Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 5

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 5

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale C parte 5

 

Càrlo, prìncipe di Galles (Londra 1948-) Figlio della regina Elisabetta II e di Philip Mountbatten. Divenne erede alla corona d'Inghilterra nel 1952 quando la madre salì al trono. Nel 1981 sposò Diana Frances Spencer (Sandringham 1961-Parigi 1997) da cui ebbe due figli, William (1982) e Harry (1984), e dalla quale divorziò nel 1996.

Càrlo Albèrto (Torino 1798-Oporto 1849) Re di Sardegna. Figlio di Carlo Emanuele I, principe di Carignano e di Albertina Maria Cristina di Sassonia. Da giovane abbracciò le idee liberali e cercò di ottenere la successione al regno di Sardegna, approfittando della mancanza di eredi maschi dei Savoia. Appoggiò i moti della carboneria piemontese e nella rivoluzione del marzo 1821, divenne reggente dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I. Dopo i moti del 1821, concesse lo statuto (chiamato albertino). Salito però al trono il reazionario Carlo Felice (abrogò la costituzione), Carlo Alberto venne sconfessato ed espulso in Toscana, alla corte di Ferdinando III. Nel 1823 combatté contro i liberali spagnoli; nel 1831, morto Carlo Felice, divenne re. Reazionario e assolutista, represse mazziniani e carbonari; sventò nel 1833 la cospirazione della Giovine Italia. Attuò però varie riforme tendenti a modernizzare lo stato (riforma dei codici, abolizione dei diritti feudali, rilancio del commercio e dell'agricoltura). Dal 1840 si riavvicinò a posizioni liberali; il 5 marzo 1848 concesse la costituzione e dopo l'insurrezione delle Cinque giornate di Milano, entrò in guerra contro l'Austria. Subì una prima sconfitta a Custoza (25 luglio 1848), a seguito della quale dovette firmare l'armistizio di Salasco e, ripreso il conflitto, venne sconfitto nuovamente a Novara il 23 marzo 1849. Fu così costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Morì, in esilio volontario, a Oporto in Portogallo.

Carlo Albèrto di Wittelsbach (Bruxelles 1697-Monaco 1745) Principe elettore di Baviera. Re di Boemia nel 1741, fu incoronato imperatore nel 1742 con il nome di Carlo VII. Ma dovette cedere il trono imperiale a Maria Teresa, accontentandosi della Baviera.

Càrlo Augùsto (Weimar 1757-Graditz 1828) Duca dal 1775 al 1815 e quindi granduca fino al 1828 di Sassonia-Weimar-Eisenach. Collaborò a rendere il suo stato il centro culturale più importante della Germania del tempo; fu il primo sovrano tedesco a concedere una costituzione nel 1816.

Càrlo di Valois (1270-Le Perray 1325) Fratello di Filippo IV di Francia, fu conte d'Angiò dal 1290. Fu sconfitto dagli Aragonesi nella guerra del vespro. Bonifacio VIII lo inviò a Firenze come arbitro tra bianchi e neri ed egli favorì questi ultimi (1301).

Càrlo Felìce (Torino 1765-1831) Viceré di Sardegna dal 1799 al 1816, ne fu re dal 1821 al 1831. Figlio di Vittorio Amedeo III, salì al trono dopo l'abdicazione di suo fratello, Vittorio Emanuele I, a seguito dei moti rivoluzionari piemontesi del 1821, che Carlo Felice sedò con l'aiuto degli austriaci. Ritirò la costituzione albertina e attuò una politica assolutista, opponendosi al liberalismo e sostenendo la monarchia per diritto divino.

Càrlo Màgno (742-Aquisgrana 814) Carlo Magno nacque nel 742 d. C. dal re dei franchi Pipino il Breve e dalla regina Bertrada. Della nascita, dei suoi primi anni e della sua infanzia sono state tramandate solo poche notizie. Di corporatura robusta e forte, conservava il suo vigore con esercizi fisici continui. Ottimista e intraprendente, amava praticare nuoto, equitazione e soprattutto la caccia, sua grande passione, alla quale dedicava molto del suo tempo. Si muoveva con facilità per vie di terra o d'acqua; in primavera partiva per la guerra e viaggi lontani, mentre in inverno rimaneva nei suoi palazzi dove lavorava, decideva i casi in tribunale, dava udienza, parlava con amici, assisteva alla messa e mangiava con appetito, senza mai eccedere nel bere. Vestiva in modo semplice e solo in occasione di fiere o feste si mostrava in tutto il suo splendore e magnificenza, così come prevedeva la tradizione franca. Aveva contratto un matrimonio benedetto dalla Chiesa, ma secondo la tradizione germanica governava la sua casa come una faccenda privata dove la Chiesa non aveva alcun diritto di intromissione. Carlo Magno seguiva le regole del matrimonio germanico, meno rigido di quello cristiano, per il quale i figli nati da successivi matrimoni del capofamiglia, godevano degli stessi diritti. Sposò Imiltrude in prime nozze ed ebbe un figlio che chiamò Pipino. Successivamente per motivi politici di riconciliazione con i Longobardi ripudiò Imiltrude per sposare Ermengarda, figlia del re Desiderio, che sarebbe stata ripudiata a sua volta per tenere conto della nuova situazione politica. Successivamente sposò Ildegarda, nobile sveva dalla quale ebbe numerosi figli; alla sua morte contrasse un altro matrimonio con Falstrada; quando questa morì sposò Liutgarda. Carlo Magno amava sentirsi il patriarca di una numerosa famiglia e seguiva con grande interesse la vita dei suoi figli. Poco si conosce dei suoi studi. Si sa che si dedicò allo studio delle lingue straniere, imparò molto bene il latino e cercò di apprendere anche il greco. Si interessò di astronomia e si istruì con molta applicazione nelle Sacre Scritture. Si considerò un cristiano sotto ogni punto di vista; durante i suoi numerosi viaggi e spedizioni non dimenticava di fare pellegrinaggi presso le tombe dei santi; osservava il culto delle reliquie che collezionava con il suo tesoro. Concluse con Adriano I e Leone III un patto religioso di adozione spirituale da parte del successore di Pietro. Dimostrava particolare interesse per le funzioni religiose, faceva donazioni alle chiese, soccorreva i cristiani bisognosi, inviava denaro a Roma.
Carlo Magno fu l'erede legittimo dei Merovingi e il capo unico e assoluto del regno dei Franchi; legislatore e giudice supremo, decideva della pace e della guerra, comandava l'esercito, nominava e revocava i funzionari. Divenuto re con la santa unzione conferitagli da Stefano II nell'abbazia di Saint-Denis, si considerò l'unto del signore. Dichiarò a papa Leone III che la sua missione era quella di fortificare la chiesa con la conoscenza della fede cattolica e di difenderla, se necessario con l'uso della forza ed estendere il proprio dominio sui popoli. Le sue guerre, trasformate dai poeti in epopea, assunsero sotto certi aspetti i caratteri della crociata. Il popolo era convinto che Carlo Magno dovesse stabilire e mantenere la pace e l'unione tra i suoi sudditi. Carlo Magno fu un sovrano assoluto, certo dei suoi diritti e doveri. Il suo carattere, la sua cultura, l'ampiezza di vedute, la sua personalità eccezionale lasciarono un'impronta così importante che spesso il medioevo è visto come diviso in due periodi: dalla caduta dell'impero romano alla proclamazione dell'impero di Carlo Magno e da questo fino al rinascimento del XVI secolo. Il suo avvento determinò una nuova configurazione dell'Occidente in tutte le sue realtà, dall'esercizio del governo, all'amministrazione, all'economia, alla chiesa, all'esercito e alla guerra, alla civiltà e alla vita culturale.
Negli ultimi anni di regno Pipino il Breve, padre di Carlo Magno, aveva condotto una politica di pace verso i Longobardi d'Italia e di espansione e consolidamento del regno verso gli Aquitani e i Sassoni. Quando morì, lasciò in eredità ai due figli le sue terre: a Carlo Magno quelle più pericolose e a Carlomanno le più tranquille. I due fratelli entrarono in contrasto sull'eredità e dopo la repentina morte di Carlomanno (771 d. C.) Carlo Magno entrò in possesso dell'eredità del fratello e dovette affrontare difficoltà con il re dei Longobardi Desiderio di cui aveva ripudiato la figlia Ermengarda. Quando Desiderio invase lo Stato Pontificio Carlo Magno, oltrepassate le Alpi, lo sconfisse a Pavia (772 d. C.) e si proclamò re dei Longobardi. Con la nuova incoronazione rivestì il duplice ruolo di monarca in Italia e in Gallia. In seguito si trovò a fronteggiare lotte in Sassonia, in Italia, in Spagna dove subì la disfatta della retroguardia a Roncisvalle, poi divenuta leggendaria con la Chanson de Roland. All'assemblea di Paderborn nel 777 d. C. mise a punto l'organizzazione e l'evangelizzazione della Sassonia. L'anno successivo si risposò con Ildegarda e attuò una riforma monetaria per stabilire ed imporre la moneta metallica. In Sassonia dovette fronteggiare dure lotte (772-804 d. C.). Nel frattempo nominò Lodovico re d'Aquitania per averlo fedele alleato. Fu arbitro in Italia del conflitto tra Roma e Bisanzio (781 d. C.) e con Irene, divenuta imperatrice di Bisanzio, scambiò giuramenti e progetti di matrimonio tra i rispettivi figli. In Italia condusse una politica opportunistica e prudente, evitando il conflitto con i Bizantini. L'atto del 774 d. C. stabilì l'autorità dello Stato Pontificio sui territori da Roma a Ravenna (patrimonium Petri) e tagliò in due parti la penisola e impedendo l'unificazione italiana. Dal 782 al 785 d. C. dovette fare fronte alla rivolta dei Sassoni e, dopo la loro annessione al regno dei Franchi, il capo Vitichindo si convertì, si sottomise e fu battezzato. Aquisgrana divenne capitale del regno franco; Carlo Magno invitò presso di sé Alcuino d'Inghilterra che nominerà suo maestro di studi e consigliere. Ad Alcuino si aggiunse Paolo Diacono giunto dall'Italia; l'incontro dei due dotti contribuì alla formazione di un piano destinato a rivitalizzare gli studi. Tra il 784 e il 787 d. C. Carlo Magno pretese un giuramento di fedeltà dagli abitanti dello Stato Pontificio; in Baviera entrò in conflitto con il re Tassilone raggiungendo una prima intesa e in Sassonia creò alcuni vescovadi. Per mantenere il potere sul proprio regno attuò una politica di repressione e fronteggiò i popoli confinanti con ferma decisione. Scese una seconda volta in Italia nel 791 d. C., cedette al papa il sud della Toscana longobarda, condusse operazioni a Benevento e nell'Istria, ruppe con Irene, imperatrice di Bisanzio (787 d. C.). Entrò nuovamente in conflitto con Tassilone, alleatosi agli avari e ai greci, lo sconfisse e lo fece prigioniero, annettendo la Baviera che fu riorganizzata nelle strutture civili ed ecclesiastiche. Nel periodo compreso tra il 792 e il 799 d. C. i Sassoni si ribellarono nuovamente a nord del paese compiendo saccheggi, incendi e massacri, ma furono progressivamente domati con il pugno di ferro e condotti a una riorganizzazione politica e religiosa. Gli arabi in Spagna invasero la Settimania fino a Narbona, dopo che l'emiro di Cordova aveva ripreso Gerona; ma Guglielmo di Tolosa riprese il sopravvento, liberò la Settimania e fortificò i Pirenei. I Franchi penetrarono di nuovo in Spagna avanzando fino a Huesca; la Spagna fu organizzata, le città ripopolate, le sue campagne colonizzate. Nel frattempo Carlo Magno riallacciò i suoi rapporti con Irene, in difficoltà con bulgari e arabi, offrendole un progetto di matrimonio. A Roma (800 d. C.) papa Leone III dovette fronteggiare una cospirazione guidata dall'aristocrazia gelosa dell'amministrazione ecclesiastica; il papa si rifugiò a Spoleto. Più tardi, abbandonati i suoi stati, si recò a Paderborn per perorare la sua causa presso l'imperatore. Carlo Magno lo fece riaccompagnare a Roma e, in seguito alle insistenti preghiere di Alcuino, decise di scendere in Italia. A Roma il 25 dicembre dell'800 d. C. durante la messa di Natale nella basilica vaticana papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore tra l'acclamazione del popolo. Lodovico, figlio di Carlo Magno, riprese Barcellona nell'801 d. C. e completò l'organizzazione della marca di Spagna; Carlo Magno ricevette l'ambasciatore di Harun al Rashid. Nell'802 d. C. Carlo Magno concluse la campagna contro gli avari e inviò a Costantinopoli un'ambasciata, ma Irene di Bisanzio, che nel frattempo era stata deposta, non poté offrire garanzie. Con il suo successore Niceforo I ci fu la rottura. Nell'803 d. C. venne firmata tra Carlo Magno e i Sassoni la pace di Salisburgo; i Sassoni furono deportati nella regione occidentale del regno franco. Nell'804 d. C. venne effettuata una spedizione marittima in Dalmazia e dichiarata guerra a Bisanzio; nello stesso anno morì Alcuino. L'anno successivo i notabili veneziani si riconobbero vassalli di Carlo Magno che intraprese la conquista della Boemia. Preoccupato per l'avvenire del suo impero, Carlo Magno scrisse (806 d. C.) un atto di successione in caso di decesso, la divisio regnorum nel quale l'impero veniva suddiviso tra i suoi tre figli Carlo, Pipino, Lodovico associandoli alla sua autorità con un giuramento a prestarsi mutuo soccorso per tutta la durata della loro vita contro nemici interni e esterni. Un ambasciatore di Harun al Rashid riconobbe ai franchi speciali diritti sui luoghi Santi (807 d. C.). Nell'809 d. C. dopo un anno di armistizio la guerra franco-bizantina riprese. Pipino figlio di Carlo Magno conquistò Venezia. La conquista della marca di Spagna fu completata dall'809 all'812 d. C. Solo Huesca e Saragozza rimanevano in mano agli arabi. Il figlio di Carlo Magno Lodovico domò la rivolta in Aquitania e occupò la Navarra. Pipino, figlio di Carlo Magno, morì nell'810 d. C. L'anno successivo morì il fratello Carlo. Gli ambasciatori bizantini si recarono a porgere omaggio a Carlo Magno con il titolo di imperatore (813 d. C.). Egli convocò un'assemblea generale ad Aquisgrana, nella quale conferì solennemente il titolo imperiale al figlio Lodovico e fece riconoscere Bernardo, figlio dello scomparso Pipino, re d'Italia. Carlo Magno morì nell'814 d. C., lasciando le redini dell'impero a Lodovico.
Carlo Magno
Biografia di G. Granzotto (1978).

Càrlo Martèllo (685-Quierzy-sur-Oise 741) Succedette al padre Pipino di Héristal nel 716 come maggiordomo d'Austrasia. Sottomise i bavari, i frisoni e gli aramanni, e sconfisse gli arabi a Poitiers (733).

Càrlo Martèllo d'Angiò (Napoli 1271-1295) Fu titolare solo nominale della corona ungherese dal 1292 al 1295. Figlio di Carlo II lo Zoppo e di Maria d'Ungheria.

Càrlo V (Gand 1500-San Jerónimo de Yuste 1558) Fu Carlo I di Spagna, Carlo II d'Ungheria e Carlo IV di Napoli. Figlio di Giovanna la Pazza, regina di Castiglia, e di Filippo il Bello d'Austria, unì sotto la sua corona, grazie alla politica matrimoniale del nonno, l'imperatore Massimiliano I, un vasto impero che comprendeva le Fiandre, la Contea Franca, gli stati asburgici, i regni di Castiglia e d'Aragona, il regno di Napoli e Sicilia. Fu incoronato imperatore nel 1519, titolo cui aspirava anche Francesco I di Francia, grazie al voto dei grandi elettori che erano stati sostenuti finanziariamente. Dopo la sconfitta di Francesco I a Pavia nel 1525, ebbe a fronteggiare la lega di Cognac, (Francia, Venezia, Firenze e stato pontificio). Il conflitto vide il saccheggio di Roma nel 1527 e, nel 1529, fu concluso con la pace di Cambrai. Fu incoronato re d'Italia e imperatore a Bologna (1530) da Clemente VII. A più riprese si trovò a fronteggiare i turchi, i principi protestanti tedeschi e i francesi, ai quali strappò il ducato di Milano nel 1544. Concesse libertà di culto ai protestanti e la ribadì con la pace di Augusta (1555). Abdicò nel 1556 a favore del figlio Filippo II cui lasciò Italia e Fiandre, e del fratello Ferdinando che divenne imperatore.

Càrlo VIII di Frància (Amboise 1470-1498) Figlio di Luigi XI, gli succedette nel 1483, essendo tutelato dalla sorella Anna di Beaujeu. L'unione in matrimonio con Anna di Bretagna portò alla Francia l'importante provincia. Nel 1494 fu chiamato in aiuto da vari principi italiani fra cui lo stesso Ludovico il Moro: sceso in Italia, conquistò Firenze, Roma e il Regno di Napoli, rivendicandone il diritto di successione in virtù della discendenza angioina. La coalizione antifrancese della lega Santa che si formò per opporvisi, cui aderirono Ludovico il Moro, papa Alessandro VI, Venezia, Massimiliano d'Austria e Ferdinando il Cattolico, lo costrinsero alla ritirata precipitosa: riuscì a salvarsi a Fornovo forzando il blocco della lega e rientrando in Francia.

