Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 5

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 5

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale D parte 5

 

desessualizzazióne, sf. Processo psichico nel quale vengono annullati i contenuti sessuali da conflitti, vissuti emozionali e altro.

Desgrazi de Giovannin Bongee, I Opera di poesia di C. Porta (1812-1813).

déshabillé, sm. invar. 1 Vestaglia di donna. 2 Essere in deshabillè, non essere ancora vestito.

desiàre, v. tr Desiderare.

desideràbile, agg. Che si può desiderare, che è degno di essere desiderato. ~ allettante, attraente. <> indesiderabile.

desideràre, v. tr. 1 Aspirare alla soddisfazione di un bisogno, di un piacere o a possedere qualcosa. ~ ambire. lasciare a desiderare, non soddisfare per nulla. 2 Volere, bramare. ~ agognare. desiderava comunicare con lei. 3 Sentire la mancanza. ~ sognare. desiderava solo riposare.
 v. tr. 1 to want, to wish for. 2 (bramare) to desire, to long for.
 lat. desiderare rimpiangere, avere mancanza di.

desideràta, sm. pl. Cose desiderate; richieste.

desideràto, agg. e sm. agg. Aspettato, bramato; auspicato. ~ ambito.
sm. Ciò che si desidera.

desidèrio, sm. 1 Il desiderare. ~ cupidigia. <> avversione. 2 Ciò che si desidera. ~ sogno, aspirazione. 3 Voglia sessuale. ~ brama. 4 Nostalgia. ~ rimpianto.
 sm. 1 wish. 2 (brama) desire.
 lat. desiderium, deriv. da desiderare.

Desidèrio Duca di Tuscia, succedette al re Astolfo nel regno longobardo con l'appoggio di papa Stefano II. Cercò anche di avvicinarsi alle famiglie dei franchi facendo sposare le sue figlie Ermengarda e Gerberga agli eredi di Pipino, Carlo Magno e Carlomanno. Questa sua politica di intreccio tra interessi politici e privati non diede i risultati sperati: morto Carlomanno, la vedova Gerberga tornò a Pavia presso Desiderio, mentre Ermengarda fu ripudiata da Carlo Magno. Anche per Desiderio, così come era successo per Astolfo, la minaccia longobarda costrinse il papa Adriano I a chiamare in aiuto Carlo Magno, allorché Desiderio riprese a marciare verso Roma (772). La sorte di Desiderio era segnata: dopo la sconfitta di Susa (773) e aver resistito all'assedio di Pavia, fu fatto prigioniero e mandato in esilio in Francia. Con la sua morte terminò il regno dei longobardi, iniziato circa duecento anni prima.

Desiderio (Canaglie di lusso) Film commedia, americano (1936). Regia di Frank Borzage. Interpreti: Marlene Dietrich, Gary Cooper, John Halliday. Titolo originale: Desire

Desidèrio da Settignàno (Settignano ca. 1430-Firenze 1464) Scultore. Tra le opere Ritratto femminile (ca. 1450, Firenze, Museo del Bargello) e Monumento funebre di Carlo Marsuppini (1455, Firenze, Santa Croce).

desideróso, agg. Che desidera qualcosa. ~ bramoso, desioso. <> appagato, sazio.
 agg. longing for, eager.

desidìa, sf. Negligenza, pigrizia. ~ accidia.

design, sm. invar. 1 Progettazione di manufatti che concilia le esigenze funzionali e tecniche con quelle estetiche. 2 La linea di un oggetto prodotto industrialmente.

designàre, v. tr. 1 Indicare in modo determinato. ~ additare. 2 Proporre a un incarico, a un ufficio. ~ destinare.
 v. tr. to designate.
 lat. designare, comp. da de-+ deriv. da signum segno.

designàto, agg. e sm. Che, chi è stato destinato a un certo incarico.

designatóre, sm. (f.-trìce) Chi designa.

designazióne, sf. Il designare, l'essere designato. ~ indicazione.
 lat. designatio,-onis.

designer, sm. e sf. invar. Chi si occupa professionalmente di design.

desinàre, v. intr. e sm. v. intr. Fare il pasto principale della giornata, alla mattina o alla sera.
 franc. antico disner, dal lat. volg. disiunare.
sm. Il pasto principale della giornata.
 da desinare.

desinènza, sf. Elemento mobile che si aggiunge alla radice della parola per formare una forma flessa.
 sf. inflexion, ending.

desinenziàle, agg. Relativo alla desinenza.

desinit in piscem Espressione latina utilizzata dal poeta Orazio che significa "finisce a forma di pesce", riferito alla sirena. Si usa per indicare cose che hanno un finale deludente rispetto alle premesse.

desìo, sm. Desiderio. ~ anelito.

Dèsio Comune in provincia di Milano (34.085 ab., CAP 20033, TEL. 0362). Centro industriale (prodotti tessili, meccanici e mobilifici). Gli abitanti sono detti Desiani.

Dèsio, Ardìto (Palmanova, Udine 1897-) Geologo e alpinista. Nel 1929 prese parte alla spedizione alpinistica sul Karakorum e nel 1954 guidò la spedizione italiana che conquistò il K2. Scrisse Geologia applicata all'ingegneria (1958) e Sulle vie delle sete, dei ghiacci e dell'oro (1988).

desióso, agg. Desideroso. ~ bramoso.

desipiènte, agg. 1 Ignorante. ~ incolto. 2 Sciocco. ~ fesso.

desipiènza, sf. 1 L'essere incolto. ~ ignoranza. 2 L'essere sciocco. ~ stupidità.

desìstere, v. intr. Non continuare. ~ smettere. <> continuare, insistere.
 v. intr. to desist, to give up.
 lat. desistere, comp. da de-+ sistere stare fermo.

desjatìna, sf. Unità di misura russa di aree. Equivale a 10.925 m2.

desktop computer, loc. sost. m. invar. Elaboratore da tavolo, costituito da un'unità centrale di dimensioni ridotte, video e tastiera.

desktop publishing, loc. sost. m. invar. Sistema integrato di elaborazione e stampa, formato generalmente da un personal computer e di una stampante a esso collegata, rivolto alle aziende.

desman, sm. invar. Nome volgare della Desmana moschata, un mammifero insettivoro appartenente alla famiglia dei Talpidi. ~ talpa acquatica.

Desmarestiàli Ordine di Alghe Feoficee brune caratterizzate da riproduzione sessuale oogama. Vivono nelle acque marine fredde.

Desmidiàcee Famiglia di Alghe Clorofite dell'ordine delle Desmidiali.

Desmidiàli Ordine di Alghe Clorofite comprendente forme microscopiche di acqua dolce. Si trovano nelle acque ferme e trasparenti.

desmo- Primo elemento di parole composte.
 dal greco desmós legame, legamento.

Desmoceras, sm. invar. Genere di Ammoniti della famiglia dei Desmoceratidi vissuto nel Cretaceo. Presentava una conghiglia a forma di piccolo ombelico decorata da un intreccio di grossi cercini e coste sottili.

desmòdio, sm. Genere di piante arbustacee, arboree o erbacee della famiglia delle Papilionacee, caratteristiche delle zone tropicali e subtropicali.

desmodròmico, agg. (pl. m. ci, f.-che) Di collegamento tra due organi meccanici dei quali uno trascina l'altro a velocità fissata.

desmodus, sm. invar. Genere di Mammiferi Chirotteri della famiglia dei Desmodontidi comprendente pipistrelli originari dell'America tropicale.

desmognàto, agg. Del cranio degli Uccelli nel quale i mascellari sono a contatto tra di loro seguendo la linea mediana e dinanzi al vomere.

desmolàsi, sf. Denominazione data agli enzimi che scindono i legami carbonio-carbonio delle molecole organiche producendo acqua, biossido di carbonio e residui azotati.

desmologìa, sf. Branca dell'anatomia che studia i legamenti dei tendini.

Desmomiàri Ordine di Tunicati Taliacei comprendente la sola famiglia dei Salpidi.

Desmoscolècidi Famiglia di Nematodi marini della famiglia dei Desmoscolecoidei che presentano una cuticola anellata rivestita di setole.

Desna Fiume (1.130 km) della parte europea dell'ex URSS. Confluisce nel Dnepr.

desolànte, agg. Che sconforta. ~ sconfortante.

desolàre, v. tr. 1 Affliggere. ~ angosciare. 2 Devastare. ~ distruggere.

desolàto, agg. 1 Sconsolato, afflitto. ~ angosciato. <> contento, soddisfatto. 2 Devastato. ~ distrutto.
 agg. 1 (persona) sorry. 2 (paesaggio) desolate.

desolazióne, sf. 1 Afflizione, sconforto. ~ costernazione. <> fiducia, ottimismo. 2 Stato di abbandono. ~ squallore.
 lat. tardo desolatio,-onis.

desolforàre, v. tr. Eliminare lo zolfo presente in una lega, in una miscela o in un composto.

desossi- Prefisso indicante la sostituzione di un atomo di ossigeno con uno di idrogeno all'interno di una molecola.

desossicorticosteróne, sm. Ormone corticosurrenale appartenente al gruppo degli steroidi.

desossiribonucleàsi, sf. Denominazione di due enzimi in grado di idrolizzare il DNA.

desossiribonuclèico, agg. => "DNA"

Despiau, Charles (Mont-de-Marsan 1874-Parigi 1946) Scultore francese. Tra le opere Nudo di giovinetta (1925, Parigi, Musée National d'Art Moderne).

dèspota, sm. (pl.-i) 1 Monarca assoluto. ~ tiranno. 2 Chi esercita la propria autorità con arbitrii e tirannie. ~ dittatore, assolutista.

despotàto, sm. Nome attribuito ad alcuni regni governati da principi con dignità di despoti.

Desprès, Josquin (Beaurevoir ca. 1440-Valenciennes 1521) Compositore franco-fiammingo. Autore di messe, mottetti e chansons polifoniche.

desquamàre, v. v. tr. Provocare desquamazione.
v. intr. pron. Subire desquamazione.

desquamazióne, sf. 1 Alterazione superficiale delle rocce con distacco di frammenti in forma di squame. 2 Perdita fisiologica di frammenti della superficie cutanea.

dessert, sm. invar. L'ultima portata di un pasto, in genere frutta o dolce.

Dessì, Giusèppe (Villacidro, Cagliari 1909-Roma 1977) Romanziere. Tra le opere San Silvano (1939) e Paese d'ombre (1972).

Dessiè Città (69.000 ab.) dell'Etiopia, capoluogo della regione dell'Uollò.

désso, pron. dimost. Forma rafforzativo di esso.

destabilizzànte, agg. Che tende a destabilizzare.

destabilizzàre, v. tr. Rendere instabile. ~ squilibrare. <> consolidare.
 v. tr. to destabilize.

destabilizzazióne, sf. Il destabilizzare, l'essere destabilizzato.

destalinizzàre, v. tr. Togliere il carattere staliniano a uno stato, a una politica o a un partito.

destalinizzazióne, sf. Il destalinizzare.

destàre, v. v. tr. 1 Svegliare, risvegliare. ~ ridestare. <> addormentare. 2 Suscitare. ~ provocare. <> sopire, spegnere. 3 Stimolare. ~ indurre.
v. intr. pron. 1 Svegliarsi. ~ ridestarsi. 2 Nascere.
 v. tr. 1 to wake up. 2 (fig.) to awaken.
 lat. deexcitare, comp. da de-+ excitare.

destinàre, v. tr. 1 Assegnare. ~ affidare. : :'edificio fu destinata a usi civili. 2 Dirigere una lettera. ~ indirizzare, mandare. 3 Stabilire in modo irrevocabile. ~ fissare. ormai era tutto destinato ad accadere come aveva voluto lui
 v. tr. 1 to assign. 2 (stabilire) to fix.
 lat. destinare assicurare, comp. da de-+ stare stare.

destinatàrio, sm. Persona a cui è destinato qualcosa.
 sm. 1 consignee. 2 (postale) addressee.

destinazióne, sf. 1 Il destinare, l'essere destinato. ~ destino. 2 Il fine a cui una cosa è destinata. ~ scopo. tutto ciò che verrà devoluto avrà per destinazione i paesi del terzo mondo. 3 Residenza o ufficio assegnati a un impiegato. 4 Meta di un viaggio. la destinazione della missione era ancora ignota. 5 Indirizzo. ~ recapito. non è mai giunto a destinazione.
 sf. 1 destination. 2 (ufficio assegnato) posting.
 lat. destinatio,-onis.

