Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 6

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 6

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 6

 

merìnga, sf. Dolce leggero di zucchero e chiara d'uovo.
 sf. meringue.
 franc. méringue.

meringàta, sf. Torta composta di meringhe.

meringàto, agg. Composto di meringhe.

merìno, sm. Pecora di razza pregiata spagnola che produce lana finissima e il tessuto che si ricava.

merinos, sm. pl. 1 Stoffa leggera intessuta con lana pettinata in trama e in ordito. 2 Razza ovina con abbondante lana bianca originaria del Marocco. 3 Lana fornita dagli stessi ovini.

meristèma, sm. Tessuto indifferenziato di una pianta che ha un accrescimento embrionale per divisione. Dalla sua attività si generano tutti gli altri tipi di tessuti.

meritàre, v. v. tr. 1 Essere degno. ~ valere. non meritava tutta quella stima. 2 Procurare. ~ raggiungere. si meritò un elogio pubblico. 3 Acquistare merito. aveva ben meritato quel premio.
v. intr. 1 Valere. ~ essere degno di. questo luogo non merita il prezzo del biglietto.
 v. tr. to merit, to deserve.
 lat. meritare, da merere meritare.

meritataménte, avv. Secondo il merito.

meritévole, agg. Che merita, degno. ~ encomiabile. <> immeritevole.
 agg. worthy.

meritevolménte, avv. In modo proporzionato al merito.

mèrito, sm. 1 Ciò che rende degni di riconoscimento. aveva molti meriti e pochi demeriti. 2 Valore, pregio. ~ virtù. <> demerito. 3 Riguardo a. in merito a quella questione. 4 Aspetto principale. per entrare nel merito della faccenda, cominciamo a discutere i problemi.
 sm. 1 merit. 2 (valore) worth.
 lat. meritum, dal p.p. di merere meritare.

meritocràtico, agg. (pl. m.-ci) Basato sulla meritocrazia.

meritocrazìa, sf. Concezione per cui ogni riconoscimento deve essere commisurato all'effettivo merito individuale.

meritòrio, agg. Degno di lode, di premio. ~ ammirevole. <> disprezzabile.
 agg. praiseworthy.

mèrla, sf. 1 Femmina del merlo. 2 Ultimi tre giorni del mese di gennaio.

Mèrla, Giovànni (Civitavecchia, 1906-) Geologo italiano. Studioso dei movimenti tettonici e della struttura dell'Appennino settentrionale, ha scritto a tal proposito Geologia dell'Appennino settentrionale (1950).

merlàno, sm. Nome con cui è noto il pesce gadiforme Merlangius merlangus della famiglia dei Gadidi.

Merlàra Comune in provincia di Padova (3.048 ab., CAP 35040, TEL. 0429).

merlàre, v. tr. Adornare di merli.

merlàto, agg. Adornato di merli.

merlatùra, sf. L'insieme dei merli su una fortificazione e simili.

Merlau-Ponty, Maurice (Rochefort-sur-Mer 1908-Parigi 1961) Filosofo. Tra le opere Fenomenologia della percezione (1945) e Umanismo e terrore (1947).

merlettàia, sf. Donna che produce o vende merletti.

merlettàre, v. tr. Ornare con merletti.

merlettatùra, sf. L'operazione del merlettare.

merlétto, sm. Trina fatta con l'uncinetto o con l'ago. ~ pizzo.
 sm. lace.

Merlìn, Angelìna (Pozzonovo 1889-Padova 1979) Politica. Di ideologia socialista, propose la legge che abolì le case di tolleranza, che passò nel 1958 e prese il suo nome.

Merlìni, Èlsa (Trieste 1903-Roma 1983) Attrice teatrale e cinematografica il cui vero nome era Elsa Tscheliesnig. Esordì a teatro nel 1920. Tra le sue interpretazioni teatrali, Marionette che passione! di Rosso di San Secondo (con R. Cialente), Piccola città di T. Wilder (1940) e il Pigmalione di G. B. Shaw. Nel cinema, interpretò La segretaria privata (1931), Ginevra degli Almieri (1935) e Cameriera bella presenza offresi (1951).

Merlìno (comune) Comune in provincia di Lodi (912 ab., CAP 20067, TEL. 02).

Merlìno (mago) Personaggio mitologico bretone, mago e maestro di Artù.

Merlìno, Francésco Savèrio (Napoli 1856-Roma 1930) Anarchico. Organizzò il movimento anarchico italiano in collaborazione con E. Malatesta.

Merlo Circondario (386.000 ab.) dell'Argentina, nell'agglomerato urbano di Buenos Aires.

mèrlo, sm. 1 Uccello nero con il becco giallo. 2 Persona sciocca, che può essere abbindolata. ~ allocco. 3 Ogni elemento architettonico in muratura che adorna la sommità di fortificazioni e simili.
 sm. 1 blackbird. 2 (sciocco) simpleton, fool. 3 (arch.) battlement, merlon.
Uccello della famiglia dei Turdidi e dell'ordine dei Passeriformi (Turdus merula), lungo circa 26 cm, 10 dei quali per la coda, con becco e palpebre gialli e piumaggio nero brillante nei maschi, mentre le femmine hanno piumaggio bruno e becco scuro. Diffuso in Italia, si è adattato alla vita in città e in campagna, cibandosi di vermi, frutta, bacche. Dotato di canto con fischi melodiosi riesce a imitare molti suoni.
Merlo acquaiolo
Uccello (Cinclus cinclus) della famiglia dei Cinclidi e dell'ordine dei Passeriformi. Di colore marrone maculato di bianco, vive in Eurasia e in Marocco presso i torrenti nei quali si procura le sue prede.

merlòtto, sm. 1 Merlo giovane. 2 Persona sciocca.

merlùzzo, sm. Pesce (Gadus morrhua) della famiglia dei Gadidi e dell'ordine dei Gadiformi, lungo circa 150 cm e del peso di circa 45 kg. La parte superiore del corpo è giallo olivastra, con numerose macchie scure, mentre la parte inferiore è chiara. Vive in branchi molto numerosi nell'oceano Atlantico e nei mari europei del nord e migra al momento di deporre le uova. La femmina depone anche dieci milioni di uova per volta. La pesca del merluzzo è molto attiva e il merluzzo viene venduto fresco, congelato, disseccato (stoccafisso) o salato (baccalà).
 sm. cod.

Mermitoidèi Ordine di nematodi filiformi. Nello stato adulto vivono nell'acqua e nel terreno, mentre le larve vivono da parassiti in alcuni invertebrati.

mero- Primo elemento di parole composte.
 greco méros, parte.

mèro, agg. Puro, semplice. ~ schietto.

meroblàstico, agg. (pl. m.-ci) Riferito alla parziale segmentazione delle uova con abbondanza di vitello.

merogonìa, sf. Sviluppo di un individuo animale da un frammento di uovo.

meromorfòsi, sf. Parziale rigenerazione di una parte di un organo perduta o asportata.

Meróne Comune in provincia di Como (3.247 ab., CAP 22046, TEL. 031).

Merope Tragedia di S. Maffei (1713).

meropìa, sf. Cecità parziale.

Meròpidi Famiglia di Uccelli coraciiformi al quale appartiene il genere Merops.

Meròstomi Classe del regno animale appartenente al tipo degli Artropodi, sottoregno dei Metazoi, in cui si riuniscono animali acquatici a respirazione branchiale. Sono forme primitive, fossili viventi, appartenenti a soli tre generi, con corazza di protezione e dimensioni che raggiungono i 60 cm.

Merostomòidi Classe di Artropodi fossili, simili ai merostomi, che vissero nel Primario.

merotomìa, sf. 1 Riproduzione asessuata per scissione in cui ogni parte diventa un individuo completo. 2 Frammentazione sperimentale di un organismo acellulare o di una cellula.

Merovèo (?-457 ca.) Re franco che diede il nome ai merovingi, la prima dinastia di re di Francia. Figlio presunto di Clodione il Chiomato, re di Cambrai, contribuì alla vittoria riportata da Ezio su Attila ai Campi Catalaunici, nel 451.

Merovingi Dinastia reale franca (V-VIII sec.). Con Clodoveo I (481-511) conquistò altre tribù franche e sconfisse il governatore romano della Gallia Siagrio. Sconfitti i visigoti si impadronì dell'Aquitania. Successivamente il regno merovingio si indebolì e dopo Dagoberto I (629-639) si sfasciò completamente e il potere passò ai maggiordomi di palazzo. Con la deposizione di Childerico III da parte di Pipino il Breve (751), si chiuse il periodo detto dei re fannulloni e iniziò la dinastia carolingia.

merovìngico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce ai Merovingi, dinastia dei Franchi.

merozoìte, o merozoìto, sm. Ogni cellula uninucleata proveniente dalla divisione dello schizonte nel ciclo di riproduzione degli sporozoi.

Merry del Val, Rafael (Londra 1865-Roma 1930) Cardinale spagnolo. Di indirizzo conservatore, dal 1903 fu segretario di stato di Pio X.

Mersenne, Marin (Oizé 1588-Parigi 1648) Fisico e scienziato francese. Amico e compagno di Cartesio, fu tra i fondatori della scienza meccanicistica, ponendo le basi del metodo scientifico basato sull'esperienza e descritto in termini matematici. Studiò in particolare le proprietà dei fluidi e delle corde vibranti. Le opere principali sono Quaestiones celeberrimae in Genesim (1623) e Synopsis matematica (1626).

Merseyside Contea (1.441.000 ab.) della Gran Bretagna, nell'Inghilterra. Capoluogo Birkenhead.

Mersin Città (421.000 ab.) della Turchia, nell'Anatolia meridionale. Capoluogo della provincia di Içel.

Merton Città (168.000 ab.) della Gran Bretagna, nella contea della Grande Londra, in Inghilterra.

Merton, Robert King (Filadelfia 1910-) Sociologo statunitense. Scrisse Teoria e struttura sociale (1949).

Merton, Thomas (Prades, Francia 1915-Bangkok 1968) Memorialista e romanziere francese. Tra le opere La montagna dalle sette balze (memorie, 1949) e Nessun uomo è un'isola (romanzo, 1953).

Meru Vulcano (4.562 m) spento della Tanzania, al confine con il Kenya, presso Arusha.

Mèrula, Tarquìnio (Cremona ca. 1595-1665) Compositore. È autore, tra l'altro, di sonate da camera e da chiesa e di musica sacra polifonica.

Mèrulo, Clàudio (Correggio 1533-Parma 1604) Compositore. Tra le opere Toccate (due libri, 1598-1604) e tre Ricercari (1567-1608).

merveilleuses, sf. pl. Quelle signore francesi della jeunesse dorée che, nel periodo seguente al nono termidoro e sotto il Direttorio, lanciarono la moda degli abiti trasparenti dalla cintura molto alta, di taglio simile quelli indossati dalle donne della Grecia antica.
 termine francese che significa meravigliose.

Merzàgora, Césare (Milano 1898-Roma 1991) Politico. Senatore dal 1948, fu presidente del senato dal 1953 al 1967, e dal 1963 senatore a vita.

mes(o)- 1 In chimica organica, prefisso indicante una sostituzione in una particolare posizione. 2 Primo elemento di parole composte.
 greco mésos che sta in mezzo.

Mesa Città (194.000 ab.) degli USA, nello stato dell'Arizona.

mésa, sf. Tavolato roccioso del Messico o del Colorado formato da resti di colate laviche isolati dall'erosione.

mesacònico, agg. (pl. m.-ci) Di acido etilenico bicarbossilico preparato per isomerizzazione dell'acido citraconico o itaconico.

Mesàgne Comune in provincia di Brindisi (30.267 ab., CAP 72023, TEL. 0831). Centro agricolo e commerciale (coltivazione e mercato di frutta, uva e olive) e industriale (prodotti alimentari, enologici, oleifici, chimici e calzaturifici). Vi si trova un castello dell'XI sec. e la chiesa di San Lorenzo, costruita tra il IX e il X sec. Gli abitanti sono detti Mesagnesi.

mésalliance, sf. invar. Matrimonio con una persona avente una condizione sociale inferiore.

Mesaria Regione pianeggiante di Cipro, tra il monte Pentadàutylos e i monti dell'Olimpo. Centro principale Nicosia.

mesaschelìa, sf. Carattere degli individui che hanno proporzioni regolari del corpo e statura medio-alta.

mesàta, sf. Paga, salario mensile.

mescàl, sm. Bevanda alcolica messicana.

mescalìna, sf. Alcaloide che si trova nel peytol, cactacea americana che provoca intense allucinazioni visive.

méscere, v. tr. 1 Mescolare. 2 Versare vino o altra bevanda.
 lat. volg. miscere.

meschinerìa, sf. Meschinità.

meschinità, sf. 1 L'essere meschino. 2 Atto o detto di persona meschina.

meschìno, agg. 1 Povero, misero, debole. <> magnanimo. con quel meschino stipendio non poteva certo pensare ai divertimenti. 2 Angusto, limitato di idee e sentimenti. ~ ottuso. era un uomo meschino. 3 Infelice. quel vecchio meschino aveva patito troppe delusioni.
 agg. 1 mean. 2 (scarso) poor, scanty.
 dall'arabo miskin povero.

meschìta, sf. 1 Torre. 2 Moschea.

mesciàcqua, sm. Contenitore per mischiare l'acqua.

méscita, sf. 1 Il mescere. 2 Vendita di vino o liquori e il luogo di vendita. ~ enoteca.

mescitóre, sm. (f.-trìce) Chi mesce vini in una mescita.

mescolaménto, sm. L'operazione di mescolare.

mescolànza, sf. 1 Il mescolare. 2 Miscuglio. ~ insieme.
 sf. 1 mixture, mix. 2 (miscuglio) blend.

mescolàre, v. tr. 1 Mettere insieme cose diverse, in modo da formare un'unica massa. ~ amalgamare. <> dividere, separare. non voleva mescolare i sapori dolci con quelli salati. 2 Agitare, girare. mescolò rapidamente il caffè perché aveva fretta. 3 Confondere, accozzare. avevano mescolato i bagagli rendendo difficile recuperarli rapidamente.
 v. tr. 1 to mix. 2 (miscelare) to blend. 3 (mischiare) to shuffle.
 lat. tardo misculare, da miscere mescolare.

mescolàta, sf. Il mescolare.

mescolatóre, sm. (f.-trìce) 1 Addetto a preparare mescolanze. 2 Attrezzo per mescolare.

mescolìo, sm. L'azione continuata del mescolare.

mése, sm. 1 Ciascuno dei dodici periodi di tempo in cui è suddiviso l'anno. 2 Periodo di tempo della durata di circa trenta giorni.
 sm. month.
 lat. mensis.
Il tempo che la Luna impiega per effettuare una rivoluzione completa attorno alla Terra e ritornare allo stesso punto di congiunzione. Se il punto di riferimento che si prende è una stella (mese siderale) la sua durata è di 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 12 secondi; se è il Sole (mese sinodico), la sua durata è di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi; se è il perigeo (mese anomalistico), la sua durata è di 27 giorni, 13 ore, 18 minuti e 37 secondi; se è il punto dell'equinozio di primavera (mese tropico) la sua durata è di 27 giorni, 7 ore, 43 minuti e 5 secondi; se è il nodo ascendente dell'orbita (mese draconico), la sua durata è di 27 giorni, 5 ore, 5 minuti e 36 secondi.

Mése Comune in provincia di Sondrio (1.443 ab., CAP 23020, TEL. 0343).

mesencefàlico, agg. (pl. m.-ci) Riferito al mesencefalo.
Sindromi mesecenfaliche
Patologie provocate da lesioni al mesencefalo che si manifestano in vari modi.

mesencéfalo, sm. La parte dell'encefalo che si situa alla base del cervello. Esso contiene i nuclei da cui originano i nervi terzo e quarto, è centro degli stimoli ottici e acustici, presiede all'associazione degli impulsi provenienti da cervelletto e ricettori sensitivi, regola il tono muscolare. Poco sviluppato nell'uomo (circa 5 cm3) rispetto agli altri Mammiferi, risulta diviso in corpo ventrale, tetto e lobi ottici.

mesenchìma, sm. Tessuto connettivo embrionale costituito da cellule ameboidi.

mesentère, sm. Piega dorsale del peritoneo che trattiene in sede l'intestino tenue.

mesentèrico, agg. Relativo al mesentere.
Arterie mesenteriche
Termine anatomico che designa le arterie viscerali addominali.

mesenterìte, sf. 1 Infiammazione del mesentere o delle ghiandole mesenteriche.

Mesenzàna Comune in provincia di Varese (1.020 ab., CAP 21030, TEL. 0332).

Mésero Comune in provincia di Milano (3.114 ab., CAP 20010, TEL. 02).

Meseta Altopiano interno della penisola Iberica, la cui ossatura è costituita dalle Sierre di Guadarrama e di Gredos.

meseta, sf. invar. Vasto altopiano di media altitudine suddiviso in blocchi talvolta posti a gradinata.

mesitilène, sm. 1,3,5 trimetilbenzene estratto dal catrame di carbon fossile e da alcuni petroli.

Mesmer, Franz Anton (Iznang 1734-Meersburg 1815) Mistico austriaco, medico e fondatore della teoria del magnetismo animale, secondo la quale ogni organismo è dotato di un fluido magnetico che emana una speciale energia, e della quale tentò anche un'applicazione terapeutica.

mesmerìsmo, sm. Tipo di terapia elaborata dal medico tedesco F. Mesmer, basata su alterazioni del magnetismo animale ottenute con procedimenti vari.

mèso, sm. Piega del peritoneo che unisce un tratto del tubo digerente con la parete addominale.

Mesoamèrica Area culturale dell'America in cui si svilupparono le civiltà precolombiane. Comprende il Belize, il Guatemala, il Salvador, e parte della Costa Rica, dell'Honduras, del Messico e del Nicaragua.

mesoblàsto, sm. 1 L'insieme dei tessuti indifferenziati del mesoderma. 2 Mesoderma specifico posto tra il sacco vitellino e il trofoblasto.

mesocàrdio, sm. Membrana che nei Vertebrati collega il cuore alle pareti corporee.

mesocàrpo, sm. Parte del pericarpo, il frutto propriamente detto, racchiusa tra l'endocarpo, ossia lo strato interno, e l'epicarpo, o strato esterno.

mesocòlon, sm. invar. Piega del peritoneo che unisce un tratto del tubo digerente con la parete addominale.

mesodèrma, sm. Foglietto embrionale primitivo posto tra l'ectoderma e l'endoderma.

mesodèrmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al mesoderma.

Mesodesmatìdi Famiglia di Molluschi Lamellibranchi Eulamellibranchi con conchiglia liscia e triangolare.

mesofìllo, sm. Tessuto parenchimatico clorofilliano della foglia.

mesòfite Piante che vivono in ambienti né troppo umidi né troppo secchi.