Carlofòrte Comune in provincia di Cagliari (6.629 ab., CAP 09014, TEL. 0781). Centro agricolo (frutta, uva), della pesca (aragoste e tonni), della produzione di salmarino, dell'estrazione mineraria (manganese) e turistico. Vi si trova una delle stazioni astronomiche per lo studio della migrazione dei poli terrestri e della variazione delle latitudini, dotata di telescopio zenitale. Gli abitanti sono detti Carlofortini.

Carlomànno (715?-Vienne 754) Succedette al padre Carlo Martello nel 741 come maggiordomo d'Austrasia insieme al fratello Pipino il Breve. Nel 747 lasciò a quest'ultimo il potere e si ritirò in monastero.
Carlomanno
(751-Samoussy 771) Figlio di Pipino il Breve, alla morte di quest'ultimo spartì il regno franco con il fratello Carlo Magno, che alla sua morte escluse i figli dalla successione.

Carlomànno di Bavièra (828?-Öttingen 880) Re di Baviera dall'876 all'880 e d'Italia dall'877 all'880. Figlio di Ludovico il Germanico.

carlóna, avv. In fretta, alla buona.

Carlòpoli Comune in provincia di Catanzaro (1.907 ab., CAP 88040, TEL. 0968). Centro agricolo (cereali, ortaggi e frutta) e della pastorizia.

Carlos, don (Valladolid 1545-Madrid 1568) Infante di Spagna. Figlio di Filippo II e di Maria di Portogallo, venne imprigionato dal padre nel 1568 poiché infermo di mente. Ispirò Verdi e Schiller.

Carlostàdio, Andrèa (Karlstadt 1480-Basilea 1541) Andreas Rudolf Bodenstein, riformatore tedesco. Assunse posizione estremista in contrasto con Lutero, sostenendo l'iconoclastia e la poligamia, e negando la presenza dell'eucarestia. Le sue posizioni furono vicine agli anabattisti e a Zwingli.

Carlota Angela Romanzo di Castelo Branco (1858).

Carlson, Carolyn (Fresno 1943-) Ballerina e coreografa statunitense. Tra i principali esponenti della nuova danza americana. Creò numerosi balletti: L'or des fous (1975), Trio (1979), Chalk Walk (1983), Agosto e settembre (1992) e La visione di Stone Poems (1995).

Carlùccio, Leànte Francésco (Verona 1953-) Compositore italiano. Premio Alte Kirche nel 1975 con Mon Mandarin, ha partecipato alla biennale di Venezia nel 1976 con Orfeo e nel 1979 con Prometeo liberato.

carludovìca, sf. Genere di piante simili alle palme, benché senza fusto, originarie dell'America tropicale. Appartiene alla famiglia delle Ciclantacee.

Carlyle, Thomas (Ecclefechan, Scozia 1795-Londra 1881) Romanziere e saggista. Tra le opere Sartor resartus (1833-1834) e Gli eroi, il mito degli eroi e l'eroico nella storia (1841).

carmagnòla, sf. 1 Giubba a falde corte che si indossava ai tempi della rivoluzione francese. 2 La canzone che il popolo cantava attorno agli alberi della libertà.

Carmagnòla Comune in provincia di Torino (24.725 ab., CAP 10022, TEL. 011). Centro agricolo (coltivazione di cereali, frutta e ortaggi) e industriale (prodotti alimentari, tessili e meccanici). Vi si trova una collegiata in stile gotico. Gli abitanti sono detti Carmagnolesi.

Carmagnòla, Francésco Bussóne détto il (Carmagnola 1380 ca.-Venezia 1432) Condottiero e conte. Il personaggio e protagonista dell'omonima tragedia di Manzoni (1820). Conquistò Genova e molti altri territori per il ducato di Milano (1422). Al servizio di Venezia vinse a Maclodio (1427). Perse a Lodi, Soncino e Cremona e fu accusato di tradimento dai veneti; in seguito venne decapitato.

Carmàssi, Artùro (Lucca 1925-) Pittore e scultore italiano. Da un'ispirazione astratto-naturalistica è poi passato a una pittura figurativa con marcati riferimenti al simbolismo e al surrealismo. Negli anni novanta ha inventato i "collage dipinti" su fondi di carte di giornali incollate su tela.

Càrme Satellite di Giove, scoperto nel 1938; la distanza di 22.350.000 km, lo colloca al quattordicesimo posto tra tutti i satelliti di Giove; ha un raggio di 15 km e un periodo orbitale di 692 giorni.

càrme, sm. 1 Nella poesia greca e latina, componimento poetico lirico. 2 Componimento lirico di elevato contenuto e di tono solenne.
 lat. carmen,-inis.

carmelitàno, agg. e sm. agg. Dell'ordine religioso fondato sul monte Carmelo.
sm. Frate appartenente all'ordine del Carmelo.
L'ordine religioso dei carmelitani fu fondato nella seconda metà del XII sec. in Palestina, (eremiti di Nostra Signora del monte Carmelo), con una regola assai severa; ricevette l'approvazione da Onorio III nel 1226. In occidente nel XIII sec. fu un ordine mendicante. I Carmelitani scalzi osservano la regola monastica dei carmelitani riformata da Santa Teresa d'Ávila e da San Giovanni della Croce nel 1568.

Carmen Dramma in quattro atti di G. Bizet, libretto di H. Meilhac e L. Halévy (Parigi, 1875).
Il dramma si svolge a Siviglia dove Don José, guardia dei dragoni, viene attirato dalla provocante Carmen, sigaraia, e quando lei viene arrestata per provocazione egli la fa fuggire. Per questo lui viene imprigionato e una volta libero raggiunge Carmen. Intanto le carte prevedono la morte di entrambi. La donna viene attratta da Escamillo, torero, e rifiuta Don José che in preda alla gelosia uccide l'amante e si costituisce.
Carmen
Racconto di P. Mérimée (1845).

Carmen de moribus Trattato di M. P. Catone (III-II sec. a. C.).

Carmi (Liber Catulli Veronensis) Raccolta poetica di G. V. Catullo (prima metà I sec. a. C.). L'opera comprende 116 carmi, ripartiti in nugae (bagatelle), carmina docta (canti eruditi), poemetti mitologici, tra cui l'Attis e la Chioma di Berenice, ed elegie. I carmi di Catullo rispecchiano la crisi della repubblica: da essi sono assenti i valori politici della civitas romana; come alternativa emerge il privato, con le sue piccole gioie e i suoi drammi che sembrano costituire tutta la sostanza dell'esistenza. In essi Catullo cantò l'amore per la sua donna, che celebrò col nome di Lesbia, il dolore, l'infedeltà. La raffinatezza del suo stile fa pensare che abbia tenuto presenti gli esempi dei greci Callimaco e Saffo.

Carmiàno Comune in provincia di Lecce (12.176 ab., CAP 73041, TEL. 0832). Centro agricolo e commerciale (coltivazione della vite e mercato zootecnico) e industriale (prodotti enologici). Gli abitanti sono detti Carmianesi.

Carmignàno Comune in provincia di Prato (9.584 ab., CAP 50042, TEL. 055).

Carmignàno di Brènta Comune in provincia di Padova (6.823 ab., CAP 35010, TEL. 049).

Carmina Burana Canti in latino e tedesco di autore anonimo (1225 ca.). Così chiamati perché conosciuti la prima volta da un manoscritto della fine del secolo XIII, conservato nell'abbazia di Benediktbeuern (Bura Sancti Benedicti) in Baviera. Sono un esempio importante della poesia goliardica. Sono costituiti da 250 componimenti in latino e circa 50 in tedesco volgare. Temi sono le donne, il vino, il gioco, oltre a parodie di inni, litanie e altri elementi religiosi, satire contro i vizi del clero. Non mancano drammi e canti liturgici. I più famosi sono quelli che invitano al godimento spensierato della vita. Il complesso dei canti lascia intravedere una certa familiarità con i poeti classici latini. Furono musicati nel 1937 da C. Orff (1895-1982).

carminatìvo, sm. Medicamento atto a fornire l'espulsione dei gas dell'apparato digerente.

carmìnico, agg. (pl. m.-ci) Riferito all'acido omonimo indicato anche con la sigla E120. È usato in dolci, liquori e sciroppi, mentre un tempo serviva per tingere di rosso la lana e la seta.

carmìnio, sm. Colorante rosso contenuto nella cocciniglia.

Carmóna, António Oscar de Fragoso (Lisbona 1869-1951) Generale e uomo politico portoghese. Nominato generale nel 1922, il 28 maggio 1926 destituì con un colpo di stato il governo repubblicano e instaurò una dittatura militare, nominandosi primo ministro e presidente della repubblica. Represse nel 1927 le rivolte di Oporto e Lisbona, l'anno successivo nominò ministro delle Finanze António de Oliveira Salazar, che nel 1932 divenne presidente del Consiglio e, di fatto, lo sostituì alla guida del paese. Carmona conservò la presidenza della repubblica fino alla morte.

carnagióne, sf. Qualità e aspetto della pelle, specialmente dei colori del volto. ~ cera, colore, colorito.
 sf. complexion.
 lat. tardo carnatio,-onis.

Carnàgo Comune in provincia di Varese (4.999 ab., CAP 21040, TEL. 0331).

carnàio, sm. 1 Ammasso di cadaveri. 2 Luogo sovraffollato con esposizione eccessiva di carne umana. 3 Locale in cui si conservano le carni macellate.
 lat. carnarium dispensa per la carne.

Carnàio Colle (776 m) dell'Appennino Tosco-Emiliano.

carnàle, agg. 1 Che riguarda il corpo umano, la materia. ~ corporeo. <> trascendente. calore carnale. 2 Lussurioso, sensuale. ~ lascivo. <> casto. amore carnale. 3 Congiunto strettamente da parentela. ~ consanguineo. patto carnale, indissolubile.
 agg. carnal.
 lat. carnalis.

carnalità, sf. L'essere carnale, sensualità. ~ lussuria.

carnallìte, sf. Cloruro idrato di potassio e magnesio utilizzato in agricoltura come fertilizzante. Prende il nome dal mineralogista prussiano von Carnall.

carnàme, sm. Massa di carne putrefatta.

Carnap, Rudolf (Ronsdorf, Wuppertal 1891-Santa Monica, California 1970) Filosofo tedesco. Tra le opere La costruzione logica del mondo (1928) e Fondamenti logici della probabilità (1950).

Carnarvon Città della costa occidentale dell'Australia, posta alla foce del fiume Gascoyne River. Grande porto di pesca.

Carnarvon, George Herbert (Highclere 1866-1923) Egittologo inglese. Fu autore e finanziatore di importanti scavi (1902-1924) nelle vicinanze di Tebe, insieme a H. Carter. La campagna di ricerche si concluse con la scoperta della tomba del re Tutankhamon. Carnarvon morì in quello stesso periodo dando origine alla leggenda della presunta maledizione di Tutankhamon nei confronti dei violatori della sua quiete.

carnasciàle, o carnesciàle, sm. Antico termine toscano per indicare il carnevale. In origine indicava il giorno precedente la Quaresima.

carnascialésco, agg. (pl. m.-chi) Carnevalesco, proprio del carnevale.

Carnàte Comune in provincia di Milano (6.951 ab., CAP 20040, TEL. 039).

carnàto, agg. e sm. agg. Del colore della carne.
sm. Carnagione.

carnàuba, sf. invar. Cera fragile, untuosa, che essuda dalle foglie di una palma brasiliana.

càrne, sf. 1 Nel corpo dell'uomo e degli animali, la parte costituita dai muscoli. essere in carne, in buone condizioni di salute. 2 Il corpo umano come contrapposto allo spirito. <> spirito. le debolezze della carne, possono spingere al peccato. 3 Carne di alcuni animali usata dall'uomo come alimento. non essere né carne né pesce, non avere caratteri precisi e classificabili.
 sf. 1 flesh; (in carne e ossa) in the flesh. 2 (alimento) meat. 3 (manzo) beef. 4 (maiale) pork. 5 (pecora) mutton.
 lat. caro, carnis, dal greco kèirein tagliare.

Carne, la morte e il diavolo, La Opera di critica letteraria di M. Praz (1950).

Carné, Marcel (Parigi 1906-1996) Regista cinematografico francese. Realizzò insieme a J. Prévert Il porto delle nebbie (1938), Albergo Nord (1938), Alba tragica (1939), Les enfants du Paradis (1943-1945) e Les tricheurs (1958).

Carnèade (Cirene 215 ca.-Atene 129 a. C. ca.) Filosofo greco. Rappresentante della media accademica, fu sostenitore del probabilismo. Non lasciò nulla di scritto; il suo pensiero ci è stato trasmesso da Clitomaco.

carnèade, sm. Termine con cui si designa una persona a tutti ignota sulla base di una famosa citazione che Manzoni fa dell'omonimo filosofo greco di Cirene, vissuto fra il 213 e il 129 a. C.

carnéfice, sm. 1 Chi esegue le condanne a morte. ~ boia. <> condannato, giustiziato. 2 Persecutore, tormentatore. ~ vessatore. <> vittima.
 sm. executioner, hangman.

carneficìna, sf. Uccisione crudele di molte persone. ~ massacro.

Carnegie, Andrew (Dunfermline, Scozia 1835-Lenox, Massachusetts 1919) Industriale statunitense. Nel 1848 lasciò la Scozia ed emigrò negli Stati Uniti, dove iniziò a lavorare come operaio in un cotonificio ad Allegheny. Trasferitosi a Pittsburgh, ottenne un posto di fattorino nell'ufficio telegrafico e poi venne assunto come telegrafista nelle ferrovie della Pensylvania. Una rapida carriera lo portò ben presto a incarichi sempre più importanti, consentendogli di diventare azionista della compagnia ferroviaria che attualmente è conosciuta come Pullman Company. Con la Keystone Bridge (primo ponte sull'Ohio) e con la Union Iron Mills (che utilizzò per la prima volta negli USA il convertitore Bessemer) riuscì a controllare l'industria metallurgica di Pittsburgh. Nel 1899 le sue industrie metallurgiche fornivano il 25% della produzione nazionale, ma due anni dopo si ritirò dagli affari e si dedicò alla filantropia, creando numerose fondazioni a fini sociali e culturali. Finanziò il Carnegie Institute of Pittsburgh e la Carnegie Hall di New York.

Carnelùtti, Francésco (Udine 1879-Milano 1965) Giurista. Nel 1924 fondò la Rivista di diritto processuale civile.

càrneo, agg. 1 Costituito da carne. 2 Del colore della carne.

Carnèra, Prìmo (Sequals 1906-1967) Pugile. Altissimo (2,02 m), fu campione mondiale dei massimi nel 1933 battendo Jack Sharkney, ma nel 1934 perse il titolo contro Max Baer.

Carnesécchi, Piètro (Firenze 1508-Roma 1567) Riformatore religioso. Esponente dell'evangelismo, fu condannato dall'inquisizione e giustiziato.

carnet, sm. invar. 1 Libretto. ~ agenda, taccuino. 2 Complesso degli ordini acquisiti dalla clientela e non ancora eseguiti.

Carnet del maggiore Thompson, Il Opera umoristica di P. Daninos (1954).

Carnet di ballo Film drammatico, francese (1937). Regia di Julien Duvivier. Interpreti: Marie Bell, Harry Baur, Pierre Blanchar. Titolo originale: Un carnet de bal

carnevalàta, sf. 1 Divertimento, mascherata di carnevale, baccano, gazzarra. ~ arlecchinata. 2 Pagliacciata, buffonata. ~ farsa.

carnevàle, sm. 1 Periodo festivo tra il Natale e la quaresima culminante nei balli e nelle maschere dell'ultima settimana. 2 Tempo di baldorie, godimenti, spensieratezza. ~ baccanale.
 sm. carnival.
Il carnevale è il periodo antecedente la quaresima che inizia a capodanno o all'Epifania o alla Candelora (2 febbraio). Festa cristiana che trae origine da usanze pagane (saturnali e i lupercali), caratterizzata dall'uso di maschere e travestimenti. Ha la sua massima espressione dal giovedì al martedì precedenti il giorno delle Ceneri, che termina il carnevale; solo nel carnevale ambrosiano il periodo si prolunga fino al sabato successivo.

carnevalésco, agg. (pl. m.-chi) Da carnevale.

carnevalìno, sm. La prima domenica di Quaresima.

carnevalóne, sm. 1 Nel carnevale ambrosiano è il prolungamento sino alla prima domenica di Quaresima esclusa. 2 Festa pubblica che si protrae oltre misura.

Càrnia Regione storica e geografica delle Alpi orientali (1.220 km2 ca.) delimitata dall'alto corso del Tagliamento e dalle Alpi Carniche. Il territorio boscoso è ricco di pascoli ove si pratica l'allevamento di bovini e il turismo. Centri principali sono Ampezzo e Tolmezzo. Abitata dai carni, antichi popoli celti, fu conquistata dai romani nel II sec. a. C. Nel 1420 divenne parte dei territori di Venezia. Fu al centro delle operazioni belliche durante la prima guerra mondiale.

carnìccio, sm. 1 Residuo della scarnatura delle pelli da conceria. 2 Rimasugli di carne scadente.

Càrniche Parte delle Alpi Orientali, tra il Passo Monte Croce di Comelico e la Sella di Camporosso. Cima più elevata il monte Coglians (2.780 m). Le Alpi Càrniche, nella loro parte orientale, presentano un suolo di conformazione carsica ricoperto da foreste di abeti rossi e faggi. Vi si trovano cervi, caprioli e camosci.
Càrniche
Sezione delle Prealpi Venete, tra i fiumi Piave e Tagliamento. Vetta più elevata la Cima dei Preti (2.703 m).

carnicìno, agg. Di colore roseo incarnato.

càrnico, agg. e sm. agg. Relativo alla Carnia.
agg. e sm. Piano inferiore del Triassico superiore delle Alpi compreso tra il Ladinico e il Norico.

carnièra, sf. Tasca posteriore nella giacca del cacciatore e per estensione la giacca stessa. 2 Carniere.

carnière, sm. (f. carnièra) 1 Borsa usata dai cacciatori per riporvi la selvaggina. 2 Borsa in genere.
 deriv. da carne.

carnificazióne, sf. Aspetto assunto dal parenchima polmonare nelle polmoniti e nelle congestioni polmonari croniche dei cardiopatici.