Destini, I Opera di poesia di A. de Vigny (postuma 1864).

destìno, sm. 1 Potenza superiore all'umana volontà che opera secondo leggi arcane e inalterabili. ~ provvidenza. 2 Destinazione. 3 Fato. ~ sorte.
 sm. fate, destiny.
 deriv. da destinare.

destituìre, v. tr. Esonerare da un ufficio. ~ deporre. <> assegnare, incaricare.
 v. tr. to remove, to dismiss.
 lat. destituere, comp. da de-+ statuere stabilire.

destituìto, agg. 1 Deposto, esonerato ~ rimosso. 2 Sprovvisto. ~ privo.

destituzióne, sf. Il destituire, l'essere destituito. ~ rimozione, allontanamento. <> assegnazione, designazione.
 lat. destitutio,-onis abbandono.

désto, agg. Che non dorme. ~ sveglio.
 agg. wide awake.
 deriv. da destare.

destoricizzàre, v. tr. Descrivere e valutare un evento, un'idea o un personaggio al di fuori del suo contesto storico.

Destouches, André Cardinal (Parigi 1672-1749) Compositore francese. Tra le opere, Issé (1697), Amadis de Grèce (1699) e Le carnaval et la folie (1704).

dèstra, sf. 1 La mano che si trova dalla stessa parte del fegato, opposta alla sinistra. ~ dritta, diritta. <> sinistra. 2 Parte che è dallo stesso lato della mano destra. 3 L'insieme dei partiti conservatori, i cui deputati in genere in parlamento si siedono alla destra del presidente. 4 La parte conservatrice di un partito. <> sinistra.
 sf. 1 right. 2 (pol.) the Right. 3 (mano) right hand.
Destra storica
Partito liberale moderato, formato da Cavour, capo del regno di Sardegna e d'Italia fino al 1876. Pose in atto una forte pressione fiscale e una politica di accentramento amministrativo.

destraménte, avv. Con destrezza. ~ abilmente.

destràno, sm. 1 Denominazione generica di polisaccaridi prodotti da microrganismi cresciuti in soluzione di saccarosio. 2 In farmaceutica la soluzione al 6% di esso presenta le proprietà fisiche di densità e viscosità del plasma sanguigno.

destreggiaménto, sm. Il destreggiarsi.

destreggiàre, v. intr. e intr. pron. Procedere con accortezza superando situazioni difficili; sapersela cavare. ~ barcamenarsi.
 deriv. da destro, nel senso di abile.

destreggiàrsi, v. intr. pron. Agire con la destrezza necessaria per riuscire nel proprio intento.

destrézza, sf. 1 Prontezza nell'operare. ~ agilità. <> farraginosità. 2 Accortezza, astuzia. ~ sagacia. <> dabbenaggine. 3 Abilità ~ ingegnosità.
 sf. dexterity, skill.

destrièro, sm. 1 Cavallo da battaglia. 2 Cavallo da sella di buona qualità.

destrìna, sf. Denominazione generica di sostanze amorfe risultanti dalla degradazione della fecola o dell'amido.

destrìsmo, sm. 1 Tendenza a usare prevalentemente gli arti posti nella parte destra del corpo. <> mancinismo. 2 Tendenza politica e culturale verso posizioni ideologiche di destra.

dèstro, agg. e sm. agg. 1 Che, in una persona, si trova nella parte del fegato; che si trova nella direzione corrispondente. ~ dritto. <> sinistro. 2 Sciolto, pronto. ~ abile. <> maldestro. era destro nei movimenti. 3 Corretto.
sm. 1 Opportunità favorevole. ~ occasione. colse il destro per avviare la sua iniziativa. 2 La mano destra. <> sinistra. 3 La parte corrispondente alla posizione di questa mano.
 agg. 1 right. 2 (abile) adroit, skilful.
 lat. dexter,-tera,-terum.

destrocardìa, sf. Posizione anomala del cuore che si presenta con il tronco vascolare a sinistra e la punta a destra.

destrogìro, agg. Rivolto verso destra. ~ destrorso. <> levogiro.

destròrso, agg. Che gira da sinistra verso destra. <> sinistrorso.

destròsio, sm. Sinonimo di glucosio.

destrutturàre, v. tr. Disorganizzare un insieme strutturato. ~ scomporre.

Destutt de Tracy, Antoine-Louis-Claude (Parigi 1754-1836) Filosofo. Tra le opere Elementi d'ideologia (1801-1817) e Commentario allo "Spirito delle leggi" (1811).

desuèto, agg. Caduto in disuso, non consueto. ~ abbandonato, obsoleto. <> consueto.
 lat. desuetus, p.p. di desuescere disabituare.

desuetùdine, sf. Il cessare di una consuetudine; dissuetudine. ~ disuso. <> consuetudine.

Dèsulo Comune in provincia di Nuoro (3.213 ab., CAP 08032, TEL. 0784).

desultóre, sm. Cavallerizzo che faceva esercizi di volteggio da un cavallo all'altro tenendoli con le briglie contemporaneamente.

desùmere, v. tr. 1 Dedurre, arguire. ~ congetturare. 2 Trarre, ricavare. ~ derivare.
 v. tr. to deduce, to infer.
 lat. desumere, comp. da de-+ sumere prendere.

desumìbile, agg. Che si può desumere.

desùnto, agg. 1 Dedotto. ~ arguito. 2 Ricavato. ~ tratto.

desurriscaldaménto, sm. Operazione che riduce la temperatura di surriscaldamento di un vapore permettendogli di tornare allo stato saturo per poter essere utilizzato negli impianti di riscaldamento.

detective, sm. invar. Poliziotto privato. ~ investigatore.

Detective's story Film giallo, americano (1966). Regia di Jack Smight. Interpreti: Paul Newman, Lauren Bacall, Julie Harris. Titolo originale: Harper

detector, sm. invar. Strumento atto a rilevare varie grandezze.

deteinàto, agg. Privato del tutto o in parte della teina.
 agg. decaffeinated.

detenére, v. tr. 1 Tenere in proprio possesso. ~ possedere. <> cedere. 2 Tenere in prigione, imprigionare. ~ incarcerare. 3 Avere in detenzione qualcosa, senza avere intenzione di possederla. ~ conservare. <> lasciare.
 v. tr. 1 to possess, to have. 2 (incarico) to hold. 3 (incarcerare) to hold, to detain.
 lat. detinere, comp. da de-+ tenere.

detentìvo, agg. Restrittivo della libertà personale.
 agg. prison.

detentóre, sm. (f.-trìce) Chi detiene.
 sm. holder.

detenùto, agg. e sm. Che, chi è carcerato. ~ galeotto, recluso, prigioniero.
 sm. prisoner.

detenzióne, sf. 1 Il detenere una cosa. ~ possesso. 2 Pena restrittiva della libertà personale, diversa dall'arresto e dalla reclusione. ~ carcerazione. <> scarcerazione.
 sf. 1 (dir.) detention, holding. 2 (possesso) possession.
 lat. tardo detentio,-onis, deriv. da detentus, p.p. di detinere arrestare.

detergènte, agg. e sm. Di prodotto che serve a detergere.
 agg. e sm. 1 detergent. 2 (latte) cleansing, cleanser.

detèrgere, v. tr. 1 Pulire. ~ nettare. <> insudiciare, insozzare. 2 Togliere via. ~ asciugare.
 lat. detergere, comp. da de-+ tergere.

deterioràbile, agg. Che si può deteriorare. ~ deperibile, delicato. <> indeteriorabile, indeperibile.

deterioraménto, sm. Il deteriorare, il deteriorarsi e l'effetto. ~ degrado. <> conservazione, mantenimento.

deterioràre, v. v. tr. Ridurre in cattivo stato. ~ guastare. <> accomodare, aggiustare.
v. intr. pron. Divenire peggiore. ~ alterarsi. <> conservarsi, durare.
 v. tr. to damage, to make worse. v. intr. pron. 1 to deteriorate. 2 (guastarsi) to perish.
 lat. tardo deteriorare, deriv. da deterior peggiore.

deterióre, agg. Peggiore.

determinàbile, agg. Da potersi o da doversi determinare. ~ definibile, quantificabile. <> indeterminabile, imprecisabile.

determinànte, agg., sm. e sf. agg. Che determina. ~ decisivo, risolutivo. <> indeterminante.
sm. e sf. 1 Elemento determinante. <> irrilevante. 2 In matematica il determinante di una matrice quadrata è un valore (calcolato a partire dagli elementi della matrice stessa) che permette di "determinare" alcune caratteristiche della matrice (ad es. se esso è 0 si ha che la matrice non è invertibile).
 agg. determining, decisive. sm. determinant.

determinàre, v. v. tr. 1 Stabilire esattamente i termini di qualcosa, fissare. ~ indicare. 2 Prendere una risoluzione. ~ decidere. 3 Produrre. 4 Specificare, definire. ~ chiarire. 5 Influire, provocare. ~ causare.
v. rifl. Risolversi. ~ decidersi.
 v. tr. to determine.
 lat. determinare, comp. da de-+ terminare delimitare.

determinatézza, sf. L'essere determinato; esattezza. ~ precisione.

determinatìvo, agg. Che serve a determinare. <> indeterminativo.

determinàto, agg. 1 Definito, convenuto. ~ stabilito. <> imprecisato. 2 Speciale, singolare. ~ particolare. <> generico. 3 Deciso, risoluto. ~ fissato. <> vago. 4 Quantità di valore certo. ~ preciso. <> indeterminato.
 agg. 1 stated, given. 2 (singolare) particular. 3 (deciso) resolute.

determinazióne, sf. 1 Il determinare e l'essere determinato. ~ risolutezza. <> esitazione. 2 Proposito. ~ risoluzione. <> indeterminazione.
 sf. determination.
 lat. determinatio,-onis.

determinìsmo, sm. Teoria filosofica che afferma l'universalità del principio causale e la concatenazione necessaria di tutti i fenomeni secondo il rapporto di causa-effetto. La prima formulazione del determinismo era già presente nell'atomismo di Democrito (460-370 a. C.), poi ripresa da Epicuro (341-270 a. C.). Ha influenzato pensatori quali R. Cartesio, T. Hobbes, B. Spinoza. Sul piano scientifico, la più rigorosa definizione del determinismo è opera dell'astronomo e matematico P.-S. Laplace (1749-1827): "Dobbiamo raffigurarci lo stato presente dell'universo come l'effetto del suo stato anteriore e come causa di quello che seguirà". La teoria determinista influenzò parecchio le teorie materialista (J. De La Mettrie, D. Holbach) e positivista (C. H. de Saint-Simon, 1760-1825, A. Comte, 1798-1857, H. Spencer, 1820-1903), fino a quando nel Novecento venne messo in crisi dalla termodinamica e dalla fisica quantistica (principio di indeterminazione di W. Heisenberg).

determinìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del determinismo.

determinìstico, agg. (pl. m.-ci) Che è proprio del determinismo.

deterrènte, agg. e sm. 1 Di arma che può scoraggiare eventuali aggressioni. ~ scoraggiante. <> incentivante. 2 Di mezzo che può distogliere dall'eseguire una determinata azione. ~ freno. <> pungolo.
 agg. e sm. deterrent.

detersióne, sf. Il detergere e l'essere deterso.

detersìvo, agg. e sm. agg. Atto a detergere.
sm. Prodotto che provoca la scomparsa delle particelle di sporco dalla superficie di ogni oggetto, con l'azione dell'acqua.
 agg. e sm. detergent.
Ai saponi originari, si sono affiancati prodotti sintetici, ottimi per prestazioni ma dannosi per l'ambiente e spesso causa di reazioni allergiche sulla pelle.

detestàbile, agg. Degno d'essere detestato. ~ esecrabile. <> ammirevole, apprezzabile.

detestàre, v. tr. Avere in odio, esecrare. ~ odiare. <> ammirare, stimare.
 v. tr. to hate, to detest.
 lat. detestari, comp. da de-+ testari.

detonànte, agg. e sm. Di sostanza che provoca la detonazione degli esplosivi. ~ deflagrante, esplosivo. <> antidetonante, antideflagrante.

