Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 7

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 7

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale F parte 7

 

Fóndo Comune in provincia di Trento (1.339 ab., CAP 38013, TEL. 0463).

fondotìnta, sm. invar. Crema colorata che si stende sul viso e fa da base per il trucco. ~ belletto, cerone.
 sm. foundation cream.

fondovàlle, sm. La parte più depressa di una valle.

Fòndriest, Maurìzio (Cles, Trento 1965-) Corridore ciclista. Nel 1988 fu campione del mondo, e vinse la Coppa del mondo nel 1991 e 1993.

fondùta, sf. Crema a base di fontina tipica del Piemonte.
 franc. fondue.

fonèma, sm. (pl.-i) Unità minima distintiva di un sistema fonico.

fonemàtica, sf. Studio dell'organizzazione in sistema dei fonemi di una lingua.

fonemàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo ai fonemi.

fonendoscopìa, sf. Tipo di auscultazione mediata che si effettua con il fonendoscopio.

fonendoscòpio, sm. Strumento con il quale vengono auscultati gli organi e le cavità interni.

fonètica, sf. 1 Studio dei suoni linguistici dal punto di vista fisico e fisiologico. 2 L'insieme dei suoni di un dato sistema linguistico. la fonetica di un linguaggio.
 sf. phonetics.

foneticaménte, avv. Secondo le leggi fonetiche; da un punto di vista fonetico.

fonètico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che concerne la fonetica. trascrizione fonetica delle parole. 2 Che concerne i suoni in cui si scompone una lingua.
 greco phonetikòs.

fonetìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Studioso di fonetica.

fonìa, sf. Abbreviazione di radiofonia o di telefonia utilizzata nelle terminologia militare, in contrapposizione a telegrafia.

foniàtra, sm. e sf. (pl. m.-i) Medico specializzato in foniatria.

foniatrìa, sf. Ramo della medicina che studia i disturbi della pronuncia e del linguaggio.

fònico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. 1 Che concerne il suono delle parole o la voce.
sm. Tecnico del suono.
 greco phonikòs.

Fònni Comune in provincia di Nuoro (4.654 ab., CAP 08023, TEL. 0784).

fono- Primo elemento di parole composte.

fonoassorbènte, agg. Che assorbe suoni o rumori.

fonocardiografìa, sf. Esame del cuore consistente nella registrazione grafica dei toni cardiaci e nella successiva analisi dei risultati.

fonofobìa, sf. Paura dei suoni forti.

fonogènico, agg. (pl. m.-ci) Di voci, di suoni adatti a essere registrati su supporti come nastri e dischi o trasmessi alla radio; detto anche di persone.

fonogràfico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo al fonografo. 2 Relativo alla produzione del suono.

fonògrafo, sm. Apparecchio per registrare e riprodurre i suoni incisi sui dischi fonografici. ~ giradischi.

fonogràmma, sm. (pl.-i) Comunicazione scritta che si telefona.

fonoincisióne, sf. Incisione del suono su disco fonografico.

fonoisolànte, agg. e sm. Di materiale che ha proprietà di isolante acustico.

fonolìte, sf. Roccia effusiva, composta da feldspato di potassio, da feldspatoidi e da minerali femici colorati, di colore verde o grigio, avente struttura porfirica.

fonologìa, sf. Fonematica.

fonologicaménte, avv. Secondo le leggi fonologiche; sotto l'aspetto fonologico.

fonològico, agg. (pl. m.-ci) Della fonologia.

fonòlogo, sm. (pl.-gi) Studioso della fonologia.

fonometrìa, sf. 1 Misurazione dell'intensità dei suoni. 2 Parte della fonologia che studia i fonemi dal punto di vista statistico.

fonòmetro, sm. Strumento per misurare l'intensità dei suoni.

fonomorfològico, agg. Che riguarda la fonetica o la fonologia e la morfologia.

fonóne, sm. Quanto di energia sonora che si palesa durante l'eccitazione di un oscillatore armonico.

fonoregistratóre, sm. Apparecchio per registrare i suoni.

fonoregistrazióne, sf. Registrazione di suoni mediante fonoregistratore.

fonoriproduttóre, sm. Generico apparecchio per riprodurre i suoni.

fonoriproduzióne, sf. Riproduzione di suoni mediante fonoriproduttori.

fonorivelatóre, sm. Dispositivo che in un fonoriproduttore trasforma le vibrazioni trasmesse dalla puntina in suoni. ~ pick-up.

fonosimbòlico, agg. Relativo a fonosimbolismo.

fonosimbolìsmo, sm. Manifestazione di un significato per mezzo di valori fonici o di associazioni foniche. ~ onomatopea.

fonosintàttico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda la fonetica e la sintassi.

fonostilìstica, sf. Parte della fonologia che studia gli elementi fonici aventi rappresentazione espressiva.

fonotelemetrìa, sf. Sistema di misurazione delle distanze che utilizza le onde sonore.

fonovalìgia, sf. (pl.-gie) Grammofono portatile.

Fonseca, Manuel Deodoro da (Alagoas 1827-Rio de Janeiro 1892) Politico brasiliano. Dal 1889 al 1891 fu presidente della repubblica, dopo la caduta dell'impero di Pietro II.

font, sm. invar. In tipografia e in informatica, serie completa di caratteri di stampa dello stesso corpo e dello stesso stile.

Fontainas, André (Bruxelles 1865-Parigi 1948) Poeta e critico francese. Tra le opere, Le sang des fleurs (1889), L'allée des glaïeuls (1921), Récifs au soleil (1922), Dans la lignée de Baudelaire (1930) e Confession d'un poète (1936).

Fontaine, Joan (Tokyo 1917-) Nome d'arte dell'attrice statunitense Joan De Havilland. Sorella dell'attrice Olivia De Havilland, ha impersonato con successo parti romantiche e drammatiche. Tra le interpretazioni, La prima moglie (1940), Lettera da una sconosciuta (1948), Sospetto (1941, premio Oscar)

Fontaine, Pierre-François-Léonard (Pontoise 1762-Parigi 1853) e Percier Charles (Parigi 1764-1838) Architetti francesi. Tra le opere la ristrutturazione della residenza di campagna della Malmaison (1800) e il progetto dell'Arco di trionfo del Carrousel a Parigi (1806-1808).

Fontainebleau Città della Francia (17.000 ab.), appartenente al dipartimento Seine-et-Marne, nel centro della foresta che porta il suo nome. Famosa per il fantastico e maestoso castello e per il gigantesco parco, è stata a lungo residenza della corte francese.
Editto del 1685
Editto emanato nel 1865 da Luigi XIV, quale revoca dell'editto di Nantes, con il preciso scopo di negare il culto riformato in tutto il paese.
Scuola di Fontainebleau
Stile artistico, creato nel 1500 nel castello della città, da Francesco I, che raccolse alla sua corte i migliori artisti italiani, tra cui Rosso Fiorentino, il Primaticcio, B. Cellini e N. Dell'Abate. La sua caratteristica fondamentale è la raffinata eleganza formale, evidente negli stucchi, negli affreschi e nelle opere di oreficeria, per la maggior parte perdute nel corso dei tempi.
Trattato del 1814
Trattato imposto dagli stati coalizzati a Napoleone, con il quale assegnavano a quest'ultimo la sovranità dell'isola d'Elba e alla moglie Maria Luisa d'Austria i ducati di Parma e Piacenza.

Fontainemore Comune in provincia di Aosta (425 ab., CAP 11020, TEL. 0125).

Fontamara Romanzo di I. Silone (1930).

fontàna, sf. 1 Getto d'acqua incanalata con vasca. 2 Fonte. ~ sorgente.
 sf. fountain.
 lat. fontana, da fons, fontis fonte.

Fontana della Vergine, La Film drammatico, svedese, (1959). Regia di Ingmar Bergman. Interpreti: Max von Sydow, Birgitta Petterson. Titolo originale Jungfrukällan

Fontàna Lìri Comune in provincia di Frosinone (3.303 ab., CAP 03035, TEL. 0776).

Fontàna, Càrlo (Brusata 1634-Roma 1714) Architetto. Tra le opere la facciata di San Marcello al Corso a Roma (1683). Tra le opere scultoree Uomini a cavallo (1932, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e Signorina seduta (1934, Milano, Galleria d'Arte Moderna).

Fontàna, Doménico (Melide, Lugano 1543-Napoli 1607) Architetto, prestò la sua opera a Sisto V, per risistemare la città di Roma, progettando nuovi percorsi, restaurando nobili edifici e opere civili (cappella Sistina in Santa Maria Maggiore, villa Montalto all'Esquilino, acquedotto Felice, cupola di San Pietro, insieme a G. della Porta, palazzo Lateranense). Lavorò anche a Napoli, ove realizzò il palazzo Reale e numerose altre opere civili e artistiche.

Fontàna, Lùcio (Rosario di Santa Fe, Argentina 1899-Comabbio 1968) Scultore e pittore, fu allievo all'Accademia di Brera di Milano, ove fondò la corrente artistica dello spazialismo, dopo aver più volte esposto le sue prime opere nel quartiere generale del movimento astrattista italiano (Galleria del Milione). Il suo stile manifestava un rifiuto per il geometrismo e una predilezione per una nuova libertà compositiva, con un grande sfruttamento dello spazio, fino ad allora un po' limitato. Tra le sue opere, Ambiente spaziale a luci nere, Concetti spaziali luminosi.

Fontanafrédda Comune in provincia di Pordenone (9.037 ab., CAP 33074, TEL. 0434).

Fontanaròsa Comune in provincia di Avellino (3.769 ab., CAP 83040, TEL. 0825).

fontanàzzo, sm. Fuoriuscita di acqua da un fiume in piena dalla parte esterna dell'argine.

Fontane, Theodor (Neuruppin 1819-Berlino 1898) Scrittore tedesco, è stato considerato l'anticipatore del romanzo psicologico moderno; i suoi romanzi sono ambientati nella società aristocratica e borghese di Berlino, raccontata e presentata attraverso toni realistici e critici, spesso vittima dello scetticismo e dell'ironia dell'autore. Il suo pregio maggiore è stato quello di essere stato molto bravo a caratterizzare i personaggi, attraverso un ottimo e sapiente uso del dialogo. Tra le sue opere, L'adultera, Effi Briest, il suo capolavoro, Il signore di Stechlin.

Fontanèlice Comune in provincia di Bologna (1.621 ab., CAP 40025, TEL. 0542).

fontanèlla, sf. 1 Piccola fontana. 2 Punto di giunzione delle ossa craniche non ancora calcificata del cranio di un neonato.

Fontanèlla Comune in provincia di Bergamo (3.459 ab., CAP 24056, TEL. 0363).

Fontanellàto Comune in provincia di Parma (6.109 ab., CAP 43012, TEL. 0521).

Fontanèlle Comune in provincia di Treviso (5.080 ab., CAP 31043, TEL. 0422).

Fontanési, Antònio (Reggio Emilia 1818-Torino 1882) Pittore. Tra le opere La quiete (1861, Torino, Galleria d'Arte Moderna) e Alla sorgente (ca. 1870, Torino, Galleria d'Arte Moderna).

Fontanéto d'Agógna Comune in provincia di Novara (2.472 ab., CAP 28010, TEL. 0322).

Fontanétto Po Comune in provincia di Vercelli (1.190 ab., CAP 13040, TEL. 0161).

fontanière, sm. Chi soprintende al funzionamento e alla manutenzione delle fontane.

Fontanigórda Comune in provincia di Genova (405 ab., CAP 16023, TEL. 010).

fontanìle, sm. 1 Abbeveratoio per le bestie. 2 Sorgente d'acqua.
 deriv. da fontana.

Fontanìle Comune in provincia di Asti (563 ab., CAP 14044, TEL. 0141).

Fontanìva Comune in provincia di Padova (7.329 ab., CAP 35014, TEL. 049).

fónte, sf. e sm. sf. 1 Sorgente d'acqua. ~ polla. 2 Ciò da cui proviene qualcosa; principio. ~ origine. <> conseguenza, effetto. quella casa era fonte di soddisfazione per lui. 3 Derivazione di notizie, d'ispirazione ecc. notizia da fonte sicura, certa. 4 Al plurale, documentazione. le fonti di un romanzo.
sm. Vasca.
 sf. 1 spring. 2 (fig.) source. sm. (battesimale) font.
 lat. fons, fontis.

Fónte Comune in provincia di Treviso (4.683 ab., CAP 31010, TEL. 0423).