Carnìti, Pierre (Castelleone 1936-) Sindacalista. Dal 1979 al 1985 fu segretario generale della CISL e nel 1995 fu eletto coordinatore nazionale dei Cristiano sociali.

carnitìna, sf. Sostanza organica presente in vari tessuti animali, che a livello della membrana mitocondriale facilita la penetrazione degli acidi grassi e la loro utilizzazione a fini energetici.

Carnìvori Ordine di Mammiferi, cosmopolita. Sono animali predatori che vivono cacciando gli altri animali; ma non tutti si cibano solo di carne; alcuni si nutrono di vegetali o insetti. Le specie appartenenti hanno grossezza variabile, canini sviluppati atti a lacerare la carne e molari settati o appuntiti. Gli arti possono essere plantigradi, semiplantigradi o digitigradi. I loro sensi sono assai sviluppati per consentire buoni risultati nella caccia. La classificazione comprende la loro suddivisione nei sottordini Creodonti (estinti), Fissipedi e Pinnipedi.

carnìvoro, agg. Che si alimenta di carne.
 lat. carnivorus.

carnosità, sf. 1 Qualità di ciò che è carnoso. 2 Escrescenza carnosa.

carnóso, agg. 1 Che è bene in carne. ~ pasciuto. <> scarno. 2 Carneo. ~ turgido. 3 Che ha colore, spessore, morbidezza di carne. ~ polposo. <> magro, ossuto.
 agg. fleshy.
 lat. carnosus.

Carnot Lazare Nicolas, Marguerite (Nolay 1753-Magdeburgo 1823) Politico, generale e matematico francese, appartenente a una famiglia di fisici, matematici e politici. Si dedicò a studi di calcolo infinitesimale, geometria e meccanica. Sostenne la rivoluzione francese contro gli stati europei e fece parte della Convenzione nazionale nel 1792 e del Comitato di salute pubblica nel 1793. Grande stratega, introdusse nell'organizzazione militare innovazioni tattiche che portarono le truppe francesi alla vittoria nelle battaglie sostenute tra il 1792 e il 1795. Dopo aver collaborato, fino al 1800, con Napoleone, si dedicò successivamente agli studi. Nel 1814, con l'invasione della Francia da parte di prussiani, russi e austriaci, Carnot si mise nuovamente al servizio di Napoleone che, durante i Cento Giorni, lo nominò ministro degli Interni. Fu esiliato, dopo la sconfitta di Waterloo, dalla restaurazione condotta dai Borboni. Tra i suoi scritti, si segnalano il Saggio sulle macchine del 1783, nel quale studiò e formulò i principi matematici dell'urto e dell'energia di un sistema; le Riflessioni sulla metafisica del calcolo infinitesimale del 1797 e il trattato Sulla difesa delle piazzeforti del 1810.

Carnot, Marie-François-Sadi (Limoges 1837-Lione 1894) Politico francese, nipote di Lazare-Nicolas, fu presidente della repubblica dal 1887 al 1894. L'anarchico italiano S. Caserio lo assassinò nel 1894.

Carnot, Sadi-Nicolas Leonard (Parigi 1796-1832) Fisico francese, figlio di Lazare-Nicolas. È considerato uno dei fondatori della termodinamica. Formulò il secondo principio della termodinamica e inventò una macchina denominata di Carnot il cui funzionamento si basa sul ciclo di Carnot.
Principio e teorema di Carnot
Il principio di Carnot (secondo principio della termodinamica) asserisce che una macchina termica può produrre lavoro solo se scambia calore con almeno due sorgenti a temperatura diversa. Il teorema di Carnot dimostra che, tra le macchine termiche cicliche a scambio di calore con due sorgenti a temperatura diversa, quelle con ciclo reversibile hanno rendimento uniforme e maggiore di quelle a ciclo non reversibile. Pertanto, il rendimento delle macchine a ciclo reversibile è funzione unicamente della differenza di temperatura tra le due sorgenti.

carnotìte, sf. Vanadato idrato di uranio e potassio contenente anche radio. È utilizzato per l'estrazione dell'uranio.

càro, agg. e sm. agg. 1Che è oggetto d'amore. ~ amato. <> detestato. 2 Che è tale da attirarsi l'affetto o la simpatia altrui. ~ benvoluto. <> antipatico, detestato. rappresenta per me una cara persona. 3 Che merita attenzione. ~ speciale. <> insignificante. 4 Gradito, ben accetto. ~ apprezzato. <> sgradito. 5 Di alto prezzo, che costa molto. ~ costoso. <> economico. le offese prima o poi si pagano care. 6 Prezioso. avere cara la salute.
sm. 1 L'uomo amato. 2 Parenti, genitori. 3 Prezzo alto. 4 Carestia, penuria.
 agg. 1 dear. 2 (costoso) expensive, dear. sm. darling, dear.
 lat. carus.

Caro bugiardo Opera teatrale di J. Kilty (1960).

Caro diario Film commedia, italiano (1993). Regia di Nanni Moretti. Interpreti: Nanni Moretti, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller.

Caro estinto, Il Romanzo di E. A. Waugh (1948).
Caro estinto, Il Film commedia, britannico (1965). Regia di Tony Richardson. Interpreti: Robert Morse, Jonathan Winters, Anjanette Comer. Titolo originale: The Loved One

Caro Michele Romanzo di N. Ginzburg (1973).

Càro, Annìbal (Civitanova Marche 1507-Roma 1566) Commediografo e traduttore. Studiò a Roma e a Firenze. Dal 1543 entrò al servizio dei Farnese e visse per lo più a Roma. Tra le opere Gli straccioni (1544), le Lettere (circa 800) che documentano la vita italiana nel secolo XVI e la traduzione dell'Eneide (postumo, 1581). La fama di Caro resta legata alla traduzione dell'Eneide di Virgilio in versi sciolti, composta a partire dal 1563. Il pregio dell'opera consiste nell'uso efficace del linguaggio della grande tradizione in volgare.

Càro, Màrco Aurèlio (223?-283) Succedette a Probo come imperatore romano nel 282, ma l'anno dopo venne ucciso dal prefetto del pretorio Apro in Persia.

Caròbbio dégli Àngeli Comune in provincia di Bergamo (2.902 ab., CAP 24060, TEL. 035).

Caròcci, Albèrto (Firenze 1904-Roma 1972) Scrittore e giornalista. Fondatore e condirettore della rivista di letteratura Solaria (1926-1936), passò alla direzione de La riforma letteraria (1936-1938) e poi di Argomenti (1941-1943).

carofìcee Classe di Alghe Clorofite a cui fa capo la famiglia delle Caracee.

carógna, sf. 1 Corpo di animale morto, ormai in decomposizione. ~ carcassa. 2 Persona vile, perfida. ~ farabutto. <> galantuomo, onestuomo.
 sf. 1 carrion. 2 (fig., persona) swine.
 lat. volg. caronia, deriv. da caro, carnis carne.

carognàta, sf. Azione vile, perfida. ~ mascalzonata.

carognescaménte, avv. In modo vile, perfido.

caròla, sf. 1 Antico ballo di più persone che, cantando, giravano in tondo. 2 Il canto che accompagnava questa danza.

Carolèi Comune in provincia di Cosenza (3.536 ab., CAP 87030, TEL. 0984).

carolìna, sf. 1 Moneta d'oro di Carlo XV di Svezia coniata nel 1868. 2 Nome attribuito ad antiche monete d'oro di alcuni stati tedeschi.

Carolina Città (178.000 ab.) del Puerto Rico alla periferia di San Juan.

Carolìna Amèlia Elisabètta (Brunswick 1768-Londra 1821) Nel 1795, sposò il principe di Galles. L'anno successivo si separò dal marito, che nel 1811 divenne reggente. Con la figlia Carlotta, nata nel 1796, andò a vivere presso Blackheath, e nel 1814 decise di trasferirsi all'estero. Nel 1820 il marito divenne re Giorgio IV d'Inghilterra; rientrò quindi in patria per far valere i propri diritti al trono. Dovette però rinunciare a ogni pretesa per un processo intentato a suo carico che non fu però mai concluso per non coinvolgere il sovrano.

Carolina del Nord Stato federato degli USA (136.413 km2, 6.553.000 ab., capitale Raleigh); confina a ovest con il Tennessee, a sud con la Carolina del Sud e la Georgia, a est con l'oceano Atlantico, a nord con la Virginia. Il territorio è costituito da pianure costiere, zone collinari e dai monti Appalachi. Le risorse principali sono rappresentate da cereali, ortaggi, soia, frutta, cotone, tabacco, foreste; importanti anche l'allevamento di bovini, suini, equini, ovini e la pesca. Il quadro economico è completato dalle risorse minerarie (oro, tungsteno, talco, mica, ferro, stagno, rame) e dalle industrie (chimiche, idroelettriche, metalmeccaniche, siderurgiche, tessili, tipografiche).

Carolina del Sud Stato federato degli USA (80.582 km2, 3.407.000 ab., capitale Columbia); confina a est con l'oceano Atlantico a ovest con la Georgia, a nord con la Carolina del Nord. Il territorio è molto simile a quello della Carolina del Nord. Foreste, agricoltura (cereali, cotone, tabacco), pesca e industrie (alimentari, cantieristiche, chimiche, metalmeccaniche, tabacco, tessili) sono le risorse principali. Da ricordare i fosfati e le pietre da costruzione.

Carolìna Enrichétta Cristìna Luìsa (Bischwiller 1721-Darmstadt 1774) Moglie di Luigi IX di Assia-Darmstadt (1741). Di grande cultura, protesse artisti e poeti. Fu definita da J. W. Goethe "la grande langravia".

Carolìne, ìsole Arcipelago dell'oceano Pacifico (1.194 km2, 116.000 ab.), nella Micronesia, formato da circa 500 isole. L'arcipelago comprende le isole Palau, le Yap e le Caroline orientali (Truk, Kosrae, Ponape ecc.). le risorse principali sono rappresentate da pesca, coltura di banani, palme da cocco e canna da zucchero, madreperla, gusci di tartaruga, foreste e giacimenti di fosfati. Le Caroline orientali e le Yap sono Stati federati di Micronesia associati agli USA.

Carolìngi Dinastia franca il cui più noto membro fu Carlo Magno; seguì alla dinastia dei Merovingi, costituì il Sacro Romano Impero, unendo Francia e occidente. Gli imperatori furono: Carlo Magno (figlio di Pipino), Ludovico il Pio, Lotario, Ludovico II, Carlo II il Calvo, Carlo III il grosso, Arnolfo e Berengario. Quando morì Ludovico il Pio l'impero fu suddiviso tra i tre figli: Lotario, cui andò l'Italia, Carlo il Calvo, che prese la Francia, e Ludovico il Germanico, al quale toccò la Germania. L'ultimo re di Francia Carolingio fu Luigi V; dopo di lui si imposero i Capetingi (987). Particolare sviluppo ebbe l'architettura religiosa (San Silvestro a Goldbach, IX-X sec.; abbazie di St.-Denis, Fulda, Ratisbona, San Gallo), chiese a pianta centrale (Cappella Palatina di Aquisgrana, 805).

carolus, sm. invar. Nome attribuito a monete emesse da sovrani di nome Carlo.

Caron, Leslie (Boulogne-sur-Seine 1931-) Attrice cinematografica francese. Interpretò Un americano a Parigi (1951) e Gigi (1958).

Caróna Comune in provincia di Bergamo (431 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

Caroni Contea (177.000 ab.) dell'isola di Trinidad.

Caroní Fiume (925 km) del Venezuela, nello stato di Bolívar. Nasce dal monte Roraima e confluisce nel fiume Orinoco.

Caronìa Comune in provincia di Messina (4.116 ab., CAP 98072, TEL. 0924).

Carònno Pertusèlla Comune in provincia di Varese (11.723 ab., CAP 21042, TEL. 02). Centro industriale (prodotti alimentari, meccanici, tessili, chimici ed elettronici). Gli abitanti sono detti Caronnesi o Pertusellesi.

Carònno Varesìno Comune in provincia di Varese (4.419 ab., CAP 21040, TEL. 0331).

Carónte (astronomia) Il solo satellite del pianeta Plutone, venne scoperto nel 1978 da Christy; dista dal pianeta 19.000 km e la sua scoperta ha consentito di spiegare le irregolarità delle orbite di Plutone e Nettuno rispetto all'intero sistema solare. Ha un raggio di 600 km e un periodo orbitale di 6,39 giorni. Satellite e pianeta sono molto vicini e tale vicinanza, unita alle piccole dimensioni e alla loro rotazione attorno al baricentro del sistema con rivoluzioni e periodi orbitali identici, fa sì che si possa parlare di pianeta doppio, l'unico in tutto il sistema solare.

Carónte (mitologia) Personaggio della mitologia classica greca, figlio dell'Erebo e della Notte. Era il nocchiero infernale incaricato di traghettare le anime dei morti al di là dell'Acheronte. Il mito vuole che esigesse in tributo un obolo e per questo i greci erano soliti mettere una moneta in bocca ai defunti.
Ricordato da Dante nell'Inferno.

caropàne, sm. Termine per indicare l'alto prezzo del pane.

carosèllo, sm. 1 Sorta di torneo spettacolare di cavalieri, con esercizi di bravura, evoluzioni e simili. 2 Movimento di oggetti o veicoli, rapido e circolare. ~ turbinio. la processione era un carosello di colori. 3 Piattaforma con animali di legno, barche o vetture, che gira in tondo a suon di musica, per divertimento di bambini che vi stanno sopra. ~ giostra.
 napolet. carusiello, palla di creta.

Carosìno Comune in provincia di Taranto (5.959 ab., CAP 74021, TEL. 099).

Caròsio, Margherìta (Genova 1908-) Soprano. La sua carriera artistica ebbe inizio nel 1935, con la partecipazione alla prima del Nerone di Boito. Successivamente entrarono a far parte del suo repertorio le opere Mignon, Il Rigoletto, Elisir d'amore.

Caròsio, Nicolò (Palermo 1907-Milano 1984) Popolare radiocronista di calcio.

Caròso, Màrco Fabrìzio (Sermoneta, Latina, 1526-1605?) Maestro di danza. Svolse la propria attività soprattutto a Roma e pubblicò un trattato che riscosse un grande successo (Il Ballarino, 1581).

caròta, sf. 1 Pianta erbacea. 2 Campione cilindrico di roccia che si estrae dal sottosuolo per mezzo di opportune sonde (carotiere).
 sf. carrot.
Pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere (Daucus carota) e all'ordine delle Umbelliflore, selvatica o domestica. Quest'ultima ha una radice fittone commestibile, con colori che variano dal rosso, al giallo, al bianco; ha un alto contenuto vitaminico, è ricca di carotene e trova impiego come alimento umano e per animali.

carotàggio, sm. Prelievo di cilindretti di roccia per lo studio del sottosuolo.

carotàre, v. v. tr. Eseguire un carotaggio.
v. intr. Raccontare fandonie.

carotène, sm. Sostanza organica complessa arancione contenuta nelle foglie e nei frutti di alcune piante.

carotenòide, sm. Classe di sostanze contenenti 40 atomi di carbonio e molti legami doppi.

Carotenùto, Mèmmo (Roma 1908-1980) Attore italiano. Fratello di Mario, esordì nel cinema nel 952 con Umberto D di De Sica. Tra gli altri film Poveri ma belli (1956), Padri e figli (1957) e I soliti ignoti (1958).

Carothers, Wallace (Burlington 1896-Wilmington 1937) Chimico statunitense. Fu tra i realizzatori del nylon.

caroticotimpànico, agg. (pl. m.-ci) Riferito al canale carotideo e al timpano.

caròtide Arterie localizzate nel collo e nel capo dei Vertebrati e deputate al trasporto di sangue ossigenato al cervello. La carotide destra ha origine direttamente dall'arteria aorta ascendente e la sinistra si diparte dall'arco aortico. Entrambe si ramificano poi in una carotide interna, che alimenta il cervello e l'occhio, e una carotide esterna, che provvede a irrorare i tessuti della zona facciale e termina in corrispondenza della ghiandola parotide. La sua disposizione sul collo la espone facilmente ai traumi.

carotidèo, agg. Relativo alla carotide.

carotière, sm. Utensile speciale che permette di estrarre una carota dal fondo di un foro durante la trivellazione.

carovàna, sf. 1 Complesso di persone con carri e bestie da soma che intraprendono un viaggio in luoghi deserti e malsicuri. ~ convoglio. 2 Moltitudine di persone o di veicoli per di più disposti in fila. ~ colonna, corteo. la carovana del circo. 3 Anglismo con cui si è cercato di sostituire il francese roulotte.
 sf. caravan.
 persiano karwan.

Carovana dei Mormoni, La Film d'avventura, americano (1950). Regia di John Ford. Interpreti: Ben Johonson, Joanne Dur, Ward Bond. Titolo originale: Wagon Master

carovanièra, sf. Pista delle carovane.

carovanière, sm. Chi conduce le bestie da soma di una carovana.

carovanièro, agg. Di carovana.

Carovìgno Comune in provincia di Brindisi (14.586 ab., CAP 72012, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di cereali, olivi e viti) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano mura megalitiche del V sec. a. C. Gli abitanti sono detti Carovignesi.

Carovìlli Comune in provincia d'Isernia (1.618 ab., CAP 86083, TEL. 0865).

carovìta, sm. 1 Situazione derivante dall'aumento dei prezzi, soprattutto dei beni di maggior consumo. 2 Indennità data ai lavoratori quando si verifichi tale situazione.
 sm. high cost of living.

carovìveri, sm. sing. Carovita.

càrpa, sf. Pesce teleosteo ciprinodontiforme (Cyprinus carpio) appartenente alla famiglia dei Ciprinidi, dell'ordine dei Cipriniformi, probabilmente originaria della Cina. Con due barbigli per lato sulla bocca. È diffusa in Europa per la sua facilità di adattamento e viene allevata e pescata per la sua carne, molto apprezzata a tavola. Nel periodo della riproduzione, che avviene da maggio a luglio, compie salti fuori dall'acqua. D'inverno, tende a rallentare le normali attività; si rifugia sul fondo e non si nutre più. In casi di siccità, può restare in vita per molto tempo seppellendosi nel fango. Può raggiungere il peso di 20 kg e 1 m di lunghezza. Per la loro forma, si possono distinuere tre tipi di carpa: la carpa comune, il cui corpo è ricoperto in modo uniforme di scaglie; la carpa a specchi, ricoperta da poche scaglie di grandi dimensioni e la carpa cuoio che è quasi completamente senza scaglie. Una specie di carpa, la Ctenopharingodon idella, erbivora è stata diffusa per il controllo biologico della vegetazione acquatica.

carpàccio, sm. Pietanza di carne cruda affettata molto sottile e condita con olio e scaglie di formaggio grana.

Carpàccio, Vittóre (Venezia 1456?-1525?) Pittore allievo di Gentile Bellini, ma anche influenzato da Antonello da Messina; sviluppò un notevole gusto per la descrizione e il colore. Tra i suoi dipinti, Presentazione al tempio, San Giorgio, Morte di Maria, Miracolo della Croce, Storie di Sant'Orsola, Sangue di Cristo.

Carpanéto Piacentìno Comune in provincia di Piacenza (6.206 ab., CAP 29013, TEL. 0523).

Carpanzàno Comune in provincia di Cosenza (522 ab., CAP 87050, TEL. 0984).

carpasfòglie, sf. Grande rete conica tenuta aperta da un palo e trainata da una o due barche.

Carpàsio Comune in provincia d'Imperia (181 ab., CAP 18010, TEL. 0184).

carpàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai Carpazi.

Carpàzi Sistema montuoso che si sviluppa nell'Europa centrale, per oltre 1.300 km dalla Cecoslovacchia fino alle Porte di Ferro del Danubio, attorno alla Transilvania. Suddivisi in Carpazi occidentali, orientali e meridionali. Interessano Cecoslovacchia, Polonia, Romania e Ucraina. Sono costituiti da arenarie e scisti (Alti Tatra e Bassi Tatra, Maramures, monti Bihor e delle Alpi Transilvaniche). Sono ricchi di oro, petrolio, rame, bauxite e foreste. Massima altitudine il monte Gerlach negli Alti Tatra (2.663 m).
Carpazi
Nome di una catena montuosa della superficie lunare; l'altra grande catena montuosa osservabile è costituita dagli Appennini. Vennero osservati per la prima volta da Galileo Galilei negli ultimi anni del Cinquecento.

Carpàzia Parte dell'Europa orientale tra i Carpazi e il Danubio.

carpe diem, loc. avv. Espressione latina che significa "goditi il giorno". Fu utilizzata da Orazio per esprimere il fatto che la vita è breve e fino a che si può è meglio goderla.

Carpégna Comune in provincia di Pesaro (1.592 ab., CAP 61021, TEL. 0722).

carpellàre, agg. Relativo al carpello.

carpèllo, sm. Particolare foglia florale che reca gli ovuli.

Carpenédolo Comune in provincia di Brescia (9.450 ab., CAP 25013, TEL. 030).

Carpenéto Comune in provincia di Alessandria (959 ab., CAP 15071, TEL. 0143).

Carpenter, John (Carthage 1948-) Regista cinematografico statunitense, specializzato nella realizzazione di thriller fantascientifici. Diresse 1997 Fuga da New York (1981), La cosa (1982), Starman (1984), Essi vivono (1988), Avventure di un uomo invisibile (1992), Il seme della follia (1995), Fuga da Los Angeles (1996).

carpenterìa, sf. 1 Arte del carpentiere. 2 Luogo dove lavora il carpentiere.

Carpentier, Alejo (L'Avana 1904-Parigi 1980) Romanziere cubano. Tra le opere Il regno di questa terra (1949) e L'arpa e l'ombra (1979).

carpentière, sm. Operaio esperto nell'arte della carpenteria.
 sm. carpenter.
 provenz. carpentier, dal lat. carpentarius.

carpétta, sf. La cartelletta in cui si conserva un incartamento.

Càrpi Comune in provincia di Modena (60.715 ab., CAP 41012, TEL. 059). Centro agricolo (coltivazione di viti e cereali) e industriale (prodotti tessili, dell'abbigliamento, metalmeccanici e delle materie plastiche). Proprietà degli Attoni, fu lasciata alla chiesa nel 1115 da Matilde di Canossa e venne infine ceduta agli Estensi di Modena. Vi si trovano il castello dei Pio, costruito tra il XIV sec. e il XVII sec., la cattedrale, del XVI sec., e la pieve di Santa Maria, del XVI sec. Gli abitanti sono detti Carpigiani.

Càrpi, Àldo (Milano 1886-1973) Pittore. Tra le opere Dopo cena (1914, Firenze, Palazzo Pitti) e La mia famiglia (1930, Milano, Galleria d'Arte Moderna).

Càrpi, Cióni (Milano 1923-) Artista italiano. Ha spaziato dagli interessi per l'architettura gli studi musicali, dal mimo al cinema.

Carpiàno Comune in provincia di Milano (2.180 ab., CAP 20080, TEL. 02).

carpiàto, agg. Di salto in alto o di tuffo eseguito con corpo in posizione di carpio.

Carpignàno Salentìno Comune in provincia di Lecce (3.889 ab., CAP 73020, TEL. 0836).

Carpignàno Sèsia Comune in provincia di Novara (2.495 ab., CAP 28064, TEL. 0321).

Carpinéti Comune in provincia di Reggio Emilia (4.026 ab., CAP 42033, TEL. 0522).

carpinéto, sm. Terreno piantato a carpini.

Carpinéto délla Nòra Comune in provincia di Pescara (758 ab., CAP 65010, TEL. 085).

Carpinéto Romàno Comune in provincia di Roma (5.189 ab., CAP 00032, TEL. 06).

Carpinéto Sinèllo Comune in provincia di Chieti (818 ab., CAP 66030, TEL. 0872).

carpìno, sm. Genere delle Betulacee (Carpinus) tipico delle regioni fredde. Il legno del carpino rosso (Ostrya carpinifolia), comune in Italia, è usato come legna da ardere.

Carpìno Comune in provincia di Foggia (4.845 ab., CAP 71010, TEL. 0884).

Carpinóne Comune in provincia d'Isernia (1.296 ab., CAP 86093, TEL. 0865).

carpìnus, sm. invar. Genere di piante tipiche dell'emisfero settentrionale cui appartiene il carpino.

càrpio, sm. Nello sport posizione della parte superiore del corpo ad angolo retto rispetto al bacino con gli arti tesi.

carpionàre, v. tr. Cucinare un pesce in carpione.

carpióne, sm. Varietà di trota tipica del lago di Garda (Fario carpio), con carni molto apprezzate. Si riproduce due volte all'anno.
 lat. mediev. carpio,-onis.
Pesce in carpione
Pesce fritto conservato sotto aceto con varie spezie ed erbe. La preparazione prende il nome dal modo di cucinare il carpione.

carpìre, v. tr. Riuscire a ottenere, a portar via con violenza e astuzia. ~ sottrarre.
 v. tr. 1 (prendere) to snatch. 2 (estorcere) to extort.
 lat. volg. carpire.

Carpitèlla, Diègo (Reggio Calabria 1924-Roma 1990) Etnomusicologo. Raccolse e fu editore di migliaia di canti popolari italiani.

càrpo- Primo elemento di parole composte che significa "frutto", dal greco karpós.

càrpo, sm. Regione ossea della mano sotto l'avambraccio, tra metacarpo e avambraccio. Nell'uomo forma il polso (con la sua articolazione) e la mano con otto piccoli ossicini.
Sindrome del tunnel carpale
È una patologia caratterizzata dall'infiammazione dei tendini posti nel canale carpale, all'interno del polso. Classificata come malattia professionale, viene provocata dalla frequente e continua ripetizione di movimenti di per sé inoffensivi, ma compiuti in particolari condizioni fatiganti.

carpocàpsa, sf. Genere di Insetti Lepidotteri rappresentati da piccole farfalle. Appartiene alla famiglia dei Tortricidi.

carpocràtico, o carpocaziàno, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Riferito alla dottrina di Carpocrate.
sm. Seguace di Carpocrate.

carpogònio, sm. Apparato sessuale femminile di molte alghe rosse.

carpologìa, sf. Studio scientifico dei frutti.

carpomanìa, sf. Alterazione delle condizioni fisiologiche della pianta costituita dalla presenza di numerosi frutti che restano piccoli, cadono prima del tempo o non maturano affatto.

carpóni, avv. Nella posizione di chi cammina con ginocchia e mani per terra. ~ gattoni.
 avv. on all fours.
 deriv. da carpare, con il suffisso-oni.

carpoptòsi, sf. Caduta precoce dei frutti.

Carrà, Càrlo (Quargnento, Alessandria 1881-Milano 1966) Pittore divisionista, uno dei più insigni in Italia, aderì presto al futurismo e successivamente alla metafisica. In seguito iniziò una profonda rimeditazione sulle più recenti esperienze artistiche e sulla tradizione italiana. Come risultato nacquero, a partire dagli anni '20, le maggiori creazioni del pittore, che hanno per oggetto vedute, prima della Liguria e della Valsesia, poi della Versilia, che diventerà il suo costante soggiorno estivo. I quadri venivano preparati durante l'estate e completati durante l'inverno a Milano. Ogni elemento della realtà viene rielaborato nella memoria e stilizzato. Tra le sue opere, Musa metafisica (1917, Milano, coll. privata), Il pino sul mare (1921, Roma, coll. Casella).

Carrà, Raffaèlla (Bellaria 1942-) Raffaella Pelloni, ballerina e conduttrice televisiva. Condusse Canzonissima (1970-1972), Pronto... Raffaella? (1984) e Ricomincio da due (1990).

Carrà, Stéfano Architetto vissuto intorno al 1600, famoso a Brescia per la costruzione della chiesa dei santi Faustino e Giovita (1622) e del palazzo Martinengo-Villagena.

carràbile, agg. Si dice di strada che può essere percorsa con i carri. passo carrabile, tratto di strada che deve essere lasciato libero da veicoli per consentire il passaggio.
 agg. suitable for vehicles.
 da carrare, portare con il carro.

Carràcci Famiglia di pittori e incisori bolognesi.
Agostino (Bologna 1557-Parma 1602) Il più colto e intellettuale. Tra le sue opere, La comunione di San Girolamo (1591-1592, Bologna, Pinacoteca Nazionale) e Galleria Farnese (1597-1599, Roma, palazzo Farnese).
Annibale (Bologna 1560-Roma 1609) Il più noto, nelle sue opere si percepisce una forte influenza del classicismo. Tra le opere Annunciazione (1585 ca., Bologna, Pinacoteca Nazionale), La Madonna degli Scalzi (1590 ca., Bologna, Pinacoteca Nazionale) e Adorazione dei Magi (1616, Milano, Brera).
Ludovico (Bologna 1555-1619) Anticipò il naturalismo di Caravaggio. Tra le sue opere, Adorazione dei Magi.

Carradine, David (1940-) Attore teatrale e cinematografico statunitense. Interpretò America 1929.

Carradine, John (New York 1906-Milano 1988) Attore teatrale shakespeariano e cinematografico statunitense. Tra le numerosissime interpretazioni (più di 130 film), Ombre rosse (1939) e Furore (1940) di J. Ford.

Carradine, Keith (1948-) Attore cinematografico statunitense. Interpretò Nashville (1975) e Pretty Baby (1978).

carradóre, sm. Artigiano che costruisce o ripara carri, barrocci e altro.

carrageen, sm. invar. Nome dell'alga rossa denominata Chondrus crispus; fornisce una gelatina alimentare utilizzata nella medicina e nell'industria.

carragenìna, sf. Polisaccaride presente in alcune alghe rosse diffuse lungo le coste dell'Atlantico settentrionale.

carràia, sf. Strada adatta a essere percorsa dai carri.

carràio, agg. e sm. agg. Che permette il passaggio di carri o altri autoveicoli. ~ carrozzabile.
sm. 1 Chi fabbrica o ripara carri. 2 Conducente di carri.
 agg. drive way, vehicle entrance.
 lat. tardo carrarius.

Carrao Fiume (300 km) del Venezuela, affluente del Caroní. Nasce dai Monti Pakaraima.

Carràra Città della Toscana (69.000 ab., 100 m, CAP 54033, TEL. 0585) a 7 km a nord-ovest da Massa, alle falde delle Alpi Apuane. La città è nota per le cave di marmo pregiato. La parte più antica occupa un colle, la parte nuova è cresciuta nella pianura verso il mare (Marina di Carrara). Interessanti le chiese, duomo romanico gotico (XII-XIII sec.); la Rocca Malaspina (XIII sec.) poi palazzo ducale nel XVI sec.

Carràra San Giórgio Comune in provincia di Padova (4.126 ab., CAP 35020, TEL 049). Centro agricolo (uva, cereali, frutta e ortaggi) e delle industrie meccaniche, nei Colli Euganei. Gli abitanti sono detti Carraresi.

Carràra Sànto Stèfano Comune veneto in provincia di Padova (12.5 Km2, 2.000 ab.).

Carràra, Francésco (Lucca 1805-1888) Giurista. Fondò la Scuola classica di diritto penale. Fu un acceso avversatore della pena di morte e s'impegnò in politica per evitare l'estensione delle leggi sarde all'Italia intera. Scrisse Programma di diritto criminale (1867-1870).

Carràra, Francésco I da (?-1393) Signore di Padova dal 1355 al 1388.

Carràra, Francésco II da (?-1406) Signore di Padova dal 1390. Nel 1405 venne spodestato dai veneziani.

carraréccia, sf. (pl.-ce) 1 Strada di campagna percorribile da carri. 2 Traccia dei veicoli sulle strade.

carrarìno, sm. Moneta d'argento del valore di due soldi in vigore a Padova intorno al XV sec.

Carrarìno, Andrèa Bòlgi détto il (Carrara 1605-Napoli 1656) Scultore italiano. Discepolo a Firenze di P. Tacca, partecipò con il suo maestro alla realizzazione dei Quattro Mori alla base del monumento dedicato a Ferdinando I a Livorno. Nel 1625 si spostò a Roma e collaborò con G. L. Bernini ai mausolei di Cristina di Svezia e della contessa Matilde e realizzò l'imponente statua di Sant'Elena (San Pietro in Vaticano). Terminò la propria attività artistica a Napoli, dove realizzò numerose sculture permeate dello stile del Bernini.

Carràro, Tìno (Milano 1910-1995) Attore teatrale. Lavorò soprattutto al Piccolo Teatro di Milano.

carràta, sf. Quantità di un materiale che può essere portata da un carro.

carré, agg. e sm. invar. agg. invar. Si dice di pane preparato in cassetta. pan carré.
sm. invar. 1 Sprone. 2 Lombata di maiale. 3 Nella roulette, scommessa su quattro numeri disposti a quadrato.
 franc. carré, quadrato.

Carrè Comune in provincia di Vicenza (2.812 ab., CAP 36010, TEL. 0445).

Carréga Lìgure Comune piemontese in provincia di Alessandria (55.5 Km2, 150 ab.).

carreggiàbile, agg. e sf. Si dice di strada che può essere percorsa con i carri. ~ rotabile.

carreggiàre, v. tr. Trasportare con il carro.

carreggiàta, sf. 1 Parte della strada destinata alla marcia dei veicoli. strade con carreggiate a due corsie. 2 Via retta, giusto percorso. rimanere in carreggiata, non sbagliare. 3 Solco impresso sul terreno dalle ruote di un veicolo. 4 Strada percorsa da carri.
 sf. carriageway.
 deriv. da carreggiare.

carréggio, sm. 1 Trasporto di cose su carri. 2 Insieme di carri o veicoli da trasporto, specialmente al seguito di un esercito. 3 Intenso e continuo transitare di carri. 4 Nel Medioevo, prestazione d'opera che si faceva mettendo gratuitamente a disposizione pubblica il proprio carro, in caso di guerra o per importanti lavori.

Carrel, Alexis (Sainte-Foy-Lès-Lyon 1873-Parigi 1944) Chirurgo e fisiologo francese. I suoi studi sui vasi sanguigni e sui trapianti renali gli valsero nel 1912 il premio Nobel.

carrellàre, v. intr. Riprendere una scena con la macchina da presa posta su un carrello in movimento.

carrellàta, sf. 1 Spostamento in linea orizzontale della telecamera e delle cineprese in qualsiasi direzione. ~ panoramica. 2 Rapida sintesi sugli avvenimenti. ~ scorsa, spaccato.
 deriv. da carrellare.

carrellàto, agg. Montato su un carrello.

carrellìsta, sm. (pl.-i) 1 Nelle stazioni ferroviarie, venditori di merci esposte su un carrello. 2 Macchinista conduttore del carrello cinematografico.

carrèllo, sm. 1 Telaio o supporto metallico montato su ruote o guide con forma e disposizione varia secondo l'uso e il carico. 2 Mezzo di trasporto interno ausiliario per le lavorazioni di produzione. carrello ferroviario. 3 Complesso delle ruote e dei loro supporti in un aereo terrestre. 4 Piattaforma che scorre a volte su rotaie sulla quale viene montata la cinepresa per riprese in movimento. 5 Specie di tavolino montato su quattro rotelle e solitamente a ripiani, per trasportare e servire bevande e cibi. 6 Nelle macchine per scrivere, organo sul quale vengono montati fogli di carta.
 sm. 1 trolley. 2 (aer.) undercarriage, landing gear.
 deriv. da carro.

Carrera Andrade, Jorge (Quito 1903-Parigi 1978) Poeta ecuadoriano. Tra le opere Registro del mondo (1940) e Uomo planetario (1959).

Carrèra Lìgure Comune in provincia di Alessandria (148 ab., CAP 15060, TEL. 0143).

Carreras, José (Barcellona 1946-) Tenore spagnolo, tra gli interpreti più apprezzati del repertorio lirico italiano dell''800.

Carrère d'Encausse, Hélène (per propria volontà: sconosciuti luogo e data di nascita) Scrittrice francese nata da genitori russi emigrati al tempo della Rivoluzione d'Ottobre. Si annovera tra i massimi conoscitori del mondo sovietico. Ha individuato la causa delle crisi dell'impero sovietico nella contrapposizione tra marxismo e islam (L'impero scoppiato, 1988). Negli scritti successivi, analizzando i meccanismi del governo marxista, riuscì a percepirne la disgregazione (La sciagura russa, 1988). Lo stile elegante e classico le permise di ottenere l'ingresso all'Académie Française nel 1991.

Carrero-Blanco, Luis (Santoña, Santander 1903-Madrid 1973) Ammiraglio e politico spagnolo. Di ideologia franchista, divenne capo del governo nel giugno 1973. Fu assassinato dai separatisti baschi dell'ETA.

carrétta, sf. 1 Piccolo carro a due ruote per trasporto di roba. tirare la carretta, svolgere un lavoro faticoso e poco gratificante. 2 Nave da carico, in genere vecchia e lenta, non adibita a regolari servizi di linea. 3 Qualsiasi mezzo di trasporto vecchio e malandato. ~ catorcio.
 dimin. di carro.

carrettàta, sf. Quantità di merce che può essere trasportata su di una carretta o su di un carro. ~ caterva, mucchio. <> manciata, pugno.

carrettèlla, sf. Battuta fuori copione che l'attore pronuncia per accattivarsi il pubblico quando entra in scena.

carrettière, sm. 1 Chi conduce un carro. ~ birocciaio. 2 Uomo rozzo e volgare. ~ becero. <> raffinato.
 franc. antico charretier, deriv. da charrette carretto.

carrettìno, sm. Piccolo carro a due ruote condotto a mano.

carrétto, sm. Piccolo carro a due ruote.
 dimin. di carro.

Carretto delle mule, Il Commedia di G. B. Shaw (1929).

carrettóne, sm. 1 Carro funebre dei poveri. 2 Grosso carro a due ruote.

Carrey, Jim (1962-) Attore cinematografico statunitense. Interpretò The mask (1994), Batman returns (1995), The Truman Show (1998).

carriàggio, sm. 1 Carro per trasporto del bagaglio e delle vettovaglie usato nell'esercito. 2 Il bagaglio, le salmerie appartenenti a un esercito.

carrier, sm. invar. In informatica indica un segnale elettrico che viene elaborato da un modem per trasportare informazioni sulla rete telefonica.

carrièra, sf. 1 Professione, impiego, corso di studi. ~ curriculum. è una persona in carriera, che si dedica completamente a migliorare il proprio stato di lavoro. 2 Corsa. ~ velocità. <> lentezza. andare di gran carriera.
 sf. career.
 lat. carraria, strada dei carri.

Carriera del libertino, La Opera in tre atti di I. Stravinskij, libretto di W. H. Auden e Ch. Kallman (Venezia, 1951).

Carrièra, Rosàlba (Venezia 1675-1757) Pittrice. Tra le opere Autoritratto (prima metà del XVIII sec., Venezia, Galleria dell'Accademia) e Augusto III di Polonia (1711-1712, Vienna, Kunsthistorisches Museum).

Carrière, Eugène (Gournay-sur-Marne 1849-Parigi 1906) Pittore francese. Tra le opere Ritratto di Verlaine (1891, Parigi, Musée du Luxembourg).

carrierìsmo, sm. Smania di far carriera a tutti i costi.

carrierìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi cerca con ogni mezzo di far carriera. ~ ambizioso, arrampicatore.

Carrillo, Santiago (Gijón 1915-) Politico spagnolo. Fu segretario del Partito comunista dal 1960 al 1982.

Carrington, Richard Christopher (Chelsea 1826-Curt 1875) Astronomo inglese. Dimostrò che il Sole ha composizione gassosa studiando il movimento delle sue macchie.

carriòla, sf. 1 Piccolo carretto con una ruota e due stanghe che si spinge a mano. 2 Quantità di materiale che una carriola può contenere.
 sf. wheelbarrow.
 deriv. da carro.

carrìsta, sm. (pl-i) Soldato appartenente alla specialità di fanteria su carri armati.

carrìsti Termino polemico con cui vennero designati i socialisti italiano che non condannarono la repressione della rivoluzione ungherese del 1956 da parte dei carri armati sovietici.

Càrro Comune in provincia di La Spezia (677 ab., CAP 19012, TEL. 0187).

càrro, sm. 1 Veicolo a ruote impiegato per trasportare merci o persone, trainato da animali o con motore. ~ biroccio, calesse. 2 Quantità di materiale trasportato da un carro. 3 Nome delle costellazioni boreali dell'Orsa Maggiore e dell'Orsa Minore.
 sm. 1 wagon, cart. 2 (armato) tank. 3 (attrezzi) breakdown van.
 lat. carrus.
Noti fino dalla civiltà mesopotamica nel IV millennio a. C., i primi carri avevano ruote piene; verso il 2000 a. C. furono introdotte le ruote a raggi e si impiegò il cavallo; in seguito venne utilizzato in guerra. Fu molto diffuso nell'impero romano (biga).

càrro armàto, loc. sost. m. Veicolo da guerra corazzato e cingolato, sovrastato da una torretta armata, capace di spostarsi velocemente su tutti i tipi di terreno. Nati in Gran Bretagna (tank), il loro peso varia dalle 15 t dei carri leggeri alle oltre 50 t dei carri pesanti. Venne impiegato per la prima volta nel 1916.

Carro fantasma, Il Film drammatico, francese (1939). Regia di Julien Duvivier. Interpreti: Marie Bell, Pierre Fresnay, Louis Jouvet. Titolo originale: La charette fantôme

carròbbio, sm. Incrocio di strade.

carròccio, sm. Carro da guerra degli antichi comuni italiani, di cui simboleggiava la libertà.

Carròdano Comune in provincia di La Spezia (569 ab., CAP 19020, TEL. 0187).

Carroll, Lewis (Daresbury, Cheshire 1832-Guildford, Surrey 1898) Pseudonimo dello scrittore inglese Charles Lutwidge Dodgson. Fu matematico, fotografo e pastore anglicano. La fama gli venne dalle opere per ragazzi. Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie (1865) è un classico della non-sense. Il racconto narra le avventure sognate da una bambina. La storia continua in Attraverso lo specchio (1871).

Carroll, Paul Vincent (Dundalk 1900-Bromley, Kent 1968) Autore di teatro irlandese. Porta in scena temi di carattere morale. Tra le opere, L'ombra e la sostanza (1937) e Il corsiero bianco (1939).

carropónte, sm. (pl. carripónte) Macchina usata negli stabilimenti per sollevare e traslare grossi carichi.

Carròsio Comune in provincia di Alessandria (474 ab., CAP 15060, TEL. 0143).

carròzza, sf. 1 Vettura per persone a quattro ruote con o senza matrice, trainata da cavalli. ~ cocchio. 2 Veicolo ferroviario destinato al trasporto di persone. ~ vagone.
 sf. coach, carriage.
 deriv. da carro.
Nel Quattrocento si diffusero i primi cocchi in Italia, dove a Ferrara nel 1534 nacquero le prime fabbriche per la loro costruzione, per diffondersi successivamente in tutta l'Europa. Ne furono costruiti vari modelli: a quattro posti, o berlina, a due posti, o coupé, aperti, o landau.

carrozzàbile, agg. Che può essere percorso da carrozze o da autoveicoli. ~ rotabile.

carrozzàio, sm. Chi fa o ripara carrozze.

carrozzàre, v. tr. Fornire di carrozzeria un veicolo.

carrozzèlla, sf. 1 Vettura pubblica a cavalli, a Roma e a Napoli. ~ calesse. 2 Piccolo veicolo per invalidi, mosso a mano o da un motore.

carrozzerìa, sf. 1 Parte dell'automobile che serve a sostenere e ricoprire le parti meccaniche destinate al moto e alla trazione e a ospitare i viaggiatori. 2 Officina dove vengono costruite o riparate carrozze o carrozzerie.
 sf. 1 (aut.) bodywork, coachwork. 2 (officina) body shop, coachbuilder's workshop.
 deriv. da carrozza.

carrozzière, sm. 1 Carrozzaio. 2 Chi costruisce o ripara carrozzerie.
 sm. coachbuilder.
 deriv. da carrozza.

carrozzìna, sf. Specie di lettino, su due ruote spinto a mano per il trasporto dei neonati.
 sf. pram.

carrozzìno, sm. Vettura leggera a due ruote a uno o due posti.

carrozzóne, sm. 1 Grossa vettura trainata da animali o a motore che può anche servire da abitazione. 2 Furgone in dotazione alla polizia per il trasporto di detenuti. 3 Carro funebre. 4 Vettura ferroviaria o tranviaria. 5 Ente o complesso di enti, specie di natura pubblica, gestito in modo da recare vantaggi indebiti a chi partecipa alla gestione o ne gode i favori.

Carrù Comune in provincia di Cuneo (3.957 ab., CAP 12061, TEL. 0173).

carrùba, sf. 1 Frutto del carrubo. 2 Carabiniere.

carrubèto, sm. Terreno coltivato a carrubi.

carrùbo, sm. Angiosperma (Ceratonia siliqua) della famiglia delle Papilionacee e dell'ordine delle Rosali. Albero sempreverde originario dell'Asia, i suoi frutti sono ricchi di zuccheri.

carrùcola, sf. Macchina elementare adibita al sollevamento di pesi, composta da una ruota lignea o metallica dotata di gola, rotante attorno a un perno centrale, nella quale scorre una corda o una catena per la trazione. Una carrucola può essere fissa, quando la staffa che sostiene il perno è ancorata a un supporto stabile (come una trave, una parete ecc.) e uno dei due capi della fune viene agganciato all'oggetto da sollevare, mobile, se la staffa viene agganciata al peso da sollevare e un'estremità della fune a un supporto stabile, o mista. In quest'ultimo caso, vengono normalmente utilizzate almeno due carrucole, delle quali per lo meno una mobile e l'altra fissa. ~ argano, paranco.

carrùggio, sm. Tipico vicolo angusto ligure.

Carseolàni Catena montuosa dell'Appennino Abruzzese. Vetta più elevata il Monte Navegna (1.506 m).

càrsico, agg. (pl. m.-ci) 1 Del Carso. 2 Si dice di terreni calcarei che, per dissoluzione, assumono caratteristiche forme di erosione, superficiali e sotterranee.

carsìsmo, sm. Fenomeno pertinente ad acque che contengono anidride carbonica la quale corrode il carbonato di calcio originando bicarbonato solubile che deposita incrostazioni. È derivato dall'azione delle acque meteoriche che disgregano la roccia calcarea originando stalattiti, stalagmiti e cortine nelle grotte sotterranee. Il carso è arido in superficie, mentre sono frequenti i crepacci e le buche circolari (doline); nel sottosuolo sono spesso presenti dei fiumi.

Càrso Altopiano delle Prealpi Giulie, tra Istria, Slovenia e Venezia Giulia. La zona è scoscesa, con varie doline prodotte da corrosione, molte sono le caverne; le più note sono quelle di San Canziano e di Postumia. Sul Carso avvennero cruenti scontri nel corso della prima guerra mondiale tra italiani e austro-tedeschi (battaglie dell'Isonzo).

Carsòli Comune in provincia di L'Aquila (5.068 ab., CAP 67061, TEL. 0863).

Carson Sink Lago degli USA, nel Nevada occidentale.

Carson, Christopher détto Kit (Madison 1809-Fort Lyon 1868) Cacciatore statunitense. Esplorò la California e le Montagne Rocciose.

càrta, sf. 1 Sostanza cellulosica fibrosa in forma di pasta riducibile in fogli più o meno sottili. 2 Documento. ~ foglio. 3 Scritto, pagina. 4 Rappresentazione grafica, riprodotta in scala e secondo simboli convenzionali di una parte o tutta la superficie terrestre. 5 Cartoncino rettangolare per giochi da tavolo su cui sono impressi segni e figure convenzionali. 6 Insieme di cambiali.
 sf. 1 paper. 2 (ristorante) menu. 3 (geogr.) plan, map. 4 (documento) card. 5 (assorbente) blotting paper.
 lat. charta foglio di papiro, dal greco chàrtes.
La materia prima da cui si ottiene la carta è ricavata in particolare dal legno. Nota ai cinesi nel II sec. a. C., nel XII sec. fu introdotta in Europa tramite gli arabi. In Italia la prima città in cui fu utilizzata fu Bologna. La produzione fu agevolata dall'invenzione della macchina continua (a opera del francese Louis Robert, 1798) per soddisfare la richiesta da parte dell'industria della stampa.
Carta autocopiante
All'interno vi è un liquido che reagisce con le sostanze del foglio per riprodurre lo scritto.
Carta carbone o cartacarbone
Foglio sottile, pigmentato da un lato per trasferire il colore al foglio sottostante.
Carta celeste
Raffigurazione sul piano di tutta la sfera celeste, attraverso l'utilizzo di tecniche simili a quelle impiegate per la cartografia geografica; vengono raffigurate le stelle, in relazione alla loro magnitudine e le coordinate equatoriali.
Carta cianografica e carta eliografica
Carta ricoperta da sostanze fotosensibili impiegata per la riproduzione di disegni.
Carta da filtro
È una carta non collata che arrestando i corpi solidi permette il passaggio del liquido.
Carta fotografica
Ricoperta di sostanze che ne permettono l'impressione da parte della luce, diventa copia positiva della fotografia.
Carta logaritmica
È carta millimetrata ma che riporta scale logaritmiche sul lato verticale e su quello orizzontale.
Carta millimetrata
Reca stampati dei quadrati con lato di lato di 1 mm.
Carta patinata
Ha un aspetto liscio e uniforme; si impiega per periodici o libri illustrati poiché migliora notevolmente la qualità delle immagini.
Carta stellare
Carta che ripropone una parte della sfera celeste, in un modo simile a quello che appare a un osservatore con telescopio; le stelle vengono individuate attraverso le loro coordinate equatoriali, ossia la loro declinazione e l'ascensione retta.
Originariamente questa carte erano compilate a mano, mentre oggigiorno si ricavano dalle fotografie effettuate direttamente dal cielo attraverso telescopi Schmidt o astronavi. Il moderno Palomar Sky Atlas, realizzato dall'osservatorio di monte Palomar, raggruppa tutti gli oggetti celesti del cielo boreale fino alla ventesima magnitudine.
Carta velina
È impiegata nell'imballaggio di oggetti; è sottile ma resistente.

Càrta delle Nazióni Unìte Denominazione dello statuto delle Nazioni Unite firmato il 26 giugno 1945 da cinquanta nazioni.

Carta è stanca, La Saggio di G. Ceronetti (1976).

cartacarbóne, sf. (pl. cartecarbóne) Carta leggera con patina colorata o nera a base di cera, oli vegetali e colori all'anilina, che si interpone tra fogli per ottenere più copie di uno scritto.
 sf. carbon paper.

cartàccia, sf. (pl.-ce) 1 Carta straccia. 2 Carta da gioco senza valore.
 sf. waste paper.

cartàceo, agg. Di carta.

Cartagena (Colombia) Città della Colombia (530.000 ab.), capoluogo del dipartimento di Bolívar. Porto fra i più importanti del Sudamerica, sul mar delle Antille. Centro industriale (prodotti elettromeccanici, chimici, alimentari, calzaturifici, industrie petrolchimiche e tessili), punto di arrivo dell'oleodotto esteso all'interno del paese per circa 600 km e dell'esportazione di petrolio, caffè, cotone, tabacco e caucciù. Fondata dagli spagnoli (Pedro de Heredia) che, nel 1533, ne fecero un'importante roccaforte, venne più volte contesa da inglesi e francesi. Ottenne l'indipendenza dalla dominazione spagnola nel 1821 grazie a Simón Bolívar. Vi si trovano resti di mura spagnole, la fortezza di San Felipe de Barajas, il convento della Popa del XVII sec., la chiesa di Santo Domingo costruita tra il XVI e il XVII sec., la chiesa gesuita di San Juan de Dios e una famosa università.

Cartagena (Spagna) Città della Spagna (176.000 ab.), nella provincia della Murcia. Base militare è un buon porto commerciale. Centro industriale (prodotti tessili, chimici e metallurgici) e turistico. Fondata nel 211 a. C. da Asdrubale; fu occupata dai romani (Carthago Nova). Scipione l'Africano la conquistò nel 209 a. C. e grazie all'estrazione di oro e argento, diventò un importante porto. Nel 425 venne invasa e saccheggiata dai goti e quindi ricostruita dagli arabi. Entrò a far parte del dominio aragonese nel 1269 e successivamente passò sotto il regno spagnolo. Vi si trova la cattedrale in stile gotico di Santa Maria la Vieja del XIII sec.

Cartàgine Colonia fenicia sul golfo di Tunisi, fondata nell'814 a. C., in posizione assai importante al centro dei traffici del Mediterraneo. Si scontrò prima con i greci della Magna Grecia e successivamente con Roma. Nel corso delle guerre puniche fu rasa completamente al suolo nel 146 a. C. Ricostruita, fu colonia romana e paleocristiana. In seguito, fu preda dei barbari (439), poi dei bizantini (533) e degli arabi (698).

cartaginése, agg. e sm. agg. e sm. 1 Riferito Cartagine. 2 Abitante o nativo di Cartagine.
sm. Linguaggio parlato dai punici.

cartaglòria, sf. Tabella su cui è scritto l'inno Gloria in excelsis Deo.

Cartago Provincia (360.000 ab.) del Costa Rica. Territorio montuoso.

cartàio, sm. 1 Fabbricante o venditore di carta. 2 Operaio addetto alla fabbricazione a mano della carta. 3 Giocatore che mescola e distribuisce le carte.

càrtamo, sm. Nome italiano del Carthamus tinctorium pianta erbacea ornamentale che nasce spontanea dei terreni non coltivati delle zone mediterranee. ~ zafferano bastardo.

cartamodèllo, sm. (pl. cartamodèlli) Modello tagliato in carta, per l'esecuzione di un indumento.

cartamonéta, sf. (solo sing.) Moneta cartacea. ~ banconota.
 sf. paper money.

Cartan, Elie (Dolomieu 1869-Parigi 1951) Matematico francese. Contribuì alla topologia, alla teoria dei gruppi e alla geometria differenziale.

cartapècora, sf. (pl. cartapècora) Pergamena animale.
 sf. parchment.

cartapésta, sf. (pl. cartapéste o cartepéste) Impasto di carta con collanti e gesso, fatto essiccare e colorato, usato per la fabbricazione di bambole, pupazzi e giocattoli in genere.
 da carta pesta, p.p. apocopato di pestare.

cartàrio, agg. Che riguarda la fabbricazione della carta.

cartastràccia, sf. (pl. cartestràcce) 1 Carta di cattiva qualità, utile solo per fare pacchi. 2 Carta usata.

cartàta, sf. Quantità di roba che può essere contenuta il un foglio di carta.

cartavelìna, sf. Carta sottilissima per incartare e proteggere oggetti delicati.

cartavetràre, v. tr. Pulire o lisciare una superficie con cartavetrata; carteggiare. ~ scartavetrare.

carteggiàre, v. intr. 1 Tenere corrispondenza con qualcuno. 2 Levigare con carta vetrata. 3 Nel gergo marinaresco eseguire il carteggio.

carteggiatùra, sf. Atto, effetto del carteggio.

cartéggio, sm. 1 Il corrispondere per lettera. ~ epistolario. 2 Il complesso dei calcoli fatto sulle carte nautiche.
 sm. correspondence.
 deriv. da carteggiare.

Carteggio Epistole di V. Colonna (postuma 1889-1901).

càrtel (teatri del) Gruppo costituito dai teatri diretti dai quattro registi G. Baty, C. Dullin, L. Jouvet e G. Pitoëff nel 1927.

cartèlla, sf. 1 Foglio recante scritte, specialmente a stampa, con varie funzioni. ~ fascicolo. cartella clinica, contiene descritto lo stato di salute del paziente. 2 Foglio dattiloscritto su una sola facciata, da mandare in tipografia per la composizione. 3 Documento, certificato di credito. ~ titolo. 4 Tabella variamente incorniciata, inserita in un'opera di architetture, scultura o pittura. 5 Custodia di vario materiale per fogli, libri, fascicoli e simili. ~ raccoglitore.
 sf. 1 card. 2 (custodia di cartone) folder. 3 (custodia di pelle o cuoio) briefcase, portfolio. 4 (clinica) case history. 5 (scolastica) schoolbag, satchel.
 dimin. di carta.

cartellìna, sf. Carta robusta o cartone sottile per contenere fogli.

cartellìno, sm. 1 Foglietto applicato sulle bottiglie o sui barattoli per indicarne il contenuto. ~ talloncino. 2 Modulo, scheda. ~ etichetta. cartellino di identificazione. 3 Documento fatto firmare agli atleti dai sodalizi sportivi, per vincolarli ai loro colori per una o più stagioni.
 sm. nameplate, ticket.
 dimin. di cartello.

cartellìsta, sm. (pl. m.-i) Chi fa parte di un cartello economico o politico.

cartèllo, sm. 1 Avviso scritto o stampato a caratteri ben visibili su cartone, legno o metallo, per comunicazioni al pubblico. ~ manifesto. cartello pubblicitario; artista di cartello, famoso per cui in genere il nome viene stampato a grossi caratteri. 2 Insegna posta sopra i negozi per indicare il nome del proprietario e il tipo di merce che si vende. ~ indicazione. 3 Imputazione diffamatoria scritta affissa in pubblico. ~ affisso. 4 Scritta che i condannati alla berlina portavano appesa la collo. 5 Accordo tra le imprese dello stesso ramo produttivo tendente a limitare la concorrenza. ~ convenzione. il cartello delle compagnie petrolifere. 6 Stretta alleanza tra forze affini. : :artello dell'opposizione
 sm. 1 sign. 2 (pubblicitario) poster. 3 (stradale) road sign.
 deriv. da carta.

cartellóne, sm. 1 Grande e vistoso manifesto pubblicitario. ~ poster. 2 Tabella coi 90 numeri della tombola, per riscontro dei numeri usciti. 3 Programma degli spettacoli rappresentati da una compagnia teatrale durante una stagione. ~ repertorio. tenere il cartellone, di spettacoli che riscuotono un buon successo di pubblico.
 sm. placard, poster.
 accresc. di cartello.

cartellonìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi dipinge cartelloni pubblicitari.

cartellonìstica, sf. L'arte del cartellonista.

carter, sm. Involucro metallico per la protezione di ingranaggi.

Carter, Howard (Shaffham 1873-Londra 1939) Egittologo inglese. Esplorò la Valle dei Re in collaborazione con lord Carnarvon e nel 1922 scoprì la tomba di Tutankhamon.

Carter, Jimmy (Plains 1924-) Trentanovesimo presidente democratico degli Stati Uniti dal 1976 al 1980. Sostenne i negoziati di pace tra Egitto e Israele (Camp David, 1978). Affrontò l'invasione sovietica dell'Afghanistan, la crisi iraniana e una forte crisi economica statunitense.

Cartèri, Rosànna (Verona 1930-) Soprano italiana. Dotata di una voce chiarissima e dolce, ha iniziato la sua carriera a Roma nel 1949 col Lohengrin. Il suo repertorio ha spaziato dalle opere di G. Puccini a quelle di G. Verdi, I. Pizzetti e S. Prokofev.

cartesiàno, agg. e sm. agg. 1 Di Cartesio. metodo cartesiano. 2 Razionale, evidente, chiaro. ~ logico. mentalità cartesiana. 3 Detto di un sistema particolare di assi di riferimento ( coordinate).
sm. Seguace della filosofia di Cartesio.

Cartèsio, Renàto (La Haye 1596-Stoccolma 1650) Matematico e filosofo francese (René Descartes). Cartesio (Cartusius) nacque il 31 marzo 1596 a La Haye, in Turenna. Nel 1605 entrò al College Royal Henri IV a La Flèche, retto dai gesuiti, per seguire i corsi di letteratura e di filosofia. Studierà in questo collegio, una delle più celebri scuole d'Europa, sino al 1613. In questa scuola ricevette una duratura formazione intellettuale e morale. La filosofia veniva insegnata secondo gli schemi classici della disputa per sillogismi, stimolando, con interminabili controversie su ogni argomento, l'antagonismo fra gli allievi e l'individualismo. Il giovane Descartes, individuato subito come allievo eccezionale, fu sempre molto libero e molto curato, sia per il suo talento che per la sua debole salute. Nella scuola poté studiare anche dottrine altrove proibite quali la magia, l'alchimia, la mnemotecnica e l'evoluzione dell'astronomia. Questa scuola sviluppò in Descartes l'amore per la scienza e per la libertà individuale, un orgoglioso senso di sé, il rispetto per le autorità protettrici della scienza libera, un notevole senso politico e abilità diplomatica. In anni successivi, Descartes rifiuterà questa educazione, respingendo come inutile tutta la cultura scolastica appresa, ma conserverà sempre una grande devozione verso i suoi maestri. Nel 1616 Descartes si laureò in diritto all'università di Poitiers. Nello stesso anno ci fu il primo scontro tra Galileo e l'Inquisizione. Nel 1618 si arruolò in Olanda nell'esercito di Maurizio di Nassau. Intanto a Breda, conobbe Isaac Beeckman che lo stimolò agli studi di fisica. Proprio a lui Descartes dedicò il suo Compendium musicae che uscirà postumo nel 1859. Nel 1619 fece progetti per opere fisico-matematiche. In questo anno si arruolò nell'esercito di Massimiliano di Baviera. Il 10 novembre a Ulm secondo i suoi racconti ebbe un'illuminazione intellettuale relativa al modo di fondare una scienza universale completamente rinnovata, caratterizzata da un metodo. Tra il 1620 e il 1625, lasciato l'esercito, intraprese una serie di viaggi tra cui uno anche in Italia. Nel 1625 rientrò a Parigi dove rimase fino al 1628. In questi anni divenne molto amico del padre Marin Mersenne, teologo e scienziato, che diffuse l'opera di Galileo in Francia. Nel 1627 conobbe il cardinal Pierre de Bérulle, fondatore della Congregazione dell'Oratorio. Nell'autunno partì per l'Olanda, dove risiederà sino al 1649. Nel 1628 fece un breve viaggio in Bretagna, dove poté rivedere Beeckman. In questo periodo compose la sua più importante opera metodologica, le Regole per la guida dell'intelligenza (Regulae ad directionem ingenii), scritta in un vasto lasso di tempo (tra il 1619 e il 1628), rimasta incompiuta e pubblicata postuma nel 1671. In questa opera esprime il concetto di unità della scienza, mostrando come tutte le scienze siano collegate tra loro. Il metodo scelto e indicato come più idoneo ad acquisire la scienza totale sta proprio nelle scienze più semplici e più certe quali le matematiche. Nella regola II, sotto l'influenza di Galileo, scrisse che le fonti della nostra conoscenza sono l'esperienza e la deduzione. In seguito, nella regola III, indicò come vie infallibili per il sapere, in primo luogo, l'intuito, cioè la percezione immediata ed evidente di una verità semplice e in seguito la deduzione per passare da una intuizione a un'altra. Il problema era però quello di un metodo per condurre correttamente le deduzioni. Descartes indicò come soluzione l'attenersi alle regole di ogni corretto ragionamento matematico: partire da premesse certe, dividere tutte le questioni nelle parti più elementari, condurre con ordine i propri pensieri fino alla formazione di una catena di deduzioni sicura e immediata come un'intuizione semplice. Il metodo dunque consiste nell'unificare i criteri di ricerca nei diversi campi adeguandoli al modello più perfetto e sicuro delle ricerche matematiche. Nel 1629 Descartes terminò un Trattato di metafisica, a noi non pervenuto, e scrisse Le Monde, un traité de la lumière, un'opera di fisica incompiuta che non pubblicherà per paura di incorrere nella condanna dell'Inquisizione. In questa opera egli espone la propria concezione del mondo fisico. Partendo dal presupposto che il mondo abbia origine da principi assolutamente semplici e che sia intelligibile in base ai concetti più semplici egli presenta la sua teoria del mondo fisico come una pura ipotesi derivante dalla logica stessa della costruzione teorica a modello matematico. Certo rimane il problema di verificare il fondamento esistenziale della costruzione fisica, ma questo appartiene alla metafisica. Nel 1632 ebbe inizio il processo a Galileo in seguito alla pubblicazione del Dialogo sui massimi sistemi. Galileo dovette ritrattare le sue tesi sul movimento della terra. Nel 1635 Descartes ebbe una figlia, Francine.
Nel 1637 a Leida uscì il Discours de la méthode pour biene conduire sa raison et chercher la veritè dans le sciences, plus la dioptrique, les météores et la géometrie qui sont des essais de cette méthode (Discorso sul metodo..., la Geometria, la Diottrica, le Meteore). Questo libro, redatto in francese perché destinato al grande pubblico, fu il primo dato alle stampe. In questa opera egli respinge tutta la cultura scolastica assimilata nel collegio de La Flèche, attaccando la filosofia, la letteratura, la teologia, l'alchimia, la magia ecc. Il problema principale secondo Cartesio consiste nel saper attingere una solida verità, funzionale alle esigenze del presente e non nell'apprendere discipline raffinate ma di scarsa utilità. Nello stesso anno pubblicò la sua principale opera matematica, la Geometria, insieme al Discorso sul metodo e altri due saggi, la Diottrica e le Meteore. La Geometria è un saggio difficile, molto meno chiaro e nitido di tutte le altre opere, forse proprio perché egli ne volle fare un libro per soli iniziati. L'opera è divisa in tre parti, in ciascuna delle quali vengono distinte le enunciazioni e i risultati teorici dalle dimostrazioni geometriche. Il maggior problema per Cartesio fu quello di liberare l'algebra dalle rappresentazioni geometriche alle quali era legata e legarla a rappresentazioni più semplici. Il primo libro è dedicato alla risoluzione lineare delle equazioni aritmetiche. La seconda parte si occupa delle linee curve e la terza delle sezioni coniche. L'intento di Descartes era quello di mostrare che, disponendo dei primi due o tre termini di una progressione aritmetica o geometrica, è possibile trovare facilmente gli altri, cioè dimostrare tramite le equazioni, l'esistenza di un ordine razionale nella realtà. Ancora nel 1637, Cartesio inviò a Huyghens il suo Traité de mécanique (Trattato di meccanica) e preparò un Compendio di medicina (Abrégé de médecine). Nel 1640 scrisse le Meditazioni. Nello stesso anno, dopo l'attacco del gesuita padre Bourdin contro Descartes, venne proibito nei collegi dei gesuiti in Francia l'insegnamento delle teorie cartesiane. Nel 1641 Cartesio pubblicò le Meditazioni sulla filosofia prima, in cui si dimostrano l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima. Attorno a quest'opera si accese la più grande disputa del secolo: intervennero con le Obiezioni, che poi andranno ad arricchire l'opera insieme alle Risposte dell'autore, il teologo scolastico olandese Caterus, il gruppo di matematici e fisici di Mersenne, il caposcuola dei giansenisti di Port-Royal, Antoine Arnauld, i due massimi rappresentanti del materialismo seicentesco, Gassendi e Hobbes, e molti altri filosofi e scienziati. Con Gassendi Cartesio ebbe uno scambio di lettere, proprio su questo argomento, che verranno pubblicate nel 1642 a Parigi in francese e in una seconda edizione ad Amsterdam. In questo periodo morì Francine, la figlia di Cartesio. Nel 1643 ebbe inizio l'amicizia tra Cartesio e la principessa Elisabetta del Palatinato. Nel 1644 vennero pubblicati, ad Amsterdam e nel 1647 in francese a Parigi, i Principia philosophiae, in quattro libri, opera nella quale Cartesio riunì la metafisica, la fisica e tutta la somma del suo sapere. Il pensiero metafisico di Descartes in questa opera non era diverso da quello già esposto nelle Meditazioni. Al centro delle riflessioni sui principi primi della realtà c'è la meditazione solitaria di un uomo su sé stesso. Dei propri studi classici egli salva la morale stoica del dominio sapiente delle passioni e l'invito all'introspezione. Descartes cercò di trovare tra tutte le proprie conoscenze, quelle che fossero completamente esenti da dubbi e trovò che l'unica verità assoluta consiste nell'associazione dell'esistenza al pensiero: cogito ergo sum, "io penso e, in quanto tale, sono". Partendo da questo presupposto e dimostrando l'esistenza di un Dio perfetto si può arrivare alla dimostrazione dell'esistenza dei corpi. Descartes definì Dio come ciò di cui non si può pensare nulla di più perfetto e, in quanto tale, Egli non ci può ingannare e quindi tutto ciò che ci viene da Lui mostrato, tramite il criterio dell'evidenza, deve essere vero. Il 23 novembre 1646 Descartes scrisse un'importante lettera sull'intelletto al marchese di Newcastle, nella quale espresse la propria idea sulla differenza uomo-animale: l'unica diversità consiste nel fatto che l'uomo è dotato del linguaggio. Tale argomento era già stato ampiamente trattato da Descartes nel suo Trattato sull'uomo, uscito dopo la morte di Cartesio in latino nel 1662 e in francese due anni dopo. In questa opera egli sviluppò una delle sue teorie destinate ad avere maggiore eco: gli animali sono semplici automi e anche l'uomo, fisicamente considerato, è una macchina, salvo restando il carattere non materiale dell'anima razionale o mente. Cartesio al momento di passare alla descrizione dell'anima razionale distinta dal corpo interruppe la composizione del trattato. Nel 1647 l'università di Leida proibì lo studio delle dottrine di Cartesio. Nel 1649 la regina Cristina di Svezia lo invitò a Stoccolma per elaborare un progetto di istituzioni culturali. Nel novembre di questo anno uscirono a Parigi Les Passions de l'âme (Le passioni dell'anima), ultima opera edita in vita da Cartesio, nella quale egli prende in considerazione la medicina e la morale, discipline per lui intimamente collegate. L'11 febbraio 1650 Réné Descartes morì, a Stoccolma. Nel 1701 venne pubblicato ad Amsterdam il dialogo La recherche de la verité par la lumière naturelle, composto molto probabilmente negli ultimi anni di vita del filosofo.

cartevalóri, o carte-valóri, sf. pl. L'insieme dei documenti di carta direttamente rappresentativi di valori: monete, divise, assegni, titoli, ecc.