detonàre, v. intr. Scoppiare con fragore. ~ deflagrare, esplodere.
 lat. detonare, comp. da de-+ tonare.

detonatóre, sm. Dispositivo che innesca la carica di scoppio di un proiettile o di un ordigno qualora il dispositivo d'accensione risulti essere insufficiente. Consiste in un involucro metallico al cui interno si trovano una sostanza esplosiva innescante (primario) e una dirompente. Vengono usati detonatori anche per gli esplosivi impiegati nell'industria estrattiva e delle costruzioni. Possono essere a miccia oppure elettrici e permettono di brillare un certo numero di ordigni esplosivi contemporaneamente oppure con ritardi programmati. I detonatori elettrici possono essere collegati tra loro in serie, in parallelo o in serie-parallelo. Il ritardo tra le diverse esplosioni di una volata di mine può essere utilizzato per ottenere una riduzione delle vibrazioni (come nel caso dell'abbattimento di un edificio senza danneggiare quelli circostanti) o una frantumazione mirata della roccia (nel caso delle miniere).

detonazióne, sf. 1 Il detonare e il suo effetto. 2 Esplosione fragorosa. ~ scoppio.
 deriv. da detonare.

detonòmetro, sm. Dispositivo applicato a un motore standard Cfr per il rilevamento della detonazione provocata dalla benzina in esame.

detractus, sm. Detrazione fatta al patrimonio di cittadini o di stranieri in vigore nell'epoca medievale.

detraìbile, agg. Che si può detrarre. ~ sottraibile. <> indetraibile, indeducibile.

detraibilità, sf. Il detrarre e l'effetto.

detràrre, v. tr. e intr. 1 Togliere via, decurtare, sottrarre. ~ levare. <> aggiungere, addizionare. 2 Nuocere al buon nome di qualcuno sparlandone. ~ denigrare.
 v. tr. to take away, to deduct.
 lat. detrahere, comp. da de-+ trahere.

detrattóre, sm. (f.-trìce) Chi nuoce al buon nome di qualcuno o di qualcosa. ~ denigratore, ammiratore.

detrazióne, sf. 1 Sottrazione. ~ defalco. <> maggiorazione. 2 Calunnia. ~ diffamazione. 3 Diminuzione. ~ riduzione. <> aumento.
 sf. 1 deduction. 2 (d'imposta) tax allowance.
 lat. detractio,-onis, deriv. da detractus.

detriménto, sm. Pregiudizio, danno. ~ svantaggio. <> beneficio.

detrìtico, agg. (pl. m.-ci) Di detrito, formato dai detriti.

detrìto, sm. Residuo di una sostanza distrutta o ridotta in frantumi. ~ avanzo, resto, scoria.
 sm. detritus.
 lat. detritum, da detritus, p.p. di deterere frantumare.

Detroit Città degli USA (1.090.000 ab.) nello stato del Michigan, vicino al confine con il Canada. È stata a lungo capitale dell'automobile, per la presenza delle industrie della Ford, General Motors, Chrysler; è sede anche di importanti industrie chimiche, aeronautiche, farmaceutiche, nonché importante porto del sistema dei Grandi Laghi. Venne fondata dal francese Cadillac nel 1701; fa parte degli USA dal 1796.

detronizzàre, v. tr. 1 Deporre dal trono. ~ spodestare. <> incoronare. 2 Privare di una carica. ~ destituire.

detrusóre, sm. Strato muscolare contrattile della vescica urinaria.

détta, sf. Usato solo nella locuzione a detta di.
 sf. according to.

dettagliànte, sm. e sf. Venditore al minuto. ~ rivenditore. <> grossista.
 sm. retailer.

dettagliàre, v. tr. Circostanziare. ~ descrivere, particolareggiare. <> riassumere, schematizzare.
 v. tr. to give full details of, to detail.

dettagliataménte, avv. In modo dettagliato. ~ minuziosamente.

dettagliàto, agg. Particolareggiato, circostanziato. ~ minuzioso. <> abbozzato, generico.
 agg. in detail, detailed.

dettàglio, sm. 1 Particolare, circostanza. ~ minuzia. <> sostanza, succo. in dettaglio, in modo molto particolareggiato; vendita al dettaglio, al minuto. 2 Coordinamento fra i servizi a bordo di una nave militare, di cui è responsabile l'ufficiale di dettaglio.
 sm. 1 detail. 2 (comm.) retail.
 franc. detail.

dettàme, sm. 1 Precetto, legge. ~ norma. 2 Suggerimento, avvertimento. ~ consiglio.

dettàre, v. tr. 1 Dire parola per parola quello che un altro deve scrivere. ~ scandire. 2 Consigliare, avvertire. ~ suggerire. si era fatto dettare tutta la soluzione del problema. 3 Imporre, ordinare. ~ prescrivere. furono dettate le condizioni della resa.
 v. tr. 1 to dictate. 2 (consigliare) to tell. 3 (legge) to lay down the law.
 lat. dictare, da dicere dire.

dettàto, agg. e sm. agg. Pronunciato ad alta voce perché sia scritto.
sm. 1 Ciò che viene scritto sotto dettatura. 2 Modo di scrivere relativo a lingua e stile.
 sm. dictation.

dettatóre, sm. (f.-trice) 1 Chi parla, chi scrive. 2 Colui che detta.

dettatùra, sf. Il dettare.
 sf. dictation.

Detti Opera di poesia di Iacopone da Todi (XIII-XIV sec.).

Detti e contraddetti Prosa di K. Kraus (1909).

détto, agg. e sm. agg. 1 Enunciato per mezzo di parole. ~ parola. <> sottaciuto. 2 Che è già stato nominato. ~ sopraddetto. 3 Soprannominato.
 lat. dictus, p.p. di dicere.
sm. 1 Parola. ~ discorso. 2 Facezia. ~ arguzia. 3 Motto, proverbio. ~ sentenza.
 agg. named, called, know as. sm. saying.
 lat. dictum, s. da dictus.

detumescènza, sf. Riduzione di una tumefazione.

deturpaménto, sm. Il deturpare e lo stato della cosa deturpata.

deturpàre, v. tr. Rendere turpe, sfigurare. ~ deformare. <> abbellire, migliorare.
 v. tr. to disfigure.
 lat. deturpare, comp. da de-+ turpare.

deturpatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi deturpa.

deturpazióne, sf. Il deturpare e l'effetto; la cosa che deturpa.

Deucalióne Figlio di Prometeo sopravvisse con la moglie Pirra al diluvio provocato da Zeus per distruggere l'umanità, grazie all'arca costruita su consiglio del padre. Giunti a Parnaso, secondo l'oracolo di Delfi, gettarono dietro di loro delle pietre, simbolo delle ossa della madre Terra, dalle quali nacquero uomini e donne.

deumidificàre, v. tr. Ridurre il tasso d'umidità dell'aria.

deumidificatóre, sm. Dispositivo per deumidificare.

deus ex machina, loc. sost. m. invar. 1 Espressione latina che significa "una divinità da un macchinario". Nelle tragedie la divinità veniva calata sulla scena da una macchina. L'espressione è usata per indicare un intervento inatteso e risolutorio di una situazione critica. 2 Persona o evento che risolve una situazione difficile. il deus ex machina della situazione.

deuteranopìa, sf. Incapacità di vedere il verde.

deutèrio, sm. Isotopo dell'idrogeno con simbolo D o 2H, detto anche idrogeno pesante. Il suo nucleo è formato da un protone e da un neutrone. Le sue caratteristiche fisiche, a eccezione della temperatura di ebollizione, sono simili a quelle dell'idrogeno. Il suo ossido, detto acqua pesante, è impiegato con l'ossigeno nei reattori atomici per rallentare i neutroni.

deutero- Primo elemento di parole composte derivato dal greco déuteros, che significa "secondo".

deuterocanònico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a quei libri dell'Antico e Nuovo Testamento ricevuto dalla Chiesa nel canone ufficiale dei libri sacri solo dopo alcune contestazioni.

deuteromicèti Sinonimo di Funghi imperfetti.

deuteróne, sm. Sinonimo di deutone.

Deuteronòmio Quinto libro del Pentateuco. Si tratta di una nuova edizione dei precetti dati da Mosè nei libri precedenti al popolo ebraico.

Deuterostòmi Gruppo della classificazione del regno animale appartenente al sottoregno dei Metazoi e comprendente gli animali più evoluti e differenziati. Comprende i seguenti tipi: Chetognati, Pogonofori, Pterobranchi, Enteropneusti, Echinodermi e Cordati.

deutóne, sm. Nucleo dell'atomo di deuterio o idrogeno pesante formato da un protone e da un neutrone.

deutoplàsma, sf. L'insieme delle sostanze di riserva incluse nel citoplasma dell'uovo e costituite da piccole sfere di sostanze albuminoidi.

Deutsch, Helene (Przemysl, Polonia 1884-Cambridge, Massachusetts 1982) Psicanalista, allieva di S. Freud, fu la prima donna ad assumere nel 1923 la direzione dell'Istituto Psicoanalitico di Vienna. Emigrata negli Stati Uniti d'America, si occupò quasi esclusivamente degli aspetti della psicologia femminile, mettendone in risalto, come tratti fondamentali, la passività, il masochismo e il narcisismo. Identificò e descrisse il concetto di personalità tipo "come se", attualmente di grande interesse. Tra i suoi saggi, Psicologia della donna.

Deux-Sèvres Dipartimento (346.000 ab.) della Francia centro-occidentale, capoluogo Niort.

Deva Città (79.000 ab.) della Romania, nella Transilvania.

devalutazióne, sf. Abbassamento ufficiale della moneta di un paese. ~ svalutazione.

devanagàrico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Alfabeto usato per la lingua sanscrita e per un certo numero di lingue indiane moderne.

devastàre, v. tr. 1 Rovinare con impeto e saccheggiando. ~ depredare. 2 Deturpare. ~ distruggere. 3 Imbruttire. ~ sfigurare.
 v. tr. to ravage, to devastate.
 lat. devastare, comp. da de-+ vastare rendere vuoto.

devastatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi devasta.

devastazióne, sf. 1 Distruzione, desolazione. ~ rovina. 2 Saccheggio, sterminio. ~ depredazione.
 lat. tardo devastatio,-onis.

développé, sm. Voce francese che identifica un movimento d'adagio nella danza accademica.

deverbàle, agg. e sm. Di nome che deriva da un verbo.

Dèvero Valle delle Alpi Lepontine, in provincia di Novara.

devetrificazióne, sf. 1 Difetto di un rivestimento ceramico consistente nell'opacità della vetrina. 2 Difetto dei vetri dovuto a un processo di cristallizzazione.

deviaménto, sm. Atto del deviare.

deviànte, agg., sm. e sf. agg. 1 Che va o porta fuori strada. ~ fuorviante. 2 Che manifesta devianza. ~ anomalo.
sm. e sf. Chi manifesta devianza.

deviànza, sf. 1 In sociologia è il comportamento sociale individuale o di un gruppo, caratterizzato da aspettative diverse da quelle condivise dalla società o dalla violazione di norme sociali prestabilite. 2 Somma dei quadrati degli scarti di una variabile.

deviàre, v. v. intr. 1 Uscire dalla propria via per prenderne un'altra. ~ dirottare, sviare. <> incanalare, instradare. 2 Discostarsi dalla norma, uscire dall'usanza, dalla regola. ~ fuorviare. 3 Allontanarsi. ~ discostarsi. <> attenersi a, seguire. deviare dall'argomento, fare una digressione.
v. tr. Far deviare, far cambiare direzione. ~ sviare. deviarono la corrente del fiume, per potere effettuare i lavori sulla sponda.
 v. intr. to deviate, to turn off. v. tr. to divert.
 lat. deviare, comp. da de-+ deriv. da via strada.

deviàto, agg. e sm. Che, chi ha comportamenti devianti.

deviatóio, sm. Scambio ferroviario.

deviatóre, sm. Ferroviere addetto alla manovra di uno scambio ferroviario.

deviazióne, sf. 1 Il deviare e l'effetto. ~ digressione. 2 Modificazione rispetto alla posizione naturale, normale. ~ degenerazione.
 sf. 1 deviation. 2 (stradale) diversion, detour.
 lat. tardo deviatio,-onis.
Deviazione magnetica
Angolo formato dall'ago magnetico con il meridiano magnetico del luogo.
Deviazione standard
In statistica è la media quadratica degli scarti dalla media aritmetica di un insieme di determinazioni sperimentali. Viene usato come indice dell'errore commesso usando il valore medio invece dei valori osservati.

deviazionìsmo, sm. Tendenza a deviare dall'ortodossia di un partito.

deviazionìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi pratica il deviazionismo.

devisceràto, agg. Che è stato privato delle viscere.

devitalizzàre, v. tr. Togliere l'attività vitale di un organo.

devmo Sigla di devotissimo.

devoltóre, sm. Generatore elettrico collegato in maniera che la forza elettromotrice prodotta si sottragga alla tensione erogata da un'altra sorgente.

devolutìvo, agg. Relativo alla devoluzione.

devoluzióne, sf. 1 Destinazione di una somma a un determinato uso. 2 Trasferimento di beni o diritti.
 sf. transfer, devolution.
 lat. tardo devolutio,-onis, deriv. da devolutus, p.p. di devolvere.
Guerra di devoluzione
Guerra combattuta tra Spagna e Francia negli anni 1667-1668 per la rivendicazione del possesso dei Paesi Bassi spagnoli da parte del re Luigi XIV di Francia in nome della moglie Maria Teresa, figlia del defunto re di Spagna Filippo IV. La Francia si opponeva a Carlo II di Spagna, figlio di secondo letto di Filippo IV. La guerra si concluse con la pace di Aquisgrana (1668) in cui la Francia rinunciò ai territori che aveva invaso della Franca Contea, conservando però le Fiandre.

devòlvere, v. tr. 1 Trasmettere, destinare ad altri o a un uso diverso un bene o un diritto; dare, destinare. ~ donare, elargire. 2 Far scendere giù. ~ varare.
 v. tr. to give, to assign, to devolve, to transfer.
 lat. devolvere, comp. da de-+ volvere volgere.

Devon (Canada) Isola del Canada, nell'Arcipelago Artico.

Devon (Gran Bretagna) Contea (1.049.000 ab.) della Gran Bretagna, capoluogo Exeter.

devoniàno, agg. e sm. agg. Relativo al terzo periodo del Paleozoico.
sm. Periodo dell'era Paleozoica seguito al Siluriano e precedente al Carbonifero.
È caratterizzato da calcari madreporici e arenarie rosse. Prende il nome dalla contea di Devon in Gran Bretagna, luogo in cui si depositarono coltri sedimentarie, terrestri e marine. I primi esseri viventi furono i branchiopodi che affiancarono le ammoniti. Solo in seguito si diffusero i plocodermi e Pesci cartilaginei e ossei. Sulla terraferma apparvero ragni, insetti e i primi anfibi; tra le piante le felci e le spermatofiti.

devotio moderna Movimento di riforma religiosa di carattere mistico e ascetico nato nei Paesi Bassi verso la fine del XIV sec.

devòto, agg. e sm. agg. 1 Che è pronto a far sacrificio di sé a Dio, lo prega abitualmente e ne segue i precetti. ~ credente. animo devoto. 2 Che si dedica interamente a un ideale. ~ dedicato. era devoto al principio della libertà. 3 Affezionato, fedele. ~ fidato. un amico devoto.
sm. 1 Che frequenta assiduamente le sacre funzioni. ~ credente. <> ateo, irreligioso. 2 Persona affezionata e fedele. ~ rispettoso.
 agg. 1 devout, pious. 2 (fedele) devoted.
 lat. devotus, p.p. di devovere offrire in voto.

Devòto, Giàcomo (Genova 1897-Firenze 1974) Linguista. Tra le opere I fondamenti della storia linguistica (1951) e Dizionario della lingua italiana (con G. C. Oli, 1971).

devozionale, agg. Di devozione.

devozióne, sf. 1 Vivo sentimento religioso. la devozione della popolazione era veramente molto radicata. 2 Venerazione speciale verso qualche santo. 3 Deferenza affettuosa verso una persona; dedizione, rispetto. ~ fedeltà. con devozione, formula di chiusura utilizzata nelle lettere.
 sf. devoutness, devotion.
 lat. devotio,-onis, deriv. da devotus, p.p. di devovere.

Dewar, James (Kincardine-on-Forth 1842-Londra 1923) Fisico inglese. Compì importanti studi sulle basse temperature.

Dewey, John (Burlington 1859-New York 1952) Filosofo e pedagogista americano, fondò lo strumentalismo, dottrina secondo cui l'intelligenza è un prodotto dell'evoluzione biologica, mezzo per adattarsi all'ambiente. Tra le sue opere, Scuola e società, Scuola ed educazione, Logica e Teoria dell'immagine.

dextrarum iunctio, loc. avv. Presso i Romani era l'atto di stringersi la mano destra da parte degli sposi durante il rito nuziale

Dezful Città (181.000 ab.) dell'Iran, nel Khuzistan.

Dezzo Fiume (36 km) che nasce dalle Alpi Orobie in Lombardia. Confluisce nell'Oglio.

DG Sigla di Direzione Generale.

dg Simbolo del decigrammo.

DGV Sigla di Direzione Generale delle Valute.

Dhaka Città (6.105.000 ab.) del Bangladesh, capitale dello stato.

dharma, sm. Voce sanscrita che nella civiltà indiana indica la legge sotto tutti i suoi aspetti: civile, metafisico, politico, religioso e sociale.

dharmasutra, sm. Voce sanscrita che nell'antica India designava le raccolte di precetti di diritto sia profano che religioso relativi ai doveri tipici delle varie caste e di ciascuno dei quattro periodi della vita dell'uomo.

Dhaulagiri Cima (8.172 m) del Nepal, nel gruppo dell'Himalaya.

D'hok Regione (293.000 ab.) dell'Iraq, che confina a nord con la Turchia.

Dhôtel, André (Attigny 1900-Parigi 1991) Romanziere francese. Dopo la pubblicazione di una raccolta di versi intitolata Le petit livre clair (1927) e del saggio L'oeuvre logique de Rimbaud (1933), si dedicò all'insegnamento della filosofia prima in Grecia e poi in Francia. Raggiunse il successo solo nel 1955, con la pubblicazione del romanzo Le pays où l'on n'arrive jamais. Altre sue opere degne di nota sono i romanzi Les rues de l'aurore (1947), La nouvelle chronique fabuleuse (1984) e Histoire d'un fonctionnaire (1984), oltre al volume di poesie La vie passagère (1978).

Dhulia Città (210.000 ab.) dell'India, nello stato del Maharashtra.

di, prep. e sm. prep. 1 Indica la proprietà, l'autore. 2 Indica un moto da luogo (uscire di casa). 3 Esprime l'origine, la denominazione, il luogo di nascita (è di Genova; la città di Palermo). 4 Indica un insieme di cui si considera solo una parte (un po' di astuzia, alcuni di noi, sono venuti degli amici; ma è meglio l'ho detto ad amici piuttosto che l'ho detto a degli amici). 5 Si riferisce all'oggetto o al soggetto di un sentimento (l'amore dei genitori). 6 Assume valore appositivo (un tesoro di ragazzo). 7 Indica la materia, il contenuto, lo strumento, il mezzo, il modo, lo scopo o la causa (vaso di vetro, bicchiere di latte, vivere di rendita, venire di corsa, muro di cinta, teatro di prosa, sporco di grasso, morto di fame). 8 Introduce una colpa (lo accusano di truffa). 9 Introduce una specificazione di tempo determinato (d'estate). 10 Indica una limitazione (bello di faccia; lo conosco di vista). 11 Esprime una misura, una stima, un prezzo (bambino di 6 anni, pesce di 2 kg. 12 Introduce l'argomento di uno scritto o una conversazione (parlano di politica, libro di matematica). 13 Concorre alla formazione di locuzioni preposizionali e avverbiali (prima di pranzo, andare di sotto). 14 Si fonde con l'articolo determinativo, formando le preposizioni articolate del, dello, dei, degli, della, delle. 15 Può esprimere una funzione distributiva (di dieci in dieci). 16 Può introdurre il secondo termine di paragone in una comparazione (più veloce di me, più di un'ora).
sm. Nome della lettera d.
 prep. 1 of. 2 (causa, mezzo) with. 3 (una certa quantità) some. 4 (provenienza) from, out of. 5 (tempo) in. 6 (argomento) about. 7 (negazione) any. 8 (comparazione) than (better than you), of (the best of all), in (the biggest hotel in the town).

dì, sm. Giorno.
 sm. day.

Di Cènta, Manuèla (Paluzza, Udine 1964-) Sciatrice di fondo. Alle olimpiadi del 1994 vinse l'oro nella 15 e nella 30 km, l'argento nella 5 km e nella staffetta. Fu vincitrice della Coppa del mondo nel 1994 e nel 1996.

Di chi è la colpa? Romanzo di A. Herzen (1846).

Di Giàcomo, Salvatóre (Napoli 1860-1934) Poeta e scrittore, la sua produzione è ricca di riferimenti realistici e popolari e presenta un verismo limitato dal gusto per i toni patetici. La sua poesia fu malinconica e intrisa di intensa musicalità. Tra le sue opere, le commedie 'O voto, Mese mariano, Assunta Spina. Tra le poesie, Ariette e sonette, Poesie. Scrisse le parole della famosa canzone Marechiaro.

Di Giovànni, Vincènzo (Salaparuta, Trapani) 1832-1903) Filologo e filosofo. Sacerdote, ha lasciato l'importante opera Storia della filosofia in Sicilia dai tempi antichi al secolo XIX (1872).

Di là dal bene e dal male Opera di filosofia di F. W. Nietzsche (1886).

Di là del fiume e tra gli alberi Romanzo di E. Hemingway (1950).

Di Piètro, Antònio (Montenero di Bisaccia 1950-) Magistrato e uomo politico. Attivo dal 1985 a Milano, nel 1992 ha partecipato all'inchiesta Mani pulite, combattendo la corruzione politica. Nel 1995 ha lasciato la magistratura e nel maggio 1996 è entrato a far parte del governo Prodi come ministro dei lavori pubblici. Coinvolto a sua volta in inchieste giudiziarie, si è dimesso. Nel 1997 è diventato senatore nelle file dell'Ulivo. Nel marzo 1998 a Sansepolcro (Arezzo), ha proclamato la nascita di una nuova formazione politica italiana, battezzata Italia dei valori.

Di qua dal paradiso Romanzo di F. S. Fitzgerald (1920).

Di qui all'eternità Romanzo di J. Jones (1951).

Di Stefano, Alfredo (Buenos Aires 1926-) Calciatore argentino. Dal 1953 al 1964 giocò con il Real Madrid conquistando la Coppa dei Campioni ben cinque volte.

Di Stéfano, Giusèppe (Motta Sant'Anastasia 1921-) Tenore con predilezione per i ruoli lirico-drammatici.

Di Vittòrio, Giusèppe (Cerignola 1892-Lecco 1957) Sindacalista e uomo politico, fu deputato socialista nel 1921 e comunista nel 1924. Venne condannato a dodici anni di carcere, che scampò fuggendo in Francia ove continuò la sua attività politica. Organizzò le barricate internazionali in Spagna, fu arrestato in Francia nel 1941 ed estradato in Italia dove fu esiliato a Ventotene. Dal 1943 riorganizzò il sindacato, divenendo segretario della CGIL negli anni della rottura dell'unità sindacale. Dal 1949 fu presidente della Federazione sindacale mondiale (FSM) e deputato alla costituente.

dia- Primo elemento di parole composte derivato dal greco dià, ossia attraverso.