Fonte della vita, La Opera di filosofia e arte di Avicebron (XI sec.).

Fontécchio Comune in provincia di L'Aquila (469 ab., CAP 67020, TEL. 0862).

Fontechiàri Comune in provincia di Frosinone (1.287 ab., CAP 03030, TEL. 0776).

Fontegrèca Comune in provincia di Caserta (958 ab., CAP 81010, TEL. 0823).

Fontenay Abbazia cistercense francese, fondata da San Bernardo nel 1119.

Fontèno Comune in provincia di Bergamo (724 ab., CAP 24060, TEL. 035).

Fontevìvo Comune in provincia di Parma (4.542 ab., CAP 43010, TEL. 0521).

Fonteyn, Margot (Reigate, Surrey 1919-Panamá 1991) Pseudonimo della ballerina inglese Margaret Hookham. Dopo l'esordio nel corpo di ballo della Sadler's Wells School (1934), ne divenne la prima ballerina (1936) e interpretò opere come Giselle (1937), La bella addormentata (1939). Negli anni Sessanta raggiunse l'apice della sua carriera artistica, danzando in coppia con il grande Rudolf Nureyev in esibizioni memorabili (Giselle, Raymonda e Giuletta e Romeo). La perfezione stilistica e l'eccellente capacità interpretativa che caratterizzarono le sue esibizioni, la portarono al vertice della danza classica.

Fonti Opera di poesia di F. Jammes (1936).

fontìna, sf. Formaggio dolce della Valle d'Aosta.
 sf. soft cheese from Val d'Aosta.

Fonzàso Comune in provincia di Belluno (3.418 ab., CAP 32030, TEL. 0439).

foo, sm. invar. Nel gergo informatico è una parola spesso usata dagli hacker insieme a bar. Infatti l'accostamento di questi due termini dà luogo all'acronimo fubar (Fucked Up Beyond All Recognition) di facile interpretazione.

football, sm. invar. Nome con il quale si indica ogni gioco del pallone, in particolare il calcio.
Football americano
Gioco di derivazione rugbistica inglese, che viene disputato da due squadre di undici giocatori (provvisti di imbottiture alle spalle e al busto), con una palla ovale in un campo molto grande. Ottenne riconoscimento ufficiale nel 1867 a Princeton. Scopo del gioco è di portare la palla ovale oltre la linea che delimita la zona di meta avversaria. La meta vale sei punti e può essere convertita con un calcio a palla ferma che, superata la porta avversaria delimitata da pali molto alti, aggiudica un punto alla squadra in attacco. Quando il possessore della palla viene atterrato, il gioco viene ripreso dal quel punto. Se la squadra che attacca non riesce ad avanzare di almeno 9,14 m (10 yarde) in tre tentativi, il gioco passa alla squadra avversaria.
Football australiano
Gioco nato nel 1858, a metà tra il rugby inglese e il calcio. Si svolge su un campo di forma ovale ed è giocato da squadre composte di diciotto giocatori.
Football canadese
Gioco simile al football americano ma svolto su un campo di più grandi dimensioni e giocato da squadre composte di dodici giocatori.

footing, sm. invar. Esercizio sportivo di corsa o marcia. ~ jogging.

Fòppa, Vincènzo (Brescia 1426-1516) Pittore. Tra i massimi esponenti del naturalismo lombardo, intriso di elementi tipici dell'arte fiamminga, gotica e provenzale e anticipatore del nuovo stile rinascimentale. Ha prestato la sua opera al servizio di Francesco Sforza, eseguendo le decorazioni della cappella Portinari in Sant'Eustorgio a Milano, nelle quali si può rilevare una certa influenza dello stile di A. Mantegna. Tra le opere, Tre Crocifissi (1454, Bergamo, Accademia Carrara), San Gerolamo (1460 ca, Bergamo, Accademia Carrara), Madonna del libro (1468 ca, Milano, Museo del Castello), Polittico di Santa Maria delle Grazie di Bergamo (1476, Milano, Brera) e Martirio di San Sebastiano (1485 ca, Milano, Brera).

Fòppolo Comune in provincia di Bergamo (193 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

foracchiaménto, sm. Il foracchiare e l'effetto.

foracchiàre, v. tr. Fare piccoli fori. ~ sforacchiare.

foraggèro, agg. Relativo al foraggio.

foraggiaménto, sm. Il foraggiare.

foraggiàre, v. tr. 1 Fornire di foraggio. 2 Rifornire di denaro, mezzi. ~ finanziare.
 franc. fourrager.

foraggièro => "foraggero"

foràggio, sm. Insieme di prodotti per l'alimentazione del bestiame. ~ mangime.
 sm. fodder, forage.

Forain, Jean-Louis (Reims 1852-Parigi 1931) Disegnatore francese. Tra le opere La commedia parigina (serie di disegni, 1882) e Tempi difficili (serie di disegni, 1893).

foràme, sm. Stretta apertura, pertugio. ~ foro.
 dal lat. foramen foro.

Foraminìferi Protozoi Sarcodini, la cui origine risale all'epoca della formazione del pianeta; vengono perciò considerati fossili guida, soprattutto per quel che riguarda la ricerca delle formazioni del petrolio. Sono formati da un guscio calcareo molto duro e resistente, con tanti fori dai quali fuoriescono sottilissimi pseudopodi. Il loro ambiente è il mare, ove possono svolgere la funzione di deposito dei loro gusci. Tra i generi viventi, Globirecina, Rotalia, Textularia; tra i fossili le Nummuliti.

foràneo, agg. 1 Che è di fuori. ~ estraneo. 2 Di costruzione situata esternamente a un porto. 3 Di parroco che il vescovo prepone alla vigilanza di un distretto della diocesi.

Foràno Comune in provincia di Rieti (2.364 ab., CAP 02044, TEL. 0765).

foràre, v. v. tr. Trapassare con uno o più fori. ~ perforare. <> otturare.
v. intr. pron. Subire una foratura. ~ bucarsi.
 v. tr. 1 to pierce, to perforate, to make a hole in. 2 (pallone) to burst. 3 (biglietto) to punch. v. intr. to get a puncture.
 lat. forare.

forasàcco, sm. (pl.-chi) Graminacea a piccole spighe aventi peli rigidi.

forasièpe, sm. Scricciolo.

foràstico, agg. (pl. m.-ci) Poco socievole. ~ misantropo.
 dal lat. tardo forasticus esterno.

forastière, agg. e sm. Forestiero.

foratèrra, sm. Arnese da giardinaggio per fare buchi nel terreno.

foratìno, sm. 1 Mattone forato con una sola serie di fori e usato per pareti divisorie sottili. 2 Al plurale, un tipo di pasta. ~ bucatini.

foràto, agg. Di un tipo di mattone attraversato da più serie di fori.

foratóio, sm. Arnese per fare buchi.

foratùra, sf. Il forare, il forarsi, l'essere forato.

fòrbice, sf. (pl.-ci) 1 Strumento di acciaio formato da due lame incrociate che serve a tagliare. ~ cesoie. forbici della censura, interventi restrittivi contro ciò che può offendere la morale o un'ideologia dominante effettuati su opere letterarie, artistiche; forbice dei salari, divari fra le retribuzioni delle varie categorie. 2 Chele.
 sf. 1 scissors. 2 (cesoie) shears.
 lat. forfex,-icis.

forbiciàta, sf. 1 Colpo dato con le forbici. 2 Sforbiciata.

forbicìna, sf. 1 Diminutivo di forbice. 2 Pianta (Bidens tripartita) appartenente alla famiglia delle composite. Cresce spontaneamente nei campi e lungo i fossati. Nome derivato dai particolari frutti provvisti di un doppio prolungamento. 3 Insetto (Forficula auricularia) della famiglia dei Forficulidi e dell'ordine dei Dermatteri. Misura fino a 2 cm, vive sotto le pietre.

forbìre, v. tr. 1 Pulire, lustrare. ~ detergere. <> insozzare. 2 Tergere. ~ asciugare. 3 Purificare. ~ raffinare. <> deturpare.

forbitaménte, avv. In modo forbito, raffinatamente. ~ elegantemente.

forbitézza, sf. L'essere forbito. ~ raffinatezza.

forbìto, agg. 1 Pulito. ~ netto. 2 Raffinato. ~ elegante. <> sciatto.

fórca, sf. 1 Strumento agricolo per spostare fieno e simili. ~ bidente. 2 Oggetto a forma di forca. 3 Patibolo per impiccagioni. ~ capestro. avanzo di forca, malvivente, delinquente. 4 Valico tra due monti.
 sf. 1 fork. 2 (patibolo) gallows.
 lat. furca.

Fórca Canapìne Valico (1.543 m) dell'Appennino Umbro-Marchigiano, a sud dei monti Sibillini.

forcaiòlo, sm. Persona dagli atteggiamenti reazionari, detto in senso dispregiativo.
 da forca.

forcàle, sm. Forcone.

forcàta, sf. 1 Quantità di roba che si può prendere con la forca. 2 Colpo di forca.

Fòrce Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.722 ab., CAP 63045, TEL. 0736).

force de frappe Locuzione che indicava quelle unità delle forze armate francesi aventi il compito di operare con ordigni nucleari. Per estensione, è passata a indicare la potenza nucleare francese in generale.

forcèlla, sf. 1 Elemento a forma di forca con funzioni di sostegno e di collegamento a forma di Y. 2 Osso del petto dei polli e degli uccelli. 3 Biforcazione del tronco o del ramo di un albero. 4 Forcina per capelli. 5 Passo montano molto stretto tra due pareti ripide. ~ forcola. 6 La parte della bicicletta formata da due tubi di acciaio che sostengono la ruota. 7 Doppio tiro d'artiglieria, uno più lungo e uno più corto. 8 Segno musicale di crescendo e diminuendo. 9 Asta di ferro usata nelle vetrerie.
 sf. 1 fork. 2 (passo montano) pass.
 lat. furcilla, dimin. di furcula, da furca forca.

fórche caudìne => "caudine, forche"

forchétta, sf. 1 Arnese da tavola che serve per infilzare e portare alla bocca la pietanza, formato da due o più rebbi. 2 Osso biforcuto del petto di polli e volatili. ~ forcella.
 sf. fork.
 dimin. di forca.

Forchétta Valico (1.276 m) dell'Appennino Abruzzese, tra le valli dei fiumi Sangro e Aventino.

forchettàta, sf. 1 Quanto si può prendere di cibo in una sola volta con la forchetta. 2 Colpo di forchetta e il segno che rimane.
 sf. forkful.

forchétto, sm. Asta munita di due denti usata per spostare oggetti posti in alto.

forchettóne, sm. Grossa forchetta per lo più con due denti usata in cucina per vari usi.

Fòrchia Comune in provincia di Benevento (893 ab., CAP 82010, TEL. 0823).

forchìno, sm. Forca per rimuovere fieno, paglia e simili, formata da tre denti inseriti ad angolo acuto.

forcìna, sf. 1 Diminutivo di forca. 2 Piccolo pezzo di diversi materiali piegato in due che serve per fermare i capelli. 3 Forchetta.
 sf. hairpin.

forcing, sm. invar. Nello sport, attacco insistente e continuato.

fòrcipe, sm. Strumento medico a forma di pinza usato per estrarre il feto nei parti difficili.
 sm. forceps.

Forcipulàti Ordine di echinodermi asteroidi privi di piastre marginali, già noti come criptozoni.

fórcola, sf. 1 Piccola forca. 2 Scalmo a forcella per sostenere il remo.

Fórcola Comune in provincia di Sondrio (953 ab., CAP 23010, TEL. 0342).

forconàta, sf. 1 Quantità di materiale che si può sollevare in una sola volta col forcone. 2 Colpo di forcone.

forcóne, sm. Grossa forca da stalla con due o tre rebbi.

forcùto, agg. Che ha forma di forca. ~ biforcuto.

Ford Motor Company Società automobilistica americana fondata nel 1903 da Henry Ford I a Dearborn, nel Michigan. Rappresenta la prima ditta produttrice mondiale di veicoli a motore.

Ford, Aleksander (Lódz 1908-1980) Regista cinematografico polacco. Appartenente al gruppo Start, che contribuì a fondare, fu tra i sostenitori del cinema "socialmente utile". Nel 1955 assunse la direzione del gruppo Studio e nel 1968 emigrò in Danimarca. Tra i suoi film, si devono ricordare le opere giovanili La legione della strada (1932), Risveglio (1934) e La strada dei giovani (1936) e quelle postbelliche Fiamme su Varsavia (1948), La giovinezza di Chopin (1952) e I cinque della via Barska (1954).

Ford, Ford Madox (Merton 1873-Deuville 1939) Pseudonimo di Ford Hermann Hueffer, scrittore britannico, ha costruito la sua formazione vivendo in contatto con molti grandi artisti della sua epoca, tra cui J. Conrad e H. James. Insieme a A. Marwood ha diretto la English Review, contribuendo non poco a farla conoscere ai giovani del suo periodo; la sua produzione, consistita sia in romanzi che in poesia, aveva come tema principale il problema della moralità nel mondo contemporaneo, affrontando il quale ha aperto le porte alla tecnica del monologo interiore. Lasciata la natia Inghilterra, si trasferì a Parigi, ove fondò la Transatlantic Review (1924), rivista sulla quale molti giovani artisti scrissero le loro prime produzioni; tra i tanti H. Hemingway, G. Stein e J. Joyce. Tra le sue opere, La quinta regina, Il buon soldato, Alcuni no, Fine della parata, Il romanzo inglese.

Ford, Gerald Rudolf (Omaka, Nebraska 1913-) Politico statunitense. Di ideologia repubblicana fu eletto alla camera nel 1949 e fu vicepresidente di R. Nixon sostituendo Spiro Agnew; dopo le dimissioni di Nixon in seguito allo scandalo del Watergate, divenne presidente degli USA dal 1974 al 1976. Perdette la riconferma sconfitto dal democratico Jimmy Carter. Durante il suo mandato apparve chiara la sconfitta degli Stati Uniti nella zona del sud-est asiatico e il conseguente disimpegno americano.

Ford, Glenn (Quebec, Canada 1916-) Nome d'arte dell'attore cinematografico statunitense Gwyllyn Ford. Interpretò accanto a Rita Hayworth Gilda (1946), Il seme della violenza (1955), Quel treno per Yuma (1957), Midway (1976), Compleanno di sangue (1980) e L'anima del diavolo (1991).

Ford, Harrison (Chicago 1942-) Attore cinematografico statunitense. Lavorò al film di Lucas American Graffiti (1973),ma raggiunse un successo strepitoso con Guerre stellari (1977) e i seguenti L'impero colpisce ancora (1980) e Il ritorno dello Jedi (1983); fu quindi il protagonista di una serie di film del genere avventura con I predatori dell'arca perduta (1981), Indiana Jones e il tempio maledetto (1984) e Indiana Jones e l'ultima crociata (1988). Fu anche interprete di Blade runner (1982), Witness. Il Testimone (1985), Frantic (1988), Il Fuggitivo (1993), L'ombra del diavolo (1996) e Air Force One (1997), in cui riveste il ruolo del presidente degli Stati Uniti.

Ford, Henry (Greenfield 1863-Dearborn 1947) Industriale americano, nel 1902 costruì la sua prima automobile, la 999 a quattro cilindri, gettando le basi per la creazione di un grande impero automobilistico, che gli avrebbe permesso di divenire una figura molto importante a livello mondiale (Ford Motor Company). Fu il primo a trasformare la produzione industriale, introducendo quella in serie a catena di montaggio, la compartecipazione agli utili; ridusse la settimana lavorativa e fissò i salari al livello più alto dell'epoca. Per sfidare i concorrenti, introdusse il pagamento a rate del prezzo delle sue auto, il più basso tra quelli in circolazione, riuscendo nel suo intento molto bene, se si pensa che del modello T, primo esemplare di auto, se ne vendettero milioni di unità.

Ford, John (Cape Elizabeth 1895-Palm Springs 1973) Regista cinematografico statunitense. Fu il re dei film western, ma diresse anche film di genere bellico e di avventura. Tra i suoi capolavori, Il cavallo d'acciaio, Ombre rosse, Sfida infernale, Il magnifico irlandese. Vinse quattro volte il premio Oscar, con Il traditore (1935), Furore (1940), Com'era verde la mia valle (1941 e Un uomo tranquillo (1952.

Fordongiànus Comune in provincia di Oristano (1.176 ab., CAP 09083, TEL. 0783).

Foreign Office Ministero britannico degli affari esteri, nato nel 1782. Fu composto, fino al 1905, da esponenti dell'aristocrazia inglese.

forènse, agg. Relativo al foro, all'attività giudiziaria. ~ giudiziario.
 agg. forensic.
 lat. forensis, deriv. da forum foro.

Forènza Comune in provincia di Potenza (2.807 ab., CAP 85023, TEL. 0971).

forèsta, sf. 1 Vasta superficie di terreno ricoperta d'alberi per lo più d'alto fusto. ~ bosco. 2 Grande quantità.
 sf. forest.
 lat. tardo forestis, da foris fuori.
Assume caratteristiche diverse a seconda del clima, dei caratteri geologici della regione, della temperatura e delle precipitazioni; può essere tropicale (molto fitta), equatoriale (sempreverde, con molte specie), boreale, subtropicale e mediterranea. Essa fornisce il materiale in grande quantita, ma svolge soprattutto un ruolo importantissimo nel mantenimento del clima (aumento dell'umidità, diminuzione della forza del vento), dell'assetto del terreno, riducendo il pericolo di ruscellamento.

Forèsta Néra => "Selva Nera"

Foresta pietrificata, La Dramma di R. E. Sherwood (1935).
Foresta pietrificata, La
Film drammatico, americano (1936). Regia di Archie Mayo. Interpreti: Bette Davis, Leslie Howard, Humphrey Bogart. Titolo originale: The Petrified Forest

Forèsta Ùmbra Foresta demaniale pugliese, situata nel Gargano centrale, in provincia di Foggia. È composta prevalentemente da faggi.

Foresta, La Dramma di A. N. Ostrovskij (1871).

forestàle, agg. Di foresta. ~ boschivo, silvestre, boschereccio.

forestazióne, sf. Insieme delle attività per incrementare il patrimonio boschivo di un territorio.

foresterìa, sf. Stanze destinate ai forestieri in collegi, palazzi e conventi.
 sf. pl. guestrooms.

foresterìsmo, sm. 1 Parola o locuzione presa da una lingua straniera. 2 Usanza di origine straniera.

forestierìsmo, sm. 1 Parola o locuzione di origine straniera. 2 Modo di comportarsi di origine straniera.

forestièro, agg. e sm. agg. Che è di altro paese. ~ estero. <> nazionale.
sm. 1 Persona forestiera. 2 Straniero.
 agg. foreign. sm. 1 foreigner. 2 (straniero, estraneo) stranger.
 provenz. forestier, deriv. dal lat. foris.

forèsto, agg. 1 Di animale, che vive nelle foreste. ~ selvatico. 2 Di uomo, che vive in solitudine, lontano dagli uomini. 3 Disabitato. ~ deserto.

Forèsto Spàrso Comune in provincia di Bergamo (2.387 ab., CAP 24060, TEL. 035).

forfait, sm. invar. 1 Contratto che prevede la cessione di una prestazione professionale o di un bene per un compenso o un prezzo globale fissato all'inizio e invariabile. 2 Rinuncia a una competizione sportiva da parte di un partecipante prima che abbia inizio. ~ ritiro. 3 Rinunzia. ~ resa.
 sm. lump-sum.

forfettàrio, o forfetàrio, agg. Che è stato pattuito a forfait. ~ cumulativo.

forfettizzàre, o forfetizzàre, v. tr. Stabilire un prezzo, un compenso a forfait.

forfìcula, sf. Genere di Insetti Dermatteri della famiglia dei Forficulidi, caratterizzati da addome munito di pinza e corpo allungato e appiattito.

fórfora, sf. Squamette che si staccano dalla pelle della testa, sotto i capelli.
 sf. dandruff.
 lat. furfur,-uris.

forforóso, agg. Pieno di forfora.

Forgària nel Friùli Comune in provincia di Udine (2.014 ab., CAP 33030, TEL. 0427).

fòrgia, sf. (pl.-ge) 1 Speciale fornello dove il fabbro arroventa il ferro. ~ fucina. 2 Fucina al seguito dei reparti dotati di cavalli per permetterne la ferratura in ogni momento.
 sf. forge.
 franc. forge.

forgiàbile, agg. Che si può forgiare.

forgiàre, v. tr. 1 Lavorare alla forgia. 2 Formare, modellare. ~ plasmare. 3 Realizzare. ~ fabbricare.
 v. tr. to forge.
 franc. forger.

forgiatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi forgia oggetti metallici. 2 Educatore. ~ insegnante.

forgiatùra, sf. L'atto e l'effetto del forgiare.

Forgiòli, Attìlio (Salò, Brescia 1933-) Pittore italiano. Nella sua opera si esprime una visione personale ed estremamente emotiva della realtà attraverso un uso particolare del colore.

forièro, agg. Che precede, annuncia. ~ messaggero.

Forìno Comune in provincia di Avellino (4.799 ab., CAP 83020, TEL. 0825).

Forìo Comune in provincia di Napoli (11.526 ab., CAP 80075, TEL. 081). Centro turistico (balneazione e cure termali) dell'isola di Ischia. Gli abitanti sono detti Foriani.

Forlàni, Arnàldo (Pesaro 1925-) Politico. Più volte ministro e presidente del consiglio nel 1980 e 1981, fu segretario della DC (1969-1973 e 1989-1992).

Forlanìni, Càrlo (Milano 1847-Pavia 1918) Medico si dedicò prima alla dermatologia, quindi agli studi di clinica medica. Nel 1882 fu tra i primi a proporre il pneumotorace artificiale nella cura della tubercolosi polmonare. Lasciò molti scritti su osservazioni sperimentali.

Forlanìni, Enrìco (Milano 1848-1930) Ingegnere, si dedicò all'aeronautica. Nel 1877 realizzò uno dei primi elicotteri dal peso di 3 kg, che riuscì a far decollare fino a 13 m il 299 giugno dello stesso anno. L'apparecchio era azionato da un motore a vapore e dotato di due eliche. Progettò anche un dirigibile, battezzato Leonardo da Vinci, che riuscì a far volare per la prima volta nel 1909. Studiò anche i sommergibili di tipo semirigido.

Forlì Città dell'Emilia Romagna (110.000 ab., CAP 47100, TEL. 0543), è capoluogo della provincia di Cesena e Forlì. È un ricco mercato agricolo (bestiame, frutta e ortaggi), anche se non mancano industrie alimentari, chimiche, della calzatura e dei laterizi. È la Forum Livii romana, ma è stata anche un comune ghibellino nel 1000 e signoria degli Ordelaffi nel XIV e XV sec., prima di essere incorporata nello stato della chiesa. Tra i monumenti, il palazzo del Municipio, del Podestà, la chiesa di San Mercuriale, e il duomo di Santa Croce.
Provincia di Forlì-Cesena
(354.000 ab., 2.510 km2) Territorio esteso tra l'Appennino tosco emiliano e la costa adriatica, su cui si affaccia per un breve tratto. L'agricoltura (frutta, cereali, barbabietole), l'industria e il turismo balneare della riviera di Cesenatico sono le risorse economiche principali. Altri centri sono Cesena, Bagno di Romagna e Castrocaro Terme.

Forlì dél Sànnio Comune in provincia di Isernia (918 ab., CAP 86084, TEL. 0865).

Forlì, bócca di Valico (891 m) appenninico al confine tra Abruzzo e Molise. Collega le valli dei fiumi Sangro e Volturno.

Forlimpòpoli Comune in provincia di Forlì (11.343 ab., CAP 47034, TEL. 0543). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, frutta, barbabietole e cereali), dell'allevamento e industriale (prodotti meccanici e alimentari). Vi si trovano la rocca, risalente al XIV-XV sec., e la collegiata di San Ruffillo, del XIV sec. Gli abitanti sono detti Forlimpopolesi.

fórma, sf. 1 Aspetto esteriore di qualcosa; esteriorità. ~ apparenza. <> sostanza. 2 Configurazione che più cose assumono. ~ configurazione. 3 Al plurale, l'aspetto esteriore del corpo umano. 4 Le parti curve del corpo femminile. 5 Modo di essere e di comportarsi rispetto alle convezioni. ~ esteriorità. 6 Modo di scrivere, di esprimersi. ~ stile. 7 La modalità con cui un'azione deve essere compiuta. 8 Sorta. ~ tipo. 9 Modo di configurarsi di un'opera d'arte, contrapposto al contenuto. 10 Aspetto morfologico di una parola. 11 Struttura particolare e costitutiva. 12 Lavoro cavo di gesso per fondervi statue ecc. ~ stampo. 13 Supporto per modellare e tenere in forma scarpe, cappelli o altro. 14 L'apparecchio che produce i caratteri tipografici e l'insieme delle pagine che si trovano nel telaio della macchina pronta per la stampa. 15 Cerchio di legno in cui si mette il latte cagliato per fare il formaggio e il formaggio stesso. 16 Insieme di condizioni in cui si può trovare un atleta. 17 Stato fisico e psichico di una persona. 18 Struttura e ordinamento di una comunità. 19 Modalità di manifestazione di una malattia. 20 Forma algebrica.
 sf. 1 shape, form. 2 (procedura) procedure. 3 (stampo) mould.
 lat. forma.
In filosofia è il termine con il quale Democrito definiva la qualità degli atomi; per Platone era l'idea ossia l'essenza delle cose, collocata nell'iperuranio e contrapposta alla realtà sensibile. Aristotele individuava nella forma un elemento della realtà, insieme alla materia; la prima come causa del suo essere in atto e la seconda come sua determinazione spaziale e temporale. Le teorie aristoteliche vennero riprese da San Tommaso il quale intese forma e materia come anima e corpo, ossia come elementi costituenti la realtà dell'uomo. Nell'epoca rinascimentale la forma acquisirà gli attributi fondamentali di causa efficiente e di principio di intelligibilità.
In matematica è la figura del piano o dello spazio proiettivo che può essere di prima, seconda o terza specie in relazione al numero di parametri da cui dipende. Appartengono al primo gruppo la retta punteggiata, il fascio di rette o di piani; al secondo il piano punteggiato e il piano rigato e al terzo lo spazio punteggiato e lo spazio come insieme dei suoi piani.
Forma algebrica
In algebra è ogni polinomio omogeneo, ossia un polinomio con monomi dello stesso grado; se il polinomio è di secondo o terzo grado si parla di forma quadratica e cubica.

forma mentis, loc. sost. f. invar. Disposizione mentale a porsi nei confronti di cose, persone o questioni.

formàbile, agg. Che si può formare.

formaggiàio, sm. Chi fabbrica e vende formaggi.

formaggièra, sf. Recipiente che contiene il formaggio grattugiato.
 sf. cheese bowl.

formaggìno, sm. 1 Diminutivo di formaggio. 2 Formaggio molle confezionato in piccole forme.
 sm. processed cheese.

formàggio, sm. Alimento che si ottiene dalla coagulazione del latte di vacca, capra, pecora, bufala o misto, con caglio, fermenti e sale. Una loro classificazione può essere fatta, prendendo in considerazione il tasso di grassi in esso contenuti: possono essere grassi, semigrassi, magri; vengono distinti anche in relazione alla tecnica impiegata per la produzione: possono essere cotti, semicotti e crudi. Infine, anche il tempo di maturazione può influire sul carattere del formaggio, che può così essere fresco o stagionato. ~ cacio.
 sm. cheese.
 franc. antico formage, moderno fromage, deriv. dal lat. tardo formaticum.

formaldèide, sf. Gas di odore pungente e irritante, la cui formula è HCHO, che bolle a-19 °C e solidifica polimerizzando. Viene prodotto tramite ossidazione catalitica del metanolo e utilizzato nella preparazione di resine sintetiche, nell'industria della carta, del legno e dei coloranti. Le soluzioni acquose e alcoliche vengono impiegate come disinfettanti.

formàle, agg. 1 Di forma, relativo alla forma. ~ apparente, esteriore. <> informale. 2 Che si preoccupa soprattutto della forma, dell'esteriorità. ~ apparente. <> sostanziale. 3 Espresso nelle forme ufficiali. ~ solenne. <> ufficioso. 4 Esplicito. ~ chiaro.
 agg. formal.
 lat. formalis.
Sistema formale
In logica matematica è un sistema formale è costituito da espressioni "costruite" con un insieme finito di segni in modo tale che vi sia un procedimento meccanico per stabilire se una sequenza di segni è o no una espressione, e da un apparato deduttivo "meccanico" (un insieme di espressioni, chiamate assiomi, per le quali esista un procedimento meccanico che consenta di stabilire se un'espressione è un assioma o no, e un insieme finito di regole di inferenza, ossia di procedimenti meccanici che consentando di trasformare una o più espressioni in una nuova espressione). Le espressioni derivabili (ossia ottenibili a partire dagli assiomi con una quantitè finita di applicazioni di regole di inferenza) sono chiamate teoremi. La correttezza delle derivazioni (o dimostrazioni) dei teoremi è dunque verificabile meccanicamente. La denominazione "sistema formale" è stata coniata da D. Hilbert.

formalìna, sf. Soluzione acquosa di aldeide formica. Viene utilizzata come disinfettante. ~ formolo.

formalìsmo, sm. 1 Tendenza a dar troppo interesse alle forme, all'aspetto esteriore. 2 Dottrina estetica che esalta i valori formali. 3 Corrente di pensiero che mette al centro delle indagini la forma.

formalìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) 1 Chi si comporta con formalismo. 2 Seguace del formalismo.

formalìstico, agg. (pl. m.-ci) Proprio del formalismo, dei formalisti.

formalità, sf. 1 Forma prescritta. ~ iter. il rispetto delle formalità della legge è una regola elementare. 2 Eccessivo rispetto per le convenzioni. per pura formalità, per puro rispetto delle norme. 3 Cerimonia.
 sf. formality.
 deriv. da formale.

formalizzàre, v. v. tr. 1 Effettuare con procedimento formale; rendere formale, ufficiale. ~ ufficializzare. 2 Esporre in maniera chiara.
v. intr. pron. Mostrarsi intransigente nel rispetto delle formalità; scandalizzarsi per motivi esteriori legati alle convenzioni sociali. ~ scandalizzarsi.
 franc. se formaliser.

formalizzàrsi, v. intr. pron. Mostrarsi irritato per un'inosservanza delle forme. ~ scandalizzarsi.

formalizzazióne, sf. L'atto e l'effetto del formalizzare.

formalménte, avv. 1 Dal punto di vista formale. 2 Ufficialmente. ~ espressamente.

Forman, Milos (Cáslav, Boemia 1932-) Regista cinematografico cecoslovacco. Dopo le prime realizzazioni in patria (L'asso di picche, 1963 e Gli amori di una bionda, 1965), emigrò negli Stati Uniti dove vinse l'Oscar con Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), continuando le serie di successi con Hair (1979), Ragtime (1981), Amadeus (1984, vincitore di otto Oscar), su W. A. Mozart, e Valmont (1988) e Larry Flynt. Oltre lo scandalo (1996).

formàre, v. v. tr. 1 Dare forma. ~ modellare. 2 Dare origine a qualcosa. ~ costituire. <> disfare. 3 Costruire. ~ comporre. 4 Educare, istruire, plasmare. ~ addestrare. la scuola deve formare i futuri cittadini. 5 Essere, rappresentare. insieme formavano un gruppo molto affiatato.
v. intr. pron. 1 Prodursi. ~ farsi. 2 Crescere. ~ svilupparsi. quel ragazzo si è formato velocemente. 3 Prepararsi, avviarsi. ~ indirizzarsi. 4 Diventare. ~ costituirsi. 5 Evidenziarsi, delinearsi. ~ manifestarsi.
 v. tr. 1 to shape, to form. 2 (numero di telefono) to dial. v. intr. pron. to take shape, to form.
 lat. formare.

formatìvo, agg. Atto a formare. ~ istruttivo. <> diseducativo.

formàto, agg. e sm. agg. 1 Che ha forma. 2 Che ha raggiunto un pieno sviluppo fisico e mentale.
sm. 1 Dimensione, misura di un oggetto. ~ grandezza, pezzatura. 2 Misura di un fotogramma di una pellicola fotografica o cinematografica.
 sm. 1 format. 2 (dimensione, misura) size.

formatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi forma o prepara forme.

formatrìce, sf. 1 Macchina che serve a preparare le forme usate in fonderia. 2 Macchina usata per dar forma al burro o ad altri prodotti semisolidi.

formattàre, v. tr. Eseguire una formattazione.

formattazióne, sf. Processo di inizializzazione di un supporto di memoria ad accesso casuale, che permette la successiva lettura e scrittura di dati. Viene utilizzato per definire una correlazione tra le suddivisioni fisiche del supporto (in un disco magnetico, tracce e settori) e quelle logiche dei dati che vi verranno in seguito inseriti, attraverso la creazione di un'area destinata a contenere un indice che possa collegare i nomi degli archivi a opportuni identificatori fisici, scritti sul supporto.
Nei programmi di eleborazione dei testi, è la disposizione automatica del testo, in base alle caratteristiche stabilite per il documento

formatùra, sf. Preparazione delle forme nell'industria metallurgica e in quella ceramica.

formazióne, sf. 1 Il formare e il formarsi. ~ costituzione, creazione. 2 Crescita intellettuale e spirituale. ~ educazione. 3 Modo nel quale si riuniscono e si dispongono le cose o le persone. ~ schieramento. l'esercito avanza in formazione serrata, le distanze fra le file sono molto ridotte. 4 Insieme di rocce che hanno origine comune e hanno subito le stesse alterazioni. formazione calcarea naturale. 5 Qualsiasi elemento anatomico.
 sf. 1 formation. 2 (educazione, professionale) training.
 lat. formatio,-onis.

Formàzza Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (461 ab., CAP 28030, TEL. 0324).
Formazza
Valle tra le Alpi Pennine e le Lepontine. Costituisce la parte superiore della Val d'Ossola.

formèlla, sf. 1 Diminutivo di forma. 2 Lastra di vario materiale sagomata e usata come rivestimento. 3 Riquadro di soffitto, porta ecc. decorato a scopo ornamentale.

Formèllo Comune in provincia di Roma (7.574 ab., CAP 00060, TEL. 06).

Forment, Damian (Valencia ca. 1480-Santo Domingo de la Calzada 1541) Scultore spagnolo. Tra le opere Altare maggiore della Chiesa del Pilar a Saragozza (1511).

Formentera Isola della Spagna, nelle Baleari, la più piccola dell'arcipelago a sud di Ibiza. Il centro principale è San Francisco Javier. Sul suo territorio sono coltivati frumento e vite, ma è sviluppata anche la pesca. Il turismo è la principale risorsa economica.

Fòrmia Comune in provincia di Latina (34.957 ab., CAP 04023, TEL. 0771). Centro agricolo (coltivazione di uva, olive e frutta), industriale (prodotti meccanici e alimentari) e turistico (balneazione). Vi si trovano resti romani di ville, del tempio di Venere, di un anfiteatro ed edifici di origine medievale. Gli abitanti sono detti Formiani.

Formìca Isolotto dell'arcipelago delle Egadi. Fa parte del comune di Favignana.

fòrmica (1), sf. Resina sintetica impiegata per il rivestimento di diverse superfici.

formìca (2), sf. Nome comune degli Insetti Imenotteri, della famiglia dei Formicidi. Nella loro vita sociale prevale il polimorfismo e la divisione in caste; esiste un'organizzazione tale, per cui è possibile individuare classi di femmine sterili (operaie e soldati), femmine feconde (regine) e maschi. La vita media di una regina e di un'operaia è di circa venti anni, mentre i maschi muoiono dopo l'accoppiamento. La società viene creata dalla regina che, in seguito all'accoppiamento, deposita nel nido le uova dalle quali usciranno tutti i futuri componenti della colonia; le operaie costruiscono il formicaio, che è formato da molteplici camere ordinate in piani e comunicanti tra loro e con l'esterno per mezzo di gallerie. In queste camere vivono le larve, la regina e tutti i componenti del nido, inoltre vi vengono conservate le scorte. Le operaie procacciano altresì il cibo, controllano le larve, nutrono e curano la regina, mentre i soldati svolgono funzioni difensive. La formica è solitamente onnivora anche se ne esistono specie insettivore, fitofaghe e che si nutrono di succhi zuccherini animali e vegetali. Il cibo lo procurano o saccheggiando altri formicai con la cattura di larve e la loro riduzione in schiavitù (lestobiosi), oppure sfruttando il lavoro delle formiche ospiti (dulosi). Alcune formiche sono dannose, come quelle che, curando gli Afidi, ne consentono la diffusione o come quelle che depredano i campi di semi e divorano le foglie (Atta); altre ancora, infine, risultano essere utili in quanto eliminano insetti nocivi. Tra le specie presenti in Italia, la Formica rufa e Iridomyrmex humilis, nonché alcune specie del genere Tapinoma.
 sf. ant.
Formica rossa
Insetto (Formica rufa) della famiglia dei Formicidi e dell'ordine degli Imenotteri. Di colore rosso e nero, è diffusa nell'emisfero boreale.

formicàio, sm. 1 Nido di formiche. 2 Schiera di formiche o di altri insetti. 3 Luogo pieno di gente. 4 Moltitudine di persone in movimento. ~ brulichio.
 sm. anthill.

formicaleóne, sf. Insetto (Myrmeleon formicarius) della famiglia dei Mirmeleonidi e dell'ordine dei Planipenni. Ha il suo habitat nella sabbia e si ciba di formiche.

formichière, sm. Nome comune dei Mammiferi Maldentati, della famiglia dei Mirmecofagidi, presenti in America centrale e meridionale. Sono costituiti da un corpo robusto, rivestito da lunghi peli, una bocca senza denti e munita di una lunga lingua vischiosa, da una coda che utilizzano per ripararsi durante il sonno. Il loro cibo, e da qui il nome, è costituito da formiche e termiti, catturate con la lingua. Tra le specie più diffuse, Myrmecophaga tridactyla, Tamandua tetradactyla.
Formichiere gigante
Mammifero (Myemecophaga tridactyla) della famiglia dei Mirmecofagidi e dell'ordine degli Sdentati. Lungo 2 m, è ricoperto di pelo nero e grigio. Vive nelle savane e nelle foreste del Sudamerica. Si nutre di termiti e di formiche.

formicìni Sottofamiglia di formiche della famiglia dei Formicidi, comprendente le formiche erculee e le formiche rovinaboschi.

fòrmico, agg. Aggettivo che caratterizza i composti chimici derivati dal metano.
Acido formico
Acido di formula HCOOH, estratto dalle formiche rosse; è un liquido incolore di odore pungente e caustico; viene utilizzato in tintoria come mordente, nella concia delle pelli, come disinfettante e nell'industria dei colori.
Aldeide formica
=> "formaldeide"

Formìcola Comune in provincia di Caserta (1.551 ab., CAP 81041, TEL. 0823).

formicolàio, sm. 1 Formicaio. 2 Insieme brulicante di persone.

formicolàre, v. intr. 1 Muoversi in una moltitudine di persone. ~ brulicare. 2 Essere gremito; essere colmo; essere pieno. ~ pullulare. il piazzale formicolava di tifosi. 3 Provare una sensazione di formicolio. ~ informicolirsi.
 v. intr. 1 (arto) to tingle. 2 (fig., brulicare) to be swarming with.
 deriv. da formicola, dal toscano formìca.

formicolìo, sm. 1 Brulichio. ~ pullulio. 2 Sensazione di torpore e di solletico pungente. ~ indolenzimento.
 sm. 1 swarming. 2 (solletico pungente) tingling.

formidàbile, agg. 1 Straordinario, favoloso, incredibile. ~ fantastico. <> normale, ordinario. 2 Spaventoso. ~ terribile.
 agg. wonderful, extraordinary, formidable.

formidabilménte, avv. In modo formidabile. ~ straordinariamente.

Formigàra Comune in provincia di Cremona (1.098 ab., CAP 26020, TEL. 0374).

Formìgine Comune in provincia di Modena (26.667 ab., CAP 41043, TEL. 059). Centro agricolo (coltivazione di frutta, uva, foraggi e cereali) e industriale (prodotti alimentari, della plastica, tessili e della ceramica). Gli abitanti sono detti Formiginesi.

Formìgine, Andrèa Marchési di Piètro détto il (Formigine 1485?-Bologna 1559) Architetto italiano. Valente intagliatore, lasciò a Bologna numerose opere di grande pregio, come il portico di San Bartolomeo a Porta Ravegnana, il soffitto in legno di una sala del palazzo dei Notai e altri lavori nei palazzi Fantuzzi e Malvezzi. Sua anche la trasformazione in lazzaretto del convento e della chiesa di San Gregorio fuori le Mura.

Formigliàna Comune in provincia di Vercelli (625 ab., CAP 13030, TEL. 0161).

Formignàna Comune in provincia di Ferrara (2.906 ab., CAP 44035, TEL. 0533).

Formigóni, Robèrto (Lecco 1947-) Politico. Leader del Movimento popolare Comunione e Liberazione, fu deputato per la DC dal 1987, e venne rieletto nel 1994 per il PPI. Dal 1995 è presidente della Regione Lombardia.

formìle, sm. Gruppo monovalente derivato dall'acido formico per soppressione dell'idrossile.

formìna, sf. 1 Diminutivo di forma. 2 Piccolo stampo che i bambini riempiono di sabbia o di terra umida in modo da riprodurre piccole forme.

fòrmola, sf. Formula.

Formosa (Argentina) Città (154.000 ab.) dell'Argentina, sul fiume Paraguay. Capoluogo della provincia omonima.

Formosa (Taiwan) => "Taiwan"
Stretto di Formosa
Stretto di mare tra l'isola di Taiwan e la Cina. Collega il mar Cinese Orientale con il mar Cinese Meridionale.

formosità, sf. 1 L'essere formoso. 2 Al plurale, le parti piene e ben fatte del corpo femminile.

formóso, agg. 1 Che ha formosità. 2 Opulente, abbondante. ~ grasso. <> esile, magro. 3 Grande e ben modellato.

Formóso (Ostia 816-Roma 896) Papa dall'891, nell'892 incoronò Lamberto di Spoleto imperatore, ma in seguito nell'895, incoronò Arnolfo di Carinzia contro di lui. Alla sua morte, Lamberto, rientrato a Roma e appoggiato dal nuovo papa Stefano VII, ne processò il cadavere e lo fece gettare nel Tevere.

fòrmula, sf. 1 Frase o insieme di frasi fissate dalla legge, dal rito o dalla consuetudine che devono essere pronunciate in determinate circostanze. ~ prassi. 2 Espressione simbolica che descrive le relazioni esistenti tra determinate grandezze od oggetti matematici. 3 L'insieme dei fondamenti di un'attività, di un'organizzazione e simili. 4 Motto che sintetizza i principi fondamentali di una dottrina. ~ slogan. 5 Insieme dei simboli dei diversi elementi che costituiscono un composto chimico. 6 In ambito sportivo è la suddivisione in categorie dell'automobilismo; tale divisione riguarda le vetture e i campionati e viene fatta tenendo in considerazione la cilindrata e gli altri fattori strutturali (formula 1, 2, 3000, Indy).
 sf. formula.
 lat. formula, dimin. di forma.
Formula ben formata
In logica è il modo in cui, spesso, viene chiamata una espressione di un sistema formale, costruita correttamente, rispettando le regole di formazione specifiche del sistema formale.

formulàre, v. tr. 1 Esprimere mediante una formula. ~ enunciare. 2 Manifestare. ~ esprimere. 3 Elaborare. ~ proporre.
 v. tr. 1 to formulate. 2 (esprimere) to express.

formulàrio, sm. 1 Complesso di formule relative a una determinata materia. ~ ricettario, cifrario. 2 Schema da seguire nella redazione di un atto. ~ modello, modulo.
 sm. 1 form, formulary. 2 (questionario) questionnaire.

formulazióne, sf. Il formulare, l'essere formulato, il modo in cui si formula. ~ enunciato, definizione, modo.
 sf. formulation.

fornàce, sf. 1 Forno in cui si cuociono, mattoni, metalli ecc. 2 Edificio in cui si trova la fornace. 3 Luogo molto caldo.
 sf. 1 furnace. 2 (per materiali edili) kiln.
 lat. fornax,-acis.

Fornàce Comune in provincia di Trento (981 ab., CAP 38040, TEL. 0461).

fornaciàio, sm. 1 Operaio che lavora in una fornace. 2 Proprietario di una fornace.

fornàio, sm. Chi fa o vende il pane. ~ panettiere.
 sm. 1 baker. 2 (negozio) baker's shop.
 lat. furnarius, deriv. da furnus forno.

fornàio rósso, sm. Uccello (Furnarius rufus) della famiglia dei Furnaridi e dell'ordine dei Passeriformi. Di colore bruno con la gola bianca, costruisce un nido di forma simile a un forno. Vive nell'America meridionale.

Fornaretto di Venezia, Il Commedia di F. Dall'Ongaro (1855).

Fornàri, Frànco (Rivergaro 1921-Milano 1985) Psicoanalista, psicologo dell'età evolutiva, specializzato in neuropsichiatria. Tra le sue opere, La vita affettiva originaria del bambino (1963), Psicoanalisi della guerra (1964), I fondamenti di una teoria psicoanalitica del linguaggio (1979) e Psicoanalisi della musica (1984). Fu autore anche di un romanzo, scritto nel 1969 (Angelo a capofitto).

Fornèlli Comune in provincia di Isernia (1.821 ab., CAP 86070, TEL. 0865).

fornèllo, sm. 1 Diminutivo di forno. 2 Piccolo forno per attività artigianali. 3 Apparecchio usato in cucina per la cottura dei cibi. 4 Parte della caldaia a vapore in cui ha luogo la combustione. 5 Parte della pipa in cui si mette il tabacco. 6 Camera da mina munita della carica esplosiva. 7 Pozzo che mette in comunicazione due livelli di una miniera.
 sm. 1 cooker. 2 (parte della pipa) bowl.
 dimin. di forno.

Fornèllo Chìmico Nome italiano della costellazione Fornax, scoperta da N. L. Lacaille nel 1752; non è osservabile dalle latitudini italiane, in quanto coperta dall'orizzonte e perché formata solo da stelle poco luminose; si trova nell'emisfero celeste australe, a sud della costellazione della Balena.

Fórni Avóltri Comune in provincia di Udine (817 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

Fórni di Sópra Comune in provincia di Udine (1.209 ab., CAP 33024, TEL. 0433).

Fórni di Sótto Comune in provincia di Udine (761 ab., CAP 33020, TEL. 0433).

fornicàre, v. intr. 1 Avere rapporti sessuali con persone dell'altro sesso al di fuori dei vincoli matrimoniali. 2 Commettere peccati carnali.

fornicatóre, sm. (f.-trìce) Chi commette il peccato di fornicazione.

fornicazióne, sf. Il fornicare.

fòrnice, sf. Arco di sostegno. ~ volta.

forniménto, sm. 1 Fornitura. 2 Grande quantità. 3 Attrezzatura. ~ suppellettile. 4 Compimento. ~ conclusione. 5 Di cavallo, finimento.

fornìre, v. v. tr. 1 Dotare, provvedere di ciò di cui si ha bisogno; rifornire, equipaggiare, dotare. ~ munire. <> privare. fornire l'esercito degli armamenti necessari. 2 Esibire. ~ mostrare. fornì le sue generalità. 3 Distribuire. ~ erogare. 4 Dare. ~ offrire. <> negare.
v. rifl. Provvedersi di qualcosa. ~ rifornirsi. doveva ancora fornirsi del necessario per partire.
 v. tr. to supply, to provide.
 franc. fornir, dal german. frumjan eseguire.

fornìto, agg. Munito di quanto occorre. ~ rifornito.

fornitóre, agg. e sm. (f.-trìce) 1 Che, chi fornisce nel settore del commercio o dell'industria. 2 Negoziante che rifornisce abitualmente. ~ commerciante.
 sm. supplier.

fornitùra, sf. 1 Il fornire, il fornirsi. 2 Merci che si forniscono o che ci si impegna a fornire. ~ approvvigionamento.

Fórno Ghiacciaio della Lombardia, il maggiore delle Alpi.

fórno, sm. 1 Costruzione a volta con apertura che viene scaldata per cuocervi pane o altro. 2 La bottega dove si trova il forno e in cui si vende il pane. ~ panetteria. 3 La parte della cucina che serve per cuocere le vivande. 4 Impianto in cui si produce calore ad alta temperatura per eseguire trasformazioni fisiche o chimiche o per scopi industriali. ~ fornace. 5 Apparecchio impiegato nella terapia delle affezioni articolari. 6 Luogo molto grande. 7 Bocca molto grande.
 sm. 1 oven. 2 (panetteria) bakery. 3 (fonderia) furnace. 4 (per materiali edili) kiln.
 lat. furnus.
Forno a combustione
Utilizza il calore prodotto mediante la combustione di particolari sostanze. È abitualmente suddiviso in tre parti: il focolare, dove viene prodotta la reazione termica del combustibile, il vano, che contiene il materiale da trattare e che talvolta può coincidere con il focolare, e il camino, che provvede a disperdere i fumi prodotti dalla combustione. Il combustibile può essere solido, liquido o gassoso.
Forno a energia solare
Costituito da una serie di specchi piani mobili per mezzo dei quali i raggi solari si riflettono su un grande specchio parabolico che concentra l'energia nella camera del forno.
Forno a microonde
=> "microonda"
Forno elettrico
Il calore prodotto deriva dalla trasformazione dell'energia elettrica in energia termica. Può essere a resistenza, a induzione o ad arco. Il forno elettrico a resistenza è il più diffuso per applicazioni che richiedono temperature basse o medie; quelli a induzione e ad arco sono per lo più utilizzati in campo industriale (metallurgia) e consentono di raggiungere temperature anche molto elevate.

Fórno Canavése Comune in provincia di Torino (4.039 ab., CAP 10084, TEL. 0124).

Fórno di Zòldo Comune in provincia di Belluno (3.118 ab., CAP 32012, TEL. 0437).

Fornòvo di Tàro Comune in provincia di Parma (5.906 ab., CAP 43045, TEL. 0525).

Fornòvo San Giovànni Comune in provincia di Bergamo (2.312 ab., CAP 24040, TEL. 0363). Centro agricolo (cereali, foraggi), dell'allevamento (bovini) e industriale (tessili, carta).

fóro, sm. 1 Apertura. ~ buco. 2 Luogo in cui si giudica. ~ tribunale. 3 Avvocati, giudici e simili di un paese. 4 Giurisdizione.
 sm. 1 opening. 2 (buco) hole. 3 (tribunale) court. 4 (storia) forum.
 deriv. da forare; nei significati di tribunale, lat. forum.
Nell'antica Roma era il centro commerciale, amministrativo e culturale della città; era costituito da un ampio recinto porticato, sul quale si aprivano le botteghe (tabernae); era completato da altri edifici, quali la basilica, la curia, il tesoro pubblico, la prigione e molti templi in onore delle divinità.
Foro di Augusto
Augusto volle innalzare il Foro che da lui prende il nome per celebrare la sconfitta di Caio e Bruto, uccisori di suo padre Cesare, a Filippi nel 42 a. C. Per questo motivo fece costruire al centro del Foro un tempio dedicato a Marte Ultore (ovvero Vendicatore), del quale rimangono solo alcune colonne della facciata e il podio. Il tempio era molto importante per la famiglia imperiale, in quanto vi si celebrava una cerimonia che segnava l'ingresso dei suoi membri nella vita pubblica. Il Foro di Augusto era cinto da un muro che lo divideva dal quartiere della Suburra e che arrivava fino al Foro di Cesare.
Foro di Cesare
Si tratta del Foro più antico di Roma, fatto erigere da Giulio Cesare ai piedi del Campidoglio. La zona era occupata da case di nobili romani e Cesare dovette spendere gran parte del suo bottino di guerra della campagna delle Gallie per acquistare le case e farle demolire. I lavori iniziarono nel 51 a. C.; nel 49 a. C. Cesare vi fece costruire il tempio di Venere Genitrice, di cui si diceva essere discendente. Il Foro era circondato da un doppio colonnato, andato perduto dopo un incendio nell'80 d. C. e ricostruito in parte da Domiziano e Traiano. Oggi rimangono visibili solo tre colonne corinzie e il podio del tempio, oltre ai resti di un portico, probabilmente della basilica Argentaria fatta costruire da Traiano.
Foro di Nerva
Iniziato da Domiziano e completato da Nerva nel 97 d. C., era costituito da un corridoio delimitato da colonne (due sono visibili) che faceva da transito per il Foro Romano. Per questo motivo, il Foro di Nerva era detto anche Transitorium. Al suo interno, si trovava un tempio di Minerva, demolito nel XVII sec.
Foro Palatino
Il Palatino è il cuore della Roma più antica, non solo per la leggenda che vuole Romolo e Remo allevati su questo colle da una lupa: resti di insediamenti risalenti all'età del ferro (VIII sec. a. C.) sono stati trovati negli anni '40 e vanno sotto il nome di Casa di Romolo. Il Foro Palatino conserva inoltre i resti delle dimore degli imperatori. Infatti si possono osservare i resti della Domus Flavia, così chiamata dal nome della dinastia dei Flavi, alla quale apparteneva Domiziano che la fece costruire nell'81 d. C. Di questo palazzo rimangono parte delle colonne della facciata anteriore e frammenti di mura che segnano la disposizione delle stanze: la basilica, dove l'imperatore esercitava la giustizia, il Lararium, ovvero la cappella privata ove si veneravano i santi protettori della casa, e la sala del trono, riccamente adornata da dodici statue. Si può ammirare inoltre il cortile con pavimento in marmo decorato. Assieme al palazzo di Domiziano fu realizzato lo stadio, una pista lunga 145 m che forse era usata dall'imperatore come giardino privato o per assistere alle corse dei cavalli. Lo stadio fu restaurato dal re ostrogoto Teodorico nel VI sec. per essere utilizzato nelle corse a piedi. A fianco della Domus Flavia sono visibili i resti della Domus Augustana, la residenza privata dell'imperatore (al quale andava il titolo di augusto, da cui il nome). La costruzione si è sviluppata su due livelli (quello inferiore non è accessibile ma è visibile dall'alto) e al centro di quello inferiore un bacino raccoglieva l'acqua piovana. Vicino alla casa di Romolo si trovano i resti della casa di Livia, risalente al I sec. a. C., e una delle testimonianze più suggestive del Foro Palatino: Livia era la moglie di Augusto e questa casa fu forse la dimora dello stesso imperatore che, come scrive lo storico Svetonio, vi dormì per quarant'anni. La casa è divisa in tre stanze, ornate da affreschi che raffigurano il mito di Io, liberata da Mercurio dalla custodia del terribile mostro Argo, oltre a scene di vita campestre, ghirlande e fiori. La casa è a un livello inferiore rispetto al terreno del Palatino e per accedervi si scende una scala e si percorre un corridoio adornato da mosaici.
Foro Romano
Il Foro Romano raccoglie la testimonianza di dodici secoli di storia di Roma, dai resti del VI sec. a. C. fino alle modifiche apportate nel Rinascimento che trasformarono le antiche rovine in luoghi di culto o in fortezze. In origine questa zona era occupata da paludi, mentre i primi insediamenti di Latini e Sabini erano situati sui colli adiacenti (Capitolino e Aventino). La zona fu bonificata dagli Etruschi e divenne durante la Repubblica il centro commerciale e finanziario di Roma e, in seguito alla costruzione del tempio di Saturno (497 a. C.), anche un centro religioso. Durante l'Impero conobbe il massimo splendore, ma fu distrutto in parte dalle invasioni dei Barbari (Goti e Vandali). Il Foro Romano comprende innumerevoli monumenti, venuti alla luce in epoche differenti duranti gli scavi, iniziati nel 1803 e che continuano tutt'oggi. Nella parte occidentale del Foro, quella più vicina al Campidoglio, si incontra per prima cosa il Tempio di Vespasiano, di cui rimangono tre colonne corinzie, ornate sull'estremità da un fregio. Da questa posizione, Piranesi disegnò il Foro Romano in una famosa incisione del 1700, nella quale troneggia sulla sinistra l'imponente Arco di Settimio Severo. Sulla sinistra dell'arco ha inizio via della Curia, sulla quale si affacciano la chiesa di Luca e Martina, antica costruzione medioevale ricostruita nel 1640, e la Curia, una copia moderna della Curia fatta costruire da Diocleziano nel III sec., dopo che quella originale era andata distrutta da un incendio. La Curia era luogo sacro, in cui si interpretava il volere degli dei. Di fronte alle colonne del tempio di Vespasiano sono i resti del tempio di Saturno, costituiti da otto colonne del pronao e dal podio in travertino. Vicino al tempio di Saturno, è la zona dei rostri, ovvero le tribune degli oratori. Il nome rostro deriva dalle prue delle navi (dette appunti rostri) che ornavano la tribuna. Costeggia i rostri la via Sacra, la via più importante del foro, lungo la quale sfilavano i carri dei vincitori di ritorno dalle spedizioni militari. Nella parte iniziale della via Sacra si trova la basilica Iulia che, benché imponente (109 x 40 m) all'epoca di Giulio Cesare, ha lasciato ben pochi resti: alcuni gradini e il pavimento. Proseguendo per la via Sacra si giunge al tempio di Castore e Polluce, risalente al V sec. a. C. e al tempio di Antonino e Faustina, così chiamato perché dedicato da Antonino Pio alla sua ultima moglie Faustina nel 141 d. C. Proseguendo si entra nella zona orientale del Foro Romano, compresa tra Palatino ed Esquilino: qui si incontra dapprima il tempio di Vesta e il tempio di Romolo. Accanto al tempio di Romolo sono i resti dell'immensa basilica di Costantino (100 x 65 m), di cui rimangono tre volte a botte. Fatta costruire da Massenzio, dopo la sua sconfitta a Ponte Milvio i lavori furono fatti continuare da Costantino. La costruzione si svolgeva lungo tre navate e nell'abside era visibile una statua dell'imperatore Costantino, i cui resti sono conservati nel Museo dei Conservatori. Il soffitto era rivestito da cassonetti ottagonali e le tegole di bronzo furono successivamente tolte e utilizzate per l'antica basilica di San Pietro. Le volte erano sostenute da colonne corinzie e una di esse è arrivata fino ai nostri giorni, ma è stata spostata in piazza Santa Maria Maggiore. Completano il Foro Romano l'arco di trionfo di Tito, il tempio di Venere e Roma e la chiesa di Santa Francesca Romana. La chiesa è dedicata a una santa dedita all'assistenza dei poveri e vissuta a Trastevere. I resti più antichi della chiesa risalgono all'VIII sec., quando papa Paolo I fece costruire un oratorio. Il campanile romanico del XII sec. e la facciata di Carlo Lombardi danno un aspetto austero alla chiesa. Il soffitto a cassettoni del XVII sec. e il mosaico dell'abside del 1160 sono le opere più pregevoli al suo interno.
Foro di Traiano
Probabilmente era il Foro più esteso e prestigioso tra i fori imperiali. Fu fatto costruire da Traiano e inaugurato nel 113 d. C. Comprende anche la vasta zona dei Mercati Traianei, il centro commerciale della Roma imperiale. Via Biberatica attraversava i Mercati e su di essa si affacciavano negozi (circa 150) e taverne. Le botteghe erano disposte su più livelli, con una facciata a emiciclo: ai piani inferiori si vendevano frutta, verdura e fiori, mentre nei livelli superiori olio e vino. I negozi avevano ingressi decorati da travertino e mosaici che raffiguravano le merci vendute. Nel Foro Traiano si erge la pregevole colonna Traiana.

foróne, sm. 1 Specie di fiocina formata da tronchi d'asta, muniti di barbi o ardiglioni, disposti a cerchio e fissati a un bastone, usata per catturare pesci sul fondo. 2 In chimica, chetone dietilenico che si forma per condensazione dell'acetone su se stesso in presenza di disidratanti.

Foronidèi Sottotipo dei Tentacolati, nel sottoregno animale dei Metazoi, comprensiva di 18 specie marine note che vivono libere in età giovanile per poi fissarsi al substrato. Il corpo allungato termina in una corona di tentacoli disposti a ferro di cavallo.

foronomìa, sf. Parte dell'idraulica che si interessa dell'efflusso di liquidi da una bocca eseguita su di un condotto, in particolare della portata del liquido.

forosétta, sf. Contadinella.

Forquet, Piètro (Napoli 1925-) Giocatore di bridge italiano. Ha vinto le Olimpiadi nel 1964, nel 1968 e nel 1972 ed è stato campione del mondo con la nazionale italiana Blue Team per dodici volte.

fórra, sf. Gola stretta e ripida. ~ fossato.

Forrest Gump Film commedia, americano (1994). Regia di Robert Zemeckis. Interpreti: Tom Hanks, Robin Wright, Gary Sinise. Titolo originale: Forrest Gump

Forrestal, James Vincent (Beacon, New York 1892-Bethesda, Maryland 1949) Politico statunitense. Artefice della ricostruzione della flotta statunitense dopo l'attacco di Pearl Harbor. Ministro della Marina nel 1944.

fórse, avv. e sm. avv. 1 Indica dubbio, incertezza. ~ ipoteticamente. <> improbabilmente. forse non è ancora arrivato a casa. 2 Attenua un'asserzione. ~ probabilmente. 3 Nelle frasi interrogative assume valore enfatico. ~ per caso. forse sei sordo? 4 Indica possibilità. ~ eventualmente.
sm. invar. Dubbio. ~ incertezza. stare in forse, senza certezze.
 avv. 1 maybe, perhaps. 2 (essere in forse) to be in doubt.
 lat. fors sit destino sia.

Forse che sì forse che no Romanzo di G. D'Annunzio (1910).

forsennataménte, avv. In modo forsennato. ~ follemente.

forsennàto, agg. e sm. 1 Che, chi è fuori di sé. ~ pazzo. Convulso, frenetico. ~ indiavolato. <> calmo, pacato.

Forssmann, Werner (Berlino 1904-Schopfheim 1979) Medico tedesco. Compì importanti studi sul cateterismo cardiaco. Nel 1956 insieme a A. F. Cournand e D. W. Richards fu insignito del premio Nobel.

Forster, Edward Morgan (Londra 1879-Coventry 1970) Scrittore inglese, esponente dell'umanesimo liberale progressista del periodo vittoriano, simpatizzante del Partito laburista. Tema centrale della sua opera è il problema delle relazioni dei singoli individui costretti entro le convenzioni sociali. Il suo capolavoro Passaggio in India (1924) è imperniato sulla contrapposizione e sui difficili rapporti fra indiani e inglesi, configurandosi come scontro di due culture diverse. Fra le altre opere, Il viaggio più lungo (1908), Camera con vista (1908), Casa Howard (1910) e Maurice, romanzo autobiografico sulla omosessualità, pubblicato postumo.

forsterìte, sf. Silicato di magnesio dai cristalli rombici prismatici di colore verdino o giallo.
 dal nome del mineralogista Forster.

Forsyth, Frederick (Ashford, Kent 1938-) Scrittore inglese di romanzi di genere poliziesco. Viene considerato l'erede di Jan Fleming. Tra le opere, Il giorno dello sciacallo (1971), Il quarto protocollo (1974), Il simulatore (1991) e Icona (1996).

Forsythe, William (1949-) Ballerino e coreografo statunitense. Dal 1984 è direttore del Balletto di Francoforte. Tra le coreografie Teorema dell'ala (1990), Herman Scherman (1992), Eidos: Telos (1995).

forsythia, sf. invar. Genere di piante arbustacee della famiglia delle Oleacee, caratterizzate da cespugli dai rami rossastri, ricoperti di fiori gialli. Originaria di Cina e Giappone, la forsythia è molto comune nei giardini.

Fort Lauderdale Città (153.000 ab.) degli USA, nello stato della Florida, sull'oceano Atlantico.

Fort Mc Pherson Città canadese, dei Territori del Nord-ovest, situata tra la pianura del fiume Mackenzie e i monti di Richardson.

Fort Smith Città degli USA (74.310 ab.), situata in Arkansas, presso il confine con l'Oklahoma. È un importante centro industriale.

Fort Wayne Città (172.000 ab.) degli USA, nello stato dell'Indiana.

Fort Worth Città (448.000 ab.) degli USA, nello stato del Texas, sul fiume Trinity. Nodo ferroviario, centro commerciale e mercato di prodotti zootecnici e cereali. Sono presenti industrie petrolifere (presenza di ingenti giacimenti di petrolio nella zona circostante), alimentari, metalmeccaniche, chimiche, siderurgiche, aeronautiche, automobilistiche e dell'abbigliamento. Sede di un'università e di vari musei. Fondata nel 1849 come avamposto militare, ebbe il suo maggiore sviluppo economico a partire dal 1920, dopo la scoperta del petrolio.

Fortaleza Città (1.766.000 ab.) del Brasile, sull'oceano Atlantico. Capitale dello stato di Ceará. Principale porto brasiliano. Le risorse economiche della città si basano soprattutto sulle industrie tessili, alimentari, chimiche, conciarie, del legno e sull'esportazione di caffè, zucchero, frutta, cotone, gomma, pelli e pellicce. Sede di un aeroporto e di un'università.

Fort-de-France Città (101.000 ab.) della Martinica, sulla costa occidentale dell'isola. Capoluogo della Martinica.

fòrte, agg., avv. e sm. agg. 1 Che può sostenere grande sforzo e resistere alle fatiche. ~ robusto. <> debole. dar man forte a qualcuno, sostenerlo e aiutarlo. 2 Che riesce a sopportare i mali, le avversità. ~ energico, volitivo. <> fragile, labile. 3 Che è dato con forza. 4 Di grande intensità, potenza. 5 Di esercito, potente. era forte di migliaia di guerrieri. 6 Grande. ~ notevole. <> irrisorio. 7 Bravo. ~ abile. <> negato. 8 Di sapore, acido. ~ acre. 9 Di sentimento, profondo. ~ ardente. 10 Di governo, che fa rispettare le leggi. 11 Fortificato. 12 Saldo. ~ tenace. <> fragile. 13 Simpatico, spiritoso. ~ brillante. <> noioso.
avv. 1 Con forza. ~ energicamente. <> piano. non voleva picchiare forte. 2 In fretta. ~ velocemente. 3 Molto. sei stupido forte.
sm. 1 Persona forte. 2 Luogo fortificato. ~ fortezza. 3 Sapore acido. 4 La parte più resistente; il grosso. 5 Ciò in cui una persona riesce meglio.
 agg. 1 strong. 2 (spesa) great, considerable. 3 (grande) large. 4 (dolore) deep. avv. 1 hard, strongly. 2 (a voce alta) loudly, loud. sm. 1 strong point. 2 (fortezza, edificio) fort.
 lat. fortis.

Forte come la morte Romanzo di G. de Maupassant (1889).

Fòrte déi Màrmi Comune in provincia di Lucca (9.514 ab., CAP 55042, TEL. 0584).

forteménte, avv. 1 In modo forte. ~ vigorosamente. 2 Con intensità ~ ardentemente.

forte-piàno, sm. Strumento a tastiera del XVIII secolo.

fortéto, sm. Boscaglia intricata.

fortézza, sf. 1 L'essere forte. 2 Forza morale, spirituale. ~ coraggio, fermezza. <> debolezza, fragilità. 3 Luogo ed edificio fortificato. ~ forte. 4 Oggetto che serva di rinforzo. 5 Di cosa compatta. ~ solidità. <> fragilità. 6 Forza fisica. ~ robustezza. <> debolezza. 7 Una delle quattro virtù cardinali.
 sf. 1 fortitude, strength. 2 (luogo, edificio) fortress.

Fortézza (in ted. Franzensfeste) Comune in provincia di Bolzano (915 ab., CAP 39045, TEL. 0472).

Forth, Firth of Estuario del fiume Forth in Gran Bretagna.

fortìccio, agg. e sm. (pl. f.-ce) Di cibo o bevanda che ha sapore acido.

fortificàbile, agg. Che può essere fortificato.

fortificaménto, sm. Il fortificare. ~ irrobustimento.

fortificànte, agg. e sm. Di cosa che fortifica. ~ ricostituente.

fortificàre, v. v. tr. 1 Rendere forte. ~ irrobustire. <> indebolire. 2 Munire di opere difensive. ~ armare. <> smantellare. fortificarono la città per prepararsi all'assedio.
v. intr. pron. e rifl. 1 Apprestare opere difensive. 2 Irrobustirsi, rinvigorirsi. ~ rafforzarsi. con l'esercizio fisico il corpo si fortifica.
 v. tr. to fortify.
 lat. fortificare, comp. da fortis forte +-ficare fare.

fortificatòrio, agg. Che riguarda le fortificazioni.

fortificazióne, sf. 1 Il fortificare e l'effetto. 2 Al plurale, le opere con cui si fortifica un luogo.
 sf. defence, fortification.
 lat. tardo forificatio,-onis.

fortìgno, agg. Che sa di forte. ~ aspro.

fortilìzio, sm. Fortezza di modeste dimensioni, piccolo forte. ~ fortino, fortezza.

fortìno, sm. 1 Diminutivo di forte. 2 Piccola costruzione fortificata.

Fòrtis, Albèrto (Padova 1741-Bologna 1803) Letterato e geologo. Tra le opere Viaggio in Dalmazia (1774), che contiene il risultato delle sue spedizioni; Versi d'amore e d'amicizia (1783), raccolta di versi dedicati a Elisabetta Caminer.

Fortis, Alessàndro (Forlì 1842-Roma 1909) Politico. Di ideologia liberale, fu presidente del consiglio nel 1905 e 1906. Statalizzò le ferrovie.

fortìssimo, sm. Didascalia sul testo che prescrive l'esecuzione di un passo con un'intensità sonora molto forte.

fortóre, sm. 1 Sapore o odore di forte. 2 Acidità di stomaco.

Fortóre Fiume (86 km) della Puglia. Nasce dall'Appennino Sannita e sfocia nel mar Adriatico.

FORTRAN In informatica è la sigla di Formula Translating System (sistema per la traduzione di formule). Si tratta di un linguaggio di programmazione sviluppato alla fine degli anni '50, finalizzato alla progettazione di applicazioni matematiche e scientifiche.

fortuitaménte, avv. Per caso, accidentalmente. ~ casualmente.

fortùito, agg. Fatto o avvenuto per caso. ~ inaspettato. <> calcolato.
 agg. casual, chance, fortuitous.

fortùna, sf. 1 Destino degli uomini, raffigurato dagli antichi in una dea spesso bendata. ~ sorte. <> sfortuna. 2 Vicenda. 3 Condizione economica, ricchezza. ~ capitale. aveva accumulato una fortuna vivendo in modo parco e moderato. 4 Burrasca. ~ fortunale. 5 Avvenimento per lo più felice. ~ ventura, sorte. <> sventura. 6 Buona sorte, occasione felice. ~ provvidenza. <> iella. bisogna saper cogliere al volo la fortuna. 7 Situazione imprevista di difficoltà o di pericolo. atterraggio di fortuna, in emergenza. 8 Disgrazia. ~ miseria.
 sf. 1 luck, fortune. 2 (successo) success. 3 (far fortuna) to make a fortune. 4 (per fortuna) fortunately. 5 (di fortuna) improvised, makeshift.
 lat. fortuna, da fors caso.
Ciascuno è artefice della propria fortuna. Frase con cui Appio Claudio Cieco afferma che ogni uomo può vincere il proprio destino.

Fortùna Personaggio mitologico, dea romana identificazione della greca Tých¿Â¿. Venne raffigurata bendata e con un piede su una ruota.

Fortunàgo Comune in provincia di Pavia (454 ab., CAP 27040, TEL. 0383).

fortunàle, sm. Tempesta. ~ burrasca. <> bonaccia.

fortunataménte, avv. Per buona sorte, per un caso fortunato. ~ faustamente.

fortunàto, agg. 1 Favorito dalla fortuna. ~ beato. <> scalognato. non era fortunato al gioco e neanche in amore. 2 Di cosa che ha esito felice. ~ fausto. <> infelice. sento che la giornata sarà fortunata. 3 Favorevole. ~ vantaggioso. <> inopportuno.
 agg. 1 fortunate, lucky. 2 (riuscito con successo) successful.
 lat. fortunatus.

Fortunàto, Giustìno (Rionero in Vulture 1848-Napoli 1932) Scrittore e uomo politico, deputato della destra divenne senatore nel 1909. Si oppose al fascismo partecipando alla ricostruzione del partito liberale. Si batté per risolvere i problemi del Mezzogiorno attraverso l'intervento dello stato.

fortunèllo, sm. Persona particolarmente fortunata.

fortunosaménte, avv. In modo fortunoso.

fortunóso, agg. 1 Che è soggetto ai capricci della fortuna, per lo più avversa. ~ travagliato. 2 Burrascoso. ~ tempestoso. <> calmo. 3 Fortuito. ~ casuale.

Fortunoso vascello di Zurigo, Il Poema di J. Fischart (1576).

Fortuny y Carbó, Mariano (Reus, Catalogna 1838-Roma 1874) Pittore spagnolo. Tra le opere La vicaria (1870, Barcellona, Galleria d'Arte Moderna).

forum, sm. invar. Voce che entra nella formazione dei nomi di numerose località risalenti all'epoca romana.
 voce lat. che significa "foro, piazza".

forùncolo, sm. Infezione dovuta a batteri di un follicolo pilifero, suppurativa, con intensa infiammazione e necrosi dei tessuti. ~ brufolo, pustola.
 sm. pimple.

foruncolòsi, sf. Malattia contraddistinta dall'eruzione di foruncoli. Possono essere variabili sia il numero dei foruncoli sia il periodo di tempo entro il quale si completa la fuoruscita degli stessi.

foruncolóso, agg. Pieno di foruncoli.

forviàre e derivati => "fuorviare e derivati"

fòrza, sf. 1 Qualità di forte. ~ possanza, prestanza. <> debolezza. 2 Robustezza, energia. ~ gagliardia. <> fragilità. 3 Intensità, potenza. ~ impeto. <> fiacchezza. 4 Grandezza fisica tendente a modificare lo stato di quiete o di moto apparente di un corpo materiale. 5 Violenza. ~ brutalità. 6 Grande attitudine a pensare, a immaginare. 7 Gruppo di persone che esercitano un'attività comune. 8 Nerbo, tempra. ~ determinazione. <> inerzia. 9 Al plurale, contingente di armati. ~ milizie.
 sf. 1 strength, force. 2 (potere) power. 3 (mil.) force. 4 (incitamento) come on. 5 (per forza di cose) by force of circumstances.
 lat. fortia, da fortis forte.
In fisica è la causa che tende ad alterare lo stato di quiete o di moto di un corpo o a produrre una deformazione dei vincoli che impediscono il movimento del corpo. Si tratta di una grandezza vettoriale, la cui unità di misura del Sistema Internazionale (SI) è il newton (N). Fu infatti I. Newton a definire, in dinamica, la causa del moto, enunciando le tre leggi fondamentali e introducendo il concetto di azione a distanza. La forza esercitata su un corpo è pari al prodotto della sua massa per l'accelerazione, si esercita lungo la congiungente che connette i due corpi e a ogni azione (forza) corrisponde una reazione uguale e opposta. In epoca moderna, al concetto di azione a distanza è stato opposto quello delle teorie di campo: secondo queste le forze esercitate su un corpo sono l'azione sul corpo di un campo di forze che pervade tutto lo spazio, tale campo di forze essendo generato da tutti i corpi sorgenti di quella forza. In natura esistono quattro tipi di forze, considerate fondamentali e generatrici di tutte le altre: si tratta delle forze gravitazionale, elettromagnetica, nucleare debole e nucleare forte.
Forza centrifuga
Forza apparente, rilevabile durante l'osservazione dei fenomeni fisici, quando l'osservatore è in un sistema di riferimento non inerziale.
Forza elettromotrice
Termine improprio che indica la differenza di potenziale elettrico che si misura a circuito aperto ai morsetti di un generatore.

Forza bruta Film drammatico, americano (1947). Regia di Jules Dassin. Interpreti: Yvonne De Carlo, Ella Raines, Burt Lancaster. Titolo originale: Brute Force

Fòrza d'Agrò Comune in provincia di Messina (948 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

Forza del destino, La Opera in quattro atti di G. Verdi, libretto di F. Piave (San Pietroburgo, 1862).
Nel palazzo del marchese di Calatrava, a Siviglia, si tiene di nascosto un incontro tra Leonora (la figlia) e Don Alvaro. Vengono però scoperti dal padre di lei che, ferito accidentalmente, muore maledicendo la figlia. Il fratello di Leonora, Don Carlos, vuole vendicarsi, mentre Leonora si rifugia in un convento. Durante una guerra in corso Don Alvaro salva la vita a Don Carlos e i due diventano amici essendo entrambi all'oscuro delle vere identità. Dopo una serie di circostanze, Don Carlos scopre chi sia l'amico e ingaggia con lui un duello, vicino al luogo dove è nascosta Leonora. Don Alvaro colpisce gravemente il rivale, il quale prima di morire, uccide Leonora sopraggiunta, che muore tra le braccia di Don Alvaro.

Forza delle cose, La Memorie di S. de Beauvoir (1963).

Forza dell'età, La Memorie di S. de Beauvoir (1960).

Fòrza Itàlia Movimento fondato da S. Berlusconi nel 1994, orientato alla costruzione di un centro. Nel 1994 ha vinto le elezioni nella coalizione del Polo delle libertà. In seguito alla caduta del governo e alla sconfitta alle elezioni del 1996 è passato all'opposizione.

forzàre, v. v. tr. 1 Usare violenza. ~ costringere. fu forzato ad abbandonare quel progetto. 2 Sottoporre a sforzo. ~ pressare, sforzare. <> allentare. 3 Aumentare. ~ accrescere. non è conveniente forzare troppo l'andatura. 4 Aprire con forza. ~ scardinare. gli avevano forzato la cassaforte durante la notte.
v. intr. Premere dall'interno di un corpo verso l'esterno.
v. rifl. Fare forza su sé stesso. ~ sforzarsi.
 v. tr. to force.
 deriv. da forza.

forzataménte, avv. 1 Con sforzo, senza naturalezza. ~ controvoglia. <> volentieri. 2 Per forza. ~ coercitivamente. 3 Necessariamente.

forzàto, agg. e sm. agg. 1 Fatto o fatto fare con la forza; obbligato, coatto. ~ costretto. <> volontario. 2 Fatto per necessità. ~ stiracchiato. il forzato riposo gli giovò. 3 Imposto per legge. lavori forzati. 4 Inevitabile. ~ obbligatorio. 5 Artificiale, affettato. ~ ostentato.
sm. Chi era condannato ai lavori forzati.
 agg. forced. sm. (condannato) prisoner sentenced to hard labour.

forzatùra, sf. 1 Il forzare e l'essere forzato. 2 Cosa forzata.
 sf. forcing.

forzière, sm. Cassa forzata e munita di serratura o di lucchetti per conservarvi oggetti di valore o denaro. ~ cassaforte.

forzóso, agg. 1 Imposto per legge. ~ coatto. <> volontario. 2 Che ha molta forza; robusto. ~ forzuto.
 agg. forced.

forzùto, agg. Che ha molta forza muscolare. ~ robusto. <> fiacco.

Fosbury, Dick (Portland 1947-) Atleta statunitense. Nel 1968 fu campione olimpionico di salto in alto con 2,24 m. Diede una grande innovazione alla tecnica, introducendo l'omonimo stile che prevede lo scavalcamento dorsale dell'asticella.

Fosca Romanzo di I. U. Tarchetti (1869).

Foscàgno Passo (2.291 m) delle Alpi Retiche, tra la valle di Livigno e la Valtellina.

foscaménte, avv. In modo fosco.

Fóscari Antica famiglia nobile veneziana del X sec., ebbe possedimenti in molte zone dell'oriente (Lemmo) e svolse un ruolo importante nella sfera politica e civile della città. Nel 1423 si ebbe l'elezione a dogato di Francesco, responsabile di una politica espansionistica verso la terraferma, che gli consentì di strappare parte del vasto regno ai Visconti di Milano in Lombardia; malgrado questi successi, il primato di Francesco non durò molto, in quanto le disavventure del figlio Jacopo e la rivalità con i membri della famiglia Loredan, ne causarono la deposizione da parte del Consiglio dei Dieci (1457); questa vicenda ha ispirato la celebre tragedia di Byron I due Foscari.
Ca' Foscari
Edificio veneziano, sul Canal Grande, edificato nel 1400 dalla famiglia Foscari; il suo stile è prossimo al gotico veneziano ed è caratterizzato sulla facciata da due logge sovrapposte ad archi, colonne e merlature in marmo. Oggi ospita le facoltà universitarie di lingue ed economia e commercio.

Fòscari, Francésco (Venezia 1373-1457) Doge di Venezia dal 1423. Strappò la Lombardia orientale fino all'Adda ai Visconti. I processi a carico del figlio Iacopo e l'opposizione dei Loredan causarono la sua deposizione per mano dei Dieci (1457).

Foscarìni, Antònio (1570-1622) Politico veneziano. Militante del partito antispagnolo, venne accusato di falso tradimento e giustiziato.

Foscarìni, Giàcomo (1523-1602) Militare veneziano. Fu al comando della flotta dopo Lepanto.

Foscarìni, Màrco (1695-1763) Politico veneziano. Uomo erudito, fu doge nel 1762 e 1763.

foschìa, sf. Lieve offuscamento dell'aria dovuto a umidità, pulviscolo o fumo. ~ nebbia.
 sf. mist, haze.

Fosciàndora Comune in provincia di Lucca (692 ab., CAP 55020, TEL. 0583).

fósco, agg. (pl. m.-chi) 1 Che tende al colore scuro. ~ scuro. <> chiaro. 2 Triste, tetro, torvo. ~ cupo. <> limpido. 3 Caliginoso, brumoso, nuvoloso. ~ nebbioso. <> terso. 4 Turbato. ~ triste. <> allegro. 5 Oscuro. ~ incerto. <> certo, chiaro.
 agg. gloomy, dark.
 lat. fuscus.

Fóscolo, Niccolò Ùgo (Zante 1778-Turnham Green, Londra 1827) Poeta, tragediografo e critico letterario, nacque a Zacinto, nelle isole Ionie, da madre greca e padre veneziano. Abbandonò la sua terra natia per trasferirsi a Venezia, dove ebbe inizio la sua evoluzione letteraria e politica, che lo vide aderire alle idee libertarie e repubblicane d'oltralpe: i principi della rivoluzione francese si diffondevano in tutta Europa. Del 1797 sono la tragedia Tieste, dedicata ad Alfieri, e l'Ode a Bonaparte liberatore. All'indomani del trattato di Campoformio (1797), con il quale Napoleone cedeva la città all'Austria, disperato e deluso, il poeta fu costretto ad abbandonare Venezia e a peregrinare per diverse città, tra cui Milano e Firenze. Di nuovo in armi, combatté contro gli austro-russi e fu a Genova durante l'assedio. Gli furono affidati vari incarichi in Lombardia e in Francia, come ufficiale dell'esercito; pubblicava intanto le due odi A Luigia Pallavicini caduta di cavallo (1799) e All'amica risanata (1803). Del 1802 sono Le ultime lettere di Jacopo Ortis, romanzo autobiografico, mentre il capolavoro Dei sepolcri è del 1806. Insegnò elequenza all'università di Pavia, ove pronunciò la celebre prolusione Dell'origine e dell'uffizio della letteratura. Dopo la caduta del regno italico, preferì seguire la strada che lo condusse all'esilio, malgrado le insistenti offerte fattegli dagli austriaci; andò in Svizzera e poi in Inghilterra dove si dedicò principalmente alla critica letteraria. Le sue ceneri furono trasportate nella chiesa di Santa Croce in Firenze nel 1871. Di temperamento romantico, nelle sue opere trasformò il tumulto interiore in una sorta di armonia classica, manifestando originalità interpretativa e finezza di giudizio, che ne fecero uno dei maggiori critici dell'Ottocento. Le sue opere più importanti sono: i sonetti A Zacinto, Alla musa, In morte del fratello Giovanni e Alla sera; le odi A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, All'amica risanata, il carme Dei sepolcri, il poema Le Grazie eil romanzo autobiografico Ultime lettere a Jacopo Ortis.

Fosdinòvo Comune in provincia di Massa Carrara (3.949 ab., CAP 54035, TEL. 0187).

fosf(o)- Primo elemento di termini chimici. Indica la presenza di fosforo nella molecola.

fosfatàsi, sf. Gruppo di enzimi appartenenti alle esterasi, in grado di scindere i legami con gli acidi fosforici nelle catene nucleiche; agiscono in ambiente acido (f. acida) o alcalino (f. alcalina), e la loro presenza nel sangue può avere un significato diagnostico.

fosfatàto, agg. Che si trova allo stato di fosfato.

fosfatazióne, sf. Applicazione, a freddo o a caldo, di una soluzione acquosa di fosfato acido di metalli pesanti, sulla superficie di leghe ferrose o metalli, eseguita prima della verniciatura.

fosfàto, sm. Sale o estere dell'acido ortofosforico (H3PO4), nel quale l'elemento metallico può sostituire uno o più atomi di idrogeno formando fosfati primari, secondari e terziari. I fosfati più comuni sono quello tricalcico (Ca3[PO4]2), usato in agricoltura come fertilizzante, il fosfato monosodico (NaH2PO4), utilizzato come componente del lievito in polvere, il fosfato trisodico (Na3PO4), impiegato nel processo di addolcimento delle acque e come additivo nei detersivi industriali e domestici e altri composti usati in metallurgia e in medicina. Recenti ricerche hanno tuttavia permesso di stabilire la responsabilità dei fosfati nei processi di inquinamento delle acque superficiali e della falda freatica.

fosfaturìa, sf. Eliminazione per via urinaria di una quantità eccessiva di fosfati.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_f.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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