Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 10

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 10

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 10

 

chiralità, sf. Sinonimo di enantiomorfismo.

Chiray, ségno di Manifestazione di calcolosi colecistica in seguito alla compressione dell'area interessata.

chirghìso, agg. e sm. Relativo o appartenente a una popolazione turco-mongola stanziata nella regione montuosa del Kirghizistan.

Chiriquí Provincia (397.000 ab.) del Panam´, capoluogo David.

chirografàrio, agg. Che è creditore in virtù di un chirografo.

chirògrafo, sm. Scrittura privata relativa a obbligazioni patrimoniali.

chirologìa, sf. 1 Modo di esprimersi a gesti utilizzato dai sordomuti. 2 Principi teorici che cercano di stabilire una correlazione tra le linee della mano e il carattere di una persona.

chiromànte, sm. e sf. Chi esercita la chiromanzia. ~ veggente.
 sm. e sf. palmist.
 greco cheiròmantis, comp. da cheiro-chiro + màntis indovino.

chiromàntico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla chiromanzia.

chiromanzìa, sf. Arte divinatoria che pretende di leggere il destino dell'uomo dalle linee della mano. ~ chiroscopia.

chiromegalìa, sf. Crescita anomala delle mani.

Chiróne Personaggio mitologico. Centauro figlio di Crono e Filira, aveva dimora sul Pelio, in Tessaglia, luogo in cui educò Achille, Peleo, Giasone e Asclepio.

chironectes, sm. invar. Genere di Mammiferi Marsupiali della famiglia dei Didelfidi.

chironomìa, sf. Arte del muovere appropriatamente le mani recitando o parlando in pubblico.

Chironòmidi Famiglia di Insetti Ditteri Nematoceri cui appartengono alcune mosche simile a zanzare, ma che non si nutrono di sangue.

chiropràtica, sf. Tecnica di cura di malattie osteo-articolari e di nevralgie mediante trazione, torsione ed estensione.

chiropràtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla chiroterapia. ~ chiroterapico.

chirotipìa, sf. Sistema di riproduzione grafica che consiste nel far passare un pennello con l'inchiostro sulle lettere di una mascherina traforata.

Chiròtteri Nome comune di Mammiferi adatti al volo, solitamente più noti come pipistrelli. Sono capaci di volare grazie a una membrana che rimane tesa, quasi a formare un'ala (il patagio), tra le lunghissime falangi degli arti anteriori. Il corpo, di piccole o medie dimensioni, è rivestito da pelle nuda, ha una dentatura completa, orecchie e naso molto sviluppati. Volano prevalentemente di notte e dormono con la testa appesa in giù di giorno e durante il letargo. Localizzano gli insetti, dei quali si nutrono, e gli ostacoli attraverso l'emissione e la ricezione di ultrasuoni.

chirurgìa, sf. (pl.-gìe) Branca della medicina che, valendosi di tecniche manuali e strumentali, cura, mediante interventi operatori, le malattie e le lesioni traumatiche di varia natura e origine. Esistono vari settori di intervento chirurgico a seconda della zona corporea in cui occorre operare. La cardiochirurgia interviene sul cuore e sui grossi vasi sanguigni; la chirurgia ortopedicasi occupa delle lesioni traumatiche delle strutture ossee e articolari; la chirurgia toracica opera sui polmoni e sul torace; la chirurgia plastica modifica o ricostruisce parti deformate del corpo; la neurochirurgia interviene sul sistema nervoso centrale e periferico. Di origine antichissima essa si è sviluppata durante le varie epoche storiche, fino ad arrivare a costituire una scienza a sé, nel XIX sec., grazie ai progressi nell'anatomia, nell'anestesia, alle terapie antisettiche (scoperte da Pasteur), all'introduzione delle pinze emostatiche e a strumenti innovativi, che hanno permesso di raggiungere livelli di perfezione quasi assoluti.
 sf. surgery.

chirurgicaménte, avv. Secondo i metodi della chirurgia.

chirùrgico, agg. (pl. m.-ci) Di chirurgia. ~ operatorio.

chirùrgo, sm. (pl.-ghi o-gi) Medico che esegue interventi operatori.
 sm. surgeon.

Chisinau => "Kisinev"

Chisóne Torrente (57 km) del Piemonte. Nasce dal Sestrière e confluisce nel Pellice.

chissà, o chi sa, avv. Esprime dubbio, incertezza. ~ vattelappesca.
 avv. who knows, I wonder.

chitàrra, sf. 1 Strumento musicale dalla cassa di risonanza piatta a forma di otto che viene suonato pizzicandone le corde. 2 Telaio di legno con fili di metallo che si usa in Abruzzo per tagliare la sfoglia e fare i cosiddetti maccheroni alla chitarra.
 sf. guitar.
 greco kithàra.
La chitarra presenta al centro un foro e nell'estremità inferiore un ponticello di legno sovrapposto. È dotata di un lungo manico segnato da barre trasversali che hanno funzione di tastiera. Solitamente è dotata di sei corde che iniziano dal ponticello e sono bloccate da pioli sulla parte alta del manico.
Le origini della chitarra risalgono presumibilmente all'epoca egizia. Introdotta in Spagna dagli arabi si diffuse successivamente in tutta Europa e nel XVI sec. divenne comune come il liuto. Divenuta strumento popolare di accompagnamento, viene usata anche come strumento solista nella musica classica e nelle opere liriche (Don Pasquale di Donizetti, Oberon di Webere Barbiere di Siviglia di Rossini). Boccherini e Paganini composero pagine di musica da camera (quartetti e quintetti) dedicate alla chitarra.
Chitarra elettrica
Chitarra priva di cassa acustica ma munita di sensori collegati ad appositi amplificatori.

chitarràta, sf. 1 Interpretazione dozzinale di un brano musicale. 2 Suonata con chitarra.

chitarrìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi suona la chitarra.

chitarronàta, sf. Musica o composizione letteraria di cattivo gusto.

chitarróne, sm. Strumento musicale a corde pizzicate della famiglia del liuto impiegato per la esecuzione del basso continuo.

Chitignàno Comune in provincia di Arezzo (817 ab., CAP 52010, TEL. 0575).

chitìna, sf. Polisaccaride azotato presente nelle conchiglie di molti Invertebrati.

chitinóso, agg. Di organo rivestito di chitina.

chitóne, sm. Presso gli antichi Greci, tunica di lana o di lino leggera, cucita su un fianco e fissata per mezzo di bottoni o di piccole fibule.
Mollusco (noto anche come chitone olivaceo, Chiton olivacius) della famiglia dei Chitonidi e della classe dei Poliplacofori. Lungo circa 4 cm, vive nel Mediterraneo sotto le pietre. Si ciba di alghe.

Chitònidi Famiglia di Molluschi Poliplacofori marini. Il solo genere Chiton è presente nel Mediterraneo.

Chitradurga Città (75.000 ab.) dell'India, nello stato di Karnataka, capoluogo del distretto omonimo.

Chitral Regione (113.000 ab.) del Pakistan, al confine con l'Afghanistan.

Chittagong Città (2.041.000 ab.) del Bangladesh, capoluogo della divisione amministrativa omonima.

Chittoor Città (86.000 ab.) dell'India, nello stato dell'Andhra Pradesh, capoluogo del distretto omonimo.

chiù, inter. e sm. inter. Riproduce il grido dell'assiolo.
sm. Il grido dell'assiolo.

chiudènda, sf. 1 Oliveto specializzato. 2 Recinto per orti e campi coltivati. 3 Saracinesca.

chiùdere, v. v. tr. 1 Serrare insieme qualcosa per evitare che si apra o per impedire l'accesso a un luogo. ~ sbarrare. <> aprire. chiudere a chiave; chiudere bottega, terminare un'attività. 2 Unire insieme, far combaciare una o più parti disgiunte. ~ serrare. <> aprire. 3 Ostruire, sigillare. ~ ostacolare. <> sbloccare. chiudere il rubinetto dell'acqua. 4 Recingere, limitare. ~ circoscrivere. 5 Coprire con un coperchi, tappare. ~ turare. <> sturare. 6 Mettere dentro, riporre. ~ richiudere. 7 Porre fine a qualcosa., concludere. ~ terminare. <> cominciare. 8 In ambito commerciale, eseguire le operazioni connesse con il termine di un periodo. 9 In alcuni giochi di carte, completare una combinazione o terminare il gioco individuale. 10 Sigillare. ~ piombare. 11 Piegare. ~ ripiegare. <> spiegare. 12 Essere l'ultimo, essere in fondo a una fila. : :a fanteria chiudeva il corteo
v. intr. Combaciare.
v. rifl. 1 Serrarsi. <> aprirsi. le piaghe si chiudono con il passare del tempo. 2 Restringersi. ~ allargarsi. 3 Cicatrizzarsi. ~ rimarginarsi. 4 Raccogliersi. 5 Ritirarsi. ~ nascondersi. 6 Oscurarsi, coprirsi di nuvole. ~ annuvolarsi. 7 Terminare. ~ concludersi.
 v. tr. 1 to shut, to close. 2 (acqua, gas, luce) to turn off, to put off. 3 (a chiave) to lock. 4 (definitivamente) to shut down, to close down. v. intr. to shut, to close.
 lat. cludere.

chiudilèttera, sm. invar. Vignetta simile a un francobollo usata per sigillare le buste.

chiudipòrta, sm. Dispositivo a molla per la chiusura automatica di porte e portoni.

Chiudùno Comune in provincia di Bergamo (4.466 ab., CAP 24060, TEL. 035).

chiùnque, pron. invar. pron. invar. 1 Qualunque persona. 2 Chicchessia. ~ tutti.
pron. rel. invar. Qualunque persona che.
 pron. 1 (pron. indef.) anybody, anyone, whichever. 2 (pron. rel.) anyone who, whoever.

Chiuppàno Comune in provincia di Vicenza (2.394 ab., CAP 36010, TEL. 0445).

chiurlàre, v. intr. Emettere un suono simile a quello del chiurlo, dell'assiolo o di altri uccelli notturni.

chiùrlo, sm. 1 Grido dell'uccello omonimo. 2 Persona sciocca.
Uccello della famiglia degli Scolopacidi e dell'ordine dei Caradriformi. Di colore marrone, è dotato di un lungo becco ricurvo. Tra le specie il chiurlo maggiore (Numenius arquata) e il chiurlo minore (Numenius phaeopus). Durante la ricerca di cibo alcuni esemplari vigilano mentre gli altri si nutrono.

Chiùro Comune in provincia di Sondrio (2.427 ab., CAP 23030, TEL. 0342).

chiùsa, sf. 1 Riparo posto attorno a qualcosa. 2 Opera di sbarramento di un corso d'acqua. ~ diga. 3 Restringimento di una valle fluviale. 4 Conclusione di un discorso. ~ epilogo. <> esordio. la chiusa di un intervento.
 da chiuso, p.p. di chiudere.

Chiùsa (in ted. Klausen) Comune in provincia di Bolzano (4.284 ab., CAP 39043, TEL. 0472).

Chiùsa di Pèsio Comune in provincia di Cuneo (3.389 ab., CAP 12013, TEL. 0171).

Chiùsa di San Michèle Comune in provincia di Torino (1.492 ab., CAP 10050, TEL. 011). Centro agricolo (cereali, ortaggi e uva) e industriale (prodotti elettrotecnici e meccanici). Teatro di tre battaglie (754, 756 e 773) tra i franchi e i longobardi, nelle quali Pipino il Breve sconfisse Astolfo e Carlo Magno sconfisse Desiderio e Adelchi.

Chiùsa Sclàfani Comune in provincia di Palermo (3.677 ab., CAP 90033, TEL. 091).

Chiusafòrte Comune in provincia di Udine (962 ab., CAP 33010, TEL. 0433).

Chiusànico Comune in provincia di Imperia (592 ab., CAP 18023, TEL. 0183).

Chiusàno d'Àsti Comune in provincia di Asti (255 ab., CAP 14025, TEL. 0141).

Chiusàno di San Doménico Comune in provincia di Avellino (2.539 ab., CAP 83040, TEL. 0825).

Chiusavècchia Comune in provincia di Imperia (408 ab., CAP 18023, TEL. 0183).

Chiusdìno Comune in provincia di Siena (1.922 ab., CAP 53012, TEL. 0577).

Chiùsi Cittadina (9.200 ab., CAP 53043, TEL. 0578), appartenente al comune di Siena. Di origine etrusca è situata nella zona meridionale della val di Chiana, a 398 m di altezza. Oltre all'agricoltura (cereali e vino), molto diffusa è pure l'industria del mobile e delle ceramiche. Degni di nota sono la necropoli etrusca e il Museo Nazionale etrusco, nel quale si possono ammirare sarcofagi fittili e in alabastro.
Chiusi, lago di
Lago (4 km2) della Toscana, nella val di Chiana.

Chiùsi délla Vèrnia Comune in provincia di Arezzo (2.223 ab., CAP 52010, TEL. 0575).

chiusìno, sm. Lastra che chiude la bocca d'accesso di una fogna.

chiùso, agg. e sm. agg. 1 Serrato, non aperto. ~ sbarrato. <> aperto. tenere la bocca chiusa, non rivelare alcun fatto; a occhi chiusi, senza riflettere e vedere. 2 Che termina in consonante, detto di sillaba. 3 Poco espansivo, riservato. ~ introverso. <> estroverso. aveva un carattere chiuso. 4 Privato, proibito. ~ vietato. <> pubblico. 5 Un insieme di oggetti matematici viene detto chiuso rispetto a una operazione se applicando quella operazione a elementi di quell'insieme si ottiene un risultato che sta ancora nell'insieme stesso (ad esempio l'insieme dei numeri positivi è chiuso rispetto all'addizione ma non rispetto alla sottrazione: 3–7 fa –4 che non è un numero positivo).
sm. 1 Luogo circondato e serrato con ripari. 2 Recinto per bestiame. 3 Luogo in cui non circola l'aria. nella stanza si avvertiva un forte odore di chiuso.
 agg. closed.
 lat. clusus, p.p. di cludere chiudere.

chiusùra, sf. 1 Atto, effetto del chiudere. 2 Ciò che serve a chiudere. ~ serratura. chiusura lampo, cerniera. 3 Fine, conclusione. ~ cessazione. <> apertura. 4 Riserbo. ~ diffidenza. <> confidenza. chiusura mentale, rifiuto di nuove idee.
 sf. 1 shutting, closing. 2 (fine) close, end. 3 (serratura) lock.
 lat. clusura.

Chivàsso Comune in provincia di Torino (24.758 ab., CAP 10034, TEL. 011). Centro commerciale (mercato di vino e cereali) e industriale (fabbriche di automobili, industrie tessili, alimentari e della gomma). Vi si trova il duomo di Santa Maria Assunta, del XV sec., in stile gotico. Gli abitanti sono detti Chivassesi.

Chladek, Rosalia (Brno 1905-) Ballerina e coreografa. Come ballerina è stata una sofisticata solista. Successivamente si è dedicata con successo alla coreografia. Cessata l'attività sulle scene, è passata all'insegnamento, elaborando un suo personale metodo che è stato rapidamente adottato sia in Austria sia nel resto d'Europa.

Chladni, Ernst (Wittemberg 1756-Breslavia 1827) Fisico tedesco. Fondò la teoria delle vibrazioni sonore.

Chlebnikov, Velimir (Tundutovo, Astrahan 1885-Santalov, Novgorod 1922) Poeta russo. Tra le opere Poesie (postumo, 1928-1933).

chmod In informatica è il nome di un comando (change mode) del sistema operativo UNIX che permette di cambiare i diritti di accesso a un file.

choc, sm. invar. Forte emozione improvvisa e violenta. ~ botta, scossa, trauma.

Chocó Dipartimento (357.000 ab.) della Colombia, capoluogo Quibdó.

Chofu Città (198.000 ab.) del Giappone, nell'isola di Honshu.

Chokai Vulcano (2.230 m) del Giappone, nell'isola di Honshu.

Choke Catena montuosa dell'Etiopia. Vetta più elevata il monte Birham (4.154 m).

Choluteca Dipartimento (309.000 ab.) dell'Honduras. Si affaccia sull'oceano Pacifico.
Choluteca
Città (55.000 ab.) dell'Honduras, capoluogo del dipartimento omonimo.

Chomo Lhari Monte (7.314 m) dell'Himalaya, al confine tra Bhutan e Tibet.

Chomsky, Noam A. (Filadelfia 1928-) Linguista statunitense. Tra le opere Le strutture della sintassi (1957) e Linguistica cartesiana (1966).

Chon Buri Città (53.000 ab.) della Thailandia, capoluogo della provincia omonima.

Chongqing Città (2.667.000 ab.) della Cina, sul corso del fiume Chang Jiang.

Chonos Arcipelago (11.000 km2) del Cile, tra il golfo del Corcovado e la penisola Taitao.

Chontales Dipartimento (130.000 ab.) del Nicaragua, capoluogo Juigalpa.

Choper Fiume (1.000 km) della Russia che scorre nella regione tra Volga e Don e sfocia in quest'ultimo.