DIA Sigla di Direzione Investigativa Antimafia.

diabase, sf. Roccia effusiva di colore verde la cui composizione è la stessa dei gabbri, ma con giacitura filoniana e struttura ofitica.

diabète, sm. Malattia del ricambio (diabete mellito), consistente nell'alterazione permanente del metabolismo degli zuccheri, dovuta a insufficiente produzione d'insulina. Può essere ereditaria; nel diabetico è riscontrabile un'elevata quantità di zucchero nelle urine e glicemia alta. Nel caso venga trascurata, la malattia può portare al coma iperglicemico o ipoglicemico. I pazienti affetti da diabete mellito vengono suddivisi in due classi: gli insulinodipendenti (IDDM) e i non-insulinodipendenti (NIDDM). I primi devono sottoporsi costantemente alla terapia insulinica e comprendono generalmente soggetti giovani, nei quali la malattia insorge bruscamente a causa di un'infezione virale pancreatica. I secondi possono invece essere curati con farmaci antidiabetici più blandi e includono tutti quei pazienti, generalmente di media età e con parenti di primo grado già affetti da diabete mellito, in cui la patologia ha uno sviluppo graduale. Nella terapia del diabete mellito, i farmaci antidiabetici e l'insulina devono essere associati a una dieta molto rigida, caratterizzata dalla quasi totale assenza di zuccheri e bevande alcoliche.
 sm. diabetes.
Diabete bronzino
Diabete mellito associato alla cirrosi epatica.
Diabete insipido
Malattia caratterizzata da una grande emissione di urina molto diluita, a causa di un assorbimento ridotto dell'acqua da parte dei tubuli renali.

diabètico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Di diabete.
sm. Malato di diabete.

Diaboliche, Le Racconto di J. A. Barbey d'Aurevilly (1874).

Diabolici, I Film drammatico, francese (1954). Regia di Henri-Georges Clouzot. Interpreti: Simone Signoret, Vera Clouzot, Charles Vanel. Titolo originale: Les diaboliques

diabòlico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di diavolo. ~ demoniaco. <> angelico. 2 Maligno, perfido. ~ infernale. <> celestiale.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Sentenza citata nei Sermoni di San Bernardo.

diac, sm. Semiconduttore al silicio a due elettrodi a conduzione bidirezionale.

diacciàre, v. tr. Far divenire freddo come il ghiaccio.

diàccio, agg. Freddo, gelato come il ghiaccio.

diachènio, sm. Frutto secco, costituito da due acheni.

diacinèsi, sf. Quinto e ultimo stadio della profase della meiosi. In questa fase diminuisce il numero dei chiasmi, aumenta la spiralizzazione dei cromosomi, si spostano e scompaiono nucleolo e membrana nucleare.

diàclasi, sf. Frattura che si produce in una massa rocciosa in seguito a movimenti tellurici o ad altre cause meccaniche.

diaconàle, agg. Relativo al diacono o al diaconato.

diaconàto, sm. Secondo degli ordini maggiori che attribuisce al chierico la facoltà di assistere il sacerdote durante le funzioni liturgiche.

diaconéssa, sf. Nella chiesa cristiana primitiva e in varie chiese protestanti, donna addetta a determinati riti.

diaconìa, sf. 1 Ufficio di diacono nelle comunità cristiane primitive. 2 Operazione per le opere assistenziali in alcune chiese protestanti. 3 Titolo attribuito ai cardinali.

diàcono, sm. Chierico che ha ricevuto l'ordine del diaconato.
 sm. deacon.
 lat. diaconus, dal greco diàkonos ministro del tempio.

diacrìtico, agg. (pl. m.-i) Di segno grafico che modifica un altro segno (per esempio la cediglia in francese).

diacronìa, sf. Prospettiva storica, evolutiva nell'osservazione degli eventi e dei fenomeni, specie linguistici.

diacrònico, agg. (pl. m.-ci) Della diacronia.

dìade, sf. 1 Unità di due elementi che si integrano reciprocamente. 2 Coppia di cromosomi omologhi uniti allo stadio zigotene della profase della meiosi.

diadèlfo, agg. Si dice degli stami saldati per i filamenti in due gruppi.

diadèma, sm. (pl.-i) 1 Nell'antichità classica e presso i popoli orientali, fascia di tela o cerchio d'oro portato sul capo. 2 Ornamento del capo, con gemme, che portano le signore nei ricevimenti di gala. 3 Corona reale.
 sm. 1 diadem. 2 (femminile) tiara.
 lat. diadema,-atis, dal greco diàdema, deriv da diadèin legare.
Di origine incerta, era usato dai greci e aveva significato religioso o civile; per i sacerdoti era un simbolo di consacrazione agli dei mentre per i sovrani asiatici era simbolo di potenza civile. Alessandro Magno usò come diadema reale una fascia bianca piena di preziose decorazioni che fu indossata da tutti i suoi successori. Per i romani aveva un significato negativo in quanto simboleggiava una dominazione di tipo tirannico; fu usato per la prima volta da Diocleziano. Dal IV sec. acquistò prestigio fino a diventare un'opera di oreficeria; un cerchio d'oro veniva sormontato di pietre preziose, perle e opali. I mosaici di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, testimoniano come il diadema fosse utilizzato da molti imperatori d'Oriente. Nel medioevo in occidente venne chiamato corona, frontale e ghirlanda acquisendo un significato regale e religioso; nel rinascimento il suo scopo fu solo decorativo. Questo prezioso gioiello oggi è usato solo da principesse o regine.

diàdico, agg. Che concerne la diade, che è duplice.

diàdoco, sm. (pl.-chi) 1 Ciascuno dei successori di Alessandro Magno. 2 Titolo del principe ereditario in Grecia.

diadococinesìa, sf. Facoltà di eseguire rapidamente una successione di movimenti antagonisti.

diadùmeno Una delle statue più importanti di Policleto raffigurante un giovane atleta.

diafanimetrìa, sf. In metrologia è la misurazione del grado di visibilità e trasparenza dell'atmosfera.

diafanìmetro, sm. Strumento ottico.

diafanità, sf. Proprietà dei corpi diafani.

diàfano, agg. 1 Che lascia passare la luce. ~ trasparente. <> opaco. 2 Pallido, delicato, gracile. ~ esile. <> robusto, forte.

diafanoscopìa, sf. Illuminazione attraverso le ossa di cavità naturali del corpo per studiarne la trasparenza.

diàfisi, sf. Corpo di un osso lungo.

diafonìa, sf. Dissonanza, discordanza.

diafònico, agg. (pl. m.-ci) Discordante.

diàfora, agg. e sf. In meteorologia è la linea che unisce i punti della Terra con uguale escursione termica annuale.

diaforèsi, sf. Sudorazione abbondante.

diaforètico, agg. (pl. m.-ci) Di rimedio che favorisce la sudorazione.

diafràmma, sm. (pl.-i) 1 Elemento divisorio, che serve a separare. 2 Muscolo del torace. 3 Nelle macchine fotografiche, disco provvisto di un foro ad apertura regolabile che serve a limitare la luce trasmessa alla pellicola dall'obiettivo. 4 La laminetta vibrante degli apparecchi acustici. 5 In medicina è un contraccettivo di barriera che consiste in un cappuccio di gomma con bordo arrotolato, che la donna inserisce, attraverso la vagina, sul collo dell'utero prima del rapporto sessuale.
 sm. 1 (divisorio) screen. 2 (anat., fotog.) diaphragm.
Muscolo dei Mammiferi che separa la cavità toracica da quella addominale; è collegato allo sterno, alle costole e alle vertebre lombari. Facilita l'inspirazione poiché, abbassandosi, consente la dilatazione della cavità toracica e dei polmoni. Il suo controllo è molto importante nelle tecniche di canto, specie di quello lirico.
Diaframma di apertura limitata
In fotografia è il dispositivo che regola il fascio di luce che attraversa un obiettivo per raggiungere la pellicola. Tale apertura è indicata da un numero, ottenuto dividendo la lunghezza focale dell'obiettivo per il diametro dell'apertura.

diaframmàre, v. tr. Limitare l'ampiezza del fascio di raggi che attraversa un sistema ottico.

diaframmàtico, agg. Relativo al diaframma.

diaftorèsi, sf. Metamorfismo regressivo o retrogrado che, nell'epizona, subiscono le rocce che sono già state sottoposte a un metamorfismo di grado maggiore nella mesozona o nella catazona.

diagènesi, sf. Trasformazione subita da un deposito sedimentario a opera di organismi che lo consolidano attraverso processi di cementazione e di cristallizzazione o a opera di acque di infiltrazione.

diaginico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai caratteri ereditari legati al sesso che si trasmettono attraverso le femmine e si presentano nei maschi.

diàgnosi, sf. invar. 1 Determinazione della natura e dei caratteri di una malattia, dedotta dagli esami analitici e dai sintomi. 2 Analisi di un fenomeno. la diagnosi della situazione economica non lascia molto da sperare.
 sf. diagnosis.
 greco diagnosis, deriv. da diagignòskein distinguere.

diagnòsta, sm. Medico particolarmente abile nel formulare diagnosi.

diagnòstica, sf. Branca della medicina relativa alla formulazione della diagnosi.

diagnosticàre, v. tr. Riconoscere mediante diagnosi.

diagnòstico, agg. e sm. (pl. m.-i) agg. Di diagnosi.
sm. Medico che fa la diagnosi.

diagonàle, agg., sm. e sf. agg. Trasversale, obliquo. ~ trasverso.
sm. Stoffa tessuta obliquamente rispetto all'ordito.
sf. 1 Segmento tracciato fra due vertici opposti di un poligono. 2 Ogni linea che passa di traverso in uno spazio.
 agg. e sf. diagonal.
 lat. diagonalis, dal greco diagonios, comp. di dia-, da dia attraverso + deriv. da gonìa angolo.

diagràmma, sm. (pl.-i) 1 Rappresentazione grafica di una funzioni o altri tipi di relazioni matematiche. 2 Disegno che rappresenta un fenomeno.
 sm. diagram.
Diagramma di flusso
Rappresentazione grafica di un algoritmo. È usato in informatica nell'analisi dei problemi di stesura di programmi.
Diagramma C-L (colore-luminosità)
È la rappresentazione grafica, elaborata da Hertzsprung-Russel, della magnitudine assoluta delle stelle in funzione del loro tipo spettrale o colore. È normalmente detto diagramma H-R.

diagrammàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al diagramma.

dialèfe, sf. Iato tra due vocali consecutive, la seconda all'inizio della parola seguente.

dialettàle, agg. Che è proprio del dialetto; che si riferisce al dialetto.

dialettalìsmo, sm. Vocabolo o espressione di origine dialettale.

dialèttica, sf. 1 Arte della discussione e del dialogo e della ricerca della verità attraverso discussioni e argomenti esposti secondo rapporti logici ed efficaci. 2 Capacità di sostenere un discorso logico e convincente; abilità nel discutere. ~ loquacità.
 lat. dialectica (ars), dal greco dialektikè (tèchne).
Iniziata da Zenone di Elea, con i sofisti e Platone coincide con l'indagine filosofica circa il rapporto tra l'uno e la molteplicità. Per Aristotele è una parte della logica; per Kant, quella trascendentale è l'errore della ragione che supera i limiti dell'esperienza. L'idealismo postkantiano e il pensiero di Hegel si occupano del concetto di dialettica come logica del divenire, come rapporto tra l'infinito e il finito. Per Hegel in particolare essa è il movimento della realtà razionale che si basa su tesi, antitesi, sintesi, in cui ogni momento finito s'invera nel rapporto con l'assoluto. Tale concezione resiste tutt'oggi.