Mesogasteròpodi Ordine di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi con conchiglia generalmente a spirale.

mesogàstrio, sm. 1 Regione dell'addome posta sopra l'ombelico. 2 Piega del peritoneo che unisce lo stomaco con la parete addominale posteriore.

mesoglèa, sf. Gelatina posta tra l'ectoderma e l'endoderma nei celenterati e nei poriferi.

Mésola Comune in provincia di Ferrara (7.963 ab., CAP 44026, TEL. 0533).

mesolàbio, sm. Strumento creato da Eratostene per stabilire due segmenti medi proporzionali tra due segmenti dati e per risolvere il problema della duplicazione del cubo.

Mesolcina Valle della Svizzera, nelle Alpi Lepontine, cantone dei Grigioni.

mesolìte, sf. Alluminosilicato idrato di sodio e calcio appartenente al gruppo delle zeoliti.

Mesolìtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Relativo all'era geologica compresa tra il Paleolitico e il Neolitico.
Il Mesolitico è suddiviso in Europa in Aziliano (grotta di Mas d'Azil), Tardenoisiano (Fère-en-Tardenois) ecc. È caratterizzato dalla fine della glaciazione quaternaria (IX millennio a. C.) e dalle conseguenti modificazioni della fauna che richiesero l'invenzione dell'arco e delle frecce e di strumenti adatti alla pesca. L'inizio del Mesolitico vede la nascita della pratica dell'allevamento e dell'agricoltura. La lavorazione della pietra si specializza a seconda delle regioni geografiche. Manufatti di pietre scheggiate sono stati rinvenuti in Francia, Germania, Spagna e Olanda. In Tunisia (Gafsa) sono stati rinvenuti tracce della lavorazione del guscio di uova di struzzo, mentre in alcune zone della Spagna sono presenti lungo la costa testimonianze di arti figurative, costituite da dipinti monocromatici (in nero o rosso) raffiguranti scene di caccia con figure umane e animali (valle dell'Ebro e Valencia).

mesomòrfo, agg. Riferito ad animali di medie proporzioni in cui il rapporto tra i diametri trasversali e longitudinali resta nei limiti medi della specie.
Stato mesomorfo
Stato della materia posto tra lo stato amorfo e quello cristallino.

mesóne, sm. Particella elementare, scoperta da H. Yukawa nel 1935, appartenente alla famiglia degli adroni; secondo M. Gell-Mann, risulta essere formato da una coppia di quark e antiquark e ha una massa compresa tra quella degli elettroni e quella dei protoni.

mesopàusa, sf. Nell'atmosfera terrestre, zona di separazione tra la mesosfera e la termosfera.

Mesopotàmia (Argentìna) Territorio dell'Argentina, compreso tra i fiumi Paraná e Uruguay.

Mesopotàmia (Asia) Regione dell'Asia occidentale compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, delimitata a nord dal Tauro armeno, a est dai monti Zagros e a ovest dal deserto siriaco. È una pianura alluvionale, caratterizzata da clima arido. A causa della fertilità del terreno, vi si svilupparono fiorenti civiltà antiche, dai sumeri, agli assiri e ai babilonesi e vi fiorirono le prime strutture urbane (Samarra, Ninive, Uruk, Babele, Ur ecc.). Fu poi conquistata dai persiani e, nel 331 a. C., da Alessandro Magno. La Mesopotamia fu quindi colonizzata dai seleucidi e, a partire dal II sec. a. C., dagli arsacidi. Rappresentò il limite estremo dell'espansione dell'impero romano, che solo con Traiano riuscì ad annettere la regione (115-117), senza peraltro riuscire a mantenerne il controllo stabile, per le continue guerre con i parti. Nel VII sec. fu infine conquistata dagli arabi.

mesopotàmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla Mesopotamia.

Mesoràca Comune in provincia di Crotone (7.510 ab., CAP 88052, TEL. 0962).

Mesosàuri Ordine di Rettili di piccole dimensioni che vivevano nelle acque dolci dell'emisfero australe durante il Carbonifero e il Permiano.

mesosfèra, sf. Zona dell'atmosfera terrestre, in cui l'aria risulta essere priva di vapore acqueo e molto più ricca di ozono; si trova compresa tra 30 e 90 km di altezza, tra la stratosfera e la termosfera. La temperatura aumenta fino a 50 km, per poi diminuire fino ai limiti della ionosfera.

mesosiderìti Genere particolare di meteorite, all'interno del quale metalli e silicati sono presenti in misura uguale.

Mesotardìgradi Ordine di tardigradi che comprende l'unica specie Thermozodium esakii che vive solo nei pressi di una sorgente termale sull'isola giapponese di Kyushu.

Mesoteniàcee Famiglia di Alghe clorofite diffuse nelle acque dolci. Appartiene all'ordine delle Desmidiali.

mesoterapìa, sf. Terapia consistente in iniezioni ripetute e ravvicinate nella cute di soluzioni medicamentose con lo scopo di ridurre manifestazioni distrofiche del derma.

mesovàrio, sm. Piega peritoneale che contiene vasi e nervi destinati all'ovaio.

Mesozòi Gruppo di organismi animali che danno nome al tipo omonimo, sottoregno dei Metazoi, con corpo costituito di un piccolo numero di cellule, endoparassiti di molluschi e vertebrati marini.

Mesozòico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo al mesozoico.
sm. Era geologica caratterizzata dal grande sviluppo dei Rettili e dalla comparsa di Uccelli Mammiferi.
Terza era geologica della Terra, della durata di circa 150 milioni di anni e iniziata circa 245 milioni di anni fa. È suddiviso in tre periodi, Triassico, Giurassico e Cretaceo ed è caratterizzato da attività vulcanica limitata con ridistribuzione dell'acqua e delle terre emerse. Abbondano le rocce sedimentarie (arenarie, calcari, dolomie, marne ecc.), mentre i fossili più diffusi sono le ammoniti. Si aprono i bacini degli oceani Atlantico e Indiano. La fauna vede la comparsa e la diffusione di enormi Rettili sia sulla terraferma (dinosauri) che nell'acqua (ittiosauri) e in aria (pterosauri). Compaiono anche gli Uccelli (Archeopterix) e i primi Mammiferi marsupiali.

méssa, sf. Il principale rito della chiesa cattolica e ortodossa nel quale si celebra l'eucaristia, offrendo a Dio il pane e il vino, sembianze del corpo e sangue di Gesù Cristo a ricordo del sacrificio sulla Croce. Secondo il Messale romano (1570), la messa comprende la liturgia della parola, con lettura di passi del Vangelo e recitazione del credo, e la liturgia eucaristica, con l'offerta dei doni, l'elevazione e la comunione, in memoria dell'ultima cena di Gesù con gli Apostoli. La liturgia cambia in funzione del calendario. Il concilio Vaticano II ha abolito l'uso del latino nella liturgia, riducendo la frattura esistente tra il celebrante e i fedeli, in favore di una maggiore partecipazione dei fedeli stessi.
 sf. mass.
Parigi val bene una messa. Frase di Enrico IV d'Inghilterra detta prima di abiurare.

Messager, André-Charles-Prosper (Montluçon, Allier 1853-Parigi 1929) Organista, direttore d'orchestra e compositore francese. Formatosi alla scuola di Saint-Saëns e di Fauré, iniziò la propria carriera come organista a Parigi. Raggiunta la celebrità, fu direttore d'orchestra e compositore di chiara fama. Scrisse musica vocale e strumentale, ma deve la propria notorietà alle operette, come La Basoche (1890), Madame Chrysanthème (1893) e Fortunio (1907).

messaggerìa, sf. Servizio regolare di distribuzione di merci.

messaggèro, agg. e sm. agg. Che annunzia. ~ foriero.
sm. Chi porta un messaggio. ~ ambasciatore, corriere, inviato.
 sm. messenger.
 franc. messager.

Messaggero d'amore Film drammatico, britannico (1971). Regia di Joseph Losey. Interpreti: Julie Christie, Alan Bates, Margaret Leighton. Titolo originale: The Go-Between

Messaggèro, Il Quotidiano romano. Fondato nel 1878, è passato alla Montedison nel 1974 e quindi alla famiglia Caltagirone.

messàggio, sm. 1 Notizia trasmessa ad altri a voce o per iscritto. ~ comunicato. inviarono un messaggio di soccorso. 2 Comunicazione solenne di una importante autorità politica o religiosa. il messaggio del papa mi ha colpito profondamente.
 sm. 1 message. 2 (discorso) address.
 franc. message, deriv. dal franc. mes messo, dal lat. missus, p.p. di mittere mandare.

Messaggio Opera di poesia di F. A. N. Pessoa (1934).

messàle, sm. Libro che contiene i testi per la celebrazione della messa.
 sm. missal.

Messalìna, Valèria (25?-48) Moglie dell'imperatore romano Claudio e madre di Ottavia e Britannico. Dissoluta e crudele, ripudiò Claudio che la fece uccidere.

mèsse, sf. 1 Quantità di cereali da mietere. messe scarsa. 2 Mietitura. la messe di quest'anno sembrava promettere bene. 3 Profitto. ha fatto messe dei suoi studi.
 sf. harvest.
 lat. messis, deriv. da metere mietere.

Mèsse, Giovànni (Mesagne 1883-Roma 1968) Generale. Nel 1941 e 1942 fu al comando del CSIR, nel 1943 della prima armata italo-tedesca e dal 1943 al 1945 fu capo di stato maggiore generale.

Messedàglia, Àngelo (Villafranca di Verona 1820-Roma 1901) Statistico ed economista. Di orientamento positivista.

Messènia Nomo (167.000 ab.) della Grecia, nel Peloponneso sudoccidentale. Capoluogo Calámata.

messènico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla Messenia, a Messene e ai suoi abitanti.

messère, sm. 1 Titolo onorifico attribuito un tempo a personaggi importanti. 2 Signore.

Messerschmitt, Willy (Francoforte 1898-Monaco 1978) Ingegnere tedesco. Progettò gli omonimi aerei da caccia utilizzati nella seconda guerra mondiale.

messìa, sm. 1 Il redentore promesso agli Ebrei, riconosciuto dai cristiani in Gesù Cristo. 2 Salvatore.
 sm. messiah.
 lat. tardo messias, dal greco messìas, dall'ebr. mashiah unto.

Messiade Poema di F. G. Klopstock (1773).

Messiaen, Olivier (Avignone 1908-Parigi 1992) Compositore francese. Tra le opere Turangalila-Symphonie (1948) e Vingt regards sur l'Enfant Jésus (per piano, 1944).

messianicità, sf. Carattere messianico.

messiànico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al messia.
 franc. messianique.

messianìsmo, sm. Credenza e attesa del messia.

messicàno, agg. e sm. agg. Relativo al Messico.
sm. 1 Abitante del Messico. 2 Involtino di carne di vitello ripieno.
 agg. e sm. Mexican.

Mèssico Repubblica federale dell'America settentrionale, confina con gli USA a nord, con il Guatemala e con il Belize a sud-est; si affaccia a ovest sull'oceano Pacifico e a est sul Mar Caraibico (golfo del Messico e Mar delle Antille).
Il territorio si articola in un'alternanza di catene montuose, a tratti anche imponenti, e di vasti altopiani, di altitudine media superiore ai 1.000 m.
Lungo la costa del Pacifico, fronteggiata dalla Penisola di California, si eleva la Sierra Madre Occidentale (lunga 1.300 km, larga in media 300 km), di altitudine media di 2.000 m, con picchi che raggiungono i 3.500 m. A est della Sierra Madre Occidentale si estende un'ampia regione arida (altitudine media 1.500 m) leggermente movimentata da dossi e depressioni e racchiuse a est dalla Sierra Madre Orientale.
Questa nel suo complesso è meno elevata della Sierra Madre Occidentale, pur raggiungendo con la Pena Nevada i 4.054 m.
L'altopiano messicano è infine chiuso a sud da una serie di coni vulcanici, disposti da ovest a est, di cui alcuni tuttora attivi; i principali sono il Citlaltèpetl (5.700 m), il Popocatépetl (5.452 m), l'Ixtacihuatl (5.286 m).
La valle del Rìo Balsas separa la Sierra Madre Central dalla parte più meridionale del paese, dove i rilievi (Sierra Madre del Sur, Sierra Madre de Chiapas) si alternano a regioni pianeggianti e che si protende tra il golfo del Messico e il Mar delle Antille con la penisola della Yucatan, piatta distesa di origine calcarea.
Isolate dal nucleo centrale sono le penisole di California, separate dalla parte continentale del paese dal golfo di California, prevalentemente arida e percorsa da una serie di catene (Cerro de la Encantada, 3.088 m).
Le coste sono in prevalenza basse e sabbiose spesso orlate di lagune; solo alcuni tratti sull'oceano Pacifico sono alti e articolati.
Il fiume maggiore è il Rìo Bravo, lungo più di 3.000 km, che segna gran parte del confine con gli USA; riceve le acque del Rìo Conchos, del Rìo Salado e del San Juan, sfociando nel golfo del Messico; l'altopiano è privo di sbocchi e le acque dei fiumi che scendono dai versanti interni delle Sierre formano lagune salate.
Dall'Altopiano Centrale, dove ci sono numerosi laghi (tra cui quelli di Chapala e di Cuitzco) scendono alle coste del Pacifico il Rìo Grande di Santiago e il Rìo Balsas.
All'oceano Pacifico tributano inoltre il Magdalena, il Sonora, lo Yaqui, il Rìo del Fuerte, il Culiacàn, il Mezquital, il Tehuantepec.
All'oceano Atlantico tributano, oltre il Rìo Bravo, il Pànuco e l'Usumacinta.
Il clima è molto vario, in base all'altitudine e alla morfologia del terreno. È tropicale caldo e umido a sud specie nella penisola dello Yucatàn e sui versanti rivolti all'oceano Atlantico;
Rispetto all'altitudine si distinguono le Tierras Calientes, o terre calde, in prossimità del mare e le Tierras Templadas, o terre temperate, poste tra i 600-700 m e i 1.600 m e le Tierras Friàs, o terre fredde, oltre i 1.800 m, per culminare nelle Tierras Heladas, le terre gelate, come vengono chiamate le cime e i vulcani più alti.
La popolazione è costituita per il 55% da meticci, per il 29% da amerindi, e inoltre da creoli, messicani di origine spagnola, e da altri bianchi, molti dei quali nord americani.
La capitale è Città del Messico, uno dei più grandi agglomerati urbani del mondo, città dallo sviluppo tumultuoso, centro amministrativo ed economico, oltre che culturale e religioso.
Altre città rilevanti sono Ciudad Juárez, Guadalajara, Chihuahua, Monterrey, Puebla, León, Aguascalientes e San Luis Potosí, Acapulco, Veracruz e Tampico.
L'economia del Messico rappresenta il frutto di un forte intervento statale nell'ambito di un'economia di mercato. A gestione statale sono infatti vari settori chiave (per esempio quello energetico) e ciò ha contribuito all'accelerato sviluppo del paese. Tuttavia stridenti rimangono le contraddizioni: un divario tra popolazioni urbane e rurali in termini di reddito medio e condizioni di vita, forte emigrazione dalle campagne verso le città o verso gli Stati Uniti e l'accumulazione di un ingente debito pubblico.
L'assetto latifondistico dei primi del secolo ha subito una radicale trasformazione con la Riforma Agraria, che ha attuato l'espropriazione e la ridistribuzione della terra.
La coltura principale del Messico è quella del mais; altri cereali sono frumento, riso sorgo e orzo.
Fondamentale è pure la coltivazione dei fagioli, che insieme al mais sono la base dell'alimentazione messicana; si coltivano inoltre pomodori, patate, cipolle, peperoni, patate dolci e numerosi altri prodotti orticoli. Nelle zone meridionali crescono frutti tropicali, come banane, noci di cocco, ananas e datteri, nonché agrumi e uva da tavola e da vino; diffusa è anche la frutticoltura di ambiente temperato (mele, pere, pesche, prugne ecc.)
Importanti sono anche le colture industriali; fra le principali quella dell'agave sisalana da cui si ricava la fibra tessile henequèn, cotone e varie oleaginose (la soia, il sesamo, l'arachide, il lino, la palma da olio e l'olivo), la canna da zucchero, il caffè e il cacao.
Diffusa è anche la coltivazione del tabacco, di ottima qualità.
Buono lo sfruttamento forestale, che dà legnami pregiati (mogano, ebano, cedro, sandalo, legno di rosa).
L'allevamento è un'attività importante, con preminenza di quello bovino da carne e da latte.
Il patrimonio zootecnico comprende inoltre ovini, caprini, suini, cavalli, asini, muli e volatili da cortile.
La pesca è praticata su scala ridotta, ma è suscettibile di potenziamento; le acque territoriali abbondano infatti tra l'altro di tonni, sardine e sgombri.
Fondamentali per lo sviluppo dell'economia sono state e continuano a essere le risorse del sottosuolo. In primo piano il petrolio, la cui produzione è nazionalizzata e consente la raffinazione in loco del greggio e l'esportazione del prodotto lavorato. Si estraggono inoltre notevoli quantità di gas naturale, carbone e lignite.
Tra i minerali metalliferi abbondano l'argento, il piombo, il ferro, lo zinco, lo stagno e l'oro; attivi anche i giacimenti di zolfo, antimonio, manganese e mercurio.
Il paese può contare su una massiccia industria di base. Il settore siderurgico è ben sviluppato; si hanno inoltre numerosi impianti per la lavorazione del rame, dello stagno, dello zinco, del piombo, della bauxite, dell'uranio e di vari altri metalli.
Il settore meccanico produce macchine agricole e tessili, materiale ferroviario, autoveicoli e veicoli commerciali.
Molto attive sono l'industria petrolchimica, che raffina buona parte del greggio nazionale e quella chimica, con la produzione di fibre tessili artificiali sintetiche, fertilizzanti, acido solforico, nitrico e cloridrico, soda caustica ecc.
Di antica tradizione e sempre importante è l'industria tessile, specie per i filati e i tessuti di cotone.
L'industria alimentare è rappresentata da complessi molitori, oleifici, conservifici, zuccherifici, birrifici, manifatture di tabacco, ma è purtroppo frazionata in una miriade di piccole imprese.
STORIA Le origini della civiltà maya si possono far risalire al 1000 a. C., mentre quella degli olmechi risale al 1500-300 a. C. Solo verso il 250 d. C. e fino al 950 si ha il vero periodo di fioritura della civiltà (periodo classico, civiltà di Teotihuacan, degli Zapotechi con capitale Monte Alban, poi Mitla). Ai maya seguono i toltechi con la loro capitale Tula, distrutta dai Chichimechi nel 1168. Si susseguono le egemonie dei mixtechi, dei totonachi e degli huaxtechi. Nel XIV sec. si ha l'ultima ondata di invasori chichimechi da cui derivano gli aztechi, che fondano (1325 o 1345) Tenochtitlan.
Nel 1519 Cortés distrugge l'impero azteco e diventa governatore della Nuova Spagna (1522). Gli indiani sono decimati dalle epidemie e dai lavori forzati. La dominazione spagnola è accompagnata da una conversione massiccia al cattolicesimo e nei secc. XVII e XVIII il Messico si arricchisce con lo sfruttamento delle miniere di argento e contemporaneamente si sviluppano l'agricoltura e l'allevamento.
Il 16 settembre 1810 dalla regione di Guanayauto partì la rivolta degli indios guidata dal sacerdote Miguel Hidalgo y Castilla. La rivoluzione si estese al paese e gli insorti riuscirono a installare un governo provvisorio a Guadalajara, dove Hidalgo rivendicò l'indipendenza del Messico, oltre all'abolizione della schiavitù. La lotta per l'indipendenza subì un brusco arresto quando la rivolta perse il suo capo, fucilato nell'agosto del 1811, ma riprese nelle regioni meridionali del paese, sotto la guida di José Maria Morelos. L'indipendenza del Messico fu nuovamente proclamata a Chilancingo nel novembre del 1813, assieme alla ratifica della costituzione repubblicana. Gli spagnoli domarono la rivolta solo alla fine del 1815, quando riuscirono a catturare e fucilare Morelos. Rimanevano solo delle frange di guerriglieri irriducibili, capeggiati da Vicente Guerriero. In seguito la lotta per l'indipendenza fu condotta dall'aristocrazia creola, e il 25 febbraio 1821 fu concluso un accordo tra il generale Iturbide e Vicente Guerriero (piano Iguala). Nell'agosto dello stesso anno, l'ultimo viceré della Spagna, Juan O'Donoju riconobbe l'indipendenza del Messico.
Augustin de Iturbide diventa imperatore (1822). Nel 1823 dopo l'abdicazione di quest'ultimo, il generale Santa Ana instaura la repubblica (costituzione del 1824). Padrone effettivo del paese, Santa Ana è l'arbitro della lotta tra conservatori centralisti e liberali federalisti. Nel 1836 il Texas si stacca dal paese e diventa una repubblica indipendente e dopo la guerra con gli Stati Uniti (1846-1848) il Messico perde la California, il Nuovo Messico e l'Arizona.
Nel 1861 il liberale Benito Juárez diventa presidente della Repubblica, ma la Francia interviene in Messico e crea un impero cattolico a favore di Massimiliano d'Austria (1864). Abbandonato dalle truppe francesi, Massimiliano è fucilato per ordine di Juárez e viene ripristinata la repubblica. Il paese entra in un periodo di instabilità politica costante, sino a quando nel 1876 il generale Porfirio Diaz s'impadronisce del potere e governa in modo autoritario fino al 1911. Egli pacifica il paese e modernizza l'economia facendo appello ai capitali stranieri.
Nel 1911 Diaz è rovesciato da Francisco Madero, assassinato nel 1913. Il tentativo controrivoluzionario del generale Victoriano Huerta provoca l'intervento militare degli Stati Uniti. Fra il 1914 e il 1917 la guerra civile devasta il paese. I costituzionalisti, guidati da Venustiano Carranza e Alvaro Obregon, la vincono, sostenuti da Pancho Villa (1915), mentre al sud si estende la rivoluzione agraria di Emiliano Zapata. Nel 1917 Carranza impone una costituzione socialista e centralizzatrice. Nel 1920 viene assassinato da Obregon, che gli succede alla presidenza. I vari presidenti (Lazario Cardenas, Avila Camacho, Miguel Aleman, Ruiz Cortines, Lopez Mateos, Diaz Ordaz) che si susseguono devono fare i conti con un'economia spesso in crisi e gravemente arretrata.
Nel 1970 Luis Echeverria sceglie una linea politica democratica e la scoperta di immense riserve petrolifere consente una breve ripresa. Nel 1982 Miguel De la Madrid è eletto presidente della repubblica e Carlos Salinas de Gortari (1988) prosegue la politica di modernizzazione portata avanti dai suoi predecessori. Nel 1994 mentre viene instaurata la zona di libero scambio, creata con gli Stati Uniti e il Canada nel 1992, scoppia una rivolta dei paesi indiani nello stato del Chiapas. Ernesto Zedillo è eletto alla presidenza della repubblica. Dal momento della sua nomina, deve far fronte a una grave crisi finanziaria.
Abitanti-94.800.000
Superficie-1.967.183 km2
Densità-48,2 ab./km2
Capitale-Città del Messico
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Peso messicano
Lingua-Spagnolo, lingue amerindie
Religione-Cattolica
Messico, golfo del
Golfo interno dell'oceano Atlantico, limitato dalle coste meridionali degli USA, da quelle orientali del Messico e dall'isola di Cuba.

messidòro, sm. Decimo mese del calendario rivoluzionario francese.

Messier, Charles (Badonviller 1730-Parigi 1817) Astronomo francese, grande cacciatore di comete, autore del catalogo che porta il suo nome e ancora oggi usato, nel quale gli oggetti sono classificati con un numero progressivo preceduto dalla lettera M.

Messìna Città (275.000 ab., CAP 98100, TEL. 090) della Sicilia e capoluogo della provincia omonima. Situata sullo stretto omonimo è collegata a Villa San Giovanni, sulla costa calabra, con traghetti. Fu fondata da coloni calcidesi nell'VIII sec. a. C. e conquistata poi da coloni ioni (494 a. C.) e dori, che la chiamarono Messana. Alleata di Siracusa, combatté contro Cartagine e fu conquistata nel 406 a. C. e distrutta nel 396 a. C. Nel 264 a. C. divenne romana. Nel 1061 fu conquistata dai normanni che la tennero fino all'arrivo degli Angioini. Partecipò alla guerra dei vespri siciliani del 1282. Occupata dagli Aragonesi, che ne fecero la loro capitale, entrò nel regno di Napoli fino all'unità d'Italia (1860). Nel 1908 fu completamente distrutta da un violento terremoto, che fece più di 60.000 vittime, e venne ricostruita con criteri antisismici lungo la costa meridionale. I principali monumenti sono il duomo (XII sec.), le chiese di Santa Maria Alemanna (XIII sec.) e dell'Annunziata (XII sec.) e la fontana di Orione (XVI sec.). Vi sono anche resti di necropoli greche e romane.
Provincia di Messina
(685.0000 ab., 3.248 km2) Il territorio è prevalentemente montuoso, attraversato dai monti Peloritani e Nebrodi. Le coste si affacciano sul mar Tirreno, dove si trovano le isole Eolie, che fanno parte anch'esse della provincia di Messina, e sul mare Ionio. La maggior parte della popolazione risiede nella fascia costiera, dove sono concentrate le principali risorse dell'agricoltura (agrumi, viti, olivi, ortaggi), della pesca e del turismo.
Stretto di Messina
Braccio di mare lungo circa 33 km e largo 3 km a nord e 16 km a sud, tra la costa siciliana e la costa calabra. Divide il mar Tirreno dal mar Ionio. È attraversato da un elettrodotto ed esistono numerosi progetti di ponti o tunnel per il collegamento viario tra Sicilia e Calabria. Attualmente il traffico è assicurato da traghetti.

Messìna, Francésco (Linguaglossa, Catania 1900-) Scultore. Tra le opere Pugilatore (1931, Milano, Galleria d'Arte Moderna) e Bianca (1938, Vaticano, Pinacoteca Vaticana).

messiniàno, sm. Piano superiore del Miocene, compreso tra il tortoniano e il piacenziano.

messinscèna, sf. 1 Insieme degli elementi utilizzati per la realizzazione della scena di uno spettacolo. ~ scenografia. la messinscena era stata ben curata. 2 Finzione, insieme di accorgimenti utilizzati per simulare. ~ mistificazione. tutta quella messinscena riuscì a ingannarlo.
 sf. 1 production, staging. 2 (fig.) sham, performance.
 dal franc mise en scène.

Messner, Reinhold (Funes 1944-) Alpinista. Dal 1975 al 1986 fu il primo a conquistare tutte le vette agli 8.000 m. Nel 1993 compì la traversata della Groenlandia con gli sci insieme al fratello Hubert.

mésso, agg. e sm. agg. Collocato, situato.
sm. Dipendente di un ufficio, incaricato di portare lettere e simili. ~ corriere.
 sm. messenger.

messòrio, agg. Che serve alla mietitura.

Mesta Fiume (230 km) della regione balcanica. Nasce dal gruppo del Rila in Bulgaria e sfocia nel mar Egeo.

mestàre, v. tr. Agitare mescolando sostanze per lo più liquide.

mestatóre, sm. (f.-trìce) Chi mesta. ~ faccendiere.

mèstica, sf. Miscela di colori e olio di lino, per preparare tele o tavole da dipingere.

mesticànza, sf. Mescolanza, miscuglio.

mesticàre, v. intr. Mescolare i colori per dipingere.

mesticherìa, sf. Bottega dove si vendono colori, vernici e simili.

mestichìno, sm. Spatola flessibile usata per mesticare i colori.

mestierànte, sm. e sf. Chi esercita un mestiere.

mestière, sm. 1 Attività per lo più manuale. ~ lavoro, professione. imparò da ragazzo il mestiere del falegname. 2 Ogni occupazione che consente di lavorare. ~ occupazione. essere del mestiere, avere molta pratica. 3 Ciò che viene svolto senza passione. lo fa solo per mestiere, solo per guadagnare.
 sm. 1 craft, trade. 2 (professione) profession, job. 3 (perizia) experience.
 lat. ministerium, servigio, deriv. da minister inserviente.

Mestiere di vivere, Il Memorie di C. Pavese (1952).

Mestiere, Il Opera di poesia di M. I. Cvetaeva (1923).

mestièri, sm. Necessità. ~ bisogno.

mestìzia, sf. L'essere mesto.
 lat. maestitia.

mèsto, agg. Che è scontento, triste. ~ avvilito. <> allegro, contento.
 agg. melancholy, sad.
 lat. maestus, p.p. maerere essere afflitto.

méstola, sf. Arnese da cucina, utilizzato per mescolare le vivande o per servirle nei piatti.
 sf. ladle.

mestolàta, sf. 1 Colpo di mestola o di mestolo. 2 Quantità contenuta in un mestola o in un mestolo.

méstolo, sm. Piccola mestola, per lo più di legno. ~ ramaiolo.
 sm. ladle.

mestolóne, sm. Mestola grande.

Mèstre Comune in provincia di Venezia (190.000 ab., CAP 30170, TEL. 041). È situato sulla terraferma a nord di Marghera ed è unito a Venezia dal ponte della Libertà (3.600 m). Notevole centro industriale (industrie meccaniche, metallurgiche, tessili e chimiche).

Mestrìno Comune in provincia di Padova (6.674 ab., CAP 35035, TEL. 049).

mestruàle, agg. Relativo a mestruazione.

mestruaziòne, sf. Fenomeno fisiologico per cui a causa della periodica desquamazione della parete dell'utero in una donna in età feconda si ha la periodica emorragia uterina mensile. La causa è la mancata fecondazione e la conseguente morte dell'uovo con involuzione del corpo luteo. Il fenomeno è comune anche alle Scimmie superiori. La durata della mestruazione è in genere di 3-4 giorni e la durata del ciclo di 28 giorni: l'eliminazione del contenuto delle ghiandole e dello strato superficiale della mucosa uterina è conseguente alla mancata gravidanza, in preparazione della quale si erano prodotte una grande proliferazione della mucosa e una vascolarizzazione dello stroma. ~ menarca, mestruo.
 sf. menstruation.

mèstruo, sm. Flusso mestruale.

mèta, sf. 1 Termine finale, destinazione, traguardo. ~ obiettivo, scopo. si era prefissato una meta ben precisa in quegli anni di studio; la meta del viaggio era ancora ignota. 2 Il punto di partenza e di arrivo nelle corse degli antichi. ~ arrivo, destinazione.
 sf. 1 destination. 2 (scopo) aim, goal.
 lat. meta.

metà, sf. 1 Una delle due parti uguali in cui si divide un intero. purtroppo era abituato a fare le cose a metà, senza concluderle. 2 Ciò che divide in due parti. la metà della pagina. 3 Consorte. non aveva ancora trovato la sua dolce metà.
 sf. 1 half. 2 (al centro) middle. 3 (a metà prezzo) at half price.
 lat. medietas,-atis, deriv. da medius mezzo.

meta- 1 In chimica, prefisso del nome di alcuni composti; nella chimica inorganica viene usato in contrapposizione a orto per indicare una minore idratazione. 2 Primo elemento di parole composte.
 greco metá oltre.

Meta (Colombia) Dipartimento (412.000 ab.) della Colombia, nella Cordigliera Orientale. Capoluogo Villavicencio.
Meta
Fiume (1.200 km) della Colombia. Nasce dalla Cordigliera Orientale e confluisce nel fiume Orinoco.

Mèta (comune) Comune in provincia di Napoli (7.392 ab., CAP 80062, TEL. 081).

Meta (monti) Gruppo montuoso dell'Appennino Abruzzese. Vetta più elevata il monte Petroso (2.247 m).

metàbasi, sf. Transizione, passaggio.

metabiòsi, sf. In biologia, fenomeno che lega due organismi consistente nel fatto che uno dei due prepara il substrato per l'altro che vi si può installare in simbiosi al primo o dopo che le stesse modificazioni del mezzo ne abbiano determinato l'estinzione.

metabisolfìto, sm. Nome commerciale del pirosolfito di sodio, usato nella solforazione dei mosti.

metabòlico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a metabolismo.

metabolìsmo, sm. Insieme delle reazioni chimiche che hanno luogo negli organismi viventi e contribuiscono alla trasformazione e utilizzo dell'energia introdotta con gli alimenti. Le modificazioni energetiche che si verificano consentono agli organismi viventi la vita e l'accrescimento. All'origine del termine sta il significato di rinnovamento e ricambio: permette a un organismo di rinnovare e moltiplicare le proprie cellule. In generale il metabolismo è distinto in due fasi: il catabolismo, nel quale le molecole complesse sono spezzate durante la digestione, liberando energia, e l'anabolismo, nel quale si verificano le reazioni di sintesi delle sostanze necessarie all'organismo, a scapito dell'energia liberata nel catabolismo.
Metabolismo basale
Il mantenimento delle sole condizioni vitali di un organismo richiede comunque un fabbisogno energetico, detto metabolismo basale, pur in condizioni di perfetto riposo e a digiuno. Può essere determinato attraverso la misurazione del consumo di ossigeno ed è espresso in kcal per kg di peso corporeo. Per un individuo di corporatura media, il metabolismo basale è di circa 1.700 kcal al giorno. Si tratta del fabbisogno energetico per mantenere attive le funzioni della vita vegetativa: battito cardiaco, respirazione, funzione nervosa e renale.

metabolìto, sm. 1 Prodotto di trasformazione di una sostanza organica all'interno di un tessuto, di una cellula o del sangue. 2 Prodotto della digestione di un alimento semplice e assimilabile.

metabolizzàre, v. tr. Trasformare per metabolismo.

metaboràto, sm. Sale dell'acido metaborico.

metacàrpo, sm. È la parte dello scheletro del palmo della mano. Composto di cinque ossa disposte a ventaglio, si trova tra il carpo (polso) e le falangi (dita).

metacèntro, sm. In idrostatica, punto ideale di importanza fondamentale nella statica e nella dinamica dei corpi solidi galleggianti.

metacrilàto, sm. Estere dell'acido metacrilico.

metadìnamo, sf. invar. Macchina elettrica a corrente continua, autoeccitata, che può servire come trasformatore, come generatore o come motore.

metadóne, sm. Narcotico e analgesico farmacologicamente uguale alla morfina. Per il fatto che può essere somministrato per via orale e che ha una lunga durata d'azione, viene usata per il trattamento degli eroinomani.

metaemoglobìna, sf. Prodotto di ossidazione dell'emoglobina. Contiene ferro trivalente.

metafàse, sf. In citologia, seconda fase del processo di mitosi, nella quale i cromosomi della placca equatoriale hanno una disposizione particolare.

metàfisi, sf. In anatomia, la parte delle ossa lunghe compresa tra la diafisi e una delle epifisi.

Metafisica Opera di filosofia di Aristotele (IV sec. a. C.).

metafìsica, sf. sing. Parte della filosofia che studia l'essere in quanto tale e quindi nei suoi principi primi. Il nome deriva dai libri di Aristotele, nell'edizione di Andronico di Rodi (I sec. a. C.), nella quale la trattazione dell'essenza della realtà fu collocata dopo (in greco meta) quella della natura (fisica). Il prefisso assunse poi il significato di "al di là, sopra", Aristotele definì la filosofia prima come la scienza che ha per oggetto l'ente in quanto tale, a prescindere dalla realtà percepibile. La metafisica diventa quindi la conoscenza assoluta, in grado di fornire i principi generali e universali, sulla base dei quali sviluppare le singole scienze e viene elaborata come sistema da Plotino, Tommaso d'Aquino, Cartesio, B. Spinoza e G. W. Leibniz. La critica di questa concezione della metafisica iniziò con l'illuminismo e con Kant, che, basandosi sul postulato dell'inconoscibilità del noumeno, ne criticò l'impostazione scientifica. Successivamente la metafisica fu criticata dal positivismo di A. Comte e il pensiero filosofico contemporaneo critica ogni filosofia che abbia la pretesa di spiegare in modo definitivo e universale tutta la realtà.

Metafisica di un vitello a due teste, La Commedia di S. I. Witkiewicz (1921).

metafìsicaménte, avv. In modo metafisico.

metafisicherìa, sf. Argomentazione che non si basa su fondamenti concreti.

metafìsico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo alla metafisica. rifletteva intensamente su quei principi metafisici.
sm. Chi si dedica alla metafisica. era un metafisico più che un matematico.

metafonìa, o metafonèsi, sf. Trasformazione della vocale tonica interna di una parola in un'altra vocale o in dittongo per effetto di una vocale seguente.

metàfora, sf. Figura retorica per cui si esprime per similitudine una cosa diversa da quella enunciata. ~ allegoria.
 sf. metaphor.

metaforicaménte, avv. Tramite ricorso a una metafora.

metafòrico, agg. (pl. m.-ci) Che ha valore di metafora.

metaforizzàre, v. intr. Ricorrere all'uso di metafore.

metàfrasi, sf. Riduzione libera o adattamento di un testo letterario.

metagalàssia, sf. In astronomia, l'insieme di tutti i sistemi di galassie.

metagènesi, sf. In celenterati, Protozoi e tunicati, presenza di generazioni alternate, una asessuale, ottenuta per riproduzione agamica, e una sessuale, ottenuta per riproduzione anfigonica. ~ epigamia.

metal detector, loc. sost. m. invar. Apparecchio utilizzato per rilevare la presenza di masse metalliche.

metaldèide, sf. Polimero solido dell'aldeide acetica. Di colore bianco, è insolubile in acqua e sublima intorno ai 120°C. In tavolette, con il nome di meta, viene usata come combustibile per fornelletti portatili. Riscaldata in tubo chiuso dà l'aldeide acetica.

metalèpsi, sf. Figura retorica che consiste nell'alludere a un evento tramite una sua conseguenza e non per citazione diretta dello stesso.

metalinguàggio, sm. Sistema linguistico per mezzo del quale è possibile analizzare un linguaggio naturale.

metalinguìstica, sf. (pl.-che) Parte teorica della linguistica che ha come scopo lo studio dei metodi della scienza del linguaggio.

metallicaménte, avv. Con rumore metallico.

metàllico, agg. (pl. m.-ci) 1 Fatto di metallo. 2 Che è proprio dei metalli.
 agg. 1 metal. 2 (rumore, cosa simile a metallo ecc.) metallic.

metallìfero, agg. Di terreno, che ha giacimenti e vene di metalli, che contiene metalli.

metallìno, agg. Di metallo.

metallìsta, agg. (pl. m.-i) Di una teoria secondo la quale la moneta deve consistere o essere convertibile liberamente in una merce determinata, di solito un metallo, così che il suo valore sia basato di scambio di tale merce.

metallizzàre, v. tr. Rivestire con un sottile strato di metallo.

metallizzàto, agg. Lavorato in modo da assumere riflessi metallici.

metallizzazióne, sf. 1 In mineralogia, fenomeno per il quale una roccia si arricchisce di minerali metallici o di metalli. 2 In tecnologia, il rivestire superficialmente con uno strato metallico un materiale non metallico.

metàllo, sm. 1 Elemento chimico semplice, lucente, buon conduttore di calore ed elettricità. 2 Lega metallica.
 sm. metal.
 lat. metallum, dal greco mètallon miniera.
Fra le caratteristiche comuni ai metalli importante è la reattività con l'ossigeno a formare ossidi basici e con gli acidi a formare sali. Generalmente un metallo è solido a temperatura ambiente, con l'eccezione di mercurio, cesio e gallio. Ha reticolo cristallino a struttura cubica a corpo o facce centrate o esagonale compatta; lo stato metallico è caratterizzato dalla libertà degli elettroni dello strato più esterno di muoversi nel reticolo cristallino, dando così al metallo le caratteristiche di conducibilità elettrica e termica, la riflessione della luce, la duttilità e la facilità a formare leghe con altri metalli.

metallogènesi, sf. Formazione di giacimenti metalliferi.

metallografìa, sf. Scienza che studia le proprietà dei metalli.

metallogràfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla metallografia.

metallògrafo, sm. Studioso di metallografia.

metallòide, sm. Elemento chimico privo di lucentezza e duttilità, cattivo conduttore del calore e dell'elettricità.

metalloproteìna, sf. Proteina coniugata il cui gruppo prostetico è formato da una metalloporfirina.

metalloscòpio, sm. In metallurgia, apparecchio utilizzato per rivelare i difetti strutturali o superficiali di pezzi di metallo.

metallurgìa, sf. Scienza che studia i metodi e le tecnologie per la produzione e la lavorazione dei metalli, studiandone le proprietà e caratteristiche, in particolare relativamente alla protezione contro la corrosione. Si divide in metallurgia estrattiva e metallurgia fisica. La prima riguarda la preparazione del materiale grezzo, l'estrazione del metallo, la sua elaborazione e la preparazione delle leghe. L'estrazione è a sua volta distinta in pirometallurgia, nella quale il minerale è ridotto con carbone (usata per ferro, rame, piombo); elettrometallurgia, nella quale si ottiene il metallo per elettrolisi di sali fusi (alluminio, magnesio); galvanotecnica e idrometallurgia, nella quale il minerale è trattato con una soluzione tale da formare un sale solubile del metallo stesso (usata per argento, oro, nichel, zinco). Il metallo così ottenuto viene elaborato, mediante diversi processi come la raffinazione, l'affinazione per ottenere un metallo puro e l'alligazione per ottenere una sua lega di composizione definita. La metallurgia fisica consiste di tutti i processi di lavorazione dei metalli, per fusione, sinterizzazione, lavorazione plastica a caldo o a freddo, nonché i trattamenti termici e di superficie (brasatura, tempra, placcatura ecc.).

metallùrgico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo alla metallurgia.
sm. Operaio che lavora i metalli nelle industrie metallurgiche.

metallurgìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Che si occupa di metallurgia.

metalmeccànico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo alla metallurgia e alla meccanica.
sm. Operaio delle industrie metallurgiche e meccaniche.
 agg. engineering. sm. engineering worker.

metalògica, sf. (pl.-che) In matematica e in informatica, studio della semantica e della sintassi dei sistemi e dei linguaggi formali.

metalògico, agg. (pl. m.-ci) Che è al di fuori delle leggi della logica.

metamatemàtica, sf. (pl.-che) Secondo Hilbert, l'insieme dei metodi che utilizza la logica matematica per analizzare la coerenza di un linguaggio e per verificare la validità delle dimostrazioni.

metamerìa, sf. 1 In chimica, un tipo di isomeria, tipica delle ammine, che dipende dalla sostituzione dell'azoto amminico con gruppi organici. 2 In zoologia, caratteristica della struttura corporea di molti animali, consistente nella ripetizione di segmenti di apparati lungo l'asse maggiore del corpo.

metamèrico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla metameria.

metàmero, agg. e sm. agg. In chimica, di un composto isomero di un altro per metameria.
sm. In zoologia, ognuno dei segmenti del corpo di un organismo metamerico.

metamòrfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a metamorfosi, soggetto a metamorfosi.

metamorfìsmo, sm. È l'insieme di trasformazioni fisico-chimiche subite da una roccia sottoposta a variazioni di temperatura e pressione o ad agenti chimici e che producono la sua trasformazione o ristrutturazione. Quando, soprattutto per cause endogene, la temperatura aumenta, aumenta anche la solubilità in acqua dei minerali, la capacità della roccia di deformarsi senza rompersi e, quindi, si verificano fenomeni di ricristallizzazione. Quando invece aumenta la pressione, i minerali tendono a trasformarsi in altri minerali a minor volume molecolare o a modificare l'orientamento del reticolo cristallino. Gli agenti chimici infine possono modificare la composizione dei minerali, per apporto di nuove sostanze.

metamorfopsìa, sf. Disturbo della vista per il quale il soggetto vede gli oggetti di forma diversa da quella reale.

metamorfosàre, v. v. tr. 1 Sottoporre a metamorfosi. 2 Trasformare. ~ cambiare. 3 In geologia, trasformare una roccia con un processo di metamorfismo.
v. intr. pron. Essere soggetto a metamorfosi.

metamorfosàto, agg. Che presenta metamorfosi.

metamòrfosi, sf. invar. 1 Trasformazione. ~ mutamento. aveva subito una metamorfosi del carattere, diventando intrattabile. 2 Mutamenti a cui vanno soggetti alcuni animali prima di giungere a pieno sviluppo. la metamorfosi della crisalide.
 lat. metamorphosis, dal greco metamòrphosis, deriv. da metamorphùn trasformare, comp. da meta-+ deriv. da morphè forma.

Metamorfosi (L'asino d'oro) Romanzo di L. Apuleio (II sec.). Insieme al Satyricon di Petronio rappresenta l'unica testimonianza di romanzo antico in lingua latina a noi pervenuta. Vi si narrano le avventure di Lucio che, per la curiosità nei confronti delle pratiche magiche, viene accidentalmente trasformato in asino, invece che in uccello come avrebbe desiderato; come asino viene coinvolto in varie vicende finché la dea Iside lo restituisce a forma umana. All'interno della vicenda principale è inserita la favola di Amore e Psiche. Ritornato uomo, Lucio diventa sacerdote di Iside. L'opera è simbolica e in gran parte autobiografica. L'originale impasto di tratti diversi variamente combinati nel tessuto linguistico fanno dello stile di Apuleio uno dei più originali di tutta la letteratura latina.
Metamorfosi
Poema di P. Ovidio Nasone (3-8).

Metamorfosi, La Racconto di F. Kafka (1916). Narrazione dell'improvvisa trasformazione di un uomo in scarafaggio e della sua morte. Svegliandosi da sogni agitati, il commesso viaggiatore Gregor Samsa constata che il suo corpo si è trasformato in un insetto mostruoso. La sua capacità di ragionare è tuttavia rimasta intatta e gli consente di analizzare la situazione con estrema lucidità. Osservando la camera, la finestra, la conformazione del suo nuovo corpo che gli impedisce di cambiare posizione, si persuade di essere sveglio. La sua attività di commesso viaggiatore, per quanto sgradita, è l'unica fonte di mantenimento della famiglia, perciò non è possibile sottrarvisi. Tra l'altro, avendo difficoltà di movimento, finirà per arrivare in ritardo. Intanto, i famigliari, rendendosi conto del ritardo bussano alla porta della sua stanza. Con grande sforzo, Gregor riesce a sollevarsi e a girare la chiave, aprendo la porta. La reazione di orrore lo obbliga a rientrare nella stanza. Inizia il calvario della segregazione e dell'isolamento: costretto a rimanere nella sua stanza, ascolta i rumori della casa e le conversazioni dei famigliari. Solo la sorella entra rapidamente nella sua stanza per portargli da mangiare. La situazione peggiora progressivamente. I mobili vengono portati via dalla stanza, il padre reagisce alla sua vista colpendolo con le mele che gli causano una grave ferita. Gregor prova gravi sensi di colpa per non poter più svolgere il proprio lavoro, dal quale dipende la sopravvivenza della famiglia. Una sera, mentre la sorella sta suonando il violino, Gregor si avvicina silenziosamente; quando si accorgono della sua presenza, tutti fuggono. Da quel momento, Gregor viene chiuso nella sua camera. Poche ore dopo, Gregor muore per effetto della ferita riportata in precedenza. Quando viene trovato morto, la famiglia tira un sospiro di sollievo.
Le interpretazioni di questo racconto sono molteplici. Ogni immagine può essere collegata a un simbolo e a un significato ispirato alla vita dell'autore. In questo senso, il racconto deve essere letto insieme ad altri testi di Kafka, tra i quali, l'altrettanto famosa Lettera al padre. Nella metamorfosi è stato visto il rifiuto del protagonista per il lavoro. La figura del padre ha esclusivamente i caratteri negativi dell'oppressione. Al di fuori delle interpretazioni autobiografiche, il testo suggerisce temi come la solitudine, l'abbandono, la mancanza di integrazione con la comunità, sentiti vivamente nell'epoca moderna.

metanauplius, sm. invar. Secondo stadio larvale dei Crostacei, dopo il nauplio, nel quale si ha un allungamento del corpo dalla parte della coda con la formazione di nuovi segmenti, la delimitazione dei segmenti già presenti e dalla comparsa di nuove paia di appendici.

metanièro, agg. Relativo all'estrazione e alla produzione del metano.

metanìfero, agg. Che produce metano.

metanizzàre, v. tr. Dotare di una rete di distribuzione di gas metano.

metanizzazióne, sf. Il processo del metanizzare.

metàno, sm. Primo termine della serie degli alcani (CH4) è il più semplice degli idrocarburi. Gas incolore e inodore, con punto di ebollizione-161,5 °C, fu scoperto da A. Volta nel gas sprigionato dal fondo delle paludi. La produzione industriale avviene per raffinazione del metano dagli altri gas contenuti in giacimenti sotterranei. Il metano è utilizzato come fonte di energia termica, ad alto potere calorifico (11.000 kcal/m3) e nell'industria chimica per la produzione di composti chimici.
 sm. methane.

metanodòtto, sm. Conduttura per trasportare il metano lontano dal suo luogo di produzione.
 sm. methane pipeline.

metanòlo, sm. Alcool metilico (CH3OH) scoperto nei prodotti della distillazione del legno. Viene sintetizzato da ossido di carbonio e idrogeno. Incolore, infiammabile e tossico, trova largo uso come solvente e anticongelante. È materia base per la produzione della formaldeide.

metaplàsma, sm. (pl.-i) Sostanza elaborata dalle cellule, presente nei tessuti connettivi.

Metapònto Località (1.110 ab.) in provincia di Matera, sulla costa del golfo di Taranto. Fu fondata dagli achei nell'VIII sec. a. C. e divenne riferimento culturale per la diffusione del pensiero di Pitagora. Nella guerra contro Pirro fu alleata di Roma, ma, per aver ospitato le truppe di Annibale, fu distrutta nel 207 a. C. Importanti i resti archeologici del tempio dorico (VI sec. a. C.) detto delle Tavole Palatine, dei templi di Apollo Licio, Era e Afrodite (V e IV sec. a. C.) e delle necropoli.

metapsìchica, sf. (pl.-che) Disciplina che studia i fenomeni psichici extranormali.

metapsìchico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla metapsichica.

metapsicologìa, sf. L'aspetto più teorico della psicologia freudiana, consistente nell'elaborazione di un insieme di modelli che illustrino le funzioni psichiche nelle loro relazioni economiche, dinamiche e topiche.

metascìsto, sm. Roccia metamorfica derivata da rocce sedimentarie che sono state a loro volta iniettate da messa magmatiche.

metasomatìsmo, sm. Fenomeno di formazione di una roccia ottenuta per ricristallizzazioni e cambiamenti nella composizione chimica e mineralogica.

metàstasi, sf. invar. Migrazione di uno stato patologico, infettivo o tumorale, da una parte all'altra dell'organismo, con formazione di un processo patologico secondario. In particolare, nel caso di tumori maligni, la possibilità di generare metastasi è caratteristica della malignità del tumore stesso. La migrazione delle cellule avviene in modo diverso a seconda del tipo di tumore: nei tumori epiteliali la migrazione ha inizio attraverso la via linfatica e prosegue poi per via ematica, mentre nei tumori connettivali avviene direttamente per via ematica.

Metastàsio, Piètro (Roma 1698-Vienna 1782) Nome grecizzato di Pietro Trapassi. Poeta e drammaturgo. Studiò con G. V. Gravina e G. Caloprese e diventò tra i principali esponenti dell'Arcadia (1718). Trasferitosi a Napoli frequentò il salotto della cantante Marianna Benti Bulgarelli dove conobbe i più importanti musicisti contemporanei: G. B. Pergolesi, A. Scarlatti e N. Porpora. Divenuto famoso fu chiamato alla corte di Vienna nel 1730 da Carlo VI e ottenne il titolo di poeta cesareo. È noto soprattutto per i melodrammi, musicati da tutti i maggiori musicisti dell'epoca, nei quali l'ispirazione patetica è espressione della società contemporanea. Le opere principali sono i melodrammi Didone abbandonata (1724), Siroe (1726), Semiramide riconosciuta (1729), Artaserse (1730), Demetrio (1731), Adriano in Siria (1732), Olimpiade (1733), La clemenza di Tito (1734), Temistocle (1736), Attilio Regolo (1740), Il re pastore (1751). Scrisse anche alcune opere sulla teoria dell'arte teatrale (Estratto dell'Arte poetica di Aristotele, 1780 e Osservazioni sul teatro greco), nonché alcune canzonette (La libertà, 1733 e La partenza, 1746).

metastàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a metastasi.

metastatizzàre, v. intr. Riproduzione, diffusione per metastasi.

metastòria, sf. invar. La sfera di ciò che rimane costante nel fluire della storia.

metastoricità, sf. Carattere di ciò che è metastorico.

metastòrico, agg. (pl. m.-ci) Che permane attraverso il susseguirsi di fatti storici.

Metastrongìlidi Famiglia di nematodi strongiloidei che parassitano i bronchi dei suini e hanno come ospiti intermedi i lombrichi. Hanno il corpo filiforme e capsula boccale mancante o scarsamente sviluppata.

metatarsàle, agg. (pl. m.-i) Relativo al metatarso.

metatàrso, sm. Nello scheletro del piede è la parte di mezzo, posta tra il tarso e le dita. Esso è composto da cinque ossa lunghe e parallele, dette metatarsali.

Metatèri Sottoclasse di Mammiferi placentati comprendente il solo ordine dei Marsupiali.

metàtesi, sf. invar. Trasposizione di suoni e lettere in una parola.

metatètico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che costituisce metatesi. 2 Di metatesi.

metàto, sm. Piccolo edificio rurale, situato nei pressi del castagneto, nel quale si fanno essiccare le castagne. Il metodo di essiccazione consiste nel porre le castagne su graticci sotto i quali viene accesso un fuoco.
 lat. metatus da meta castagna.

Metàuro Fiume dell'Italia centrale costituito dalla confluenza del Meta e dall'Auro a Borgo Pace in provincia di Pesaro e Urbino. Lungo 110 km ha come principale affluente il Candigliano. Si getta nell'Adriatico a sud-est di Fano. Nel 207 a. C. i romani guidati dai consoli C. Nerone e L. Salinatore sconfissero i cartaginesi di Asdrubale.

Metaxas, Joannis (Itaca 1871-Atene 1941) Politico e generale greco. Dal 1936 fu presidente del consiglio, instaurando di fatto una dittatura reazionaria.

Metazòi Sottoregno del regno animale, comprendente tutti gli organismi pluricellulari, in contrapposizione a Protozoi o sottoregno degli organismi monocellulari. Nei Metazoi solo le cellule germinali prodotte dalle gonadi partecipano alla riproduzione. Nei metazòi diblastici, le cellule embrionali formano due foglietti, uno esterno (dermale) dal quale si formano tessuti con funzioni protettive, sensoriali e nervose e uno interno (gastrale) dal quale si formano tessuti con funzioni digestive. Nei metazòi triploblastici ai due foglietti se ne aggiunge un terzo (mesoderma) che ha funzioni di movimento, sostegno e di distribuzione delle sostanze metaboliche. Questi ultimi si possono distinguere in celomati e acelomati in relazione alla presenza o assenza di cavità celomatiche nel foglietto mesodermico.

Metello Romanzo di V. Pratolini (1955). Protagonista del libro è Metello Salani, del quale il libro segue le vicende dal 1875 al 1902. A quindici anni, Metello va a Firenze e diventa muratore. Nel lavoro, Metello si avvicina prima all'anarchismo poi al socialismo, del quale condivide le lotte sindacali. La partecipazione a una manifestazione lo porta in carcere. Dopo un'avventura amorosa con una donna più vecchia di lui, sposa Ersilia, figlia di un compagno di lavoro morto cadendo da un'impalcatura. Un nuovo sciopero degli edili nel 1902, una cucito. 2 Bottega dove si vendocina di casa, un nuovo arresto e il ritorno da Ersilia concludono il libro. Il romanzo fa parte del ciclo narrativo intitolato Una storia italiana, composto da Metello, Lo scialo (1960) e Allegoria e derisione (1966) con la quale l'autore si propone di disegnare un quadro della vita italiana a partire dagli inizi del secolo. Il progetto ambizioso è realizzato con moduli narrativi tradizionali; la critica ha messo in evidenza anche limiti di carattere ideologico.

Metèllo Cèlere, Quìnto Cecìlio (?-59 a. C.) Pretore dal 63 e marito di Lesbia, nel 62 a Fiesole sconfisse i congiurati di Catilina.

Metèllo Numìdico, Quìnto Cecìlio (?-91 a. C.) Console romano dal 109, guidò la guerra contro Giugurta fino al 107, quando venne sostituito da Mario.

metempìrico, agg. (pl. m.-ci) Che trascende l'esperienza.

metempsicòsi, sf. invar. Trasmigrazione delle anime dopo la morte in altri corpi umani, o in animali o piante. La reincarnazione fu teorizzata in occidente dall'orfismo e dal pitagorismo e ripresa poi da Platone. Secondo Platone, le reincarnazioni sono necessarie perché l'anima possa espiare una colpa originaria, in modo da purificarsi e poter ritornare nel mondo delle idee e godere permanentemente della contemplazione pura e perfetta delle idee e della verità (Fedone). In oriente le tradizioni buddhista e induista parlano di ciclo perenne di reincarnazione (samsara) ed elaborano i metodi di liberazione da tale ciclo. Per l'induismo, redenzione (o salvezza) significa liberazione da questo ciclo delle esistenze. Tramite le opere buone un uomo può ottenere determinati risultati in questa vita o in più vite. La fede nella rinascita diviene pertanto il fondamento della morale. Una volta liberata dal ciclo delle nascite e delle morti, l'anima condividerà con Siva le gioie supreme. Nel buddhismo, all'origine della reincarnazione sta l'attaccamento all'esistenza. In base alla legge della retribuzione delle opere, l'uomo può salvarsi da solo praticando la virtù. Eliminando la sete di esistere, si ottiene la cessazione delle rinascite e si eliminerà il dolore che caratterizza le esistenze. Nel giainismo la liberazione dell'anima dalla reincarnazione si può ottenere mediante un'ascesi severa, uno stile morale di vita e il rispetto di tutto ciò che vive. L'anima liberata da tutte le contaminazioni materiali raggiunge la beatitudine eterna. Sigmund Freud propose nel 1915 un'interpretazione psicologica delle origini della credenza nella metempsicosi. Egli sostenne che in tutti i tentativi dell'uomo di raffigurarsi la propria morte, si può constatare che l'interessato continua a essere presente anche dopo come spettatore. In pratica, si può dire che, in fondo, l'uomo non crede alla propria morte. Si tratta di un evento che non è possibile raffigurare. La stessa cosa, secondo Freud, vale per l'uomo primitivo. Tuttavia, a partire dalla morte di qualche persona cara, non era più possibile negare la realtà della morte. Per uscire da questa situazione, l'uomo elaborò un compromesso: ammise la morte, ma rifiutò che fosse l'annullamento della vita; escogitò la scomposizione dell'individuo in un corpo e un'anima e immaginò altre forme di esistenza dopo la morte del corpo. In questo quadro, si innestarono successivamente le religioni che confermarono e valorizzarono l'esistenza ulteriore dopo la morte con il corredo di premi e di castighi in relazione al comportamento tenuto durante la vita terrena. L'ultima fase in questo processo ipotizzato da Freud fu l'elaborazione di esistenze anteriori per le anime, con il corollario della loro trasmigrazione. Tutto, secondo Freud, messo in opera per togliere alla morte il suo significato di annullamento della vita.

metencèfalo, sm. La parte del cervello embrionale che deriva dalla divisione della terza vescicola primitiva e dal quale hanno origine il ponte e il cervelletto.

metèora, sf. 1 È un qualsiasi fenomeno atmosferico con carattere di precipitazione (pioggia, rugiada, grandine, neve ecc.), luminoso (arcobaleno, aloni, aurore boreali ecc.) o elettrico (fulmine, fuochi di Sant'Elmo ecc.). 2 Corpo dello spazio interplanetario, causato dalle polveri che vengono liberate dalle code delle comete lungo le proprie orbite; entrano nell'atmosfera terrestre ad alta velocità, provocando il fenomeno noto con il termine di stelle cadenti. La meteora infatti, entrando in contatto con l'atmosfera della Terra brucia completamente e produce una scia luminosa di durata limitata. ~ stella cadente.
 sf. meteor.
Sciame meteorico
Insieme delle meteore che vengono generate da una cometa; solitamente viene indicata con il nome della costellazione in cui si trova il radiante, cioè la zona di cielo da cui tutte le scie meteoriche sembrano provenire (Acquaridi, Leonidi ecc.).

meteòrico, agg. (pl. m.-ci) Aggettivo con il quale si indica qualsiasi cosa inerente a meteorite.

meteorìsmo, sm. Accumulo eccessivo di gas nei visceri dell'apparato digerente causato da aerofagia, da eccessiva fermentazione nell'intestino, da occlusione o da infiammazione. Viene spesso accompagnato da borborigmi intestinali e flatulenza e, quando sono presenti disturbi alla motilità intestinale o infiammazioni del tubo digerente o del fegato, si associa a senso di malessere e tensione dolorosa. Il meteorismo è un sintomo riscontrabile in numerose condizioni patologiche dell'apparato digerente, nell'insufficienza epatica, nelle enterocoliti e nelle stipsi ostinate di qualsiasi origine.

meteorìte, sm. o sf. Frammento di corpo celeste, di dimensione e peso variabili, orbitante nel sistema solare e che cade su un pianeta. I meteoriti provengono soprattutto dalla fascia compresa tra le orbite di Marte e Giove, ricca di asteroidi. Se il pianeta colpito dal meteorite è privo di atmosfera (Mercurio, Luna) l'urto provoca la formazione di un cratere nel punto d'impatto, mentre sui pianeti dotati di atmosfera, come la Terra, l'attrito del meteorite con l'atmosfera provoca un forte surriscaldamento e il rallentamento della velocità iniziale, con conseguente fusione dello strato superficiale ed emissione di luce (scia luminosa) nonché frammentazione del corpo prima di giungere al suolo con formazione di un cratere. Solitamente vagano nello spazio disegnando orbite kepleriane intorno al Sole. I meteoriti sono classificati secondo la composizione chimica e si distinguono in sideroliti (composizione mista metallico-pietrosa), aeroliti (composti prevalentemente da silicati) e sideriti (composti prevalentemente da metalli, di solito ferro o nichel).

meteorìtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a meteorite.

meteoritologìa, sf. Disciplina che studia le origini delle meteoriti e che cerca in essa prove dell'esistenza di vita extraterrestre.

meteorògrafo, sm. Strumento che registra i fenomeni meteorologici.

meteorologìa, sf. Scienza che studia l'atmosfera terreste, i fenomeni che vi accadono e l'influenza sul clima. Il compito della meteorologia è l'interpretazione, sulla base delle leggi fisiche, dei fenomeni atmosferici studiati dalla meteorologia scientifica, dei dati e delle osservazioni messi a disposizione dalla meteorologia strumentale, al fine di descrivere i fenomeni atmosferici su larga scala e prevederne le evoluzioni (meteorologia sinottica). La complessità dei fenomeni e il grande numero di variabili di cui tenere conto richiedono l'uso di satelliti meteorologici per la raccolta di dati e di calcolatori elettronici per l'elaborazione dei dati raccolti.
 sf. meteorology.

meteorologicaménte, avv. Dal punto di vista meteorologico.

meteorològico, agg. (pl. m.-ci) Attinente alla meteorologia.
 agg. weather, meteorological.

meteoròlogo, sm. (pl.-gi) Studioso esperto in meteorologia.

meteoropatìa, sf. Stato di malessere prodotto da fattori meteorologici.

meteoropàtico, agg. e sm. (pl. m.-ci) agg. Relativo a meteoropatia.
sm. Detto di chi soffre di meteoropatia.

METEOSAT Sigla di Satellite Meteorologico.

meticciaménto, sm. Ibridazione.

metìccio, sm. (pl. f.-ce) Nato da genitori di razze differenti. ~ mezzosangue.
 sm. half-breed, half-caste.

meticolosàggine, sf. Meticolosità abituale.

meticolosaménte, avv. In modo meticoloso.

meticolosità, sf. L'essere meticoloso, scrupolosità.

meticolóso, agg. Minuzioso, scrupoloso. ~ cavilloso. <> impreciso.
 agg. meticulous.
 lat. meticulosus, deriv. da metus,-us timore.

metil- Primo elemento di parole composte utilizzate nella terminologia chimica per indicare la presenza nella molecola di un gruppo metilico-CH3.

metilacetilène, sm. Propino.

metilaràncio, sm. Colorante azoico utilizzato come indicatore rosso nell'analisi chimica. Si ottiene per copulazione dell'acido solfanilico con la dimetilanilina.

metilazióne, sf. Reazione chimica che consiste nell'introduzione in una molecola di uno o più gruppi metilici.

metilbenzène, sm. => "toluene"

metilcellulósa, sf. Composto, utilizzato nella preparazione di colle, che si ottiene per sostituzione dei gruppi ossidrili della cellulosa con gruppi metossili.

metilcolantrène, sm. Idrocarburo aromatico polinucleare, avente una potente azione cancerogena, che si forma durante la combustione delle sigarette in quantità che dipendono dai tipi di tabacco e di carta impiegati. Si forma insieme a dibenzoantracene e 3,4-benzopirene.

metìle, sm. 1 Gruppo monovalente-CH3 che deriva per eliminazione dell'ossidrile dall'alcool metilico. È il primo termine della serie dei gruppi degli idrocarburi saturi. 2 Radicale monovalente CH.

metilène, sm. Gruppo bivalente (-CH2) che deriva dal metano per perdita di due atomi di idrogeno.
Blu di metilene
Sostanza organica, cristallina di colore verde che in soluzione acquosa si presenta con un colore blu intenso. Viene usata come indicatore, colorante e antisettico.

metiletilchetóne, sm. Butanone.

metìlico, agg. Di un composto la cui molecola contiene il radicale metile.
Alcol metilico
=> "metanolo"

metilpentàno, sm. Idrocarburo della serie paraffinica che si ottiene per idrogenazione del metilpentene.

metionìna, sf. Amminoacido essenziale, contenente zolfo; importante nel metabolismo come sostanza donatrice di gruppi metilici ed epatoprotettrice, è per questo usata anche in farmacologia.

metòdica, sf. L'applicazione di un insieme di metodi all'indagine scientifica.

metodicaménte, avv. In modo metodico, seguendo uno specifico metodo.

metodicità, sf. L'essere metodico.

metòdico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che è fatto con metodo, sistematico. ~ strutturato. 2 Di persona che segue sempre lo stesso metodo di vita. ~ meticoloso, scrupoloso. <> disordinato, impreciso.
 agg. methodical.
 lat. methodicus, dal greco methodikòs.

Metòdio (Tessalonica 825?-Stare Mesto 885) Santo e missionario bizantino. Era fratello di Cirillo di Tessalonica.

metodìsmo, sm. Movimento religioso protestante "di risveglio" costituitosi ufficialmente in chiesa nel 1891. Ebbe inizio, nell'ambito della chiesa anglicana, a Oxford intorno al 1729 a opera del pastore John Wesley (1703-1791), di suo fratello Charles (1707-1788) e di George Whitefield (1714-1770).
La comunità metodista è stimata in ventisei milioni di fedeli in tutto il mondo; il gruppo più numeroso è costituito dalla chiesa metodista degli Stati Uniti d'America, con circa nove milioni di membri. Le origini del metodismo sono strettamente connesse alle vicende dei fratelli Wesley. Nel 1738, influenzati dai fratelli moravi o fratelli boemi, organizzarono piccole comunità all'interno della chiesa d'Inghilterra per lo svolgimento di attività religiose come lo studio della Bibbia, la preghiera e la predicazione. La dottrina era basata su una particolare interpretazione dei "trentanove articoli" (serie di formule che nel Cinquecento definivano la posizione della chiesa d'Inghilterra e che dovevano essere accettate dagli ecclesiastici), ma accentuava l'esperienza personale della conversione e della santificazione. I fratelli Wesley e Whitefield viaggiarono molto predicando a vaste folle di lavoratori. Il movimento si diffuse per tutta l'Inghilterra e in Irlanda, mentre toccò solo superficialmente il Galles e la Scozia.
Alla morte di John Wesley nel 1791, le relazioni tra la chiesa d'Inghilterra e le chiese metodiste erano incerte, anche se l'avvenuta ordinazione di ecclesiastici per il lavoro in America era equivalente a una rottura avvenuta. La separazione venne formalizzata quando la conferenza del 1795 affermò che i predicatori metodisti potevano amministrare i sacramenti senza l'ordinazione da parte della chiesa d'Inghilterra. Whitefield effettuò numerosi viaggi di predicazione in tutta l'America del nord e ebbe una notevole influenza nel cosiddetto grande risveglio. Il metodismo di Wesley fu più tardi diffuso in America da missionari laici non ufficiali e da missionari nominati da John Wesley. Dal punto di vista teologico, il metodismo accetta due soli sacramenti (battesimo ed eucaristia), respinge la dottrina della predestinazione, sottolinea la dimensione etica e caritativa della fede cristiana, assegna al cristiano l'obbligo di attuare la propria santificazione osservando il precetto evangelico dell'amore del prossimo. Al metodismo fa capo l'Esercito della salvezza (Salvation Army) fondato a Londra nel 1878 dal metodista William Booth (1829-1912) e che oggi conta circa quattro milioni di soci.

metodìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del metodismo.

metodìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al metodismo o ai metodisti.

metodizzàre, v. tr. Regolare secondo un modo determinato.

mètodo, sm. 1 Modo di procedere razionale per raggiungere specifici risultati. ~ procedimento. : :l metodo sperimentale è alla base della scienza moderna. 2 Modo particolare di comportarsi o di agire. ~ maniera. aveva metodi educativi opinabili, ma efficaci
 sm. 1 method. 2 (manuale) tutor.
 lat. tardo methodus, dal greco methòdos, comp. da meta-+ hodòs via.

Metodo sui teoremi meccanici Opera di matematica di Archimede (III sec. a. C.).

metodologìa, sf. L'insieme delle norme e delle tecniche di ricerca di cui si avvale una determinata disciplina.

metodològico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne la metodologia.

metòlo, sm. Nome depositato del solfato di metillamminoparafenolo utilizzato in fotografia come rivelatore nei bagni di sviluppo.

Metòne (Atene V sec. a. C.) In greco Méton. Astronomo greco. Originario di Atene, scoprì un ciclo di diciannove anni dopo il quale le eclissi si ripetono nel medesimo ordine e nelle stesse condizioni. il ciclo porta il suo nome e stabilisce l'equivalenza di diciannove anni solari con 235 lunazioni, alla base delle fasi lunari dei calendari. Il ciclo di Metone è usato per il calcolo della Pasqua.

metònico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al ciclo di Metone, astronomo ateniese che nel V secolo a. C. calcolò la ripetizione delle fasi lunari nel calendario, grazie alla scoperta che 19 anni solari equivalgono circa a 235 lunazioni. Il ciclo di Metone (metoniano o metonico) è usato ancora oggi per il calcolo della data della Pasqua.

metonìmia, sf. Figura retorica per cui si usa il nome della causa per quello dell'effetto, l'autore per l'opera ecc.

metonimicaménte, avv. Per metonimia.

metonìmico, agg. (pl. m.-ci) Che è proprio della metonimia.

metonomasìa, sf. In linguistica, procedimento attraverso il quale gli umanisti traducevano il proprio cognome in greco o in latino.
 comp. dal greco metá mutamento + onomázein chiamare.

mètopa, sf. Intervallo fra gli ornamenti del fregio dorico.

metoposcopìa, sf. Arte occulta consistente nella determinazione del carattere di una persona attraverso l'esame dei lineamenti, in particolare delle rughe sulla fronte.

metox, sm. invar. Dispositivo elettromagnetico per l'individuazione di un radar in funzione.

metr(o)- Primo elemento di parole composte tratto da un termine greco che significa "utero".

metràggio, sm. Estensione in metri lineari.
 franc. métrage.

metratùra, sf. 1 Misurazione a metri. 2 Estensione in metri lineari. ~ lunghezza, metraggio.

mètrica, sf. (pl.-che) Complesso delle regole che guidano l'espressione in versi e la composizione delle strofe. Nella poesia occidentale si distingue la metrica quantitativa, nella quale è la durata delle sillabe e l'alternanza di sillabe lunghe e brevi a determinare il ritmo, dalla metrica accentuativa, nella quale è il numero delle sillabe e la disposizione delle sillabe toniche a determinare il ritmo. Ogni poesia è espressa in versi costituiti ognuno da un certo numero di sillabe. Per contare le sillabe di un verso si possono impiegare queste semplici regole: a) se una parola termina per vocale e la seguente inizia per vocale (o per h) si ha la fusione delle due sillabe (elisione) che contano perciò per una sola. Se la fusione non si verifica (di solito se la vocale della prima parola è accentata) si ha lo iato; b) i dittonghi (due vocali consecutive su cui non cade l'accento tonico) e i trittonghi (tre vocali consecutive su cui non cade l'accento tonico) di solito contano come una sillaba, a meno che non sia specificatamente indicato con la dieresi su una delle due vocali; c) il fenomeno opposto per cui due vocali consecutive che non costituiscono un dittongo si contano come una sillaba sola si dice sineresi; d) la sillaba finale di una parola tronca, le tre sillabe finali delle parole sdrucciole e le quattro finali delle bisdrucciole contano per due. Ogni parola ha una sillaba su cui cade un accento tonico, su cui cade il tono della voce. I versi a seconda del numero delle sillabe e della successione degli accenti assumono una denominazione particolare (bisillabi, ternari, quaternari, quinari, senari, settenari, ottonari, novenari, decasillabi, endecasillabi ecc.). I versi vengono raggruppati in strofe (altrimenti si dicono sciolti), contraddistinte dal tipo di rima (l'uguaglianza delle vocali e delle consonanti a partire dalla sillaba tonica) e dal numero dei versi che le compongono. Si hanno così i distici, le terzine, le quartine, le sestine, le ottave ecc. La rima può essere baciata (se si ha in versi consecutivi), alternata (secondo lo schema ABAB), incatenata (schema ABA, BCB, CDC, DED), incrociata (schema ABBA) ecc. Le strofe poi si uniscono in gruppi tipici denominati metri. I metri più comuni sono il sonetto (due quartine e due terzine), la canzone, la ballata, l'ode, il madrigale ecc.
 sf. metrics.

Metrica e poesia Opera di filologia di M. Fubini (1962).

metricaménte, avv. Con riferimento alla metrica.

mètrico, agg. (pl. m.-ci) 1 Di metro, che concerne la misurazione a metri. 2 Relativo alla metrica.
 agg. 1 metric. 2 (relativo alla metrica) metrical.
Il sistema metrico decimale è il sistema di misura basato sul metro, nel quale le unità sono multipli o sottomultipli di unità fondamentali. Fu proposto dall'Accademia delle Scienze francese nel 1790 ed entrò in vigore a livello internazionale nel 1875. L'ampliamento del sistema metrico ha portato all'attuale Sistema Internazionale.

Metrìdidi Famiglia di celenterati antozoi, appartenente all'ordine degli Attiniari, caratterizzata da sei paia di setti.

metriopatìa, sf. Nell'etica della filosofo classica greca, l'equilibrio ideale tra ragione e piacere che si può ottenere dosando in modo sapiente passioni e beni materiali.
 comp. dal greco métrios misurato + páthos passione.

metrìte, sf. Infiammazione dell'utero.

mètro, sm. 1 Unità di misura lineare. 2 Misura della lunghezza di un metro e il relativo strumento. 3 Criterio di giudizio. ~ valore.
 sm. 1 metre. 2 (da sarto) tape measure.
Unità di misura della lunghezza nel Sistema Internazionale (simbolo m), definito come lunghezza del metro campione di platino-iridio conservato a Sèvres, presso l'Archivio internazionale dei pesi e misure. Inizialmente fu definito come la quarantamilionesima parte del meridiano terrestre attualmente la definizione del metro ricorre alla velocità della luce ed è la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299792458 s.

metró, sm. invar. Ferrovia metropolitana.

metrologìa, sf. 1 Scienza che studia la misurazione delle grandezze fisiche. 2 Studio comparativo dei vari sistemi di misura nella storia.
 da metro-+ logìa.

metrològico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda la metrologia.

metronòmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al metronomo.
Indicazione metronomica
Nella tabella metronomica, indicazione del numero che corrisponde a un determinato valore di nota.

metrònomo, sm. Strumento a pendolo che segna esattamente il tempo della musica.

metronòtte, sm. invar. Guardia notturna privata. ~ sorvegliante.
 sm. night watchman.

metropatìa, sf. Condizione morbosa dell'utero.

metròpoli, sf. invar. Città principale di una regione o di uno stato.

Metropolis Film fantastico, tedesco (1926). Regia di Fritz Lang. Interpreti: Gustav Fröhlich, Brigitte Helm, Alfred Abel. Titolo originale: Metropolis

metropolìta, sm. (pl.-i) 1 Arcivescovo. 2 Nella chiesa ortodossa, dignitario di grado intermedio tra il patriarca e l'arcivescovo.

metropolitàna, sf. Sistema di trasporto pubblico urbano dotato di sede propria e caratterizzato da alta velocità e grande portata. Di solito sotterranea, collega il centro della città con i quartieri periferici. ~ sotterranea.
 sf. subway, underground.

metropolitàno, agg. e sm. agg. 1 Relativo a metropoli. ~ cittadino. <> extraurbano. 2 Di metropolita.
sm. 1 Abitante della metropoli. 2 Guardia urbana di una grande città, vigile.
 agg. metropolitan.

metrorragìa, sf. Emorragia dell'utero.

metròsi, sf. Endometrite usualmente sostenuta da disendocrinie.

Metsu, Gabriel (Leida 1629-Amsterdam 1667) Pittore olandese. Tra le opere Il mercato delle erbe ad Amsterdam (Parigi, Louvre).

Metsys, Quentin (Lovanio 1466-Anversa 1530) Pittore fiammingo. Tra le opere Leggenda di Sant'Anna (1509, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts) e Il cambiavalute e sua moglie (1514, Parigi, Louvre).

méttere, v. v. tr. 1Collocare in un luogo determinato. ~ posizionare. <> spostare. 2 Appoggiare. 3 Indossare. mise il cappotto e uscì di fretta. 4 Incutere, spaventare. è una persona che mette apprensione quando ti guarda in quel modo. 5 Ammettere. metti pure che sia vero, cosa possiamo farci? 6 Apporre. doveva solo mettere quell'ultima firma al documento per concludere l'affare.
v. intr. Comunicare, dare, sboccare.
v. rifl. 1 Assumere determinate posizioni. mettersi le mani nei capelli, disperarsi. 2 Collocarsi, porsi. si mise a dormire.
 v. tr. 1 to put. 2 (tempo) to take. 3 (causare) to make, to cause. 4 (mettere fame) to make hungry. 5 (indossare) to put on. 6 (installare) to install. v. rifl. 1 to place oneself, to put oneself. 2 (indossare) to put on. 3 (iniziare) to start, to begin.
 lat. mittere, mandare.

Metternich-Winneburg, Klemens Wenzel Lothar von (Coblenza 1773-Vienna 1859) Principe e politico austriaco. Entrato al servizio dell'imperatore d'Austria nella carriera diplomatica, fu nominato ambasciatore a Parigi (1806). Diventato ministro degli esteri e quindi cancelliere (1809), dovette firmare la pace con la Francia dopo la sconfitta di Wagram. Cercò quindi di restituire all'Austria un ruolo diplomatico centrale, organizzando il matrimonio (1810) di Napoleone con Maria Luisa, figlia dell'imperatore Francesco I. Riaperta la guerra contro Napoleone, con alleate Prussia e Russia, la vittoria dell'Austria a Lipsia (1813) portò al congresso di Vienna (1814-1815), nel quale Metternich impose una linea conservatrice di restaurazione ed equilibrio tra le potenze europee. Le rivoluzioni che si verificarono negli anni successivi in diversi paesi europei indebolirono però il sistema di potere creato da Metternich che, dopo la nascita di un'opposizione liberale nella stessa Vienna, fu costretto a accentuare gli aspetti dispotici e assolutisti della monarchia, suscitando forte reazione nell'opinione pubblica. La rivoluzione di Vienna del 1848 lo costrinse all'esilio a Londra, dal quale rientrò nel 1851, senza tuttavia riassumere il potere ricoperto precedentemente.

Metti, una sera a cena Dramma di G. Patroni Griffi (1967).

mettifòglio, sm. 1 Operaio che un tempo metteva i fogli nelle macchina da stampa. 2 Dispositivo che esegue meccanicamente lo stesso lavoro.

mettimàle, sm. e sf. invar. Chi mette discordia tra più persone.

mettipetàrdo, sm. Strumento per creare un segnale acustico in corrispondenza di una linea ferroviaria in caso di nebbia o di maltempo.

Metz Città (114.000 ab.) della Francia orientale e capoluogo del dipartimento della Mosella, alla confluenza del fiume Seille nella Mosella. Importante porto fluviale, è centro commerciale dei prodotti agricoli e zootecnici della regione, oltre che centro industriale con complessi metallurgici e industrie meccaniche, alimentari, tessili, delle calzature e del tabacco. Dopo la nascita dell'impero carolingio, seguì le sorti della Lorena, finché nel 1871 passò alla Germania, per essere poi restituita alla Francia in forza del trattato di Versailles, dopo la fine della prima guerra mondiale. I principali monumenti sono la cattedrale gotica di Santo Stefano (XIII sec.), la chiesa di San Vincenzo (XIV sec.) e le mura medioevali con la porta dei Tedeschi.

Metz, Johann Baptiste (Welluck 1928-) Teologo cattolico tedesco. Rafforzò le implicazioni politiche e sociali del cristianesimo e scrisse Sulla teologia del mondo (1968).

Metzinger, Jean (Nantes 1883-Parigi 1956) Pittore francese. Tra le opere Lo spuntino (1911, Filadelfia, Museum of Art).

meublé, agg. invar. Di albergo, privo di servizio di ristorante, che fornisce soltanto l'alloggio.

Meùcci, Antònio (Firenze 1808-Long Island 1889) Inventore. Emigrò negli Stati Uniti dopo aver partecipato ai moti rivoluzionari del 1831. Interessato ai fenomeni dell'elettricità e del magnetismo, iniziò a progettare un sistema per trasmettere a distanza la voce mentre lavorava come macchinista teatrale a Cuba e, trasferitosi poi a New York, nel 1857 costruì il primo prototipo di apparecchio telefonico, brevettato poi nel 1871. Due anni dopo non poté tuttavia rinnovare il brevetto per difficoltà economiche e nel 1876 un brevetto analogo fu presentato da Alexander Graham Bell con il supporto economico della Western Telegraph. Meucci intentò causa a Bell per rivendicare i propri diritti di paternità sul telefono, ma solo nel 1886, con una sentenza della corte suprema degli Stati Uniti, fu riconosciuta a Meucci la priorità dell'invenzione. Purtroppo Meucci non riuscì a trarre un vantaggio economico dal frutto del proprio ingegno e, mentre Bell continuava ad arricchirsi, tre anni dopo morì in povertà in un quartiere popolare di Long Island.

Meugliàno Comune in provincia di Torino (123 ab., CAP 10080, TEL. 0125).

Meurthe-et-Moselle Dipartimento (712.000 ab.) della Francia, nella Lorena. Capoluogo Nancy.

Meuse Dipartimento (196.000 ab.) della Francia orientale, nella Lorena. Capoluogo Bar-le-Duc.

MeV Sigla di megaelettronvolt (unità di misura fisica).

Mexicali Città (602.000 ab.) del Messico, capitale dello stato di Baja California Norte.

México Stato (9.816.000 ab.) del Messico, capitale Toluca de Lerdo.

Meyer, Julius Lothar (Varel 1830-Tubinga 1895) Chimico e fisiologo tedesco. Fu autore di una tavola degli elementi chimici analoga a quella mendeleeviana.

Meyerbeer, Giàcomo (Tasdorf 1791-Parigi 1864) Compositore tedesco, fu in Germania e in Italia, dove fu influenzato da G. Rossini. La più fortunata delle opere del periodo italiano fu Il crociato in Egitto (1824), nella quale si avverte chiaramente l'influenza di G. Rossini. Meyerbeer si trasferì poi in Francia dove studiò l'opera francese e si affermò con un nuovo genere operistico, il cosiddetto grand-opéra. Rispetto all'opera italiana, questo tipo di opera teatrale è caratterizzato dalla preferenza per soggetti di ispirazione storica, dall'inserimento di balletti tra gli atti, da allestimenti fastosi e dall'accentuazione delle situazioni teatrali. Pur se criticato, questo metodo di fare musica, che incontrava l'accoglienza entusiastica del pubblico grazie all'intelligenza teatrale di Meyerbeer, finì per condizionare anche musicisti di valore come R. Wagner e G. Verdi. Le principali opere sono Roberto il diavolo (1831), Gli ugonotti (1836), Il profeta (1846), La stella del nord (1854), L'africana (1865), e l'opera-comique Dinorah (1859).

Meyerhof, Otto (Hannover 1884-Filadelfia 1951) Fisiologo tedesco. Compì importanti studi sulla respirazione cellulare e nel 1922, con A. Hill, fu insignito del premio Nobel.

Meyrink, Gustav (Vienna 1868-Starnberg, Baviera 1932) Romanziere austriaco. Tra le opere Golem (1915).

Mezen Fiume (910 km) della Russia. Nasce dai monti Timani e sfocia nella baia omonima.

Mezènzio Personaggio mitologico, re etrusco alleato di Turno contro Enea. Il supplizio che prese il suo nome consisteva nel legare a un uomo vivo un cadavere, fino alla morte.

mèzza, sf. invar. 1 La metà dell'ora. 2 Mezzogiorno e mezzo.
 sf. (mezzogiorno e mezzo) half-past twelve.

mezzacalzétta, sf. Persona fisicamente, intellettualmente o socialmente mediocre.

mezzacartùccia, sf. (pl.-ce)Persona dappoco.

mezzacòsta, sf. La parte mediana di un terreno in pendio, sul fianco di una collina o di un monte.

mezzadrìa, sf. Contratto agrario con il quale il proprietario di un fondo agricolo si associa con il suo coltivatore per la coltivazione e la suddivisione degli utili. In Italia, nel 1964 la nuova legge sui patti agrari proibì la stipula di nuovi contratti di mezzadria e dal 1982 è possibile trasformare i contratti di mezzadria in normali contratti di affitto, con i quali il coltivatore ha la responsabilità in autonomia della coltivazione del fondo e deve riconoscere al proprietario un canone, indipendente dal raccolto prodotto.

mezzadrìle, agg. Relativo alla mezzadria.

mezzàdro, sm. Chi coltiva un podere a mezzadria.
 sm. sharecropper.

Mezzàgo Comune in provincia di Milano (2.848 ab., CAP 20050, TEL. 039).

mezzàla, sf. (pl.-i) Nel gioco del calcio, giocatore disposto tra l'ala e il centravanti, in attacco.

mezzalàna, sf. (pl. mezzelàne) Tessuto misto di lana e cotone.

mezzalùna, sf. (pl. mezzelùne) 1 Parte della luna illuminata per metà. 2 Coltello curvo a due manici usato in cucina. recuperò la mezzaluna per affettare le cipolle. 3 Simbolo dell'islamismo.
 sf. 1 half-moon. 2 (coltello) chopping knife. 3 (simbolo dell'islamismo) crescent.

mezzàna, sf. 1 Vela che si stende a poppa della nave. 2 Donna che favorisce illeciti amori. ~ ruffiana.

Mezzàna Comune in provincia di Trento (848 ab., CAP 38020, TEL. 0463).

Mezzàna Bìgli Comune in provincia di Pavia (1.246 ab., CAP 27030, TEL. 0384).

Mezzàna di Sótto Comune in provincia di Verona (1.789 ab., CAP 37030, TEL. 045).

Mezzàna Mortigliéngo Comune in provincia di Biella (746 ab., CAP 13050, TEL. 015).

Mezzàna Rabattóne Comune in provincia di Pavia (522 ab., CAP 27030, TEL. 0382).

Mezzànego Comune in provincia di Genova (1.232 ab., CAP 16046, TEL. 0185).

Mezzàni Comune in provincia di Parma (2.503 ab., CAP 43055, TEL. 0521).

mezzànino, sm. Piano di mezzo, che sta tra il pianterreno e il primo piano di un palazzo. ~ ammezzato.
 sm. mezzanine.

Mezzanìno Comune in provincia di Pavia (1.409 ab., CAP 27040, TEL. 0385).

mezzàno, agg. e sm. agg. 1 Che sta in mezzo, medio. 2 Che è tra il primo e il terzo nato. 3 Mediocre.
sm. 1 Chi si interpone tra due contendenti per facilitarne l'accordo, mediatore. 2 Magnaccia. ~ pappone.
 agg. medium, average. sm. 1 go-between. 2 (ruffiano) pimp.
 lat. tardo medianus, deriv. da medius che sta in mezzo.

Mezzàno Comune in provincia di Trento (1.571 ab., CAP 38050, TEL. 0439).

mezzanòtte, sf. 1 L'ora che segna la metà della notte. ~ le ventiquattro. <> mezzogiorno. 2 La ventiquattresima ora del giorno. 3 Nord. <> meridione. 4 Momento in cui il Sole si trova nel punto più basso del meridiano ovvero della sua culminazione inferiore.
 sf. midnight.
Sole di mezzanotte
Fenomeno in cui il Sole non tramonta per tutte le ventiquattro ore rimanendo osservabile sopra l'orizzonte anche nella sua culminazione inferiore. Il fenomeno è possibile grazie all'inclinazione dell'asse terrestre sopra l'eclittica. Il sole di mezzanotte è visibile entro i circoli polari.

mezz'ària, sf. Nella locuzione a mezz'aria, a media altezza.

mezz'àsta, sf. Nella locuzione a mezz'asta, detto di bandiera alzata fino a metà dell'asta, in segno di lutto.

mezzatìnta, sf. (pl. mezzetìnte) 1 Colore tra il chiaro e lo scuro. 2 Sfumatura.

Mezzégra Comune in provincia di Como (896 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

Mezzenìle Comune in provincia di Torino (917 ab., CAP 10070, TEL. 0123).

mezzerèo, sm. Tipo di dafne europea che vive tra i 1500 e i 3000 m. Il suo succo esercita un'azione irritante e le sue parti contengono un pericoloso veleno.

mezzerìa, sf. 1 Linea mediana di una superficie. 2 Linea che divide la strada in senso longitudinale.

mezzétta, sf. Misura di capacità che sta tra mezzo litro e circa un litro.

mèzzo, agg. e sm. agg. 1 Che è metà dell'intero. ~ dimezzato. beveva solo mezzo bicchiere di vino a pasto. 2 Medio, che è nel grado di mezzo. stava per rimetterci mezzo patrimonio, una grande quantità di soldi. 3 Di frutto troppo maturo tendente al marcio. 4 Riferito a una persona corrotta. 5 Inzuppato d'acqua.
sm. 1 Il punto equidistante da due estremi. lasciare a mezzo, interrompere; levarsi di mezzo, andarsene, togliersi. 2 La parte centrale. 3 Metà del tutto. gliene bastava solo mezzo. 4 Strumento di cui ci si avvale per raggiungere un fine. non disponeva dei mezzi appropriati per procedere. 5 Veicolo. 6 Denaro. : : suoi mezzi erano insufficienti per un'automobile nuova
 agg. e avv. 1 half. 2 (mezz'ora) half an hour. 3 (mezzo e mezzo) so-so. sm. 1 (centro) centre, middle. 2 (metà) half. 3 (fra due) between. 4 (possibilità economiche) means. 5 (di trasporto) means of transport. 6 (apparecchiatura) equipment.
 lat. medius.
Il fine giustifica i mezzi. Concetto espresso nel Principe di Machiavelli.

mezzobùsto, sm. (pl. mezzibùsti) Statua, dipinto o fotografia che riproduce solo il capo e le spalle.
 sm. (annunciatore televisivo) newsreader.

mezzocèrchio, sm. (pl. mezzicèrchi) Semicerchio.

mezzocièlo, sm. Punto d'intersezione tra equatore celeste e meridiano astronomico, che si trova sopra l'orizzonte.

mezzocontràlto, sm. Voce femminile della classe dei contralti, nella quale rappresenta l'estensione più acuta.

Mezzocoróna Comune in provincia di Trento (4.345 ab., CAP 38016, TEL. 0461).

mezzodì, sm. Mezzogiorno. ~ meridione, sud. <> mezzanotte, nord, settentrione.

mezzofondìsta, sm. e sf. (pl.-i) Corridore in una gara di mezzofondo.

mezzofóndo, sm. Corsa che prevede una prova di velocità e insieme di resistenza.
 sm. middle-distance race.

mezzogiórno, sm. 1 L'ora che segna la metà del giorno. ~ mezzodì. 2 La dodicesima ora del giorno. 3 Le regioni meridionali di un paese. 4 Sud. <> settentrione. 5 Momento del giorno in cui il Sole si trova nella culminazione superiore in meridiano.
 sm. 1 noon, midday. 2 (meridione) south.

 

Mezzogiorno di fuoco Film western, americano (1952). Regia di Fred Zinnemann. Interpreti: Gary Cooper, Grace Kelly, Katy Jurado. Titolo originale: Hight Noon

Mezzogiorno e lo Stato Italiano, Il Opera di politica di G. Fortunato (1911).

Mezzogiorno e mezzo di fuoco Film comico, americano (1974). Regia di Mel Brooks. Interpreti: Gene Wilder, Cleavon Little, Madeline Kahn. Titolo originale: Blazing Saddles

Mezzojùso Comune in provincia di Palermo (3.213 ab., CAP 90030, TEL. 091).

Mezzòla Lago della Lombardia, attraversato dal fiume Mera che lo mette in comunicazione con il lago di Como.

Mezzòldo Comune in provincia di Bergamo (281 ab., CAP 24010, TEL. 0345).
Mezzoldo
Valle delle Alpi Orobie, percorsa dal fiume Brembo.

Mezzolombàrdo Comune in provincia di Trento (5.375 ab., CAP 38017, TEL. 0461).

mezzomarinàio, sm. Mozzo.

Mezzomerìco Comune in provincia di Novara (776 ab., CAP 28040, TEL. 0321).

mezzopùnto, sm. Punto particolare del ricamo.

mezzóra, sf. 1 Metà di un'ora. 2 Piccola entità indeterminata di tempo.
 sf. half an hour, half-hour.

mezzosàngue, sm. e sf. invar. 1 Meticcio. 2 Animale che non discende da genitori di razza pura.

mezzosopràno, sm. La voce che è tra il soprano e il contralto e la cantante che ha tale voce.

mezzùccio, sm. Espediente.

mezzùle, sm. 1 La parte anteriore della botte. 2 Sportello che consente l'accesso all'interno di qualcosa.
 deriv. da mezzo.

MF Sigla di Medium Frequency (media frequenza).
mF
Sigla di millifarad (unità di misura fisica).

MFE Sigla di Movimento Federalista Europeo.

Mg Simbolo chimico del magnesio.

mg Simbolo del milligrammo.

MGM Sigla di Metro Goldwyn Mayer.

MHz Simbolo di megahertz.

mi, pron. e sm. pron. pers. Me, a me.
sm. Nome della terza nota della scala di do maggiore, secondo la definizione di Guido d'Arezzo usata nei paesi latini. Nei paesi anglosassoni la nota è indicata dalla lettera E.
 pron. 1 me. 2 (con i v. intr. pron.) myself. sm. (mus.) E, mi.

Mi Fei (1051?-Huai-yang, Kiangsu 1107) Pittore cinese. Tra le opere Paesaggio (1102, Tokyo, Collezione Nakamura).

mi(o)- Primo elemento di parole composte.
 greco mýs, myós, muscolo.

Mia Africa, La Romanzo di K. Blixen (1937).
Mia Africa, La
Film drammatico, americano (1985).
Regia di Sydney Pollack. Interpreti: Meryl Streep, Robert Redford, Klaus Maria Brandauer. Titolo originale: Out of Africa

Mia Francia poetica, La Opera di poesia di F. Jammes (1926).

Mia vita nell'arte, La Saggio di K. S. Stanislavskij (1924).

Mia vita, La Racconto di A. P. Cechov (1895).

Miage Ghiacciaio delle Alpi Occidentali, sul versante italiano del massiccio del monte Bianco. Sbocca nella val Veny, dove forma il lago omonimo.

Miagliàno Comune in provincia di Biella (624 ab., CAP 13060, TEL. 015).

miagolaménto, sm. Il miagolare.

miagolàre, v. intr. 1 Fare miao miao, detto del gatto. 2 Lamentarsi. 3 Cantare male.
 v. intr. to miaow, to mew.

miagolàta, sf. 1 Miagolio lungo e insistente. 2 Qualcosa di lamentoso, noioso.

miagolìo, sm. Miagolare insistente e fastidioso.
 sm. mewing.

mialgìa, sf. Termine medico che designa genericamente un dolore muscolare.

Miami Città (359.000 ab.) degli USA, sulla costa sudorientale della Florida, nella zona sudorientale della penisola. La città è servita da un buon porto in gran parte artificiale: sulla Biscayne Bay sono state costruite numerose isole artificiali, con ville e parchi, collegate alla terraferma per mezzo di viadotti. Il clima, tipicamente tropicale e marittimo, influenzato dalla corrente del Golfo, ha reso la città una delle principali mete turistiche per i soggiorni invernali ed estivi. Le principali industrie sono quelle tessili, meccaniche, dell'abbigliamento e dei mobili. La città è sede di un'università, di un istituto di ricerca oceanografica e di un aeroporto internazionale. Fondata alla fine del secolo scorso, è stata danneggiata da un ciclone, nel 1926.

Miami Vice Film poliziesco, americano (1984). Regia di Thomas Carter. Interpreti: Don Johnson, Philip Michael Thomas, Saundra Santiago. Titolo originale: Miami Vice

Miàne Comune in provincia di Treviso (3.322 ab., CAP 31050, TEL. 0438).

miào, sm. invar. Verso che imita quello del gatto quando miagola.

miàsi, sf. invar. Gruppo di malattie provocate dalle larve delle mosche introdotte nell'organismo.

Miasìno Comune in provincia di Novara (932 ab., CAP 28010, TEL. 0322).

miàsma, sm. (pl.-i) Esalazione da organismi in putrefazione. ~ fetore. <> profumo.

miasmàtico, agg. (pl. m.-ci) Che esala miasmi.

miastenìa, sf. Patologia a carico dei muscoli, che ne inibisce la capacità contrattile. Dovuta forse a cause immunitarie che bloccano la trasmissione dell'impulso nervoso al muscolo stesso, la miastenia colpisce con maggiore frequenza le donne sotto i cinquant'anni. Nella miastenia grave pseudoparalitica o malattia di Erb-Goldflam, i muscoli volontari risultano facilmente affaticabili, pur mancando paralisi vere e proprie.

miatrofìa, sf. Riduzione del volume dei muscoli.

Miazzìna Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (370 ab., CAP 28056, TEL. 0323).

MIB Sigla di Milano Indice Borsa.

Mibtel Sigla di Milano Indice Borsa Telematica.

mìca, avv. e sf. avv. Affatto, per niente.
sf. 1 Piccolissima parte di qualcosa. 2 Nome di alcuni silicati cristallizzati sfaldati in laminette.
 avv. (non sono mica stanco) I'm not a bit tired. sf. mica.
 lat. mica.
Gruppo di minerali fillosilicati, molto diffusa in natura e di composizione piuttosto complessa. Le miche cristallizzano nel sistema monoclino, sono molto lucide, hanno durezza media 2,5 e si sfaldano facilmente. Tra le più diffuse la biotite e la muscovite. Per le loro caratteristiche, trovano largo impiego nell'elettronica come isolanti elettrici e termici.

micàceo, agg. Che ha l'aspetto o contiene mica.

micascìsto, sm. Roccia composta essenzialmente di quarzo e mica.

Mìcca, Piètro (Sagliano 1677-Torino 1706) Soldato piemontese. Partecipò alla guerra di successione spagnola, salvando Torino dall'assedio francese, facendo saltare la galleria per la quale voleva passare il nemico, ma restandovi sepolto.

mìccia, sf. (pl.-ce) Cordoncino intriso di sostanze combustibili, usato per dare fuoco a polveri ed esplosivi.
 sf. fuse.
 franc. mèche, dal lat. myxa stoppino.
Nella miccia la polvere nera combustibile è contenuta in un tubo flessibile costituito da fibre vegetali o sintetiche. La velocità di combustione delle micce può essere di qualche cm al secondo (lenta), di varie decine di m al secondo (rapida), fino ad arrivare a 7.000 m al secondo (detonante). Le micce più recenti, sono fabbricate con nitroglicerina o tritolo in tubetti di stagno o in tubetti plastici e sono solitamente usate per fare esplodere contemporaneamente più cariche. Nelle costruzioni navali la miccia identifica l'estremità di parti, come alberi di scafi di legno, che viene fissata a incastro per assicurarne il fissaggio.

mìcco, sm. 1 Persona elegante e stolta. 2 Scimmiotto.

Mìcco Spadàro Nome con cui è noto il pittore Domenico Gargiulo.

Micèli, Vincènzo (Monreale 1733-Palermo 1781) Filosofo. Sacerdote, ha rivolto prevalentemente la sua attenzione alla speculazione metafisica. Tra le opere, Saggio istorico di un sistema metafisico (1865, postumo).
Miceli, Vincenzo
(San Fili 1858-Milano 1932) Giurista. Tra le opere, Le fonti del diritto (1905) e Principi di filosofia del diritto (1928).

micèlio Apparato vegetativo dei Funghi, di solito formato da un insieme di sottili filamenti (ife).
 lat. mycelium, dal greco mykes fungo.

micèlla, sf. Aggregato molecolare tipico dei colloidi.

Micène Antica città dell'Argolide (Peloponneso) e centro della civiltà micenea (II sec. a. C.). Fondata secondo la leggenda da Perseo e munita di enormi mura dai ciclopi, nella storia compare come centro abitato da una popolazione di origine caria (età del bronzo; 3000-2800 a. C.). Successivamente crebbe di importanza e raggiunse il massimo splendore sotto gli Atridi, che, secondo la leggenda, guidarono la spedizione greca contro Troia. Il suo splendore in questi tempi è cantato da Omero che la celebrò come la città ricca d'oro, ben costruita e dalle larghe vie. Dopo questo periodo, che viene indicato tra il 1600 e il 1100 a. C., Micene subì una serie di invasioni e la sua potenza decadde fino alla distruzione da parte di Argo (468 a. C.). Della sua passata grandezza non rimasero che imponenti rovine, in un territorio quasi disabitato. Basandosi sulle notizie riportate da Pausania, l'archeologo tedesco Schliemann, lo scopritore di Troia, iniziò nel 1874 gli scavi, poi proseguiti da altri, portando alla luce l'acropoli (di forma triangolare) circondata da mura di 6-8 m di spessore, nelle quali si apre la famosa porta dei Leoni, dalla quale parte una scala che conduce direttamente al palazzo reale (1400 a. C.) con la decorazione pittorica del mégaron. Nella necropoli furono rinvenute alcune tombe fra cui la monumentale tomba contenente il tesoro funebre di Atreo, un'altra più piccola che si attribuisce a Clitennestra e numerosi altri materiali di scavo, sigilli, ceramiche e tavolette con iscrizioni (che hanno contribuito maggiormente alla conoscenza e alla datazione dell'arte di questo periodo). Anche la città di Tirinto ha lasciato come testimonianza un'acropoli rocciosa solcata da corridoi i cui muri raggiungono in alcuni punti più di quindici metri di spessore.

micenèo, agg. e sm. agg. Relativo all'antica Micene.
sm. Abitante dell'antica Micene.

Micerìno Faraone egiziano della IV dinastia, visse circa nel 2560 a. C. Fece costruire la più piccola delle piramidi di El Gîza.

micète, sm. Fungo.

Micetofàgidi Famiglia di Insetti Coleotteri che vivono sempre nei Funghi.

micetologìa, sf. (pl.-gìe) Micologia.

micetòma, sm. Infiammazione causata dallo sviluppo di un fungo parassita.

Michael Kohlhaas Novella di H. von Kleist (1810).

Michalkov, Nikita (Mosca 1945-) Regista cinematografico russo. Diresse Schiava d'amore (1976), Alcuni giorni della vita di I. I. Oblomov (1979), Oci Ciornie (1988), Territorio d'amore (1991, Leone d'oro a Venezia), Sole ingannatore (1994), Anna (1996).

Michalkov-Konchalovskij, Andrej (Mosca 1937-) Regista cinematografico russo, fratello di Nikita. In patria diresse opere d'ispirazione popolare o classica come Il primo maestro (1965), Vania (1970), Romanza degli innamorati (1974), Sibiriada (1978). Trasferitosi negli Stati Uniti diresse Maria's Lovers (1984), A trenta secondi dalla fine (1985), Duet for one (1985). Tornò in Russia e diresse Il proiezionista (1992).

Michaux, Henri (Namur 1899-Parigi 1984) Pittore e poeta belga. Tra le opere Chi fui (1927), Conoscenza attraverso gli abissi (1961) e Venti e polvere (1963).

Michèa Personaggio biblico, uno dei dodici profeti minori. Visse tra il 736 e il 687 a. C. e di lui è noto l'oracolo su Betlemme.

Michel, Louise (Vroncourt la Côte, Alta Marna 1830-Marsiglia 1905) Attivista politica. Fu una semplice insegnante fino al 1852, quando il rifiuto di giurare fedeltà a Napoleone III le costò il posto. Si trasferì a Parigi dove entrò in contatto con i socialisti capeggiati da L. A. Blanqui. Divenne un'attivista e per il suo supporto alla Comune di Parigi fu deportata in Nuova Caledonia. Fu graziata nel 1880. Rientrata in patria ritornò subito all'attivismo politico, ma nel 1883 fu condannata a sei anni di carcere per aver capeggiato una manifestazione di disoccupati. Emigrata a Londra, rientrò in Francia solo nel 1896. È considerata una delle prime esponenti del femminismo europeo.

michelàccio, sm. Persona fannullona. ~ vagabondo.

Michelàngelo (Caprese 1475-Roma 1564) Pittore, scultore e architetto. Nacque il 6 marzo 1475 a Caprese nella Val Tiberina da Ludovico Buonarroti di Simone podestà di Caprese e di Chiusi, e da Francesca Neri di Miniato del Sera. Secondo di cinque fratelli, ricevette il battesimo nella chiesa di San Giovanni in Caprese. Pochi giorni dopo la nascita la famiglia Buonarroti si trasferì a Settignano; Michelangelo ancora in fasce fu affidato alle cure di una balia, moglie e figlia di scalpellini. L'iniziazione artistica di Michelangelo fu segnata dalla sofferenza e dal dramma, per l'opposizione dei familiari, che avrebbero voluto indirizzarlo agli studi di grammatica dal maestro Francesco Galeata da Urbino. Questo episodio influì profondamente sulla formazione spirituale di Michelangelo e lo condizionerà per tutta la vita. Nel 1481 morì la madre di Michelangelo e la famiglia rientrò a Firenze. Iniziando a lavorare giovanissimo, fece le sue prime esperienze da scultore tra gli artisti che frequentavano il giardino mediceo. Nell'aprile del 1488 il padre stipulò un contratto di tre anni con Domenico e Davide Ghirlandaio in modo che il figlio apprendesse l'arte della pittura facendo esercizio. Michelangelo abbandonò prima del termine del contratto la bottega del Ghirlandaio e frequentò il giardino di San Marco come ospite di Lorenzo de' Medici fino all'aprile del 1492. In questo periodo eseguì la sua prima opera, la Madonna della Scala, che esprimeva l'archetipo della donna creatrice della vita e insieme custode della morte che saranno alla base degli aspetti più drammatici della poetica michelangiolesca. L'opera immediatamente successiva fu La battaglia dei Centauri (1492), conservata oggi nella casa Buonarroti; essa esprime una nuova fantasia poetica e un maggiore distacco tra passato e presente. L'8 aprile 1492 morì Lorenzo il Magnifico e Michelangelo abbandonò la corte medicea e ritornò alla casa paterna dedicandosi ad altri lavori per farsi conoscere e apprezzare pubblicamente. Nel frattempo riprese a dipingere; sempre nel 1492 eseguì per il priore Niccolò di Giovanni di Lapo Bichiellini il Crocifisso ligneo di Santo Spirito, attualmente esposto nella casa Buonarroti a Firenze. Inoltre scolpì un Ercole, andato perduto, in cui mise a punto un saggio di sintesi tra il dato religioso che prende puntuale possesso del soggetto e la fisicità dell'uomo. Terminato l'Ercole, il 20 gennaio 1494 fu chiamato a corte da Piero de' Medici per realizzare una statua di neve nel cortile del palazzo di via Larga. Più tardi in seguito ai preoccupanti avvenimenti politici e militari Michelangelo fuggì da Firenze e cercò scampo a Venezia. Rientrò a Firenze poco dopo la cacciata dei Medici. Durante il viaggio di ritorno fu bloccato a Bologna perché privo di documenti, ma in suo aiuto accorse Giovan Francesco Aldrovandi. Grazie all'Aldrovandi effettuò restauri a completamento dell'arca di San Domenico (a Bologna) tra l'autunno del 1494 e la fine del 1495; inoltre scolpì un angelo e due Santi (San Domenico e San Procolo). Queste tre opere testimoniano l'attenzione rivolta da Michelangelo alla cultura di Jacopo della Quercia e della pittura ferrarese. Verso la fine del 1495 Michelangelo ritornò a Firenze ed eseguì due opere andate perdute: San Giovannino e un Cupido, venduto a Roma e fatto passare come antico a Raffaello Riario cardinale di San Giorgio. Questi, accortosi della truffa, fece in modo di avere Michelangelo a Roma per chiarire il fatto ed essere risarcito. Il 25 giugno 1496 Michelangelo si recò a Roma dove gli furono commissionate dal banchiere Jacopo Galli due opere: il Bacco del Bargello e un altro Cupido Apollo, andato perduto. Il 27 agosto 1498 ricevette dal cardinale Jean Bilhères l'incarico di realizzare la Pietà, scultura destinata a ornare la cappella dei re di Francia nella chiesa di Santa Petronilla presso San Pietro. Questi lavori lo impegnarono per quasi cinque anni, durante i quali Michelangelo lasciò Roma solo per recarsi a Carrara a scegliere i marmi. Il soggiorno romano rinnovò in modo diretto il colloquio di Michelangelo con il mondo antico. Egli cercò di dare un'interpretazione colta dell'antico, come se fosse una dimostrazione tecnica da esibire al pubblico romano che in quel periodo era attratto dal fascino degli scavi archeologici. Proprio con la Pietà raggiunge il vertice della sua arte, nella quale l'ideale naturalistico rinascimentale si fonde con la più astratta ricerca formale.
Nella primavera del 1501 Michelangelo ritornò a Firenze e trovò una nuova situazione politica: il Savonarola era stato sconfitto e così anche il partito popolare; si era affermato il partito repubblicano capeggiato dal gonfaloniere Pier Soderini. Michelangelo fu impegnato a realizzare numerosissimi lavori; l'opera che realizzò per prima fu la Madonna col Bambino della chiesa di Nôtre Dame di Bruges; egli cercò di esaltare la forma nella sua potenza architettonica di involucro netto che i contorni trattengono e definiscono senza traboccare verso l'esterno ma occupando e sforzando lo spazio. Alta drammaticità che si ritrova nei tondi: Tondo Pitti (bassorilievo); Tondo Taddei (bassorilievo); e Tondo Doni (unica pittura di cavalletto certa di Michelangelo). In queste opere Michelangelo pose particolare attenzione allo spazio inteso come atmosfera vibrante nella luce. In questo periodo Michelangelo e Leonardo si trovarono a lavorare contemporaneamente agli affreschi della Sala Maggiore del Consiglio in Palazzo Vecchio; in realtà tra i due non ci fu nessuno scontro e nelle rispettive opere del tempo si poté cogliere con precisione l'opposizione ferma e assoluta delle due dialettiche. Purtroppo tra Michelangelo e Leonardo non ci fu nemmeno armonia; una conferma di questo fu l'episodio relativo alla collocazione del David, scultura che l'Opera del Duomo aveva commissionato a Michelangelo il 16 agosto 1501 e che era quasi finita nel gennaio del 1504. Per la sistemazione del David furono chiamati esperti ed artisti del tempo tra cui anche Leonardo; l'Araldo della Signoria propose di collocare l'opera a lato della porta di Palazzo Vecchio o nel cortile del palazzo stesso, mentre proprio Leonardo espresse il parere di mettere la statua sotto la Loggia dell'Orcagna, addossata al muro. Questa scelta testimoniava la più evidente incomprensione della scultura di Michelangelo da parte di Leonardo. Il 12 agosto 1502 Michelangelo attraverso la Signoria fiorentina ricevette l'incarico di scolpire un David in bronzo per Pierre de Rohan maresciallo di Giè. L'anno successivo l'Opera di Santa Maria del Fiore commissionò a Michelangelo dodici statue di Apostoli; egli iniziò solo il San Matteo che non portò a compimento e che si trova oggi all'Accademia di Firenze. Nell'agosto del 1504 ricevette l'incarico di eseguire un affresco su una parete della sala del Gran Consiglio in Palazzo Vecchio; a ottobre iniziò il cartone intitolato la Battaglia di Cascina a cui dedicò grande attenzione e studio. Tutti questi grandi lavori permisero a Michelangelo di realizzare buoni guadagni che gli consentirono tra l'altro di far fronte alle continue richieste di denaro del padre e dei fratelli. Papa Giulio II su probabile interessamento di Giuliano da Sangallo invitò nel 1505 Michelangelo a Roma e gli affidò lo studio e l'esecuzione della sua tomba. Per quarant'anni furono approntati vari progetti, furono eseguite alcune opere, altre iniziate fino ad arrivare alla sistemazione definitiva della tomba. Dopo il primo progetto approvato gli entusiasmi di Michelangelo furono soffocati dal mutato parere di papa Giulio II, cosicché l'artista chiese invano un'udienza chiarificatrice e dietro le minacce di nemici decise di lasciare Roma il 18 aprile 1506. Invano fu rincorso e raggiunto a Poggibonsi da cinque corrieri del papa che cercarono di fargli cambiare idea; ci vollero tre brevi inviati dal papa alla Signoria di Firenze e le insistenze del Soderini per convincere Michelangelo alla riconciliazione. Michelangelo si recò a Bologna, dove poté incontrare il papa che gli commissionò una statua in bronzo che lo rappresentasse. La statua fu collocata sulla facciata di San Petronio il 21 febbraio 1508. Dopo il ritorno dei Bentivoglio a Bologna la statua in bronzo fu fusa e inviata a Ferrara per farne una colubrina. Rientrato per breve tempo a Firenze, acquistò la casa in via Ghibellina, quindi ritornò a Roma.
La sua attività di scultore si attenuò perché nel marzo del 1508 fu chiamato da Giulio II e il 10 maggio firmò il contratto per la decorazione della Cappella Sistina. I lavori durarono quattro anni e Michelangelo realizzò in cinquecento metri quadrati di volta la più grande storia spirituale dell'umanità, dalla creazione del mondo alla vigilia dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Avuto il benestare da Giulio II, dette alla volta un'intelaiatura architettonica, creò pilastri e cornici che la divisero e la legarono in un'unità di potente esaltazione dinamica; circa trecento figure umane sembrano uscire dai riquadri con ardore veramente titanico. Michelangelo suddivise la grande pagina in tre parti architettonicamente collegate; al centro della volta sono posizionate in nove scomparti rettangolari a misura alterna le storie bibliche: le origini del mondo, le origini dell'umanità, le origini del male; attorno alle nove storie dipinse giovani ignudi con ghirlande; in cima ai pilastri, otto medaglioni hanno al loro interno altrettanti episodi biblici. Nella parte più bassa dipinse i veggenti: Profeti e Sibille che dispose alternati in dodici monumentali seggi architettonicamente scanditi tra vela e vela; nei quattro pennacchi angolari, nelle otto vele della volta e nelle quattordici lunette delle pareti che incorniciano le finestre, affrescò le miracolose salvazioni del popolo d'Israele e gli Antenati di Cristo. All'inizio procedette lentamente in quanto incontrò difficoltà tecniche a causa della sua scarsa pratica nel lavorare ad affresco. Nel settembre del 1510 completò la prima metà della volta. Dopo una grave malattia e un breve soggiorno a Bologna e Firenze, riprese il lavoro concludendolo senza più interruzioni. Le varie fasi della grandiosa impresa furono largamente documentate dallo stesso Michelangelo nelle lettere inviate ai suoi famigliari. Nell'affresco della Cappella Sistina la figura umana assume il grande ruolo di unico protagonista, in tormento doloroso, in aspirazione continua per il raggiungimento di una piena libertà di spirito. La volta della Cappella Sistina fu scoperta durante la messa papale il giorno d'Ognissanti del 1512. Giulio II morì nel febbraio del 1513. Michelangelo iniziò a scolpire i due schiavi conservati al Louvre e il Mosè avvolgendo le forme di maggior pittoricismo. Il 15 giugno 1514 Bernardo Cenci e Metello Vari commissionarono a Michelangelo il Cristo risorto per la chiesa della Minerva a Roma. Quest'opera rappresenta una pagina di grande armonia formale dove il nudo simboleggia nobiltà e purezza. Altre opere di incerta attribuzione si collocano nel decennio tra il 1525 e il 1535; tra esse il David Apollo del Bargello, la Vittoria di Palazzo Vecchio e i quattro colossi abbozzati degli schiavi, ora alla galleria dell'Accademia. A causa degli avvenimenti politici che videro l'invasione spagnola della Toscana, la fine del regime repubblicano a Firenze (1530), la restaurazione medicea, si aprì per Michelangelo un periodo difficile. Questi fatti pesarono con tutti i loro significati umani nelle opere michelangiolesche di quel periodo. Nel settembre del 1534 Michelangelo si stabilì definitivamente a Roma; in quel periodo morì papa Clemente VII e gli succedette Paolo III Farnese il quale rinnovò a Michelangelo il contratto per dipingere il Giudizio Universale e lo nominò nel settembre del 1535 pittore, scultore e architetto del palazzo apostolico. Nell'estate o probabilmente nella primavera Michelangelo iniziò l'affresco del Giudizio Universale, inaugurato ufficialmente il giorno di natale del 1541. In questa opera Michelangelo superò la tradizione figurativa del rinascimento nell'estrema arditezza degli scorci, nella libertà delle proporzioni delle figure e negli intensi trapassi del chiaroscuro, immergendo le figure in una misteriosa penombra rotta da squarci di luce. In questo affresco Michelangelo non usò più elementi esterni quali architetture e scomparti per dare maggiore energia alle masse compositive; qui gli uomini sono nudi, soli, singoli, persone fisiche, nei loro tormenti, nelle loro glorie e nei loro martiri, proiettati nello spazio. Un anno dopo la conclusione del Giudizio Universale, il 20 agosto 1542, Michelangelo dipinse le due Storie di San Paolo e di San Pietro sui palchi della Cappella Paolina. Questa è la sua ultima fatica di pittore, mentre continuerà la sua attività di scultore e architetto. Per il cardinale Niccolò Ridolfi scolpì il Bruto, un vero e proprio ritratto che contiene valori completi e assoluti di una realtà morale. In questo periodo fu determinante la relazione di Michelangelo con Vittoria Colonna che gli permise di dare una nuova misura al suo linguaggio, come traspare dalla Pietà del Duomo di Firenze (1553) e dalla Pietà Rondanini, ora nel Castello Sforzesco a Milano. Nella Pietà del Duomo di Firenze si può notare una rottura con l'equilibrio rinascimentale e la creazione di tutta una serie di emozioni nuove e drammatiche, evidenziate da un continuo frangersi di linee e forme. Nel 1557 Michelangelo iniziò gli studi per la cupola di San Pietro realizzando un modello ligneo. Nella primavera del 1560 ormai novantenne si aggirava con il Vasari presso i blocchi di pietra squadrati della grande mole di San Pietro. Michelangelo scrisse la sua ultima lettera al nipote Leonardo nel dicembre del 1563. Morì due mesi dopo verso le cinque di sera nella sua casa di Macel de' Corvi presso il Foro Traiano. Fu sepolto nella chiesa dei Santi Apostoli a Roma; successivamente la salma fu trafugata dal nipote Leonardo che la portò a Firenze e la tumulò in S. Croce.

michelangiolésco, agg. (pl. m.-chi) Relativo all'opera di Michelangelo Buonarroti.

Michèle In ebraico Mik¿ª¿'¿Â¿l (lett. chi è come Dio?)Personaggio biblico citato nel libro di Daniele, nell'Apocalisse e nella Lettera di San Giuda. Arcangelo e patrono del popolo ebraico. Ha il compito di difendere le anime nel momento del giudizio ed è descritto nelle sacre scritture come capo supremo dell'esercito celeste, in lotta contro il male o in contesa con il diavolo per il corpo di Mosè. Il suo culto nacque in oriente e si diffuse in occidente in seguito all'influsso bizantino. Viene spesso rappresentato, a partire dal Medioevo, con armatura da cavaliere e spada fiammeggiante in lotta contro il drago, raffigurazione del male.

Michèle (sovrani) Nome di sovrani.
Impero d'oriente Michele I Rangabe
(?-845?) Imperatore d'oriente dall'811 all'813, quando, sconfitto dai bulgari a Versinichia, venne deposto.
Michele II il Balbo
(?-829) Imperatore d'oriente dall'820, dopo aver assassinato Leone V. Fu l'iniziatore della dinastia amoriana.
Michele III l'Ubriaco
(835?-867) Imperatore d'oriente dall'842. Lottò contro gli arabi, con alterna fortuna. La sua nomina di Fozio come patriarca nell'858 suscitò l'ira di Roma e provocò lo scisma dell'867. Morì per mano di Basilio I.
Michele IV il Paflagone
(?-1041) Imperatore d'oriente dal 1034.
Michele V il Calafato
Imperatore d'oriente nel 1041 e 1042.
Michele VI Stratiotico
(?-1057) Ultimo imperatore d'oriente della dinastia macedone, nel 1056 e 1057. Venne detronizzato da Isacco I Comneno.
Michele VII Ducas, detto Parapinace
Imperatore d'oriente dal 1071 al 1078, anno in cui fu destituito da Niceforo Botoniate.
Michele VIII Paleologo
(Nicea 1224?-Pacomio 1282) Imperatore di Nicea, insieme a Giovanni IV, dal 1259 al 1261, anno in cui riconquistò Costantinopoli, abbattendo l'impero latino d'oriente, con l'aiuto genovese. Sostenne i vespri siciliani, in contrapposizione a Carlo d'Angiò che l'aveva minacciato.
Michele IX Paleologo
(1277-Tessalonica 1320) Imperatore dal 1294 insieme al padre Andronico II. I turchi lo batterono a Magnesia, nel 1302.
Russia Michele III Romanov
(Mosca 1596-1645) Figlio del boiaro Fëodor Nikitic Romanov, dopo la liberazione di Mosca dalla dominazione polacca (1613) fu eletto zar e affiancato al governo dal padre.
Serbia Michele III Obrenovi¿º¿
(Kravujevac 1823-Kosciutnyack 1868) Principe di Serbia dal 1839 al 1842, fu temporaneamente costretto ad abdicare dai Karagjorgjevic, ma nel 1860, riconquistato il potere, tentò senza successo di realizzare una federazione balcanica. Morì assassinato.
Valacchia Michele il Valoroso
(1557-Turda 1601) Voivoda di Valacchia dal 1593. Nel 1599 conquistò la Transilvania e nell'anno successivo, sconfitto il principe di Moldavia, riunificò le tre regioni rumene. Dopo la sua morte esse furono ridivise.

Michèle Cerulàrio (Costantinopoli 1000 ca.-1058) Patriarca di Costantinopoli dal 1043 al 1058. Capeggiò una congiura, fallita, contro Michele IV il Paflagone e per questo motivo fu costretto all'esilio, durante il quale si fece monaco. Quando iniziò il regno di Costantino IX Monomaco, ritornò a Costantinopoli ottenendo il patriarcato. Avverso al papato di Roma, fu scomunicato e nel 1054 causò lo scisma tra chiesa romana e chiesa bizantina convocando un sinodo che disconosceva i legati romani. Dovette lasciare Costantinopoli durante il regno di Teodora ma si pose a capo della rivolta contro Michele VI Stratiotico e spianò la strada alla conquista del regno da parte di Isacco I Comneno, che incoronò a Santa Sofia nel 1057. È considerato l'artefice principale dello scisma mai più ricomposto tra chiesa romana cattolica e chiesa greco-ortodossa.

Michèle di Làndo (Firenze 1343?-1401?) Salariato dell'arte della lana. Durante il tumulto dei Ciompi a Firenze nel 1378, passò da gonfaloniere di giustizia al popolo grasso, collaborando a reprimere la rivolta.

Michele Strogoff Romanzo di J. Verne (1876).

Michelet, Jules (Parigi 1798-Hyères, Provenza 1874) Storico. Tra le opere Storia di Francia (1833-1844 e 1855-1867) e Storia della rivoluzione (1847-1853).

michelètto, sm. 1 Nome generico di alcuni soldati spagnoli del XVI e XVII sec. 2 Nome con cui erano noti i partigiani catalani assoldati da Miquelot de Prats nel XV sec.

Michèli, Marìa Concètta (Mercatale, Arezzo 1942-) Aeronauta italiana. È stata la prima donna italiana a ottenere il brevetto di pilota di elicottero nel 1971.

Michelin (Compagnia generale degli stabilimenti) Società francese divenuta holding nel 1951. Dopo aver inglobato nel 1990 la Uniroyal Goodrich Tyre è divenuta la maggior produttrice mondiale di pneumatici.

Michelìni, Artùro (Firenze 1909-Roma 1969) Politico. Dal 1954 fu segretario dell'MSI.

Michelìno da Besòzzo (Besozzo, Varese, not. 1388-1445) Pittore e miniatore. Tra le opere Matrimonio della Vergine (prima metà del XV sec., New York, Metropolitan Museum of Art).

Michelòzzi, Michelòzzo di Bartolomèo (Firenze 1396-1472) Scultore e architetto. Collaboratore di Donatello e di Luca Della Robbia, realizzò il pulpito del duomo di Prato (1433-1438), il monumento Aragazzi nel duomo di Montepulciano (1437 ca.) e il tabernacolo della Mercanzia nella chiesa di Orsanmichele a Firenze (1423 ca.). Le sue opere più importanti furono però quelle architettoniche, nelle quali reinterpretò l'arte gotica e l'arte di Brunelleschi in una personale visione classica. Tra esse la facciata di Sant'Agostino a Montepulciano (1427 ca.), il convento di San Marco (1436-1444) e palazzo Medici Riccardi (1444-1459) a Firenze, le ville medicee di Cafaggiolo (1450) e di Careggi (1435-1440).

Michelson, Albert Abraham (Strzelno 1852-Pasadena 1931) Fisico americano, fu l'ideatore dell'interferometro con il quale dimostrò la non esistenza dell'etere come strumento di propagazione delle onde elettromagnetiche; grazie a questi esperimenti, G. F. Fitzgerald e H. A. Lorentz posero le basi per la moderna teoria della relatività ristretta.
Fu anche un ricercatore di ottica; con R. Benôit, riformulò i metodi di ricerca di misura di A. Fizeau e arrivò a definire nuovamente il metro in base a una lunghezza d'onda luminosa al Bureau International des Poids et Mesures.
Esperimento di Michelson-Morley
Esperimento che portò come conclusione l'impossibilità, con le leggi della meccanica classica, di mettere in evidenza lo spostamento della Terra rispetto all'etere; tale prova si basava sul movimento delle frange di interferenza in relazione al cambiamento della direzione di un fascio luminoso.

Michelstaedter, Càrlo (Gorizia 1887-1910) Filosofo. Tra le opere La persuasione e la retorica (pustumo, 1912).

Michelùcci, Giovànni (Pistoia 1891-Firenze 1990) Architetto. Tra le opere la stazione di Santa Maria Novella a Firenze (1933-1935) e la chiesa di San Giovanni Battista sull'autostrada del Sole a Firenze (1960-1964).

michétta, sf. Panino rotondo. ~ bread roll.
 dimin. di mica.

Michétti, Francésco Pàolo (Tocco da Casauria, Pescara 1851-Francavilla a Mare, Chieti 1929) Pittore. Tra le opere Volto (1833, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna) e La figlia di Jorio (1896, Berlino, Gemäldegalerie).

Michigan Stato federato (151.586 km2, 9.200.000 ab., con capitale Lansing) degli Stati Uniti settentrionali. Si trova nella regione dei Grandi laghi ed è bagnato dai laghi Michigan, Superiore, Huron ed Eire. È formato da due penisole, separate dallo stretto di Mackinac. Le principali risorse sono costituite dall'agricoltura (cereali, barbabietole, patate, frutta), dagli allevamenti di bovini, dall'industria automobilistica di Detroit, dallo sfruttamento delle foreste con le industrie del legno e della carta. È uno degli stati più industrializzati degli Stati Uniti. Oltre alla capitale e a Detroit, altre città importanti sono Flint, Grand Rapids e Saginaw. Fu esplorato dai francesi nel XVII sec. e conquistato dagli inglesi nel 1763. Ottenuta l'indipendenza, si separò dall'Indiana nel 1805 e nel 1837 fu il ventiseiesimo stato a entrare nell'Unione.
Michigan
Lago (58.016 km2) di origine glaciale, negli USA, alle cui sponde si affacciano gli stati di Indiana, Illinois, Wisconsin e Michigan. Il terzo, per estensione dei Grandi Laghi del San Lorenzo, comunica con il lago Huron per mezzo dello stretto di Mickinac. La navigazione durante i mesi invernali è ostacolata dal gelo. I porti principali che si affacciano sul lago sono Chicago, Escanaba (importante per l'esportazione di minerali ferrosi), Milwaukee e Green Bay.

Michoac´n Stato (3.548.000 ab.) del Messico, sull'oceano Pacifico. Capitale Morelia.

micidiàle, agg. 1 Che causa la morte. ~ letale. <> benefico. 2 Nocivo.
 agg. deadly, lethal.

Micigliàno Comune in provincia di Rieti (149 ab., CAP 02010, TEL. 0746).

mìcio, sm. Gatto.
 sm. pussycat.

Miciurin, Ivan Vladimirovic (1855-1935) Genetista e botanico russo. Sostenne l'influenza ambientale sui caratteri ereditari delle piante.

Mickey Mouse Personaggio dei fumetti e cartoni animati (Topolino in italiano), protagonista di numerose storie, creato verso la fine del 1920 dal produttore e disegnatore cinematografico americano Walt Disney (Chicago 1901-Burbank 1966), in collaborazione con Ub Iwerks. La sua produzione venne successivamente affidata a Floyd Gottfredson, Al Lewin e Bill Walsh, che ne definirono più incisivamente la figura e il carattere e aggiunsero nelle sue avventure nuovi personaggi come Minnie, Pluto, Goofy (Pippo), Peg-Leg-Pete (Gambadilegno), Clarabelle Cow (Clarabella), Horace Horsecollar (Orazio) e Donald Duck (Paperino). