Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 2

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 2

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale L parte 2

 

Lamón Comune in provincia di Belluno (3.743 ab., CAP 32033, TEL. 0439).

Lamóne Fiume (90 km) dell'Emilia orientale. Nasce in Toscana dal monte delle Travi e sfocia nel mar Adriatico, presso Marina di Ravenna.

làmpada, sf. 1 Fonte artificiale di luce in cui la radiazione luminosa è ottenuta dalla trasformazione dell'energia elettrica o dalla combustione di sostanze solide, liquide o gassose. ~ lucerna, lanterna. 2 Lume. 3 Bruciatore usato per scaldare.
 sf. 1 lamp. 2 (lampada) light.
 lat. lampas,-adis, dal greco lampàs, genitivo-àdos.
Nelle lampade a fiamma (lampada Auer) la fibra tessile, rivestita di ossido di torio e portata all'incandescenza dalla fiamma di un gas, emette luce. Tra le lampade elettriche possiamo distinguere le lampade a incandescenza, le lampade ad arco e le lampade a scarica nei gas. La lampada a incandescenza fu inventata nel 1878 da Edison. È costituita da un filamento conduttore che, attraversato dalla corrente elettrica, si riscalda per effetto Joule ed emette luce. La lampada ad arco utilizza elettrodi di grafite e viene usata nei proiettori cinematografici. Nella lampada a scarico nei gas l'emissione luminosa si ottiene facendo passare una scarica elettrica in un'atmosfera gassosa ionizzata, come nelle lampade ai vapori di sodio e ai vapori di mercurio. Nella lampada a fluorescenza la radiazione luminosa è emessa da un sottile strato di sostanza fluorescente (fosfori) colpita dalle radiazioni ultraviolette che si originano dal gas (mercurio e argo) per effetto di una scarica elettrica. La lampada fluorescente ha un'efficienza luminosa in lumen/watt superiore a quella della lampada a incandescenza. La lampada alogena, che è costituita da un bulbo di quarzo e contiene vapori di iodio, consente un notevole risparmio energetico.

lampadàrio, sm. Arnese per illuminare costruito con uno o più supporti per lampadine.
 sm. 1 light fixture. 2 (candeliere) chandelier.
 lat. tardo lampadarius portatore di fiaccola, deriv. da lampas,-adis.

lampadìna, sf. Lampada elettrica. Il primo modello a filamento fu inventato nel 1879 dall'americano Thomas Alva Edison. La prima lampadina funzionò per circa 45 ore.
 sf. 1 light bulb. 2 (tascabile) pocket torch.
 dimin. di lampada.

lampànte, agg. 1 Limpido, lucente. ~ brillante. <> offuscato. 2 Relativo a lampade. 3 Chiaro, evidente. ~ palese. <> dubbio.
 agg. 1 (evidente) evident. 2 (chiaro) crystal clear.
 p.pres. di lampare.

lampàra, sf. Grande lampada elettrica o all'acetilene, fornita di luce molto intensa usata per pescare di notte determinati tipi di pesce.

Lampedùsa Isola del mar Mediterraneo. Appartiene all'arcipelago delle Pelagie e ne è la più vasta con i suoi 20,2 km2. Dista circa 200 km dalla costa meridionale della Sicilia e 113 km da Tunisi. Il terreno è arido e scarseggia d'acqua e la produzione agricola è limitata. Sono invece fiorenti la pesca, il commercio delle spugne e il turismo. Fa parte della provincia di Agrigento ed è collegata con Porto Empedocle in Sicilia.

Lampedùsa e Linosa Comune in provincia di Agrigento (5.624 ab., CAP 92010, TEL. 0922).

lampeggiaménto, sm. 1 Atto, effetto del lampeggiare; baleno, balenio, lampeggio. ~ bagliore. 2 Serie di lampi.

lampeggiàre, v. v. tr. Mandare come un lampo. lampeggiò i fari per avvisarlo.
v. intr. 1 Emettere lampi. ~ balenare. lampeggiò a lungo prima dell'arrivo della burrasca. 2 Mandare sprazzi di luce; risplendere, brillare. ~ sfavillare. <> oscurare. 3 Segnalare con i fari.
v. intr. pron. Comparire. ~ balenare.
 v. intr. 1 to lighten. 2 (emettere lampi) to flash.
 da lampare.

lampeggiatóre, sm. 1 Indicatore di direzione. ~ freccia. 2 Dispositivo di illuminazione artificiale mediante emissioni luminose di brevissima durata. ~ lampo.
 sm. 1 (aut., freccia) indicator, blinker. 2 (dispositivo per emissione di lampi) flashing light.
 deriv. da lampeggiare.

lampeggìo, sm. 1 Lampeggiamento. 2 Lampo. ~ balenio.

Lampi sul Messico Film drammatico, americano (1933). Regia di Sergej Mikhailovic Eisenstein. Interpreti: attori non professionisti. Titolo originale: Thunder over Mexico

lampionàio, sm. 1 Chi era addetto all'accensione e allo spegnimento dei lampioni. 2 Chi fabbricava o vendeva lampioni.

lampioncìno, sm. Piccolo involucro di carta colorata e pieghettata a forma sferica, contenente un lumino o una candela.

lampióne, sm. Fanale. ~ lanterna.
 sm. street lamp, street light.
 deriv. da lampa.

Lampióne Isola calcarea del mar Mediterraneo, nel gruppo delle Pelagie.

lampìride, sf. Genere di Insetti Coleotteri della famiglia dei Lampiridi che comprende la lampiride nottiluca, o Lampyris noctiluca, le cui larve sono predatrici soprattutto di Molluschi Gasteropodi e che presentano individui femminili lunghi un paio di centimetri e privi di elitre e di ali e individui maschili lunghi una decima di millimetri e muniti sia di ali che di elitre.

lampìsta, sm. (pl.-i) Incaricato della manutenzione delle lampade in stazioni, officine ecc.

làmpo, sm. 1 Fenomeno luminoso che accompagna la scarica elettrica nei temporali; baleno, saetta. ~ fulmine. 2 Improvviso bagliore di breve durata; bagliore. ~ luccichio. 3 Cosa di brevissima durata. ~ attimo. in un lampo, in brevissimo tempo. 4 Persona o animale molto veloce nel muoversi e nell'agire. 5 Intuizione improvvisa nella mente; trovata. ~ ispirazione. senza quel lampo di genio, saremmo ancora ad attendere un risultato impossibile.
 sm. 1 flash of lightning, lightning. 2 (bagliore) flash.
 deriv. da lampare.

lampóne, sm. Nome comune di Rubus idaeus, pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Rosacee diffusa nei boschi delle colline e delle montagne dell'Europa centrosettentrionale. Ha fusto dotato di piccoli aculei e foglie imparipennate. Dà fiori bianchi e frutti che assumono il nome comune della pianta e che consistono in drupe rosse e dolci, impiegate per il consumo diretto o per la produzione di conserve.
 sm. raspberry.

Lamporécchio Comune in provincia di Pistoia (6.512 ab., CAP 51035, TEL. 0573).

Lampòro Comune in provincia di Vercelli (500 ab., CAP 13040, TEL. 0161).

lamprèda, sf. Denominazione riservata ad animali acquatici appartenenti ai Ciclostomi Petromizonti. Comprende la lampreda marina, Petromyzon marinus, che ha corpo anguilliforme lungo circa 1 m, grigio nero, provvisto di due pinne dorsali e che si riproduce dopo aver risalito i fiumi al secondo anno di età, la Lampetra planeri, lampreda comune di acqua dolce, presente nei ruscelli, la Lampetra fluviatilis, più piccola e presente nei fiumi.

Lampridifórmi Ordine di Pesci Actinopterigi di vario aspetto, viventi nelle acque marine profonde, muniti di pinne molli, le ventrali attaccate a livello delle pettorali.

Lampugnàni, Giovànni Andrèa (?-1476) Nobile milanese. Animato da ideali repubblicani, ordì insieme a Carlo Visconti e Girolamo Olgiati la congiura contro Galeazzo Maria Sforza, che uccisero il 26 dicembre 1476 nella chiesa di Santo Stefano a Milano. Catturato da un servo del duca, fu ucciso a sua volta e trascinato per le strade dalla folla inferocita.

län, sm. invar. Divisione amministrativa principale della Svezia.
 termine svedese che significa contea.

LAN In informatica è la sigla di Local Area Network (rete locale). Si tratta di una rete costituita da computer collegati tra loro (comprese le interconnessioni e le periferiche condivise) all'interno di un ambito fisico delimitato (ad es. una stanza o un edificio, o anche più edifici vicini tra di loro) che non superi la distanza di qualche chilometro.

Làna (in ted. Lana a/d Etsch) Comune in provincia di Bolzano (8.631 ab., CAP 39011, TEL. 0473).

làna, sf. 1 Pelo della pecora o di altri animali. ~ lanugine. 2 Fibra tessile ricavata dal pelo delle pecore o di altri animali (capra, cammello, alpaca). 3 Filato ottenuto con tale fibra. 4 Denominazione generica utilizzata per fibre vegetali o artificiali (lana vegetale). 5 Prodotto di materiali diversi con caratteristiche particolari.
 sf. 1 wool. 2 (fatto di lana) woollen. 3 (pura lana vergine) pure new wool. 4 (lana d'acciaio) steel wool.
 lat. lana.
La lana naturale viene classificata in base alla finezza, data dal diametro medio delle fibre, alla razza delle pecore di origine e alla parte del corpo da cui proviene. La qualità della lana è determinata oltre che da questi fattori anche dall'elasticità, dalla bianchezza, dalla coibenza e dall'igroscopicità delle fibre. Quest'ultima proprietà indica l'attitudine della lana alla confezione di indumenti intimi, poiché l'assorbimento di acqua può arrivare al 17% in peso circa con conseguente produzione di calore. Nella produzione, la lana dopo la tosatura viene sottoposta a cernita e lavatura in passaggi successivi in vasche nelle quali vengono progressivamente allontanate le sostanze lipidiche solubili, le particelle terrose e, a seguito di una prima pressione, le sostanze lipidiche insolubili. La lana viene poi sottoposta a centrifugazione, essiccamento ed ensimaggio, cioè oliatura. La successiva battitura in battitoi appositi elimina le residue impurezze. Infine viene effettuata la filatura che, a seconda che la fibra sia corta o lunga, può consistere in una cardatura o in una pettinatura. I maggiori produttori sono Australia, Federazione russa e regioni asiatiche un tempo appartenenti all'URSS, Nuova Zelanda, Cina, Argentina.
Lana di vetro
Materiale vetroso dall'aspetto di ovatta, ottenuto per stiramento meccanico dei filamenti di vetro fuso (processo Gossler) o con getti di aria inviati sui filamenti di vetro fuso in uscita da una filiera (processo Owens). Viene impiegata per le sue proprietà di isolante termico e acustico nell'edilizia.

lanàggio, sm. Insieme di lane diverse.

Lanai Isola degli USA, nell'oceano Pacifico. Fa parte dell'arcipelago delle Hawaii.

lanaiòlo, sm. Anticamente colui che professava l'arte della lana come lavorante o mercante.

Lanao del Norte Provincia (461.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo Iligan

Lanao del Sur Provincia (405.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Mindanao. Capoluogo Marawi.

lanàrio, sm. Nome comune del Falco biarmicus, un uccello falconiforme.

lànca, sf. (pl.-che) Braccio di alveo fluviale occupato da acque stagnanti.

Lancaster Famiglia ducale inglese, resse il trono dal 1399 al 1471. Costituisce un ramo secondario dei Plantageneti.

Lancaster, Burt (New York 1913-Los Angeles 1994) Nome d'arte di Burton Stephen Lancaster, attore cinematografico statunitense. Vinse l'Oscar con il film Il figlio di Giuda del 1960 e la Coppa Volpi alla mostra del cinema di Venezia con L'uomo di Alcatraz (1962). Altri film sono Forza bruta (1947), Da qui all'eternità (1953), L'ultimo apache, Vera Cruz (1954), La rosa tatuata (1955), Trapezio (1956), Sfida all'O. K. Corral (1957), Vincitori e vinti (1961), Il gattopardo (1963), Gruppo di famiglia in un interno (1974), Novecento (1975), Cassandra crossing (1976), Local hero (1983), Due tipi incorreggibili (1986).

lanceolàto, agg. Detto di foglia a forma di ferro di lancia.

lancétta, sf. 1 Indice di vari strumenti di misura; ago, indice. ~ indicatore. 2 Tipo di pastina da brodo. 3 Strumento usato dai chirurghi per praticare salassi.
 sf. 1 (ago, indice) pointer. 2 (dell'orologio) hand.
 dimin. di lancia.

Lanchester, Elsa (Lewisham, Londra 1902-Los Angeles 1986) Pseudonimo di Elisabeth Sullivan. Attrice inglese. Nel 1929, sposò l'attore Charles Laughton con il quale recitò sia in teatro che al cinema. Interprete brillante, recitò nelle opere teatrali Ariel nella Tempesta all'Old Vic (1933) e Peter Pan di J. M. Barrie (1936). Tra le interpretazioni cinematografiche, Le sei mogli di Enrico VIII (1933), Testimone d'accusa (1958) e Invito a cena con delitto (1976).

lància, sf. (pl.-ce) 1 Arma costituita da un'asta provvista di punta, impugnatura e calcio con puntale. Le prime armi di questo tipo risalgono alla preistoria. Nel medioevo veniva usata dalla cavalleria. ~ giavellotto, asta. 2 Lunga fiocina per pescare. 3 Parte terminale di un tubo attraverso il quale fuoriesce un liquido ad alta pressione utilizzato nell'irrigazione o contro gli incendi. 4 Imbarcazione leggera a remi a poppa quadra; barca. ~ scialuppa.
 sf. 1 lance. 2 (picca) spear. 3 (termica) cutting torch. 4 (antincendio) nozzle.
 lat. lancea.
Lancia termica
Tubo di ferro alla cui estremità viene innescata la combustione di ossigeno proveniente da una bombola collegata al dispositivo. Viene usata per tagliare lastre metalliche o pareti di calcestruzzo.

Lància spa Industria automobilistica italiana. Fondata nel 1906 a Torino da Vincenzo Lancia, dal 1969 fa parte del gruppo FIAT.

Lància, Vincènzo (Fobello 1881-Torino 1937) Pilota automobilistico e industriale dell'automobile. Fondatore nel 1906 a Torino dell'omonima società automobilistica, successivamente assorbita nel Gruppo FIAT.

lanciàbile, agg. Che si può lanciare.

lanciabómbe, sm. invar. Arma speciale per lanciare bombe a distanza.

lanciafiàmme, sm. invar. Apparecchio che proietta a qualche decina di metri liquido infiammato.
 sm. invar. flamethrower.
 da lancia-+ fiamme.

lanciagranàte, sm. invar. Lanciabombe terrestre.

lanciamìssili, agg. e sm. agg. Detto di nave o di ogni altro strumento da guerra attrezzato per lanciare missili.
sm. Apparecchiatura per lanciare missili.

Lanciàno Comune in provincia di Chieti (34.006 ab., CAP 66034, TEL. 0872). Centro industriale (prodotti alimentari, della grafica e tessili) e dell'artigianato (lavorazione di pelle, ceramica e oreficeria). Vi si trovano la chiesa di Santa Maria Maggiore, in stile gotico, costruita tra il XIII e il XVI sec., e la cattedrale, edificata tra il XIV e il XVIII sec. Gli abitanti sono detti Lancianesi.

lanciapiattèllo, sm. Macchina usata per lanciare il piattello di terracotta nel tiro a volo.

lanciaràzzi, agg. e sm. agg. Detto di strumento di guerra attrezzato per lanciare razzi. pistola lanciarazzi.
sm. Dispositivo per il lancio di razzi segnalatori.
 da lancia-+ razzi.

lanciàre, v. v. tr. 1 Scagliare, gettare, scaraventare. ~ buttare. lanciare occhiate furtive, guardare con sospetto. 2 Imprimere a qualcosa una grande velocità. lanciarono i cani all'inseguimento. 3 Cercare di imporre all'attenzione del pubblico una persona o un prodotto servendosi dei mezzi pubblicitari; divulgare, diffondere, promuovere. ~ pubblicizzare. <> boicottare. il fallito tentativo nel lanciare un prodotto simile dovrebbe farvi pensare attentamente alle conseguenze disastrose.
v. rifl. 1 Gettarsi con impeto. ~ buttarsi. 2 Buttarsi contro qualcosa. ~ scagliarsi.
 v. tr. 1 to hurl, to throw. 2 (missile) to launch. 3 (fig., a tutta velocità) to get up to full speed. v. rifl. 1 to throw, to hurl. 2 (fig.) to embark on.
 lat. tardo lanceare maneggiare la lancia.

lanciasàgole, sm. Piccolo cannone fisso che può lanciare un proiettile leggero al quale è unita una sagola, sistemata in modo da potersi svolgere facilmente, a una distanza che può arrivare a 300 m ca.

lanciasilùri, sm. invar. Meccanismo per lanciare contro la nave nemica siluri.

lanciàta, sf. Colpo di lancia.

lanciàto, agg. 1 Detto di veicolo o altro che corre velocissimo. il veicolo era ormai lanciato sulla pista e inseguiva il record di velocità. 2 Detto di prove di velocità. 3 Di persona o cosa ormai famosa e affermata. non voleva cantanti lanciati nella sua manifestazione.

lanciatóre, sm. (f.-trìce) 1 Chi lancia. 2 Nell'atletica leggera specialista delle gare di lancio. 3 Vettore di spazio.
 sm. 1 (atletica) thrower. 2 (baseball) pitcher.

lancière, sm. 1 Soldato di cavalleria armato di lancia. 2 Al plurale, ballo figurato affine alla quadriglia.

Lancillòtto Protagonista di romanzi francesi del ciclo bretone. Valoroso cavaliere della Tavola rotonda e amante della regina Ginevra, moglie di re Artù, rappresenta l'ideale cavalleresco prode nelle armi e totalmente votato alla donna amata. Le sue vicende vengono narrate nel poema Lancillotto o il cavaliere della carretta di Chrétien de Troyes e nel romanzo in prosa Lancelot-Graal del XIII sec.

Lancillotto e Ginevra Film drammatico, francese (1974). Regia di Robert Bresson. Interpreti: Luc Simon, Laura Duke, Humbert Balsam. Titolo originale: Lancelot du Lac

Lancillotto o il cavaliere della carretta Romanzo in versi di Chrétien de Troyes (1160-1190).

lancinànte, agg. Che procura una sofferenza acuta. ~ lacerante. <> sopportabile.
 agg. shooting, throbbing.
 lat. lancinans,-antis, p.pres. di lancinare straziare.

làncio, sm. 1 Atto, effetto del lanciare; getto. ~ tiro. 2 Nell'atletica leggera, prova eseguita a mezzo di attrezzi speciali che devono essere scagliati il più lontano possibile. lancio del peso, del martello. 3 Manifestazione pubblicitaria. ~ promozione. avevano pensato a un lancio in grande stile per il nuovo prodotto. 4 Nel gergo giornalistico, ciascuna delle trasmissioni di notizie effettuate da agenzie. 5 Nel calcio, passaggio. ~ scambio.
 sm. 1 dropping, throw. 2 (atletica) throwing. 3 (baseball) pitching. 4 (pubblicitario) launching.
 deriv. da lanciare.

lanciòla, sf. Nome comune della Plantago lanceolata.

lanciòtto, sm. Lancia corta che veniva usata da diverse fanterie nel medioevo e nei secoli seguenti come arma da getto.

Land, sm. invar. Termine adottato dalla costituzione tedesca di Weimar (11 agosto 1919) per indicare i diciassette stati tedeschi aventi ordinamento in parte autonomo.
 termine tedesco che significa paese, regione.

lànda, sf. 1 Pianura incolta spesso sterile. 2 Pianura sterile. 3 Campagna.
 sf. moor.
 dal celtico landa.

landau, sm. invar. Vettura a quattro ruote con due sedili posti uno di fronte all'altro e due mantici che potevano chiuderlo del tutto che veniva tirato da una pariglia di cavalli aventi lo stesso manto.
 dal nome della città tedesca Landau pronunciata in francese.

Landau, Lev Davidovic (Baku 1908-Mosca 1968) Fisico russo. Formatosi alla scuola di Bohr a Copenaghen, fu incaricato nel 1932 della direzione del dipartimento teorico dell'Istituto fisico di Char'kov e quindi diresse dal 1937 l'Accademia delle Scienze di Mosca. Si dedicò a studi sulla struttura della materia e formulò una teoria sulla superfluidità dell'elio liquido a temperature vicine allo zero assoluto. Dopo le prime pubblicazioni dei risultati nel 1941, elaborò nel 1950 una teoria generale sugli stati condensati della materia. Ottenne il premio Nobel per la fisica nel 1962 e il premio Lenin nello stesso anno. Condusse anche ricerche riguardanti l'elettrodinamica quantistica e la teoria quantistica dei campi.

länder, sm. invar. Danza popolare austriaca e tedesca a tre tempi, molto simile al valzer lento. Spesso è accompagnata dal canto.

Làndi, Gìno (Milano 1933-) Pseudonimo di Luigi Gregori, regista e coreografo. Figlio d'arte, esordì sul piccolo schermo curando la coreografia di Buone vacanze (1959). In seguito, si occupò di numerosissime trasmissioni, tra le quali, Napoli contro tutti (1964), Scala reale (1966), Canzonissima (1971), Premiatissima (1983), Fantastico (edizioni del 1986-1987 e 1990-1991) e Numero uno (1994).

Làndi, Stéfano (letteratura) (Roma 1895-1972) Pseudonimo di Stéfano Pirandello, figlio di Luigi, scrittore e autore di opere teatrali. Nonostante l'influsso subito dalle opere del padre, riuscì a creare un proprio stile espressivo con opere come Il muro di casa (1935), Un gradino più giù (1942) e Sacrilegio massimo (1953).

Làndi, Stéfano (musica) (Roma 1590 ca.-1639) Compositore di musica sacra. Maestro di cappella a Padova, quindi a Santa Maria dei Monti, a Roma. Della sua attività di compositore fanno parte, oltre a sei libri di arie e alcune raccolte di madrigali, le opere teatrali La morte di Orfeo (1619) e La morte di Sant'Alessio (1632).

Landìno, Francésco (Fiesole 1335-Firenze 1395) Compositore. Tra le opere 12madrigali e 140 ballate.

Landióna Comune in provincia di Novara (633 ab., CAP 28060, TEL. 0321).

landò, sm. invar. Carrozza elegante a quattro ruote e due mantici che si chiudono a piacere.
 da Landau città della Baviera.

Landólfi, Tommàso (Pico 1908-Roma 1979) Scrittore. Scrisse romanzi in cui si nota il distacco dalla logica abituale e l'adesione a un'interpretazione più libera e fantastica della quotidianità. Fu anche studioso e traduttore di letteratura russa. Tra le sue opere, Dialogo dei massimi sistemi (1937), La pietra lunare (1939), Il mar delle Blatte (1939), Le due zitelle (1946), Rien va (1963), Un amore del nostro tempo (1965), Racconti impossibili (1966), Le labrene (1974), Del meno (1978).

Landriàno Comune in provincia di Pavia (3.744 ab., CAP 27015, TEL. 0382).

Landro Valle delle Dolomiti, tra Dobbiaco e Carbonin, percorsa dal fiume Rienza che vi forma il lago di Landro e quello di Dobbiaco.

Landru (affare) Celebre processo nel quale fu condannato a morte Henri Désiré Landru (Parigi 1869-Versailles 1922), arrestato nell'aprile del 1919 per l'uccisione di dieci donne e di un ragazzo. Landru negò sempre i delitti, ma confessò di aver commesso truffi e furti a danno delle vittime.

landsat Nome di una serie di satelliti statunitensi che nel decennio 1972-1982 vennero lanciate su orbite polari per eseguire studi geografici, geofisici, di rilevamento fotogrammetrico e meteorologici.

Landseer, Edwin Henry (Londra 1802-1873) Pittore inglese. Tra le opere Dignità e impudenza (1839, Londra, Tate Gallery).

landsmål, sm. invar. Forma di norvegese parlato, oggi detta nynorsk, che venne adottata dopo il 1853 in Norvegia insieme al riksmål.

landsturm, sm. invar. Categoria militare dei paesi di lingua tedesca comprendente gli uomini più giovani e quelli più anziani. È designata a compiere servizi territoriali in caso di guerra.
 comp. dal tedesco land paese + strum assalto.

lanerìa, sf. Assortimento di tessuti pettinati e cardati di lana per abbigliamento.

lanétta, sf. 1 Cascame di lana. 2 Tessuto misto di lana e cotone. 3 Lana d'acciaio. ~ paglietta.

Lanfrànco (XI-XII sec.) Architetto. Tra le opere il duomo di Modena(XI-XII sec.).

Lanfrànco, Giovànni (Parma 1582-Roma 1647) Pittore. Allievo della scuola dei Carracci e di Guido Reni, risentì anche dell'influenza del Guercino. Con la sua opera innovatrice della tradizione classicista, è ritenuto uno dei primi esponenti dell'arte barocca. Operò soprattutto in Emilia, a Roma e a Napoli. Tra le sue opere si ricordano Olimpo (1625, Roma, Villa Borghese), affreschi della cupola di Sant'Andrea in Valle (1625-1628, Roma), Gloria del Paradiso (Roma, San Carlo ai Catinari), Gloria dei beati (duomo di Napoli).

Lang, Andrew (Selkirk, Scozia 1844-Banchory, Aberdeenshire 1912) Etnologo e scrittore inglese. Studioso delle religioni dei popoli antichi, scrisse numerosi saggi storici, letterari ed etnologici. Tra le opere, Ballads and Lyrics of Old France (1872), Shakespeare, Bacon and the Great Unknown (1912), Custom and Myth (1884), Myth, Ritual and Religion (1899), Magic and Religion (1901) e The Secret of the Totem (1905).

Lang, Fritz (Vienna 1890-Beverly Hills 1976) Regista cinematografico austriaco. È ritenuto uno dei sommi maestri del cinema. Lavorò fino al 1933 in Germania, ove divenne uno dei più importanti esponenti dell'espressionismo. Nel 1934 si trasferì a Hollywood e realizzò opere a carattere psicologico. Interpretò se stesso nel film Il disprezzo di Godard (1963). Tra le sue opere, Le tre luci (1921), Il dottor Mabuse (1922), Metropolis (1926), La donna sulla luna (1929), M, il mostro di Düsseldorf (1931), Furia (1936), Sono innocente (1937), La donna del ritratto (1944), Maschere e pugnali (1946), Gardenia blu (1952), Il grande caldo (1953), Mentre la città dorme (1955), Il diabolico dottor Mabuse (1960).

Langeland Isola (18.000 ab.) della Danimarca, nel mar del Nord, tra le isole di Lolland e Fyn.

Langevin, Paul (Parigi 1872-1946) Fisico francese. Lavorando come assistente di Thompson e Rutherford a Cambridge studiò la meccanica quantistica e la relatività. Condusse ricerche sul paramagnetismo dei gas utilizzando la nozione di quanto, studiò l'irraggiamento e la birifrangenza elettrica e magnetica. Fece importanti applicazioni dell'uso degli ultrasuoni nel rilevamento sottomarino.

Langhans, Carl Gotthard (Landshut 1732-Gruneiche 1808) Architetto tedesco. Tra le opere la porta di Brandeburgo a Berlino (1789-1793).

Lànghe Regione del Piemonte delimitata dai fiumi Tanaro e Bormida e dall'Appennino Ligure. Morfologicamente è costituita da rilievi collinari di oltre 600 m solcati da valli profonde e interessati da fenomeni di erosione. I centri abitati e le strade si trovano sulle sommità delle dorsali e sulle creste delle colline (Langhe è il nome locale dato alle caratteristiche dorsali assottigliate). Regione scarsamente popolata, l'agricoltura produce frutta, i famosi tartufi e i pregiati vini barbaresco, barolo, barbera. È zona rinomata per la produzione di vini pregiati. I centri più importanti sono Alba, Bra, Canelli, Ceva, Cherasco e Dogliani. Conosciute e abitate fin dall'antichità dai liguri, nel medioevo le Langhe furono divise in feudi e signorie (Incisa, Spinola, Del Carretto). Insieme alla Repubblica di Genova furono inglobate nel regno di Sardegna nel 1815.

Langhiràno Comune in provincia di Parma (7.532 ab., CAP 43013, TEL. 0521).

langìte, sf. Solfato basico e idrato di rame. Si presenta in cristalli rombici allungati o in aggregati fibrosi verde-azzurri. Deriva il nome dal fisico austriaco Viktor von Lang.

Langkavi Isola (20.000 ab.) della Malaysia, nello stretto di Malacca, amministrativamente compresa nello stato di Kedah.

Langmuir, Irving (New York 1881-Falmouth 1957) Chimico e fisico statunitense. Condusse studi sui fenomeni chimici di superficie e introdusse i termini elettrovalenza e covalenza nella spiegazione del comportamento degli atomi nella formazione dei legami. Ottenne il premio Nobel per la chimica nel 1932.

Langòsco Comune in provincia di Pavia (449 ab., CAP 27030, TEL. 0384).

Langúy Isola (16.000 ab.) della Norvegia, nell'oceano Atlantico. Fa parte delle isole Vesteralen.

langràvio, sm. Titolo dei conti delle regioni di Turingia, Assia e Alsazia durante il periodo carolingio. Differenziava i nobili da quelli della vicina regione che erano detti invece mangravi. Il titolo rimase ereditario nella casa d'Assia.
 tedesco Land paese e Graf conte.

languènte, agg. Preso da languore.

languidaménte, avv. In modo languido.

languidézza, sf. L'essere languido.
 deriv. da languido.

lànguido, agg. 1 Debole. ~ fiacco. <> forte. 2 Struggente, sdolcinato. ~ melenso. 3 Fioco. ~ smorzato. <> brillante. 4 Seducente. ~ carezzevole.
 agg. languid, weak.
 lat. languidus.

languìre, v. intr. 1 Essere o diventare sempre più debole; penare, stentare. ~ deperire. <> rinforzarsi. 2 Diminuire di intensità; attenuarsi. ~ scemare. le candele languivano nella semioscurità, erano ormai prossime a spegnersi. 3 In carcere, giacere. ~ marcire. 4 Struggersi. ~ tormentarsi. 5 Perdere vigore, forza. <> rinvigorire. languivano gli ingegni in quel periodo di oscurità civile.
 lat. languere.

languóre, sm. 1 L'essere fisicamente o spiritualmente debole. ~ fiacchezza. <> energia. 2 Smanceria. ~ svenevolezza. senza troppi languori, senza smancerie, moine. 3 Struggimento. ~ tormento. si avvertiva un certo languore nelle sue parole appassionate.
 sm. languor, weakness.
 lat. languor,-oris.

languoróso, agg. Che è pieno di languore.

lanìccio, sm. 1 Peluria che si forma sotto i letti o tra le pieghe di coperte. 2 Lanugine prodotta dal baco da seta prima di produrre il baco.

lanière, sm. Fabbricante o operaio dell'industria laniera.

lanièro, agg. Della lana.

lanifìcio, sm. Stabilimento tessile in cui si lavora la lana.
 sm. woollen mill.
 deriv. da lana +-ficio.

Lanìidi Famiglia di Uccelli Passeriformi che comprende le averle.

lanìsta, sm. (pl.-i) Istruttore dei gladiatori.

lanital, sm. invar. Fibra artificiale prodotta in Italia dal 1936.

Lanner, Katti (Vienna 1829-Londra 1908) Maestra di danza, ballerina e coreografa austriaca. Figlia d'arte, il padre fu il compositore Joseph Franz Karl Lanner. S'iscrisse alla scuola di ballo dell'Opera di corte e dopo il debutto con le Danseuses Viennoises, danzò nei migliori teatri tedeschi: Berlino, Monaco e Dresda. Dal 1862 al 1863, diresse la scuola di ballo ad Amburgo e portò sulla scena alcuni balletti ideati da lei stessa. A New York, nel 1870, si esibì in Giselle, ruolo che reinterpretò l'anno successivo al Drury Lane di Londra. Visse a Londra dal 1876. Nella capitale inglese le fu affidata la direzione della National Training School of Dancing e al Her Majestic Theatre diresse le coreografie della stagione di opere italiane per una decina d'anni. Diresse l'Empire Theatre dal 1887 al 1897.

lanolìna, sf. Grasso neutro di lana raffinato formato da una miscela di esteri di acidi grassi con alcooli ad alto peso molecolare. È di colore bianco ed è inodore

lanosità, sf. L'essere lanoso.

lanóso, agg. 1 Che è coperto di lana. 2 Che è simile alla lana.
 agg. woolly.
 lat. lanosus.

Lansing Città (127.000 ab.) degli USA, sul Grand River. Capitale dello stato del Michigan.

lantànide, sf. 1 Denominazione generica dei quattordici elementi delle terre rare (dal cerio al lutezio) che hanno numero atomico compreso tra 58 e 71 e presentano caratteristiche chimiche assai simili tra loro e a quelle del lantanio. 2 In passato, denominazione di quindici terre rare (dal lantanio al lutezio) oggi dette serie del lantanio.

lantànio, sm. Elemento chimico appartenente alla famiglia dei lantanidi e avente simbolo La. Ha numero atomico 57, peso atomico 138,91, punto di fusione 918 °C e punto di ebollizione 3.464 °C. Si trova in natura nelle terre rare. Ha aspetto bianco argenteo, è duttile, malleabile. Viene impiegato nella preparazione di ghisa nodulare, di dispositivi elettronici, delle lampade ad arco dell'industria cinematografica.

lantanìte, sf. Carbonato idrato di lantanio che si presenta in cristalli tabulari rombici di colore bianco, rosa o giallo. Contiene anche ittrio, cerio e altre terre rare.

lantèrna, sf. 1 Lume portatile o fisso chiuso in una intelaiatura metallica con pareti di vetro; fanale, lampione, lume. ~ lampada. prendere lucciole per lanterne, fare sbagli clamorosi. 2 Fanale di un faro. ~ faro. 3 Elemento terminale di una cupola costituita da una edicola a pianta poligonale o circolare. 5 Lucernario.
 sf. 1 lantern. 2 (faro) lighthouse.
 lat. lanterna.

Lanterna di Diogene, La Prosa di A. Panzini (1907).

Lanterne rosse Film drammatico, cinese (1991). Regia di Zhang Yimou. Interpreti: Gong Li, He Caifei, Cao Cuifeng. Titolo originale: Dahong Denglong Gaogao Gua

lànternìno, sm. Piccola lanterna.

lanùgine, sf. 1 Peluria corta di lana o simile alla lana. ~ pelo. 2 Peli morbidi e corti che cominciano ad apparire sulle guance dei giovani. 3 Peluria che riveste organi vegetali diversi. la lanugine delle albicocche.
 sf. down.
 lat. lanugo,-inis.

lanuginóso, agg. Pieno do lanugine.

Lanusèi Comune in provincia di Nuoro (6.356 ab., CAP 08045, TEL. 0782).

lanùto, agg. 1 Coperto di lana. ~ lanoso. 2 Simile alla lana nell'aspetto.

Lanùvio Comune in provincia di Roma (8.177 ab., CAP 00040, TEL. 06).

Lanvin, Jeanne (1867-1946) Stilista francese. Modista a Parigi dal 1890, all'inizio del secolo si dedicò al disegno di abiti femminili aprendo una propria casa di moda. Il successo ottenuto ebbe come conseguenza la commercializzazione sotto il nome Lanvin di accessori di moda e di profumeria, anche per uomo.

Lànza Tomàsi, Gioacchìno (Roma 1934-) Musicologo e direttore artistico italiano. È stato direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo, del teatro dell'Opera di Roma e dell'Orchestra sinfonica della RAI di Roma. Ha eseguito studi sull'opera italiana e sulla musica del XX sec.

Lànza, Giovànni (Casale Monferrato 1810-Roma 1882) Politico. Nel governo piemontese fu ministro dell'istruzione (1855) e ministro delle finanze (1858). Dopo l'unità d'Italia fu autorevole esponente della destra, divenne prima ministro degli interni (1864-1865), poi presidente della camera e infine presidente del consiglio (1869-1873). Durante il suo incarico decise la presa di Roma e attuò una politica economica di restrizione e rigore.

Lanzàda Comune in provincia di Sondrio (1.520 ab., CAP 23020, TEL. 0342).

Lanzàni, Andrèa (San Colombano al Lambro 1650 ca.-Milano 1712) Pittore italiano. Tra le opere, gli affreschi nella chiesa di Santa Cecilia a Como (1688), quelli della Passione nella Certosa di Pavia, la Gloria di San Carlo nel Duomo di Milano, le decorazioni del Belvedere inferiore a Vienna (1697), gli affreschi dello scalone nel palazzo Liechtenstein a Vienna e San Francesco in estasi (Vienna, Museo Pommersfelden, 1706).

Lanzarote Isola (42.000 ab.) di origine vulcanica, dell'oceano Atlantico, la più orientale delle Canarie. Centro principale Arrecife. Le risorse economiche si basano principalmente sull'artigianato, sulla pesca e sul turismo. Presenza di saline.

Lanzhou Città (1.390.000 ab.) della Cina, sul fiume Huang He. Capoluogo della provincia di Gansu.

Lànzi, Màrio (Castelletto Ticino, Novara 1914-Schio, Vicenza 1980) Atleta italiano, specialista dei 400 e 800 m. Fu cinque volte campione italiano dei 400 m piani e otto volte degli 800 m. Vinse la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936.

lanzichenécco, sm. (pl.-chi) 1 Soldato mercenario 2 Giannizzero. 3 Zecchinetta.
Speciali reparti di fanteria, solidi e agguerriti, creati dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo per fronteggiare le fanterie svizzere del re di Francia. Il nome deriva dal termine tedesco lands knecht che significa "servo della gleba"; erano armati di alabarda, vestiti con armatura di ferro e dotati di una spada a doppio taglio chiamata appunto lanzichenecca. Nemici e rivali degli Svizzeri, i lanzichenecchi furono impiegati nelle guerre che si svolsero tra il XV e il XVIII sec. in Europa. In Italia combatterono nella battaglia di Ravenna del 1512 e in quella di Pavia del 1525 e nel 1527 perpetrarono il vandalico sacco di Roma in cui distrussero grandi opere d'arte.

lànzo, sm. Nome con il quale un tempo erano comunemente chiamati i lanzichenecchi.

Lànzo (valli di) Nome dell'insieme delle tre valli piemontesi (dalla più settentrionale alla più meridionale) Grande, d'Ala e di Viù, che scendono parallelamente in direzione ovest-est a partire dalle Alpi Graie e che confluiscono nella Stura a monte di Lanzo Torinese.

Lànzo d'Intèlvi Comune in provincia di Como (1.362 ab., CAP 22024, TEL. 031).

Lànzo Torinése Comune in provincia di Torino (5.228 ab., CAP 10074, TEL. 0123).

Lào Fiume (51 km) della Calabria nordoccidentale. Nasce dal Pollino e sfocia nel mar Tirreno.

Laoag Città (70.000 ab.) delle Filippine, sull'isola di Luzon. Capoluogo della provincia di Ilocos Norte.

Laocoonte Nella mitologia è il sacerdote troiano che cercò di convincere i troiani a non introdurre il cavallo di legno costruito dai greci nella città. Fu punito da Atena la quale inviò dal mare due serpenti che avvolsero e soffocarono nelle loro spire il sacerdote e i suoi due figli. Un'altra tradizione vuole che sia stato Apollo a volersi vendicare di Laocoonte a causa della profanazione del suo tempio. L'episodio della morte di Laocoonte è mirabilmente rappresentato nel gruppo marmoreo ellenistico dei musei Vaticani, opera di Agesandro, Atanodoro e Polidoro della scuola di Rodi.

Laodicèa Nome di numerose città dell'Asia fondate dai seleucidi, derivato da Laodice, nome comune delle principesse di questa dinastia. Laodicea al Lico, città della Frigia, fondata da Antioco II verso la metà del III sec. a. C., fu un importante centro cristiano, dove si tenne un sinodo nel IV sec. Laodicea al Mare, città della Siria e porto della città di Apamea, iniziò a svilupparsi dal III sec. a. C. È l'odierna Latakia, maggior porto della Siria. Laodicea Combusta, città della Licaonia, sorgeva ove ora si trova il villaggio turco di Ladik. Laodicea al Libano, città della Celesiria, fu probabilmente fondata da Antioco I sul versante nord-est del Libano.

Laoighis Contea (53.000 ab.) dell'Irlanda, nel Leinster. Capoluogo Port Laoighise.

laónde, cong. Per la qual cosa.

Laos Repubblica dell'Asia sudorientale, nella penisola Indocinese; confina a nord con la Cina, a est con il Viet Nam, a sud con la Cambogia, a ovest con la Thailandia e la Birmania.
Si possono distinguere due regioni piuttosto nettamente. Il Laos settentrionale è prevalentemente montuoso, in corrispondenza del versante occidentale della catena annamitica. Si tratta di regioni dal profilo molto aspro, con catene allungate in direzione nord-ovest/sud-est, con cime che superano i 2.000 m, separate da valli profonde, percorse da torrenti impetuosi e da rilievi tabulari, quali l'altopiano di Cammon, dove si trova la massima vetta, il Phu Bia (2.820 m).
Nel Laos meridionale la catena montuosa dell'Annam scende verso ovest prima in una fascia collinare, poi verso la valle del Mekong, il principale fiume del paese, che traccia buona parte del confine occidentale.
Il Mekong riceve la maggior parte dei fiumi del paese (Nam Ou, Nam Seng, Sè-Bang Fai); solo alcuni fiumi dell'alto Laos (Song Ma, Song Chu, Song Ca) si gettano nel golfo del Tonchino.
Il clima è tropicale monsonico con due stagioni ben distinte, una umida estiva e una relativamente secca invernale.
Il paese ha un reddito pro capite bassissimo, che ne fa il paese più arretrato dell'area indocinese.
L'economia, mai fiorente, subì un durissimo colpo dalla guerra vietnamita; l'agricoltura rimane prevalentemente di sostentamento, condotta con tecniche tradizionali che lasciano la produzione alla mercè delle condizioni climatiche; la produzione principale è il riso, praticata nelle aree inondabili della valle del Mekong.
Nelle zone montuose si producono mais, patate dolci e manioca e inoltre tabacco, caffè e cotone; una qualche rilevanza hanno alcune oleaginose (arachidi e soia), ortaggi, frutta e il papavero da oppio, la cui coltivazione trova uno sbocco commerciale verso la Cina, teoricamente sottoposto a un severo controllo governativo.
Le foreste rappresentano la principale risorsa del paese e offrono legni pregiati ed essenze; tuttavia l'inadeguatezza delle vie di comunicazione ne impedisce un più adeguato sfruttamento.
Tradizionale risorsa è l'allevamento; si tratta di animali da cortile, suini, bufali e bovini; nelle foreste si allevano anche gli elefanti, come animali da lavoro.
Notevole sviluppo ha la pesca d'acqua dolce.
Le risorse minerarie sono rame, carbone, piombo e ferro e sono tutte inadeguatamente sfruttate.
L'attività mineraria si limita all'estrazione di modesti quantitativi di stagno.
L'energia elettrica è quasi interamente di origine idrica e viene largamente esportata in Thailandia.
L'industria conserva caratteri spiccatamente artigianali e fornisce tessuti, calzature e articoli di abbigliamento, ceramiche, prodotti in legno, prodotti alimentari e tabacco.
STORIA Il paese situato da una parte e dall'altra del fiume Mekong ha una storia poco conosciuta fino al sec. XIII. Nel 1353 il principe Fa Ngum fonda il regno di Lan Xang e fissa la capitale a Luang Prabang. Negli anni 1373-1548, i suoi successori, i thaïs, annettono il regno del Lan Na. Nel 1563 diventa capitale Vientiane. Nel periodo 1574-1591, il paese è sottoposto alla sovranità birmana. Il XVII sec. vede un periodo di anarchia seguito dal regno di Souligna Vongsa (1637-1694). Nel XVIII sec. il paese è diviso tra i regni di Champassak, Luang Prabang e Viantiane. Nel 1778 il Siam, che domina già il Chamapassak, impone la sua sovranità al re di Luang Prabang e invade Viantiane.
Nel 1887 il re di Luang Prabang, Oun Kham (1869-1895), chiede la protezione della Francia. Nel periodo 1893-1904 il Siam firma vari trattati che riconoscono il protettorato francese sul Laos. Nel 1904 ha inizio il regno di Sisavang Vong che durerà fino al 1959. Nel 1940 si assiste a ostilità franco-tailandesi. Il Giappone impone alla Francia l'abbandono della riva destra del fiume Mekong. Nel 1945 viene proclamata l'indipendenza. L'anno successivo la Francia caccia i nazionalisti, riporta al trono il re e accorda l'autonomia.
Nel 1949 il Laos diviene indipendente in seno all'Unione Francese. L'anno successivo il principe Souphanouvong crea il Pathet Lao, legato ai Vietminh. Nel 1954-1957 il Pathet Lao ottiene con gli accordi di Ginevra il controllo di varie provincie, mentre è primo ministro Souvanna Phouma. Dal 1957 al 1964 vari governi di unione nazionale riuniscono neutrali (Souvanna Phouma), comunisti (Souphanouvong) e partigiani dell'autorità reale (Boun Oum).
Implicato nella guerra del Viet Nam, il Laos subisce i bombardamenti americani e gli interventi dei vietnamiti del nord e dei tailandesi. Nel 1975 viene proclamata la repubblica popolare del Laos. Essa è presieduta da Souphanouvong. Da allora la vita politica del paese è dominata dal PRPL(partito rivoluzionario popolare Lao), comunista, sostenuto dalla Cina. Nel 1977 il Laos firma un trattato di amicizia con il Viet Nam. Anche la costituzione del 1991 riconosce il monopolio politico del PRPL. Nel 1992, alla morte del leader del PRPL, K. Phomvihane, la presidenza passa a N. Phoumsavan. Nel 1998 è nominato presidente K. Siphandon.
Abitanti-4.882.000
Superficie-236.800 km2
Densità-20,6 ab./km2
Capitale-Vientiane
Governo-Repubblica democratica popolare
Moneta-Kip
Lingua-Lao e francese
Religione-Buddhista, animista

laotiàno, agg. e sm. agg. Del Laos.
sm. Abitante o nativo del Laos.

Lao-tzu (VI-V sec. a. C.) Filosofo cinese. Tra le opere Tao-te Ching.

lapalissiàno, agg. Che è ovvio; scontato, evidente. ~ lampante.
 da J. De Chabanne, signore di La Palice (1470-1525), generale francese ucciso nella battaglia di Pavia, al quale i soldati dedicarono l'ovvia canzone "un quarto d'ora prima di morire era ancora vivo".

laparo-, o lapara- Primo elemento di termini medici, derivato dal greco lapára che significa fianco, addome.

laparoscopìa, sf. Tecnica endoscopica per lo studio degli organi della cavità addominale e pelvica.

laparotomìa, sf. Incisione dell'addome e del peritoneo per accedere alla cavità addominale.
 greco lapàra addome +-tomia.

lapàzza, sf. Rinforzo in legno che in marina viene fissato a un pennone o a un albero al fine di rinforzarlo in un punto in cui è presente una lesione o per proteggerlo dagli sfregamenti e guidarlo negli spostamenti. ~ lampazza.

Lapedòna Comune in provincia di Ascoli Piceno (1.168 ab., CAP 63010, TEL. 0734).

lapicìda, sm. (pl.-i) In epoca romana e medioevale, artigiano esperto nella lavorazione della pietra e del marmo.

lapidàre, v. tr. 1 Lanciare ripetutamente sassi contro qualcuno. ~ linciare. 2 Inveire contro qualcuno. 3 Molare. ~ lappare.
 v. tr. to stone.
 lat. lapidare, deriv. da lapis,-idis pietra.

lapidariaménte, avv. In modo lapidario.

lapidàrio, agg. 1 Delle iscrizioni su lapide. 2 Incisivo e sentenzioso; conciso, asciutto. ~ sintetico. <> prolisso.
 agg. lapidary, terse.
 lat. lapidarius.

lapidazióne, sf. Atto, effetto del lapidare.
 lat. lapidatio,-onis.

làpide, sf. 1 Pietra sepolcrale. 2 Tavola di marmo o altro materiale, con un'epigrafe; lastra commemorativa; lastra. ~ stele. l'amministrazione decise di murare una lapide in ricordo di quell'emerito personaggio.
 sf. 1 tombstone. 2 (commemorativa) plaque.
 lat. lapis,-idis pietra.

lapìdeo, agg. 1 Di pietra. 2 Che ha le caratteristiche della pietra. 3 Relativo alla lavorazione della pietra.

lapìllo, sm. Frammento incandescente di lava espulso da un vulcano durante un'eruzione.
 lat. lapillus, dimin. di lapis,-idis pietra.

Lapin Provincia (202.000 ab.) della Finlandia settentrionale, capoluogo Rovaniemi.

lapin, sm. invar. Pelliccia di coniglio.

Làpio Comune in provincia di Avellino (1.869 ab., CAP 83030, TEL. 0825).

làpis, sm. invar. Matita.
 sm. invar. pencil.
 lat. lapis,-idis pietra.

lapis niger, loc. sost. f. invar. Denominazione di una pietra quadrata di marmo nero del Foro romano che nell'età repubblicana venne posta nel luogo in cui la tradizione indicava essere la tomba di Romolo.

lapislàzuli, o lapislàzzuli, sm. invar. Alluminosilicato di sodio e calcio, con cloro e zolfo, che appartiene al gruppo delle sodalite. Si presenta in aggregati compatti di colore azzurro oltremare che spesso includono cristalli di pirite.
 comp. dal lat. lapis pietra + il persiano lazward lapislazuli.

Laplace, Pierre Simon de (Beaumont-en-Auge 1749-Parigi 1827) Astronomo, fisico e matematico francese. Versatile e geniale scienziato del periodo napoleonico a cui si devono studi nei maggiori campi della scienza; scrisse il trattato astronomico Esposizione del sistema solare del mondo (1796), il Trattato di meccanica celeste (1799), in cui formulò la teoria sulla perturbazione dei moti dei pianeti, la Teoria analitica delle probabilità (1812) eil Saggio filosofico delle probabilità (1814) in cui descrisse i principi della teoria delle probabilità e li applicò allo studio dei fenomeni naturali. In fisica tecnica stabilì la legge delle trasformazioni adiabatiche dei gas, la legge dell'induzione elettromagnetica e nel 1780 insieme al connazionale A. L. Lavoisier eseguì le prime misure sul calore specifico delle sostanze. In analisi formulò il teorema sulla legge esponenziale degli errori e intraprese preziosi studi sull'analisi infinitesimale e algebrica introducendo anche nuovi strumenti (operatore e trasformata omonimi). Fu anche impegnato politicamente ricoprendo le cariche di ministro degli interni e di vicepresidente del Senato (1803) durante il periodo napoleonico.

laplaciàno, agg. e sm. agg. Relativo alla teoria e alle formule di Laplace.
sm. Operatore differenziale rappresentante la divergenza di un gradiente. Viene definito dalla relazione =2/x2+?2/y2+2/z2.

làppa, sf. Altro nome comune dell'Arctium lappa, detta anche bardana.

Lappàno Comune in provincia di Cosenza (929 ab., CAP 87050, TEL. 0984).

lappàre, v. tr. e intr. 1 Bere come fanno i cani. 2 Leccare. 3 Rifinire.

lappatùra, sf. Operazione di finitura delle superfici per ridurne la scabrosità mediante strisciamento a bassa velocità.

làppola, sf. 1 Nome comune dello Xanthium italicum e di altre specie dello stesso genere appartenenti alla famiglia delle Composite. 2 Nome di due specie di Caucalis (daucoides e latifolia), la Lappola carota e la Lappola maggiore, due Ombrellifere dai fiori bianchi, rosei o rossicci.

làppone, agg. e sm. agg. Della Lapponia.
sm. 1 Abitante della Lapponia. 2 Lingua parlata dai lapponi.
Dialetto appartenente alla famiglia linguistica ugro-finnica di non ben definita provenienza ed evoluzione. È parlato principalmente nelle zone più a nord della Norvegia, della Svezia, della Finlandia e della penisola di Kola. Tra i principali si possono annoverare il dialetto di Norvegia, il dialetto di Svezia, il dialetto di Luleå (Svezia), il dialetto di Inari (Finlandia) e il dialetto di Kola (Russia).

làpponi Popolazioni insediate nelle zone più settentrionali della penisola scandinava e della penisola di Kola rappresentata da circa 35.000 individui. Dediti alla caccia degli animali da pelliccia, alla pesca e all'allevamento delle renne, i lapponi hanno anche sviluppato particolari strumenti di locomozione quali slitte e sci per i loro periodici spostamenti. Prevalente è la religione cristiana pur rimanendo molto forte e radicato il culto degli antenati.

Lappònia Regione dell'Europa settentrionale posta a nord del circolo polare artico e ripartita politicamente tra Finlandia, Norvegia, Russia e Svezia. I circa 30.000 lapponi rappresentano approssimativamente il 10% della popolazione totale. A parte le zone lungo le coste del mare del Nord che risentono dell'influsso della corrente del Golfo, il clima è ovunque particolarmente rigido. Il territorio si presenta pianeggiante o con rilievi non troppo elevati a est, mentre è montuoso a ovest. La regione è ricca di bacini lacustri ed è attraversata dai fiumi Lule, Torne, Ounas, Tana e Kemijoki. La vegetazione è prevalentemente composta da tundra a nord e a est, mentre le zone più meridionali sono coperte da boschi di conifere e betulle. Agricoltura scarsa. I rilevanti giacimenti di ferro, l'allevamento delle renne, lo sfruttamento delle foreste (con la connessa industria del legno) e l'energia idroelettrica, rappresentano le principali ricchezze per la popolazione.

làpsus, sm. invar. Errore involontario; papera, sbaglio. ~ svista.
 sm. invar. slip.

lapsus calami, loc. avv. Espressione latina che significa "errore della penna". Indica un errore di pura distrazione commesso nello scrivere.

Laptev, màre di Sezione del mar Glaciale Artico, lungo la costa della Siberia, tra la penisola di Tajmyr e l'arcipelago della Nuova Siberia.

lap-top, sm. invar. Personal computer portatile.
 sm. invar. laptop.

L'Àquila => "Aquila"

Lara Stato (1.270.000 ab.) del Venezuela nordoccidentale, capoluogo Barquisimeto.

laràrio, sm. Sacello ricavato da una nicchia della parete, solitamente decorato, nel quale, nell'antica Roma, erano custoditi i lari.

Larciàno Comune in provincia di Pistoia (6.063 ab., CAP 51036, TEL. 0573).

Lardàro Comune in provincia di Trento (165 ab., CAP 38080, TEL. 0465).

lardellàre, v. tr. 1 Condire con lardelli. 2 Riempire. ~ farcire. 3 Ungere. ~ imbrattare. 4 Costellare. ~ disseminare.

lardellatùra, sf. Operazione del lardellare.

lardèllo, sm. Pezzetto di lardo.

Larderel, Francésco Giàcomo (Vienne 1789-Firenze 1858) Industriale francese. Nel 1818 si trasferì in Toscana, dove iniziò l'estrazione di acido borico dai lagoni di Montecerboli.

Larderèllo Frazione di Pomarance, in provincia di Pisa, in Toscana, posto nell'alto bacino del Cecina a 390 m di altezza. È un importante centro dell'industria che sfrutta i soffioni boraciferi.

Lardiràgo Comune in provincia di Pavia (971 ab., CAP 27016, TEL. 0382).

làrdo, sm. Strato di adipe sottocutaneo del maiale, conservato salato o affumicato per uso cucina.
 sm. lard, bacon fat.
 lat. laridum.

lardòso, agg. 1 Che ha molto lardo. ~ grasso. <> magro. 2 Persona grassa. ~ obeso. <> smilzo.

làre, sm. I lari erano antiche divinità romane, forse di origine etrusca, protettrici dei campi e venerate anche nei crocicchi, anche se il loro culto era principalmente domestico. Raffiguravano immagini di giovani che portavano una cornucopia. Esistevano anche i Lares publici che erano i protettori della città e dello stato; tra loro venivano annoverati Romolo e Remo, Tito Tazio e Acca Larenzia.

Laredo Città del Texas (122.990 ab.), situata di fronte a Nuevo Laredo (Messico). Importante porto sul Rio Grande, è mercato internazionale e centro turistico.

largaménte, avv. In modo largo; ampiamente, abbondantemente, esaurientemente. ~ diffusamente. <> brevemente.

largàre, v. tr. 1 Distendere. ~ allargare. 2 In marina, allontanare un'imbarcazione dalla riva o da un'altra imbarcazione.

large, agg. invar. Detto di capo di abbigliamento di taglia grande.

largheggiàre, v. intr. Atteggiarsi e comportarsi con generosità; spendere, sperperare. ~ scialacquare. <> economizzare.
 v. intr. to be free.

larghétto, avv. e sm. avv. Indicazione di movimento, un po' meno lento del largo.
sm. Brano da eseguirsi in un tempo un po' meno lento del largo e che solitamente costituisce il secondo tempo di un concerto o di una sonata.

larghézza, sf. 1 Una delle tre dimensioni dei solidi; ampiezza, estensione, vastità. 2 Generosità. ~ prodigalità. <> avarizia. era un uomo di rara larghezza nel dare. 3 Abbondanza, opulenza. ~ ricchezza. <> povertà. spendeva con larghezza i soldi dell'eredità. 5 Di vedute, apertura. ~ elasticità. <> grettezza. riteneva che avesse una sufficiente larghezza mentale per capire certe situazioni.
 sf. 1 breadth, width, looseness. 2 (abbondanza) abundance. 3 (larghezza di vedute) broadmindedness.
 deriv. da largo.

Largillière, Nicolas de (Parigi 1656-1746) Pittore francese. Tra le opere La famiglia del pittore (Parigi, Louvre).

largìre, v. tr. Concedere con generosità.
 lat. largiri, deriv. da largus largo.

largitóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, chi largisce.

largizióne, sf. Atto, effetto del largire.
 lat. largitio,-onis.

làrgo, agg., avv. e sm. (pl.-ghi) agg. 1 Esteso in larghezza. <> stretto. su larga scala, in grandi quantità o misure. 2 Ampio, spazioso, capiente. ~ vasto. <> angusto 3 Generoso. ~ prodigo. <> tirchio. 4 Di guadagno, copioso. ~ cospicuo. <> esiguo. 5 Di idee, aperto. ~ tollerante. <> chiuso. 6 Di senso, ampio. ~ estensivo. <> ristretto. era largo nei giudizi, era comprensivo.
avv. Nella locuzione girare al largo,tenersi lontano.
sm. 1 Larghezza. 2 Piazza situata nel punto in cui una strada si allarga o un incrocio di strade. ~ spiazzo. <> strettoia. 3 Mare aperto. la nave stentava a prendere il largo a causa delle correnti contrarie.
 agg. 1 broad, wide. 2 (abito) loose. sm. 1 width, breadth. 2 (mare, al largo) open sea. 3 (stare alla larga) to keep one's distance. 4 (prendere il largo) to set sail.
 lat. largus copioso, prodigo.

Largo Caballero, Francisco (Madrid 1869-Parigi 1946) Sindacalista e politico spagnolo. Di ideologia socialista, dal 1934 fu segretario dell'Unione generale del lavoro. Quindi fu presidente del consiglio e ministro della guerra nel 1936 e 1937.

Làri Comune in provincia di Pisa (7.855 ab., CAP 56035, TEL. 0587).

lari, sm. pl. Antiche divinità romane tutelari, inizialmente dei campi in seguito delle case. Erano raffigurati come giovani recanti in mano una cornucopia e ornavano il focolare domestico (larario) assieme ai penati. I lares pubblici erano invece a tutela delle città e dello stato; tra di essi erano venerati anche Romolo, Remo e Tito Tazio.
 latino lares.

Lariàno Comune in provincia di Roma (8.530 ab., CAP 00040, TEL. 06).

lariàno, agg. Relativo al lago di Como. ~ comasco.

làrice, sm. Gimnosperma (Larix decidua) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Raggiunge i 40 m di altezza e possiede una chioma a forma piramidale.
 sm. larch.
Larice giapponese
Gimnosperma (Larix kaempferi) della famiglia delle Pinacee e della classe delle Conifere. Originaria del Giappone.

laricìno, sm. Fungo (noto anche come boleto dei larici, Boletus elegans) della famiglia delle Boletacee e della classe dei Basidiomiceti. Commestibile.

Làridi Famiglia di Uccelli Caradriformi a cui appartengono il gabbiano e il mignattino.

larìnge, sf. È l'organo dei tetrapodi dedicato sia alla fonazione che alla separazione tra l'apparato respiratorio e quello digestivo. È posto tra la faringe e la trachea proprio davanti all'esofago. La cavità interna, rivestita di mucosa, è agganciata superiormente all'osso ioide, mentre inferiormente e lateralmente si appoggia alle cartilagini tiroidea e cricoidea e alle aritenoidi. Nell'uomo forma nella parte centrale del collo una sporgenza che nei maschi adulti può assumere un aspetto particolarmente evidente detto pomo d'Adamo. Solitamente ha la forma di una piramide con base triangolare verso l'alto; la parte interna si restringe dove si trovano due paia di corde vocali, le false corde vocali poste superiormente e le vere corde vocali, poste in basso, che vibrando consentono l'emissione dei suoni.

laringectomìa, sf. Asportazione, parziale o totale, della laringe.

laringèo, o larìngeo, agg. 1 Che appartiene alla laringe. 2 Relativo alla laringe.

laringìte, sf. Infiammazione acuta e cronica della laringe. Caratterizzata da raucedine, tosse secca ed edema della mucosa, la forma acuta può essere curata con inalazioni, antibiotici, cortisonici, vitamine. Nel caso limite in cui l'edema causa il soffocamento può essere necessario ricorrere alla tracheotomia. La laringite cronica viene favorita da condizioni predisponenti (inquinamento dell'aria, tabagismo, infiammazioni acute recidivanti), presenta sintomi analoghi a quelli della forma acuta e richiede una terapia causale.
 sf. laryngitis.

laringo- Primo elemento di parole composte.
 greco lárynx-yngos laringe, gola.

laringocèle, sm. Estroflessione della mucosa laringea causata da fessure dovute a traumi della laringe o a difetti di formazione delle cartilagini.

larìngoiatra, sm. (pl.-i) Medico specializzato in laringoiatria.

laringoiatrìa, sf. Branca della medicina che studia le malattie della laringe.

laringologìa, sf. Studio fisiologico, anatomico e patologico della laringe.

laringoplegìa, sf. Paralisi, parziale o totale, dei muscoli della laringe che può essere provocata da una lesione del sistema nervoso centrale o di un'affezione dei nervi faringei.

laringoscopìa, sf. Esplorazione della laringe.

laringospàsmo, sm. Contrazione delle corde vocali che provoca un'occlusione spastica della glottide.

laringotomìa, sf. Apertura chirurgica della laringe.

laringotracheìte, sf. Infiammazione della laringe e della trachea.

Larìno Comune in provincia di Campobasso (8.249 ab., CAP 86035, TEL. 0874).

Làrio Nome tradizionale del lago di Como.

Larionov, Michail (Tiraspol, Bessarabia 1881-Fontenay-aux-Roses 1964) Pittore russo. Tra le opere I soldati (1908, Londra, Collezione privata) e Primavera (1912, Parigi, Collezione privata).

Làrissa Città greca della Tessaglia (100.000 ab.) capoluogo dell'omonimo nomo (5.380 km2, 255.000 ab.). Si trova lungo il corso del fiume Pinios, in una zona agricola che consente la produzione di agrumi, cereali, frutta, olive, ortaggi, tabacco. Le industrie principali sono quelle tessili, metalmeccaniche, del tabacco e del vetro.

Larìzza, Piètro (Reggio Calabria 1935-) Sindacalista. Dal 1992 fu segretario generale della UIL.

Larmor, Joseph (Magheragall, Irlanda del Nord 1857-Holywood, Belfast 1942) Sir. Fisico irlandese, si occupò di termodinamica ed elettrodinamica. Scoprì il movimento di precessione, che prese il suo nome, delle particelle dotate di carica elettrica in moto in un campo magnetico. Studiò anche la relatività e la fisica atomica, alla quale diede un notevole contributo, sintetizzato nell'opera Etere e materia (1900).

Làrnaca Città della Repubblica di Cipro (20.100 ab; in greco Larnax o Larnakas), capoluogo del distretto omonimo, corrispondente all'antica Cizio (Kition). È porto della costa sudorientale dell'isola situato sul golfo di Larnaca.
Distretto di Larnaca
Distretto della Repubblica di Cipro (1.127 Km2, 61.120 ab.) comprendente la città omonima.

Laròcchi, Màrica (Muggiò, Milano 1942-) Poetessa italiana. Tra le sue opere si ricordano le raccolte Nove testimonianze per una presenza (1965), Iris (1977), Lingua dolente (1981) e Colpo di grazia (1988).

Laroche, Guy (La Rochelle 1922-Parigi 1989) Stilista di moda francese. Si impose all'attenzione mondiale con la sua prima sfilata, nel 1957. Nel 1968 venne insignito del Dé d'Or. Fu uno dei primi stilisti manager.

làrva, sf. 1 Primo stadio dello sviluppo degli animali soggetti a metamorfosi. ~ bruco. 2 Illusione. ~ parvenza. 3 Scheletro, relitto, fantasma, rottame. ~ ombra.
 sf. 1 maggot, larva. 2 (fig., ombra) shadow. 3 (ridotto a una larva) reduced to a skeleton.
 lat. larva spettro.
Organismo che alla nascita assume caratteristiche molto differenti dai genitori cui somiglierà solo dopo modificazioni (metamorfosi) più o meno marcate. Questa particolarità viene definita come sviluppo indiretto, a differenza di quello diretto proprio delle specie che generano esseri biologicamente e morfologicamente simili all'adulto. Più frequenti nel mondo acquatico (Anellidi, Anfibi, Artropodi, Crostacei, Echinodermi, Gasteropodi, Molluschi ecc.) sono presenti anche tra gli animali terrestri e in particolare negli Insetti.

larvàle, agg. Di larva.
 lat. larvalis.

larvàre, v. tr. Mascherare.

larvataménte, avv. In modo larvato.

larvàto, agg. Mascherato, dissimulato, coperto. ~ nascosto. <> evidente.

Las Casas, Bartolomé de (Siviglia 1474-Madrid 1566) Cronachista spagnolo. Tra le opere Brevissima relazione sulla distruzione delle Indie (1542).

Las Cases, Emmanuel-Augustin Dieudonné, cónte di (Château de Las Cases, Languedoc 1766-Passy-sur-Seine 1842) Memorialista francese. Tra le opere Memoriale di Sant'Elena (1823).

Las Plàssas Comune in provincia di Cagliari (317 ab., CAP 09050, TEL. 070).

Las Vegas Città (130.000 ab.) degli USA, nello stato del Nevada, presso il lago Mead. Seconda città dello stato, è un importante centro minerario (piombo, oro, tugsteno, magnesio) e commerciale. Importante risorsa è rappresentata dall'allevamento di bestiame. Le industrie presenti sono per lo più alimentari (latticini). Rinomato centro turistico, ha grandi hotel di lusso e moltissime case da gioco. Sede di un'università e del museo statale del Nevada dove sono conservati reperti riguardanti la storia dello stato. Fondata dai mormoni nel 1855, si sviluppò dopo il 1905 quando vi giunse la ferrovia. Nel 1931 venne legalizzato il gioco d'azzardo e nel 1946 venne aperta la prima casa da gioco.

Làsa (in ted. Laas) Comune in provincia di Bolzano (3.514 ab., CAP 39023, TEL. 0473).

lasàgna, sf. Larga striscia di pasta all'uovo per la preparazione di timballi.
 sf. pl. lasagna.

làsca, sf. (pl.-che) Pesce d'acqua dolce.

Làsca, Antòn Francésco Grazzìni détto il (Firenze 1503-1584) Scrittore italiano. Dopo una giovinezza durante la quale esercitò il mestiere dello speziale, nel 1540 contribuì a fondare l'Accademia degli Umidi, prendendo il soprannome del Lasca. Nel 1582, insieme a Leonardo Salviati, fu poi tra i fondatori dell'Accademia della Crusca. Tra le opere, oltre a numerosi madrigali, sonetti e canzoni, scrisse alcune farse, come Il frate e La giostra, sette commedie (La gelosia, La spiritata, La strega, La pinzochera, La Sibilla, I parentadi, L'arzigogolo) e una raccolta di novelle (Le Cene) sul modello del Decamerone boccaccesco.

lascàre, v. tr. 1 Allentare un cavo di manovra. <> cazzare. 2 Lasciare la briglia sul collo del cavallo.

Làscari Comune in provincia di Palermo (3.030 ab., CAP 90010, TEL. 0921).

Lascaux, gròtta di Grotta naturale che si apre sul margine di in un altopiano al di sopra del corso della Vézère, in Dordogna (Francia), nella quale sono state rinvenute, nel 1940, pitture e incisioni preistoriche risalenti alla cultura maddaleniana del Paleolitico perfettamente conservate.

lasciapassàre, sm. invar. Permesso scritto che autorizza l'accesso o il passaggio; autorizzazione, salvacondotto. ~ permesso.
 sm. invar. pass.

lasciàre, v. v. tr. 1 Smettere di tenere. ~ mollare. <> stringere. 2 Abbandonare, rinunciare, tralasciare, interrompere. ~ desistere. <> continuare. dovette lasciare il suo paese per non subire persecuzioni. 3 Far rimanere dietro di sé come segno della propria presenza. aveva lasciato un buon ricordo in quella casa. 4 Dare in consegna andandosene. ~ affidare. ha lasciato la sua proprietà ai nipoti. 5 Dimenticare in un luogo. 6 Permettere. ~ consentire. <> proibire. 7 Far rimanere in una certa condizione. lo lasciò a bocca aperta con quella risposta acida.
v. rifl. Separarsi. ~ dividersi.
 v. tr. 1 to leave. 2 (abbandonare) to abandon. 3 (lasciare detto) to leave word. 4 (permettere) to let. 5 (fig., lasciar correre) to forget it. v. intr. pron. 1 to part. 2 (smettere) to stop doing.
 lat. laxare, deriv. da laxus allentato.

lasciàto, agg. e sm. Nell'industria tessile, relativo a un filo di ordito quando non viene alzato al passaggio della navetta e quindi passa sotto la trama.

làscito, sm. Donazione per testamento; eredità, legato. ~ donazione.
 sm. legacy.
 deriv. da lasciare.

Lascito Opera di poesia di F. Villon (1456).

lascivaménte, avv. In modo lascivo, licenziosamente. ~ dissolutamente.

lascìvia, sf. Tendenza alla sensualità licenziosa. ~ depravazione, immoralità. <> purezza, innocenza.
 lat. lascivia, deriv. da lascivus lascivo.

lascìvo, agg. Lussurioso, licenzioso, impudico. ~ depravato. <> morigerato.
 lat. lascivus.

làsco, agg. e sm. (pl. m.-chi) agg. 1 Non teso. ~ lento. <> stretto. 2 Fiacco. ~ pigro. <> sveglio.
sm. Gioco tra i pezzi di un meccanismo.

làser, sm. invar. Acronimo dell'inglese Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione della luce tramite emissione stimolata di radiazioni). Apparecchiatura costruita per la prima volta nel 1960 dal fisico americano Theodore Maiman, consente di produrre un fascio di luce molto intenso, sottile e a elevata monocromaticità e coerenza: a differenza della luce ordinaria, nella quale sono presenti tutte le lunghezze d'onda e i fotoni non sono in fase, la luce laser presenta una minima dispersione di lunghezza d'onda (frequenza) e tutti i fotoni sono in fase. Quanto detto permette al raggio laser di viaggiare per lunghi cammini senza perdere le proprie qualità di intensità e focalizzazione (il raggio non si apre all'aumentare della distanza dalla sorgente). Ciò rende possibile concentrare in un punto una grande quantità di energia. Le proprietà del laser si basano sull'omonimo effetto, previsto da Einstein: gli atomi della sorgente sono preventivamente eccitati, fornendo energia (pompaggio), e portandone gli elettroni a livelli orbitali superiori; di seguito, l'assorbimento di un fotone avente energia proprio pari a quella del salto orbitale, stimola il ritorno simultaneo e perciò rinforzato di tutti gli atomi della sorgente al livello inferiore. Poiché il salto energetico è uguale per tutti gli atomi, anche le energie (frequenze, lunghezza d'onda e intensità, nonché tempo di emissione) dei corrispondenti fotoni luminosi emessi sono uguali. Il laser è applicato nei più disparati campi, dalla costruzione di interferometri ad alta potenza all'industria metalmeccanica, dai dispositivi per la lettura dei codici a barre ai lettori di compact disc, dalla medicina (interventi sulla retina, microchirurgia dell'occhio, chirurgia oncologica) alla telemetria (misurazione topografica delle distanze), dall'olografia alla produzione delle temperature necessarie per i processi di fusione nucleare. Data l'elevata frequenza delle radiazioni risulta un ottimo supporto per la trasmissione delle informazioni mediante le fibre ottiche.
 sm. invar. 1 laser. 2 (raggio laser) laser beam.

laserdoppler, sm. invar. Tecnica che utilizza il laser e il doppler al fine studiare il microcircolo per recuperare informazioni su arterie e vene. Tali informazioni servono sia per eseguire diagnosi sia per i trattamenti chirurgici.

laserìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Tecnico esperto nell'installazione, nell'uso e nella manutenzione di apparecchi a laser.

laserterapìa, sf. Cura di malattia o malformazioni mediante l'impiego di raggi laser.

Lashkar Città dell'India, nel Madhya Pradesh, che forma con Gwalior un'unica entità amministrativa (539.000 ab.).

Lasìno Comune in provincia di Trento (1.028 ab., CAP 38076, TEL. 0461).

Lasiocàmpidi Famiglia di Insetti Lepidotteri alla quale appartengono farfalle quasi tutte crepuscolari e notturne, di medie e grandi dimensioni, prive di spirotromba, con antenne a forma di doppio pettine e dal corpo corto e peloso. Alcune specie di lesiocampidi sono molto dannose (bombice foglia di quercia, bombice del pino, bombice gallonato), mentre da altre viene ricavata la seta (Borocera madagascariensis).

Lasistan Regione storico-geografica, sul mar Nero, suddivisa tra Georgia e Turchia.

Lasiti Nomo (71.000 ab.) della Grecia, sull'isola di Creta. Capoluogo H´gios Nikólaos.

Lasker, Emmanuel (Berlinchen 1868-New York 1941) Scacchista tedesco. Dal 1894 al 1921 fu campione del mondo.

Lasker-Schüler, Else (Wuppertal-Elberfeld 1876-Gerusalemme 1945) Poetessa e scrittrice tedesca. Cresciuta a Berlino a contatto con l'ambiente espressionista, emigrò in Svizzera all'arrivo del nazismo. Nei racconti e soprattutto nelle poesie fuse le tradizioni ebraiche con la cultura tedesca. Da ricordare le Ballate ebraiche (1913), La cupola (1925), Il mio pianoforte azzurro (1943) e in narrativa Il principe di Tebe (1914).

Lasnìgo Comune in provincia di Como (401 ab., CAP 22030, TEL. 031).

làssa, sf. Coppia o muta di cani tenuta in riserva.

Lassalle, Ferdinand (Breslavia 1825-Ginevra 1864) Filosofo e politico tedesco. Socialista e uomo di spicco della sinistra hegeliana, prese parte alla rivoluzione del 1848. Fondò il 23 maggio 1863 l'Associazione generale degli operai tedeschi in cui furono fissati i principi cui attinse nel 1875 il futuro movimento socialdemocratico tedesco ed europeo. Nel 1861 scrisse Il sistema dei diritti acquisiti e nel 1864 Capitale e lavoro.

lassatìvo, agg. e sm. agg. Che ha un'azione purgativa piuttosto blanda. ~ purgativo.
sm. Farmaco che induce una blanda peristalsi intestinale così da facilitare l'evacuazione. ~ purgante.
 agg. e sm. laxative.
 lat. laxativus, deriv. da laxare sciogliere.

Lassen Peak Vulcano (3.187 m) spento degli USA, nella California, all'estremità settentrionale della Sierra Nevada.

lassìsmo, sm. Corrente sviluppatasi nell'etica cattolica nel XVII sec. allorché l'obbligo di seguire un principio morale si frammentò in una vasta casistica di comportamenti esteriori cui ci si poteva adeguare per il raggiungimento della salvezza. Tra le varie tendenze, il lassismo si distinse come quella più lassa poiché ammetteva la possibilità di sfuggire alla legge morale nel caso vi fosse una pur debole probabilità che la legge stessa non esistesse. Fu sostenuta principalmente dai gesuiti e tra i suoi rappresentanti si possono annoverare F. Amico, E. Bauny, A. Escobar, V. Filuicci. Attaccato dai giansenisti (tra cui B. Pascal che scrisse le Lettere provinciali nel 1656-1657), fu condannato dai papi Alessandro VII nel 1665 e 1666 e da Innocenzo XI nel 1679. ~ permissivismo, tolleranza. <> rigore, rigidità.

lassìsta, agg. Permissivo.

lassitùdine, sf. Stanchezza, debolezza. ~ fiacchezza.

làsso, agg. e sm. agg. 1 Largo. ~ ampio. 2 Misero. 3 Stanco. ~ spossato.
sm. Periodo di tempo. ~ arco.
 sm. interval, lapse of time.

Làsso, Orlàndo di (Mons 1532-Monaco 1594) Musicista fiammingo. Nel 1544 fu al servizio di Ferdinando Gonzaga, viceré di Carlo V in Sicilia. Dal 1549 al 1552 fu a Napoli, al servizio del marchese G. B. d'Azzia della Terra. Nel 1553 e 1554 fu a Roma, maestro di cappella in San Giovanni in Laterano. Dal 1556 passò al servizio del duca Alberto V di Baviera, del quale divenne maestro di cappella dal 1560. Uomo di mondo, continuamente in viaggio dall'una all'altra capitale europea, fu in grado di assimilare le più disparate esperienze stilistiche. Egli riuscì a fondere in uno stile omogeneo l'antica tecnica del contrappunto con le invenzioni madrigalesche e gli effetti decorativi della scuola veneziana. La sua produzione musicale è di ampiezza impressionante. Sotto la gaia e gioviale esteriorità del suo temperamento, trepidava un'anima in preda al dubbio e all'ansia del divino: una crisi religiosa lo colse verso la metà della sua vita e si accentuò sempre più con gli anni spingendolo a dedicarsi alla musica religiosa senza tuttavia trovarvi la pace. È tra i maggiori polifonisti del XVI sec. Tra le opere 7 Psalmi poenitentiales, 58 Messe,546 Mottetti a 2-12 voci,101 Magnificat a 4-6 voci, 32 Inni e187 Madrigali profani e spirituali (le celebri Lacrime di San Pietro), 146 Chansons, 93 Lieder e 33 Villanesche.

lassù, avv. Là in alto. <> laggiù.
 avv. up there.