Chopin O'Flaherty, Kate (Saint Louis, Missouri 1851-New Orleans 1904) Narratrice statunitense. Pubblicò vari racconti ambientati in Luisiana e raccolti in Gente di Bayou (1894) e Una notte in Acadia (1897), raccolte di racconti della vita dei Creoli che la portarono alla ribalta. Ma l'opera che suscitò notevole scalpore ed ebbe grande rilevanza fu il romanzo Il Risveglio (1899), storia di un adulterio narrata con intensa sensualità, rifacendosi al modello flaubertiano di Madame Bovary.

Chopin, Fryderyk Franciszek (Zelazowa Wola 1810-Parigi 1849) Compositore e pianista polacco, si trasferì da Varsavia con la famiglia a Parigi. La prima scuola di musica fu appunto la famiglia, in quanto sia la madre sia la sorella maggiore erano musiciste. Qui conobbe un grande successo, anche grazie alla sua provenienza da una patria tribolata per l'occupazione russa, ma soprattutto per la sua fama di concertista che lo aveva preceduto. Le tribolazioni amorose per la scrittrice George Sand e la nostalgia dell'amata patria furono i sentimenti dominanti della sua vita, continuamente in forse se rientrare in Polonia. Viene considerato un tipico compositore romantico in quanto si allontanò dai canoni classici della sonata e della sinfonia, elaborando composizioni per piano di eccezionale concezione formale. La principale produzione comprende gli Studi, ventiquattro Preludi, quattro Impromptus, quattro Scherzi, quattro Ballate, sedici Polacche e le Mazurche. Tra le sue opere più famose sono anche i Notturni e i Valzer. Compose anche due Concerti e le Variazioni su un tema del Don Giovanni di Mozart.

chopper, sm. invar. Circuito elettronico in grado di generare da una tensione continua una tensione alternata agendo automaticamente come invertitore di polarità. In paletnologia indica uno strumento tagliente ottenuto scheggiando un ciotolo.

Chorolque Monte (5.614 m) della Bolivia, nella Cordigliera di Chicahs.

Chorus Line Film musicale, americano (1985). Regia di Richard Attenborough. Interpreti: Michael Douglas, Terence Mann, Alison Reed. Titolo originale: A Chorus Line

Chorzóv Città (129.000 ab.) della Polonia, nel voivodato di Katowice.

chou, sm. invar. Dolce cotto al forno a base di farina, burro e uova ripieno di crema.

Chou Dinastia cinese che segnò l'inizio del periodo feudale; il fondatore Wu-Wang divise l'impero ereditato dai Shang tra i membri della sua famiglia, decretando di fatto la scissione dello stato in molteplici nuclei feudali. I disordini interni si assommarono alle minacce esterne degli invasori, i barbari della regione dello Yang-Tze e le popolazioni nomadi del Nord. Il 771 segna la distruzione della capitale Hao e il conseguente ritiro dei Chou nella regione dell'Honan, dove vi dominarono fino al 250 a. C. circa. Sfruttando le lotte feudali tra i vari principi, i barbari dello Yang-Tze riuscirono a fondare e imporre una stato, il Chou, che dominò a lungo estendendo la civiltà cinese ai territori limitrofi.

Chou En Lai (Hua Hin 1898-Pechino 1976) Uomo politico cinese. Dopo gli studi in Giappone e in Europa, si stabilì a Parigi dove fondò la sezione francese del partito comunista cinese. Rientrato in patria, prese parte alla lunga marcia (1934-1935) e si operò come mediatore fra il partito comunista e quello nazionalista. Nel 1949 divenne primo ministro, incarico che tenne fino alla morte, e dal 1949 al 1958 fu anche ministro degli esteri. Fu valido collaboratore di Mao, condividendone le scelte sia in politica interna sia estera (rottura con l'URSS e riavvicinamento agli USA).

chouannerie, sf. invar. Guerra degli chouans. ~ insurrezione.

chouans Nome attribuito ai contadini monarchici del nord della Francia che insorsero nel 1973 contro la repubblica francese.

Chout Leggenda in sei quadri di S. S. Prokof'ev (Parigi, 1921).

chow chow, loc. sost. m. invar. Cane originario della Cina, dove è adibito alla caccia e alla guardia, è molto apprezzato in Europa come cane da compagnia.

Chrétien de Troyes (Attivo tra il 1160 e il 1190) Poeta. Non si hanno notizie certe sulla sua vita. Subì l'influenza della poetica dell'amor cortese elaborata dai trovatori provenzali. Prese spesso ispirazione dalla leggenda del re Artù e dei suoi cavalieri. La sua opera poetica comprende cinque romanzi cavallereschi di argomento bretone: Perceval o Il racconto del Graal, la prima versione letteraria della leggenda del Santo Graal; Erec e Enide; Lancillotto o Il cavaliere della carretta, dove compare la figura del cavaliere prediletto di Artù e suo rivale in amore; Ivano o Il cavaliere del leone; Cligès. Da ricordare anche il romanzo in versi Guillaume d'Angleterre. Chrétien viene considerato l'iniziatore del romanzo cavalleresco medievale.

Chrismas, malattìa di Patologia consistente in emorragie cutanee, mucose e muscolari dovute alla diminuzione o alla mancanza di attività plasmatica del fattore IX.

Christchurch Città (307.000 ab.) della Nuova Zelanda, capoluogo della regione di Canterbury.

Christensen, Benjamin (Viborg 1879-Copenaghen 1959) Regista e attore cinematografico danese. Tra i suoi film, La stregoneria attraverso i secoli (1922) e La casa del terrore (1929).

Christie, Agatha Miller (Torquay, Devon 1890-Wallingford, Oxford 1976) Scrittrice di romanzi e drammi. Tra le opere Assassinio sull'Orient-Express (1934) e Trappola per topi (1952).

Christie, Julie (Chukua, Assam 1941-) Attrice cinematografica inglese. Interpretò Darling, Farenheit 451, I compari e Messaggero d'amore.

Christie, Linford (Saint Andrew 1960-) Atleta britannico. Nel 1992 vinse il titolo olimpico nei 100 m piani; ottenne inoltre tre titoli europei (1986, 1990 e 1994) e uno mondiale (1993). È primatista europeo con 9'88''.

Christo (Sofia 1935-) Nome d'arte di Christo Javacheff. Pittore bulgaro. Tra le opere Valley Courtain (1971, Aspen, Colorado).

Christophe, Henri (Grenada 1767-Port-au-Prince 1820) Re di Haiti dal 1811 al 1820. Schiavo in origine, nel 1791 partecipò alla rivolta negra antifrancese; alla proclamazione della repubblica di Haiti nel 1804 costituì un suo piccolo regno personale nel nord dell'isola.

Christus Petrus ved. "Petrus Christus"

Chruscëv, Nikita (Kalinovka 1894-Mosca 1971) Politico russo. Dopo aver combattuto nell'Armata rossa nel 1919 e dopo un'intensa attività politica negli organi periferici del PCUS, venne nominato primo segretario del partito alla morte di Stalin (1953). Fu fautore del processo di destalinizzazione conseguente a un'analisi critica dei metodi politici e degli obiettivi economici definiti da Stalin. D'altra parte fu fermo nell'impedire che tale operazione provocasse sviluppi innovatori nell'Europa orientale, in particolare in Polonia e in Ungheria nel 1956. Per la sua politica di distensione internazionale guadagnò un largo consenso tra i membri del partito e ciò lo portò alla presidenza del consiglio nel 1958. Continuò la sua opera di intervento per favorire il disgelo dei rapporti con gli USA fino agli incontri di Camp David del 1959. Eventi internazionali come la crisi cubana, la frattura politica con la Cina e le difficoltà interne incontrate portarono alla fine del suo potere nel 1964.

Chrysler, Walter Percy (Wanego 1875-Great Neck 1940) Imprenditore statunitense. Nel 1925 fondò a Detroit l'omonima casa automobilistica.

Chrzanowski, Wojciech (Cracovia 1793-Parigi 1861) Generale polacco. Nel 1848 fu chiamato da Carlo Alberto per metter ordine nell'esercito piemontese, ma l'anno successivo fu sconfitto a Novara.

Chu Teh (Maan 1886-Pechino 1976) Militare cinese. Guidò la rivoluzione comunista dal 1931 al 1945, quindi divenne comandante dell'esercito dal 1949 e vicepresidente della repubblica dal 1954 al 1959.

Chubut Fiume (800 km) dell'Argentina. Nasce dalle Ande e sfocia nell'oceano Atlantico.
Chubut
Provincia (356.000 ab.) dell'Argentina, capoluogo Rawson.

Chucheon Città (174.000 ab.) della Corea del Sud, capoluogo della provincia di Gangweon.

Chugach Mountains Catena mantuosa degli USA, nella costa meridionale dell'Alaska. Vetta più elevata il monte Marcus Baker (4.016 m).

Chungcheong Nome di due province della Corea del Sud: Chungcheong Settentrionale (1.390.000 ab.), capoluogo Cheongju e Chungcheong Meridionale (2.014.000 ab.), capoluogo Daejeon.

Chungju Città (113.000 ab.) della Corea del Sud, nella provincia di Chungcheong.

Chungli Città (277.000 ab.) di Taiwan, nella parte settentrionale dell'isola.

Chungyang Shan Me Catena montuosa di Taiwan. Vetta più elevata il monte Yushan (3.997 m).

Chuquisaca Dipartimento (452.000 ab.) della Bolivia, capoluogo Sucre.

Churchill Fiume (1.609 km) del Canada settentrionale. Nasce dalle Montagne Rocciose e sfocia nella baia di Hudson attraversando il Sasktchewan e il Manitoba. Sulle sue rive si trovano imponenti centrali idroelettriche. Un tempo importante via per il commercio di pellicce.

Churchill, Randolph H. S. (Blenheim 1849-Londra 1895) Politico britannico. Capeggiò l'opposizione dei tory e fu cancelliere dello scacchiere (1886). Winston L. S. era suo figlio.

Churchill, Winston Leonard Spencer (Blenheim 1874-Londra 1965) Statista e uomo politico britannico, figlio di Lord Randolph. Iniziò la sua carriera politica all'inizio del secolo, nelle file del partito conservatore, per poi sposare le cause liberali. Ricoprì numerose volte l'incarico di primo ministro; fu responsabile della spedizione nei Dardanelli (1915) il cui fallimento lo allontanò dalla politica per un paio d'anni. Nel 1924, rientrato nel partito conservatore, fu nominato cancelliere dello scacchiere, attuando una dura politica antinflazionistica e antisindacale. Negli anni della seconda guerra mondiale, la sua capacità politica e diplomatica emerse ottenendo l'allenza degli USA e dell'URSS nella guerra alla Germania nazista. Con Roosevelt firmò la Carta atlantica (1941), partecipò alle conferenze di Teheran (1943) e Yalta (1945) in cui venne definita la politica da seguire dopo la resa della Germania e nel contempo preannunciò i rischi per l'avvenire dovuti alla divisione del mondo in due sfere di influenza tra le potenze maggiori. Nelle file dell'opposizione dal 1945, ritornò al potere nel 1951 fino al 1955, appoggiando gli USA nella guerra fredda con l'URSS. Ottenne il premio Nobel per la letteratura (1953) con La seconda guerra mondiale.

Churriguera, Alberto (Madrid 1676-Orgaz 1750) Architetto spagnolo. Tra le opere la Plaza Mayor a Salamanca(1729-1755).

Churriguera, José Benito (Madrid 1665-1725) Scultore spagnolo. Tra le opere Retablo (1684-1690, Segovia, Cattedrale) e Retablo Mayor (1693-1696, Salamanca, S. Esteban).

Churu Città (62.000 ab.) dell'India, nello stato del Rajasthan, capoluogo del distretto omonimo.

ci, avv. e pron. avv. 1 Lì, in quel luogo, qui, in questo luogo, nel luogo in cui si parla. ci verrete anche voi. 2 Per questo, per quel luogo. : :i passava sempre. 3 Da questo, da quel luogo. 4 In questo mondo. 5 Con valore indeterminato
pron. pers. 1 Noi. ci hanno accusato. 2 A noi.
pron. dimostr. Di ciò, su ciò, in ciò. non ci penso mai.
 avv. 1 (lì) there. 2 (qui) here. 3 (di qui, di lì) through it. pron. 1 (a noi) to us. 2 (rifl.) ourselves. 3 (tra due) each other. 4 (l'un l'altro) one another. 5 (a ciò) about it.
 lat. hice qui.

Ci Sigla di curie (unità di misura fisica).

Ci salveranno le vecchie zie? Prosa di L. Longanesi (1953).

Ci sono dei giorni ... e delle lune Film commedia, francese (1990). Regia di Claude Lelouch. Interpreti: Gérard Lanvin, Patrick Chesnais, Annie Girardot. Titolo originale: Il y a des jours ... et des lunes

CIA Sigla usata per indicare Central Intelligence Agency, l'organismo statunitense di controllo delle attività di spionaggio e controspionaggio per la sicurezza degli Stati Uniti. Fondato nel 1947 e alle dipendenze del presidente degli USA e del consiglio per la sicurezza nazionale, ha svolto un ruolo importante nella politica estera statunitense. A seguito dello scandalo Watergate (1973-1974) vennero notevolmente ridimensionate le sue competenze.

ciabàtta, sf. 1 Pantofola, scarpa vecchia e scalcagnata. ~ pianella. 2 Cosa brutta e ormai inservibile.
 sf. slipper, mule.

ciabattàio, sm. Chi costruisce le ciabatte. ~ ciabattino.

ciabattàre, v. intr. Camminare strisciando le scarpe o le ciabatte.

ciabattàta, sf. Colpo dato con una ciabatta.

ciabattìno, sm. 1 Chi ripara le scarpe. ~ calzolaio. 2 Chi esegue male il proprio lavoro.

ciabattóne, agg. e sm. 1 Che o chi cammina strascicando i piedi. 2 Chi è trasandato nel vestire. ~ disordinato. 3 Che o chi compie in modo negligente il proprio lavoro.

ciàc, o ciàk, inter. e sm. invar. inter. 1 Riproduce il suono delle onde del mare. 2 Riproduce il suono prodotto schiacciando qualcosa di molle. 3 Riproduce il suono che fa l'assicella di legno contro la tavoletta per segnare l'inizio di una ripresa cinematografica.
sm. invar. Tavoletta di legno munita di un'asticciola battente su cui sono segnati i film di una produzione.
 voce onom.

ciaccóna, sf. Componimento in forma di danza, in ritmo ternario moderato, in voga nei secc. XVII e XVIII.

Ciad (lago) Lago dell'Africa centrale, al confine tra Nigeria, Camerun, Niger e Ciàd. Situato a 282 m sul livello del mare è poco profondo (ma molto pescoso) e la sua superficie varia secondo le stagioni. Privo di emissari, riceve i fiumi Chari e Komadugu.

Ciad (stato) Repubblica dell'Africa centrosettentrionale, confina a nord con la Libia, a est con il Sudan, a sud con la Repubblica Centrafricana, a ovest con il Camerun, la Nigeria e il Niger.
Allungato in direzione nord sud il paese presenta regioni molto diverse per aspetto e clima.
Nel suo territorio è compresa una parte del lago Ciad che accoglie in sé le acque di tutto il paese che solcano il vasto ripiano continentale inciso dalle valli del Chari e del suo affluente Logone, praticamente i due soli corsi d'acqua; a nord troviamo la parte più alta del Tibesti (Emi Koussi 3.415 m), a est il massiccio dell'Ennedi (1.500 m), all'interno il massiccio del Guera (1.613 m) e a sud l'Ubangi e l'Adamaoua.
Il clima e la vegetazione variano sensibilmente con la latitudine: il nord è tipicamente desertico con temperature estreme, forti escursioni diurne e sensibilmente condizionato anche dall'altitudine; a sud più abbondanti sono le piogge (fino a 1.500 mm annui) che alimentano una vegetazione tipica della savana piuttosto rigogliosa.
Le zone meridionali sono più popolose e vi sorgono le principali città. La capitale è N'Djamena (ex Fort Lamy, circa mezzo milione di abitanti); altri centri sono Sarh, Moundo e Abechè.
Al nord vivono prevalentemente popolazioni nomadi (tebu), a sud troviamo i massa, i mundang e i sara. Esistono gruppi arabi e popolazioni nere primitive (hadjeraj).
Il Ciad è tra i paesi più poveri dell'Africa. L'agricoltura rappresenta l'attività principale, ma è rivolta all'autosostentamento. Vi si coltivano cereali per il consumo interno, manioca, alcune coltivazioni oleaginose (sesamo e arachidi) e datteri.
L'allevamento dispone di un discreto numero di capi e di ampi pascoli, ma mancano le infrastrutture per renderlo effettivamente redditizio.
Il sottosuolo è tutt'altro che privo di risorse (uranio, stagno, tungsteno, magnesite e petrolio), ma l'attività estrattiva è tuttora inesistente.
Il commercio con l'estero avviene quasi esclusivamente con la Francia ed è rappresentato prevalentemente dall'esportazione del cotone.
STORIA Fin dalla preistoria vivono nella regione popolazioni di cacciatori e raccoglitori che hanno lasciato incisioni rupestri. Essi ne vengono cacciati dopo il 7000 a. C. dalla siccità del clima. Il regno di Kanem, sviluppatosi a partire dal IX sec. d. C., presto islamizzato, conosce nel XVI sec. il suo apogeo, avendo per centro il Bornou. Esso rende vassalli gli altri regni, in particolare quello schiavista del Baguirmi, comparso nel XVI sec. Gli arabi, sempre più numerosi, s'insediano nel paese.
Nel XIX sec. il lago Ciad è il punto di convergenza degli esploratori europei. Le ambizioni dei paesi occidentali si scontrano con quelle dei negrieri arabi (in particolare Rabah) e hanno alla fine il sopravvento. Tra il 1884 e il 1899 le frontiere del Ciad vengono fissate artificialmente (accordo franco-tedesco e franco-britannico). Tra 1895 e il 1900 le missioni francesi di Lamy, Foureau e Gentil eliminano le ultime resistenze. Nel 1920 il Ciad diventa colonia francese. Nel 1940, con il suo governatore, il nero Felix Eboué, il paese si allea di nuovo alla Francia libera. Nel 1958 il Ciad diventa repubblica autonoma in seno alla comunità.
L'indipendenza del Ciad viene proclamata nel 1960. François Tombalbaye diventa presidente della repubblica due anni dopo. Nel 1968 il nord islamizzato si separa dal paese, guidato dal Fronte di liberazione nazionale del Ciad (Frolinat). L'anno successivo la Francia viene in aiuto del governatore del Ciad contro la ribellione sostenuta dalla Libia.
Nel 1975 un colpo di stato, durante il quale Tombalbaye viene assassinato, porta al potere Félix Malloum, che non riesce a ristabilire la situazione. Nel 1979, Malloum deve ritirarsi. Una guerra civile si diffonde nel paese e tocca particolarmente la capitale N'Djamena. L'anno successivo, dopo la rottura con Hissène Habré, con il quale aveva formato un governo di unità nazionale, diventa presidente Gukuni Ueddei, sostenuto dalla Libia.
Nel 1981 viene firmato tra la Libia e il Ciad un accordo di fusione. La Francia si riavvicina poco a poco a Gukuni Ueddei. Nel 1982 le forze di Hissène Habré occupano N'Djamena, evacuata dalla Libia. H. Habrè diventa presidente della repubblica. L'anno successivo, la Francia porta aiuto ad Habrè quando la Libia occupa il nord del paese. Nel 1984 le forze francesi si ritirano in virtù dell'accordo franco-libico che la Libia non rispetta.
Nel 1986 la Francia attiva un dispositivo militare di difesa del Ciad, al sud del 16° parallelo. Una parte dell'opposizione del Ciad si allea con il presidente, che consolida la sua posizione militare rispetto ai libici. L'anno successivo, le truppe di H. Habré ottengono importanti vittorie sui libici (riconquistano Faya-Largeau). Nel 1988 il Ciad e la Libia ristabiliscono le relazioni diplomatiche, ma la pace interna rimane fragile. Nel 1990 H. Habré viene deposto da Idriss Déby. Nel 1994 la fascia di Aozu, occupata dalla Libia dal 1973, viene evacuata e restituita al Ciad.
Abitanti-6.361.000
Superficie-1.284.000 km2
Densità-4,9 ab./km2
Capitale-N'Djamena
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Franco CFA
Lingua-Francese e arabo; d'uso dialetti sudanesi
Religione-Musulmana, animista, cattolica e protestante

Ciaikovski, Pëtr Ilic => "Cajkovskij"

ciàlda, sf. 1 Pasta di farina poco dolce e molto sottile, che si cuoce scottandola con un apposito stampo arroventato. 2 Ostia di farina non lievitata che, inumidita, serve per involgere polveri medicinali e inghiottirle più facilmente. 3 Coccarda portata sul cappello.
 sf. wafer.
 franc. chalde, dal lat. calida calda.

Cialdìni, Enrìco (Castelvetro 1811-Livorno 1892) Generale. In qualità di luogotenente del re a Napoli, carica che ricoprì nel 1861 e 1862, fece arrestare Garibaldi sull'Aspromonte. Ebbe responsabilità nel fallimento della terza guerra d'indipendenza (1866).

cialdóne, sm. Cialda calda e sottile da farcire con panna.

cialtronàta, sf. Azione da cialtrone.

cialtróne, sm. (f.-a) 1 Individuo spregevole, volgare negli atti e nelle parole. ~ mascalzone. <> galantuomo, onestuomo. 2 Persona pigra e trasandata. ~ poltrone. <> lavoratore.

cialtronerìa, sf. 1 L'atto del cialtrone. ~ pigrizia, trasandatezza. <> alacrità, accuratezza. 2 L'essere cialtrone. ~ infingardaggine, poltronaggine.

cialtronésco, agg. (pl. m.-chi) Da cialtrone.

ciambèlla, sf. 1 Dolce a base di farina, zucchero, uova, avente forma di cerchio con un buco nel mezzo. non tutte le ciambelle riescono con il buco, non tutto va sempre bene. 2 Qualsiasi oggetto a forma di cerchio con un buco nel mezzo. ciambella di salvataggio, salvagente.
 sf. 1 doughnut, ring-shaped cake. 2 (salvagente) rubber ring, life belt.
 incerta.

ciambellàno, sm. Ufficiale di corte, addetto agli appartamenti e al tesoro del sovrano.

Ciàmidi Famiglia di Crostacei Anfipodi di piccole dimensioni che vivono sul corpo di alcuni cetacei.

ciampanèlle, sf. pl. Utilizzato solo nella locuzione dare in ciampanelle, nel senso di delirare, fare spropositi.

Ciàmpi, Càrlo Azèglio (Livorno 1920-) Economista e politico. Dal 1979 al 1993 fu governatore della Banca d'Italia, quindi nel 1993 e 1994 fu presidente del consiglio di un governo di transizione e di garanzia. Nel 1996 è stato nominato ministro del tesoro e del bilancio nel governo Prodi. Nel 1998 è diventato ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica del governo D'Alema. Nel maggio del 1999 è stato nominato presidente della repubblica.

Ciàmpi, Vincènzo Legrènzio (Piacenza 1719-Venezia 1762) Compositore. Autore di opere comiche, che furono rappresentate con successo a Napoli, Londra e Parigi, ha lasciato anche una notevole produzione strumentale. Tra le opere, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1747) su libretto di C. Goldoni.

ciampicàre, v. intr. Camminare a stento, strascicare i piedi.

ciampicóne, sm. Chi cammina ciampicando.

Ciampìno Comune in provincia di Roma (35.685 ab., CAP 00043, TEL. 06).

ciàna, sf. Donna volgare e sgraziata; il termine è tratto dalla protagonista del melodramma Madama Ciana di A. Valle.

cianammìde, o cianamìde, sf. Composto che deriva dall'ammoniaca per sostituzione di un atomo di idrogeno col gruppo-CN.

ciànca, sf. Gamba, specialmente se deforme o poco sana.

Ciànca, Albèrto (Roma 1884-1966) Politico. Fu tra i fondatori nel 1929 di Giustizia e Libertà.

cianchétta, sf. Solo nella locuzione fare la cianchetta, cioè fare lo sgambetto.

cianchettàre, v. intr. Camminare muovendo o aprendo smodatamente le gambe.

ciància, sf. 1 Discorso inutile privo di filo logico. ~ sproloquio. <> verità. 2 Scherzo, presa in giro. ~ burla.
 deriv. da cianciare.

Cianciàna Comune in provincia di Agrigento (5.103 ab., CAP 92012, TEL. 0922).

cianciàre, v. tr. Dire ciance. ~ blaterare.
 voce onom.

ciancicàre, v. tr. e v. intr. 1 Pronunciare male. 2 Masticare con difficoltà. 3 Lavorare con lentezza. 4 Sgualcire.

cianciugliàre, v. tr. e intr. Balbettare articolando male le parole.

Ciandragupta (321?-297 a. C.) Sovrano indiano. Fondò la dinastia Maurya (320 ca.) e il primo grande impero dell'India antica. Lottò con Seleuco Nicatore e lo costrinse a una pace a lui favorevole. Identificato con Sandracotto di Megastene, seppe ben tollerare e rispettare con eguale considerazione le religioni del brahmanesimo, del buddhismo e del giainismo.

cianésco, agg. (pl. m.-chi) Riferito a una ciana.

cianfrinàre, v. tr. Ricalcare i bordi di lamiere chiodate, per migliorarne la tenuta.

cianfrinatùra, sf. Operazione del cianfrinare.

cianfrìno, sm Utensile simile allo scalpello.

cianfrusàglia, sf. Oggetto di poco valore. ~ carabattola.

ciangolàre, v. intr. Chiacchierare a lungo e futilmente.

ciangottàre, v. tr. e intr. 1 Parlare storpiando le parole. 2 Di alcuni uccelli, cantare sommessamente, senza emettere o modulare la loro vera voce. 3 Emettere a tratti un suono lieve, detto di acqua che scorre.

ciangottìo, sm. 1 Cinguettio degli uccelli. 2 Fruscio caratteristico delle acque correnti. 3 Il ciangottare. ~ chiacchiericcio.

ciànico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a un acido isomero dell'acido fulminico che dovrebbe essere chiamato acido isocianico per la sua costituzione.

cianìne Coloranti che forniscono una variazione molto estesa di sensibilizzatori cromatici per emulsioni fotografiche.

cianìte, sf. Silicato d'alluminio triclino di formula Al2SiO5 di durezza variabile.

ciàno, agg. e sm. agg. Di colore azzurro.
sm. Fiordaliso.

Ciàno d'Ènza Comune in provincia di Reggio nell'Emilia sulla riva destra del fiume Enza (54 Km2, 3.350 ab.).

Ciàno, Costànzo (Livorno 1876-Ponte a Moriano 1939) Politico. Fu deputato fascista dal 1921, ministro delle comunicazioni dal 1924 al 1934 e in quest'ultimo anno venne eletto presidente della camera dei fasci e delle corporazioni.

Ciàno, Galeàzzo (Livorno 1903-Verona 1944) Personaggio politico, genero di Mussolini, fu ministro della cultura popolare (1935) e degli esteri (1936-1943) con posizioni antitedesche. Non riuscì tuttavia a evitare l'entrata in guerra dell'Italia. Votò il 24 luglio del 1943 l'ordine del giorno Grandi contro Mussolini. Internato in Germania e riportato in Italia dopo l'avvento della Repubblica sociale italiana, fu condannato a morte e fucilato a Verona (1944).

Cianoficèe Unica classe di Alghe azzurre delle Cianofite. ~ schizoficee.

Cianofìte Classe delle Schizofite, comprendente le alghe azzurre, organismi unicellulari organizzati in colonie filamentose o anche singoli, che popolano le acque e il terreno; sono i primi organismi comparsi sul pianeta e sono in grado di fissare l'azoto dall'atmosfera, essendo muniti di un sistema fotosintetico.

cianògeno, sm. Gas velenosissimo, composto di carbonio e azoto.

cianografìa, sf. Riproduzione di disegni fatti su carta trasparente usando carte sensibili a base di sali di ferro.

cianogràfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla cianografia.

cianòtico, agg. (pl. m.-ci) Di cianosi. ~ livido.

cianotipìa, sf. Cianografia.

ciantèlla, sf. 1 Scarpa vecchia o troppo grande. 2 Donna volgare e chiassosa.

cianuraziòne, sf. Processo che utilizza soluzioni di cianuri alcalini per estrarre oro o argento dai rispettivi minerali.

cianùro, sm. Sale dell'acido cianidrico, dal quale deriva il particolare odore di mandorle amare. I cianuri di metalli alcalini sono molto velenosi; sono infatti sufficienti alcuni milligrammi di queste sostanze per bloccare l'ossigenazione delle cellule viventi e provocare la morte dell'organismo intossicato. Ottenuti con vari metodi dagli ossidi metallici, vengono impiegati nella cianurazione per estrarre metalli nobili, nei processi galvanici, nell'industria farmaceutica e nella lavorazione degli acciai.

ciào, inter. Si usa come saluto amichevole e confidenziale incontrando qualcuno.
 inter. 1 (all'arrivo) hello, hallo. 2 (alla partenza) bye, goodbye.

Ciao maschio Film commedia, italiano (1978). Regia di Marco Ferreri. Interpreti: Gérard Depardieu, Marcello Mastroianni, James Coco.

Ciapaiev Film di guerra, russo (1934)
Regia: Serghei Gheorghy Vassiliev. Interpreti: Boris Babockin, Leonid Kmith, Larion Pevtsvov. Titolo originale: Chapaev

ciàppola, sf. Bulino, piccolo scalpello d'acciaio con punta tonda usato da cesellatori e argentieri per lavorare metalli.

ciappolàre, v. tr. Pulire, lavorare un metallo con la ciappola.

ciaramèlla, sf. Variante di cennamella, primitivo strumento a fiato ricavato da una canna.

ciaramellàre, v. intr. Cianciare in modo da trarre in inganno.

ciàrda, sf. Vivace danza popolare ungherese preceduta da un'introduzione lenta.

Ciàrdi, Guglièlmo (Venezia 1842-1917) Pittore. Tra le opere Capri (1868, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).

ciàrla, sf. 1 Notizia falsa, spesso di nessun credito e maligna. 2 Discorso vano e pettegolo. 3 Abilità di parlare.

ciarlàre, v. intr. 1 Fare pettegolezzi. ~ sproloquiare. 2 Chiacchierare. ~ cicalare.

ciarlàta, sf. Il chiacchierare prolungato.

ciarlatanàta, sf. Azione, discorso da ciarlatano.

ciarlatanerìa, sf. 1 Abilità del ciarlatano. 2 Ciarlatanata.

ciarlatanésco, agg. (pl. m.-chi) Proprio del ciarlatano.

ciarlatanìsmo, sm. Modo d'agire tipico di un ciarlatano.

ciarlatàno, sm. 1 Venditore ambulante specialmente in fiere di paese. ~ imbonitore. 2 Chi sfrutta la buona fede e la credulità altrui. ~ impostore. 3 Incapace. ~ incompetente.
 sm. charlatan.

ciarlièro, agg. Che ciarla molto e volentieri. ~ loquace. <> laconico.

ciarlóne, agg. e sm. (f.-a) Chi ciarla troppo. ~ chiacchierone. <> taciturno.

ciarmòtta, sf. Barca a fondo piatto adibita al trasporto sul Tevere.

ciàrpa, sf. 1 Variante toscana di sciarpa. 2 Oggetto vecchio che ormai non può più servire a nulla. 3 Parole inutili.

ciarpàme, sm. Quantità di oggetti inutili, senza valore. ~ robaccia.

ciarpùme, sm. Insieme di roba inutile o sporca.

ciaschedùno, pron. invar. Ciascuno.

ciascùno, agg. e pron. invar. agg. invar. Tutti, a uno a uno. ~ ognuno. ciascuno studente dovrà presentare una ricerca.
pron. invar. Ogni persona, tutti. ~ cadauno. ciascuno subirà regolare processo.
 agg. every, each. pron. everybody, everyone, each one.
 lat. cisque unus.

Ciascuno a suo modo Dramma di L. Pirandello (1930).

Ciàssare (633-584 a. C.) Re dei medi dal 625. Respinse le invasioni scite e pose fine all'impero assiro distruggendo Ninive nel 612 a. C.

cìato, sm. 1 Vaso greco-romano a lungo manico per attingere il vino e versarlo nei calici. 2 In botanica sinonimo di ciazio. 3 Antica unità di misura di capacità corrispondente a ca. 0,045 litri in vigore sia in Grecia che a Roma.

ciàtro, sm. Fungo (noto anche come ciatro rosso, Clathrus cancellatus) della famiglia delle Fallacee e della classe dei Basidiomiceti. Non commestibile.

ciavardèllo, sm. Nome volgare del Sorbus torminalis arbusto spontaneo coltivato a scopo ornamentale. Appartiene alla famiglia delle Rosacee.

cibàre, v. v. tr. Dar da mangiare, alimentare, imboccare. ~ nutrire. <> affamare.
v. rifl. Nutrirsi. ~ alimentarsi. <> digiunare.

cibària, sf. Tutto ciò che serve come alimento, vettovaglia. ~ provvista.

Cibèle Dea della fecondità della terra, onorata in Frigia (luogo centrale del culto era Pessinunte), accomunata nel culto ad Attis, suo giovane amante. Il suo culto si diffuse in Grecia dove venne identificata con Rea, madre degli dei e degli uomini. Nel 204 a. C. le fu eretto un tempio sul Palatino, a Roma, e le furono dedicati i ludi megalesi.

cibernàuta, sm. Nel linguaggio informatico indica un utente esperto di Internet.

cibernètica, sf. Scienza che ha per oggetto lo studio di possibili rapporti tra macchine, sistemi e organismi viventi, con maggior attenzione alle tecniche di relazione e controllo negli organismi viventi e nella società. Nacque negli anni '40 grazie al lavoro di Norbert Wiener, che verificò la possibilità di applicare le scoperte fatte nel campo neurologico e fisiologico al settore dell'ingegneria dei sistemi e viceversa (bionica). Negli ultimi anni il raggio d'azione della cibernetica si è ampliato arrivando a simulare i processi decisionali tramite calcolatori elettronici. Lo sviluppo di altre scienze, quali l'etologia, ha ridimensionato lo slancio della cibernetica.

cibernètico, agg. (pl. m.-ci) Della cibernetica.

ciberspàzio, sm. Nel linguaggio informatico indica un ambiente virtuale costituito da una rete di computer, che può essere visitato da un utente.