Cartier, Jacques (Saint-Malo 1491-1557) Navigatore francese. Esplorò a lungo il Canada dando inizio alla colonizzazione francese; nel 1535 e 1536 scoprì il fiume e il golfo San Lorenzo.

cartièra, sf. Stabilimento dove si fabbrica la carta.
 sf. paper mill.

Cartier-Bresson, Henry (Chanteloup, Seine-et-Marne 1908-) Fotografo francese. Noto come un maestro della fotografia. Iniziò a fotografare nel 1931, nel 1933 espose la sua prima mostra personale, in seguito, presentò numerose importanti mostre. Nel 1936 fu assistente del regista Jean Renoir. Nel 1947 fondò l'agenzia Magnum insieme all'ungherese Robert Capa, allo svizzero Werner Bischof e all'americano David "Chim" Seymour. Effettuò viaggi fotografici in India, Cina, Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Canada e Giappone. La sua tecnica si basa sulla capacità di visualizzare il risultato dell'immagine stampata e di aspettare il momento decisivo per l'effettuazione della ripresa. Il risultato deve essere un'immagine spontanea e allo stesso tempo accuratamente inquadrata. È considerato un maestro della fotografia di reportage. Ha pubblicato numerosi libri fotografici di grandissimo successo, tra i quali si citano Images à la sauvette (1952), Les Européens (1955), D'une Chine à l'autre (1955), Danses à Bali (1960), Vive la France (1970). Le sue fotografie sono comparse sulle riviste di tutto il mondo.

Cartigliàno Comune in provincia di Vicenza (3.396 ab., CAP 36050, TEL. 0424).

cartìglio, sm. 1 Raffigurazione di un rotolo di carta, in parte spiegato e recante iscrizioni, usato come elemento decorativo in pittura o scultura. 2 Striscia di carta.

Cartignàno Comune in provincia di Cuneo (177 ab., CAP 12020, TEL. 0171).

cartilàgine, sf. In medicina è il tessuto connettivale con funzione di sostegno nell'organismo umano; se ne distinguono tre tipi; la cartilagine ialina, senza fibre elastiche (trachea, bronchi, faringe e naso); la cartilagine elastica, ricca di fibre elastiche (padiglione auricolare); la cartilagine fibrosa, ricca di collagene (sinfisi pubica).
 lat. cartilago,-inis.

cartilagìneo, agg. Di cartilagine.

cartilaginóso, agg. Cartilagineo.

cartìna, sf. 1 Involucro di carta contenente una sostanza medicinale o piccoli oggetti. 2 Foglietto di carta sottile in cui si avvoltola il tabacco trinciato per farne sigarette. 3 Piccola carta geografica. 4 Nel gioco delle carte, carta bassa di poco o nessun valore.
 sf. (geogr.) map.
 dimin. di carta.

cartìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Seguace del cartismo inglese. 2 Sostenitore della Carta di Pietro I in Portogallo.

Cartland, Barbara (Birmingham 1901-) Scrittrice inglese. Tra le opere Gioco di pazienza (1925) e Tentazione d'amore (1978).

cartocciàta, sf. Contenuto di un cartoccio.

cartòccio, sm. 1 Foglio di carta ravvolto per mettervi dentro qualcosa. ~ involto. 2 Carica di lancio per artiglieria. 3 Complesso delle brattee che avvolgono la pannocchia del granoturco. 4 Motivo ornamentale tipico dell'arte barocca. 5 Detto di cibo che per la cottura viene avvolto in carta oleata o in foglio di alluminio. 6 Tubo di vetro delle lampade a petrolio.
 sm. 1 paper bag. 2 (a cono) cornet.
 deriv. da carta.

Cartocéto Comune in provincia di Pesaro (5.664 ab., CAP 61030, TEL. 0721).

cartografìa, sf. Rappresentazione scientifica della superficie terrestre in forma di carte geografiche o simili; i dati per la realizzazione di queste carte provengono prevalentemente dai satelliti. Le metodiche prevedono varie tecniche di rappresentazione dette proiezioni cartografiche.

cartograficaménte, avv. Per mezzo della cartografia.

cartogràfico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce alla cartografia.

cartògrafo, sm. Tecnico della cartografia.

cartogràmma, sm. (pl.-i) Rappresentazione cartografica che mostra la distribuzione di un dato fenomeno, preso a oggetto di studi.

cartolàio, sm. Chi vende oggetti di cancelleria.
 sm. stationer.
 lat. mediev. chartularius.

cartolàre, agg. e sm. agg. Riferito al diritto alla prestazione inserita in un titolo di credito per cui il possesso del titolo autorizza chiunque a pretendere la prestazione e viceversa la prestazione non è dovuta a chi non esibisce il titolo.
sm. 1 Libro su cui lo scrivano doveva registrare le cose più importanti inerenti il viaggio della nave. 2 Custodia per fogli. 3 Cartella degli scolari. 3 Libro per appunti. ~ registro.

cartolerìa, sf. Negozio del cartolaio.
 sf. stationer's shop.

cartolibrerìa, sf. Negozio in cui si vendono articoli di cancelleria e anche libri, specialmente scolastici.

cartolìna, sf. 1 Cartoncino di varia forma, specialmente rettangolare, su cui si scrive e si invia per posta non chiuso in busta. cartolina precetto, comunica la chiamata alle armi. 2 Cartina per contenere medicinali.
 sf. 1 postcard. 2 (postale) ready-stamped postcard.
 dimin. di carta.

cartomànte, sm. e sf. Chi pretende di leggere nel futuro mediante la cartomanzia.

cartomanzìa, sf. Pretesa divinazione del futuro per mezzo di carte.

cartonàggio, sm. 1 Tutti i prodotti della lavorazione del cartone. 2 In pedagogia, lavoro manuale consistente nel fabbricare figure geometriche col cartone.

cartonàre, v. tr. Ricoprire o rilegare con cartone.

cartonàto, agg. Di cartone, rivestito di cartone.

cartoncìno, sm. 1 Sorta di cartone leggero e sottile. 2 Biglietto di cartone leggero, elegante, usato per partecipazioni, biglietti da visita o per corrispondenza.

cartóne, sm. 1 Strato spesso di materiale cellulosico o di fogli di carta compressi, che serve per fare scatole, cartelle e simili. 2 In pittura è il disegno preparatorio, eseguito su carta pesante di grandi dimensioni a chiaroscuro o a colori, prima della realizzazione definitiva dell'opera. 3 Scatolone. ~ contenitore.
 sm. 1 cardboard. 2 (confezione) box, carton. 3 (animati) cartoons.
Cartone animato
Traduzione dell'inglese cartoon con significato di disegno animato. Si tratta di cinema di animazione in cui i soggetti vengono ripresi (animati) un fotogramma per volta. Tra i più grandi autori di questo tipo di cinema si rammentano S. Blackton, P. Sullivan, W. Disney.

cartonfèltro, sm. (pl. cartonfèltri) Materiale termoisolante per pareti interne costituito da strati di cartone e di feltro.

cartongèsso, sm. (pl. cartongèssi) Materiale termoisolante per pareti interne costituito da cartone ricoperto di gesso.

cartonifìcio, sm. Stabilimento per la fabbricazione di cartone.

cartonìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi disegna cartoni animati.

cartoon, sm. invar. 1 Nella tecnica pittorica, cartone. 2 Nella tecnica cinematografica, disegno animato.

Cartòsio Comune in provincia di Alessandria (817 ab., CAP 15015, TEL. 0144).

cartotèca, sf. 1 Raccolta di carte geografiche conservate in apposite custodie. 2 Schedario in genere.

cartotècnica, sf. Industria per la lavorazione della carta e la sua trasformazione in manufatti.

cartotècnico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Inerente alla lavorazione della carta e del cartone.
sm. 1 Chi è addetto alla lavorazione di carte e cartoni particolari. 2 Chi confeziona oggetti di carta e affini.

cartùccia, sf. (pl.-ce) 1 Munizione per arma da fuoco portatile, composta dal bossolo di metallo o carta, carica di lancio, pallottola o pallini e capsula. è una mezza cartuccia, è persona di poche qualità. 2 Piccolo contenitore d'inchiostro che si inserisce in alcuni tipi di penne stilografiche per alimentarle. ~ refill. 3 Carta da gioco di valore scarso o nullo. 4 Filtro del carburatore o dell'olio nei motori a scoppio.
 sf. cartridge.
 franc. cartouche, dimin. di carte carta.

cartuccièra, sf. Tracolla o cintura o tasca di cuoio in cui si tengono le cartucce.

Cartùra Comune in provincia di Padova (4.101 ab., CAP 35025, TEL. 049).

Cartwright, Edmund (Marnham, Nottinghamshire 1743-Hastings 1823) Inventore britannico. Fu tra i primi costruttori di telai meccanici impiegando una macchina a vapore per il movimento automatico. Inventò nel 1790 una macchina cardatrice per pettinare la lana.

Carugàte Comune in provincia di Milano (10.814 ab., CAP 20061, TEL. 02). Centro industriale (prodotti meccanici). Vi si trova la villa Melzi d'Eril, del XV sec. Gli abitanti sono detti Carugatesi.

Carùgo Comune in provincia di Como (4.789 ab., CAP 22060, TEL. 031).

Carùnchio Comune in provincia di Chieti (876 ab., CAP 66050, TEL. 0873).

Carus, Karl Gustav (Lipsia 1789-Dresda 1869) Pittore. Tra le opere Notturno a Rügen (1820, Dresda, Gemäldegalerie).

carùso, sm. Ragazzo; in Sicilia garzone.

Carùso Passo (1.120 m) dell'Appennino Abruzzese, tra il Monte Sirente e i Monti Marsicani.

Carùso, Enrìco (Napoli 1873-Napoli 1921) Tenore. Si affermò al Metropolitan di New York, con la sua inconfondibile voce mediterranea. Fu eccelso interprete dell'opera verista.

Carver, Raymond (Clatskanie, Oregon 1938-) Scrittore. Tra le opere Cattedrale (1983).

càrvi, sm. Nome volgare del Carum carvi pianta erbacea che è nota anche col nome di cumino di campo.

Càrvico Comune in provincia di Bergamo (3.923 ab., CAP 24030, TEL. 035).

Carvoeiro Promontorio del Portogallo, nella penisola di Peniche sull'oceano Atlantico.

Cary, Joyce (Londonderry 1888-Oxford 1957) Romanziere irlandese. Tra le opere La bocca della verità (1944) e Tranne il signore (1953).

Carzàno Comune in provincia di Trento (450 ab., CAP 38050, TEL. 0461).

càsa, sf. 1 Edificio suddiviso in piani e vani, adibito ad abitazione. ~ fabbricato. 2 Edificio con particolari funzioni. ~ palazzo. 3 La famiglia a cui uno appartiene. ~ focolare. 4 Stirpe, casato. ~ dinastia. 5 Ditta. ~ azienda. 6 Ciascuno dei dodici fusi astrologici che contengono, con il rotare della sfera celeste, le successive porzioni della fascia zodiacale. 7 Negli scacchi e nella dama, ciascuno dei sessantaquattro quadrati bianchi e neri, in cui è divisa la scacchiera. 8 Nel gioco del baseball, l'angolo di partenza e di arrivo del campo.
 sf. 1 house, home; (essere in casa) to be at home. 2 (comm.) house, firm. 3 (famiglia) family. 4 (dinastia) dynasty.
 lat. casa.
Casa di cura e di custodia
Istituto che ospita i condannati a pena detentiva ma che sono soggetti a particolari regimi (tossicodipendenti, seminfermi mentali ecc).
Casa di lavoro
Istituto che ospita delinquenti abituali, professionali e per tendenza, dopo che hanno già scontato la pena detentiva e che devono sottostare a particolari misure di sicurezza.

Càsa Biànca Nome con cui è nota la residenza del presidente degli Stati Uniti. Iniziata nel 1792, terminata nel 1800 solo nel 1902 ha preso il nome attuale. Si identifica con la politica statunitense nel linguaggio diplomatico.

Casa Cuorinfranto Commedia di G. B. Shaw (1920).

Casa dalle sette torri, La Romanzo di N. Hawthorne (1851).

Casa d'altri Racconto di S. D'Arzo (1953).

Casa della vita, La Poesia in Ballate e sonetti di D. G. Rossetti (1881).

Casa dell'allegria, La Romanzo di E. Wharton (1905).

Casa di bambola Dramma di H. Ibsen (1879). L'opera affronta il problema della donna nella società borghese. Protagonisti sono Nora e Torvald Helmer, due estranei sposati da otto anni, secondo l'analisi di Nora, costretta a fare la moglie-bambola per tutto il tempo. Al contrario, la relazione tra Krogstad e Kristine Linde sembra suggerire un diverso modo di intendere il matrimonio, come rapporto tra uguali. L'opera presenta una fine caratterizzazione psicologica dei personaggi e, nonostante la presenza di meccanismi teatrali abbastanza prevedibili (ritrovamenti di lettere ecc.), è uno dei lavori di Ibsen più spesso rappresentati.

Casa di Bernarda Alba, La Dramma di F. García Lorca (1936).

Casa di tutte le nazioni Romanzo di Ch. Stead (1938).

Casa Howard Film drammatico, britannico (1992). Regia di James Ivory. Interpreti: Anthony Hopkins, Vanessa Redgrave, Emma Thompson. Titolo originale: Howards End

Casa Tellier, La Novella di G. de Maupassant (1881).

Casa verde, La Romanzo di M. Vargas Llosa (1966).

Càsa, Giovànni délla (Mugello 1503-Montepulciano 1556) Scrittore. Dopo aver preso gli ordini minori a Roma, divenne vescovo di Benevento nel 1544 e lo stesso anno nunzio a Venezia, dove partecipò all'istituzione del tribunale dell'Inquisizione. Fra le sue opere più famose il Galateo e le Rime.

Casablanca (cinema) Film drammatico, americano (1942). Regia di Michael Curtiz. Interpreti: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Claude Rains. Titolo originale: Casablanca

Casablanca (geografia) Città (2.139.000 ab.) del Marocco, capoluogo della prefettura omonima. Porto, centro commerciale (esportazione di prodotti agricoli, di fosfati, di ferro e manganese) e industriale (prodotti alimentari, tessili, meccanici, chimici, petrolchimici, siderurgici e cementifici) sulla costa dell'oceano Atlantico. Nota nel medioevo con il nome di Anfa, venne distrutta nel 1468 dai portoghesi, che la ricostruirono nel 1515. Nel 1907 venne occupata dai francesi che la rilanciarono economicamente e, tra il 1913 e il 1934, vi costruirono il porto. Vi si trovano una moschea e l'università.

Casabòna Comune in provincia di Crotone (3.733 ab., CAP 88070, TEL. 0962).

Casacalènda Comune in provincia di Campobasso (2.804 ab., CAP 86043, TEL. 0874).

Casacanditèlla Comune in provincia di Chieti (1.415 ab., CAP 66010, TEL. 0871).

casàcca, sf. 1 Lunga giacca chiusa fino al collo in certe uniformi militari. 2 Specie di giacca a taglio dritto e piuttosto ampia. 3 Giubba dei fantini.
 sf. 1 military coat. 2 (giubba) blouse.

casàccio, sm. 1 Caso malaugurato. 2 Nella locuzione a casaccio, in modo casuale, senza ordine. ~ a vanvera.

Casagiòve Comune in provincia di Caserta (15.250 ab., CAP 81020, TEL. 0823). Centro industriale (prodotti alimentari, metalmeccanici e farmaceutici). Gli abitanti sono detti Casagiovesi.

Casàl Cermèlli Comune in provincia di Alessandria (1.127 ab., CAP 15072, TEL. 0131).

Casàl di Prìncipe Comune in provincia di Caserta (18.499 ab., CAP 81033, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di frutta e ortaggi) e della produzione della canapa. Gli abitanti sono detti Casalesi.

Casàl Velìno Comune in provincia di Salerno (4.464 ab., CAP 84040, TEL. 0974).

Casalànguida Comune in provincia di Chieti (1.197 ab., CAP 66031, TEL. 0872).

Casalàttico Comune in provincia di Frosinone (720 ab., CAP 03030, TEL. 0776).

Casalbeltràme Comune in provincia di Novara (673 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

Casalbordìno Comune in provincia di Chieti (6.477 ab., CAP 66021, TEL. 0873).

Casàlbore Comune in provincia di Avellino (2.254 ab., CAP 83034, TEL. 0825).

Casalborgóne Comune in provincia di Torino (1.505 ab., CAP 10020, TEL. 011).

Casalbuòno Comune in provincia di Salerno (1.553 ab., CAP 84030, TEL. 0975).

Casalbuttàno ed Unìti Comune in provincia di Cremona (4.213 ab., CAP 26011, TEL. 0374).

Casalcipràno Comune in provincia di Campobasso (712 ab., CAP 86010, TEL. 0874).

Casaldùni Comune in provincia di Benevento (1.595 ab., CAP 82030, TEL. 0824).

casàle, sm. 1 Piccolo gruppo di case in campagna. 2 Nella campagna romana, casa rustica, isolata.
 lat. tardo casalis.

Casàle Córte Cèrro Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (3.035 ab., CAP 28022, TEL. 0323).

Casàle Cremàsco-Vidolàsco Comune in provincia di Cremona (1.148 ab., CAP 26010, TEL. 0373).

Casàle di Scodòsia Comune in provincia di Padova (5.040 ab., CAP 35040, TEL. 0429).

Casàle Lìtta Comune in provincia di Varese (2.235 ab., CAP 21020, TEL. 0332).