Lassù qualcuno mi ama Film biografico, americano (1956). Regia di Robert Wise. Interpreti: Paul Newman, Pier Angeli, Everett Sloane. Titolo originale: Somebody up There Likes me

Lasswell, Harold Dwight (Donnelson 1902-New York 1978) Sociologo e politologo statunitense. Tra le sue opere, L'analisi del comportamento politico (1947) e Potere e personalità (1948).

last, not least, loc. avv. Locuzione inglese tratta dal Giulio Cesare di Shakespeare che significa "ultimo, non infimo". Viene utilizzata per indicare che una cosa, sebbene indicata o posta dopo altre non ne è meno importante.

Lastebàsse Comune in provincia di Vicenza (287 ab., CAP 36040, TEL. 0445).

lastex, sm. invar. Filo rotondo di lattice di gomma che è rivestito da una spirale tessile.

làstra, sf. 1 Pezzo di materiale solido di superficie estesa e limitato spessore. ~ lamina. scivolò su una spessa lastra di ghiaccio. 2 Lastrone. 3 Radiografia. le lastre fotografiche avevano scongiurato quel rischio.
 sf. 1 (pietra) slab. 2 (metallica) plate. 3 (ghiaccio) sheet.
 etimo incerto.

Làstra a Sìgna Comune in provincia di Firenze (17.416 ab., CAP 50055, TEL. 055). Centro industriale (prodotti dell'abbigliamento, calzaturieri e chimici), dell'artigianato della paglia e della ceramica. Vi si trovano la chiesa di San Martino, del XIV sec., e mura di recinzione. Gli abitanti sono detti Lastrigiani o Lastrensi.

lastricàre, v. tr. Rivestire, pavimentare con lastre di pietra. ~ pavimentare. <> disselciare.
 deriv. da lastrico.

lastricàto, agg. e sm. agg. Che è rivestito.
sm. Lastrico. ~ selciato.
 sm. paving.

lastricatóre, sm. (f.-trìce) Operaio addetto alla lastricatura.

lastricatùra, sf. Atto, effetto del lastricare.

làstrico, sm. (pl.-chi o-ci) 1 Pavimentazione stradale con lastre di pietra. ~ lastricato. 2 Strada come simbolo di miseria.
 lat. volg. astracus, dal greco òstraka cocci.

lastróne, sm. Grande lastra.

lat Sigla di latitudine.

Latacunga Città (56.000 ab.) dell'Ecuador, capoluogo della provincia di Cotopaxi.

Latakia Città (197.000 ab.) della Siria, sulla costa del mar Mediterraneo. Capoluogo del distretto omonimo.

lataménte, avv. Ampiamente. ~ assai.

latèbra, sf. 1 Nascondiglio. 2 Profondità segreta.

Latemàr Massiccio montuoso delle Dolomiti, tra le valli di Fiemme, d'Ega e Gambis e il passo di Costalunga. Vetta più elevata il Cimon del Latemàr (2.846 m).

latènte, agg. 1 Che è nascosto, celato. ~ riposto. <> visibile. 2 Potenziale. ~ virtuale. <> reale, effettivo.
 lat. latens,-entis, p.pres. di latere stare nascosto.

latenteménte, avv. In modo latente.

latènza, sf. Condizione di ciò che è latente.

Làtera Comune in provincia di Viterbo (1.150 ab., CAP 01010, TEL. 0761).

lateràle, agg. e sm. agg. 1 Posto di fianco. rimessa laterale, rimessa in gioco dal punto in cui è uscita la palla. 2 Secondario. <> principale. si trattava solo di questioni laterali, di nessuna urgenza. 3 Accessorio. ~ marginale. <> principale. 4 Detto di consonante occlusiva per la cui articolazione il contatto fra la lingua e il palato avviene soltanto al centro del canale orale, mentre l'aria fuoriesce soltanto da un lato.
sm. Nel calcio, il mediano.
 agg. side, lateral.
 lat. lateralis, deriv. da latus,-eris fianco.

lateralità, sf. 1 Posizione di ciò che è laterale. 2 Uso preferenziale di un lato del corpo.

lateralménte, avv. 1 Di lato. 2 Dai fianchi, dai lati.

lateranènse, agg. Che si riferisce alla basilica romana di San Giovanni in Laterano.
Concili lateranensi
Serie di cinque concili ecumenici della chiesa cattolica indetti presso la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Il primo (1123) pose fine alla lotta per le investiture, approvando il concordato di Worms; il secondo (1139) condannò lo scisma dell'antipapa Anacleto II; il terzo (1179) fissò le norme per il conclave; il quarto (1215) e più importante perché regolò la vita della chiesa per tutto il basso medioevo, condannò Gioacchino da Fiore, affrontò i rapporti con la chiesa d'oriente, tracciò le regole dei doveri dei vescovi, perseguì la lotta all'eresia; il quinto (1512-1517) cercò, senza peraltro riuscirvi, di riformare internamente la chiesa cattolica.
Patti lateranensi
Accordi stipulati l'11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e il regno d'Italia che posero fine al contenzioso della questione romana sorto con la presa di Roma del 1870. Sono costituiti da un trattato politico e da un concordato ecclesiastico. Nel primo venne creato lo stato sovrano della Città del Vaticano con il riconoscimento del regno d'Italia con Roma come capitale da parte della Santa Sede; con il secondo venne stabilita la posizione della chiesa cattolica in Italia. Tra le varie affermazioni venivano riconosciuti gli effetti civili al matrimonio canonico e l'importanza dell'insegnamento della religione nelle scuole. I patti lateranensi sono stati modificati dal nuovo concordato terminato il 18 febbraio 1984.

Laterìna Comune in provincia di Arezzo (3.310 ab., CAP 52020, TEL. 0575).

laterìte, sf. Suolo particolarmente ricco di ematite (ossido di ferro) e di gibbsite (ossido di alluminio) derivato da rocce cristalline ricche di ferro, in cui la silice è quasi del tutto scomparsa. Di colore rosso bruno o rosso vivo, si forma nelle regioni a clima caldo.
 lat. later-eris mattone.

laterìzio, agg. e sm. agg. Di terracotta.
sm. Materiale da costruzione di argilla lavorata e cotta.
 sm. perforated brick.
 lat. latericius, deriv. da later.-eris mattone.

laterizzazióne, sf. Trasformazione di un suolo in laterite.

laterodorsàle, agg. Relativo a un lato del dorso.

lateroflessióne, sf. Deviazione laterale di un organo rispetto all'asse mediano.
Lateroflessione uterina
Deviazione laterale del corpo dell'utero sul collo.

lateropulsióne, sf. In neurologia, disturbo dell'equilibrio in cui il malato tende a pendere verso un lato.

lateroversióne, sf. Situazione patologica di un organo nella quale lo stesso risulta inclinato lateralmente rispetto alla posizione normale.

Latèrza (geografia) Comune in provincia di Taranto (14.505 ab., CAP 74014, TEL. 099). Centro agricolo (coltivazione di mandorle, barbabietole e cereali) e industriale (prodotti alimentari). Vi si trovano un castello del XIV sec. e la chiesa di San Lorenzo, del XV sec. Gli abitanti sono detti Laertini.

Latèrza (casa editrice) Casa editrice che venne fondata a Bari da Giovanni Laterza (1873-1943) nel 1901 a partire dall'azienda artigianale di Putignano appartenente al fratello Vito.

Latèrza, Giovànni (Putignano 1873-Bari 1943) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Luigi e Vito dell'omonima casa editrice.

Latèrza, Luìgi (Putignano 1875-Bari 1927) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Vito e Giovanni dell'omonima casa editrice.

Latèrza, Vìto (Putignano 1867-Bari 1935) Fondatore a Bari nel 1901 insieme ai fratelli Luigi e Giovanni dell'omonima casa editrice.

latet anguis in erba, loc. avv. Espressione latina di Virgilio che significa "un serpente sta nascosto nell'erba". Viene usata per indicare un pericolo nascosto.

Latiàno Comune in provincia di Brindisi (15.592 ab., CAP 72022, TEL. 0831). Centro agricolo (coltivazione di olivi e viti) e industriale (prodotti alimentari e meccanici). Vi si trova il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari. Gli abitanti sono detti Latianesi.

làtice, sm. Altra denominazione del termine lattice che viene preferita nel linguaggio botanico.

laticlàvio, sm. 1 Larga striscia di stoffa colorata che faceva da bordo a un drappo. 2 Dignità e titolo di un senatore.

latifòglio, agg. Che ha foglie piatte e larghe.

latifondìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Proprietario di un latifondo.

latifóndo, sm. Vasta proprietà terriera; fondo, potere. ~ tenuta.
 sm. large estate.
 lat. latifundium, comp. da latus esteso + fundus podere.
Il latifondo è caratterizzato da colture sporadiche di tipo estensivo a bassa intensità o addirittura incolte, in alternativa al pascolo; latitanza o totale mancanza di strutture per la trasformazione del fondo, di impianti di irrigazione, di fabbricati rustici; manodopera utilizzata principalmente per compiti di sorveglianza. Formatosi durante l'epoca romana, si rafforzò verso la fine del medioevo per stabilizzarsi con l'avvento dei rapporti feudali; in genere erano di proprietà nobiliare o ecclesiastica. In Europa scomparve progressivamente a partire dal XIX sec. grazie ai regimi liberal-borghesi e alla nuova concezione capitalistica nella gestione delle campagne. Non riuscì però a prendere piede nei paesi più arretrati dal punto di vista agricolo e sociale quali la Spagna, l'Italia, i Balcani, l'Europa orientale (in particolare la Russia) e l'America Latina. In Italia, tramite bonifiche e leggi, vennero intrapresi, da parte di alcuni papi, tentativi per superarlo, ma furono sempre osteggiati dalle esistenti strutture feudali. Solo nel secondo dopoguerra grazie alla riforma agraria del 1950 il latifondo meridionale scomparve del tutto.

latin lover, loc. sost. m. invar. L'uomo dei paesi latini che ritiene di apparire o appare dotato di particolare fascino agli occhi della donna straniera; dongiovanni, casanova, playboy, rubacuori. ~ seduttore.

Latìna Città capoluogo di provincia del Lazio (106.000 ab., CAP 04100, TEL. 0773), altezza 21 m, nell'Agro Pontino. Sorta in un'area bonificata nel 1932 con il nome di Littoria, poi rinominata nel 1945, è passata da centro prettamente agricolo a fornitore di attività terziarie (commercio e servizi pubblici) e industriali (metalmeccaniche, tessili, chimiche, alimentari, vetrarie e del tabacco).
Provincia di Latina
(2.251 km2, 480.000 ab.) Il territorio si estende tra la costa tirrenica e i monti Lepini, Ausoni e Aurunci e comprende la pianura pontina; sono incluse anche le isole dell'arcipelago Ponziano, Ponza e Ventotene. L'agricoltura rappresenta la ricchezza principale con la produzione di ortaggi, cereali, barbabietole da zucchero, tabacco, cotone, frutta, agrumi e olive; meta turistica sono le località di Gaeta, Formia e Terracina e il Parco nazionale del Circeo.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_i.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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