Cibiàna di Cadóre Comune in provincia di Belluno (645 ab., CAP 32040, TEL. 0435).

cìbo, sm. 1 Tutto ciò che serve da nutrimento. ~ alimento. 2 Ciò che si mangia in un pasto ~ vivanda.
 sm. food.
 lat. cibus.

cibòrio, sm. Edicola di marmo, sostenuta da quattro colonne, contenente l'altare nelle chiese antiche cristiane.

cibrèo, sm. 1 Piatto culinario a base di rigaglie di pollo, uova ecc. 2 Miscuglio di oggetti diversi, di parole sconclusionate.

cìca, sf. Inezia, cosa di poco conto; in frasi negative, niente, nulla.

Cicadàli Ordine di piante appartenenti alla classe delle Cicadofite.

cicadellìdi Sinonimo di iassidi.

Cicàdidi, sm. Famiglia di Insetti Emitteri Omotteri facente parte del gruppo degli Auchenorinchi e comprendente le cicale.

Cicàgna Comune in provincia di Genova (2.587 ab., CAP 16044, TEL. 0185).

Cicàla Comune in provincia di Catanzaro (1.078 ab., CAP 88040, TEL. 0968).

cicàla, sf. 1 Grosso insetto. 2 Persona ciarliera che stordisce con il suono sgradevole della sua voce. 3 Nell'ancora, anello di ferro che unisce l'estremità superiore del fuso della catena. 4 Ornamento d'oro portato dagli antichi nobili ateniesi, testimoniato da Tucidide.
 sf. cicada.
Insetto (Lyristes plebeyus) della famiglia dei Cicadidi e dell'ordine degli Emitteri, di colore giallonero, lungo non più di qualche centimetro; ha ali trasparenti, capo grosso e largo e antenne cortissime. I maschi emettono dei suoni prodotti da un organo speciale sul quale operano delle fibre muscolari e da due casse di risonanza collocate sull'addome. La cicala è più diffusa nell'Italia settentrionale (cicala comune) mentre nell'Italia meridionale è presente quella dell'orno che si ciba di linfa di frassino.

cicalàre, v. intr. Parlare troppo e di argomenti frivoli. ~ blaterare, chiacchierare.
 deriv. da cicala.

cicaléccio, sm. Il cicalare continuato di più persone insieme. ~ chiacchiericcio.

cicalìno, sm. Piccolo avvisatore acustico che emette suoni striduli.
 sm. buzzer.

cicalìo, sm. Il cicalare a lungo di una o più persone.

cicalóne, sm. (f.-a) Chi parla troppo per abitudine.

cicatrìce, sf. 1 Tessuto che si forma nel processo di riparazione di una ferita e sostituisce quello danneggiato o asportato. 2 Segno che rimane sulla pelle in seguito a una ferita. 3 Traccia di un'esperienza dolorosa.
 sf. scar.
 lat. cicatrix,-icis.

Cicatrici del sole Opera di poesia di T. Ben Jelloun (1972).

cicatrìcola, sf. Macchia biancastra nel tuorlo dell'uovo dove ha sede il germe.

cicatriziàle, agg. 1 Inerente a una cicatrice. 2 che appartiene a una cicatrice. 3 Retrazione cicatriziale, infossamento di una cicatrice che può portare all'unione di tessuti normalmente separati.

cicatrizzànte, agg. e sm. Detto di una sostanza che agevola la cicatrizzazione.

cicatrizzàre, v. v. tr. Rimarginare formando una cicatrice. ~ guarire.
v. intr. Detto di ferite, formare cicatrice. ~ cauterizzare.
v. intr. pron. Rimarginarsi formando una cicatrice. ~ risanarsi.
 deriv. da cicatrice.

cicatrizzazióne, sf. Processo di reintegrazione cellulare grazie al quale guariscono le ferite. A seconda della profondità e grandezza delle ferite, le cellule epiteliali possono ricostruire il tessuto primitivo in modo che non presenti alterazioni estetiche, oppure intervenire in numero maggiore per colmare le parti mancanti di tessuto, lasciando un segno vistoso.

cìcca, sf. 1 Mozzicone della sigaretta o del sigaro. 2 Gomma da masticare. ~ chewing-gum.
 franc. chique.

ciccaiòlo, sm. Chi raccatta o fuma le cicche.

ciccàre, v. v. tr. Mancare, sbagliare.
v. intr. 1 Masticare un mozzicone di sigaretta o di sigaro, masticare tabacco. 2 Indispettirsi.

cicchettàre, v. v. tr. Fare un cicchetto, un rimprovero.
v. intr. Bere un bicchierino di liquore, un cicchetto.

cicchétto, sm. 1 Bicchierino di liquore o vino. ~ grappino. 2 Piccola dose di olio che si versa nel serbatoio della benzina per migliorare la lubrificazione dei motori in rodaggio. 3 Rabbuffo. ~ rimprovero. <> elogio, encomio.

cìccia, sf. 1 Voce infantile per indicare la carne. ~ polpa. 2 La carne umana, specialmente se di persona grassa. ~ adipe.
 sf. 1 fat, flesh. 2 (carne) meat.

Cicciàno Comune in provincia di Napoli (12.793 ab., CAP 80033, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di frutta e ortaggi) e industriale (fabbriche di conserve). Gli abitanti sono detti Ciccianesi.

cicciolìna, sf. Indica il sesso femminile.

cicciolìno, sm. È il corrispettivo maschile di cicciolina e indica sia il sesso maschile che l'individuo maschio.

cìcciolo, sm. 1 Residuo solido del grasso fuso di maiale, tacchino, oca; a caldo viene sottoposto a salatura. È mangiato come antipasto. 2 Residuo che rimane sul fondo della pressa dopo l'estrazione dello strutto.

ciccióne, sm. (f.-a) Persona molto grassa. ~ trippone. <> grissino.

ciccióso, agg. Dotato di ciccia, di carne; grasso.

cicciòtto, agg. e sm. agg. Grassottello. ~ paffuto.
sm. Escrescenza carnosa.

cicciùto, agg. Che è in carne, che è grasso, che ha ciccia.

Ciccolìni, Àldo (Napoli 1925-) Pianista italiano con vasta attività concertistica. Esordì al teatro San Carlo, vinse il Grand Prix International de Paris nel 1949 e il Grand Prix du Disque nel 1951

Ciceràle Comune in provincia di Salerno (1.567 ab., CAP 84053, TEL. 0974).

cicérchia, sf. Il seme della pianta omonima, utilizzato per l'alimentazione delle bestie.

cicerchióne, sm. Pianta erbacea rampicante, Lathyrus silvester, con fiori a grappolo e frutti utilizzati come mangime per gli animali.

Cicerin, Georgij Vasilevic (Karaul 1872-Mosca 1936) Politico sovietico. Dal 1918 al 1930 fu commissario del popolo agli esteri; nel 1924 ottenne il riconoscimento europeo dello stato russo.

Cìcero (Iugoslavia 1904-Monaco di Baviera 1970) Elyesa Bazna. Spia naturalizzata turca, rivelò ai nazisti i piani dello sbarco alleato in Normandia, ma non fu creduto.

ciceróne, sm. 1 Chi fa da guida ai visitatori di una città, un monumento o altro. 2 Nome generico dato ai testi che illustrano opere d'arte.
 sm. cicerone, guide.

Ciceróne, Màrco Tùllio (Arpino 106 a. C.-Formia 43 a. C.) Oratore, uomo politico e filosofo romano. Le fonti principali per la conoscenza della vita e delle opere di Cicerone sono le sue stesse opere e in particolare le lettere. Altre notizie sono desumibili dalla vita di Cicerone scritta da Plutarco (Vite parallele).
Cicerone nacque ad Arpino (oggi in provincia di Frosinone) da un'agiata famiglia equestre imparentata con quella di Caio Mario. Secondo alcuni studiosi, il soprannome ereditario di Cicero sarebbe da mettere in relazione con l'origine agricola della famiglia, esperta nella coltivazione dei ceci (cicer, in latino). Insieme al fratello Quinto, ricevette a Roma una educazione filosofica e retorica di alto livello, presso gli oratori Antonio e Crasso e i giuristi Scevola l'Augure e Scevola il Pontefice. Prestò servizio militare nello stato maggiore dell'esercito di Lucio Cornelio Silla e di Pompeo Strabone nell'81. Durante il potere dei democratici con Caio Mario e Lucio Cornelio Cinna, Cicerone completò i suoi studi con Molone di Rodi (oratoria) e Filone di Larissa (filosofia). Esordì come oratore nell'80 pronunciando la prima orazione Pro Quinctio su un caso senza risvolti politici. Con la seconda orazione, Pro Sexto Roscio Amerino, la difesa dell'imputato (accusato di parricidio da un liberto del dittatore Silla, Lucio Cornelio Crisogono, che intendeva acquistare le proprietà terriere dell'ucciso dopo aver liquidato anche il figlio come autore del delitto) ebbe una vasta risonanza politica e guadagnò una larga fama al giovane avvocato difensore che era riuscito a ottenere la piena assoluzione del suo assistito. La vittoria mise Cicerone in una situazione difficile, poiché Silla era allora signore assoluto a Roma. Cicerone preferì cambiare aria e si recò in Grecia dal 79 al 77 allo scopo di perfezionare i suoi studi filosofici. Prima fu ad Atene con l'accademico Antioco di Ascalona e gli epicurei Zenone e Fedro, poi a Smirne con Rutilio Rufo e infine a Rodi ancora con Molone e con Posidonio di Apamea. Tornato a Roma, sposò Terenzia. Nel 76 fu eletto questore (magistrato con competenze amministrative) ed entrò nella carriera politica attiva. Svolse il suo mandato nella Sicilia occidentale e in esso si distinse per la sua integrità. Designato edile (magistrato che sorvegliava le costruzioni, le strade e i mercati della città) nel 70, ebbe pubblicamente la prova dell'apprezzamento della sua opera da parte dei siciliani: una loro delegazione gli chiese di sostenere la loro azione nei confronti dell'ex propretore Caio Licinio Verre per atti di concussione perpetrati nei loro confronti negli anni dal 73 al 71. La difesa di Verre venne assunta da Ortensio, famoso avvocato dell'epoca. Cicerone raccolse tanti documenti e tante testimonianze accusatorie contro Verre che Ortensio rinunciò alla difesa. Verre fu condannato al risarcimento e all'esilio perpetuo. Delle sette orazioni conosciute con il nome di Verrine scritte per l'occasione, Cicerone ne pronunziò di fatto solo due, mentre le altre cinque non furono mai pronunciate. La riconoscenza dei siciliani si espresse con l'invio di un grosso quantitativo di grano, che Cicerone donò munificamente al popolo. La vittoria su un avvocato rinomato come Ortensio fece di Cicerone una celebrità.
La sua influenza si affermò rapidamente mentre si manifestava un orientamento della sua attività verso la conciliazione tra le classi al potere, il senato e i popolari (la cosiddetta concordia ordinum). Nel 66 ricoprì la carica di pretore, nel 63 fu nominato console insieme a Caio Antonio Ibrida. Durante il consolato si avvicinò al partito degli ottimati. Nel 62 venne a sapere della congiura che Catilina, sconfitto nelle elezioni consolari, stava preparando in Etruria. Cicerone agì rapidamente: convocato il senato, si fece dare i pieni poteri. Sfuggito a un attentato, denunciò la congiura nella seduta dell'8 novembre del 62, pronunciando la prima delle orazioni Catilinarie. Raccolte le prove della congiura, grazie alla collaborazione degli ambasciatori degli allobrogi che si trovavano a Roma, Cicerone fece arrestare i partecipanti e informò il popolo il 3 dicembre pronunciando la terza Catilinaria. Due giorni dopo, il 5 dicembre, con la quarta Catilinaria, propose al senato che venisse deliberata la pena di morte per i congiurati. La proposta venne approvata e la sentenza di morte venne eseguita nella stessa giornata. Con questa azione, Cicerone si assunse una grave responsabilità, della quale avrebbe pagato le conseguenze nel 58, quando Clodio, eletto tribuno della plebe, fece approvare una legge che applicava l'esilio a chiunque fosse responsabile di aver messo a morte un cittadino romano senza avergli permesso di appellarsi al popolo. Cicerone se ne andò in esilio di propria iniziativa (prima a Tessalonica, poi a Durazzo), mentre i suoi beni vennero venduti all'asta e la sua casa sul Palatino distrutta. Fu richiamato a Roma dal senato e dal popolo nel 57, dopo diciotto mesi di esilio. Appena tornato, ringraziò senato e popolo con due orazioni distinte e poi con una terza orazione richiese la ricostruzione della sua casa a spese dello stato. Nei processi, Cicerone continuò a lottare indirettamente contro Clodio, ma non riuscì più a guidare la grande politica. In questo periodo, compose il De oratore e iniziò la stesura del De re publica. Clodio venne ucciso da Milone nel 52. La difesa di Milone non fu fortunata per Cicerone: Milone fu condannato e dovette andarsene in esilio. Nel 53 Cicerone fu nominato proconsole in Cilicia; accettò l'incarico controvoglia, ma poi si dimostrò ancora amministratore giusto e avveduto. Tornò a Roma verso la fine del 50. Risultato inutile un suo tentativo di conciliare Cesare e Pompeo, scelse il campo di Pompeo e lo raggiunse a Durazzo. Dopo la sconfitta dei pompeiani a Farsalo in Tessaglia (48 a. C.), Cicerone si reimbarcò per l'Italia e si affidò al perdono di Cesare, che ottenne nel 47. Con la dittatura di Cesare, iniziò per Cicerone un periodo di ritiro lontano dalla politica, nel quale egli si dedicò prevalentemente agli studi di filosofia e di retorica. La sua vita privata fu purtroppo segnata da due drammi irreparabili (divorzio dalla moglie Terenzia nel 46 e morte della figlia Tullia nel 45) ai quali si aggiunsero le delusioni causate dal comportamento irresponsabile del figlio Marco e il naufragio del nuovo matrimonio. In pochi anni compose una notevole serie di opere divulgative e di trattati con i quali mise la filosofia greca a disposizione della società romana e creò il linguaggio filosofico che sarebbe stato utilizzato nella cultura europea per oltre quindici secoli. Tra le opere di questo periodo, sono da ricordare Orator, Brutus, De optimo genere oratorum, Paradoxa stoicorum, Cato, Academica, De finibus bonorum et malorum, Tusculanae disputationes, De natura deorum, De divinatione, oltre alla Consolatio e all'Hortensius, purtroppo perduti.
Dopo l'assassinio di Cesare (44 a. C.), tentò di rientrare nella politica, sostenendo una posizione moderata. Ma l'iniziativa decisa di Marco Antonio lo costrinse a desistere. Si allontanò da Roma e si ritirò nelle sue ville sul Tirreno, dove riprese gli studi filosofici e compose Cato Maior seu de senectute, Laelius de amicitia, De fato, Topica, De officiis e De legibus. Tornò a Roma appena la situazione gli parve più favorevole per la normalizzazione e il ripristino del governo repubblicano. Fattosi sostenitore del giovane Ottaviano, prese decisamente partito conto Antonio, contro il quale scrisse ben quattordici violente orazioni (chiamate Filippiche in analogia a quelle di Demostene contro Filippo di Macedonia). Il successo di Ottaviano su Antonio (aprile 43) fu però seguito dalla riconciliazione con Antonio e dalla costituzione del secondo triumvirato tra Ottaviano, Antonio e Lepido. La sorte di Cicerone era ormai segnata: il suo nome fu il primo della lista di proscrizione di Antonio. I sicari di Antonio lo raggiunsero nella sua villa di Formia e lo assassinarono il 7 dicembre del 43. Con Cicerone Roma perdeva il testimone degli ultimi cinquanta anni di repubblica.
Dell'attività forense, che Cicerone svolse contemporaneamente a quella politica, restano oltre cinquanta orazioni (Pro Quinctio, 81; Pro Roscio Amerino, 80; Pro Roscio comoedo, 77; Divinatio in Q. Caecilium, 70; Verrinae, 70; Pro Tullio, 69; Pro Fonteio, 69; Pro Caecina, 69; Pro Cluentio, 66; De imperio Cn. Pompei o Pro lege Manilia, 66; De lege agraria, 63; Pro Rabirio perduellionis reo, 63, Pro Murena, 63; Catilinariae, 63; Pro P. Sulla, 62; Pro Archia poeta, 62; Pro Flacco, 59; Pro reditu in ad Quirites, 57; Pro reditu in Senatu, 57; De domo sua ad Pontifices, 57; De haruspicum responso, 56; Pro Sestio, 56; In Vatinium, 56; Pro Caelio, 56; De provinciis consularibus, 56; Pro Cornelio Balbo, 56; In Pisonem, 56; Pro Plancio, 54; Pro Aemilio Scauro, 54; Pro Rabirio Postumo, 54; Pro Milone, 52; Pro Marcello, 46; Pro Ligario, 46; Pro rege Deiotaro, 45; Philippicae, 44-43).
Gli interessi culturali di Cicerone furono vasti e profondi. Oltre alle orazioni, la sua produzione comprende opere filosofiche, opere politiche, opere retoriche, nonché un vasto epistolario (le lettere furono pubblicate nel 33 a. C. contro la volontà dell'autore). Le opere di Cicerone costituiscono il più importante patrimonio letterario della latinità classica, che ha costituito per secoli il modello principale della lingua latina studiata e insegnata. Tra le orazioni più efficaci oltre che politicamente importanti, sono in particolare da ricordare le 7 Verrine (70 a. C.), le 4 Catilinarie (63 a. C.) e le 14 Filippiche (44 a. C.), che distinsero le fasi cruciali della vita di Cicerone, dalla prima affermazione pubblica all'estremo tentativo di guidare la politica di Roma.
Politicamente, Cicerone fu per breve tempo un protagonista, ma non mostrò una grande lungimiranza e mancò quasi sempre gli obiettivi che si propose.
Le opere filosofiche di Cicerone costituiscono la divulgazione della filosofia greca, che l'autore aveva approfondito in Grecia con i massimi maestri del tempo, alla quale aveva combinato lo spirito pratico dei romani. Lo scopo che anima le opere filosofiche (in particolare del De officiis) era quello di fornire una base etica e politica alla classe dominante, in modo che il rispetto della tradizione degli antenati (mos maiorum) non comportasse chiusure nei confronti delle arti e della letteratura e più in generale della cultura greca. Secondo Cicerone, i valori che fecero grande Roma potevano essere coniugati con la necessità di cambiamento che le conquiste di Roma avevano reso ormai inevitabile. Ai saggi filosofici già ricordati, sono da aggiungere le traduzioni del Timeo (conservata solo in parte) di Platone, del Protagora di Platone e dell'Economico di Senofonte (restano solo frammenti).
Le lettere di Cicerone (Ad familiares in 166 libri; Ad Atticum in 166 libri; Ad Quintum fratrem, 27 lettere), che consentono di conoscere la parte privata della sua vita, sono considerate un capolavoro del genere epistolare.

 

ciceroniàno, agg. Di Cicerone.

Ciceruàcchio (Roma 1800-Rovigo 1849) Angelo Brunetti, organizzò le agitazioni popolari romane dal 1846 al 1848, i primi anni di pontificato di Pio IX; nel 1849 si schierò a difesa della Repubblica romana, ma venne giustiziato dagli austriaci.

Ciciliàno Comune in provincia di Roma (1.079 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Cicindèlidi Famiglia di Insetti Coleotteri Caraboidi, carnivori.

cicisbèo, sm. Nel Settecento, il cavaliere servente che accompagnava la dama; oggi, damerino, vagheggino.

ciclàbile, agg. Percorribile dalle biciclette.

Cìcladi Arcipelago greco del mar Egeo a nord di Creta, comprende molte isole, tra cui Santorini, Io, Mykonos, Paro, Naxo, Kea, Delo, Sifno, che formano un nomo (88.000 ab.) il cui capoluogo è Hermoùpolis. L'agricoltura è poco sviluppata; più importanti sono il turismo, la pesca e la pastorizia. La popolazione durante l'età del bronzo subì l'occupazione di genti provenienti dall'Anatolia, che svilupparono le loro civiltà. La storia può essere divisa in tre fasi: l'antico cicladico durante il quale si diffuse il commercio e l'arte della navigazione; il medio cicladico, al quale si può far risalire la costruzione del tempio di Delo; il tardo cicladico durante il quale cominciarono a penetrare elementi di cultura cretese e micenea. Dall'anno 1000 a. C. si ebbe l'età di dominazione cretese, seguita da quella ionica, di Atene e infine dei macedoni.

ciclamìno, agg. e sm. invar. agg. invar. Che ha color rosa violaceo.
sm. Pianta erbacea
 sm. cyclamen.
 lat. cyclaminus, dal greco kyklàminos.
Angiosperma (Cyclamen) della famiglia delle Primulacee e dell'ordine delle Primulali con tubero velenoso e sferico, foglie a cuore e fiori lilla o bianchi. È molto diffuso nei boschi d'Italia, nei quali nasce spontaneo.

ciclicaménte, avv. In modo ciclico.

ciclicità, sf. Caratteristica dei fenomeni ad andamento ciclico.

cìclico, agg. (pl. m.-ci) 1 Detto di fenomeno che nel suo compimento svolge uno o più cicli. ~ periodico. <> intermittente. trasformazione ciclica. 2 Pertinente a un ciclo letterario. romanzo ciclico. 3 Detto di composto contenente una catena chiusa di atomi.
 lat. cyclicus, dal greco kyklikòs, deriv. da kyklos ciclo.

cìclide, sf. Superficie del quarto ordine che ha per linea doppia il cerchio assoluto e ammette dieci sistemi di sezioni circolari.

ciclìsmo, sm. Attività sportiva praticata con la bicicletta, su strada, su pista, individualmente o a squadre. Le principali manifestazioni sono il giro d'Italia, di Francia, di Spagna (gare a tappe) e il campionato del mondo (su strada e su pista). Le prime corse risalgono alla metà del secolo scorso; le principali specialità sono l'inseguimento, l'americana, il tandem, il chilometro lanciato e la corsa a cronometro. Recentemente è stata creata una nuova disciplina, consistente in corse campestri su percorsi accidentali (cross-country). Fra i campioni del passato Girardengo, Binda, Coppi, Bartali, Merckx, Anquetil.
 sm. cycling.

ciclìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi va in bicicletta. 2 Chi pratica lo sport della bicicletta.
 sm. e sf. bicyclist, cyclist.

ciclìstico, agg. (pl. m.-ci) Del ciclismo, dei ciclisti.

ciclìte, sf. Infiammazione del corpo cigliare dell'occhio.

ciclizzàre, v. tr. Trasformare un composto a catena aperta in uno a catena chiusa.

ciclo- Primo elemento di parole composte, dal greco kýklos, cerchio.

cìclo, sm. 1 Periodo di tempo alla fine del quale un fenomeno si riproduce nella stessa sequenza. ~ arco, fase. 2 Serie di fenomeni che si ripetono secondo uno schema immutabile. 3 Insieme di trasformazioni che riportano un corpo allo stato iniziale. 4 Serie di tradizioni, poemi, che si riferiscono a un grande evento. 5 Serie di manifestazioni o attività intorno a un unico tema.
 sm. 1 cycle. 2 (decorso di malattia) course.
Ciclo di Bethe
Ciclo di radiazioni termonucleari, che si verificano in una stella, che comporta la produzione di un atomo di elio da quattro di idrogeno, con relativa generazione di energia; viene anche chiamato ciclo del carbonio e azoto per il nome degli elementi che intervengono nella relazione.
Ciclo lunare
Periodo di 235 lunazioni, ossia di diciannove anni solari (ciclo di Metone o metonico), al termine del quale i noviluni si verificano alle stesse date dell'anno. Il ciclo lunare venne utilizzato per redigere il calendario ebraico o lunisolare.
Ciclo solare
Ciclo di ventotto anni, al termine dei quali si ripete la sequenza del calendario annuale; il numero ventotto deriva da quattro che indica il periodo dopo il quale si ripete l'anno bisestile e sette che sono i giorni di una settimana.
Ciclo biogeochimico
Insieme di cambiamenti fisico-chimici che un elemento o composto subisce in un sistema ecologico nel corso del suo naturale sviluppo. I più importanti sono quelli dell'azoto, ossigeno, acqua e carbonio.
Ciclo biologico
Insieme di processi attraverso i quali un individuo ne genera altri. Può essere aploide o diploide a seconda del corredo cromosomico dei nuclei cellulari.
Ciclo classico
Insieme di poemi francesi medievali incentrati su leggende antiche.
Ciclo economico
Oscillazione non periodica dell'attività economica globale (reddito e occupazione), cui sono soggetti i vari sistemi economici e, in primis, quelli capitalistici. A una fase di espansione, ne corrisponde una di recessione che inizia dopo una crisi.
Ciclo epico
Insieme di poemi epici greci composti sul modello omerico da poeti leggendari.
Ciclo termodinamico
Trasformazioni che riportano un sistema a uno stato finale identico allo stato originario. Tra i più importanti quello di Carnot, di Otto, di Diesel, di Stirling, di Rankine e di Brayton.

ciclo/s Unità di misura della frequenza. ~ Hertz.

ciclocampèstre, agg. e sf. Si dice di tragitto ciclistico su tracciato campestre.

ciclocròss, sm. invar. Ciclocampestre.

cicloesàno, sm. Idrocarburo liquido, incolore, usato come solvente per la produzione di nylon e insetticidi. ~ esaidrobenzene.

ciclofrenìa, sf. Disturbo psichico spesso ereditario caratterizzato dall'alternanza di caratteristiche proprie della sindrome maniacale con quelle proprie della sindrome depressiva.

ciclofurgóne, sm. Furgoncino a pedali con tre ruote, per il trasporto di merci.

ciclogènesi, sf. Insieme dei processi che generano il ciclone.

cicloidàle, agg. 1 Dentatura cicloidale, dentatura di ingranaggio cicloidale. ~ ingranaggio epicicloidale. 2 Relativo alla cicloide.

ciclòide, sf. Curva piana descritta dal moto rotolante di un punto di una circonferenza di raggio r lungo una retta. Assume il nome di cicloide ordinaria qualora il punto si trovi sulla circonferenza, accorciata o allungata se il punto è interno o esterno alla circonferenza stessa.
La lunghezza di ogni arco della cicloide ordinaria è pari a otto volte il raggio del cerchio (teorema di Wren). L'area compresa fra un arco completo e la linea retta è pari a tre volte l'area del cerchio (teorema di Roberval).

ciclometrìa, sf. Branca della matematica che studia la quadratura dei cerchi e la rettificazione delle circonferenze.

ciclomotóre, sm. Bicicletta munita di un motorino a scoppio. ~ motorino.
 sm. moped.

ciclóne, sm. 1 Sistema rotatorio di venti, a volte violenti, che convergono in un punto di minima pressione atmosferica. ~ tifone. 2 Persona vivace, irruente. 3 Cataclisma. ~ sconquasso.
 sm. cyclone.
Insieme di fenomeni atmosferici in una zona di bassa pressione, con diminuzione della stessa dalla periferia al centro. L'aria ha un movimento centripeto con senso antiorario nell'emisfero boreale e orario nell'emisfero australe, a causa della rotazione terrestre. Il ciclone si differenzia per origine, struttura ed evoluzione in ciclone extratropicale, inteso come area molto vasta di bassa pressione tipica delle medie latitudini, e ciclone tropicale (uragano willy-willy e tifone), che si forma alle latitudini più basse ed è caratterizzato da un'area più limitata e depressa, con venti violenti e precipitazioni intense.

ciclònico, agg. (pl. m.-ci) Di ciclone.

ciclonopatìa, sf. Estrema sensibilità di alcuni individui nei confronti di perturbazioni climatiche improvvise.

cicloottatetraène, sm. Idrocarburo con quattro legami etilenici, con formula C8H8.

ciclopàlla, sf. Gioco nel quale bisogna mandare la palla nella rete avversaria a cavallo di una bicicletta.

cicloparaffìna, sf. Denominazione generica degli idrocarburi ciclici saturi. ~ ciclano.

Ciclòpi Personaggi mitologici, giganti da un occhio solo, figli di Urano e Gea. Originariamente imprigionati nel Tartaro, furono liberati da Zeus e per questo gli donarono la folgore e il tuono.

ciclòpico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di ciclope. 2 Colossale, enorme. ~ gigantesco. <> minuscolo. mura ciclopiche, formate da enormi massi di pietra; impresa ciclopica, impresa di grande rilievo.

Ciclòpidi Famiglia di Crostacei Copecodi a cui appartiene il genere Cyclops.

ciclopìsta, sf. Corsia stradale riservata alle biciclette.

cicloplegìa, sf. Paralisi totale dei muscoli interni ed esterni dell'occhio.

ciclòsi, sf. Movimento rotatorio, all'interno delle cellule vegetali, delle granulazioni citoplasmatiche che si riscontrano nelle cellule vive in modo permanente.

ciclostilàre, v. tr. Riprodurre col ciclostile.

ciclostilàto, sm. Foglio stampato con il ciclostile.

ciclostìle, sm. Macchina a mano che riproduce, in molte copie, scritti o disegni.

Ciclòstomi Classe di Vertebrati anguilliformi, privi di mascella e con labbro circolare a ventosa. Il colore della pelle, nuda e viscida, è bruno verdastro. Il nutrimento è costituito dal sangue succhiato agli altri animali. Molto diffusi nelle ere geologiche più lontane, oggi sopravvivono in poche specie (un esempio è la lampreda).

ciclotimìa, sf. Tipo di temperamento caratterizzato da cicli alternati di euforia e tristezza.

ciclotìmico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Si dice di persona soggetta a ciclotimia.

ciclotróne, sm. Acceleratore a forma circolare di particelle elementari (protoni, particelle alfa) mantenute su una traiettoria circolare da un campo magnetostatico esterno costante e accelerate da un campo elettromagnetico. È usato anche per particelle più pesanti (deutoni). Il primo fu creato nel 1931 da E. O. Lawrence.

cicloturìsmo, sm. Turismo che si pratica per mezzo della bicicletta.

cicloturìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Turista che viaggia in bicicletta.

cicógna, sf. 1 Uccello dei Ciconiformi provvisto di becco e lunghe e robuste zampe di colore rosso. Con un'apertura alare di circa 2 m, vola molto lentamente e in modo possente. 2 Tipo di velivolo a motore in grado di volare a velocità bassissime. 3 Autotreno a due piani con rimorchio per il trasporto di automobili.
 sf. stork.
 lat. ciconia.
Cicogna bianca
Uccello (Ciconia ciconia) della famiglia dei Cicognidi e dell'ordine dei Ciconiformi. Di colore bianco con remiganti nere, è diffusa in Eurasia e nell'Africa del Nord. Vive in paludi, anche nella pianura padana, e può nidificare anche nelle vicinanze dell'uomo.
Cicogna nera
Uccello (Ciconia nigra) della famiglia dei Cicognidi e dell'ordine dei Ciconiformi. Di colore nero e bianco, è diffusa in Eurasia e nell'Africa del Nord; nidifica in luoghi paludosi e lontani dall'uomo. Si nutre di pesci e di anfibi.

cicognìno, sm. Il piccolo della cicogna.

Cicognòlo Comune in provincia di Cremona (830 ab., CAP 26030, TEL. 0372).

Cicònio Comune in provincia di Torino (347 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

cicòria, sf. Pianta erbacea delle Composite, con radice carnosa e amara, fiori azzurri e foglie frastagliate. Si trova nei campi ed è coltivata per le foglie e le radici commestibili e per gli effetti lassativi, tonici e depurativi. Tra le specie più diffuse, vi sono il radicchio, la cicoria belga, la catalogna e la cicoria rossa di Treviso.
 sf. succory, chicory.
 lat. cichoria, dal greco kichòria.

CICR Sigla di Comité International de la Croix Rouge (comitato internazionale della Croce Rossa).

cicùta, sf. Genere di pianta erbacea velenosa, appartenente alle Ombrellifere, simile al prezzemolo, molto diffusa nelle zone umide dell'emisfero boreale. Ne esistono di vario genere, la cicuta acquatica (Cicuta virosa) alta quasi 1 m e diffusa negli acquitrini, con il rizoma velenoso; la cicuta di Socrate (Conium maculatum) alta quasi 2 m, molto velenosa e tipica delle zone ombreggiate.

CID Sigla di Cooperativa Italiana Doppiatori.

Cid Campeador (Vivar 1043-Valencia 1099) Soprannome dell'eroe e cavaliere spagnolo Rodrigo Díaz de Bivar, ottenuto a seguito della battaglia contro il re di Navarra, al fianco di Don Sancio di Castiglia. Alle dipendenze del successore, Alfonso VI, combatté contro i mori prima di essere bandito per la sua eccessiva indipendenza. Cominciò a errare, combattendo da mercenario al servizio di emiri, conquistando infine le città di Saragozza e di Valencia. Alla sua figura è ispirato un capolavoro della poesia eroica spagnola, il Cantar de mio Cid risalente agli inizi del XII sec., il dramma Le gesta giovanili del Cid, opera di Guillén de Castro (1618) e la celebre tragedia di P. Corneille, Il Cid (1636).

Cid, Il Tragedia di P. Corneille (1636).
Cid, Il
ved. "Gesta del Cid, Le" di G. de Castro

CIDA Sigla di Confederazione Italiana dei Dirigenti d'Azienda.

Cieca di Sorrento, La Romanzo di F. Mastriani (1852).

ciecaménte, avv. 1 Alla cieca, a occhi chiusi. ~ brancicando, a tentoni. 2 Fiduciosamente. <> scetticamente. 3 In modo cieco. ~ irragionevolmente. <> ragionevolmente, intelligentemente. 4 Perdutamente. ~ follemente. <> sensatamente.

cièco, agg. e sm. (pl. m.-chi) agg. 1 Che è privo del senso della vista. ~ orbo. 2 Si dice di persona priva del lume dell'intelligenza. ~ sconvolto. <> assennato. 3 Chiuso, murato. ~ nascosto. <> aperto, visibile.
sm. Chi è privo del senso della vista. ~ non vedente.
 agg. blind. sm. blind man.
 lat. caecus.
In anatomia è la parte iniziale dell'intestino crasso, localizzabile nell'uomo nella fossa iliaca destra. Fanno parte dell'intestino cieco la valvola ileocecale, che impedisce il riflusso nell'intestino tenue delle sostanze alimentari e di scarto, e l'appendice cecale, costituita da una sacca tubiforme lunga pochi centimetri e del diametro di circa un centimetro, facilmente soggetta a infezioni anche molto gravi (appendicite), che possono essere curate soltanto con l'asportazione chirurgica dell'appendice stessa (appendicectomia).

Ciego de Avila Città (102.000 ab.) di Cuba, capoluogo della provincia omonima.

ciellenìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Che riguarda il CLN; appartenente al CLN.

ciellìno, sm. Appartenente al movimento cattolico Comunione e Liberazione.

cièlo, sm. 1 Lo spazio in cui si muovono gli astri e la Terra. ~ firmamento. 2 Parte di volta celeste che si trova sopra una regione. 3 Nel sistema tolemaico, ciascuna delle sfere celesti. 4 Il paradiso come sede di Dio e dei beati. ~ empireo. <> inferno. 5 Volta, o parte interna di luogo o cosa chiusa. ~ soffitto. <> suolo.
 sm. 1 sky. 2 (rel.) paradise, heaven.
 lat. caelum.
Beati i poveri di spirito, perché loro è il regno dei cieli. Vangelo di S. Matteo, cap. V-S. Luca, cap. VI.
Spazio che ricopre la Terra, a forma di cupola, di colore azzurro a causa delle radiazioni azzurre e violette diffuse in misura maggiore per la loro minore lunghezza d'onda. Di notte sono visibili, in condizioni climatiche ottimali, circa 3.000 stelle, tutte localizzabili nei pressi della Via Lattea. Il cielo, le stelle e il Sole compiono una rotazione completa da est a ovest in ventiquattro ore. La zona visibile all'uomo varia a seconda delle stagioni.
Secondo varie credenze religiose è anche il luogo ove risiedono i morti o gli esseri divini.

Cielo azzurro Opera di poesia di F. Sologub (1921).

Cièlo d'Àlcamo (XIII sec.) Poeta. Tra le opere Rosa fresca aulentissima (1231-1250).

Cielo diviso, Il Romanzo di Ch. Wolf (1963).

Cielo è rosso, Il Romanzo di G. Berto (1974).

Cielo può attendere, Il Film commedia, americano (1943). Regia di Ernest Lubitsch. Interpreti: Gene Tierney, Don Ameche, Charles Coburn. Titolo originale: Heaven Can Wait

Cielo sopra Berlino, Il Film fantastico, tedesco (1987). Regia di Wim Wenders. Interpreti: Bruno Ganz, Peter Falk, Otto Sander. Titolo originale: Der Himmel über Berlin

Ciénaga Città (136.000 ab.) della Colombia, nel dipartimento di Magdalena, sul mar delle Antille.

Cienfuegos Città (136.000 ab.) di Cuba, capoluogo della provincia omonima, sulla costa occidentale dell'isola. È uno dei principali porti dell'isola. Produce tabacco, caffè e zucchero (di cui è principale centro di commercio). Sviluppato anche l'allevamento. Vi si trovano industrie alimentari e tessili. Fu fondata nei primi anni del XIX secolo da coloni francesi.

CIF Sigla di Centro Italiano Femminile.

Cifarièllo, Antònio (Napoli 1930-Africa 1968) Attore cinematografico e regista televisivo italiano. Dopo un inizio di carriera in qualità di attore cinematografico, si dedicò alla regia di documentari giornalistici televisivi. Il suo film più famoso rimane Le ragazze di San Frediano, diretto nel 1955 dal regista Zurlini. Perse la vita a soli 38 anni in un incidente aereo.

cifoscoliòsi, sf. Deformazione patologica della colonna vertebrale.

cifòsi, sf. Incurvamento con convessità posteriore della colonna vertebrale. Normale a carico della colonna dorsale, può essere dovuta anche a malattie ossee o a vizi di posizione.

cìfra, sf. 1 Segno che, da solo, o congiunto con altri, rappresenta un numero naturale. ~ numero. 2 Segno, nota. ~ carattere. 3 Abbreviazione di un nome ottenuta specialmente dalle lettere iniziali. ~ sigla. 4 Codice segreto utilizzato per rendere un messaggio inintelligibile agli estranei. ~ formula. 5 Elemento caratteristico dello stile di scrittori e artisti.
 sf. 1 digit. 2 (codice) code, cipher. 3 (somma di denaro) sum, amount of money, figure.
 lat. mediev. zifra, dall'arabo sifr (che indicava sia il "nulla" sia lo "zero" del sistema di numerazione indiano, poi adottato anche dagli arabi); in Italia fu dapprima usato nel significato di "nulla". Dalla stessa parola araba, ma con un percorso diverso, deriva "zero".
Nel sistema di numerazione decimale sono usate le cifre arabiche da 0 a 9; nel sistema binario solo 0 e 1 e nel sistema esadecimale le cifre da 0 a 9 sono seguite dalle prime sei lettere dell'alfabeto.

cifràre, v. tr. 1 Rappresentare nomi o altro in cifre. ~ siglare. 2 Tradurre in cifra un dispaccio. ~ codificare. <> decifrare.

cifràrio, sm. Formulario per tradurre in chiaro una scrittura cifrata e viceversa.

cifràto, agg. 1 Fornito di cifre ricamate. 2 Scritto in cifra. 3 Codificato. ~ crittografato. 4 Incomprensibile, oscuro. ~ ermetico. <> chiaro.

CIGA Sigla di Compagnia Italiana dei Grandi Alberghi.

Cigliàno Comune in provincia di Vercelli (4.654 ab., CAP 13043, TEL. 0161).

cigliàto, agg. 1 Provvisto di ciglia. 2 Si dice di organo o cellula provvista di ciglia.

Cigliè Comune in provincia di Cuneo (197 ab., CAP 12060, TEL. 0174).

cìglio, sm. (pl.-gli) 1 Pelo delle palpebre. 2 Sopracciglio. 3 Occhio. ~ sguardo. 4 Margine, orlo, bordo. ~ sponda. <> centro. 5 Usato specialmente nell'accezione al plurale, finissime appendici vibratili presenti in alcuni Protozoi e Metazoi.
[plurale: cigli (di strada, fosso), ciglia (degli occhi)]
 sm. 1 eyelash. 2 (margine, bordo) border, edge.
 lat. cilium.
Ciglio cellulare
Filamento protoplasmatico originato dalla superficie degli organismi unicellulari (Protozoi, Batteri, Alghe) e di cellule con tessuti epiteliali (mucose delle vie respiratorie e genitali). È dotato di movimento ritmico, tale da consentire la rimozione di particelle e gli spostamenti.

ciglióne, sm. Terreno rilevato ai lati di una strada o di un fosso. ~ argine, sponda.

cigliùto, agg. Che ha ciglia lunghe e folte.

Cìgna, Gìna (Angères, Parigi 1900-) Cantante lirica, soprano italiana. Esordì nel 1927 al Teatro alla Scala di Milano. Dotata di grandi mezzi vocali, si è esibita prevalentemente nel repertorio operistico drammatico (Verdi, Bellini, Puccini). Nel 1948 ha lasciato l'attività teatrale, per dedicarsi all'insegnamento.

Cigni selvatici a Coole, I Opera di poesia di W. B. Yeats (1919).

Cìgno Costellazione a forma di croce, situata nell'emisfero celeste boreale; è attraversata dalla Via Lattea ed è visibile in estate.

cìgno, sm. Uccello Anatide dei generi Cygnus e Chenopis.
 sm. 1 swan. 2 (femmina) pen.
Cigno selvatico (Cygnus cycnus). Ha piumaggio bianco, collo lungo, può raggiungere una lunghezza di 1,50 m ed è tipico per il suono flautato che emette in volo. Si trova nelle zone settentrionali dell'Europa e dell'Asia, mentre è poco diffuso in Italia.
Cigno reale (Cygnus olor). Ha becco color arancio, collo a forma di S e vive anche in cattività.
Cigno minore (Cygnus bewicki). È l'esemplare più piccolo, abita le coste settentrionali dell'Europa e ha un piumaggio molto morbido usato per la pelletteria.

Cigno nero, Il Film d'avventura, americano (1942). Regia di Henry King. Interpreti: Tyrone Power, Maureen O'Hara, George Sanders. Titolo originale: The Black Swan

Cigognòla Comune in provincia di Pavia (1.366 ab., CAP 27040, TEL. 0385).

cigolamento, sm. Il cigolare.

cigolàre, v. intr. Mandare un suono stridente. ~ scricchiolare.
 v. intr. to creak, to squeak.

Cìgole Comune in provincia di Brescia (1.419 ab., CAP 25020, TEL. 030).

cigolìo, sm. Un cigolare prolungato. ~ scricchiolio, stridore.

Cilavégna Comune in provincia di Pavia (4.416 ab., CAP 27024, TEL. 0381).

Cìle Repubblica dell'America meridionale, confina a nord con il Perú, a nord-est con la Bolivia, a est con l'Argentina e a ovest per un lunghissimo fronte costiero si affaccia sull'oceano Pacifico.
Il Cile è formato da una lunghissima fascia (4.300 km) larga mediamente soltanto 175 km e compresa tra le Ande e l'oceano Pacifico.
Il territorio è prevalentemente montuoso e comprende alcune delle massime cime dell'America Latina (Aconcagua 6.960 m, Ojos del Salado 6.863 m, Cerro Tupungato 6.550 m).
La costa è al nord spesso impervia, ma sostanzialmente lineare con piane alluvionali in corrispondenza dei fiumi; più ampie le zone pianeggianti nella parte centrale del paese dove si concentra la maggior parte della popolazione e delle attività economiche. La costa più meridionale è invece caratterizzata da una struttura estremamente frastagliata ricca di isole, fiordi, penisole e insenature.
Il clima è estremamente variabile nel senso della latitudine. A nord è secco e caldo e la presenza della corrente fredda di Humboldt impedisce ai venti marini umidi di raggiungere la costa. La Puna de Atacama presenta addirittura tratti desertici. Il Cile centrale ha invece inverni piovosi e estati secche, in cui è necessario ricorrere all'irrigazione dei campi.
Tra le Ande e la catena costiera si estende una depressione intensivamente coltivata (in prevalenza nei grandi latifondi)
Il Cile meridionale è invece caratterizzato da un clima freddo e piovoso battuto da venti violenti.
La popolazione è estremamente eterogenea formata per due terzi da meticci; gli amerindi puri rappresentano un'esigua minoranza, mentre il resto è formato da europei, spagnoli, tedeschi e italiani.
La capitale è Santiago (5.250.000 ab.) nel Cile centrale, non lontano da Valparaiso (290.000 ab.) principale porto sul Pacifico.
A circa 3.000 km dalla costa si trova l'Isola di Pasqua, scoperta nel 1722 e celebre per la presenza di gigantesche statue in pietra.
L'agricoltura non è particolarmente fiorente, penalizzata dalla struttura del territorio. Si producono cereali (frumento e mais) e a sud i cereali d'ambiente freddo (orzo e avena); discreta la produzione di patate e barbabietole da zucchero e qualche rilevanza ha anche la viticoltura; attiva la frutticoltura e rilevante anche lo sfruttamento delle risorse forestali nel sud.
L'allevamento è piuttosto sviluppato; in prevalenza bovini e ovini (pecore merinos, che producono lana molto pregiata) specialmente nel sud; attiva la pesca che alimenta una discreta industria di trasformazione e conservazione.
La ricchezza principale del paese è rappresentata dall'estrazione e dall'esportazione del rame di cui il Cile è il primo produttore nel mondo; è inoltre secondo produttore mondiale di molibdeno e buoni sono i giacimenti di ferro, argento, oro, manganese, zinco ecc.; non sono particolarmente rilevanti i giacimenti di carbone e di gas naturale, ma ingente è il potenziale idroelettrico.
Importante anche la disponibilità di guano sulle isole della costa.
L'industria di base presenta gravi scompensi e notevoli carenze, tuttora inadeguate al potenziale e alla disponibilità di materie prime in particolare per la metallurgia; l'industria meccanica è rappresentata quasi esclusivamente da unità di montaggio di aziende automobilistiche straniere.
Gli unici settori che conservano un certo peso nell'industria nazionale sono quello tessile e quello alimentare (zuccherifici, industrie enologiche, conservazione della carne e del pesce).
STORIA Il Cile precolombiano è abitato dagli indiani araucani, vittime successivamente delle invasioni degli incas (metà del XV sec.) e quindi della conquista spagnola. Nel 1541 Pedro de Valdivia fonda Santiago. Due anni dopo esso viene vinto e ucciso dagli araucani, che lottano per tre secoli contro la presenza degli spagnoli.
Nel 1778 il Cile diventa capitaneria generale. Nel 1810 si forma a Santiago una giunta patriottica. I cileni, insorti nel 1814, guidati da Bernardo O'Higgins e José Miguel Carrera, sono sconfitti dagli spagnoli a Rancagua. Nel 1817 San Martín batte gli spagnoli a Chacabuco; O'Higgins riceve il titolo di guida suprema del Cile. La vittoria di Maipú nel 1818 libera definitivamente il paese. Viene instaurata la repubblica. Tra il 1823 e il 1831 si stabilisce un periodo di anarchia successivo alla dittatura di O'Higgins.
Dal 1831 al 1871 sono al potere i conservatori che promulgano la costituzione (1833). Dal 1871 al 1891, dirige il paese una coalizione di liberali e di radicali che intraprende la guerra del Pacifico (1879-1884) contro il Perú e la Bolivia; il Cile vincitore toglie ogni sbocco marittimo alla Bolivia e diventa la prima potenza del Pacifico.
La guerra civile del 1891 vede il trionfo del regime parlamentare sul regime presidenziale. Dopo la prima guerra mondiale, il Cile conosce un periodo di prosperità dovuto allo sfruttamento delle sue ricchezze minerarie (rame, nitrati). Nel 1925, l'esercito ristabilisce il regime presidenziale. Dal 1938 al 1952 l'ingresso nella vita politica delle classi medie porta al potere governi del Fronte popolare e quindi del centro-sinistra. Alla reazione oligarchica, condotta dal conservatore Jorge Alessandri (1958-1964) succede il governo del democratico cristiano Eduardo Frei.
Nel 1970 il candidato della sinistra Salvador Allende vince le elezioni presidenziali e avvia la nazionalizzazione delle miniere e delle banche. Nel 1973 esso viene eliminato da una giunta militare. Il Generale Pinochet, capo supremo della nazione, instaura un regime eccezionale. Una nuova costituzione, varata nel 1980, conferma il carattere autoritario del regime, che deve far fronte a una contestazione crescente. Nel 1988 Pinochet organizza un plebiscito tendente a garantire la continuità del regime. I no vincono, ma Pinochet decide di restare alla guida dello stato fino al 1990, termine legale del suo mandato.
Nel 1990 il democratico cristiano Patricio Aylwin Azócar (candidato unico dell'opposizione, eletto alla presidenza della repubblica nel 1989) succede a Pinochet. Nel 1993 viene eletto alla presidenza della repubblica il democratico-cristiano Eduardo Frei (figlio del presidente con lo stesso nome).
Abitanti-14.200.000
Superficie-756.945 km2
Densità-18,8 ab./km2
Capitale-Santiago
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Peso cileno
Lingua-Spagnolo
Religione-Cattolica

Cilèa, Francésco (Palmi 1866-Varazze 1950) Compositore. Studiò al conservatorio di Napoli. Insegnò nei conservatori di Firenze (1896-1904), Palermo (1905-1916) e Napoli (1916-1935). Tra le composizioni L'Arlesiana (opera, 1897), Adriana Lecouvreur (opera, 1902) e Gloria (opera, 1907). L'insuccesso di quest'ultimo lavoro ebbe la conseguenza di far cessare l'attività teatrale dell'autore. Le sue composizioni sono caratterizzate da una finezza strumentale e da una delicatezza psicologica che le avvicinano ai modi della scuola francese.

cilécca, sf. Riferita ad arma da fuoco, che non spara e, riferita a persona, chi fallisce in qualcosa.
 sf. to fail.

cilèno, agg. e sm. Del Cile.

Cilènto Regione della Campania meridionale che si estende su una penisola montuosa affacciata sul Tirrento, tra i golfi di Policastro e di Salerno. Si pratica l'agricoltura solo nelle zone fertili delle valli fluviali, ove si coltivano viti, cereali e frutta. La principale attività economica è il turismo sulla costa, nelle località di Marina di Camerota, Palinuro e Agropoli.

cilestrìno, agg. Di colore celeste pallido.

cilèstro, agg. e sm. Celeste, azzurro.

ciliàre, agg. Che si riferisce al ciglio.

Ciliàti Protozoi infusori di acqua dolce o salata. Il loro corpo unicellulare ha due nuclei; il micronucleo della riproduzione e il macronucleo che si occupa dell'alimentazione. Di dimensioni microscopiche, sono provvisti di una membrana, rivestita da ciglia vibratili che servono per il movimento, di un'apertura boccale e anale. La riproduzione avviene sia per coniugazione che per fissione. Alcune specie di Ciliati, vivono nell'intestino di altri animali: a questi appartengono il paramecio e il balantidio (Balantidium coli); quest'ultimo provoca all'uomo un'infiammazione chiamata balantidiasi.

