali della Grecia e in particolare alla storia letteraria e teatrale, accompagnate da un intensa indagine storica. Forse in questo periodo Aristotele iniziò anche ricerche sulla politica delle città greche, sulle loro costituzioni e sulla loro giurisprudenza politica. 
Nel 336-335 a. C. Filippo venne assassinato e Alessandro, divenuto re, distrusse Tebe. In questo modo in Grecia si ebbe un periodo di pace e ad Atene il partito antimacedone venne definitivamente sconfitto. Aristotele poté così tornare ad Atene, dove nel 338 a. C. era morto Speusippo ed era stato scelto come successore Senocrate. Aristotele fondò una scuola propria, il Liceo o Peripato, ritenuta da alcuni in opposizione all'Accademia, altri semplicemente separata ma senza essere in contrasto con l'Accademia. Tornato ad Atene Aristotele portava con sé nuovi insegnamenti, completamente differenziati dalla sua formazione platonica e anche una nuova visione della politica. Nel III libro della Politica cercò di individuare un piano oggettivo di indagine politica che non fosse necessariamente la ricerca della miglior forma di governo possibile. Non si deve partire da un concetto ideale di città ma far sì che la città assicuri ai cittadini il vivere bene inteso come vivere secondo virtù. Le costituzioni possono essere monarchiche, aristocratiche o democratiche; l'aspetto importante è che il potere venga esercitato nell'interesse dei governati. Nei libri IV, V e VI della Politica Aristotele affrontò il problema dell'equilibrio interno di una città, ora che si stava affacciando una nuova classe media. 
In questi anni compose opere che mettevano in collegamento la nuova biologia, la fisica astronomica e la filosofia generale. Esempi sono i libri VII, VIII e IX della Metafisica, L'anima e l'Etica Nicomachea. In questi libri della Metafisica egli afferma che l'essere ha molti significati che si distribuiscono in varie categorie, ma tutto l'essere e ogni essere, da quello divino dei cieli all'ultimo essere terrestre, appartengono allo stesso essere e perciò per Aristotele il mondo è pieno di dei. 
Nell'Etica Nicomachea Aristotele, trattando le virtù intellettuali, distingue intelligenza, scienza e sapienza. La scienza è la capacità di dedurre dai principi, l'intelligenza è la capacità di cogliere i principi con l'intuizione intellettuale, la sapienza è la capacità di cogliere i principi e di dedurre il corpo delle scienze. Le virtù sono divise in virtù pratiche, che rappresentano il giusto mezzo, cioè l'uso della parte razionale dell'anima per temperare gli eccessi delle emozioni, e le virtù intellettuali che consistono nell'uso retto della ragione. 
Nel giugno del 323 a. C. morì Alessandro e ad Atene il partito antimacedone tornò forte. Aristotele restò ad Atene ma l'atmosfera si fece pesante e si profilò per lui un processo per empietà. Partì quindi per la città di Calcide, nell'isola di Eubea, dove la madre gli aveva lasciato una casa. Trascorse questo ultimo periodo della sua vita nella solitudine; morì nell'autunno del 322 a. C. 
L'opera di Aristotele, grazie ad Averroè e a San Tommaso che contribuirono alla diffusione, assunse nel medioevo caratteristiche di autorità e verità indiscutibili, per scalfire le quali occorrerà attendere l'affermarsi dell'empirismo galileiano.
aristotèlico, agg. e sm. agg. Appartenente o riconducibile al filosofo greco Aristotele. 
sm. Seguace della filosofia di Aristotele.
aristotelìsmo, sm. La dottrina di Aristotele e l'indirizzo filosofico originatosi da essa. ~ peripatetismo.
aritenòide, agg. e sm. Ognuna delle due piccole cartilagini laringee che si trovano sopra le cartilagini cricoidee. 
  dal greco arýtaina vaso per attingere e dal suffisso-oide.
aritmètica, sf. Ramo della matematica che studia i numeri interi e le operazioni su di essi. 
  sf. arithmetic. 
  lat. arithmetica, dal greco arithmetikè scienza dei numeri.
aritmeticaménte, avv. Dal punto di vista aritmetico. ~ matematicamente, rigorosamente.
aritmètico, agg. Relativo all'aritmetica. 
  agg. arithmetical.
aritmetizzazióne, sf. Riduzione della matematica a concetti e operazioni dell'aritmetica.
aritmìa, sf. 1 Mancanza di ritmo. 2 Battito cardiaco irregolare, causato da anomalia del sistema segnapassi, della propagazione dello stimolo elettrico o da altri fattori stimolanti esterni. Si ha aritmia tachicardica, brachicardica, extrasistolica, da flutter ecc. 
  comp. da a-+ greco rhytmos ritmo
aritmicaménte, avv. In modo aritmico.
arìtmico, agg. 1 Privo di ritmo. 2 In medicina, che non ha il ritmo normale.
Arìtzo Comune in provincia di Nuoro (1.692 ab., CAP 08031, TEL. 0784).
Arizaro, Salar de Bacino salato (3.500 km2) dell'Argentina, nella Provincia di Salta.
Arizona Stato degli USA sudoccidentali (295.260 km2; 3.619.000 ab.; capitale Phoenix) dal 1912 (quarantottesimo stato), confina a sud con il Messico. La zona settentrionale comprende parte dell'altopiano del Colorado, è prevalentemente montuosa, con altezze che variano dai 1.200 ai 2.200 m, e con gole scoscese, dette cañon, il più celebre dei quali è il cañon del Colorado, scavato dal fiume omonimo; altre attrattive naturali sono la Monument Valley, la Foresta pietrificata e il Deserto dipinto. A sud c'è la valle del fiume Gila. L'agricoltura è sviluppata nei pressi dei fiumi e in corrispondenza delle valli irrigate artificialmente (Salt Valley) e produce cereali, frutta, agrumi e cotone. Fiorente è l'allevamento di bestiame (bovini e ovini). Notevole la produzione mineraria: rame (di cui l'Arizona è il maggiore produttore degli Stati Uniti), piombo, oro, argento, zinco, amianto. A Tucson e a Phoenix sono sviluppate le industrie metallurgiche e del legno. La presenza di parchi nazionali attira molti turisti.
Arizzàno Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (1.868 ab., CAP 28050, TEL. 0323).
Arkansas (fiume) Fiume degli USA (2.334 km; bacino 469.390 km2). Nasce dai monti Sawatch delle Montagne Rocciose; si snoda attraverso Arkansas, Kansas e Oklahoma per sboccare nel Mississippi presso Memphis. Lungo il suo corso è stato costruito il lago artificiale di Dardanelle Reservoir. Nello stato omonimo bagna la capitale Little Rock. Nel Colorado attraversa le città di Lamar, Rocky Ford e Pueblo mentre nell'Oklahoma attraversa Tulsa, Muskogee e Ponca City. Principali affluenti il Canadian e il Cimarron.
Arkansas (stato) Stato degli USA centro meridionali (137.754 km2; 2.337.000 ab; capitale Little Rock) situato tra Missouri, Tennessee, Mississippi, Louisiana, Texas, Oklahoma. Il suo territorio è leggermente collinoso verso ovest (massima altezza intorno a 800 m), pianeggiante per la parte restante; è attraversato dai fiumi Mississippi, Arkansas, Little Missouri, Red River, St. Francis, Black, White e dai loro affluenti. Presenti alcuni laghi, tra i quali si ricordano: il Chicot, l'Ouachita, il Catherine, l'Hamilton; il Dardanelle Reservoir, il Bull Shoals e il Beaver. Clima di tipo subtropicale. Molto sviluppata l'agricoltura (cotone, mais, tabacco e riso, di cui è uno dei maggiori produttori degli Stati Uniti) e l'allevamento; è ricco di bauxite, carbone, petrolio, gas naturale, manganese. Negli ultimi anni si è avuto un considerevole sviluppo industriale (prodotti elettronici, tessili, dell'abbigliamento e chimici). Originariamente abitato dai sioux, fu esplorato dagli spagnoli nel XVI sec. e successivamente dai francesi. Passò nel 1803 dalla Francia agli Stati Uniti e nel 1863 è stato riconosciuto come venticinquesimo stato annesso agli USA. Centri principali: Fort Smith, Hot Springs, Fayetteville, Jonesboro e North Little Rock.
Arkatag Massiccio montuoso della Cina. Vetta più elevata il monte Ulugh Muztagh (7.723 m).
Arlandes de Salton, François-Laurent marchése di (Anneyron 1742-? 1809) Aeronauta francese. Autore, con Pilâtre de Rozier, del primo volo in pallone aerostatico sopra i cieli di Parigi (1783).
Arlberg Gruppo montuoso delle Alpi Retiche, in Austria.
arlecchinàta, sf. Buffonata. ~ farsa.
arlecchìno, agg. e sm. agg. invar. Di svariati colori. 
sm. Buffone, dal nome della famosa maschera. 
  sm. harlequin.
Arlecchìno Maschera comica della commedia dell'arte; l'origine del suo nome risale con tutta probabilità a Hellequin, figura diabolica delle rappresentazioni medievali francesi. È un servo burlone, ruffiano e un poco sciocco che riesce a ottenere esiti che gli altri personaggi della commedia, per la loro rispettabilità, non potrebbero mai conseguire. Il suo costume caratteristico, inizialmente bianco, è a rombi colorati. Goldoni lo ha introdotto come personaggio nella commedia classica. 
Arlecchino 
(ovvero Le finestre) Capriccio scenico in quattro tempi di F. Busoni, libretto proprio (Zurigo, 1917).
Arlecchino servitore di due padroni => "Servitore di due padroni, Il"
Arléna di Càstro Comune in provincia di Viterbo (920 ab., CAP 01010, TEL. 0761).
Arles Città della Francia (50.000 ab.) nel dipartimento delle Bocche del Rodano. Importante per le industrie chimiche e metallurgiche e per il turismo. Fu colonia romana con il nome di Arelate e capitale delle Gallie sotto Costantino. Nel primo medioevo fu invasa più volte dai saraceni. Carlo d'Angiò la conquistò nel 1251 e fu inclusa nella Provenza. Conserva il teatro di Augusto, l'anfiteatro di Adriano e le terme di Costantino.
Arlesiana, L' Musica di scena di G. Bizet (Parigi, 1872). 
Arlesiana, L' 
Dramma lirico in tre atti di F. Cilea, libretto di L. Marenco (Milano, 1897). 
Arlesiana, L' 
Dramma di A. Daudet (1872).
Arletty (Courbevoie 1898-Parigi 1992) Attrice francese cinematografica e teatrale. Interpretò Albergo Nord (1938), Alba tragica (1939) e Les enfants du paradis (1943-1945).
Arlington (Texas) Città (160.000 ab.) degli USA, nello stato del Texas.
Arlington (Virginia) Città (153.000 ab.) degli USA, nello stato della Virginia.
Arlòtto, Piovàno (Firenze 1396-1484) Prete (A. Mainardi) della campagna mugelliana. Fu autore di burle proverbiali, che furono tramandate da un anonimo: Motti e facezie del Piovano Arlotto (1475 e 1485-1488).
Arlùno Comune in provincia di Milano (8.922 ab., CAP 20010, TEL. 02).
àrma, sf. 1 Oggetto usato per offesa o difesa. 2 Corpo dell'esercito. 3 Qualsiasi mezzo, anche non materiale, di offesa o di difesa. 4 Al plurale, armamenti. 
  sf. 1 arm, weapon. 2 (da fuoco) firearm; (porto d'armi) firearm license. 3 (corpo dell'esercito) corps, arm. 
  lat. arma,-orum. 
Si definiscono armi bianche quelle che provocano ferite di taglio o di punta costituite da una lama o appuntite (spade, pugnali, baionette ecc.); armi da getto (o da lancio) quelle che scagliano oggetti con particolari dispositivi meccanici (arco, balestra, catapulta ecc.); armi da fuoco quelle che emettono proiettili grazie alla forza propulsiva di una carica esplosiva. Queste ultime, possono essere portatili (pistole, fucili, mitra, fucili mitragliatori, mitragliatrici, bazooka ecc.), e artiglierie (cannoni, obici, mortai); armi chimiche, che utilizzano agenti chimici o batteriologici dannosi, armi nucleari, basate su reazioni nucleari proprie della fissione o fusione di materiale radioattivo. 
Il diritto regolamenta la detenzione delle armi. Si possono tenere armi in casa solo se si possiede un'autorizzazione e se ne fa denuncia; non è in alcun modo ammessa la detenzione di armi da guerra (armi da sparo per impiego bellico, bombe, involucri esplosivi ecc.). Per il porto d'armi comuni (caccia, difesa con ridotto volume di fuoco) fuori casa, l'autorità (questura, prefettura) deve concedere un'apposita licenza. Speciali norme regolamentano la detenzione di armi da collezione. 
Telearmi 
Dotate di autopropulsione e di dispositivi di radioguida (missili), sono armi in grado di raggiungere anche obiettivi molto lontani.
Arma letale Film poliziesco, americano (1987). Regia di Richard Donner. Interpreti: Mel Gibson, Danny Glover, Gary Busey. Titolo originale: Lethal Weapon
Arma letale 2 Film poliziesco, americano(1989). Regia di Richard Donner. Interpreti: Mel Gibson, Danny Glover, Patsy Kensit. Titolo originale: Lethal Weapon 2
armacòllo, sm. Nella locuzione ad armacollo, a tracolla.
armadillo, sm. Nome con cui si designano i Mammiferi Maldentati della famiglia dei Dasipodidi. Il loro corpo, lungo circa 80 cm, è rivestito da una corazza di piccole placche ossee non saldate che gli consentono di richiudersi a palla se viene attaccato; ha arti cortissimi, provvisti di grosse unghie atte a scavare il terreno. Si nutre di vermi e formiche. Le specie più importanti sono l'armadillo dalle sei fasce (Euphractus sexcinctus) e l'armadillo gigante (Priodontes giganteus), che vivono nelle savane del Sudamerica, e l'armadillo dalle nove fasce (Dasypus novemcinctus), che vive negli USA e in Argentina.
armàdio, sm. Mobile chiuso da uno o più sportelli atto a contenere oggetti vari. ~ guardaroba. 
  sm. 1 wardrobe, closet. 2 (per stoviglie in genere) cupboard. 
  lat. armarium ripostiglio per le armi. 
Armagnac
Regione storica della Francia sudorientale compresa tra i dipartimenti di Landes, Lot-et-Garonne e di Gers. Già del regno di Aquitania, fu feudo dei conti d'Armagnac; entrò a far parte del regno di Francia nel 1607 sotto Enrico IV
\armagnac, sm. 1 Tipo di brandy distillato da vini dell'omonima regione della Francia meridionale. 2 Guascogna.
armaiòlo, sm. 1 Chi fabbrica, ripara o vende armi. 2 Sottufficiale addetto alla manutenzione delle armi portatili.
armamentàrio, sm. L'insieme degli oggetti necessari per compiere un lavoro. ~ equipaggiamento, attrezzatura. 
  sm. equipment.
armaménti, sm. pl. Insieme dei mezzi necessari per mettere un esercito in grado di combattere. ~ armi.
Armance Il personaggio che dà il titolo all'opera è Armance di Zohilof, la figura principale in ordine di importanza dopo Octave de Malivert. I due sono cugini tra loro, sono segretamente innamorati l'uno dell'altra, ma per una serie di malintesi e condizionamenti psicologici e sociali, non riescono a dichiararsi il reciproco affetto in modo normale. Armance ha giurato di non rivelare mai l'amore al cugino, mentre Octave ha giurato di non cedere al sentimento per la cugina. Una gabbia di condizionamenti che impediscono lo sviluppo di una relazione serena tra i due. Solo quando Octave viene ferito gravemente in un duello sostenuto per una questione di onore e credendosi vicino alla fine confessa il suo amore alla cugina, l'epilogo felice sembrerebbe vicino. Ma la fortuna improvvisa di un'ingente indennità, che Octave riceve dal governo, allontana ancora Armance, sospettata di cercare un matrimonio per interesse e non per amore. Sposatisi senza che tra loro sussistesse un rapporto di sincerità, il dramma esplode a sorpresa: Octave si convince di essere stato sposato per interesse, parte per prestare il suo aiuto ai greci insorti, invia ad Armance la confessione scritta della sua impotenza e quindi si uccide prima di sbarcare sul suolo greco. Romanzo dagli spiccati temi romantici, è stato a lungo considerato secondario rispetto a La Certosa di Parma e a Il rosso e il nero. Di recente si è avuta una rivalutazione dell'opera.
Armàni, Giórgio (Piacenza 1934-) Stilista. Il primo a concepire un design specifico per la produzione industriale, ha raggiunto fama internazionale.
armàre, v. v. tr. 1 Fornire di armi. <> disarmare. 2 Provvedere una nave di quanto le occorra. ~ equipaggiare. <> sguarnire. 3 Caricare. 
v. rifl. 1 Fornirsi di armi. 2 Provvedersi di qualcosa. ~ munirsi. armarsi di un buon libro, per le vacanze; armarsi di pazienza
  v. tr. 1 to arm, to load. 2 (arma da fuoco) to cock. 3 (nave) to rig. 4 (edil.) to shore up. v. rifl. 1 to arm oneself. 2 (mil.) to take up arms. 
  lat. armare, deriv. da arma,-orum armi.
armaròlo, sm. Nella marina militare, marinaio specializzato addetto alla riparazione e al maneggio di arme portatili ed artiglierie.
armàta, sf. 1 Esercito. 2 Il complesso delle forze navali o aeree di una nazione. armata aerea, insieme dei velivoli a disposizione. 
  sf. 1 army. 2 (naut.) fleet. 
  deriv. da armare
Addio, mia bella, addio, l'armata se ne va. Prima strofa dell'Addio del volontario che anche oggi è cantata dai coscritti; fu scritta la sera del 20 marzo 1848 da Carlo Alberto Bosi quando il primo battaglione di volontari fiorentini partì per la guerra.
Armata a cavallo, L' Romanzo di I. E. Babel (1923-1926). È la narrazione di scorci di vita militare ispirati all'esperienza diretta dell'autore impegnato con la cavalleria russa sul fronte polacco negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione russa. Il libro è la testimonianza terribile di eccessi compiuti in nome della rivoluzione dai cosacchi dell'armata, per i quali un cavallo vale più di un uomo. 
Armata a cavallo, L' Film drammatico, ungherese (1967). Regia di Miklos Jancsó. Interpreti: Andras Kozak, Kristyna Mykolayewska, Tibor Molnar. Titolo originale: Csillagosok katonak
Armata Brancaleone, L' Film commedia, italiano (1966). Regia di Mario Monicelli. Interpreti: Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Gian Maria Volonté, Barbara Steele, Maria Grazia Buccella, Folco Lulli, Carlo Pisacane.
armata manu, loc. avv. Locuzione latina che significa "a mano armata". Può indicare intenzioni aggressive.
armàto, agg. e sm. agg. 1 Fornito di armi. rapina a mano armata. 2 Provvisto, fornito di qualcosa. ~ equipaggiato. LOC: era armato di buone intenzioni. 3 Provvisto di un'armatura atta a rendere più resistente una struttura; per esempio cemento armato. 4 Preparato. 5 Agguerrito. 
sm. Soldato. 
  agg. 1 armed. 2 (cemento) reinforced concrete.
armatóre, sm. La persona o la compagnia che arma una nave per sé o per altri. 
  sm. shipowner.
armatùra, sf. 1 Complesso di armi difensive indossate dai guerrieri antichi e medievali. ~ corazza. 2 In edilizia è una struttura o ossatura di ferro che, immersa nel getto di cemento, costituisce lo scheletro delle costruzioni in cemento armato; impalcatura, ossatura, telaio. ~ scheletro. 3 Nell'industria tessile è il modo in cui i fili che costituiscono l'ordito di un tessuto sono intrecciati con i fili detti trame. 
  sf. 1 (st.) armour. 2 (struttura, impalcatura) framework, scaffolding. 
L'armatura nacque con lo scopo di difendere l'uomo; dapprima costruita con pelli e cuoio, poi in metallo. Nell'antichità il guerriero usava come protezione lo scudo, costruito con una piccola pelle di animale distesa su un telaio di legno. Il capo veniva coperto con un elmo di cuoio con una protezione per la nuca. Successivamente lo scudo divenne più piccolo e comparve la prima corazza di bronzo. L'elmo iniziò a essere sempre più grande, con l'aggiunta di un paranuca, un paraguance e una piccola visiera con due fori per gli occhi. 
L'armatura dell'esercito romano era costituita da un elmo, una corazza, due cosciali e uno scudo. L'elmo era prima di pelle, poi di metallo e si distingueva da quello greco per l'assenza della visiera. Intorno alVI e V sec. a. C., la corazza serviva per ripararsi petto e dorso ed era di bronzo; successivamente si usò il ferro. La parte anteriore delle gambe veniva protetta con una lamina di metallo chiamata schiniere. Più tardi non si protesse più la gamba sinistra già protetta dallo scudo, che poteva essere rotondo, quadrato, esagonale od ovale. Durante le crociate si utilizzò una maglia di ferro chiamata cotta, con maniche lunghe fino al gomito e brache fin sotto il ginocchio. Nella parte superiore c'era un piccolo cappuccio, il camaglio. Il combattente indossava sotto l'armatura un farsetto imbottito per dare maggiore protezione. L'armatura di difesa aveva come aggiunta un grosso scudo e un elmo, indossato sopra al camaglio. L'elmo non aveva la visiera, ma una piccola lamina per proteggere il naso e dietro un'altra per difendere la nuca. Più avanti, all'armatura venne aggiunta una calzamaglia di metallo con un accorciamento della cotta. Nel Trecento si iniziò a costruire l'armatura con piastre d'acciaio. Nel Quattrocento ricopriva tutto il corpo e pesava all'incirca 25 kg. A volte invece dell'elmo veniva indossata la celata che lasciava intravedere la parte inferiore del viso; mento e gola erano difesi dal barbotto, fermato sul petto della corazza. Anche i cavalli dei combattenti erano protetti da un'armatura chiamata barda o bardatura
Alla fine del Quattrocento l'armatura divenne sempre più difficile da costruire volendo guarnizioni, incisioni e lavori a cesello. Alla fine del XV sec. il torace era sempre più gonfiato, i guardagoletta divennero più grandi facendo perdere la linea originale. Con l'arrivo delle armi da fuoco, nel XVI sec. gli armaioli tentarono nuove forme per la resistenza e la difesa dell'armatura, ma il peso eccessivo (superiore a 50 kg) ne segnò il declino. Nel XVII sec. l'armatura scomparve: rimasero soltanto l'elmo e la corazza come ornamento, non più come difesa.
Armavir Città (178.000 ab.) della Russia, nel territorio di Krasnodar.
àrme, sf. Lo scudo considerato con le pezze araldiche e gli smalti.
armeggerìa, sf. 1 Il darsi da fare infruttuosamente. ~ armeggio. 2 Nell'antichità, spettacolo con giochi d'arme.
armeggiaménto, sm. 1 Lavorio confuso, spesso inconcludente. 2 Intrigo, macchinazione. 3 Nel Medioevo, spettacolo, esercizio, gioco d'armi detto anche bagordo.
armeggiàre, v. intr. 1 Affaccendarsi spesso vanamente; arrabattarsi, ingegnarsi. ~ annaspare. <> ciondolare. 2 Macchinare, intrigare. ~ brigare. 3 Maneggiare le armi, specialmente in giostre o tornei. 
  v. intr. 1 (armi) to handle weapons. 2 (intorno a) to mess about. 
  deriv. da arma.
armeggìo, sm. 1 Il darsi da fare invano. ~ armeggeria. 2 Intrigo. ~ macchinazione.
armeggióne, sm. Trafficone. ~ intrigante.