Casàle Marìttimo Comune in provincia di Pisa (923 ab., CAP 56040, TEL. 0586).

Casàle Monferràto Comune in provincia di Alessandria (40.000 ab., 116 m, CAP 15033, TEL. 0142) sulle rive del fiume Po. Cereali, uva, vigneti; fiorenti le industrie dell'abbigliamento, chimiche, del cemento, dei laterizi, metalmeccaniche. Notevoli sono il castello (XV sec.), il duomo (XI-XII sec.), la chiesa di Santo Stefano (X sec.) e quella di San Domenico. Divenne libero comune per volere di Federico II nel XIII sec. Nel 1559 fu ceduto ai Gonzaga da Carlo I. In seguito fu dei Savoia.

Casàle sul Sìle Comune in provincia di Treviso (7.375 ab., CAP 31032, TEL. 0422).

Casalécchio di Rèno Comune in provincia di Bologna (34.503 ab., CAP 40033, TEL. 051). Centro agricolo (coltivazione di cereali, ortaggi e barbabietole) e industriale (prodotti alimentari, dei giocattoli, della gomma e meccanici). Gli abitanti sono detti Casalecchiesi.

Casaléggio Bòiro Comune in provincia di Alessandria (339 ab., CAP 15070, TEL. 0143).

Casaléggio Novàra Comune in provincia di Novara (766 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

Casaleóne Comune in provincia di Verona (6.136 ab., CAP 37052, TEL. 0442).

Casalétto Ceredàno Comune in provincia di Cremona (974 ab., CAP 26010, TEL. 0373).

Casalétto di Sópra Comune in provincia di Cremona (393 ab., CAP 26014, TEL. 0373).

Casalétto Lodigiàno Comune in provincia di Lodi (1.668 ab., CAP 20090, TEL. 0371).

Casalétto Spartàno Comune in provincia di Salerno (1.905 ab., CAP 84030, TEL. 0973).

Casalétto Vàprio Comune in provincia di Cremona (1.071 ab., CAP 26010, TEL. 0373).

Casalfiumanése Comune in provincia di Bologna (2.587 ab., CAP 40020, TEL. 0542).

Casalgrànde Comune in provincia di Reggio Emilia (13.269 ab., CAP 42013, TEL. 0522). Centro agricolo (coltivazione di viti e grano) e industriale (prodotti alimentari, della ceramica, dell'edilizia e metallurgici). Gli abitanti sono detti Casalgrandesi.

Casalgràsso Comune in provincia di Cuneo (1.412 ab., CAP 12030, TEL. 011).

Casalincontràda Comune in provincia di Chieti (2.726 ab., CAP 66012, TEL. 0871).

casalìnga, sf. Donna di casa che si occupa solo delle faccende domestiche e familiari. ~ massaia.
 sf. housewife.

casalìngo, agg. e sm. (pl. m.-ghi; f.-ghe) agg. 1 Di casa, domestico. ~ familiare. negozio di articoli casalinghi. 2 Tranquillo. ~ ritirato. <> mondano. non sono un tipo molto casalingo. 3 Semplice, tradizionale. ~ casereccio.
sm. Al plurale, oggetti per la casa.
 agg. 1 domestic, homely. 2 (fatto in casa) home-made. sm. pl. household objects, household articles.
 deriv. da casale, attinente alla casa.

Casalìno Comune in provincia di Novara (1.504 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

Casalmaggióre Comune in provincia di Cremona (13.168 ab., CAP 26041, TEL. 0375). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, foraggi e cereali), dell'allevamento e industriale (prodotti alimentari, del legno e meccanici). Gli abitanti sono detti Casalaschi.

Casalmaiòcco Comune in provincia di Lodi (1.683 ab., CAP 20070, TEL. 02).

Casalmoràno Comune in provincia di Cremona (1.669 ab., CAP 26020, TEL. 0374).

Casalmòro Comune in provincia di Mantova (1.690 ab., CAP 46040, TEL. 0376).

Casalnocéto Comune in provincia di Alessandria (882 ab., CAP 15052, TEL. 0131).

Casalnuòvo di Monterotàro Comune in provincia di Foggia (2.370 ab., CAP 71033, TEL. 0881).

Casalnuòvo di Nàpoli Comune in provincia di Napoli (32.134 ab., CAP 80013, TEL. 081). Centro industriale (prodotti alimentari, metalmeccanici e plastici). Gli abitanti sono detti Casalnuovesi.

Casalòldo Comune in provincia di Mantova (1.925 ab., CAP 46040, TEL. 0376).

Casalpusterléngo Comune in provincia di Lodi (14.005 ab., CAP 20071, TEL. 0377). Centro agricolo (coltivazione di foraggi, riso e frumento), dell'allevamento e industriale (prodotti alimentari, chimici e del legno). Gli abitanti sono detti Casalesi o Casalini.

Casalromàno Comune in provincia di Mantova (1.276 ab., CAP 46040, TEL. 0376).

Casalserùgo Comune in provincia di Padova (4.899 ab., CAP 35020, TEL. 049).

Casalùce Comune in provincia di Caserta (8.895 ab., CAP 81030, TEL. 081).

Casalvècchio di Pùglia Comune in provincia di Foggia (2.410 ab., CAP 71030, TEL. 0881).

Casalvècchio Sìculo Comune in provincia di Messina (1.447 ab., CAP 98032, TEL. 0942).

Casalvièri Comune in provincia di Frosinone (3.216 ab., CAP 03034, TEL. 0776).

Casalvolóne Comune in provincia di Novara (797 ab., CAP 28060, TEL. 0161).

Casalzuìgno Comune in provincia di Varese (1.195 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

Casamance Regione del Senegal al confine con la Gambia e la Guinea-Bissau.
Casamance
Fiume (300 km) del Senegal che sfocia nell'oceano Atlantico.

Casamarciàno Comune in provincia di Napoli (3.589 ab., CAP 80032, TEL. 081).

Casamàssima Comune in provincia di Bari (14.054 ab., CAP 70010, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di mandorli, olivi e viti) e industriale (prodotti alimentari). Gli abitanti sono detti Casamassimesi.

casamàtta, sf. (pl. casemàtte) Locale di un'opera di fortificazione, fornito delle cannoniere per il tiro delle artiglierie sistemate all'interno.
 da casa + matta.

casaménto, sm. Casa grande, popolare, suddivisa in molti appartamenti. ~ condominio, stabile.

Casamìcciola Tèrme Comune in provincia di Napoli (6.505 ab., CAP 80074, TEL. 081).

Casanare Intendencia (182.000 ab.) della Colombia, capoluogo Yopal.

Casandrìno Comune in provincia di Napoli (11.617 ab., CAP 80025, TEL. 081). Centro agricolo (coltivazione di cereali e della canapa) e industriale (prodotti alimentari, conciari e dell'abbigliamento). Gli abitanti sono detti Casandrinesi.

casanòva, sm. invar. Grande seduttore (da Giovanni Casanova). ~ dongiovanni.

Casanòva Èlvo Comune in provincia di Vercelli (239 ab., CAP 13030, TEL. 0161).

Casanòva Lerròne Comune in provincia di Savona (814 ab., CAP 17033, TEL. 0182).

Casanòva Lonàti Comune in provincia di Pavia (422 ab., CAP 27041, TEL. 0385).

Casanòva, Giovànni Giàcomo (Venezia 1725-Castello di Dux, Boemia 1798) Avventuriero, letterato, occultista e massone, ebbe grande notorietà come amatore e una certa stima da parte dei potenti. Accusato di libertinaggio, fu imprigionato nei Piombi di Venezia, da cui evase. Scrisse le sue Memorie (1791-1798), in francese.

Casàpe Comune in provincia di Roma (812 ab., CAP 00010, TEL. 0774).

Casapesènna Comune in provincia di Caserta (6.876 ab., CAP 81036, TEL. 081).

Casapìnta Comune in provincia di Biella (461 ab., CAP 13060, TEL. 015).

Casapròta Comune in provincia di Rieti (695 ab., CAP 02030, TEL. 0765).

Casapùlla Comune in provincia di Caserta (6.386 ab., CAP 81020, TEL. 0823).

Casaràno Comune in provincia di Lecce (20.164 ab., CAP 73042, TEL. 0833). Centro agricolo (coltivazione di uva, ortaggi e olive) e industriale (calzature). Gli abitanti sono detti Casaranesi.

casàrca, sf. Nome di Uccelli Anseriformi del genere Tadorna. Appartiene alla famiglia degli Anatidi.

casaréccio ved. "casereccio"

Casàrgo Comune in provincia di Lecco (867 ab., CAP 22050, TEL. 0341).

Casarìle Comune in provincia di Milano (2.545 ab., CAP 20080, TEL. 02).

casàro, sm. Chi è addetto alla lavorazione dei latticini.

Casaròli, Agostìno (Castel San Giovanni 1914-Roma 1998) Cardinale. Dal 1979 al 1990 fu segretario di stato vaticano e iniziò il dialogo con i paesi dell'Est europeo.

Casaròtto, Renàto (Vicenza 1940-Nepal 1986) Alpinista. Scalò le più importanti cime del mondo, ma morì nell'ultimo tentativo sul K2.

Casàrsa délla Delìzia Comune in provincia di Pordenone (7.625 ab., CAP 33072, TEL. 0434).

Casàrza Lìgure Comune in provincia di Genova (5.160 ab., CAP 16030, TEL. 0185).

Casas Grandes Fiume (400 km) del Messico, nello stato di Chihuahua. Nasce sulla Sierra Madre Occidentale e sfocia nel Lago Guzmán.

Casàsco Comune in provincia di Alessandria (171 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Casàsco d'Intèlvi Comune in provincia di Como (375 ab., CAP 22022, TEL. 031).

casàta, sf. Tutta la famiglia discendente dallo stesso stipite. ~ discendenza, origine.

Casatenòvo Comune in provincia di Lecco (10.725 ab., CAP 22064, TEL. 039). Centro industriale (prodotti chimici, farmaceutici, tessili e alimentari). Vi si trova l'oratorio di Santa Guiscina, con affreschi risalenti al XV e XVI sec. Gli abitanti sono detti Casatesi.

Casàti, Alessàndro (Milano 1881-Arcore, Milano 1955) Letterato e politico. In qualità di collaboratore della rivista Critica di Benedetto Croce, caldeggiò l'intervento dell'Italia nel conflitto europeo del 1915-1918. Nel 1923 fu nominato senatore e un anno dopo divenne ministro della Pubblica Istruzione nel governo Mussolini. Nel 1925 rassegnò le proprie dimissioni e partecipò alla rifondazione del Partito Liberale. Dopo aver partecipato alla preparazione del colpo di stato del 25 luglio 1943, nel mese di settembre dello stesso anno fece parte del Comitato di Liberazione nazionale e nel 1944 fu nominato ministro della Guerra. Dal 1948 al 1953 fu deputato dell'Assemblea Costituente e poi senatore.

Casàti, Gàbrio (Milano 1798-1873) Patriota e politico. Fu nominato presidente del governo provvisorio a seguito delle Cinque giornate di Milano, poi presidente del consiglio, nominato dal re Carlo Alberto. Fu ministro della pubblica istruzione (1859) e riformò la scuola (legge Casati).

Casatìsma Comune in provincia di Pavia (850 ab., CAP 27040, TEL. 0383).

casàto, sm. 1 Stirpe. ~ famiglia, lignaggio. 2 Nome di famiglia, cognome.
 deriv. da casa.

casatórre, o casaturris, sf. Termine attribuito ad alcune case del XII e XIII sec. la cui struttura ricorda una torre.

Casavatóre Comune in provincia di Napoli (20.869 ab., CAP 80020, TEL. 081). Centro industriale (prodotti alimentari, del vetro, elettronici e metalmeccanici). Gli abitanti sono detti Casavatoresi.

Casàzza Comune in provincia di Bergamo (3.266 ab., CAP 24060, TEL. 035).

càsba, sm. 1 Vecchio quartiere arabo nelle città dell'Africa settentrionale o della Spagna moresca. 2 Quartiere malfamato.
 arabo qasaba.

cascàggine, sf. Rilassamento fisico, fiacchezza. ~ indolenza.

cascàme, sm. Residuo della lavorazione industriale di molti materiali.
 deriv. da cascare.

cascamòrto, sm. Chi ostenta svenevolmente una passione amorosa.

cascànte, agg. 1 Fiacco, floscio, cadente. 2 Languido e affettato.

càscara sagrada, sf. Arbusto americano dalla cui corteccia si estrae una sostanza usata come lassativo.

cascàre, v. intr. Andare giù a terra, portato dal proprio peso, cadere. ~ ruzzolare. cascare dal sonno, dalla fatica.
 v. intr. to fall down.
 lat. casicare, deriv. da cadere.

cascàta, sf. 1 Caduta. 2 Salto che fa un corso d'acqua per un gradino del suo letto. ~ cateratta. le cascate del Niagara. 3 Frangia fatta ricadere per ornamento.
 sf. 1 fall. 2 (acqua) waterfall, cascade.

Cascate Catena montuosa che si estende dalla California (USA) alla Columbia Britannica (Canada). Vetta più elevata il Monte Rainier (4.392 m).

cascatóre, sm. (f.-trìce) Controfigura che, durante le lavorazioni di un film, sostituisce un attore nelle azioni rischiose.

Cascèlla, Piètro (Pescara 1921-Milano 1989) Scultore. Tra le opere Monumento ai martiri di Auschwitz (1967).

caschétto, sm. 1 Taglio di capelli corti lisci e uniformi, con frangia. 2 Cervelliera.

Càschi blù Nome con cui i designano i soldati appartenenti alla forza militare internazionale che fa capo all'Onu. Nel 1988 è stato attribuito loro il premio Nobel per la pace.

caschimpetto, sm. Gioiello fissato a una sottile catena dello stesso metallo.

Càscia Comune in provincia di Perugia (3.238 ab., CAP 06043, TEL. 0743).

Casciàgo Comune in provincia di Varese (3.752 ab., CAP 21020, TEL. 0332).

Càsciàna Tèrme Comune in provincia di Pisa (3.228 ab., CAP 56034, TEL. 0587).

cascìna, sf. 1 Il fabbricato in cui si trova la stalla delle vacche da latte e talora anche un piccolo caseificio. ~ fattoria. 2 Recipiente tondo di legno di faggio, dove si lavora il latte per ricavarne il cacio.
 sf. farmstead.
 deriv. dal lat. capsa recipiente.

Càscina Comune in provincia di Pisa (36.301 ab., CAP 56021, TEL. 050). Centro agricolo (coltivazione di frutta, ortaggi, barbabietole e cereali) e industriale (prodotti alimentari, tessili e del legno). Vi si trova la pieve di Santa Maria, del XII sec. Gli abitanti sono detti Cascinesi.

cascinàio, sm. Proprietario o sovrintendente di cascina.

cascinàle, sm. 1 Complesso di più cascine. 2 Casolare o insieme di casolari.

Cascinétte d'Ivrèa Comune in provincia di Torino (1.488 ab., CAP 10010, TEL. 0125).

càsco, sm. (pl.-chi) 1 Copricapo difensivo o protettivo di metallo o altro materiale resistente, usato da militari, sportivi, motociclisti e simili. casco da palombaro, elmo a tenuta stagna; caschi blu, i soldati delle Nazioni Unite. 2 Dispositivo proprio delle apparecchiature grafiche e telefoniche che copre parzialmente la testa. 3 Apparecchio usato dai parrucchieri per asciugare i capelli. 4 Caratteristico copricapo di piume di alcune tribù di pellerossa. 5 Grappolo di banane.
 sm. 1 helmet. 2 (asciugacapelli) hair-drier. 3 (banane) bunch.
 spagn. casco.

Casco d'oro Film drammatico, francese (1952). Regia di Jacques Becker. Interpreti: Simone Signoret, Serge Reggiani, Claude Dauphin. Titolo originale: Casque d'or

cascòde, sm. invar. Circuito amplificatore ad alta frequenza per ricevitori televisivi e radio.

càscola, sf. Caduta precoce di gemme, fiori o frutti.

CASE In informatica è la sigla di Computer Aided Software Engineering (costruzione di software assistita da calcolatore).

Case del vedovo, Le Commedia di G. B. Shaw (1892).

Case della Vetra, Le Opera di poesia di G. Raboni (1966).

caseàrio, agg. Che riguarda la produzione dei formaggi e dei latticini in genere.
 lat. casearius, deriv. da caseus formaggio.

caseggiàto, sm. 1 Gruppo di case. ~ isolato. 2 Casamento di grandi proporzioni. ~ condominio.

Casèi Geròla Comune in provincia di Pavia (2.619 ab., CAP 27050, TEL. 0383).

caseificazióne, sf. L'insieme delle operazioni con le quali si fa il formaggio.

caseifìcio, sm. Stabilimento per la produzione di burro e formaggio.
 sm. creamery.

caseìna, sf. Sostanza proteica del gruppo dei fosfoprotidi che rappresenta il componente fondamentle del latte dei Mammiferi.

Caselétte Comune in provincia di Torino (2.717 ab., CAP 10040, TEL. 011).

casèlla, sf. 1 Ciascuno dei piccoli scompartimenti di un mobile, di uno scaffale, di un cassetto. ~ scomparto. casella postale, recapito per la corrispondenza presente in un ufficio postale. 2 Ciascuna delle parti di un foglio diviso in quadretti o in rettangoli. ~ riquadro. 3 Recipiente di materiale refrattario usato per cuocervi certi materiali che non devono venire a contatto col fuoco. 4 Celletta di api, vespe, ecc. 5 Ciascuna delle parti in cui è suddiviso, nella salina, il terreno destinato alla concentrazione dell'acqua marina e al deposito del sale.
 sf. pigeon-hole.
 lat. casella, dimin. di casa.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_c.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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