Cilìcia Antica regione dell'Anatolia sudorientale, delimitata dalla catena del Tauro e dal mar Mediterraneo. Fu abitata dagli ittiti, dagli assiri, dai persiani (IV sec. a. C.); venne conquistata da Carlo Magno ed ellenizzata dai Seleucidi. Divenne provincia romana nel II sec. a. C. con le campagne di Pompeo contro i pirati e fu governata, fra i primi, da Cicerone. Tra le città più importanti, la capitale Tarso, Mersina e Adana. Prodotti tipici sono lo zafferano e il tessuto di lana di capra.

cilìcio, sm. 1 Stoffa pungente e ruvida fatta in genere con crini di cavallo o pecora. 2 Cintura o veste ruvida con nodi che si porta sulla nuda pelle per mortificare volontariamente il corpo. 3 Qualsiasi indumento o mezzo che provochi fastidio o dolore; supplizio, strazio, assillo. ~ tormento.
 lat. cilicium, dal greco kylìkion.

ciliègia, sf. Il frutto del ciliegio.
 sf. cherry.
 lat. tardo ceresia.

Ciliegie della libertà, Le Memorie di A. Andersch (1952).

ciliègio, sm. Albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, con fiori bianchi, foglie ovali e dentate (Prunus avium e Prunus cerasus). Originario dell'Asia Minore, alto fino a 20 m, è coltivato per i frutti carnosi, rossi e dolci (ciliegie), e per il legno, ottimale per mobili, strumenti musicali e pipe. Il ciliegio da frutto, deriva dalla varietà dolce (ciliegio dolce) e dalla varietà più amara (ciliegio amareno o acido). Il ciliegio dolce, dall'altezza non superiore ai 15 m, ha frutti piccoli con lunghi peduncoli e foglie pendule, mentre l'amareno, più basso, ha frutti più grossi e succosi e foglie lucide e lisce. Originari probabilmente dell'Europa meridionale e centrale, entrambi questi alberi hanno fiori di colore bianco. Le varietà da frutto più conosciute sono: la cesena, la turca, la marasca e la durona, utilizzate come frutta fresca o per la preparazione di liquori e confetture. Tra le varietà ornamentali si ricorda il lauroceraso.
 sm. cherry tree.
Ciliegio di Santa Lucia
Albero (Prunus mahaleb) con fiori bianchi e odorosi, drupa nera sgradevole, tipico dei boschi dell'Europa centrale e meridionale e dell'Asia fino al Turchestan. È detto anche megaleppo. Viene utilizzato per innesti per il ciliegio con lo scopo di ottenere frutti più zuccherini e a maturazione anticipata. Il legno, rosso scuro venato, è molto apprezzato per il profumo e per la compattezza (piccoli oggetti, cannucce da pipa, ombrelli).

cilindràia, sf. Macchina per ridurre a granulometria media diversi tipi di materiali. ~ frantoio a cilindri.

cilindràre, v. tr. Far passare sotto un rullo cilindrico.

cilindràsse, sm. ved. "assone"

cilindràta, sf. In una macchina a stantuffo, volume generato dallo stantuffo nella sua corsa.
 sf. capacity.

cilindratóio, sm. Macchina per cilindrare.

cilindratrìce, sf. Macchina a cilindri usata nella lavorazione della canapa.

cilindratùra, sf. 1 Tornitura cilindrica. 2 Costipamento del terreno mediante uno o più passaggi con apposito rullo.

cilìndrico, agg. (pl. m.-ci) Di cilindro, che ha la forma del cilindro.

cilìndro, sm. 1 Solido geometrico generato da un rettangolo rotante intorno a uno dei suoi lati. 2 Oggetto di forma cilindrica. ~ bossolo, rocchetto, rullo, tubo. 3 Copricapo da cerimonia. ~ tuba. 4 Cavità di forma cilindrica in cui scorre lo stantuffo di un motore o di una pompa.
 sm. 1 cylinder. 2 (copricapo) top hat.
 lat. cylindrus, dal greco kylindros, deriv. da kylìndein avvolgere.
Il cilindro è un solido delimitato da due piani paralleli, che intersecano tutte le generatrici, e da una superficie circolare, generata dalla rotazione. Il cilindro circolare indefinito si ottiene facendo girare una retta (generatrice) attorno a un'altra retta parallela (asse).
Organo cavo, di forma cilindrica, presente nei motori o nelle pompe, nel quale scorre lo stantuffo e avvengono le trasformazioni termodinamiche e termochimiche dei fluidi. La chiusura del cilindro è costituita dalla testata che, nei motori a combustione interna, portano le valvole di immissione e scarico, la candela e gli iniettori del combustibile. Nelle macchine a vapore è a doppio effetto, ovvero a due testate per permettere l'immissione alternata del vapore.

cilindròma, sm. Neoplasia di tipo epiteliale, generalmente benigna, riguardante la cute.

cilindrurìa, sf. Presenza nell'urina di cilindri di origine renale.

Cillene Monte (2.376 m) della Grecia, nella provincia della Corinzia.

Cilo dagi Gruppo montuoso (4.168 m) della Turchia, nella provincia di Hakkâri.

CIM Sigla di Centro di Igiene Mentale.

cìma, sf. 1 La parte più alta, la punta di qualcosa. ~ estremità. <> fondo. 2 Luogo elevato, rilievo, vetta. ~ cocuzzolo. <> base, piede. 3 La parte più vicina all'orlo, estremità di un piano o estremità in genere. 4 Il grado più alto. 5 Persona che eccelle. ~ genio, asso. 6 Petto di vitello farcito, piatto tipico della cucina genovese. 7 Cavo. ~ corda. 8 In biologia è l'infiorescenza che si conclude con un fiore apicale sotto il quale ci sono singole o molteplici ramificazioni (cime unipare, bipare).
 sf. 1 summit, top. 2 (persona) genius. 3 (estremità) end.
 lat. cyma, dal greco kyma, deriv. da kyein essere gravida.

Cìma da Conegliàno (Conegliano ca. 1459-ca. 1517) Giovanni Battista Cima detto Cima da Conegliano. Pittore. Tra le opere Guarigione di Aniano (ca. 1499, Berlino, Gemäldegalerie) e Madonna dell'arancio (inizio del XVI sec., Venezia, Galleria dell'Accademia).

Cìma, Giàn Pàolo (Milano 1570-dopo il 1622) Compositore. Tra le opere Ricercari, canzoni per organo e sonate.

Cimabùe (Firenze 1240-Pisa 1301) Pittore toscano (Cenni di Pepo, detto Cimabue), fu maestro di Giotto. Sulla sua vita sono giunte a noi poche notizie documentate: nel 1272 fu a Roma, nel 1301-1302 a Pisa, ove doveva realizzare il mosaico della figura di San Giovanni nell'abside del duomo. La sua formazione fu influenzata dall'arte bizantina e romana. Dalle opere conservateci è evidente una personalità originale. La notevole drammaticità delle sue figure segna il distacco dalla fissità delle immagini bizantine. Tra le opere di Cimabue si ricordano il Crocifisso (tempera su tavola, Arezzo, chiesa di San Domenico), il Crocifisso (tempera su tavola, Firenze, Museo dell'Opera di Santa Croce, danneggiato dall'alluvione del 1966), la Maestà (Bologna, chiesa dei Servi), la Maestà (Parigi, Louvre, proveniente dalla chiesa di San Francesco a Pisa), la Madonna in trono col Bambino, otto angeli e quattro profeti (tempera su tavola, Firenze, Uffizi), gliaffreschi custoditi nella chiesa superiore di Assisi (Crocefisso, Madonna in maestà) e la Madonna tra Angeli e San Francesco, presenti nella chiesa inferiore della stessa città. Purtroppo il tempo ha danneggiato gravemente tutti gli affreschi; alcuni sono oggi quasi scomparsi, in altri si è verificata l'inversione chimica dei colori, come in un negativo fotografico. Ulteriori danni sono stati prodotti dal terremoto del 1997.

Cimadólmo Comune in provincia di Treviso (3.108 ab., CAP 31010, TEL. 0422).

Cimàra, Luìgi (Roma 1891-1962) Attore. Raggiunse la celebrità nella commedia leggera.

cimàre, v. tr. 1 Privare qualcosa della cima. ~ spuntare, svettare. 2 Radere allo stesso livello il pelo del panno garzato.
 deriv. da cima.

Cimaròsa, Doménico (Aversa 1749-Venezia 1801) Musicista e compositore della scuola napoletana, famoso per i suoi melodrammi e opere buffe, e per le composizioni per cembalo e fortepiano, nel 1787 si trasferì a Mosca su invito di Caterina II, come compositore e maestro di corte. Il suo capolavoro fu Il matrimonio segreto composto a Vienna nel 1792. Quest'opera, ammirata dai contemporanei e spesso rappresentata anche oggi, è considerata a giusta ragione un perfetto modello di opera comica settecentesca nella quale la caratterizzazione psicologica dei personaggi convive con una ricca inventiva musicale, in un equilibrio stilistico ammirevole, pur nell'accettazione delle consuete formule melodrammatiche. Tra le altre opere si ricordano, La baronessa stramba (1775), L'italiana in Londra (1779), Giannina e Bernardone (1781), Ballerina amante (1782), I due baroni di Rocca Azzurra (1783), Il mercato di Malmantile (1784), Marito disperato (1785), L'impresario in angustie (1786), Trame deluse (1786), I traci amanti (1793), Le astuzie femminili (1794) e l'opera seria Gli Orazi e i Curiazi (1797) che risentiva delle simpatie di Cimarosa per la repubblica e che avrebbe avuto notevole successo, anche grazie al clima politico che si era diffuso in Europa dopo la rivoluzione francese. Tra gli altri lavori di Cimarosa, sono da ricordare trentotto sonate per clavicembalo, ottantuno per fortepiano e sei oratori e azioni sacre.

cimàsa, sf. Modanatura che delimita e orna la parte più alta di un elemento architettonico o di un mobile.

cimatùra, sf. Atto, effetto del cimare.
 deriv. da cimare.

Cimbelino Dramma di W. Shakespeare (1609-1610).

Cimbèrgo Comune in provincia di Brescia (612 ab., CAP 25040, TEL. 0364).

cìmbrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai cimbri.

cìmbro, agg. e sm. Appartenente all'antica popolazione germanica dei cimbri.

Cime abissali Romanzo di A. Zinov'ev (1976).

Cime tempestose Romanzo di E. Brönte (1847). Pubblicato sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, è considerato il romanzo inglese più famoso dell'epoca romantica. Ambientato nelle lande dello Yorkshire, racconta l'amore demoniaco tra Catherine Earnshaw e lo zingaro trovatello Heathcliff. Quando l'amore viene impedito dal matrimonio di Catherine con Edgar Linton, Heathcliff diventa crudele, fugge con la sorella di Edgar e si sfoga maltrattando chiunque abbia a che fare con lui. La violenza che sprigiona dal testo è a volte quasi insopportabile. Con uno stile intenso, l'opera descrive lo squallore e il mistero del paesaggio intorno al villaggio natio di Haworth.

Cìmego Comune in provincia di Trento (389 ab., CAP 35082, TEL. 0465).

cimèlio, sm. 1 Oggetto raro e prezioso. ~ antichità, reperto. 2 Cosa vecchia e di poco valore. ~ anticaglia.
 sm. relic, antique.
 lat. tardo cimelium, dal greco keimèlion, deriv. da kèisthai giacere.

cimentàre, v. v. tr. 1 Purificare l'oro per mezzo del cimento. 2 Mettere alla prova, a repentaglio. ~ saggiare. cimentare gli onori.
v. rifl. Mettersi alla prova, arrischiarsi in una impresa difficile; sfidare, sperimentare, provare. ~ avventurarsi. <> ritirarsi. si cimentava in un'impresa mai tentata in precedenza.
 v. rifl. 1 to compete. 2 to test oneself.
 deriv. da cimento.

ciménto, sm. 1 Mistura usata un tempo per purificare metalli preziosi. 2 Verifica. ~ prova. 3 Rischio. ~ pericolo. 3 Combattimento. ~ duello.
 lat. tardo cimentum.

cìmice, sf. 1 Nome di alcuni Insetti. 2 Puntina da disegno con la capocchia di ottone. 3 Distintivo fascista a forma di cimice portato all'occhiello. 4 Microspia telefonica.
 sf. 1 bug. 2 (puntina da disegno) drawing pin.
Nome degli Insetti Eterotteri; sono privi di ali ed emanano odori sgradevoli. Conducono vita notturna e parassita su animali e anche sull'uomo (cimice dei letti). Esistono esemplari che parassitano vegetali (Palomena viridissima).
Cimice dei letti
Insetto (Cimex lectularius) della famiglia dei Cimicidi e dell'ordine degli Emitteri. Lunga circa 1 cm, si ciba di sangue ed è parassita dell'uomo.
Cimice verde
Insetto (Palomena prasina) della famiglia dei Pentastomidi e dell'ordine degli Emitteri. Vive tra la vegetazione nutrendosi di linfa.

Cimice, La Commedia di V. V. Majakovskij (1928). Protagonista è l'operaio Prisypkin, che rimasto congelato dall'acqua utilizzata per spegnere un incendio, viene riportato in vita cinquant'anni dopo. Non più a suo agio nel mondo del futuro, Prisypkin preferirà farsi chiudere in uno zoo insieme alla cimice sopravvissuta con lui nel ghiaccio. Feroce satira sociale che testimonia le profonde incertezze dell'autore sul futuro della società e della rivoluzione.

cimiciàio, sm. Luogo pieno di cimici.

cimicìfuga, sf. Genere di piante dell'America settentrionale.

cimièro, sm. 1 Ornamento che si poneva un tempo in cima all'elmo. ~ pennacchio. 2 Figura posta sull'elmo. 3 Ornamento del capo delle donne a forma di cresta o di pennacchio.

Ciminà Comune in provincia di Reggio Calabria (838 ab., CAP 89040, TEL. 0964).

ciminièra, sf. Alto fumaiolo, specialmente di fabbriche, locomotive e navi. ~ camino.
 sf. 1 chimney, smokestack. 2 (nave) funnel.
 franc. cheminée, dal lat. tardo caminata dotata di camino.

Cimìnna Comune in provincia di Palermo (4.251 ab., CAP 90023, TEL. 091).

Cimìno Monte (1.053 m) del Lazio, nell'Antiappennino a est di Viterbo.

Cimino, Micheal (New York 1943-) Regista cinematografico statunitense. Dopo il successo ottenuto con Il cacciatore (1979), film sulla guerra del Vietnam vincitore dell'Oscar, si è confermato come uno dei principali registi americani con I cancelli del cielo (1980), L'anno del dragone (1985), Il siciliano (1987), Ore disperate (1990), Verso il sole (1996).

cimiteriàle, agg. Che si riferisce ai cimiteri.

cimitèro, sm. 1 Area di terreno destinata alla inumazione dei morti. ~ camposanto. 2 Luogo eccessivamente silenzioso e deserto. ~ mortorio.
 sm. cemetery.
 lat. tardo coemeterium, dal greco koimetèrion dormitorio.

Cimitero cinese, Il Romanzo di M. Pomilio (1969).

Cimitero marino, Il Poema di P. Valéry (1920).

Cimitìle Comune in provincia di Napoli (6.537 ab., CAP 80030, TEL. 081).

Cimkent Città (438.000 ab.) del Kazakistan, capoluogo della provincia omonima.

Cimljansk Lago (2.700 km2) artificiale, formatosi dallo sbarramento del fiume Don.

cimmèrio, agg. Dei cimmeri.

CIMO Sigla di Confederazione Italiana dei Medici Ospedalieri.

Cimolàis Comune in provincia di Pordenone (489 ab., CAP 33080, TEL. 0427).

cìmolo, sm. La cima delle piante, la parte tenera delle piante commestibili.

Cimóne (comune) Comune in provincia di Trento (506 ab., CAP 38060, TEL. 0461).

Cimóne (monte) Vetta (2.165 m) più elevata dell'Appennino Tosco-Emiliano in provincia di Modena. Sede di una stazione meteorologica.

Cimóne (storia) (Tracico 515-Cizio 449 a. C.) Politico e generale ateniese, figlio di Milziade, famoso per aver sconfitto i persiani all'Eurimedonte in Panfilia. Simpatizzante per Sparta venne esiliato dal partito democratico; al suo ritorno riprese la guerra contro i persiani per la conquista di Cipro. Morì durante l'assedio di Cipro.

cimósa, sf. 1 Margine che delimita un tessuto nel senso della lunghezza con un ordito più fitto e reca impressi i marchi di fabbrica, di solidità, di garanzia. 2 Striscia di panno arrotolata che si usa per cancellare la lavagna.

cimotrichìa, sf. Carattere morfologico dei capelli umani a sezione ellissoidale, ondulati verso il tipo liscio e verso il tipo riccio.

cìmrico, sm. (pl. m.-ci) Lingua celtica del Galles. ~ gallese.

cimùrro, sm. Malattia grave e frequente che colpisce i cani e, più raramente, i gatti; è dovuta a un virus che attacca l'apparato respiratorio, gastroenterico e nervoso degli animali di età inferiore a un anno. Si manifesta con aumento della secrezione catarrosa, con la comparsa di papule e con spasmi muscolari spontanei e crampi. Talvolta alcuni di questi sintomi possono non comparire. Se non curato in modo adeguato, il cimurro può anche avere esito letale; i soggetti che riescono a guarire ne ricavano invece un'immunità permanente. È possibile effettuare una terapia preventiva della malattia mediante apposita vaccinazione.
 sm. distemper.

Cìna Repubblica popolare dell'Asia orientale; confina a nord con la Russia e la Mongolia, a nord-est con la Corea del Nord, a sud con il Viet Nam, il Pakistan, l'Afganistan, a nord-ovest con il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan. A est e a sud-est si affaccia per 14.000 km sul mar Giallo, sul mar Cinese Orientale e sul mar Cinese Meridionale.
Il territorio cinese è per la maggior parte montuoso; le principali catene si estendono longitudinalmente (Himalaya, Kunlun, Tian Shan, Altaj) e comprendono le cime più alte del mondo (Everest, 8.872 m).
Anche per quanto riguarda gli altopiani, la Cina detiene il record mondiale con l'altopiano del Tibet, che ha un'altitudine media di 4.000 m.
L'altitudine diminuisce da sud verso nord e da ovest verso est; a nord-ovest si ha la massima depressione del paese, quella di Turfan (-154 m). I principali fiumi cinesi si sviluppano da ovest a est, originati nella zona tibetana e tributari del Pacifico.
È il caso dei due massimi fiumi cinesi, il Huang He (Fiume Giallo, 4.845 km) e il Chang Jiang o Yangtze Kiang (Fiume Azzurro, 5.800 km). Terzo fiume cinese, benché di portata assai inferiore ai primi due, è il Huai He. Tutti portano al mare quantità enormi di detriti, il Fiume Giallo in particolare, che, con il suo regime spesso capricciosamente irregolare, attraversa zone indiscriminatamente disboscate, e per questo particolarmente soggette alla sua erosione.
Più frammentata l'idrografia della Cina Meridionale, con molti fiumi diretti al Pacifico. Tra questi il Zhu Jiang, o Fiume delle Perle, con il suo affluente Xi Jiang, che sfocia presso Macao, con un delta imponente. Notevole il bacino del Tarim, che raccoglie, tra le altre, le acque dei ghiacciai del Karakorum.
Alcuni fiumi hanno in Cina la parte superiore del loro corso (Indo, Brahmaputra, Salween, Mekong), altri si impaludano nei deserti (Tarim He, Ruo Shui).
A nord il fiume Amur traccia il confine con la Russia, mentre lo Yalu segna quello con la Corea del Nord. Va inoltre ricordato il Grande Canale, o Canale Imperiale, che collega Pechino a Hangzhou, per 1.782 km.
Numerosi sono i laghi; tra i principali Poyang Hu, Dongting Hu, Hongze Hu nella pianura del Chang Jiang e Hanka al confine con la Russia. Esistono inoltre numerosi laghi salati, prevalentemente nel Tibet e in Mongolia, tra cui il maggiore è il Qinghai Hu (4.456 km2).
Le coste sono nella parte settentrionale prevalentemente basse e sabbiose, fino alla Baia di Hangzhou; le coste sudorientali sono invece alte e rocciose, fittamente articolate in golfi e insenature, fronteggiate da numerosissime isole e isolotti (Taiwan, Hainan, Zhoushan, Dongshan, Donghai ecc.).
Il clima varia secondo le regioni; a nord-est è generalmente freddo, mentre a nord la temperatura è mediamente più elevata, con clima continentale; al centro si hanno precipitazioni più abbondanti e un clima più mite con vegetazione molto più fitta; al sud il clima è temperato-caldo, influenzato dai monsoni, con precipitazioni molto abbondanti (piuttosto frequenti sono i tifoni).
La capitale della Cina è Pechino (circa dieci milioni di abitanti l'agglomerato urbano), già antica capitale dei mongoli, centro amministrativo e culturale, e oggi anche industriale. Shanghai (oltre tredici milioni di abitanti), una delle città più popolose del mondo, città interamente moderna, è invece il centro economico del paese. Tientsin (5.800.000 ab.) rappresenta lo sbocco al mare della capitale, dispone di un attrezzato porto ed è un vivace centro commerciale. Numerose altre metropoli hanno importanza regionale come Shenyang, Fushun, Dalian nella regione di Liaoning; altre città sono Nanchino, Wuhan, attivo porto fluviale, Fuzhou (detta Venezia d'Oriente), Canton, emporio commerciale e sede di una rinomatissima Fiera Merceologica Internazionale.
Dopo la seconda guerra mondiale i governi comunisti intervennero con la programmazione economica (piani quinquennali) che ebbero come primo obiettivo lo smembramento del latifondo e la gestione collettiva delle attività economiche, mentre l'artigianato e il commercio al minuto assunsero un'organizzazione cooperativistica. Una svolta decisiva si ebbe nel quinquennio 1981-1985, quando furono poste le basi per la transizione da un'economia rigidamente programmata a un'economia di mercato.
L'agricoltura, che occupa ancora circa due terzi della popolazione e si estende per oltre 100 milioni di ettari, produce un sesto dell'intera produzione agricola mondiale. La gamma dei prodotti, data la varietà del territorio, è pressoché completa e raggiunge spesso quantitativi ingenti. Le regioni tradizionalmente agricole sono quelle della Cina orientale e meridionale. Vi si produce frumento, mais, sorgo, orzo, patate, ma è nelle regioni meridionali che ha predominio assoluto la risicoltura (circa il 45% della produzione cerealicola), in alcune zone con due raccolti annui.
Numerose sono le colture tropicali, quali canna da zucchero, ananas e agrumi.
La Manciuria, oltre a produrre frumento e sorgo, è specializzata nella coltura della soia e della barbabietola da zucchero.
La Cina è il terzo produttore mondiale di soia (soprattutto nel nord-est), consumata anche come legume, ma si producono anche arachidi (Shandong), sesamo (vallata dello Yantze Kiang), colza, girasole, ricino ecc.
Primo produttore mondiale di tabacco, è al secondo posto per la produzione di tè, la bevanda nazionale più diffusa.
In espansione è la frutticoltura e la produzione di prodotti orticoli e di legumi. Non trascurabili sono anche le piante tessili; notevole infatti è la produzione di cotone a nord dello Yantze Kiang. Si coltivano inoltre la iuta, il ramié, la canapa e il lino.
Lo sfruttamento agricolo ha praticamente esaurito le risorse forestali (8% del territorio) e la produzione di legname è importante solo in Manciuria e nel Sichuan-Yunnan; importanti nel centro-sud le piantagioni di bambù.
L'attività zootecnica pone nuovamente la Cina tra i primi posti della graduatoria mondiale. I distretti agricoli non si prestano all'allevamento di bovini, ma numerosi sono tuttora i bufali allevati per essere adibiti ai lavori dei campi. Più frequente è l'allevamento di suini e degli animali da cortile. Nelle regioni più aride si effettua un allevamento estensivo di ovini e caprini; numerosi i cammelli, mentre nelle zone montuose ancora largamente impiegato è lo yak.
Nelle zone agricole dove ancora intensa è la gelsicoltura si alleva il baco da seta, antichissima e pregiata attività cinese; la Cina vanta il primato mondiale per produzione di seta (55% della produzione mondiale di bozzoli).
La pesca rimane un'attività rilevante, pur organizzata ancora largamente con metodi tradizionali. Non mancano sforzi di modernizzazione delle attrezzature e degli impianti a terra per la lavorazione del pescato.
La Cina è particolarmente ricca di minerali energetici; in primo luogo carbone e lignite, ma anche petrolio (per il quale il paese è autosufficiente già dagli anni '70) e gas naturale.
Abbondanti sono anche gli scisti bituminosi, i minerali di uranio, e inoltre ferro, tungsteno, antimonio, magnesite, manganese, zolfo, molibdeno, bismuto, mercurio, zinco, piombo e bauxite.
Tra i minerali non metalliferi la Cina produce fosfati, sale e caolino, materia base per le celeberrime porcellane cinesi. Nel complesso lo sfruttamento delle risorse minerarie è tuttora parziale. Si stima che la produzione di energia elettrica sia per il 75% di origine termica, nonostante l'enorme potenziale idroelettrico, in particolare della regione del Tibet.
L'industria occupa solo il 15% della popolazione, ma concorre per circa la metà al reddito nazionale.
Dal punto di vista quantitativo stenta a coprire la domanda interna, ma qualitativamente molte sono le industrie in grado di competere a livello mondiale.
Alla base dell'industria cinese c'è l'industria pesante (metallurgia e siderurgia) che alimenta l'industria meccanica delle attrezzature di base (macchine industriali, agricole, apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Molto importante è l'industria chimica, tradizionalmente al servizio dell'agricoltura (fertilizzanti azotati), ma anche volta alla produzione di materie plastiche.
In espansione anche l'industria petrolchimica, grazie a numerosi oleodotti.
Tra le attività propriamente manifatturiere prevale quella tessile, già fiorente dal secolo scorso (cotone e seta).
Tra le industrie alimentari le più diffuse sono quelle della brillatura del riso, della molitura del frumento, gli oleifici e le distillerie; ben sviluppati sono anche gli zuccherifici, le manifatture di tabacchi e l'industria conserviera del pesce.
Notevoli anche l'industria cartaria, quella della produzione di biciclette e delle macchine per cucire.
L'artigianato, di grande tradizione, ha ormai scarsa importanza.
STORIA 600.000 anni a. C. compaiono le prime culture del Paleolitico. A Zhoukoudian, il Sinanthropus Pekinensis (uomo di Pechino), conosce il fuoco. Nel Neolitico coesistono culture delle foreste e di villaggi di agricoltori (Yangshao, Longshan), e si ha lo sviluppo dell'arte della ceramica, che prefigura quella successiva dei bronzi rituali.
Le diverse culture neolitiche, in particolare quella di Henan, sono la base di quelle del bronzo. L'esistenza storica della dinastia leggendaria di Xian è attestata dall'archeologia tra il XXI e il XVIII sec. a. C. La civiltà del bronzo, sviluppatasi sotto gli Shang (XVIII sec.-1025 a. C.), prosegue sotto i Chou (1025-256 a. C.). Il periodo dei Regni combattenti (V-III sec. a. C.) è contrassegnato dalla divisione politica e dalla fioritura della cultura antica con Confucio.
Nel 221 a. C. Chin Shi Huangdi fonda l'impero Chin, unificando l'insieme dei regni cinesi della Manciuria a nord dell'attuale Viet Nam. Fra il 206 a. C. e il 220 d. C. gli Han estendono il loro regno in Manciuria, in Corea, in Mongolia, nel Viet Nam e in Asia Centrale. Essi fondano il mandarinato e rilanciano il confucianesimo. Aprono il paese alle influenze straniere che penetrano attraverso la via della seta. Dopo il 220 lo stato centralizzato scompare, le città declinano. Si sviluppa l'influenza del buddhismo. Al periodo dei Tre Regni succede quello delle dinastie del Nord e del Sud (317-589). Nel 581 la dinastia Sui riunifica il paese e fa costruire il Grande Canale. Nel 618 sotto i Tang la Cina conosce un notevole livello di amministrazione e persegue la sua espansione militare con gli imperatori Tang Taizong (627-649) e Tang Gaozong (650-683). Nel 907 il paese viene di nuovo suddiviso nel periodo delle Cinque Dinastie. Fra il 960 e il 1279 i Song governano un territorio molto più esteso di quello dei Tang e i barbari del nord creano gli imperi Liao (947-1124) e Jin (1115-1234). La civiltà scientifica e tecnica cinese è molto avanzata rispetto a quella dell'Occidente. Ritiratisi al sud a partire dal 1127, i Song sono eliminati dai mongoli, che conquistano il paese.
Dal 1279 al 1368 la dinastia mongola Yuan governa la Cina, che si solleva contro la sua dominazione guidata da Zhu Yuanzhang (Hongwu), fondatore della dinastia Ming. Dal 1368 al 1644 gli imperatori Ming rinnovano la tradizione nazionale, ma instaurano pratiche autocratiche. Yongle (1403-1424) conquista la Manciuria. I progressi tecnici continuano fino al XVI sec., ma il governo, dopo il regno di Wan-li (1573-1620), è nelle mani di eunuchi corrotti. I Manchu invadono il paese. Essi fondano la dinastia Ching che, con gli imperatori Kangxi (1662-1722), Yongzheng (1723-1736) e Qianlong (1736-1796), stabilisce il proprio dominio su un territorio più esteso degli imperi precedenti (protettorato sul Tibet, 1751; progressi in Mongolia e in Asia Centrale).
Nel 1864 gli occidentali, al termine di scontri militari, costringono la Cina a cedere loro la sovranità su alcuni porti dichiarati aperti e intervengono contro l'insurrezione dei Taiping (1851-1864). Dal 1875 al 1908 l'imperatrice Cixi detiene il potere. Vinta dal Giappone (1894-1895), che le toglie il Liaodong e Taiwan, la Cina deve cedere territori ai Russi, alla Germania, alla Gran Bretagna e alla Francia. Una spedizione internazionale viene organizzata nel 1900 contro i Boxer, membri di un'associazione nazionalista contraria agli insediamenti stranieri.
La repubblica, instaurata nel 1911, è presidiata da Yuan Shikai (1913-1916). I nazionalisti del Kuomintang, guidati da Sun Yat-sen e, dopo il 1925, da Chiang Kai-shek, rompono con i comunisti nel 1927. Questi si rifugiano nel nord al termine della cosiddetta Lunga Marcia (1934-1935). Il Giappone, che occupa la Cina del nord dal 1937, avanza verso il sud nel 1944. Dopo la capitolazione giapponese, la guerra civile oppone nazionalisti e comunisti.
Nel 1949 i comunisti, che Mao Tse-tung ha condotto alla vittoria, fondano la Repubblica popolare Cinese, mentre i nazionalisti si rifugiano a Taiwan; essi varano una riforma agraria e sviluppano l'industria pesante. Nel 1956, di fronte alle resistenze e alle difficoltà economiche, Mao lancia la campagna dei Cento Fiori, grande dibattito ideologico e due anni dopo impone con il Grande Passo avanti, la collettivizzazione delle terre e la creazione delle comuni popolari. Nel 1960 l'URSS richiama i suoi esperti e determina l'interruzione dei grandi progetti industriali. Nel 1966 Mao lancia la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria. Nel corso di dieci anni di torbidi (1966-1976), i responsabili del partito comunista vengono eliminati dagli studenti, organizzati in Guardie Rosse, e dall'esercito, guidato fino al 1971 da Lin Piao. Nel 1969 il deterioramento delle relazioni con l'URSS sfocia in violenti incidenti di frontiera. Ciu En Lai ottiene che Pechino occupi in modo permanente il posto della Cina all'ONU e lavora per il riavvicinamento con gli Stati Uniti.
Nel 1976 si ha l'arresto della Banda dei Quattro e un anno dopo Hua Kuo Feng, alla guida del partito e del governo, e Deng Xiao Ping, riabilitato per la seconda volta, approntano un programma di sviluppo economico, di apertura e di modernizzazione. Le comuni popolari vengono abbandonate. Nel 1979 un conflitto armato oppone la Cina al Viet Nam. Hu Yao Bang, segretario generale del partito, prosegue le riforme, mentre Li Xian Nan diventa presidente della repubblica nel 1983. Lo sviluppo del settore privato, associato al dilagare della corruzione e ai forti rialzi dei prezzi, provocano, a partire dal 1986, una grave crisi sociale. Nel 1987 Zhao Ziyang è eletto alla guida del partito e un anno dopo Yang Shangkun è eletto alla presidenza della repubblica. Nel 1989 la visita di Gorbaciov a Pechino consacra la normalizzazione delle relazioni con l'URSS. Gli studenti e la popolazione reclamano la liberalizzazione del regime. Deng Xiao Ping fa intervenire l'esercito contro i manifestanti, che sono vittima di una repressione sanguinosa (giugno, in particolare a Pechino, piazza Tien An Men). Zhao Ziyang è sostituito da Jiang Zenmin.
Nel 1991 la Cina normalizza le proprie relazioni con il Viet Nam e l'anno successivo i conservatori che si oppongono alle scelte economiche di Deng Xiao Ping sono eliminati. Il partito comunista continua a fare ufficialmente riferimento all'economia di mercato socialista. La Cina normalizza le proprie relazioni con la Corea del Sud. Nel 1993 Jiang Zenmin succede a Yang Shangkun alla guida dello stato e nel 1995 la pressione esercitata dalla Cina sulla periferia (Taiwan, Hong Kong, Tibet) incrina le relazioni con gli Stati Uniti. Agli inizi del 1997 muore Deng Xiao Ping. Il primo luglio 1997 Hong Kong, alla scadenza del protettorato britannico, è tornata a far parte della Cina; il 20/12/1999 si è ricongiunta alla Cina anche l'ex colonia portoghese Macao. Nel 1999 e nel 2000 sono stati siglati accordi con USA e UE in vista di un ingresso della Cina nel WTO.
Abitanti-1.275.000.000 (nel 2000)
Superficie-9.596.961 km2
Densità-133 ab./km2
Capitale - Pechino (Beijing)
Governo - Repubblica popolare
Moneta - Yuan renminbi (1 yuan = 1 renminb1 = 0.14 Euro al 31/5/2001)
Lingua - Cinese (mandarino), numerose lingue e dialetti tra cui han, uiguro, tibetano, mongolo
Religione-Confucianesimo, buddhismo e musulmana

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_c.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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