Armellìni, Càrlo (Roma 1777-St.-Josse-ten-Noode 1863) Politico. Nel 1849, insieme a Mazzini e Saffi fu triumviro della Repubblica romana.
Armenia (città) Città (180.000 ab.) della Colombia, capoluogo del dipartimento di Quindío.
Armènia (regione) Regione montuosa dell'Asia sudoccidentale; il confine settentrionale è determinato dalla depressione pontico transcaspica, quello meridionale dalla depressione mesopotamica, quello occidentale dall'altopiano anatolico e quello orientale dall'altopiano iranico. È occupata da Armenia, Iran e Turchia. La popolazione di circa 5 milioni di abitanti, è rappresentata soprattutto da armeni (di religione cristiana) e curdi (di religione islamica), con minoranze turche, iraniane, tartare, circasse, russe, georgiane. Fisicamente è composta da un altopiano a vegetazione steppica (massima altezza 1.700 m), attorniato da alte catene montuose (Piccolo Caucaso, Ponto Orientale, Tauro armeno, Karasu-Araks); al centro dell'altopiano si distingue una serie di vulcani la cui cima più elevata è il biblico monte Ararat (5.165 m) a est. Vi scorrono i fiumi Karasu, Aras, Coruh e alcuni affluenti del Tigri e dell'Eufrate; nella zona però, sono tipici i fenomeni di endoreismo (bacini dei laghi Van e Sevan). Tra il X e il VII sec. a. C., l'Armenia fu un regno indipendente abitato da una civiltà indigena autoctona; le invasioni iniziarono per opera di cimmeri e sciti; durante il VI e il IV sec. a. C. subì il dominio dei persiani (Achemenidi), quindi quello di Alessandro Magno. Tigrane la unificò nel I sec. a. C., ma dovette soccombere a Lucullo (69 a. C.) e acconsentire alla protezione romana con Pompeo (66 a. C.). Nel 387 venne spartita tra Bisanzio e la Persia. Gli arabi la conquistarono nel VII sec. (639); attraversò un periodo di indipendenza (IX-XI secc.) che durò fino alla conquista da parte dei turchi selgiuchidi, cui seguirono i mongoli (XIII-XV secc.) e i turchi osmanli (1473). Turchia e Persia si divisero la regione nel XVII e XVIII sec. Nel 1828 l'Armenia persiana passò alla Russia condividendone le sorti. L'Armenia ottomana è stata teatro di tentativi di protesta per ottenere l'indipendenza, ma questo ha scatenato una violenta reazione turca che ha causato la diaspora del popolo armeno (1894, 1895-1896, 1909, 1915-1920). Le spinte indipendentiste sono affiorate di nuovo nel 1988, con la conseguente proclamazione di indipendenza dell'URSS nel 1991. Un anno dopo l'Armenia ha aderito alla CSI. Nel 1998 viene eletto presidente l'ex primo ministro Kocharyan; al suo posto come capo del governo è eletto A. Darbinyan.
Armènia (stato) Repubblica asiatica del Caucaso meridionale, confina a nord con la Georgia, a est e a sud con l'Azerbaigian e per un breve tratto con l'Iran, a ovest con la Turchia. Il territorio prevalentemente montuoso fa parte del Piccolo Caucaso; rilievi che si spingono fino a 4.000 m sono disseminati su altipiani di origine vulcanica. In una grande fossa di sprofondamento è contenuto il lago Sevan, molto importante per la rete di irrigazione del paese. I fiumi principali sono il Kura e l'Araks, che si gettano nel mar Caspio. Il paesaggio armeno è rappresentato tipicamente dalla steppa. 
La capitale è Erevan (1.200.000 ab.), principale centro industriale del paese. Altre città sono Kumayri (già Leninakan) e Karakilis (già Kirovakan). L'irrigazione ha permesso lo sviluppo dell'agricoltura nonostante l'aridità del clima (cereali, barbabietole da zucchero, patate, tabacco, cotone, ortaggi e frutta). Intenso l'allevamento. Attiva anche l'industria mineraria (rame, molibdeno). Industrie importanti sono quelle metallurgiche, meccaniche, chimiche, vinicole e tessili. 
STORIA Nel 189 a. C. l'antica Urartu riconquista la sua indipendenza, formando i regni della Piccola e della Grande Armenia. Dopo il brillante regno di Tigrane II (95-54 a. C.), l'Armenia è convertita al cristianesimo a partire dalla fine del III sec. e successivamente focolaio della dottrina monofisita; passa quindi sotto il dominio dei romani e poi dei parti. Nel 640 viene invasa dagli arabi. La dinastia locale dei Bagratidi assicura al paese una relativa prosperità (885-1079). 
Nei secoli X-XIV si sviluppa una scuola di architettura e di pittura murale. Dalla metà dell'XI sec. all'inizio del XV sec., la Grande Armenia è devastata dalle invasioni turche e mongole. Negli anni 1080-1375 la Piccola Armenia, creata in Cilicia da Rouben, sostiene le crociate nella loro lotta contro l'Islam. Quindi soccombe sotto i colpi dei mamelucchi. 
Nei secoli XIV-XVII gli ottomani sottomettono tutta l'Armenia, con la sola eccezione di qualche kanato annesso all'Iran e pongono gli armeni sotto l'autorità del patriarca armeno di Costantinopoli. Negli anni 1813-1828, i russi conquistano l'Armenia orientale. Nel 1915 il governo dei Giovani Turchi avvia un'azione di genocidio (1.500.000 vittime). 
Nel 1918 viene proclamata la Repubblica Indipendente di Armenia. Nel 1920, gli Alleati, si pronunciano per la creazione di una Grande Armenia (trattato di Sèvres, agosto), ma le truppe turche di Kémal e l'Armata Rossa occupano il paese. Nel 1922, la repubblica socialista sovietica, proclamata nel dicembre 1920 viene integrata nella federazione transcaucasica e nell'URSS. Nel 1936 diventa una repubblica federata. 
Nel 1988 gli armeni si ribellano e reclamano l'annessione del Karabakh alla repubblica di Armenia. I governi dell'URSS e dell'Azerbaigian si oppongono. I movimenti nazionalisti armeni vincono le prime elezioni repubblicane libere che si tengono nel 1990. L'anno successivo il Soviet Supremo proclama l'indipendenza del paese (settembre), che aderisce alla CSI. Viene eletto presidente della repubblica Levon Ter-Petrossian. 
Abitanti-3.750.000 
Superficie-29.800 km2 
Densità-126 ab./km2 
Capitale-Erevan 
Governo-Repubblica presidenziale 
Moneta-Dram 
Lingua-Armeno 
Religione-Ortodossa
armènide, agg. e sm. Di razza appartenente al ramo degli europoidi, simile a quella adriatica. È diffusa in Armenia, Afghanistan, Belucistan, Caucaso, Iran, e Asia minore.
Armèno Comune in provincia di Novara (2.166 ab., CAP 28011, TEL. 0322).
armèno, agg. e sm. agg. Relativo all'Armenia, stato dell'Asia Minore. 
sm. 1 Chi è nato, chi abita in Armenia. 2 Lingua della famiglia indoeuropea parlata dagli armeni.
armenòide, agg. e sm. Di razza armenide.
Arménto Comune in provincia di Potenza (946 ab., CAP 85010, TEL. 0971).
arménto, sm. Branco di grossi quadrupedi domestici da pascolo.
armerìa, sf. 1 Luogo dove si custodiscono le armi dei reparti militari. 2 Collezione di armi e i locali in cui si conservano. 3 Negozio che vende armi. 
  sf. 1 armoury. 2 (negozio) gun-shop.
armerìsta, sm. Repertorio in cui vengono elencate o riprodotte le armi o stemmi gentilizi. ~ stemmario.
Armida Tragedia in cinque atti di J. B. Lully, libretto di Ph. Quinault (Parigi, 1686). 
Armida 
Opera in cinque atti di Ch. W. Gluck, libretto di Ph. Quinault (Parigi, 1777).
armière, sm. 1 Chi fabbrica o vende armi. ~ armaiolo. 2 Aviere specialista addetto alle armi di bordo.
armìgero, agg. e sm. agg. Esperto di armi. ~ armato. 
sm. Uomo d'armi, soldato. ~ guerriero.
armìlla, sf. Bracciale portato, nell'antica Roma, come ornamento o come ricompensa militare.
armillàre, agg. A più anelli concentrici.
armillària, sf. Genere di Funghi della famiglia delle Agaricacee muniti di anello e aventi gambo e cappello sviluppati.
armillarièlla, sf. Genere di Funghi commestibili della famiglia delle Tricolomatacee a cui appartengono i chiodini.
armistiziàle, agg. Relativo all'armistizio; dell'armistizio.
armistìzio, sm. 1 Accordo per la sospensione delle ostilità tra belligeranti. ~ tregua. 2 Sospensione. ~ interruzione. 
  sm. armistice. 
  lat. armistitium.
àrmo, sm. Equipaggio di una imbarcazione da diporto o da regata.
Àrmo Comune in provincia d'Imperia (139 ab., CAP 18026, TEL. 0183).
armoire, sf. Armadio a specchio a un a sola anta, per camera da letto.
Armoises, Jeanne des (sec. XV) Avventuriera francese. Una delle false Giovanna d'Arco comparse dopo il 1431.
armonìa, sf. 1 Consonanza di suoni emessi da voci o strumenti che producono un effetto gradevole. ~ accordo. <> dissonanza. 2 Consonanza di idee; sintonia, intesa. ~ affiatamento. <> disaccordo. 3 Accordo di più elementi; equilibrio, simmetria. ~ proporzione. <> discordanza. 
  sf. harmony. 
  greco harmonìa accordo. 
In campo musicale è la disciplina che esamina gli accordi, la loro natura, forma, regolamentazione e successione. Fu G. Zarlino, nel XVI sec. nell'opera Institutioni harmoniche, a definire con criteri scientifici le basi dell'armonia tonale, rapportando la genesi degli accordi ai suoni euritmici. Antecedentemente il termine veniva usato in un significato più vasto e vago. 
Armonia prestabilita 
In campo filosofico, secondo gli insegnamenti di Leibniz, è la norma che regola l'universo, determinando l'intesa tra le attività delle monadi, le innumerevoli realtà semplici e indivisibili che costituiscono l'elemento ultimo delle cose.
Armonìa (mitologia) Nella mitologia, figlia di Ares e Afrodite e sposa del re di Tebe Cadmo. I doni di nozze, un peplo e una collana, portarono sfortuna ai discendenti, i Sette di Tebe.
armònica, sf. 1 Strumento musicale 2 Frequenza sonora. 
  sf. 1 harmonica. 2 (a bocca) mouth organ. 
In fisica frequenza secondaria multipla di un'altra frequenza (detta fondamentale). In acustica, vengono definite armoniche quelle frequenze che, unitamente alla fondamentale, generano il timbro di un suono. È proprio questa caratteristica che differenzia la sensazione sonora provocata dalla stessa nota, suonata con strumenti diversi. 
In musica nome di diversi strumenti musicali, tra i quali il più conosciuto è l'armonica a bocca, ideata da Buschmann nella sua veste moderna, costituita da una serie di piccole ance allineate libere che, vibrando in seguito alla corrente d'aria emessa dal fiato, producono suoni.
armonicaménte, avv. Con armonia. ~ armoniosamente.
armonicìsta, sm. e sf. 1 Sonatore di armonica. 2 Operaio specializzato nella costruzione di strumenti musicali a più voci.
armònico, agg. Conforme alle leggi dell'armonia. ~ armonioso. 
  agg. harmonic. 
In fisica è detto del movimento compiuto lungo il diametro di una circonferenza dalla proiezione di un punto che si muove lungo la circonferenza stessa (traiettoria) con velocità costante. 
In matematica si chiama progressione armonica la progressione in cui gli inversi degli elementi si trovano in progressione aritmetica; la somma dei termini della progressione armonica si chiama serie armonica.
armoniosaménte, avv. In modo armonioso. ~ melodiosamente.
armonióso, agg. 1 Che produce una piacevole armonia. ~ melodioso. <> stridente. 2 Proporzionato. ~ euritmico. <> squilibrato. 
  agg. harmonious.
armonìsta, sm. e sf. 1 Teorico o studioso di armonia. 2 Musicista che dà un'importanza predominante all'armonia.
armonìstica, sf. Studio che cerca di conciliare i passi evangelici relativi a uno stesso soggetto che sembrano contraddirsi.
armònium, sm. invar. Strumento a tastiera, con suono simile a quello dell'organo.
armonizzàre, v. v. tr. 1 Corredare di accordi una melodia. 2 Accordare, abbinare. ~ legare. <> contrastare. 
v. intr. pron. Essere in armonia. ~ fondersi. <> stridere. 
  v. tr. 1 to harmonize. 2 (colori) to match. v. intr. to match, to be in harmony.
armonizzazióne, sf. 1 L'armonizzare. 2 Proporzione tra le varie parti. 3 In musica, collocazione di una melodia su una base accordale.
Armòrica Denominazione della regione costiera della Francia compresa tra la Loira e la Senna, corrispondente alla Bretagna e alla Normandia.
armoricàno, agg. e sm. Dell'Armorica. 
Catena armoricana 
Parte occidentale della catena che va dall'Irlanda meridionale alla parte occidentale del Massiccio Centrale francese.
armòsta, sm. Governatore militare spartano che veniva posto a capo delle città alleate o sottomesse per proteggerle e sorvegliarle.
armòtomo, sm. Alluminosilicato idrato di bario, contenente potassio, del gruppo delle zeoliti.
Armstrong, Louis Daniel (New Orleans 1900-New York 1971) Detto Satchmo. Trombettista e cantante statunitense di jazz. Con gli Hot Five (poi Hot Seven) si affermò alla fine degli anni Venti. Dagli anni Trenta divenne artista internazionale; storiche le sue interpretazioni con Ella Fitzgerald.
Armstrong, Neil (Wapakoneta 1930) Astronauta statunitense, fu il primo uomo a sbarcare sulla Luna nella missione Apollo 11, il 21 luglio 1969. Assieme al collega Aldrin, era sbarcato sul nostro satellite naturale a bordo nel modulo lunare Aquila. Lasciata la NASA nel 1971, Armstrong è docente presso l'Università di Cincinnati.
Armùngia Comune in provincia di Cagliari (668 ab., CAP 09040, TEL. 070).
Arnad Comune in provincia di Aosta (1.311 ab., CAP 11020, TEL. 0125).
Arnàldo da Villanòva (1240 ca.-1311) Medico, alchimista e teologo catalano. Fu traduttore in latino di Avicenna e Galeno; in medicina sostenne la fusione di sistematica greca e araba e tradizione empirica occidentale.
Arnàra Comune in provincia di Frosinone (2.515 ab., CAP 03020, TEL. 0775).
Arnàsco Comune in provincia di Savona (477 ab., CAP 17032, TEL. 0182).
Arnauld, Antoine (Parigi 1612-Bruxelles 1694) Detto Le grand Arnauld. Filosofo e teologo francese. Dopo aver studiato teologia e diritto alla Sorbona in qualità di allievo di Jean Duvergier de Hauranne, teologo e abate di Saint-Cyran, ricevette gli ordini sacerdotali nel 1641. Seguace del movimento giansenista, iniziò la propria polemica con i gesuiti pubblicando il trattato Della comunione frequente (1643) e la proseguì nel 1644 con le Apologies de M. Jansénius e nel 1655 con le sue Lettres à un duc et pair, scritte in difesa di Giansenio. A causa della sua appartenenza alla comunità giansenista di Port-Royal, i gesuiti ottennero nel 1656 il suo allontanamento dalla Sorbona e, dopo la pubblicazione di Morale pratique des Jésuites représentés en plusieurs histoires arrivées dans toutes les parties du monde (1669), nel 1679 lo costrinsero a rifugiarsi prima in Olanda e poi in Belgio.
Arnault, Antoine-Vincent (Parigi 1766-Goderville, Le Havre 1834) Scrittore francese. Autore di tragedie, di ambientazione romana, che riscossero notevole successo durante la rivoluzione francese. Accademico di Francia. Tra le opere, Mario a Minturno (1791) e Lucrezia (1793).
Arndt, Ernst Moritz (Schoritz 1789-Bonn 1860) Scrittore. Tra le opere Spirito del tempo (1806-1818) e Canti (1808-1814).
Arnesàno Comune in provincia di Lecce (3.451 ab., CAP 73010, TEL. 0832).
arnése, sm. 1 Attrezzo, ferro. ~ utensile. 2 Ogni oggetto non meglio specificato. ~ affare. 
  sm. 1 implement, tool. 2 (da cucina) utensil. 3 (aggeggio generico) thing, gadget, contraption. 
  franc. antico hernois.
Arnheim, Rudolf (Berlino 1904-) Critico d'arte. Tra le opere Il film come arte (1938) e Arte e percezione visiva (1954).
Arnhem Città (133.000 ab.) dei Paesi Bassi, capoluogo della provincia della Gheldria.
Arnhem, Terra di Vasta penisola (81.000 km2) dell'Australia.
àrnia, sf. Cassetta utilizzata nell'allevamento delle api. ~ alveare. 
  sf. apiary, beehive.
àrnica, sf. Pianta erbacea (Arnica montana) delle Composite, perenne, che cresce spontanea sopra i 1.000 m su Alpi e Appennini settentrionali. Presenta capolini arancioni e foglie basali a rosetta. In farmacologia è usata come vasodilatatore.
Arnim, Achim von (Berlino 1781-Wiepersdorf 1831) Filologo. Tra le opere Cornucopia del fanciullo (con Clemens Brentano 1806-1808) e Isabella d'Egitto (1812).
Arnim, Bettina von (Francoforte 1785-Berlino 1859) Scrittrice tedesca. Sorella di Clemens von Brentano, andò sposa al poeta Ludwig Achim von Arnim nel 1811. Dopo la morte del marito (1832), si dedicò all'attività letteraria, componendo tre romanzi in forma epistolare, tra cui Carteggio di Goethe con una bimba (1835) ispiratole dalle relazioni intercorse tra il 1807 e il 1811 con J. W. Goethe. Altre due opere testimoniano la sua sensibilità per i problemi sociali: Questo libro appartiene al re (1843) e il Libro dei poveri (postumo). Collaboratrice del fratello e del marito, esercitò un'azione di stimolo nel movimento romantico tedesco, tanto da essere definita la Sibilla del romanticismo.
arnióne, sm. 1 Rene di animale. ~ rognone. 2 Inclusione mineraria solida tondeggiante che si trova negli strati di carbone, negli scisti prossimi al carbone o negli ammassi di minerali metalliferi.
Arno Fiume toscano (241 km) che scaturisce dal Monte Falterona, nell'Appennino Tosco Emiliano, scorre nel Casentino, nella Valdarno, bagna Firenze e Pisa e sfocia nel mar Tirreno. I suoi affluenti sono i fiumi Greve, Pesa, Elsa, Era, Sieve, Bisenzio. Nel 1966, il suo straripamento provocò l'alluvione che fece tanti danni alla città di Firenze.
Arnold, Matthew (Laleham 1822-Liverpool 1888) Critico letterario. Tra le opere Saggi critici (1865, 1888) e Cultura e anarchia (1869).
Arnòldi, Albèrto (sec. XIV) Scultore e architetto. Impegnato dal 1351 al 1358 nei lavori di finitura della cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e del relativo campanile. A lui sono attribuiti i bassorilievi dei Sacramenti collocati nel campanile. Mancano notizie della sua attività dopo la partenza da Firenze (1364).
Arnòlfo di Càmbio (Colle di Val d'Elsa 1245 circa-Firenze 1302) Scultore e architetto, fu discepolo di Nicola Pisano con cui collaborò alla creazione del pulpito del duomo di Siena (1266-1268) e nell'Arca di San Domenico di Bologna (1265-1267). Espresse la sua preferenza per i modelli classici realizzando imponenti e solenni figure, tra le quali si ricordano: il monumento di Carlo I d'Angiò (1277 circa, Roma, Musei Capitolini), il San Pietro in bronzo della basilica Vaticana, il Presepio che si trova in Santa Maria Maggiore a Roma e la tomba del cardinale de Braye (1282, Orvieto, San Domenico). Tra le opere a lui attribuite, i progetti per la basilica di Santa Croce (1295), per Santa Maria del Fiore (1296), palazzo della Signoria, detto anche palazzo Vecchio, (1299) e le sculture della Madonna col bambino e Natività del duomo a Firenze. Si tratta di opere dal ritmo equilibrato e dal linguaggio solenne e insieme umano, come il resto della sua produzione artistica.
Arnòlfo di Carìnzia (850 ca.-Ratisbona 899) Imperatore. Duca di Carinzia dall'880, figlio naturale di Carlomanno, fu incoronato re di Germania nell'888, alla morte di Carlo il Grosso. Grazie al suo coinvolgimento nelle vicende italiane di Guido da Spoleto, fu incoronato imperatore da papa Formoso nell'896. Tuttavia il suo regno durò poco più di tre anni, perché nell'899 fu ucciso da una malattia. Il suo regno, seppur breve, fu segnato dai primi conflitti con normanni e ungari, che minacciavano con le loro scorrerie l'intera Europa. Inoltre il suo intervento contro Berengario del Friuli segnò l'inizio dell'influenza dei re di Germania nella storia d'Italia.
Arnoux, Alexandre (Digne 1884-Boulogne-Billancourt, Hauts-de-Seine 1973) Scrittore francese. Dopo aver iniziato la propria carriera artistica come poeta, si dedicò a una feconda produzione di romanzi e di opere teatrali d'impronta classica. Autore di numerosi saggi e traduzioni, si dedicò anche alla sceneggiatura e alla critica cinematografica. Tra le sue opere, L'usignolo napoletano (1937), L'assedio di Siracusa (1962) e il melodramma L'amore delle tre melarance (1947).
Àrola Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (291 ab., CAP 28010, TEL. 0323).
Aròldo Nome di sovrani. 
Danimarca Aroldo I 
(-Frisia 852) Re di Danimarca, fu costretto nella guerra contro i figli del suo predecessore Goffredo, a chiedere aiuto e asilo all'imperatore Ludovico il Pio. Per ottenere il regno, si convertì e favorì l'evangelizzazione del suo stato. 
Aroldo II Dente Azzurro 
(910 ca.-986) Re di Danimarca dal 936 al 986, e dal 974 al 986 anche di Norvegia. In gioventù pirata secondo costume vichingo, in seguito si convertì insieme alla maggior parte del suo popolo al cristianesimo e nel 965 annesse al dominio danese la Norvegia. Dovette combattere il figlio ribelle Sven, e in questa lotta perì. 
Inghilterra Aroldo I 
(?-Oxford 1040) Figlio di Canuto il Grande fu re d'Inghilterra per tre anni, durante i quali lottò con il fratello Canuto III di Danimarca per il dominio sul regno. 
Aroldo II 
(1022-Hastings 1066) Re d'Inghilterra dal 1066. Conte di Wessex dal 1053, divenne re succedendo a Edoardo III il Confessore, ma dopo poco fu battuto e ucciso ad Hastings da Guglielmo il Conquistatore. 
Norvegia Aroldo I Bellachioma 
(850 ca.-933?) Fu il primo re di Norvegia dall'872 al 933 ca. Celebrato nelle saghe nordiche, ebbe il merito di unificare il paese e di estendere i domini norvegesi alle isole Shetland, alle Orcadi e alle Ebridi. 
Aroldo II Pelle grigia 
(930 ca.-980 ca.) Nipote di Aroldo I, divenne re nel 971 e morì assassinato in Danimarca. 
Aroldo III lo Spietato 
(1015?-Stamford Bridge 1066) Re di Norvegia dal 1047, tentò a lungo, ma invano, di conquistare la corona danese. 
Aroldo IV Gille 
(?-1136) Re dal 1130, fu ucciso da un pretendente al regno, Sigurd Slembe. 
Aroldo o Harald V 
(Oslo 1937-) Figlio di Olaf V, gli succedette come re di Norvegia dal 1991.
aròma, sm. 1 Sostanza odorosa di origine vegetale. 2 Profumo emanato da tali sostanze. ~ fragranza. 3 Profumo. ~ effluvio. <> puzzo. 
  sm. 1 (profumo) aroma, fragrance. 2 (cucina) spice, aromatic herb. 
  greco àroma.
aromaterapìa, sf. Uso terapeutico di essenze aromatiche e oli essenziali derivati dalle piante, consistente nella diffusione aerea di tali sostanze.
aromaticaménte, avv. In modo aromatico.
aromaticità, sf. La quantità maggiore o minore di un aroma propria di una sostanza o di un prodotto.
aromàtico, agg. Che ha un aroma; profumato. ~ odoroso. <> maleodorante. 
  agg. aromatic. 
Sono così chiamati i composti chimici la cui molecola è formata da una catena chiusa di atomi (anello benzoico). Si dicono omociclici se gli atomi sono tutti di carbonio, eterociclici se sono presenti anche atomi di azoto, zolfo od ossigeno. Sono utilizzati nei coloranti e nell'industria farmaceutica. Esistono sotto forma di acidi, idrocarburi, alcoli, aldeidi e chetoni.
aromatizzànte, sm. Sostanza naturale che si aggiunge a prodotti alimentari per renderli aromatici.
aromatizzàre, v. tr. Profumare con aromi. ~ speziare.
aromatizzazióne, sf. 1 L'aromatizzare. 2 In petrolchimica, procedimento chimico che trasforma un idrocarburo paraffinico o idroaromatico in aromatico.
Aromi di leggenda Opera di poesia di R. M. del Valle-Incl´n (1906).
Aron, Raymond (Parigi 1905-1983) Filosofo. Tra le opere Introduzione alla filosofia della storia (1938) e La società industriale (1962).
Aróna Comune in provincia di Novara (15.543 ab., CAP 28041, TEL. 0322). Centro industriale (prodotti meccanici) e turistico sul lago Maggiore. Vi si trova la statua in rame e bronzo chiamata San Carlone, dedicata a San Carlo Borromeo che qui nacque nel 1538. Gli abitanti sono detti Aronesi.
Arònne (sec. XIII a. C.) Personaggio biblico. Fratello maggiore di Mosè lo seguì nel deserto e sul Sinai. Cedette tuttavia alle richieste idolatre del popolo e concesse la fabbricazione del vitello d'oro e per questo non poté entrare nella terra promessa e perì nel deserto. Fu capostipite della tribù sacerdotale dei Levi.
Aròsio Comune in provincia di Como (4.271 ab., CAP 22060, TEL. 031).
Arp, Hans (Strasburgo 1887-Basilea 1966) Scultore e pittore tedesco. Tra le opere Ritratto di Tristan Tzara (1916, Ginevra, Musée d'Art et d'Histoire), Corona di gemme (1947, Venezia Collezione Guggenheim) e Pastore di nuvole (1949-1953, Caracas, Università).
àrpa, sf. Strumento musicale di antichissima origine orientale; nell'area sumero mesopotamica e presso gli egiziani, era già in uso fin dal 3000 a. C. Ha una struttura triangolare in cui sono comprese corde di diversa lunghezza, che si tendono tra una cassa armonica e una mensola. C. Monteverdi la inserì nell'orchestra nel XVII sec. L'arpa moderna, costruita da S. Erard nel 1812, consta di quarantasette corde e sette pedali che consentono di realizzare scale cromatiche con un'estensione di più di sei ottave. 
  sf. harp. 
  german. harpa.
Arpa birmana, L' Film drammatico, giapponese (1956). Regia di Kon Ichikawa. Interpreti: Shoy Tasui, Tatsuya Mihashi, Yunosyke Ito. Titolo originale: Biruma no tategoto
Arpa d'erba Romanzo di T. Capote (1951).
Arpad (?-907) Principe magiaro. Eroe nazionale ungherese, condusse il suo popolo dalle pianure sarmatiche dell'attuale Ungheria (896); fu fondatore della dinastia degli Arpadi, che regnò in Ungheria fino al 1301.

 

arpagóne, sm. 1 Ferro uncinato con il quale i vascelli si aggrappavano durante gli arrembaggi. 2 Persona avarissima, dal nome del protagonista della commedia di Molière.
Arpagóne Protagonista della commedia di Molière L'avaro (1668), di proverbiale avarizia.
Arpàia Comune in provincia di Benevento (1.754 ab., CAP 82012, TEL. 0823).
Arpaìse Comune in provincia di Benevento (885 ab., CAP 82010, TEL. 0824).
Àrpalo (sec. IV a. C.) Tesoriere di Alessandro Magno. Nel 324 rubò parte del tesoro e fuggì ad Atene: qui alcuni uomini politici tra cui Demostene lo aiutarono a riparare a Creta, e per questo furono accusati e processati per corruzione.
arpeggiaménto, sm. L'arpeggiare.
arpeggiàre, v. intr. Eseguire arpeggi sull'arpa o altri strumenti a corda.
arpeggiàto, agg. e sm. agg. Eseguito ad arpeggio. 
sm. Didascalia musicale che prescrive l'esecuzione di un accordo o di una serie di accordi ad arpeggio.
arpeggiatóre, sm. Sonatore di arpa.
arpéggio, sm. Far sentire gli accordi, uno dopo l'altro, tasteggiando qualunque strumento a corde. 
  sm. arpeggio.
arpése, sm. Gancio di ferro usata per tenere unite le pietre nelle costruzioni.
arpìa, sf. 1 Mostro favoloso. 2 Persona avara, bisbetica. ~ strega, megera. 
  sf. harpy. 
  greco Hàrpyiai arraffatrici. 
Nella mitologia, mostro con il viso di donna e il corpo di uccello. Le arpie avevano il compito di trascinare le anime dei morti nell'Ade; secondo Virgilio abitavano le isole Strofadi (Eneide).
arpinàte, agg. e sm. Di Arpino, cittadina laziale in provincia di Frosinone; abitante, nativo di Arpino.
Arpìno Comune in provincia di Frosinone (8.006 ab., CAP 03033, TEL. 0776).
Arpìno, Giovànni (Pola 1927-Torino 1987) Narratore e giornalista. Tra le opere, i romanzi La suora giovane (1959), L'ombra delle colline (1962, premio Strega), Randagio è l'eroe (1969, premio Campiello), Il buio e il miele (1969), Il fratello italiano (1980, premio Campiello). È autore anche di due libri di racconti (L'assalto al treno e altre storie, 1966 e Racconti di vent'anni, 1974) e della raccolta di poesie Il prezzo dell'oro (1958).
arpionàre, v. tr. Colpire con l'arpione. ~ fiocinare.
arpióne, sm. 1 Ferro, fissato nel muro, su cui girano le bandelle delle porte e delle finestre. 2 Ferro uncinato, infisso in una parete, per appendere qualcosa. 3 Organo delle macchine che serve per arrestare un altro elemento. 4 Arma usata nella caccia dei mammiferi acquatici e ai grossi pesci, costituita da un'asta terminante in un uncino. ~ fiocina. 5 Attrezzo a punta usato dagli alpinisti per afferrarsi al ghiaccio. ~ rampone. 
  sm. 1 harpoon. 2 (gancio) hook. 
  lat. harpigo,-onis.
arpionìsmo, sm. Meccanismo atto a permettere il movimento nel solo senso orario, impedendo quello in senso antiorario.
arpìsta, sm. e sf. Sonatore di arpa.
Arquà Petràrca Comune in provincia di Padova (1.947 ab., CAP 35032, TEL. 0429).
Arquà Polésine Comune in provincia di Rovigo (2.909 ab., CAP 45031, TEL. 0425).
Arquàta dél Trónto Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.644 ab., CAP 63043, TEL. 0736).
Arquàta Scrìvia Comune in provincia di Alessandria (6.121 ab., CAP 15061, TEL. 0143).
arquebuse, sm. Liquore digestivo fortemente aromatizzato.
àrra, sf. 1 Garanzia. ~ caparra. 2 Anticipazione, previsione.
Arrabal, Fernando (Melilla, Marocco 1933-) Drammaturgo francese. Tra le opere Il labirinto (1961) e Due opere (1972).
arrabattàrsi, v. intr. pron. Darsi da fare con scarsi risultati. ~ affannarsi. <> cincischiare. 
  v. intr. to do all one can.
arrabbiàre, v. v. intr. 1 Ammalarsi di rabbia, divenire idrofobo. 2 Andare in collera. 
v. intr. pron. Irritarsi violentemente; infuriarsi, incollerirsi, inalberarsi, indispettirsi, stizzirsi. ~ adirarsi. <> calmarsi. 
  v. intr. (cane) to be affected with rabies. v. intr. pron. (persona) to lose one's temper, to get angry; (fare arrabbiare) to make angry. 
  da a-+ deriv. da rabbia.
arrabbiàto, agg. 1 Affetto da rabbia. 2 Incollerito, adirato, furibondo. ~ infuriato. <> tranquillo. 3 Accanito. ~ ostinato. 
  agg. 1 (cane) with rabies, rabid. 2 (persona) angry, furious.
arrabbiatùra, sf. L'arrabbiarsi; rabbia. ~ collera. <> calma. 
  sf. rage.
arraffàre, v. tr. 1 Afferrare con violenza o in fretta. ~ abbrancare. 2 Portar via, rubare. ~ grattare. 
  v. tr. to seize, to snatch.
arraffóne, sm. Persona abile e furba nel sottrarre ad altri quanto sia di loro pertinenza, o sfruttare al volo l'occasione propizia per ottenere un utile a loro detrimento.
Arrah Città (125.000 ab.) dell'India, nello stato del Bihar. Capoluogo del distretto di Shahabad.
arrampicàrsi, v. intr. pron. 1 Salire aggrappandosi. ~ scalare. <> discendere. arrampicarsi sugli specchi, sostenere ragioni infondate, tentare una cosa impossibile. 2 Salire con fatica. le biciclette si arrampicarono sulla salita
  v. intr. pron. to climb up. 
  da a-+ rampare.
arrampicàta, sf. 1 L'arrampicarsi. 2 Salita, ascensione alpinistica su roccia o ghiaccio. ~ scalata.
arrampicatóre, sm. 1 Scalatore, alpinista, ciclista molto abile nelle salite. ~ rocciatore. 2 Chi cerca di raggiungere con ogni mezzo un'elevata posizione. ~ arrivista. 
  deriv. da arrampicare.
arrancàre, v. intr. 1 Procedere con fatica. ~ annaspare. 2 Affannarsi. ~ arrabattarsi. 
  v. intr. to hobble, to limp.
arrancàta, sf. Camminata o ascesa stressante.
arrandellàre, v. tr. 1 Colpire ripetutamente con un randello. 2 Scaraventare come si lancia un randello. 3 Legare stretto.
arrangiaménto, sm. 1 Accordo, intesa. ~ aggiustamento. giunsero infine a un arrangiamento ragionevole. 2 Rielaborazione di un tema musicale. ~ adattamento. arrangiamento rock della canzone. 
  deriv. da arrangiare.
arrangiàre, v. v. tr. 1 Aggiustare alla meglio. ~ rabberciare. 2 Dare una lezione. ~ sistemare, malmenare. 3 Mettere insieme. ~ rimediare. 
v. intr. pron. 1 Mettersi d'accordo. ~ intendersi. 2 Darsi da fare come si può. ~ industriarsi, destreggiarsi. 3 Tirare avanti. ~ vivacchiare. 
  v. tr. to arrange. v. intr. pron. to manage, to get by. 
  franc. (s')arranger, deriv. da rang rango.
arrangiatóre, sm. Chi fa arrangiamenti musicali.
arrapàre, v. v. tr. Eccitare sessualmente. 
v. rifl. Eccitarsi.
Arras Città della Francia (42.000 ab.) capoluogo del dipartimento di Pas-de-Valais. Situata a sud-ovest di Lilla, fu importante centro storico e capoluogo della contea di Artois dal XIII sec. È famosa per aver dato i natali a Robespierre nel 1758. Oggi è centro commerciale di prodotti agricoli (barbabietole e cereali) e sede di industrie alimentari, meccaniche e tessili. Conserva una pregevole abbazia (St. Vaast).
array In informatica è una struttura di dati composta da un insieme di componenti dello stesso tipo identificati con un nome unico e un indice progressivo.
Àrre Comune in provincia di Padova (1.977 ab., CAP 35020, TEL. 049).
arrecàre, v. tr. 1 Recare. ~ portare. 2 Causare. ~ provocare. <> impedire. 
  v. tr. 1 to bring. 2 (causare) to cause.
arredaménto, sm. 1 Il modo di arredare. 2 L'insieme dei mobili che arredano un ambiente. ~ mobilio. 
  sm. 1 furnishing. 2 (studio) interior design.
arredàre, v. tr. Fornire un ambiente di mobili, suppellettili. ~ ammobiliare. 
  v. tr. to furnish.
arredatóre, sm. Chi progetta un arredo e ne cura l'esecuzione. 
  sm. interior designer, interior decorator.
arrèdo, sm. 1 Insieme di oggetti che servono per arredare un locale. ~ arredamento. 2 Suppellettile. ~ addobbo. arredi sacri, paramenti utilizzati nel culto. 
  sm. pl. fittings. 
  deriv. da arredare.
arrembàggio, sm. Assalto. ~ abbordaggio.
arrembàre, v. v. tr. Andare all'arrembaggio. 
v. intr. Avanzare a fatica, trascinarsi a stento.
arrembàto, agg. 1 Di cavallo, colpito da arrembatura. 2 Di persona, che si trascina a stento, vistosamente malandata.
arrembatùra, sf. Difetto del piede del cavallo, causa di una tipica andatura strisciata e zoppicante.
arrendaménto, sm. Termine usato soprattutto nell'Italia meridionale per indicare un tributo. ~ gabella.
arrendatóre, sm. L'esattore o l'appaltatore degli arrendamenti nell'antico linguaggio burocratico napoletano.
arrèndere, v. v. tr. Consegnare al nemico. 
v. rifl. 1 Consegnarsi al nemico. 2 Darsi per vinto. ~ piegarsi. 3 Cedere. ~ flettersi.
arrèndersi, v. rifl. 1 Darsi vinto, cedere. ~ rinunciare. <> lottare. 2 Consegnarsi al nemico, deporre le armi. ~ capitolare. <> resistere. 
  v. rifl. to surrender. 
  da a-+ rendere.
arrendévole, agg. Che cede facilmente; flessibile, docile, conciliante. ~ accomodante. <> duro, irriducibile. 
  agg. docile, submissive.
arrendevolézza, sf. L'essere arrendevole.
arrendevolménte, avv. In modo arrendevole. ~ remissivamente.
arrenoblastòma, sm. Tumore maligno dell'ovaia che esplica un'azione virilizzante.
arréso, agg. e sm. 1 Che, chi si è arreso al nemico. 2 Che, chi non vuole più combattere.
arrestàre, v. v. tr. 1 Fermare, far smettere. ~ interrompere. 2 Trattenere in arresto dietro mandato dell'autorità giudiziaria. ~ catturare. <> rilasciare. 
v. rifl. 1 Fermarsi, bloccarsi. ~ sostare. <> partire. 2 Di meccanismo, incepparsi. ~ bloccarsi. <> funzionare. 
  v. tr. 1 (fermare) to halt, to stop. 2 (catturare) to arrest. v. rifl. to stop. 
  da a-+ deriv. da resta.
arrestàto, agg. e sm. Persona in stato di arresto. ~ incarcerato. <> liberato.
arrèsto, sm. 1 Provvedimento previsto dalla legge atto a limitare la libertà personale. ~ cattura. <> rilascio. 2 Arresto cardiaco, cessazione improvvisa dei battiti del cuore. 3 Fermata. ~ sosta. <> avvio. 
  sm. 1 (cessazione) stopping. 2 (fermata) halt, stop. 
In diritto penale è la pena prevista per le contravvenzioni alla legge; è distinta dalla reclusione che, invece, è la pena per i delitti. La sua durata varia da cinque giorni a tre anni ed è da scontare in appositi stabilimenti dei penitenziari. Se di breve durata, può essere condotta in semilibertà. Implica il dovere del lavoro diurno e l'isolamento notturno. L'arresto in flagranza è una forma istantanea di privazione della libertà personale. La minore o maggiore gravità del reato comporta l'obbligatorietà o meno dell'arresto in flagranza, che si compie contro chi è sorpreso dalla polizia a commettere un delitto. Gli arresti domiciliari sono concessi imponendo all'imputato di non allontanarsi dal proprio domicilio e di non comunicare con persone non coabitanti. 
Arresto cardio-respiratorio 
È caratterizzato dalla cessazione improvvisa delle funzioni circolatoria e respiratoria. Come conseguenza si determina una rapida e progressiva diminuzione dell'apporto di ossigeno ai tessuti, primo fra tutti il cervello. Le cause possono essere molteplici: ictus, annegamento, ostruzione delle vie aeree per corpo estraneo, infarto del miocardio, inalazione di fumi, traumi ecc. 
Il soggetto è privo di coscienza, non respira e non ha pulsazioni cardiache. La situazione è di pericolo estremo. In queste condizioni il soggetto, lasciato a sé andrebbe incontro a danni organici irreversibili fino alla morte. Ricordare che in situazioni di questo tipo è fondamentale agire con la massima tempestività. I risultati migliori si ottengono se si attuano le manovre rianimatorie nei primi minuti dall'evento. Infatti, già dopo 4 minuti dall'assenza di circolazione iniziano i primi danni alle strutture cerebrali (il cervello, per le sue caratteristiche intrinseche è il tessuto più sensibile alla diminuzione dell'apporto di ossigeno da parte del circolo sanguigno).
arretraménto, sm. Indietreggiamento. ~ retrocessione.
arretràre, v. v. tr. Collocare più indietro. 
v. intr. Tirarsi indietro; retrocedere. ~ indietreggiare. <> avanzare. 
  v. tr. e intr. to move back, to withdraw. 
  da a-+ deriv. da retro.
arretratézza, sf. Primitività di costumi e condizioni di vita, dovuta a un mancato o insufficiente sviluppo culturale. ~ sottosviluppo. <> progresso.
arretràto, agg. e sm. agg. 1Che si trova indietro. ~ retrostante. <> antistante. ha idee arretrate. 2 Sottosviluppato. <> progredito. 3 Anacronistico. ~ antiquato. <> attuale. 4 Copia di un giornale pubblicata in precedenza. 
sm. Pagamento non saldato alla scadenza. ~ credito. deve ancora riscuotere gli arretrati
  agg. 1 (indietro) behind. 2 (sottosviluppato) backward. 3 (numero di giornale) back number.
Arrhenius, Svante A. (Uppsala 1859-Stoccolma 1927) Chimico svedese. Studiò a fondo ed elaborò un'importante teoria sulla dissociazione elettrolitica, che gli fruttò il premio Nobel per la fisica nel 1903.
arricchiménto, sm. L'arricchire, l'arricchirsi. 2 Processo di concentrazione di una miscela per aumentare la quantità di una sostanza che vi è contenuta.
arricchìre, v. v. tr. 1 Far diventare ricco. 2 Impreziosire. ~ valorizzare. <> sguarnire. quell'esperienza lo arricchì. 3 Aumentare. ~ accrescere. <> diminuire. arricchire di ornamenti una stanza
v. intr. Diventare ricco. <> impoverire. c'è chi arricchisce in poco tempo
v. intr. pron. o rifl. Diventare ricco. <> impoverirsi. 
  v. tr. to enrich. v. intr. to get rich. 
  da a-+ deriv. da ricco.
arricchìto, agg. 1 Che dal nulla e in breve tempo si è creato una solida posizione finanziaria. 2 Che ha subito un processo di arricchimento. 
  agg. enriched.
arricciabùrro, sm. invar. Utensile da cucina che serve per preparare riccioli di burro.
arricciacapélli, sm. Arnese, usato un tempo, per arricciare e ondulare i capelli.
arricciaménto, sm. 1 Piegamento a riccio per lo più limitato alle estremità.
arricciàre, v. v. tr. 1 Piegare in forma di riccio. ~ ondulare. <> lisciare. arricciare i capelli. 2 Di fronte, increspare. ~ corrugare. <> distendere. 
v. intr. pron. Farsi riccio. i capelli si arricciano con l'umidità
  v. tr. to curl. v. intr. pron. to become curly. 
  da a-+ deriv. da riccio.
arricciàto, agg. e sm. agg. 1 Piegato a forma di riccio. ~ riccioluto. <> liscio. 2 Increspato. ~ corrugato. 
sm. Strato preparatorio di intonaco che si dà su un rustico.
arricciatùra, sf. 1 L'arricciare. 2 Insieme delle ondulazioni naturali presenti in una fibra tessile. 3 In edilizia, come arricciato
Arridèo (?-317 a. C.) Figlio deficiente di Filippo II (di Macedonia). Nel 323, alla morte di Alessandro Magno, fu proclamato re con il nome di Filippo III; fu in seguito assassinato da Olimpiade.
arrìdere, v. intr. Essere propizio, favorevole. <> contrastare.
arrière-pensée, sf. Pensiero inespresso, sottinteso, secondo fine, pensiero diverso da quello manifestato.
Arrieta, Rafael Alberto (Rauch, Buenos Aires 1889-Buenos Aires 1968) Poeta e critico argentino. Tra le opere le raccolte poetiche, Anima e momento (1910), Le notti d'oro (1917), Estate sulla sierra (1926), Tempo prigioniero (1947) e il saggi critico Studi su tre letterature (1940).
Arrìghi, Clètto (Milano 1830-1906) Giornalista. Tra le opere La scapigliatura e il 6 febbraio (1862).
arrìnga, sf. 1 Discorso pronunciato nel processo penale dal difensore dell'imputato o dalla parte civile. ~ requisitoria. 2 Predica. ~ filippica. 
  sf. harangue, address.
arringàre, v. tr. Rivolgere un'arringa a qualcuno.
arrischiàre, v. v. tr. Mettere a repentaglio. ~ azzardare. <> ponderare. 
v. rifl. Osare. ~ avventurarsi. 
  v. tr. to risk, to venture. v. rifl. to dare, to venture.
arrischiàto, agg. 1 Azzardato. ~ rischioso. <> sicuro. 2 Imprudente. ~ avventato. <> cauto. 
  agg. 1 risky. 2 (avventato) reckless, rash.
arrìso, agg. 1 Favorito. ~ aiutato. 2 Sollazzato ~ rallegrato.
Arriva John Doe Film commedia, americano (1941). Regia di Frank Capra. Interpreti: Gary Cooper, Barbara Stanwyck, Walter Brennan. Titolo originale: Meet John Doe
Arriva l'uomo del ghiaccio Dramma di E. O'Neill (1946).
Arriva un cavaliere libero e selvaggio Film western, americano (1979). Regia di Alan J. Pakula. Interpreti: James Caan, Jane Fonda, Jason Robards. Titolo originale: Comes a Horseman
Arrivabène, Giovànni (Mantova 1787-Roma 1881) Politico. Nel 1821 venne arrestato dagli austriaci e costretto all'esilio: visse così dal 1822 al 1859 tra Inghilterra e Belgio. Nominato senatore nel 1860, scrisse importanti Memorie (1879-1884).
arrivàre, v. intr. 1 Giungere a un luogo stabilito. ~ pervenire. <> partire. 2 Conquistare il successo. ~ Affermarsi. <> fallire. 3 Giungere a un determinato punto o livello. le spese arrivarono a centomila lire a testa. 4 Di evento, capitare. ~ succedere. 5 Spuntare. ~ piombare. 
non ci arrivo, non capisco; si è arrivato a dire, si è osato perfino. 
  v. intr. 1 to arrive. 2 (raggiungere) to reach. 3 (riuscire) to manage to do. 
  lat. arripare giungere a riva, comp. da ad-+ deriv. da ripa.
arrivàto, agg. e sm. agg. Che si è affermato. 
sm. Pervenu. 
  agg. successful.
arrivedérci, inter. e sm. inter. Formula di saluto usata nel congedarsi da qualcuno. ~ a presto, ciao. 
sm. Saluto che presuppone o auspica un nuovo incontro. 
  inter. goodbye.
arrivìsmo, sm. Atteggiamento di chi vuol raggiungere il successo a tutti i costi.
arrivìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi vuol raggiungere il successo a tutti i costi. ~ carrierista. 
  sm. e sf. social climber, careerist.
arrivìstico, agg. Caratterizzato da arrivismo.
arrìvo, sm. 1 Il raggiungimento della meta. ~ destinazione. 2 La merce di cui un negozio si è recentemente fornito. ~ novità. 3 Luogo dove termina una gara sportiva. ~ traguardo. 4 Comparsa. ~ venuta. <> partenza. 
  sm. 1 arrival. 2 (sport) finishing line, finish.
arroccaménto, sm. 1 L'arroccare, l'arroccarsi; chiudersi in sé stessi. 2 Nel gioco degli scacchi, l'arrocco. 3 Nella tecnica militare, linea di difesa parallela all'andamento del fronte.
arroccàre, v. v. tr. 1 Nel gioco degli scacchi procedere a un arrocco. 2 Muovere le truppe lungo le linee interne al fronte. 3 Mettere al riparo, al sicuro. 
v. rifl. Mettersi in una posizione ben protetta. ~ ripararsi, trincerarsi. <> effettuare una sortita, uscire.
arròcco, sm. Negli scacchi, spostamento simultaneo della torre e del re.
arrochiménto, sm. Raucedine. ~ affiochimento.
arrochìre, v. v. tr. Rendere roco. 
v. intr. Divenire roco.
arrochìto, agg. Fioco per raucedine o per la distanza. ~ rauco, roco. <> limpido, squillante. 
  agg. hoarse.
arrogànte, agg., sm. e sf. Che dimostra arroganza; insolente, presuntuoso. ~ sfrontato. <> gentile, modesto. 
  agg. arrogant.
arrogànza, sf. Atteggiamento arrogante e presuntuoso. ~ tracotanza. <> modestia. 
  sf. arrogance. 
  lat. arrogantia.
arrogàre, v. v. tr. Rivendicare qualcosa che non spetta. 
v. intr. pron. Attribuirsi, usurpare. ~ pretendere.
arrogazióne, sf. Nel diritto romano, adozione da parte di un pater familias di un altro pater familias che poneva quest'ultimo con i suoi figli e i suoi beni sotto la patria potestà del primo.
arrolàre e derivati => "arruolare e derivati"
arroncigliàre, v. tr. 1 Torcere, fasciare. ~ avvolgere. 2 Raggrinzire. ~ increspare. 3 Afferrare con il ronciglio.
arrondissement, sm. invar. Circoscrizione amministrativa della Francia.
Arróne Comune in provincia di Terni (2.748 ab., CAP 05031, TEL. 0744).
arronzàrsi, v. intr. pron. Darsi da fare. ~ affaccendarsi.
arrossaménto, sm. L'arrossare, l'arrossarsi. ~ infiammazione. 
  sm. reddening.
arrossàre, v. v. tr. Far diventare rosso. ~ imporporare. 
v. intr. pron. Diventare rosso. 
  v. tr. e intr. pron. to turn red, to redden.
arrossiménto, sm. Rossore.
arrossìre, v. intr. 1 Divenire rosso in volto. ~ avvampare. <> impallidire. 2 Vergognarsi. 
  v. intr. to blush, to flush, to turn red. 
  da a-+ deriv. da rosso.
arrostàre, v. v. tr. Agitare. 
v. rifl. 1 Difendersi agitando le mani. ~ ripararsi. 2 Agitarsi. ~ dimenarsi.
arrostìre, v. v. tr. Cuocere cibi a fuoco vivo. ~ rosolare. 
v. intr. pron. Prendere la tintarella. ~ abbronzarsi. 
  v. tr. 1 to toast, to roast. 2 (ai ferri) to grill.
arròsto, avv. e sm. avv. Mediante arrostimento. 
sm. Carne arrostita. 
  sm. roast.
arrotaménto, sm. Antico supplizio della ruota che consisteva nello spaccare le membra del condannato, nel legarlo ai raggi di una ruota e lì lasciarlo morire.
arrotàre, v. tr. 1 Rendere affilata una lama. ~ molare. <> smussare. arrotare un coltello. 2 Investire con un veicolo. 3 Digrignare i denti. 4 Levigare delle pietre. 
  v. tr. 1 to sharpen, to whet. 2 (investire) to run over. 
  da a-+ deriv. da ruota.
arrotatùra, sf. L'arrotare, l'essere arrotato.
arrotìno, sm. Chi per mestiere arrota lame e ferri taglienti. 
  sm. knife grinder.
arròto, sm. 1 Pubblico funzionario che viene chiamato a collaborare con un altro funzionario. 2 Nell'ordinamento comunale fiorentino, cittadino che veniva chiamato a concorrere all'elezione dei priori.
arrotolàre, v. v. tr. Avvolgere a rotolo. ~ appallottolare. <> srotolare. 
v. intr. pron. o rifl. Avvolgersi a forma di rotolo. ~ raggomitolarsi. <> allungarsi. 
  v. tr. e intr. pron. to roll up.
arrotondaménto, sm. 1 La curvatura di un qualsiasi oggetto, e il procedimento mediante il quale si ottiene. 2 Sostituzione di un numero con un altro approssimato per semplificare i conteggi in contabilità.
arrotondàre, v. v. tr. 1 Rendere più rotondo. ~ smussare. <> affilare. 2 Ridurre a cifra tonda; integrare con altri guadagni. • arrotonda lo stipendio facendo un secondo lavoro 3 Eseguire un arrotondamento numerico. 
v. intr. pron. 1 Diventare rotondo. il viso le si è arrotondato. 2 Ingrassare. 
  v. tr. 1 to round. 2 (stipendio) to add to. 3 (cifra) to round off. 
  da a-+ deriv. da rotondo.
arrovellaménto, sm. Contrarietà tormentosa e persistente.
arrovellàre, v. v. tr. Angustiare. ~ tormentare. 
v. rifl. 1 Tormentarsi. ~ rodersi. <> rilassarsi. 2 Accanirsi con puntiglio. 3 Lambiccarsi il cervello. ~ scervellarsi. 
  v. rifl. (il cervello) to rack one's brains.
arroventàre, v. tr. Rendere rovente. ~ infocare. <> gelare, raffreddare.
arroventatùra, sf. Il riscaldamento del ferro al fine di renderlo lavorabile.
arrovesciaménto, sm. Disposizione all'indietro o a rovescio. ~ capovolgimento.
arrovesciàre, v. v. tr. 1 Rivoltare, cambiare di verso. ~ rovesciare. 2 Lasciare cadere all'indietro. 
v. rifl. Abbandonarsi pesantemente, lasciarsi cadere riverso.
arrovèscio, avv. A rovescio.
Arrow, Kenneth J. (New York 1921-) Economista statunitense. Collaborò con F. Hahn alla realizzazione della formulazione rigorosa della teoria dell'equilibrio economico generale (Analisi generale della concorrenza, 1971) e alla conoscenza dei meccanismi di decisione collettiva. Fu insignito del premio Nobel nel 1972.
Arroyo del Rio, Carlos Alberto (Guayaquil 1894-1969) Presidente dell'Ecuador dal 1940 al 1944. Fu rovesciato da Velasco Ibarra nel 1944, in seguito agli insuccessi della guerra contro il Perú.
arruffapòpoli, sm. e sf. invar. Chi sobilla le masse per interesse proprio; sobillatore.
arruffàre, v. v. tr. 1 Mettere in disordine, scompigliare. ~ disordinare. <> riordinare. lo spavento gli arruffò il pelo. 2 Complicare, imbrogliare. ~ confondere. arruffare le idee. 3 Spettinare. ~ scarmigliare. <> pettinare. 
v. intr. pron. Divenire disordinato, scompigliato. gli si arruffarono le idee
  v. tr. to ruffle. 
  da a-+ deriv. da ruffa.
arruffàto, agg. 1 Scompigliato. ~ disordinato. <> ordinato. 2 Confuso. ~ intricato. 3 Spettinato. ~ scarmigliato. <> pettinato. 
  agg. ruffled, tousled.
arruffianàre, v. v. tr. 1 Irretire per conto di altri 2 Rendere più piacevole, impreziosire. ~ abbellire. 
v. rifl. Cercare la compiacenza degli altri in ogni modo.
arruffìo, sm. 1 L'arruffare. 2 Confusione, bolgia. ~ disordine.
arruffóne, sm. Persona confusionaria. ~ pasticcione. <> precisino.
arrugginiménto, sm. L'arrugginire, l'arrugginirsi, l'essere arrugginito.
arrugginìre, v. v. intr. Diventare rugginoso. 
v. intr. pron. 1 Prendere la ruggine. i metalli preziosi non si arrugginiscono. 2 Perdere l'agilità fisica o mentale. ~ intorpidirsi. 
  v. intr. e intr. pron. to rust. 
  da a-+ deriv. da ruggine.
arruolaménto, sm. L'arruolamento, l'arruolarsi, l'essere arruolato. ~ reclutamento. <> congedo.
arruolàre, v. v. tr. 1 Chiamare alle armi. ~ reclutare. <> congedare. 2 Assoldare. ~ ingaggiare. 
v. rifl. Entrare a far parte delle forze armate. 
  v. tr. to enlist, to recruit. v. rifl. to join up, to enlist.
Ars amatoria Opera di poesia di P. Ovidio Nasone (1 a. C.-1 d. C.).
Ars grammatica Opera di erudizione linguistica di E. Donato (fine IV sec.).
Ars magna Opera scientifica di G. Cardano (1545).
Arsàgo Sèprio Comune in provincia di Varese (4.106 ab., CAP 21010, TEL. 0331).
arsèlla, sf. Nome comune di Molluschi Bivalvi, soprattutto vongole.
Arsenal Denominazione di una squadra di calcio di Londra dalla quale ha preso il nome lo stadio londinese. Fu fondata da un gruppo di lavoratori dell'arsenale di Woolwich nel 1886.
arsenàle, sm. 1 Stabilimento militare (darsena, uffici, stabilimenti) che può essere destinato alla fabbricazione di armi e attrezzi per le truppe nonché alla costruzione e alla riparazione di navi da guerra. ~ darsena. 2 Deposito di armi. 3 Armamentario. ~ attrezzatura. 
  sm. 1 (militare) arsenal. 2 (cantiere navale) dockyard. 
In Italia esistono due grandi arsenali marittimi della marina militare, a Taranto (1889) e La Spezia (1869); più antico e famoso è quello di Venezia, che risale al 1104.
arsenalòtto, sm. 1 Operaio degli arsenali militari. 2 Anticamente, operaio veneziano dell'arsenale che costituiva la guardia del Doge.
arsènico, sm. Elemento chimico di simbolo As, numero atomico 33, peso atomico 74,92. È presente in natura allo stato libero o come composto. Delle varie forme allotropiche sotto cui di presenta, la più comune è l'arsenico grigio o metallico, di colore grigio ferro, romboedrico, peso specifico 5,72, a pressione ordinaria sublima, senza fondere, alla temperatura di 613 °C; è altamente tossico (valore limite di concentrazione in aria 0,5 mg/cm3) e tra le poche applicazioni che consente, si usa in piccole quantità in lega con il piombo, per indurirlo, o in lega con rame, stagno e antimonio per metalli da specchi, antifrizione e nel drogaggio del silicio e come conservante del legno. Allo stato puro, viene impiegato come semiconduttore; nei composti è usato soprattutto in agricoltura a formare erbicidi e pesticidi. 
  sm. arsenic. 
  lat. tardo arsenicum, dal greco arsenikòn.
Arsenico e vecchi merletti Film commedia, americano (1944). Regia di Frank Capra. Interpreti: Cary Grant, Jack Carson, Raymond Massey. Titolo originale: Arsenic and Old Lace 
Arsènio Lupin Ladro gentiluomo, personaggio di numerosi romanzi polizieschi della belle époque creato da M. Leblanc nel 1907.
arsenióso, agg. 1 Dell'acido H3AsO3. 2 Di anidride, l'anidride arseniosa, triossido di diarsenico.
arsenìti Seguaci del patriarca bizantino Arsenio che non riconobbero i successori che seguirono la sua deposizione (1266) fino alla deposizione del patriarca simoniaco Nifone (1315).
arseno- Prefisso indicante la presenza di arsenico in un composto organico o in una miscela.
ARSI Sigla di Associazione per la Ricerca Scientifica Italiana.
àrsi, sf. Termine metrico che, nell'antica Grecia, indicava un tempo debole del piede corrispondente al tempo in levare indicato dall'alzata del piede. Nell'antica Roma invece corrispondeva all'alzata della voce e quindi era un tempo forte.
Arsiè Comune in provincia di Belluno (2.920 ab., CAP 32030, TEL. 0439).
Arsièro Comune in provincia di Vicenza (3.320 ab., CAP 36011, TEL. 0445).
arsìna, sf. 1 Arseniuro di idrogeno. 2 Denominazione dei composti organici dell'arsenico trivalente ottenuti dall'arsina sostituendo degli idrogeni con gruppi organici.
arsióne, sf. 1 Arsura. ~ calore. 2 Ardore. ~ passione. 3 Aridità della gola. 4 Incendio.
Arsìta Comune in provincia di Teramo (1.061 ab., CAP 64031, TEL. 0861).
àrso, agg. Bruciato, secco. ~ inaridito. <> umido, fresco. 
  agg. burnt, dry. 
  lat. arsus, p.p. di ardere bruciare.
Àrsoli Comune in provincia di Roma (1.582 ab., CAP 00023, TEL. 0774).
arsùra, sf. 1 Calore insopportabile dell'atmosfera. ~ calura. <> frescura. 2 Sensazione di aridità nella gola. ~ sete. 
  sf. 1 burning heat, scorching heat. 2 (siccità) drought.
art director, loc. sost. m. invar. Il responsabile della parte tecnico-grafica in un ufficio o una agenzia di pubblicità.
Àrta Tèrme Comune in provincia di Udine (2.236 ab., CAP 33022, TEL. 0433).
Artafèrne (sec. VI-V a. C.) Satrapo della Lidia. Fratello del re persiano Dario I, respinse con moderazione la rivolta ionica del 499 e quindi introdusse riforme amministrative.
Artasèrse Nome di sovrani di Persia. 
Artaserse I Longimano 
(465-424 a. C.) Appartenente alla dinastia achemenide, figlio di Serse I e suo successore come re di Persia, lottò a lungo contro egizi e ateniesi; con questi ultimi nel 449 stipulò la pace di Callia. Accolse il fuggiasco Temistocle. 
Artaserse II Memnone 
(404-358 a. C.) Figlio di Dario II, gli succedette come re di Persia. Il fratello Ciro il Giovane, con l'aiuto di mercenari greci, si ribellò a lui, ma egli lo sconfisse nel 401 a Cunassa. Tra il 387 e il 386 stipulò con Sparta la pace di Antalcida. 
Artaserse III Oco 
(?-337 a. C.) Figlio di Artaserse II, gli succedette al trono di Persia. Nel 343, con l'aiuto dei greci comandati da Mentore da Rodi, riconquistò l'Egitto. Morì avvelenato.
artàto, agg. Forzato. ~ artificioso.
Artaud, Antonin (Marsiglia 1896-Ivry-sur-Seine 1948) Poeta, attore e regista francese. Trasferitosi a Parigi nel 1920, contribuì alla fondazione del Théâtre Alfred Jarry, e nel 1935 divenne direttore del Théâtre des Folies-Wagram, nel quale rappresentò il suo dramma I cenci. Tra le opere, le raccolte di versi Tric-trac del cielo (1922), Ombelico dei limbi (1925) e Il pesa-nervi (1927), il romanzo Eliogabalo o l'anarchico coronato (1934) e i saggi Viaggio nel paese dei Tarahumara (1937), Van Gogh, il suicida della società (1947), Per farla finita con il giudizio di Dio (1948) e Il teatro e il suo doppio (1938).
àrte, sf. 1 Attività umana volta alla ricerca del bello per creare opere attraverso forme, colori, parole o suoni. 2 Abilità, talento, maestria. ~ capacità. 3 Professione, mestiere. ~ lavoro. 4 Metodo. ~ tecnica. 5 Astuzia. ~ espediente. 
  sf. 1 art. 2 (destrezza) skill. 
  lat. ars, artis. 
È arte qualsiasi opera umana basata su conoscenza, capacità e genio individuali. In un senso più ristretto si parla di arte per le sole espressioni di alto valore estetico (arti figurative o belle arti: pittura, scultura e architettura). La parola in senso più generale si riferisce sia ad attività prettamente manuali (arti meccaniche), sia ad attività che implicano il lavoro dello spirito e dell'intelletto (arti liberali). Per i greci, fino all'epoca di Platone, l'arte (tékne) era sia l'artigianato sia tutte le attività fondate su tecnica, maestria e pratica esecutiva. Per i romani il termine ars rimanda al significato di attività con fini pratici.Aristotele provvide a ridimensionare il significato del termine, non facendovi rientrare le attività scientifiche. Nel medioevo, grammatica, retorica e dialettica rientravano nelle arti del trivio; aritmetica, geometria, musica e astronomia nelle arti del quadrivio; tutte insieme queste arti venivano indicate come liberali, non servili, contrapposte alle arti meccaniche, servili, dal carattere più tecnico che intellettuale. Con lo sviluppo di associazioni artigianali e di laboratori specializzati, si tracciarono con più precisione i confini tra l'artigianato di tipo artistico, proprio delle botteghe, e quello meno elevato dei cantieri. Nel XV sec. si distinsero le arti in maggiori e minori, senza però una rigida gerarchia. Il rinascimento dilatò i confini delle varie distinzioni tra i tipi di arte, ponendo però come principale scopo dell'espressione artistica la ricerca del bello e dell'equilibrio (formale ed estetico). Nel XVIII sec. le arti minori, artigianali, vennero scavalcate dalla fabbricazione industriale; in seguito al barocco si diffuse il concetto di arte bella, di un'arte cioè la cui aspirazione è il puro piacere. Il movimento Arts and Crafts nacque, insieme ad altri, con l'intento di passare oltre la distinzione tra arte bella e tecnica industriale, e avviare un modo nuovo di interpretare ed eseguire opere artistiche. Oggi per arte non si intende più una qualsiasi specie di attività ordinata in quanto questo significato è riassunto nella parola tecnica. Contemporaneamente le arti belle e i loro soggetti sono confluiti nel termine estetica.
Arte come artificio, L' Opera di critica letteraria di V. B. Sklovskij (1917).
Arte della fuga, L' Romanzo di G. Pontiggia (1968).
Arte della guerra, L' => "Dell'arte della guerra"
Arte di amare, L' Opera di psicologia di E. Fromm (1956).
Arte e percezione visiva Opera di critica d'arte di R. Arnheim (1962).
Arte medica Opera di medicina di Galeno (II sec.).
Arte poetica Saggio di N. Boileau (1674).
Arteaga, Esteban de (Moraleja de Coca, Segovia 1747-Parigi 1799) Gesuita spagnolo. Studioso di teoria musicale. Tra le opere, lavori filosofici, studi sulla poesia di origine europea e sulla musicale italiana, come Le rivoluzioni del teatro musicale italiano (1783-1785).
artefàre, v. tr. 1 Falsare con un artificio. 2 Contraffare. ~ mistificare.
artefàtto, agg. e sm. agg. 1 Fatto con artificio; artificiale, falso. ~ contraffatto. <> vero. 2 Finto. ~ innaturale. <> genuino. 
sm. cosa costruita dall'uomo, utile a qualche scopo
  agg. 1 artificial. 2 (cibo) adulterated.  sm. artifact
artéfice, sm. e sf. 1 Chi svolge un lavoro che richiede ingegno e abilità. ~ artista. 2 Autore, creatore. ~ esecutore. 
  sm. e sf. 1 craftsman, artisan. 2 (autore) author.
Artégna Comune in provincia di Udine (2.839 ab., CAP 33011, TEL. 0432).
artèmia, sf. Genere di Crostacei Branchiopodi di piccole dimensioni, dell'ordine degli Anostraci, privi di scudo dorsale.
Artèmide Divinità greca della caccia, figlia di Latona e Zeus, corrisponde alla dea Diana dei romani. Centri di culto erano diffusi nel Peloponneso (Arcadia, Sparta), dove era venerata come dea dei boschi e della fecondità della natura. Vergine e patrona della castità. Importante il santuario di Efeso a lei dedicato.
artemìsia, sf. Genere di piante erbacee (Artemisia) tra le quali le più note sono il dragoncello e l'assenzio. Presentano fiori in capolini e foglie aromatiche. Crescono specialmente in terreni aridi.
Artèna Comune in provincia di Roma (10.731 ab., CAP 00031, TEL. 06). Località sui colli Albani. Vi si trovano il palazzo Borghese e i resti di antiche mura. Gli abitanti sono detti Artenesi.
artèria, sf. 1 Canale membranoso ramificato, destinato a distribuire il sangue dal cuore alle diverse parti della periferia del corpo. 2 Importante via di comunicazione. ~ strada. 
  sf. artery. 
Nei Vertebrati a doppia circolazione le arterie hanno origine da due grossi tronchi arteriosi: l'arteria polmonare, che si distacca dal ventricolo cardiaco destro e costituisce, con le sue ramificazioni, il sistema arterioso del piccolo circolo, che porta sangue povero di ossigeno agli alveoli polmonari, e l'arteria aorta, che si distacca dal ventricolo sinistro e distribuisce le sue ramificazioni (grande circolo) in tutto il corpo apportando sangue ricco di ossigeno ai tessuti. L'elasticità e la struttura dei tre strati di tessuto connettivo (tunica interna, o endoteliale, tunica media, o muscolare, e tunica esterna) che formano le arterie consentono di sopportatre l'elevata pressione interna.
arteriectasìa, sf. Dilatazione di un'arteria.
arterioflebìte, sf. Processo infiammatorio che colpisce contemporaneamente un segmento arterioso e la vena corrispondente.
arteriografìa, sf. Esame radiologico di una sezione del circolo arterioso mediante l'immissione di un liquido di contrasto.
arteriola, sf. Termine medico che designa le arterie di diametro inferiore a 0,3 mm.
arteriopatìa, sf. Termine medico che designa i disturbi che colpiscono l'arteria.
arterioscleròsi, sf. Complesso di disordini delle arterie che provocano il loro graduale indurimento, la degenerazione e la diminuzione o la perditadi elasticità; la malattia più frequente è l'aterosclerosi, con formazione delle tipiche placche ateromatose nelle arterie muscolari grandi e medie (coronarie, carotidi, femorali) e nelle arterie elastiche (aorta). Può causare fibrosi e arteriopatia. Tra i fattori che portano all'insorgenza del disturbo vi sono l'ipertensione e la colesterolemia.
arterioscleròtico, agg. e sm. agg. Relativo all'arteriosclerosi. 
sm. Che, chi è affetto da arteriosclerosi.
arterióso, agg. Relativo alle arterie
arteriospasmo, sm. Contrazione della parete arteriosa.
arteriostenòsi, sf. Restringimento del lume di un'arteria.
arterioterapìa, sf. Introduzione di un medicamento nell'organismo per via intrarteriosa.
arteriotomìa, sf. Incisione della parete dell'arteria.
artesiàno, agg. Pozzo artificiale.
arteterapìa, sf. Terapia che si basa sull'uso di tecniche creative come pittura, scultura o disegno. Questa terapia può essere usata sia per sviluppare l'immaginario del paziente sia come strumento diagnostico nei confronti dei pazienti che presentano difficoltà di verbalizzazione.
àrti, sf. plur. Unioni medievali di artigiani, mercanti e lavoratori che esercitavano lo stesso mestiere. In epoca comunale la loro presenza e attività acquistò un ruolo sociale e politico di primaria importanza; le riforme attuate in epoca moderna hanno portato alla loro abolizione. In base al prestigio, a Firenze si distinsero in Arti Maggiori, costituite da grandi industriali e mercanti (giudici, notai, mercanti, cambiatori, medici e speziali, lanaioli, setaioli, pellicciai), e Arti Minori, costituite da professionisti e artigiani (calzolai, fabbri, maestri di pietre e legnami, fornai, tintori).
Artibonite Dipartimento (962.000 ab.) di Haiti, capoluogo Gonaïves. 
Artibonite 
Fiume (250 km) di Haiti, nell'isola di Hispaniola.
àrtico, agg. e sm. agg. Del Nord; della regione intorno al Polo Nord. ~ settentrionale, boreale. <> meridionale, australe. 
sm. Il polo Nord e la zona geografica circostante. <> antartico. 
  agg. e sm. Arctic.
Àrtico Americàno Arcipelago del Canada, costituito da isole artiche, pressoché corrispondente al distretto canadese di Franklin, nei Territori del Nord-Ovest.
Àrtico, mare o mare Glaciale Mare mediterraneo che dipende dall'oceano Atlantico; la sua superficie totale attorno al Polo è di oltre 14 milioni di km2, la profondità massima è di 5.450 m a nord delle isole Svalbard. È delimitato da parecchi mari costieri e insulari: mare di Barents, mar Bianco, mare di Kara, mare dei Laptev, della Siberia orientale, dei Cukci, di Beaufort, il Melville Sound, baia di Baffin, mare di Groenlandia. Comunica con l'oceano Atlantico grazie a una vasta area che si apre tra Norvegia e Groenlandia, e ai molti canali marittimi dell'Arcipelago canadese; comunica anche con l'oceano Pacifico attraverso lo stretto di Bering. La superficie, in seguito alle basse temperature (dovute alle correnti gelide) e alla bassa salinità (inferiore al 2%) è permanentemente ricoperta da uno strato ghiacciato (banchisa) il cui spessore varia tra i 2 e i 4 m.
articolàre, agg. e v. agg. Delle articolazioni del corpo. 
v. tr. 1 Muovere gli arti attorno alle articolazioni. 2 Pronunciare in modo chiaro e distinto. ~ scandire. mio figlio comincia ad articolare qualche parola. 3 Strutturare un discorso. ~ organizzare. 4 Suddividere, scindere. ~ frazionare. articolare una relazione in vari punti
v. rifl. e intr. pron. 1 Di parti del corpo, congiungersi in un'articolazione. 2 Distinguersi in parti. il discorso si articolò in tre parti
  v. tr. to articulate. 
  lat. articulare.
articolàto, agg. e sm. agg. 1 Detto di preposizione unita con un articolo; per esempio la preposizione articolata dello è composta da di + lo. 2 Flessibile, snodato. ~ snodabile. 3 Di discorso, ben congegnato. ~ strutturato. 4 Di pronuncia, distinto. ~ chiaro. 5 Complesso. <> semplice. 
sm. Autotreno. ~ tir.
articolazióne, sf. 1 Insieme delle parti che uniscono due o più ossa in modo tale che i segmenti del corpo abbiano un determinato grado di mobilità. 2 Collegamento mobile di due parti meccaniche continue. ~ giuntura. 3 Suddivisione. ~ scansione. 
  sf. 1 articulation. 2 (tecnica) joint. 
Le giunture si distinguono in diartrosi (mobili), sinartrosi (immobili) e anfiartrosi (semimobili). Nelle diartrosi, o articolazioni per contiguità, le superfici articolari con cui terminano le ossa sono rivestite di cartilagine ialina e sono collegate da un piccolo cordone fibroso, il legamento articolare. Un manicotto fibroso (capsula articolare) abbraccia le parti ossee contigue, assottigliandosi verso l'interno (membrana sinoviale). La sinovia è un liquido, prodotto dall'omonima membrana, che bagna la cavità articolare delimitata dalla cartilagine e dalla membrana sinoviale con lo scopo di ridurre l'attrito. Nelle sinartrosi, o articolazioni per continuità (quali le ossa craniche, pubiche ecc.), il tessuto congiungente è di vario tipo; se ossifica (sinostosi) le ossa divengono immobili. Nelle anfiartrosi le ossa sono connesse da un disco fibro cartilagineo.
articoléssa, sf. Articolo di giornale scritto in fretta oppure di poco interesse.
articolìsta, sm. e sf. Chi scrive articoli di giornale.
artìcolo, sm. 1 Parte variabile del discorso premessa al nome per determinarlo. 2 Scritto di vario argomento per un giornale o rivista. ~ servizio. l'articolo gli valse il premio Pulitzer. 3 Ogni suddivisione di un testo normativo. 4 Tipo di oggetto in vendita. ~ pezzo. articolo sanitario, sportivo. 5 Di legge, capitolo. ~ parte. 
  sm. article. 
  lat. articulus, da artus arto, membro.
Àrtide Complesso dei mari e delle terre localizzati attorno al Polo Nord, altrimenti detti regioni artiche, e convenzionalmente compresi entro il circolo polare artico oppure, secondo un'altra definizione, entro l'isoterma di 10 °C del mese più caldo e all'interno del 70° parallelo nord. Non si tratta di un continente a se stante, ma di terre aggregate ai continenti adiacenti; al settore euroasiatico appartengono la Lapponia settentrionale, le isole Jan Mayen e Svalbard (norvegesi), la Novaja e la Severnaja Zemlja, la Terra di Francesco Giuseppe, l'Arcipelago della Nuova Siberia, l'isola di Wrangel, la Siberia settentrionale (russa). Al settore americano appartengono la Groenlandia (danese), l'Isola maggiore, l'Arcipelago canadese e alcuni territori continentali del Canada settentrionale e dell'Alaska. Le temperature sono rigide durante tutto l'anno, con medie attorno ai-30 °C e con minime di-60/70 °C. Raramente la temperatura sale al di sopra dello zero. Le precipitazioni, piuttosto scarse, hanno in prevalenza carattere nevoso; i venti spirano forti e freddissimi. Il territorio è solcato dai tratti finali, gelati per buona parte dell'anno, di qualche grande fiume, come l'Ob, lo Jenisej e la Lena, nel settore asiatico, il Mackenzie, in quello americano. Molti i ghiacciai, in particolare in Groenlandia, che spesso si spaccano in giganteschi iceberg. La vegetazione è molto povera (tundra) e presenta solo specie di muschi e licheni; ricca e varia la fauna, rappresentata da Mammiferi (renne, orsi bianchi, foche, trichechi, ermellini, volpi azzurre ecc.), Uccelli, per lo più marini, Crostacei e Pesci. Il sottosuolo è ricco di giacimenti minerari (carbone in Siberia e nelle Svalbard; criolite e grafite in Groenlandia; petrolio, gas naturale, oro e minerali radioattivi nel settore americano; ferro in diverse zone di tutti i settori). La popolazione, assai limitata, è rappresentata da eschimesi (inuit), lapponi, iacuti, che vivono di caccia, pesca e allevamento di renne. I centri abitati stabilmente sono Nordvik in Siberia, Dundas e Thule in Groenlandia, Eureka nell'isola di Ellesmere (Canada), a 80° di latitudine nord. 
Esplorazioni. Il primo a esplorare l'Artide fu il greco Pitea di Marsiglia che, nel IV sec. a. C. toccò le terre settentrionali della Norvegia. Tuttavia solo nel XVI sec. si cominciò a esplorare le rotte più sicure per collegare i due oceani, Atlantico e Pacifico. Famosi esploratori e colonizzatori furono Erik il Rosso, il vichingo che colonizzò parte della Groenlandia meridionale, i veneziani Niccolò e Antonio Zeno, l'inglese M. Frobisher, che si spinse fino all'isola di Baffin (1576), l'olandese Barents (1596) che si spinse fino all'Isola degli orsi, Mackenzie, Bering (che diede il nome all'omonimo stretto), Ross (che scoprì il polo magnetico, Sverdrup, Amundsen, Nansen, Peary (il primo a raggiungere in slitta il Polo nel 1909), Luigi di Savoia (si spinse fino alla Terra di Francesco Giuseppe), Cagni, Nobile (che sorvolò il Polo con il dirigibile Italia). Svariate le imprese che si sono avvicendate negli anni scorsi, da quella del sottomarino nucleare Nautilus, che nel 1958 giunse al Polo dopo un viaggio condotto sotto la banchisa, alla prima traversata a piedi per opera di un gruppo britannico (1968-1969), alla marcia con la quale l'inglese D. Hemplemann-Adams raggiunse il Polo Nord magnetico (1984). 
  Arctic.
artière, sm. 1 Chi è dedito a un'arte; artigiano laborioso e intelligente. 2 Chi in una scuderia si occupa della cura dei cavalli.
artificiàle, agg. 1 Fatto, prodotto dall'uomo, non dalla natura. ~ sintetico. <> naturale. 2 Privo di spontaneità. ~ artificioso. <> autentico. 
  agg. artificial.
artificialménte, avv. In modo artificiale. ~ innaturalmente, artificiosamente.
artificière, sm. 1 Militare o tecnico civile addetto alla preparazione o alla custodia di esplosivi o al disinnesco di ordigni inesplosi. 2 Chi prepara fuochi d'artificio.
artifìcio, sm. 1 Uso dell'arte, maestria, abilità nell'operare. ha compiuto un lavoro di grande artificio. 2 Congegno che produce l'accensione della polvere da sparo. 3 Ricercatezza. ~ affettazione. 4 Accorgimento, trucco, espediente. ~ stratagemma. LOC. fu convinto solo grazie a diversi artifici
  sm. (espediente) artifice, trick, device. 
  lat. artificium, deriv. da artifex,-icis artefice.
artificiosaménte, avv. In modo artificioso; innaturalmente, macchinosamente, ingannevolmente. ~ artificialmente.
artificiosità, sf. L'essere artificioso. ~ innaturalità.
artificióso, agg. Privo di naturalezza e spontaneità; affettato, artefatto, studiato, innaturale. ~ forzato. <> naturale, genuino. 
  agg. artificial.
artifìzio e derivati => "artificio e derivati"
Artigas, José (Montevideo 1774-Asunción 1850) Generale uruguaiano. Considerato il fondatore della repubblica uruguaiana, combatté contro spagnoli e argentini per ottenere l'indipendenza della Banda Oriental, che divenne poi l'Uruguay.
artigianàle, agg. 1 Fatto a mano. <> industriale. 2 Alla buona. ~ sofisticato.
artigianàto, sm. 1 Attività con la quale si producono beni e servizi su scala individuale, familiare o in situazioni che impiegano un numero ridotto di lavoratori. 2 Ceto degli artigiani. 3 Il complesso dei prodotti fatti dagli artigiani. 
  sm. handicraft, craftsmanship. 
In età classica fu la sola forma di produzione, prosperò nel medioevo, quando si formarono le corporazioni di Arti e Mestieri. La lavorazione artigianale iniziò il suo declino dall'epoca della rivoluzione industriale: l'apparizione delle macchine, la grande industria, la produzione in serie, sostituirono il lavoro manuale. Oggi sopravvive, in particolare, l'artigianato di tipo artistico e locale; quello nel campo dei servizi e nei centri in cui lo sviluppo industriale è ai minimi livelli.
artigiàno, agg. e sm. agg. Relativo a lavorazione artigianale. 
sm. Chi esercita un'attività lavorativa a livello famigliare, o con un apporto limitato di operai, per la produzione di pezzi non di serie. 
  agg. artisan. sm. artisan, craftsman.
artigliàre, v. tr. Afferrare con gli artigli. ~ agguantare, arpionare.
artigliàto, agg. Dotato di artigli.
artiglière, sm. Soldato d'artiglieria.
artiglierìa, sf. Complesso delle armi da fuoco di grande calibro, non portatili, di cui è fornito un reparto. L'arma di artiglieria italiana, che discende dal Corpo reale d'artiglieria sabaudo (1774), è strutturata in reggimenti e gruppi. Quando in Europa iniziò a circolare la polvere da sparo (XIV sec.), si diffusero anche le prime armi pesanti che erano in ferro e di difficile maneggevolezza. Intorno alla metà del XV sec. il bronzo iniziò a essere impiegato per costruire le bocche da fuoco. Svolte significative si ebbero verso la metà del XIX sec., quando si diffuse la rigatura interna della canna, la retrocarica, l'impiego di proiettili cilindrico-ogivali e delle polveri infumi in sostituzione della polvere nera. Il bronzo fu abbandonato e sostituito da leghe di acciaio speciali (nichel e cromo) per donare al metallo duttilità e resistenza alla corrosione. La costruzione di cannoni a grande gittata risale agli inizi del XX sec. La seconda guerra mondiale fu l'occasione per accentuare gli studi e le ricerche; si svilupparono artiglierie contraeree e controcarro e si costruirono strutture, montate di solito su automezzi, in grado di lanciare molti proiettili razzo per riuscire ad avere una grande massa di fuoco. Gli studi per migliorare le armi convenzionali sono continuati ma, dopo la guerra, i risultati di maggior risalto sono stati ottenuti con le armi atomiche (bombe nucleari). 
  sf. artillery.
artìglio, sm. Unghia adunca di animali predatori. ~ grinfia. 
  sm. 1 slaw. 2 (di uccello rapace) talon.
Artiodàttili Ordine di Mammiferi, detti anche Paradigitati, il cui carattere distintivo è dato dalla presenza di dita che sono sempre in numero pari (due o quattro). Il terzo e quarto dito sono particolarmente sviluppati (zoccoli). L'unica eccezione è quella dei Taiassuidi che presentano negli arti posteriori solo tre dita utili. Sono unguligradi, eccetto i cammelli che sono digitigradi. La dentatura può essere completa o incompleta, nel primo caso è formata da quarantaquattro denti. Sono animali dal regime alimentare erbivoro; la loro presenza risale agli inizi del Terziario. Gli Artiodattili sono ripartiti nei sottordini dei Suiformi, di cui fanno parte ippopotami, cinghiali, facoceri, babirussa, e Ruminanti, che comprendono tra gli altri cammelli, lama, cervi, renne, giraffe, ovini, bovini.
artìsta, sm. e sf. 1 Chi si dedica ed esercita abitualmente a un'arte. 2 Chi è abilissimo in un'attività. ~ virtuoso. è un artista dello sci. 3 Chi si esibisce in spettacoli. 3 Chi ha un forte senso dell'arte pur non esercitandola direttamente. sensibilità da artista
  sm. e sf. artist. 
  lat. artista maestro in arte, deriv. dal lat. ars, artis arte.
artisticaménte, avv. 1 Dal punto di vista artistico. 2 In modo artistico. ~ elegantemente, raffinatamente. <> rozzamente.
artìstico, agg. 1 Che riguarda l'arte, che è fatto con arte. ~ raffinato. <> grossolano. 2 Di film, d'autore. <> commerciale. 
  agg. artistic, artistical.
àrto, agg. e sm. agg. Angusto. ~ stretto. 
sm. Membro articolato del corpo. ~ braccio, gamba. 
  sm. (anat.) limb. 
  lat. artus,-us.
artocàrpo, sm. Genere di piante arboree della famiglia delle Moracee, originarie delle isole della Sonda, a cui appartiene l'albero del pane.
Artógne Comune in provincia di Brescia (2.982 ab., CAP 25040, TEL. 0364).
Artois Regione storica della Francia che oggi fa parte del dipartimento di Pas-de-Calais. Situata a nord, tra la Manica, la Piccardia e le Fiandre, fu dapprima nel regno francese poi divenne contea indipendente (1237). Nel 1384 passò sotto il dominio dei duchi di Borgogna e quindi fu dominata dagli Asburgo (1493). Con la pace dei Pirenei la regione ritornò definitivamente alla Francia (1659).
Artom, Alessàndro (Asti 1867-Roma 1927) Ingegnere e fisico. Dopo gli studi al Politecnico di Torino, divenne l'assistente di Galileo Ferraris e fondò, presso lo stesso Politecnico, l'Istituto superiore di comunicazioni elettriche. Le sue ricerche nel campo della direzionalità delle onde radio furono fondamentali per l'invenzione del radiogoniometro.
artralgìa, sf. Dolore di origine articolare.
artrectomìa, sf. Operazione chirurgica effettuata a seguito di un'artropatia.
artridìte, sf. Termine medico che designa le lesioni cutanee che compaiono insieme all'artrite.
artrìte, sf. Processo infiammatorio a carico dei tessuti molli delle articolazioni del corpo umano causato da infezione. Sono dovute all'azione di microrganismi che possono introdursi dall'esterno, attraverso ferite, oppure possono giungere all'articolazione colpita per via circolatoria sanguigna provenendo da un altro punto di infezione. Possono essere suddivise in artriti acute e artriti croniche. Le prime, assai diffuse, sono per lo più causate da batteri piogeni e provocano gonfiore e rigidità di movimento; le seconde includono forme aspecifiche degenerative che costituiscono il processo evolutivo dell'artrite acuta, e forme specifiche, più frequenti, quali quelle da brucellosi, tubercolosi, sifilide ecc. 
  sf. arthritis. 
Artrite reumatoide 
Infiammazione cronica a carico del tessuto connettivo, di causa ancora sconosciuta, che può interessare anche il sistema nervoso, l'apparato respiratorio, l'apparato cardiocircolatorio e il sangue.
artrìtico, agg. e sm. agg. Relativo ad artrite. 
sm. Che, chi è affetto da artrite. 
  agg. arthritic.
artro- Primo elemento di parole composte. 
  dal greco árthron articolazione.
artrocèntesi, sf. Estrazione di liquido intrarticolare mediante un ago.
artrocondrìte, sf. Infiammazione della cartilagine articolare.
artròdesi, sf. Anchilosi di un'articolazione ottenuta con un intervento chirurgico.
artrodinìa, sf. Dolore articolare continuo.
artrofìto, sm. Formazione patologica intrarticolare.
artrografìa, sf. Esame radiologico di un'articolazione mediante l'immissione di un mezzo di contrasto.
artrolìsi, sf. Intervento chirurgico volto a correggere l'irrigidimento articolare.
artrologìa, sf. Branca dell'anatomia che studia le articolazioni.
artromalacìa, sf. Sindrome caratterizzata da scarsa elasticità dei legamenti.
artropatìa, sf. Stato morboso dell'articolazione.
artroplàstica, sf. Ricostruzione mediante intervento chirurgico di un'articolazione danneggiata da una patologia.
Artròpodi Nella classificazione del regno animale è il tipo più vasto, che conta più di 850.000 specie, nel sottoregno dei Metazoi. Suddiviso nelle classi dei Crostacei, dei Merostomi, degli Aracnidi, dei Picnogonidi, dei Miriapodi, dei Chilopodi e degli Insetti, riunisce animali di caratteristiche assai diverse: basti pensare agli Insetti, unico esempio di invertebrati volanti. Il corpo è rivestito da uno strato di chitina e diviso in segmenti differenziati fra loro e dotati di appendici o zampe per la locomozione; non potendosi accrescere a causa dello scheletro esterno di chitina, gli Artropodi sono soggetti a mute a mano a mano che l'animale cresce di dimensioni con l'età.
artròrisi, sf. Intervento che fissa un'articolazione mediante un incastro osseo.
artroscopìa, sf. Esame diretto del cavo articolare. Viene praticata introducendo un sottilissimo endoscopio a fibre ottiche nello spazio articolare, che permette di osservare direttamente le strutture dell'articolazione stessa. È utilizzata principalmente come strumento diagnostico nei casi di lesione delle articolazioni principali (ginocchio e spalla). Nel caso particolare di malattie del menisco, l'artroscopia viene usata sia come metodo di indagine che come strumento terapeutico.
artròsi, sf. (osteoartrite) Malattia a carico delle articolazioni, soprattutto della colonna vertebrale e delle ginocchia, che colpisce la cartilagine, provocando lesioni degenerative della stessa (osteofiti). È propria dell'età avanzata (colpisce circa l'80% delle persone con più di 65 anni), ma può interessare anche soggetti relativamente più giovani, e si manifesta con una notevole riduzione della funzionalità dell'articolazione anche in seguito a traumi, obesità, menopausa e disturbi circolatori. L'artrosi è inizialmente caratterizzata da dolori lievi, più frequenti nelle ore che seguono il risveglio e in quelle che precedono il riposo. I sintomi si acuiscono con il progredire della malattia, provocando sofferenza ininterrotta e riduzione o inibizione delle capacità motorie. Le terapie variano in relazione all'articolazione interessata e allo stadio raggiunto dalla patologia. I casi più lievi possono trarre giovamento da fisiochinesiterapia e assunzione di farmaci antinfiammatori e analgesici; in quelli più gravi, quando la malattia si trova in uno stadio molto avanzato, può essere necessario ricorrere all'intervento chirurgico, sostituendo una protesi all'articolazione danneggiata. 
  sf. arthrosis.
artrosinovìte, sf. Infiammazione della membrana sinoviale dell'articolazione.
Artù Eroe leggendario capo della vittoriosa resistenza dei celti contro gli anglosassoni alla fine del V sec. 
Ciclo di Artù 
Poemi e romanzi in cui re Artù è il protagonista, circondato dai cavalieri della Tavola rotonda (Lancillotto, Parsifal, Ivano). Risalgono al XIII sec. e sono l'esempio tipico della letteratura cavalleresca del periodo.
Artùro Stella luminosissima della costellazione di Boote, al quinto posto come luminosità in tutto il cielo; ha una magnitudine 0,2. Ha un moto proprio molto ampio ed è di colore giallo arancione.
Artùsi, Pellegrìno (Forlimpopoli 1820-Firenze 1911) Celebre gastronomo. Scrisse La scienza in cucina o l'arte del mangiar bene (1891).
Arua Distretto (461.000 ab.) dell'Uganda, capoluogo Arua.
Aruba Isola del Mar delle Antille, a nord del Venezuela (193 km2, 62.000 ab.), separatasi nel 1986 dalle Antille Olandesi. La capitale è Oranjestad (20.000 ab.). L'attività principale è costituita dal turismo.
arum, sm. Genere di piante europee della famiglia delle Aracee.
Arunachal Pradesh Stato (859.000 ab.) dell'India, capoluogo Itanagar.
Arusha Città (55.000 ab.) della Tanzania, capoluogo della regione omonima.
arùspice, sm. Presso etruschi e romani, sacerdote che esaminando le viscere degli animali sacrificati prediceva il futuro.
aruspicìna, sf. Parte dell'antica dottrina divinatoria etrusca, riguardante l'interpretazione di fenomeni naturali e l'esame delle viscere delle vittime immolate.
Arussi Regione (1.861.000 ab.) dell'Etiopia, capoluogo Aselle.
Aruwimi Fiume (1.300 km) dello Zaire. Nasce dai monti Azzurri e confluisce nel fiume Congo.
arvàle, sm. Nell'antica Roma, ciascuno dei dodici membri del collegio sacerdotale addetto al culto della dea Dia e a cerimonie di carattere agreste.
arvìcola, sf. Genere (Arvicola) di Mammiferi roditori, simili al topo, ascritto alla famiglia dei Cricetidi, definiti anche campagnoli. Tra gli altri, appartiene a questa specie l'arvicola terrestre (Arvicola terrestris), o ratto d'acqua, diffusa prevalentemente nei pressi di corsi d'acqua e dannosa per le coltivazioni.
Arvier Comune in provincia di Aosta (770 ab., CAP 11011, TEL. 0165).
Àrvo Fiume della Calabria. Nasce dalla Sila e alimenta il lago artificiale omonimo.
Arzachèna Comune in provincia di Sassari (9.435 ab., CAP 07021, TEL. 0789).
Arzàgo d'Àdda Comune in provincia di Bergamo (1.828 ab., CAP 24040, TEL. 0363).
Àrzana Comune in provincia di Nuoro (2.940 ab., CAP 08040, TEL. 0782).
Arzàno Comune in provincia di Napoli (40.098 ab., CAP 80022, TEL. 081).
Àrzene Comune in provincia di Pordenone (1.520 ab., CAP 33090, TEL. 0434).
Arzergrànde Comune in provincia di Padova (4.040 ab., CAP 35020, TEL. 049).
Arzignàno Comune in provincia di Vicenza (21.107 ab., CAP 36071, TEL. 0444). Centro commerciale (mercato di pelli) e industriale (prodotti conciari). Gli abitanti sono detti Arzignanesi.
arzigogolàre, v. intr. 1 Fare arzigogoli, lavorare d'immaginazione; fantasticare. ~ almanaccare. 2 Fare discorsi astrusi. ~ cavillare.
arzigogolàto, agg. Ricercato, elaborato, complicato. ~ contorto. <> lineare.
arzigògolo, sm. 1 Fantasticheria. ~ cavillo. 2 Trovata ingegnosa. ~ espediente.
arzìllo, agg. Vivace, vitale. ~ vispo. <> fiacco. 
  agg. lively, sprightly.
As Simbolo chimico dell'arsenico. 
AS 
Sigla di Altezza Serenissima. 
AS 
In informatica è la sigla di Autonomous System (sistema autonomo). Indica una porzione di Internet posta sotto il controllo di un singolo gruppo amministrativo (impresa commerciale o istituzione scolastica).
ASA Sigla di American Standards Association (associazione americana per la standardizzazione).
asado carne cotta lentamente alla maniera dei Gauchos argentini (infilzata in spiedi o distesa su grate inclinate leggermente rispetto alla verticale in modo che il grasso non caschi sul fuoco - generato da legna particolare che produca poca fiamma - o sulla brace, ma bagni la carne durante la cottura; si usano grandi pezzi; particolarmente usata è la scaramella, o biancostato di pancia); &grave; particolarmente usata (specie in sagre di paese) anche in Liguria, dove è stata importata nel XX secolo da persone rientrate nei paesi di origine dopo anni di emigrazione in Argentina.
Asahi Monte (2.290 m) del Giappone. Il più elevato dell'isola di Hokkaido.
Asahikawa Città (359.000 ab.) del Giappone, nell'isola di Hokkaido.
Asama Vulcano (2.542 m) del Giappone, nell'isola di Honshu.
Asansol Città (365.000 ab.) dell'India, nel Bengala Occidentale.
ASAP Sigla di Associazione Sindacale per le Aziende Petrolchimiche.
asbèsto, sm. Sostanza minerale fibrosa flessibile e inalterabile al fuoco. ~ amianto.
asbestòsi, sf. Malattia polmonare originata dall'inalazione prolungata di polvere di amianto. Caratterizzata da fibrosi polmonare, ha come sintomi tosse, dispnea e insufficienza respiratoria. Il paziente affetto da asbestosi è fortemente esposto al rischio di tumori pleurici e di carcinomi polmonari.
asbùrgico, agg. Degli Asburgo, dell'impero degli Asburgo.
Asbùrgo (dinastia) Dinastia di probabili origini alsaziane, il cui nome deriva dal castello svizzero di Habichtsburg; iniziata da Werner II (morto nel 1096), la casata era già famosa e autorevole nel XIII sec. Regnò su Austria, Ungheria, Boemia e Spagna; ebbe possedimenti italiani (linea di Toscana e di Asburgo d'Este) e la corona imperiale. Werner, il primo conte di Habsburg e capostipite della casata, ricevette il titolo nel 1082. 
Rodolfo IV, duca d'Austria, divenne, per primo, re e poi imperatore della Germania (1273); incorporò sotto il dominio della casa i territori di Lucerna, Zug, Unterwalden, Friburgo, Boemia, Austria e Stiria. 
Federico, figlio di Ernesto duca di Stiria, divenuto imperatore con il nome di Federico III (1452-1493), unificò i vari possedimenti distribuiti tra i due rami in cui era divisa la casata, albertino e leopoldino; con lui gli Asburgo acquistarono il titolo di arciduchi (1453). 
Massimiliano I (1493-1519) sposò Maria, erede del duca di Borgogna, estendendo così il potere anche sui Paesi Bassi. 
Filippo il Bello, figlio di Massimiliano I e nipote di Federico III, sposò Giovanna la Pazza d'Aragona e di Castiglia nel 1504, erede della corona spagnola. 
Carlo V, figlio di Filippo il Bello, ereditò i territori asburgici e quelli spagnoli, europei e americani, dando origine a un impero vastissimo, il più grande di tutta la storia della dinastia degli Asburgo. Carlo V, abdicando nel 1556, lasciò Austria e impero al fratello Ferdinando, Spagna e gli altri possedimenti al figlio Filippo II. Il ramo spagnolo si spense nel XVIII sec. con Carlo II (1665-1700); quello austriaco proseguì con le nozze tra Maria Teresa e Francesco Stefano di Lorena (1736), con il nome di Asburgo-Lorena; si estinse con Carlo I che abdicò nel 1819. I rami laterali della dinastia sono costituiti dalla linea di Toscana (iniziata da Ferdinando III, granduca), di Modena (iniziata da Ferdinando Carlo di Brisgovia, linea Asburgo-Este) e ducale di Teschen.
Asbùrgo (duchi) Casata di duchi austriaci. 
Asburgo, Alberto d' 
(Wiener Neustadt 1599-Bruxelles 1621) Arciduca d'Austria. Figlio di Massimiliano II, sposò Isabella di Spagna e divenne governatore dei Paesi Bassi. Conclusa una tregua con i protestanti, nel 1609 occupò Ostenda. 
Asburgo, Alberto d' 
(Vienna 1817-Arco 1895) Arciduca d'Austria. Nel 1866, durante la guerra contro Prussia e Italia, sconfisse gli italiani a Custoza. 
Asburgo, Carlo Luigi Giovanni d' 
(Firenze 1771-Vienna 1847) Arciduca d'Austria e duca di Teschen. Figlio dell'imperatore Leopoldo II, fu governatore dei Paesi Bassi; sconfisse Napoleone ad Aspern ma venne da lui battuto a Wagram nel 1809. 
Asburgo, Ranieri Giuseppe d' 
(Pisa 1783-Bolzano 1853) Arciduca d'Austria e viceré del Lombardo-Veneto dal 1818 al 1848. Figlio di Pietro Leopoldo granduca di Toscana, fu padre di Adelaide, che sposò Vittorio Emanuele II. 
Asburgo, Rodolfo d' 
(Vienna 1858-Mayerling 1889) Arciduca d'Austria. Erede unico di Francesco Giuseppe, fu allontanato da corte per le sue idee radicali e filofrancesi. Essendosi compromesso con l'opposizione liberale ungherese, finì per suicidarsi con l'amante Maria Vetzera a Mayerling. 
Asburgo, Francesco Ferdinando d' 
(Graz 1863-Serajevo 1914) Arciduca ereditario d'Austria dal 1896. Nipote di Francesco Giuseppe, venne assassinato il 28 giugno 1914 a Sarajevo, atto che si rivelò innesco della prima guerra mondiale.
Asbùrgo, Stéfano Vittòrio d' (Buda 1817-Mentone 1867) Palatino d'Ungheria dal 1847 al 1848, divenne arciduca d'Austria. Formò il primo consiglio dei ministri ungherese con a capo Batthyány.
ASCA Sigla di Agenzia Stampa Cattolica Associata.
Ascànio Nella mitologia, figlio di Enea detto anche Iulo, dopo la caduta di Troia seguì il padre in Italia, fondò Alba Longa e fu capostipite della gens Iulia.
Ascàri, Albèrto (Milano 1918-Monza 1955) Pilota automobilistico. Con la Ferrari fu campione mondiale della Formula 1 nel 1952 e 1953. Nella sua attività agonistica, conquistò 50 vittorie. Morì in seguito a un incidente avvenuto all'autodromo di Monza.
Ascàri, Antònio (Sorgà, Verona 1888-Monthléry 1925) Corridore automobilistico italiano. Iniziò la propria carriera di pilota automobilistico nel 1911, partecipando alla Sei Giorni di Modena con una vettura De Vecchi. Passò quindi alla Fiat e successivamente all'Alfa Romeo, trionfando in numerose competizioni, come il Gran Premio d'Italia del 1924 a Monza e il Gran Premio d'Europa del 1925 a Spa. Perse la vita in un incidente mentre correva al Gran Premio di Francia a Monthléry.
àscari, o àscaro, sm. Soldato indigeno delle truppe coloniali italiane arruolato in Eritrea, in Arabia meridionale e in Somalia.
ascàride, sm. Genere (Ascaris) di vermi parassiti ascritto al gruppo dei Nematodi. L'Ascaris lumbricoides è il rappresentante più noto; parassita dell'uomo, è lungo circa 30 cm. Le sue uova, espulse con le feci, trovano il loro ambiente di sviluppo nell'acqua e nelle terre umide. L'ascaridiasi è provocata ingerendo le uova, di solito presenti in alcuni alimenti, tra cui le verdure. Giunta nell'intestino, la larva esce dall'uovo, migra nei polmoni per ritornare nell'intestino tenue. L'Ascaride megalocephala è un esempio di ascaride parassita degli equini.
ascaridìasi, sf. Infestazione provocata da ascaridi.
ascaridiòsi, sf. Malattia causata dalla presenza di ascaridi nell'intestino che può provocare disturbi di diverso genere (gastrointestinali, polmonari, nervosi o allergici).
Ascèa Comune in provincia di Salerno (5.186 ab., CAP 84046, TEL. 0974).
ascèlla, sf. Cavità sotto il braccio nel punto in cui questo si articola con la spalla. 
  sf. armpit. 
  lat. axilla.
ascellàre, agg. 1 Dell'ascella. 2 Detto di un organo vegetale situato all'ascella di una foglia o di una brattea. 
Arteria ascellare 
Termine anatomico che designa l'arteria passante tra la radice del braccio e il torace.
ascendentàle, agg. Che procede dal basso verso l'alto. ~ ascensionale.
ascendènte, agg. e sm. agg. 1 Che sale. <> discendente. moto ascendente. 2 Relativo agli antenati. 
sm. 1 Influenza, autorità morale. ~ credito. esercita un grande ascendente su di lui. 2 Progenitore, antenato. ~ avo. 3 Intersezione di un cerchio astratto (quello dell'eclittica) con quello osservabile materialmente (quello dell'orizzonte). 
  sm. ancestor, ascendant, influence.
ascendènza, sf. 1 L'insieme degli antenati. 2 Il modello a cui risale un prodotto artistico o culturale.
ascéndere, v. intr. 1 Salire. ~ montare. <> discendere. 2 Elevarsi. ~ innalzarsi. 
  lat. ascendere, comp. da ad-+ scandere salire.
ascensionàle, agg. Che sale o tende a salire.
ascensióne, sf. 1 L'ascendere. ~ salita. <> discesa. 2 Scalata alpinistica. 3 L'ascesa di Cristo al cielo. 
  sf. 1 ascent. 2 (l'ascesa di Cristo) Ascension. 
In astronomia l'ascensione retta di un astro indica la distanza tra il meridiano celeste che passa per la stella e quello che passa per il punto gamma o d'Ariete (coluro); tale distanza si può paragonare alla longitudine terrestre e si misura in senso antiorario in ore, minuti e secondi o in gradi sessagesimali. Insieme alla declinazione, analoga alla latitudine, costituisce il sistema di riferimento delle coordinate celesti. 
Ascensione di Gesù 
Secondo al religione cristiana, salita al cielo di Cristo Redentore, verificatasi quaranta giorni dopo la sua resurrezione e durante un incontro con i suoi discepoli sulla strada di Betania. 
Festa religiosa che viene celebrata quaranta giorni dopo la Pasqua.
ascensóre, sm. Impianto di sollevamento usato per trasportare persone tra due livelli di diversa altezza. Le parti fondamentali dell'ascensore sono l'argano, le funi, che sorreggono la cabina e si avvolgono nell'argano dal quale vengono trascinate per attrito, la cabina che accoglie le persone e scorre tra guide d'acciaio a rotaia, il contrappeso, formato da blocchi di ghisa, che bilancia il peso della cabina e il freno di emergenza, che agisce sulle guide. L'americano George Waterman inventò nel 1850 il primo montacarichi azionato a vapore, capostipite dell'ascensore elettrico, realizzato nel 1887 dal tedesco Werner von Siemens. 
  sm. elevator, lift.
Ascensore per il patibolo Film giallo, francese (1958). Regia di Louis Malle. Interpreti: Jeanne Moreau, Maurice Ronet, Georges Poujouly. Titolo originale: Ascenseur pour l'échafaud
ascensorìsta, sm. e sf. Addetto alla manutenzione o al servizio di ascensori.
ascésa, sf. 1 Salita. ~ ascensione. <> discesa. 2 Rialzo. ~ impennata. 3 Avanzamento. ~ successo. 
  1 ascent. 2 (al trono) accession.
Ascesa e caduta della città di Mahagonny Dramma di B. Brecht (1928-1929). 
Ascesa e rovina della città di Mahagonny 
Opera in tre atti di K. Weill, testo di B. Brecht (Lipsia, 1930).
ascèsi, sf. Pratica austera di vita che tende all'elevazione spirituale.
ascèsso, sm. Infiammazione circoscritta di un tessuto connettivale dell'organismo che si manifesta con una quantità di pus (contenente batteri e globuli bianchi) raccolta in una cavità scavata dal pus stesso e che presenta edema e rossore. Può essere causato dall'azione di agenti infettivi come microbi quali stafilococchi, streptococchi, pneumococchi ecc. e si può formare nelle ossa, nella pelle, nelle gengive e in diversi organi (polmoni, fegato e anche cervello). L'area circostante all'ascesso è abitualmente gonfia, calda e dolente. Quando la parete epiteliale che lo racchiude diventa sufficientemente sottile, l'ascesso si può rompere spontaneamente. In caso contrario, dopo una terapia a base di antibiotici, può essere necessario inciderlo chirurgicamente. 
  sm. (med.) abscess.
ascèta, sm. e sf. Chi pratica l'ascesi; chi vive con austerità. ~ eremita.
ascètica, sf. Dottrina spirituale volta a teorizzare i modi e i risultati dell'ascesi.
ascètico, agg. Di asceta, da asceta; che concerne l'ascesi o l'ascetismo.
ascetìsmo, sm. Osservanza di alcune regole comportamentali e dettami spirituali che ha come fine la catarsi religiosa. Generalmente si tratta di pratiche volte alla dominazione dell'istinto e al superamento dei piaceri, delle passioni e delle necessità fisiche attraverso azioni esterne quali il digiuno, il ritiro in solitudine, il silenzio, la meditazione e la mortificazione del corpo. Nel buddhismo e nel brahmanesimo è una componente di fondamentale importanza. Nel cristianesimo l'ascetismo è considerato fonte di purificazione spirituale ed è praticato nel monachesimo.
Aschelmìnti Gruppo di vermi caratterizzati dalla presenza di una cavità interna del corpo.
ASCI Sigla di Associazione Scoutistica Cattolica Italiana.
àscia, sf. Utensile costituito da un ferro tagliente inserito su un manico di legno. ~ scure, accetta. 
  sf. 1 axe. 2 (accetta) hatchet. 
  lat. ascia.
ascialìa, sf. Assenza di saliva. ~ aptialismo. 
  da a e dal greco síalon saliva.
ascialóne, sm. Legno fissato dai muratori alle antenne e su cui poggiano le assi dei ponti delle impalcature.
Asciàno Comune in provincia di Siena (6.210 ab., CAP 53041, TEL. 0577).
asciàre, v. tr. Sgrossare con l'ascia.
asciàta, sf. Colpo d'ascia.
ascìdia, sf. Animale marino appartenente alla classe degli Ascidiacei. Ha corpo a tubo prevalentemente costituito dall'intestino, in quanto gli altri sistemi (nervoso e muscolatorio) sono notevolmente ridotti. Comune nel Mediterraneo, l'ascidia di mare presenta un mantello rosso vivo.
Ascidiàcei Classe del tipo dei Cordati, sottotipo degli Urocordati, nel sottoregno animale dei Metazoi, gruppo dei Deuterostomi. Hanno corpo a forma di sacco, con due prolungamenti per bocca e cloaca, e vivono in colonia fissati al substrato filtrando l'acqua. Le larve sono libere e munite di corda.
ascìdio, sm. Organo di alcune specie di piante carnivore derivato da una foglia e destinato alla cattura e all'ingestione di insetti.
ASCII Sigla di American Standard Code for Information Interchange (codifica standard americana per lo scambio di informazioni).
asciòlvere, sm. e v. sm. Colazione, merenda. 
v. intr. Fare la prima colazione. 
  dal lat. absovere [ieiunia] sciogliere [il digiuno].
ascìssa, sf. In geometria, in un sistema di riferimento cartesiano con origine O, dato un punto P, la sua ascissa è definita come la misura della distanza tra la proiezione di P su uno degli assi del sistema (detto asse delle ascisse) e l'origine O. 
  sm. abscissa.
ascìte, sf. Formazione più o meno abbondante di liquido all'interno della cavità addominale. Può avere origine meccanica, cioè insorgere in seguito al ristagno di sangue così come avviene nei casi di cirrosi epatica, oppure origine infiammatoria. Può essere generata anche da malattie cardiache.
ascitìzio, agg. Accessorio. ~ aggiunto. 
~ dal lat. adscistere accogliere.
asciugacapélli, sm. invar. Apparecchio elettrico che asciuga i capelli per mezzo di un getto di aria calda. ~ fon. 
  sm. hairdryer.
asciugamàno, sm. Capo di biancheria che serve per asciugarsi dopo essersi lavati. ~ salvietta. 
  sm. towel.
asciugaménto, sm. L'eliminazione dell'acqua o dell'umidità da una superficie.
asciugànte, agg. e sm. agg. Atto a rendere asciutto. 
sm. Essiccatoio.
asciugàre, v. v. tr. Rendere asciutto. ~ seccare. <> bagnare. le asciugò le lacrime con il proprio fazzoletto
v. intr. pron. 1 Diventare asciutto. ~ inaridire. gli si asciugò la gola per la fatica e il caldo. 2 Dimagrire. <> ingrassare. 
  v. tr. to dry, to wipe. v. intr. pron. to get dry, to dry. 
  lat. exsucare, comp. da ex-+ sucus succo.
asciugatóio, sm. Essiccatoio.
asciugatrìce, sf. Apparecchio per asciugare materiali di tipo diverso.
asciugatùra, sf. L'asciugare, l'asciugarsi, l'essere asciugato.
asciuttézza, sf. L'essere asciutto. ~ aridità, secchezza.
asciùtto, agg. e sm. agg. 1 Privo di umidità; arido, arso. ~ secco. <> bagnato, umido. clima molto asciutto. 2 Di tono, brusco. ~ secco. 3 Di stile, conciso. ~ essenziale. <> verboso. 4 Magro. ~ snello. <> grasso. 5 Di fiume, in secca. 
sm. Terreno non bagnato. appoggiare i piedi sull'asciutto
  agg. 1 dry. 2 (magro) lean. sm. dry place. 
  lat. exsuctus, p.p. di exsugere.
asclepiadèo, agg. e sm. Relativo a due versi lirici greci e latini.
asclepièo, sm. Nella Grecia antica, santuario di Asclepio. Gli asclepieei, per la loro ubicazione, erano usati anche come ospedali.
asco- Primo elemento di parole composte. 
  dal greco askós atre, sacco.
ascocàrpo, sm. Corpo fruttifero dei Funghi Ascomiceti. È costituito dagli aschi e dalle ife ascogene e vegetative.
ascogònio, sm. Gametangio femminile che, in seguito alla fecondazione, può diventare un asco o originare le ife ascogene. È caratteristico degli Ascomiceti
Àscoli Picèno Città delle Marche (158,09 km2, 53.000 ab., CAP 63100, TEL. 0736), capoluogo di provincia, sorge a 154 m di altezza alla confluenza del torrente Castellano nel fiume Tronto sulla via Solaria. Antica città d'arte e di cultura, sede di vescovado, con industrie tessili, meccaniche, dei laterizi, della ceramica, cartarie, alimentari ecc. Conserva rovine di ponti (ponte romano di Solestà) e mura di epoca romana (Porta Gemina), oltre a monumenti di epoca rinascimentale (loggia dei Mercanti). Fondata dai piceni, venne conquistata dai romani nel 286 a. C. Dopo i goti (544), i longobardi la occuparono nel 587 (ducato di Spoleto); alla fine del XII sec. divenne libero comune (1185). Dal 1502 al 1860 fece parte dello stato pontificio. 
Provincia di Ascoli Piceno 
(2.087 km2, 362.000 ab.) Il territorio, per la maggior parte montuoso e collinare, si protende dai monti Sibillini fino al fiume Tronto e al mare Adriatico. Vi scorrono anche i fiumi Tenna, Tesino e Aso. Molto diffusa l'agricoltura (cereali, ortaggi, patate, vite, ulivi, pomodori e barbabietole); praticata la bachicoltura. Le industrie, condensate soprattutto a San Benedetto del Tronto e Porto San Giorgio, interessano il campo tessile, chimico, meccanico, del cemento, alimentare. Nei pressi di Ascoli sono presenti cave di travertino. Florido il mercato derivante dalla pesca, sviluppato il turismo balneare.
Àscoli Satriàno Comune in provincia di Foggia (6.842 ab., CAP 71022, TEL. 0885).
Àscoli, Graziadìo Isaìa (Gorizia 1829-Milano 1907) Linguista. Tra le opere Studi orientali e linguistici (1845-1855) e Saggi ladini (1873).
ascoltàre, v. tr. 1 Udire con attenzione. ~ sentire. 2 Dar retta, seguire; esaudire. ~ accogliere. 
  v. tr. 1 to listen to. 2 (esaudire) to grant, to hear. 
  lat. auscultare.
ascoltatóre, sm. 1 Chi ascolta una conferenza o una trasmissione radiofonica. ~ spettatore, radioascoltatore. 2 Al plurale, audience. 
  sm. listener.
ascoltazióne, sf. Auscultazione.
ascólto, sm. L'atto, il fatto di ascoltare. ~ gradimento. prestare ascolto a qualcuno, seguirlo attentamente. 
  sm. to be listening.
Ascolto il tuo cuore, città Prosa di A. Savinio (1944).
ASCOM Sigla di Associazione Commercianti.
ascon, sm. invar. La più semplice organizzazione di Poriferi, caratteristica di alcune spugne calcaree. Consiste nella presenza nel corpo di tante piccole aperture (pori inalanti) che servono per far entrare l'acqua che poi uscirà dall'osculo (poro esalante).
ascóndere, v. tr. Nascondere. ~ celare. <> manifestare.
ascòrbico, agg. Di un acido. ~ vitamina C.
ascóso, agg. Segreto. ~ nascosto.
ascospòra, sf. Spora caratteristica dei Funghi Ascomiceti che si forma in seguito al processo di meiosi all'interno dell'asco.
Ascot Centro della Gran Bretagna (5.000 ab.) situato a ovest di Londra, famoso per l'ippodromo, fatto costruire dalla regina Anna nel 1711. Dal 1807 è sede, ogni anno in giugno, di importanti corse ippiche.
Ascrèa Comune in provincia di Rieti (318 ab., CAP 02020, TEL. 0765).
ascrìtto, agg. Che è scritto accanto.
ascrìvere, v. tr. 1 Scrivere nel numero. ~ annoverare. <> escludere. 2 Attribuire. ~ imputare.
ascrizióne, sf. 1 Atto ed effetto dell'ascrivere. 2 Iscrizione.
asdic, sm. invar. Apparecchio a ultrasuoni, posto a bordo delle navi, in grado di rilevare la presenza di un sottomarino e di localizzarlo. 
  iniziali di Allied Submarine Devices Investigation Committee.
Asdrùbale Nome di diversi militari cartaginesi. 
Asdrubale 
Figlio di Magone, conquistò la Sardegna nel V sec. a. C. 
Asdrubale 
(III sec. a. C.) Figlio di Annone, subì sconfitte militari a opera di A. Regolo (Adis, 256 a. C.) e Metello (Panormo, 250 a. C.). 
Asdrubale 
(270 ca-221 a. C.) Genero di Amilcare Barca, ingrandì i possedimenti cartaginesi in Spagna e fondò Cartagena (Carthago Nova). 
Asdrubale 
(245 ca-207 a. C.) Figlio di Amilcare Barca e fratello di Annibale. Sconfisse in Spagna Publio Cornelio Scipione e Cneo e subì successivamente la sconfitta di Becula; perse la vita nella battaglia del Metauro combattendo contro Livio Salinatore e Claudio Nerone. 
Asdrubale 
(III-II sec. a. C.) Figlio di Giscone subì alcune sconfitte in Spagna. 
Asdrubale 
Comandante dei cartaginesi nella terza guerra punica (149-146 a. C.), sconfitto da Massinissa, cadde prigioniero dei romani e come tale morì in Italia.
ASE Sigla di Associazione Stampa Europea.
asebìa, sf. Infamia. ~ empietà.
aseità, sf. Caratteristica di ciò che sussiste per se stesso e trova la giustificazione della propria esistenza nella propria stessa essenza.
asemanticità, sf. In linguistica, la mancanza di significato autonomo.
asemàntico, agg. Di elemento linguistico privo di significato autonomo.
asemìa, sf. Incapacità, derivata da turbe nervose, di esprimersi con i muscoli facciali e con gli arti.
asèpsi, sf. 1 Termine medico che designa tutte quelle misure volte a impedire che l'organismo o un materiale venga contaminato da microrganismo. 2 Condizione di non contaminazione da germi.
asessuàto, agg. 1 Che non presenta differenziazione di sesso. 2 Non caratterizzato in modo specifico.
asetticaménte, avv. In modo asettico.
asèttico, agg. 1 Sterilizzato. ~ disinfettato. <> infetto. 2 Impersonale. ~ freddo. <> appassionato.
asfaltàre, v. tr. Pavimentare con asfalto. 
  v. tr. to asphalt.
asfaltatóre, sm. Operaio addetto all'asfaltatura.
asfaltatùra, sf. L'operazione dell'asfaltare.
asfàlto, sm. 1 Sostanza composta da una miscela di bitume e altri idrocarburi solidi, di colore scuro, che si trova in natura come riempitivo delle rocce calcaree. 2 Strada asfaltata. 
  sm. asphalt. 
Estratto dall'asfalto delle cave naturali o prodotto mediante la lavorazione delle scorie di trasformazione del petrolio, l'asfalto viene impiegato nella pavimentazione stradale, nell'impermeabilizzazione di solai, piscine e serbatoi e per la fabbricazione di cartoni catramati. È tuttavia necessario evitare di confondere l'asfalto con il catrame che, pur avendo un aspetto molto simile, viene prodotto con la distillazione secca di legname, carbone e altri combustibili solidi. Abbastanza raro in Italia (solo la Sicilia e l'Abruzzo ne possiedono giacimenti) l'asfalto viene estratto in abbondanza negli Stati Uniti e in Germania, Svizzera e Francia.
asfèrico, agg. Di lenti che presentano determinate curvature non sferiche.
asfigmìa, sf. Assenza del battito pressorio al polso.
asfissìa, sf. Condizione di impossibilità di respirare; la sua protrazione provoca l'arresto cardio-circolatorio. L'asfissia può essere causata da ostacoli meccanici, paralisi dei muscoli respiratori, saturazione dell'aria da parte di gas irrespirabili o tossici, eccessiva rarefazione dell'ossigeno atmosferico.
asfissiànte, agg. 1 Che provoca asfissia, che soffoca. 2 Noioso. ~ fastidioso.
asfissiàre, v. v. tr. 1 Provocare asfissia. ~ soffocare. 2 Infastidire. ~ opprimere. 
v. intr. Morire per asfissia. ~ soffocare. 
v. rifl. Uccidersi asfissiandosi. 
  v. tr. 1 to asphyxiate, to suffocate. 2 (fig.) to bore.
asfìttico, agg. 1 Provocato da asfissia. 2 Colpito da asfissia. 3 Privo di vitalità. ~ debole.
asfodèlo, sm. Pianta erbacea del bacino del Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Liliacee. Ha un ciuffo di foglie alla base e fiori bianchi in pannocchie. Nota per qualità medicinali e ornamentali.
Asgabat Città (398.000 ab.) del Turkmenistan, capitale dello stato. Situata nei pressi del confine con l'Iran lungo il versante settentrionale del Kopet-Dag. Sede di un'università e del Museo delle Belle Arti. Le principali risorse economiche sono le industrie tessili, meccaniche, del legno, del vetro e della lavorazione artigianale di tappeti.
Ashanti Regione (2.486.000 ab.) del Ghana, capoluogo Kumasi. 
ashanti, agg., sm. e sf. 
Che, chi appartiene a una popolazione africana del Ghana e della Costa d'Avorio.
Ashbee, Charles (Isleworth 1863-Godden Green 1942) Architetto inglese. Tra le opere le case sul Chelsea Embankement (1894) e la casa in Cheyne Walk (1904) a Londra.
Ashby, Hal (Ogden 1933-Malibu 1988) Regista cinematografico statunitense. Diresse Harold e Maude (1971), L'ultima corvée (1973), Shampoo (1974) e Oltre il giardino (1980).
Ashikaga Città (168.000 ab.) del Giappone, nell'isola di Honshu. 
Ashikaga 
Casata feudale giapponese, resse il governo degli shogun dal 1338 al 1573.
Ashoka (274?-232 a. C.) Re indiano della dinastia Maurya. Fervente buddhista, tollerante verso le altre religioni, celebrato come modello di buon re, dominò su quasi tutta l'India e mantenne buoni rapporti con i regni ellenistici.
Ashqelon Città (56.000 ab.) di Israele, nel distretto Meridionale.
Ashton, Frederick (Guayaquil 1904-Eye 1988) Coreografo inglese. Lavorò tra il 1963 e il 1970 per il Royal Ballet di Londra, e precedentemente per il cinema, in Scarpette rosse (1948).
ASI Sigla di Associazione Spaziale Italiana.
-asi Suffisso usato in chimica per designare gli enzimi.
Asi Nella mitologia nordica, insieme di tutte le divinità, il cui capo era Odino.
Àsia È il continente più grande, con una superficie di 44.368.957 km2, corrispondente a circa un terzo delle terre emerse; assieme all'Europa forma il continente euroasiatico. L'Asia, con l'eccezione di qualche isola dell'Insulindia, è tutta compresa nell'emisfero settentrionale (da 77° 40' N a 1° 16'N); confina a nord con il mar Glaciale Artico e con lo stretto di Bering che la divide dall'America, a sud con l'oceano Indiano, a est con l'oceano Pacifico, a ovest è delimitata da mar Rosso, dal mar Mediterraneo, dal mar Nero. La dividono dall'Europa il fiume Ural e i monti Urali e del Caucaso. Inoltre, l'Asia è unita all'Africa dall'istmo di Suez. 
Morfologia. Solo un quinto del territorio è costituito da isole e penisole, per un totale di 70.000 km di costa: l'altezza media di 960 m sul livello del mare rende l'Asia il continente più elevato della Terra. Le coste del nord, dove il mar Glaciale Artico è gelato per buona parte dell'anno, sono basse e poco frastagliate. Le coste orientali presentano penisole allungate (Kamcatka, indocinese, malese e indonesiana) e sono orlate da parecchie isole (Curili, arcipelago giapponese, Ryukyu, Taiwan, Filippine, Borneo). A est di questa barriera di isole l'oceano presenta i punti di massima profondità. A sud-est le isole dell'indonesia (Giava, Sumatra e isole minori) danno origine a mari interni come il Mare di Sulu, di Celebes, della Sonda e di Banda. Le coste del sud si affacciano su due vaste insenature, il golfo del Bengala e il mare Arabico. Qui si sviluppano le più grandi penisole dell'Asia, quella anatolica, che si allunga dal Mediterraneo all'Europa, quella arabica, attorniata dal mar Rosso e dal mar Arabico, quella indiana, di forma triangolare e quella indocinese che delimita l'oceano Indiano e l'oceano Pacifico. Infine la costa occidentale, poco articolata, si affaccia sul mar Nero. Dal punto di vista della morfologia, il territorio dell'Asia si può dividere in tre zone all'incirca omogenee: l'area settentrionale, quella centrale e quella sudorientale. La prima zona coincide approssimativamente con il bassopiano Siberiano, che prosegue a sud nel bassopiano Turanico. La zona centrale presenta le catene montuose che sono la prosecuzione dell'arco alpino europeo, con i rilievi del Ponto, l'acrocoro armeno (monte Ararat, 5.165 m), lo Zagros, che delimita l'altopiano iraniano, l'Elburz (5.605 m) e l'Hindukush (7.708 m). Queste catene montuose si riuniscono nel nodo orografico del Pamir (7.495 m), da cui derivano altre due ramificazioni di monti: l'una diretta verso nord-est giunge allo stretto di Bering (Tien Shan, Altaj, Jablonovy, Stanovoj, Anadyr), l'altra porta ai sistemi di Kunlun e dell'Himalaia, che culmina nella vetta più alta del mondo, il monte Everest (8.872 m). Questi due sistemi delimitano l'esteso altopiano del Tibet, dove l'altezza media oltrepassa i 5.000 m, e il deserto del Gobi. Dal Tibet orientale partono altre catene montuose, che costituiscono l'ossatura della penisola indocinese. La terza unità morfologica, quella sudorientale è formata dai tavolati delle penisole dell'Arabia e del Deccan, alture di antichissima origine livellate dall'erosione e più alte nelle zone periferiche. 
Geologia. La zona settentrionale e quella sudorientale sono le più antiche, risalenti all'Archeozoico e interessate da movimenti orogenetici ancora rilevabili oggi. Si suppone che le zone del tavolato del Deccan e dell'Arabia siano i resti di una porzione dell'Africa staccatesi in epoche antiche e saldatesi alle catene himalayane nel corso della orogenesi alpino-himalayana. 
Clima. Varia molto da zona a zona, essendo influenzato dalla dilatazione del continente in latitudine, dall'altitudine, dall'azione dei mari, dai monsoni. Si individuano diverse fasce climatiche; vige un clima equatoriale, con temperatura costante attorno ai 26 °C, caldo umido e alte precipitazioni, in Insulindia, Filippine, penisola malese, coste della Birmania. Il clima tropicale, con escursione termica e forti piogge nel periodo del monsone estivo, investe penisola arabica, Indocina, Deccan, Sri Lanka. Il clima subtropicale, con inverni più temperati ed estati con abbondanti piogge monsoniche, riguarda la pianura indogangetica, il Giappone meridionale e la Cina centrorientale. Il clima mediterraneo, caratterizzato da inverni piovosi e miti, estati calde e secche, è riscontrabile in una limitata fascia costiera nell'Asia Minore e in Siria. Il clima continentale, con notevoli escursioni termiche e piogge limitate, si ha in corrispondenza delle steppe e dei bacini montani di Mongolia, Tibet, Iran e Anatolia. Il clima subartico, tipico di quasi tutta la Siberia, presenta lunghi e gelidi inverni (nella località di Ojmjakon si raggiungono di-70 °C), estati corte ma tiepide e precipitazioni distribuite in modo regolare nel corso dell'anno. 
Idrografia. L'Asia è il continente con il maggior numero di corsi d'acqua di grandi dimensioni. I corsi dei fiumi sono divisi in tre versanti: indiano, pacifico e artico. Sono assenti nella sola zona centrale, dal mar Caspio al deserto di Gobi. Alcuni bacini interni (zone endoreiche) non hanno uno sbocco al mare. I fiumi della Siberia (Ob, Jenisej, Lena) si riversano nel mar Glaciale Artico. Terminano nel Pacifico l'Amur, lo Hwang Ho, lo Yangtze Kiang, il Chiang Jiang (il più lungo dell'Asia con 5.800 km). Nell'oceano Indiano confluiscono invece l'Indo, il Gange, il Godavari, il Tigri, l'Eufrate e il Brahmaputra. Il lago più esteso dell'Asia è il mar Caspio, che è anche il lago più esteso del mondo, con 371.000 km2. Come il lago d'Aral, è quanto rimane di un arcaico mare interno; vi sono anche alcuni laghi di origine tettonica, come il Bajkal e il Mar Morto. 
Vegetazione e flora. Il tipo di vegetazione spontanea cresce in relazione al clima. Alla zona del mar Glaciale Artico corrisponde una striscia di tundra, con muschi, licheni e piccoli arbusti. Procedendo verso sud si incontra la grande foresta boreale (taiga) che ospita conifere, betulle, e pioppi. Si hanno quindi la savana (nelle regioni a regime monsonico) e la macchia a sempreverdi di boscaglie (in quelle subtropicali). La foresta tropicale è tipica delle regioni indiane e malesi dove abbonda la pioggia. Nella zona equatoriale dominano il bambù, le palme, il teak e molti alberi che forniscono legni pregiati, tra cui ebano e mogano. 
Fauna. Tra gli animali che vivono nella tundra, l'orso bianco, la renna, la volpe polare, la pernice, la civetta delle nevi, la lepre bianca, il lemming. La taiga è popolata da orsi bruni, lupi, ermellini, zibellini, volpi argentate, martore, lontre, puzzole, castori e cervi. Nella steppa e nei deserti si trovano, variamente distribuiti, leoni (rari), tigri, struzzi, leopardi, iene, sciacalli, antilopi, gazzelle, pecore, capre, dromedari, cammelli e, solo nelle regioni montane, lo yak e il panda. Foreste tropicali e savana accolgono elefanti, rinoceronti, tigri, pantere, ghepardi, oranghi, gibboni, macachi e moltissime specie di Uccelli. Grande è l'abbondanza di Rettili, Pesci e ragni. 
Popolazione ed etnologia. I più antichi ritrovamenti fossili umani sono stati fatti in alcune regioni sudorientali (Pitecantropo di Giava e Sinantropo di Chukutien, vicino a Pechino) e risalgono al Quaternario antico. In Palestina e a Giava sono stati invece rinvenuti resti fossili di paleantropi, simili alla razza dei neandertaliani europei. Gli abitanti dell'Asia, con oltre 3 miliardi di persone (più di un miliardo solo i cinesi e 800 milioni gli indiani), corrispondono a tre quinti della popolazione mondiale. La densità media è di 70 ab. per km2, ma vi è una grande disparità nella distribuzione delle genti; vi sono zone con un addensamento spropositato, come le pianure alluvionali della Cina e dell'India, il Giappone, Giava, Hong Kong (massima densità, 5.364 ab./km2), e zone praticamente disabitate, come gli altipiani iranico e tibetano, la tundra e la taiga in Siberia. In Cina la densità varia da 1 ab. per km2 in Tibet, a più di 600 ab. per km2 nelle province dello Jiangsu. I gruppi etnici dell'Asia sono molto variegati, il risultato di secoli di migrazioni. Nella razza gialla si distinguono mogolidi, cinesi, tungusi, parte dei malesi e tibetani. I bianchi sono presenti con arabi, armeni, indiani, caucasici, persiani, singalesi e ainu. I neri sono in minoranza e sono rappresentati da dravida (Deccan), negritos (Filippine) e vedda (Sri Lanka). 
Città. Molte le città con oltre un milione di abitanti. La maggioranza si trova in Cina, Giappone e India; tra esse ve ne sono alcune delle più grandi del mondo (Tokyo, Pechino, Osaka, Delhi, Bombay, Calcutta, Shanghai, Tientsin, Wuhan). 
Lingue. I ceppi linguistici diffusi in Asia sono l'uralo-altaico, il sino-tibetano, il paleoasiatico, il polinesiano, il dravidico, il malico e il caucasico, oltre alle lingue indoeurope, semitiche e lingue isolate come il giapponese, il coreano, il burushaski e il lati. 
Religioni. Il buddhismo, con circa 300 milioni di praticanti, è diffuso in tutta l'Asia centrorientale, il brahmanesimo (530 milioni) in India, il confucianesimo (400 milioni) e taoismo (30 milioni) sono praticati in Cina, lo scintoismo in Giappone, il cristianesimo (80 milioni), l'induismo (800 milioni), l'ebraismo (3,5 milioni) e l'animismo. 
Agricoltura. Economicamente il continente è ancora piuttosto arretrato, a causa anche della scarsa disponibilità delle acque in alcune zone, anche se si stanno conducendo immani sforzi in alcuni paesi per passare da una cultura di sussistenza a una produzione moderna. Notevole impulso si è avuto grazie ai miglioramenti apportati nei sistemi d'irrigazione, allo sfruttamento di nuove aree e alla modernizzazione della tecnologia. L'Asia è al primo posto nel mondo per la produzione del riso (Cina, India, Indonesia), del caucciù (Malaysia, Indonesia), del cotone (Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Cina, India, Pakistan), zucchero (India, Cina, Thailandia) e tè (Cina, India e Sri Lanka). Le foreste di conifere della Siberia e quelle tropicali (sandalo, teak) corrispondono a un terzo del patrimonio mondiale. Assai importante anche l'allevamento (suini, bufali, caprini, asini, ovini, cavalli, bachi da seta). 
Industria e sottosuolo. I paesi industrialmente più sviluppati sono Giappone, Taiwan e Corea del Sud; anche la Cina sta evolvendosi grazie alle ricchezze del sottosuolo da poco sfruttate (carbone, ferro, petrolio e gas naturale). L'Asia è il primo produttore mondiale di stagno (Cina, Malaysia, Thailandia, Indonesia) e occupa una posizione ragguardevole anche nella produzione di petrolio nel Golfo persico e in Siberia, Cina, Indonesia. Vi sono inoltre giacimenti di argento, cromo, antimonio, magnesite, bauxite e rame. 
Comunicazioni. Prevalentemente sono diffusi i mezzi arcaici come le carovane che percorrono le piste sugli altopiani e i massicci centrali. In Cina, Indocina e India è molto sfruttato il traffico fluviale. Le ferrovie si sono sviluppate solo da pochi decenni (230.000 km di rete ferroviaria); le linee più importanti sono nella Federazione Russa, in Cina e in Giappone (Transiberiana, la Turksib, la ferrovia del Tauro). Il Giappone si avvale di una flotta mercantile di oltre 9.000 navi e di un efficiente collegamento aereo. 
Esplorazioni. Erodoto fu il primo che, nel periodo dell'espansione greca verso oriente (V-IV sec. a. C.), fornì notizie sull'Asia. In epoca romana (V sec.), si ebbero scambi commerciali con i mercanti cinesi. I fratelli veneziani Niccolò e Matteo Polo effettuarono due spedizioni, nel 1261 e nel 1271: alla seconda, che durò ventiquattro anni, partecipò anche il figlio di Niccolò, Marco. Vasco de Gama aprì la strada marittima all'India dopo la circumnavigazione dell'Africa (1497-1498). Magellano sbarcò alle Molucche nel 1521. Solo nel XIII sec. le esplorazioni assunsero un carattere scientifico: Bering (1728) e Celjuskin (1742) si spinsero verso nord. Durante la colonizzazione, nella seconda metà del XIX sec., aumentò notevolmente la conoscenza delle zone interne. 
Storia. La civiltà più antica dell'Estremo Oriente è rappresentata dal regno Shang (Yin) in Cina (XVII sec. a. C.), al quale si sostituì mille anni dopo la dinastia Chou, che vide la diffusione del confucianesimo. Nel vicino oriente i primi insediamenti fissi risalgono al IV millennio (sumeri, elamiti); tra il III e il II millennio prosperarono le civiltà degli accadi, assiri, babilonesi, ittiti, fenici medi e persiani. In India nel III millennio a. C. fiorirono le civiltà di Harappa e Mohenjo-Daro, che gli arii annientarono nel 1500 fondando i regni di Kosala e Magadha. Le regioni vennero unificate da Ciro nel VI sec. a. C., e furono poi occupate da Alessandro Magno (IV sec.), dai romani (dal II sec. a. C. al IV sec. d. C.) e dai bizantini. La diffusione della religione islamica vide la nascita dei grandi imperi omayyade e abbaside in Medio Oriente. I mongoli di Gengis Khan e i suoi successori unificarono quasi tutta l'Asia, dalla Cina alla Persia. Dal XIV sec. nacquero i grandi imperi regionali cinese (dinastia Ming), dei Moghul in India, ottomano in Medio Oriente (Costantinopoli fu conquistata nel 1453). Portoghesi, spagnoli e olandesi iniziarono la conquista coloniale dell'Asia, seguiti nel XVIII sec. da inglesi (Cina) e francesi (Indocina). Dopo la seconda guerra mondiale, l'India conseguì l'indipendenza (1947), la Cina si avviò all'era comunista e tutto il continente fu soggetto all'opera di decolonizzazione non immune da guerre sanguinose. L'opposizione tra fronte comunista e occidente ha generato dure lotte in Corea (1950-1953) e Vietnam (1960-1975), con l'intervento militare statunitense; in Medio Oriente dopo la nascita dello stato d'Israele (1948) vi sono stati conflitti con le nazioni arabe limitrofe. 
  Asia.
Àsia Minóre Penisola della Turchia, nell'Asia Anteriore, ora conosciuta come Anatolia. Si estende tra il mar Mediterraneo orientale, il mar Egeo e il mar Nero. Si congiunge all'Armenia tramite i gruppi montuosi del Ponto e dell'Antitauro. Territorio prevalentemente stepposo. Vi si trovano tracce risalenti agli ittiti. Questi fondarono un vasto impero che crollò con l'invasione dei popoli del mare intorno al XII sec. a. C.; i diversi popoli colonizzatori (frigi, sciti, cimmeri e greci) fondarono stati molto diversi tra loro. Nel VI sec. a. C. fu annessa all'impero persiano da Ciro II il Grande. Successivamente (IV sec. a. C.) fu conquistata da Alessandro Magno e nel II sec. a. C. fu progressivamente integrata nell'impero romano. Nel VII sec. passò sotto il dominio bizantino. A partire dal XII sec., con la conquista da parte degli ottomani, iniziò il suo graduale assorbimento nella Turchia.
asiàgo, sm. Formaggio semicotto di latte vaccino.
Asiàgo Comune in provincia di Vicenza (6.572 ab., CAP 36012, TEL. 0424). 
Asiago 
Altopiano delle Prealpi Vicentine, tra le valli dei fiumi Astico e Brenta.
asialìa, sf. Assenza o la scarsità di saliva.
asianésimo, sm. Stile della retorica antica caratterizzato dalla ricerca dell'effetto e dall'enfasi.
asiàno, agg. Dell'Asia. ~ asiatico.
asiàtico, agg. e sm. agg. Dell'Asia. 
sm. Abitante, nativo dell'Asia. 
  agg. e sm. Asiatic, Asian.
asiènto, sm. Contratto stipulato dal governo spagnolo con le antiche compagnie commerciali che concedeva loro il monopolio della tratta dei negri nelle colonie spagnole. Il primo di tali contratti risale al 1517.
Asigliàno Vèneto Comune in provincia di Vicenza (835 ab., CAP 36020, TEL. 0444).
Asigliàno Vercellése Comune in provincia di Vercelli (1.446 ab., CAP 13032, TEL. 0161).
Asik Kerib (Storia di un ashug innamorato) Film fiabesco, russo (1988). Regia di Sergej Iosifovic Parazanov e David Abasize. Interpreti: Jurij Mgoian, Veronique Metonize, Levan Natrosvili. Titolo originale: Asik Kerib
asillàbico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che non fa sillaba, che non è al centro di sillaba. 2 Si dice di metrica poetica non basata su sillabe.
asìlo, sm. 1 Rifugio. ~ protezione. 2 Istituto per bambini in età prescolare. ~ scuola materna. 3 Ospizio. ~ ricovero. 
  sm. 1 (rifugio) refuge, shelter, sanctuary. 2 (d'infanzia) nursery school, kindergarten. 3 (politico) political asylum. 
  lat. asylum, dal greco àsylon, comp. da a-negativo + sylon violenza. 
Diritto d'asilo 
Diritto all'immunità. Nell'antichità lo conquistava il reo che si rifugiasse presso un luogo sacro. Nel diritto internazionale, il diritto d'asilo politico è la protezione che uno stato ha il potere di accordare a colui che, straniero e perseguitato da altri stati, cerchi rifugio nel territorio o nelle ambasciate estere che si trovino nello stato che effettua la persecuzione.
asimbolìa, sf. Disturbo generico dell'utilizzazione di segni, sia nell'esprimere sia nel comprendere idee, concetti ecc.
asimmetrìa, sf. Mancanza di simmetria. <> simmetria.
asimmetricaménte, avv. In modo asimmetrico.
asimmètrico, agg. Non simmetrico, privo di simmetria. ~ disarmonico. <> proporzionato.
Asimov, Isaac (Petrovici 1920-New York 1992) Biochimico russo naturalizzato statunitense. Divulgatore scientifico e narratore di fantascienza; tra le sue opere, Breve storia della chimica (1968), In principio (1981), ma anche Io, robot (1950) e la trilogia Cronache della Galassia (1951-1953).
asinàggine, sf. Grande ignoranza.
asinàio, sm. Chi conduce un asino; chi custodisce asini.
Asinàra Isola (51 km2, 700 ab.) che si estende a nord della punta Falcone nel golfo omonimo della zona nordoccidentale della Sardegna. Fa parte della provincia di Sassari. Il suo territorio è prevalentemente montuoso e sfruttato a pascolo. Vi aveva sede un noto penitenziario chiuso il 28 dicembre 1997 contemporaneamente alla destinazione dell'isola ad area naturale protetta e a parco marino. Per la sua posizione strategica, fu oggetto di disputa tra Pisa, Genova e gli Aragonesi; nel 1721 passò ai Savoia.
Asinaria Commedia di T. M. Plauto (205-191 a. C.).
asinartèto, agg. e sm. Di verso composto da due membri ritmici diversi uno dall'altro che si possono considerare come due versi indipendenti separati da una dieresi.
asinàta, sf. Azione, discorso che rivela ignoranza e grossolanità.
asincronìa, sf. Mancata coincidenza di due o più fatti o eventi. <> sincronia.
asincronìsmo, sm. Mancanza di sincronismo.
asìncrono, agg. Non sincrono, non simultaneo. <> sincrono.
asìndeto, sm. Giustapposizione di parole o proposizioni senza congiunzioni coordinanti.
asineggiàre, v. intr. 1 Comportarsi da asino. 2 Ragliare come l'asino.
asinèllo, sm. Piccolo asino.
asinergìa, sf. Incapacità a coordinare i movimenti.
asinerìa, sf. Asinaggine.
asinésco, agg. Da asino, da persona ignorante, villana.
asinino, agg. Di asino o da asino.
asinità, sf. Asinaggine.
àsino, sm. 1 Quadrupede domestico da tiro, da sella, da soma. ~ ciuco. 2 Persona ignorante. 3 Cocciuto. ~ zuccone. 
  sm. donkey, ass. 
Nome comune di alcune specie e sottospecie dei Mammiferi Perissodattili ascritte alla famiglia degli Equidi e al genere Equus. Si distingue dal cavallo per la maggiore lunghezza delle orecchie, gli zoccoli piccoli e stretti e il colore uniforme del mantello. Gli asini sono distinti in due gruppi, selvatici e domestici; quelli selvatici, a loro volta, sono suddivisi in africani (Equus asinus) e asiatici (Equus hemionus). L'asino domestico si ritiene derivato dalla forma selvatica africana e viene impiegato per i lavori pesanti al tiro, alla sella e al basto. L'incrocio con il cavallo produce il mulo e il bardotto. 
Asino selvatico 
Mammifero (Equus asinus) della famiglia degli Equidi e dell'ordine dei Perissodattili. Dotato di lunghe orecchie e di grande testa, vive nelle zone rocciose della Somalia e dell'Etiopia. Si nutre di erbe e e di cespugli.
Asino d'oro, L' => "Metamorfosi" di L. Apuleio
Asino nero, L' Romanzo di L. Rinser (1974).
asintatticaménte, avv. In modo asintattico. <> sintatticamente.
asintàttico, agg. Che non rispetta la sintassi. <> sintattico.
asintomàtico, agg. Termine medico che designa ciò che è privo di sintomi.
asintòtico, agg. Nel linguaggio scientifico, ciò che tende ad avvicinarsi sempre più a qualcosa senza mai raggiungerla o coincidere con essa.
asìntoto, sm. Retta a cui una curva si avvicina indefinitamente senza mai toccarla. 
  asymptote.
asismicità, sf. Assenza di fenomeni sismici.
asìsmico, agg. 1 Non soggetto a terremoti. 2 Antisismico.
asistolìa, sf. Arresto delle contrazioni cardiache.
Askanazy, Max (Stallupönen 1865-Ginevra 1940) Medico tedesco. Docente a Ginevra, si è occupato in particolare dell'oncologia e della patologia del sistema osseo.
Askenase, Stefan (Leopoli 1896-Colonia 1985) Concertista polacco allievo di E. Sauer, dal 1920 si dedicò con successo alle interpretazioni per pianoforte delle opere di Chopin.
Askenazij, Vladimir (Gorki 1937-) Pianista ucraino naturalizzato irlandese. Interprete di Mozart e Beethoven.
Askja Vulcano (1.510 m) dell'Islanda.
àsma, sf. Affezione morbosa cronica dei bronchi caratterizzata da spasmo, attacchi di forte affanno dovuti a repentini accessi di contrattura della muscolatura liscia delle pareti bronchiali che riduce il passaggio dell'aria e conseguentemente le capacità respiratorie. Non si conosce la causa prima; può essere di natura ereditaria e spesso ha un'origine allergica o da irritazione (fumo, gas). 
  sf. asthma. 
Attacco d'asma 
L'attacco d'asma è causato principalmente da infezioni respiratorie (nel bambino piccolo, in età prescolare), da allergie (in età scolare e nell'adolescenza), soprattutto agli acari della polvere, ai pollini, ai peli di animali o infine da sforzi fisici di una certa entità (a tutte le età), come sport e ginnastica in generale. L'attacco può manifestarsi in forma lieve: il soggetto può svolgere qualsiasi normale attività, se dorme non presenta disturbi del sonno, ma emette fischi e sibili nel respirare, senza però presentare dispnea. L'attacco può peggiorare o manifestarsi direttamente in una forma più grave, con dispnea evidente, tendenza a prolungate inspirazioni senza riuscire a svuotare d'aria i polmoni, agitazione, tachicardia, cianosi. In questo caso il soggetto non riesce a dormire, né a stare sdraiato, ma assume una posizione seduta e spesso si appoggia con le mani a un mobile o altro, per facilitare l'espirazione. 
Al soggetto asmatico il medico solitamente prescrive farmaci broncodilatatori in spray o per aerosol. Tali farmaci devono essere tenuti a portata di mano perché in caso di accesso asmatico è sufficiente l'inalazione delle sostanza prescritta dal medico per avere in breve tempo una remissione della sintomatologia. È di somma importanza che il soggetto asmatico si rifornisca di tali farmaci in occasione di viaggi, perché non sempre è facile poterli acquistare all'estero. Se la sintomatologia non regredisce o addirittura peggiora è indispensabile trasferire il soggetto in ambiente ospedaliero. 
La prevenzione è una parte molto importante nella cura dell'asma e delle sue manifestazioni. 
L'asma infettiva si previene evitando di sottovalutare i primi sintomi di infezione delle vie aeree e somministrando regolarmente, su consiglio del medico, farmaci antiinfiammatori e/o broncodilatatori. 
L'asma allergica si previene principalmente identificando il fattore scatenante. Allo scopo esistono test cutanei o specifici esami del sangue cui sottoporre il soggetto asmatico. Una volta isolato l'allergene, occorre prevenire gli accessi eliminando o riducendo al minimo le possibilità di contatto. Un discorso particolare merita la prevenzione dell'allergia da acari della polvere: occorre eliminare tutto ciò che trattiene polvere, come tendaggi, moquette, peluche, tappeti. Preferire materassi in gommapiuma o materiale sintetico, cuscini, trapunte e coperte in dralon, orlon o nylon, facilmente lavabili. Può essere d'aiuto l'impiego di condizionatori d'aria forniti di filtri. La pulizia deve essere scrupolosa. In qualsiasi casa dove viva un soggetto asmatico sono poi da evitare gli irritanti respiratori, quali il fumo di sigaretta, i detergenti per la casa dall'odore acre e intenso, i cosmetici profumati, le vernici fresche. In alcuni casi, su consiglio del medico, si può ricorrere ai vaccini antiallergici, somministrati per via sottocutanea. 
Per quanto riguarda l'attività fisica, che, come già detto, potrebbe rappresentare un fattore scatenante, lo sport maggiormente indicato per l'asmatico è il nuoto, perché l'inalazione di aria umida a pelo d'acqua previene lo scatenarsi dell'accesso. In ogni caso, se si sceglie un altro tipo di sport, è buona regola, prima di iniziare l'attività, effettuare un'erogazione per via aerosol del farmaco prescritto dal proprio medico.
Asmara Città (367.000 ab.) dell'Eritrea e capitale dello Stato. Situata a 2.300 m sul livello del mare sull'altopiano etiopico. Situata in una zona fertile, bagnata dai fiumi Barca e Anseba, è collegata mediante rete ferroviaria e stradale al porto di Massaua, sul mar Rosso. Sede di un mercato agricolo e del bestiame, basa la sua attività economica sull'industria tessile, meccanica, alimentare e sulla produzione di calzature e cemento. Vi si trova l'università cattolica. Occupata dalle truppe italiane nel 1889, divenne capitale dell'Eritrea nel 1900 e tale rimase fino al 1962.
asmàtico, agg. e sm. agg. Relativo all'asma; ansimante. ~ affannoso. 
sm. Chi soffre d'asma.
Àso Fiume (75 km) delle Marche.
asociàle, agg. 1 Che è privo di coscienza sociale. ~ individualista. 2 Che ha carattere chiuso. ~ introverso. <> estroverso.
asocialità, sf. Insensibilità nei confronti delle esigenze e degli obblighi sociali.
asocialménte, avv. In modo asociale.
àsola, sf. Occhiello. 
  sf. buttonhole. 
  lat. ansula.
Àsola Comune in provincia di Mantova (8.772 ab., CAP 46041, TEL. 0376).
asolàia, sf. Lavorante specializzata nel fare asole. ~ occhiellaia.
Asolani, Gli Trattato filosofico in poesia e prosa di P. Bembo (1504).
asolàre, v. intr. Alitare, soffiare lievemente.
àsolo, sm. Alito di vento.
Àsolo Comune in provincia di Treviso (6.651 ab., CAP 31011, TEL. 0423).
asomatognosìa, sf. Assenza della consapevolezza del proprio corpo.
Àsor Ròsa, Albèrto (Roma 1933-) Giornalista, saggista e critico letterario. Docente di letteratura italiana all'università di Roma, ha pubblicato saggi sulla funzione dell'intellettuale nella società. Tra le opere Scrittori e popolo (1965), Thomas Mann o dell'ambiguità borghese (1971), Intellettuali e classe operaia (1973), Il Seicento-La nuova scienza e la crisi del barocco (1974), Storia d'Italia-La cultura (1975), Le due società (1977), La cultura della Controriforma (1982), La repubblica immaginaria (1988).
Asp Sigla di amperspira.
àspa, sf. 1 Macchina usata per l'aspatura. 2 Asta metallica o di legno impiegata come leva nella manovra dell'argano.
aspalosòma, sm. Malformazione congenita che consiste nell'imperfetta chiusura della parete addominale.
asparàgeto, sm. Appezzamento di terra coltivato ad asparagi.
aspàrago, sm. Angiosperma (Asparagus officinalis) della famiglia delle Gigliacee e dell'ordine delle Liliiflore. Pianta erbacea perenne, di origine europea, diffusa soprattutto in Francia e in Italia. Predilige i terreni sabbiosi e freschi. Viene coltivato per i suoi germogli, commestibili e ricchi di vitamine A e C, che vengono raccolti dal secondo o terzo anno di vita della pianta. 
  sm. asparagus.
aspargicoltùra, sf. Coltivazione degli asparagi.
aspartàme, sm. Composto dolcificante a basso contenuto calorico. Scoperto nel 1965, ha un effetto dolcificante 200 volte maggiore del saccarosio.
aspartilglucosaminurìa, sf. Malattia del metabolismo causata da difetto ereditario dell'enzima glucosidasi.
Aspàsia (Mileto sec. V a. C.) Etera greca, originaria di Mileto, nota per bellezza e cultura; visse ad Atene, dove generò con Pericle il figlio Pericle il Giovane.
aspatùra, sf. Operazione dell'avvolgimento di un filato in matasse.
aspecìfico, agg. Si dice di tutto ciò che non caratterizza in maniera propria qualcosa. ~ generico.
aspèrgere, v. tr. Spruzzare, bagnare leggermente, soprattutto d'acqua benedetta. ~ irrorare. 
  lat. aspergere, comp. da ad-+ spargere.
aspèrges, sm. Aspersorio.
aspergìllo, sm. Genere di Funghi Ascomiceti prototipo della famiglia delle Aspergillacee.
aspergillòma, sm. Infezione causata dal micete Aspergillus.
aspergillòsi, sf. Malattia causata dal micete Aspergillus che colpisce in particolare gli allevatori di piccioni.
asperità, sf. 1 Irregolarità. ~ asprezza. 2 Ostacolo. ~ difficoltà. 
  lat. asperitas,-atis.
aspermatìsmo, sm. Assenza di spermatozoi nel liquido seminale.
aspermìa, sf. 1 In botanica, mancata produzione di semi in un frutto. 2In medicina, assenza di secrezione seminale. ~ sterilità.
aspèrrimo, agg. Superlativo di aspro.
aspersióne, sf. L'aspergere, l'essere asperso.
aspersòrio, sm. Strumento per aspergere con acqua benedetta. 
  lat. aspersorium.
aspèrula, sf. Genere di piante erbacee della famiglia delle Rubiacee che nascono spontaneamente nei terreni incolti. Comprende l'Asperula odorosa o stellina odorosa, dai fiori bianchi e profumati.
Àspesi, Natalìa (Milano 1929-) Scrittrice. Tra le opere Corpo a corpo (Con Lietta Tornabuoni, 1978) e Lui visto da lei (1978).
Aspettando Godot Commedia di S. Beckett (1952). L'azione è estremamente semplice. Due derelitti (Vladimir e Estragon) aspettano invano l'arrivo di un enigmatico personaggio di nome Godot. Aspettando Godot i due protagonisti trascorrono sulla strada due giornate, e probabilmente l'intera esistenza, mentre l'arrivo del personaggio è costantemente rimandato all'indomani. Una commedia grottesca e amara, che manca di qualsiasi sviluppo e nella quale non accade assolutamente nulla, cupo specchio dell'esistenza umana disperata.
aspettàre, v. tr. 1 Attendere. aspettare un bambino, essere incinta; aspettare la provvidenza, attendere un aiuto. 2 Prevedere. ~ presentire. 3 Prendere tempo. ~ indugiare. <> sbrigarsi. 
  v. tr. 1 to wait for. 2 (prevedere) to expect. 
  lat. expectare, attendere. 
Poco è mancato che non aspettassi. Pare che Luigi XIV abbia detto questa frase un giorno che qualcuno è stato poco preciso a un appuntamento con lui.
aspettatìva, sf. 1 Attesa. l'aspettativa per l'evento era molta. 2 Condizione giuridica di temporanea esenzione dal lavoro. domandare l'aspettativa. 3 Speranza. ~ desiderio. 4 Anticipazione. ~ previsione. 
  sf. wait, waiting. 
  deriv. da aspettare.
aspettazióne, sf. 1 L'aspettare; lo stato d'ansia in cui si aspetta. 2 Aspettativa.
aspètto, sm. 1 Attesa. 2 Punto di vista; prospettiva, ottica. ~ lato. 3 Componente. ~ particolare. 4 Apparenza esteriore. ~ esteriorità. 5 Presenza, figura. ~ fisico. 
  sm. 1 (apparenza) appearance, look, aspect. 2 (prospettiva) point of view.
aspic, sm. Vivanda di carne, pesce o verdura, in gelatina, confezionata in piccoli stampi.
àspide, sm. Varietà di cobra con dorso bruno, ventre bianco e macchie scure sul corpo.
aspidiotus, sm. invar. Genere di Insetti Emitteri Omotteri, cosmopoliti, polifagi della famiglia dei Coccidi che vivono su numerose piante forestali.
aspidìstra, sf. Genere di piante erbacee rizomatose prive di fusto, della famiglia delle Gigliacee, originarie dell'Estremo Oriente.
aspirànte, agg., sm. e sf. agg. Che aspira un fluido. pompa aspirante
sm. e sf. Chi aspira al conseguimento di qualcosa. ~ candidato, concorrente. la gara presenta molti aspiranti al titolo
  agg. aspiring. sm. e sf. applicant, candidate.
aspirapólvere, sm. invar. Elettrodomestico che aspira detriti e polvere e li raccoglie in un contenitore. Il primo modello fu inventato dall'inglese Huber Cecil Booth nel 1901. 
  sm. vacuum cleaner.
aspiràre, v. v. tr. 1 Inspirare. ~ inalare. <> espirare. aspirare il fumo della pipa. 2 Trarre a sé, risucchiare. la pompa aspira l'aria, permettendo di ottenere il vuoto. 3 Pronunciare con aspirazione un suono. i fiorentini aspirano la lettera c
v. intr. Desiderare vivamente. ~ ambire, vagheggiare. <> disdegnare. 
  v. tr. to inhale, to breathe in. v. intr. to aspire to. 
  lat. aspirare, comp. da ad-+ spirare soffiare.
aspiràto, agg. 1 Di motore a scoppio a carburatore, dal quale la miscela esplosiva viene aspirata nel cilindro. 2 Di consonante occlusiva pronunciata con aspirazione, o di attacco vocalico preceduto da aspirazione.
aspiratóre, sm. 1 Macchina aspirante per eliminare gas o esalazioni nocive da un ambiente. 2 Strumento chirurgico per aspirare sangue o altri liquidi. 
  sm. extractor fan, aspirator.
aspirazióne, sf. 1 L'aspirare, l'essere aspirato. ~ inspirazione. <> espirazione. 2 Desiderio di conseguire qualcosa. ~ ambizione, ideale. ha un'aspirazione alla pace universale. 3 Soffio espiratorio che accompagna certi suoni in talune lingue e dialetti. l'aspirazione della lettera c caratterizza il parlato di un fiorentino
  sf. breathing in, inhalation. 
  lat. aspiratio,-onis.

aspirìna, sf. Nome commerciale dell'acido acetilsalicilico, farmaco ad azione antipiretica, antireumatica e analgesica. Fu sintetizzata nel 1897 da Felix Hoffman. 
  sf. aspirin.

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/view/dictionario_a.doc/34501403/dictionario_a.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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