Dialettica dell'illuminismo Opera di filosofia di M. Horkheimer con T. Adorno (1944).

dialèttico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Proprio della dialettica. 2 Convincente. aveva una grande abilità dialettica.
sm. Che è abile nella discussione.
 lat. dialecticus, dal greco dialektikos, deriv. da dialegein parlare.

dialètto, sm. Sistema linguistico, caratteristico di una determinata zona geografica, più o meno simile alla lingua ufficiale nazionale, ma che non ha acquisito lo statuto sociale e culturale di tale lingua. Se in un'area linguistica, in cui sono parlate numerose lingue affini, una di queste viene elevata a lingua ufficiale e viene appresa da tutti i parlanti che vivono in quell'area, tutte le altre diventano dialetti. È quanto è accaduto in Italia fra il Duecento e il Cinquecento, quando il toscano ha assunto un ruolo dominante tra i tanti volgari italiani. La distinzione tra lingua e dialetto non è strettamente linguistica, ma piuttosto sociopolitica: la lingua è sostenuta da istituzioni come la scuola, la letteratura, il giornalismo e serve a una comunicazione più vasta, talvolta anche internazionale. Il dialetto riguarda solo istituzioni culturali locali e viene impiegato soprattutto per le comunicazioni orali in ambiti geograficamente ristretti, generalmente come strumento alternativo rispetto alla lingua ufficiale. Tuttavia, i dialetti hanno costituito il serbatoio linguistico che ha arricchito l'italiano moderno. Dal punto di vista storico, l'uso letterario del dialetto si trova già nel Rinascimento (Ruzante), fra Settecento e Ottocento viene assunto come strumento realistico (C. Goldoni, G. G. Belli, C. Porta). Il ricorso al dialetto, da C. Porta in poi, si fa più frequente (Eduardo, S. Di Giacomo, G. Verga, P. P. Pasolini, C. E. Gadda), utilizzato sia per arricchire l'italiano sia in modo esclusivo. In Italia sono distinguibili molti dialetti, con caratteri distintivi spesso risalenti a fattori storici e sociali. ~ gergo, parlata, vernacolo. <> lingua.
 sm. dialect.
 lat. dialectos (-us), dal greco diàlektos.

dialettòfono, agg. e sm. Che, chi parla un dialetto.

dialettologìa, sf. Ramo della linguistica che studia i dialetti.

dialettòlogo, sm. (pl.-gi) Esperto, studioso di dialettologia.

dialipètalo, agg. e sf. agg. Si dice del fiore con corolla formata da petali non concresciuti.
sf. pl. Gruppo di piante coripetale caratterizzate dalla corolla dialipetala.

diàlisi, sf. 1 Procedimento impiegato al fine di separare sostanze colloidi da quelle cristalline, tramite opportune membrane. 2 In medicina è l'eliminazione, ottenuta con appositi strumenti, dell'urea contenuta in eccesso nel sangue. Trattamento indispensabile nell'insufficienza renale cronica per scongiurare l'autointossicazione dell'organismo e quindi la morte.

dializzàre, v. tr. Sottoporre a dialisi.

dializzatóre, sm. Apparecchio con cui si effettua la dialisi.

diàllage, sf. Figura retorica per cui molti argomenti convergono alla stessa conclusione.

diallàgio, sm. Silicato alluminifero di calcio, ferro e magnesio appartenente al gruppo dei pirosseni monoclini. Si trova in natura in cristalli verdi e bruni.

diallèlo, sm. Nella logica antica è il tipo di ragionamento che si sforza di dare per dimostrato ciò che in realtà è proprio da dimostrare.

dialogàre, v. v. tr. Scrivere, ridurre in dialogo.
v. intr. 1 Aprire un dialogo. ~ comunicare, colloquiare. cercava di non dialogare con l'opposizione. 2 Conversare, discorrere. ~ parlare.

dialogàto, agg. e sm. agg. Che ha forma di dialogo.
sm. Testo scritto o ridotto in forma di dialogo.

Dialoghi Titolo sotto cui vengono comunemente riuniti i 35 dialoghi attribuiti al filosofo greco Platone (Atene 417 a. C.-347 a. C.). I dialoghi, importanti dal punto di vista concettuale e artistico, sono: l'Apologia di Socrate, Critone, Lachete, Eutifrone, Carmide, Liside, Ione, Ippia maggiore, Ippia minore, Protagora, Menone, Menesseno, Cratilo, Eutidemo, Simposio, Fedone, Repubblica, Fedro, Parmedide, Teeteto, Sofista, Politico, Filebo, Timeo, Crizia, Ermocrate. Dal punto di vista stilistico, il dialogo è un genere letterario che Platone ha elaborato in modo originale e portato a livelli altissimi di perfezione. L'ampiezza della sua produzione e la molteplicità degli interessi teorici dell'autore fanno ritenere Platone il più grande personaggio della storia della filosofia. L'influsso delle teorie platoniche è sensibile ancor oggi, a distanza di 2400 anni.

Dialoghi con Leucò Romanzo di C. Pavese (1947).

Dialoghi d'amore Opera di Leone Ebreo (postuma 1535).

Dialoghi degli dei Prosa di Luciano (seconda metà II sec.).

Dialoghi dei morti Opera di filosofia di Luciano (seconda metà II sec.).
Dialoghi dei morti
Opera di filosofia di B. de Fontenelle (1683).

Dialoghi delle carmelitane Dramma di G. Bernanos (postumo 1952).

Dialoghi delle carmelitane, I Opera in tre atti e dodici quadri di F. Poulenc, testo di G. Bernanos (Milano, 1957).

Dialoghi delle cortigiane Dialoghi di Luciano (seconda metà II sec.).

dialoghìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi scrive dialoghi.

dialògico, agg. (pl. m.-ci) Di dialogo.

dialogìsmo, sm. Forma dialogica.

dialogìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Scrittore di dialoghi.

dialogìstico, agg. (pl. m.-ci) Dialogico.

dialogizzàre, v. tr. Ridurre in forma di dialogo.

diàlogo, sm. (pl.-ghi) 1 Discorso alterno di due o più persone; conversazione. ~ colloquio. 2 Componimento di un brano che usa la forma dialogica. 3 Componimento per due o più voci o per due o più strumenti.
 sm. dialogue.
 lat. dialogus, dal greco diàlogos, deriv. da dialègesthai conversare.
Nell'antica filosofia è il trattato che tende alla verità, tramite l'esposizione di concetti opposti. Sorse con Platone, che nei Dialoghi ripropone i temi di Socrate. Nella letteratura cristiana è diventato il mezzo apologetico per trattare temi morali e filosofici. Il primo esempio di prosa scientifica in volgare è stato il Dialogo sopra i due massimi sistemi di Galileo Galilei.
In poesia è tipico dell'epica e della lirica corale greca, connotata da elementi fortemente drammatici.

Dialogo della divina provvidenza Prosa religiosa di santa Caterina da Siena (1378). Testo dettato da santa Caterina ad alcuni discepoli. Conosciuto anche con titoli diversi, come Trattato della divina provvidenza, Libro della divina rivelazione, o Dialogo della divina dottrina. Fu diffuso in vari manoscritti, con numerose varianti. La prima edizione a stampa si ebbe nel 1472. Attualmente, reca la suddivisione in trattati e capitoli che era assente nei codici manoscritti. Comprende 167 capitoli, con un primo gruppo di otto costituenti una sorta di introduzione. Il resto dell'opera è suddiviso in Trattato della discrezione (capitoli dal IX al LVIV) sulla conoscenza di Dio e di sé stessi, Trattato dell'orazione (LXV al LXXXIV) sulla comunicazione personale con Dio, Trattato della provvidenza (LXXXV-CLIII) sulla salvezza delle anime e Trattato dell'obbedienza (CLIV-CLXVII). I titoli sono parzialmente indicativi, in quanto non sempre corrispondono al contenuto, che tocca diversi argomenti. L'obiettivo che si propone l'opera è quello di condurre il cristiano all'amore di Dio anche attraverso il timore dei castighi.

Dialogo della lingua Saggio di J. de Valdés (1535, pubblicato postumo nel 1737).

Dialogo sopra i due massimi sistemi Opera scientifica di G. Galilei (1632).

Dialogo sopra la nobiltà Prosa di G. Parini (1757).

Dialogus de oratoribus Opera di storia di C. Tacito (68-96).

diamagnètico, agg. (pl. m.-ci) Di diamagnetismo.

diamagnetìsmo, sm. Proprietà per cui una sostanza (argento, bismuto, oro ecc.) con permeabilità magnetica inferiore all'unità ha magnetizzazione indotta in senso opposto a quella del campo inducente. I corpi diamagnetici vengono respinti da un magnete.

Diamànte Comune in provincia di Cosenza (4.953 ab., CAP 87023, TEL. 0985).

diamànte, sm. 1 Carbonio puro cristallizzato, il più duro dei minerali. 2 Strumento avente una piccola punta di diamante che viene usato dai vetrai per tagliare il vetro. ~ tagliavetro. 3 Carattere tipografico di corpo molto piccolo. 4 Nel baseball, il quadrato centrale del campo da gioco.
 sm. diamond.
 lat. tardo diamas,-antis.
Materiale formato da carbonio cristallizzato nel sistema cubico, con forma di ottagono o esacisottaedro. Ha una durezza di 10 nella scala di Mohs e un caratteristico splendore. Risulta inattaccabile dagli acidi, ha peso specifico di 3,52 g/cm3 e brucia a 800 °C. I principali giacimenti si trovano in Zaire e nella Repubblica sudafricana. Sono generalmente di dimensioni non adatte alla creazione di gemme, per le quali devono essere sottoposti a lavorazioni di tagli (a rosetta, a brillante). Il diamante più celebre fu il Cullinan, trovato a Pretoria nel 1905, con peso grezzo di 3.106 carati. Viene, per la maggior parte, usato nella lavorazione tecnica e industriale (seghe, abrasivi, perforatrici); solo una minima parte viene destinata alla produzione di oggetti preziosi.

diamantìfero, agg. Che contiene diamanti.

diametràle, agg. Relativo al diametro.

diametralménte, avv. 1 Lungo la linea del diametro. 2 In opposizione diretta.

diàmetro, sm. Ogni corda che passa per il centro di un cerchio, di una sfera, di un ellisse o un'iperbole; è di misura doppia rispetto a quella di un raggio. In una parabola è ogni retta parallela all'asse.
 sm. diameter.
Diametro apparente
Angolo dal quale, dal centro della Terra, viene visto il diametro lineare di un oggetto celeste esteso. Per la Luna, esso varia in relazione alla distanza dalla Terra; per il Sole, esso cambia durante l'anno per effetto dell'orbita ellittica della Terra.

diàmine, inter. Esprime stupore, riprovazione, impazienza.

diammìde, sf. Composto chimico che contiene due funzioni ammidiche.

diammìna, sf. Composto chimico che possiede due funzioni amminiche. Sono composti basici e danno sali.

diàna, sf. 1 Stella che appare in cielo all'alba prima del sorgere del Sole (il pianeta Venere). 2 Segnale della sveglia nelle caserme. 3 Incitamento all'azione. 4 Termine con cui gli alchimisti indicavano l'argento. 5 Scimmia africana della famiglia dei Cercopitecidi con sottogola bianco e caratteristica barba.

Diàna Personaggio mitologico, dea romana. Identificazione della greca Artemide.

diandrico, agg. (pl. m.-ci) Si dice di caratteri ereditari legati al sesso che si trasmettono attraverso i maschi e si presentano nelle femmine.

diàndro, agg. Riferito a un fiore che porta due soli stami.

dianètica, sf. Secondo la definizione data dalla chiesa di Scientologia che ne ha depositato il marchio è la tecnologia del risanamento spirituale basata sulle opere di Ron Hubbard e anche i relativi servizi e prodotti offerti da tale chiesa e dalle associazioni affiliate.

dianisidìna, sf. Base di formula (CH3O)(NH2)C6H3-C6H3(NH2)(OCH3) che fonde a 131°. Utilizzata per la preparazione di coloranti azoici sostantivi.

Diàno Arentìno Comune in provincia di Imperia (518 ab., CAP 18010, TEL. 0183).

Diàno Castèllo Comune in provincia di Imperia (1.506 ab., CAP 18010, TEL. 0183).

Diàno d'Àlba Comune in provincia di Cuneo (2.734 ab., CAP 12055, TEL. 0173).

Diàno Marìna Comune in provincia di Imperia (6.067 ab., CAP 18013, TEL. 0183).

Diàno San Piètro Comune in provincia di Imperia (991 ab., CAP 18010, TEL. 0183). Centro agricolo (olive, ortaggi, frutta) e della floricoltura.

dianoètico, agg. (pl. m.-ci) Proprio della dianoia. ~ discorsivo.

diànoia, sf. Per i filosofi greci antichi, in particolare Platone e Aristotele, era la conoscenza discorsiva, che procede cioè per gradi, in contrapposizione con quella intuitiva.

dianthus, sm. Genere di piante erbacee perenni o annue note soprattutto con il nome di garofani. Ne esistono trecento specie.

diànzi, avv. Poco fa.

diàpason, sm. 1 Registro di una voce o di uno strumento. ~ tessitura. 2 Strumento mediante il quale è possibile creare un suono con una determinata frequenza. 3 Culmine. ~ apice.
Il diapason è formato da un'asta d'acciaio a forma di U. Fatto vibrare, percuotendo una delle estremità (rebbi), produce onde acustiche con frequenza diversa a seconda del diapason stesso. Viene usato nella pratica musicale.
Diapason elettromagnetico
Diapason usato per il controllo dei circuiti elettrici.

diapedèsi, sf. Migrazioni dei leucociti fuori dalle pareti vasali.

diapènte, sf. Termine musicale impiegato dai teorici greci e del Rinascimento per indicare l'intervallo di quinta giusto.

diapirìsmo, sm. Fenomeno che porta alla formazione dei diapiri.

diàpiro, sm. Massa di rocce plastiche e leggere risalite attraverso le rocce sovrastanti più pesanti e più recenti.

diapositìva, sf. Copia fotografica positiva su mezzo trasparente, usata soprattutto per proiezioni.
 sf. slide, transparency.

diaproiettóre, sm. Proiettore per diapositive.

diarchìa, sf. Sistema di governo in cui il potere viene esercitato da due persone o da due organi politici.

diarco, agg. (pl. m.-chi) riferito alla radice che ha due arche legnose.

Diari intimi Prosa di Ch. Baudelaire (postuma 1909).

diària, sf. Compenso giornaliero corrisposto all'impiegato in trasferta come rimborso forfetario delle spese di viaggio e di soggiorno. ~ indennità.
 sf. daily allowance.

diàrio, sm. 1 Cronaca giornaliera degli avvenimenti visti o vissuti. 2 Registro giornaliero. ~ agenda. diario di classe, in cui a scuola vengono scritti gli argomenti trattati nelle lezioni. 3 Libro in cui si annotano gli avvenimenti che accadono giorno per giorno. 4 Calendario. diario degli esami.
 sm. journal, diary.
 lat. diarium giornale, deriv. da dies, diei giorno.

Diario Diario di E. e J. de Goncourt (1887-1896).
Diario
Diario di J. Renard (postumo 1926).
Diario
Diario di K. Mansfield (postumo 1927).
Diario
Diario di A. Nin (1966-1976).

Diario a Stella Epistole di J. Swift (postuma 1766-1768).

Diario d'Algeria Opera di poesia di V. Sereni (1947).

Diario del 1835 Diario di H. M´cha (1835).

Diario del ladro Romanzo di J. Genet (1949).

Diario del seduttore, Il Opera di filosofia di S. A. Kierkegaard contenuta in Aut Aut (1843).

Diario di Anna Frank (o Diario) Memorie di A. Frank (1946). L'autrice, nata il 12 giugno 1929 e morta nel marzo del 1945, era una giovane ebrea di Amsterdam che, per due anni, mentre si nascondeva dalle persecuzioni naziste durante la seconda guerra mondiale, tenne un commovente diario, che è stato pubblicato subito dopo la fine della guerra. Dopo la scoperta del nascondiglio segreto della famiglia, tutti i componenti di essa, compresa Anna, vennero deportati, per il fatto di essere ebrei. Anna venne deportata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen e in esso morì. La casa di Anna Frank ad Amsterdam è oggi diventata un museo in ricordo della sfortunata famiglia e delle persecuzioni antiebraiche.

Diario di un curato di campagna Romanzo di G. Bernanos (1936). Il romanzo è costituito dal diario del curato di Ambricourt, parrocchia dell'Artois, e dalla lettera che invia al curato di Torcy il suo amico Louis Dufréty, prete spretato, per riferire della sua morte. Il diario copre tre mesi, che vanno dal trasferimento del giovane curato ad Ambricourt alla morte. Il prete non conosce la propria malattia né la sua gravità. Le sofferenze fisiche rappresentano la manifestazione concreta del demonio e il male spirituale di un'epoca tendente al materialismo.

Diario di un curato di campagna, Il Film drammatico, francese (1950). Regia di Robert Bresson. Interpreti: Claude Laydu, Jean Rivière, Jean Danet. Titolo originale: Journal d'un curé de campagne

Diario di un parroco di campagna Romanzo di N. Lisi (1942).

Diario di un poeta appena sposato Opera di poesia di J. R. Jiménez (1917).

Diario di un ritorno al paese natale Dramma di A. Césaire (1939).

Diario di un sognatore Prosa di L. Malerba (1981).

Diario di una cameriera => "Memorie di una cameriera, Le"

Diario intimo Diario di H. F. Amiel (postumo 1884).

Diario minimo Saggio di U. Eco (1963).

Diario spirituale Trattato di religione di Sant'Ignazio di Loyola (1544-1545).

diarìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Scrittore di diari.

diarrèa, sf. Emissione reiterata di feci nel corso della giornata per cause diverse (infezioni, malattie epatiche, neoplasie, uso eccessivo di antibiotici). Le diarree possono essere acute, dovute a intossicazioni e infezioni, e croniche, causate da infiammazioni intestinali, da intolleranze alimentari o da tumori. Conseguenza comune a tutti i tipi di diarrea è un'eccessiva disidratazione, causata dall'abnorme eliminazione di liquidi con le feci. Oltre a curarne le cause, la terapia deve anche combattere l'impoverimento idrico dell'organismo che, soprattutto in tenera età, può comportare conseguenze molto gravi.
Insieme con il vomito, compare frequentemente nei bambini, complicando il quadro di malattie o infezioni intercorrenti. Il rischio più grave cui va incontro un bambino in caso di vomito e diarrea è quello della disidratazione, che potrebbe addirittura mettere in pericolo la vita del piccolo paziente. Per questo motivo bisogna portare in ospedale i bambini colpiti da diarrea e vomito consistenti, dove sarà possibile combattere la disidratazione per via endovenosa. ~ dissenteria. <> stipsi, costipazione.
 sf. diarrhoea.

diarròico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla diarrea.

diartròsi, sf. Tipo di articolazione caratterizzata da una grande mobilità.

diascopìa, sf. Proiezione, spesso ingrandita, su uno schermo di un'immagine trasferita su un supporto trasparente.

diascòpio, sm. Apparecchio per la proiezione ottica di un oggetto illuminato in trasparenza.

diàspora, sf. Dispersione di un popolo nel mondo dopo l'abbandono delle sue sedi di origine. ~ emigrazione. la diaspora degli Ebrei.
 greco diaspora dispersione, deriv. da diaspeirein disseminare.

diasporàmetro, sm. Coppia di prismi diastimometrici suscettibili di rotazione reciproca automatica comandata dal tacheometro-teodolite.

diàsporo, sm. Idrossido d'alluminio, AlOOH, contenuto nelle bauxiti che si presenta in cristalli prismatici rombici.

diasprìgno, agg. Riferito al diaspro.

diàspro, sm. Varietà compatta di quarzo usata come pietra ornamentale.

diastàsi, sf. Nome di un enzima estratto dall'orzo germogliato, che trasforma l'amido in maltosio.

diastèma, sm. Spazio che si osserva tra due denti consecutivi si alcune scimmie.

diasteroisomerìa, sf. Tipo di isomeria presentata da alcuni composti organici che contengono almeno due atomi di carbonio asimmetrici.

diàstilo, agg. Secondo Vitruvio era un tempio in cui l'intercolumnio aveva una larghezza corrispondente a tre diametri della colonna.

diàstole Movimento di dilatazione delle cavità del cuore, conseguente al rilassamento della corrispondente muscolatura. Nel ciclo cardiaco, la diastole contemporanea dei ventricoli destro e sinistro segue quella dei due atri e coincide con il riempimento delle corrispondenti cavità; viene poi seguita dalla loro contrazione (sistole) che provvede a spingere il sangue nel piccolo e grande circolo.
Nella metrica italiana è lo spostamento dell'accento, per motivi di ritmica, verso la fine della parola.

diastòlico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla diastole.

diastrofìsmo, sm. Insieme delle deformazioni e dei corrugamenti subiti da zone della crosta terrestre sotto l'azione di forze interne.

diatermanità, sf. Proprietà che hanno i corpi diatermani.

diatermàno, agg. Di corpo, che ha la proprietà di lasciare passare il calore.

diatermìa, sf. Metodo terapeutico che utilizza le correnti ad alta frequenza per sviluppare effetti termici nei tessuti.

diatèrmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla diatermia.

diatermocoagulazióne, sf. Metodo terapeutica che sfrutta la diatermia per distruggere tessuti organici.

diàtesi, sf. 1 Funzione del verbo che riguarda il rapporto che intercorre tra l'azione espressa e il soggetto. 2 Insieme di diverse manifestazioni morbose che possono essere riportate tutte alla stessa causa.
 greco diathesis disposizione, deriv. da diatithenai disporre, comp. da dià-, da dià attraverso + tithenai, porre.

Diatomèe Classe di Alghe unicellulari molto diffuse nel fitoplancton di acqua dolce e di mare. Possiedono membrane cellulari ricche di silicio che costituiscono gusci rigidi a due valve; il loro deposito sui fondali dà origine a vasti giacimenti (diatomiti).

diatonìa, sf. Disposizione dei suoni secondo l'ordine della scala naturale.

diatònico, agg. (pl. m.-ci) Che procede per toni e semitoni naturali e per grandi congiunti.

diàtono, sm. Tipo di muro formato da un unico filare di blocchi, usato in particolare in Grecia dall'età classica fino a tutto il IV sec. a. C.

diatrèto, sm. Nome attuale di un tipo di calice diffuso in età imperiale romana.

diàtriba, o diatrìba, sf. 1 Discussione intorno a un argomento filosofico. 2 Discorso violento di accusa, critica o rimprovero nei confronti di qualcuno. ~ diverbio. 3 Disputa, rissa. ~ discussione.

Diatribe Opera di filosofia di Epitteto (I-II sec.).

diatryma, sf. Genere di uccello corridore preistorico, alto più di due metri, con becco possente, testa enorme e forse piumaggio nero, diffuso nei depositi eocenici.

diàvola, sf. 1 Donna brutta e cattiva. 2 Donna dinamica, energica. 3 Detto di un modo di cucinare il pollo.

diavolàccio, sm. 1 Persona mite, incapace di fare del male. 2 Specie di trappola che serve per catturare gli uccelli di notte.

diavolerìa, sf. 1 Azione diabolica, malvagia. ~ malizia, perfidia. 2 Stravaganza, bizzarria. ~ stranezza.
 deriv. da diavolo.

diavoléto, sm. Scompiglio, baccano. ~ fracasso.

diavolétto, sm. 1 Diminutivo di diavolo. 2 Fanciullo vispo e vivace. 3 Bigodino.

Diavoli di Loudun, I Opera in tre atti di K. Penderecki, libretto proprio (Amburgo, 1969).

diavolìo, sm. Confusione. ~ strepito.

diàvolo, inter. e sm. inter. Esprime meraviglia, dispetto, impazienza, ira e simili.
sm. (f.-a,-essa) 1 Lo spirito del male, l'angelo ribelle, l'abitante e signore dell'inferno. ~ demonio. <> angelo. 2 Si usa nelle esclamazioni per esprimere meraviglia, stizza, impazienza e simili. 3 Persona sgradevole o malvagia. 4 Persona vivace, irrequieta. 5 Viene usato con funzione rafforzativa nelle frasi interrogative o esclamative. 6 Persona mite e bonaria (buon diavolo). 7 Persona perseguitata dalla sfortuna (povero diavolo). 8 Nome di una figura nel gioco dei tarocchi. 9 Arnese di ferro che aiuta l'accensione dei fornelli.
loc. agg. e avv. alla diavola 1 Alla disperata, alla peggio. 2 Un modo di cucinare il pollo.
 sm. devil.
 lat. diabolus, dal greco diàbolos, deriv. da diabàllein calunniare.
Nel cristianesimo è la creatura infernale che spinge l'uomo verso il compimento di atti malvagi e al peccato. Nella religione cristiana, il diavolo è impersonificato in Lucifero, guida degli angeli caduti nel peccato e opposti a Dio. La teologia lo individua come l'origine del male e la venuta di Gesù Cristo sulla terra, rappresenta la lotta per sconfiggere la malvagità. Già nei tempi antichi, l'immaginazione popolare cercava di rappresentare il malvagio come un'orribile creatura a metà tra l'uomo e l'animale. Il diavolo è presente in ogni religione, con nomi diversi, ma tutti indicanti una figura negativa e malvagia (Iblis nell'islamismo, Ahiman nello zoroastrismo).
Diavolo di mare
Pesce conosciuto anche con il nome di cefalottera, appartenente alla famiglia dei Selaci. Ha il corpo a forma di rombo, pinne sulla testa e si nutre prevalentemente di molluschi. Predilige le acque marine calde.
Diavolo di Tasmania
Mammifero marsupiale, conosciuto anche con il nome di diavolo orsino, appartenente alla famiglia dei Dasiuridi. Ha mantello nero, predatore, voracissimo e aggressivo, preferisce cacciare uccelli e mammiferi di ridotte dimensioni nella notte.

Diavolo al Pontelungo, Il Romanzo di R. Bacchelli (1927).

diàvolo di màre, sm. Nome volgare del Mobula mobular, pesce raiforme detto anche mobula o cefalottera.

Diàvolo di Tènda, pìzzo dél Cima (2.914 m) tra le valli Brembana e Seriana, nelle Alpi Orobie.

Diavolo è femmina, Il Film commedia, americano (1935). Regia di George Cukor. Interpreti: Katharine Hepburn, Cary Grant. Titolo originale: Sylvia Scarlett

Diavolo in corpo, Il Romanzo di R. Radiguet (1923). L'autore iniziò la composizione di quest'opera, che rientra nel genere dei romanzi psicologici, all'età di soli sedici anni. Il romanzo racconta una storia d'amore proibito, senza lieto fine: durante la prima guerra mondiale un adolescente, Jacques, diviene l'amante di Marthe, una giovane donna sposata il cui marito è al fronte. Come dirà l'autore, il libro rappresenta la libertà e la mancanza di attività, dovute alla guerra, che formano un giovane e uccidono una giovane. Davanti alle responsabilità che dovrebbe assumersi, appare chiaro che l'eroe non è ancora maturo, mentre Marthe si ammala e muore. Il marito tornato dal fronte alleverà il bambino che non è il suo. La vicenda è raccontata in prima persona dal protagonista e il tono, in bilico tra innocenza e trasgressione, rispecchia i turbamenti di un'età ingrata. Claude Autant-Lara ne ricavò un film nel 1947.
Diavolo in corpo, Il
Film drammatico, francese (1947). Regia di Claude Autant-Lara. Interpreti: Gérard Philipe, Micheline Presle, Denise Grey. Titolo originale: Le diable au corps

diàvolo orsìno, sm. Nome volgare del cophylus harrisi, marsupiale comune in Tasmania e per questo detto anche diavolo di Tasmania.

Diavolo probabilmente, Il Film drammatico, francese (1977). Regia di Robert Bresson. Interpreti: Antoine Monnier, Tina Irissari, Laetitia Carfano. Titolo originale: Le diable probablement

diàvolo spinóso, sm. Nome volgare del moloch horridus, piccolo rettile lacertile che vive nei deserti sabbiosi dell'Australia occidentale e meridionale con una lunghezza che va dai 18 ai 22 cm e corpo ricoperto di grosse spine.

Diavolo zoppo, Il Romanzo di A. R. Lesage (1707).

Diaz del Castillo, Bernal (Medina del Campo 1492-Città del Messico 1581?) Cronachista. Tra le opere Vera storia della conquista della Nuova Spagna (1632).

Dìaz, Armàndo (Napoli 1861-Roma 1928) Militare, capo dell'ufficio operazioni del comando supremo. Durante la prima guerra mondiale sostituì L. Cadorna in seguito alla disfatta di Caporetto (1917), conducendo l'esercito alle vittorie di Piave e di Vittorio Veneto. Fu nominato ministro della guerra nel primo ministero di Mussolini (1922-1924) e fu insignito del titolo di Duca della Vittoria.

Dìaz, Bartolomeo (Algarve 1450 ca.-Atlantico meridionale 1500) Navigatore portoghese. Nel 1488 aprì la via per l'India passando per la prima volta il Capo delle Tempeste (oggi detto di Buona Speranza).

Díaz, José Porfirio (Oaxaca 1830-Parigi 1915) Politico messicano. Fu a capo del governo dal 1876 al 1880 e dal 1884 al 1911 con metodi dittatoriali. F. Madero lo abbatté con la rivoluzione liberale nel 1911.

diazìna, sf. Nome generico dato a tre composti isomeri che risultano dalla sostituzione della piridina di uno dei gruppi CH di un atomo di azoto.

diazo- Primo elemento di parole composte della terminologia chimica che indica la presenza di due atomi di azoto tenuti insieme tra loro da un doppio legame.

diazoacètico, agg. (pl. m.-ci) Detto di un acido instabile di formula N2CHCO2H i cui esteri si formano per azione dell'acido nitroso sul glicollato di etile.

diazoanidrìde, sf. Nome generico dei composti aventi formula ArN2ON2Ar dove Ar rappresenta un gruppo arile; derivano dall'azione di un acido su di un diazotato alcalino. Sono instabili ed esplosivi.
1 Detto di composti che si formano per azione dell'acido nitroso sulle arilammine primarie. 2Detto di un procedimento di stampa di tipo fotografico usato per la riproduzione di documenti e disegni al tratto.

diazometàno, sm. Gas giallo tossico e vescicante. Essendo un composto molto reattivo, permette di ottenere gli esteri metilici degli acidi e i metileteri dei fenoli con svolgimento di azoto.

diazoreazióne, sf. Reazione che evidenzia alcuni composti aromatici presenti nelle urine o nel siero, quando sono in corso malattie come la tubercolosi, la febbre tifoide, l'itterizia ecc.

diazotipìa, sf. Stampa di tipo fotografico che si vale di sostanza diazoiche e con la quale si ottengono immagini colorate su carta e su tessuti.

dibàttere, v. v. tr. 1 Discutere il pro e il contro delle questioni. ~ esaminare. 2 Agitare. ~ dimenare.
v. rifl. Fare movimenti convulsi, agitarsi, contorcersi. ~ dimenarsi.
 v. tr. to discuss, to debate. v. rifl. to struggle.
 da di-+ battere.

dibattimentàle, agg. Del dibattimento.

dibattiménto, sm. 1 Il dibattere. ~ discussione. 2 Trattazione di un processo davanti ai giudici. ~ processo.
 sm. 1 debate. 2 (dir.) hearing.
 deriv. da dibattere.

dibàttito, sm. Disputa, dibattimento su un determinato argomento. ~ discussione.
 sm. debate, discussion.
 deriv. da dibattere.

dibenzil- Primo elemento di vocaboli chimici indicante la presenza di una molecola di due gruppi benzilici C6H5CH2 o anche di due gruppi benzoilici C6H5CO.

Dibër Distretto (154.000 ab.) dell'Albania, nella regione di Tirana-Durazzo. Capoluogo Peshkopi.

Dibiàsi, Klàus (Solbad Hall, Austria 1947-) Tuffatore italiano. Nel 1968, nel 1972 e nel 1976 fu campione olimpico dalla piattaforma dei 10 m. Conquistò il titolo mondiale nel 1973 e 1975.

diblàstico, agg. (pl. m.-ci) Detto di Metazoi con la parete del corpo costituita da due soli foglietti, entoderma ed ectoderma, formati ognuno da un solo strato di cellule che compongono l'epitelio.

diboscaménto, sm. Il diboscare e l'effetto.

diboscàre, v. tr. Tagliare, del tutto o in parte, un bosco.

Dibranchiàti Sottoclasse di Molluschi Cefalopodi caratterizzati da un solo paio di branchie.

dibrom-, o dibromo- primi elementi di vocaboli chimici che indicano la presenza di due atomi di bromo in una molecola.

dibrucàre, v. tr. Tagliare tutti i rami secchi o inutili di una pianta.

Dibuk, Il Leggenda drammatica in un prologo e tre atti di L. Rocca, libretto di R. Simoni (Milano, 1934).

dicàce, agg. Satirico, caustico, pungente. ~ mordace.

dicariofìto, sm. È la generazione di cellule a dicarion nei Funghi Basidiomiceti e Ascomiceti.

dicàrion, sm. Insieme di due nuclei ben distinti presenti nei miceli secondari dei Basidiomiceti e nelle ife ascogene degli Ascomiceti.

dicàsio, sm. Cima che porta due rami fra loro opposti al di sotto del fiore terminale.

dicastèro, sm. Ministero.
 sm. ministry.

dicatalètto, agg. Si dice di un verso composto di due emistichi entrambi catalettici.

dìcco, sm. (pl.-chi) 1 Intrusione di una massa magmatica nella frattura di una roccia. 2 Diga. ~ argine.

dicefalìa, sf. Mostruosità che consiste nella presenza di due teste in uno stesso individuo.

dicèmbre, sm. Nel calendario gregoriano è il nome del dodicesimo e ultimo mese dell'anno.
 sm. December.

dicerìa, sf. Voce priva di fondamento e spesso calunniosa. ~ chiacchiera.
 sf. rumour, piece of gossip.
 deriv. dal lat. dicere dire.

Diceria dell'untore Romanzo di G. Bufalino (1981).

dicheto- Primo elemento di vocaboli chimici che indica la presenza in una molecola di due funzioni chetoniche.

dichetóne, sm. Composto che contiene due funzioni chetoniche.

dichiarànte, agg., sm. e sf. Che, chi rilascia una dichiarazione.

dichiaràre, v. v. tr. 1 Esporre, rendere chiaro. ~ spiegare. 2 Intimare una guerra. 3 Nominare, proclamare. ~ riconoscere. fu dichiarato vincitore della manifestazione. 4 Affermare formalmente. ~ asserire. dichiarare tutti i redditi. 5 Rendere manifesto. ~ rivelare. le aveva dichiarato le sue intenzioni, ora attendeva una risposta concreta. 6 Confessare. ~ palesare.
v. rifl. 1 Proclamarsi. ~ pronunciarsi. l'imputato si dichiarò innocente. 2 Spiegarsi. ~ manifestarsi.
 v. tr. to declare.
 lat. declarare manifestare, comp. da de-+ deriv. da clarus chiaro, incrociato con l'italiano chiaro.

dichiarataménte, avv. In modo manifesto. ~ esplicitamente.

dichiarativaménte, avv. In funzione dichiarativa.

dichiaratìvo, agg. Che serve a dichiarare.

dichiaràto, agg. Manifesto, palese. ~ esplicito.

dichiaratóre, sm. (f.-trice) Colui che dichiara.

dichiarazióne, sf. 1 Il dichiarare e il dichiararsi. ~ affermazione, asserzione. 2 Lo scritto e le parole con cui si dichiara. ~ esposizione, illustrazione. 3 Documento diplomatico tramite cui due o più stati manifestano le loro intenzioni circa questioni internazionali.
 sf. declaration, statement.
 lat. declaratio,-onis.
Dichiarazione dei diritti dell'uomo
Dichiarazione approvata dall'Assemblea costituente francese nel 1789, con la quale si ribadiva l'uguaglianza politica e sociale di tutti i cittadini e l'inviolabilità dei diritti naturali e imprescindibili dell'uomo.
Dichiarazione dei redditi
Dichiarazione obbligatoria fatta da tutti i contribuenti al fisco, affinché l'organo di controllo fiscale possa venire a conoscenza dell'imponibile e stabilire di conseguenza le imposte dovute tramite il principio dell'autotassazione.
Dichiarazione di indipendenza
Dichiarazione con la quale le tredici colonie d'America proclamarono la propria indipendenza e la costituzione di una confederazione di stati, miranti al benessere del popolo. Su questo modello, venne redatta la costituzione degli Stati Uniti d'America nel 1787.

dicianidrìna, sf. Composto organico derivato dalla sostituzione di due idrogeni con due gruppi-CN.

diciannòve, agg. e sm. agg. num. card. invar. Numero formato da dieci più nove unità.
sm. invar. Le cifre o le lettere che indicano il numero diciannove.
 agg. e sm. nineteen.

diciannovènne, agg., sm. e sf. agg. num. ord. Di diciannove anni.
sm. e sf. Persona che ha diciannove anni d'età.

diciannovèsimo, agg. e sm. agg. num. ord. Che in una sequenza corrisponde al numero diciannove.
sm. e sf. La diciannovesima parte.

diciannovìsta, sm. e sf. Termine con cui vennero indicati i primi aderenti al movimento fascista nato a Milano nel 1919.

diciassètte, agg. e sm. agg. num. card. invar. Numero formato da dieci più sette unità.
sm. invar. Le cifre o le lettere che indicano il numero diciassette.
 agg. e sm. seventeen.

diciassettènne, agg., sm. e sf. agg. num. ord. Di diciassette anni.
sm. e sf. Persona che ha diciassette anni d'età.

diciassettèsimo, agg. e sm. agg. num. ord. Che in una sequenza corrisponde al numero diciassette.
sm. e sf. La diciassettesima parte.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_d.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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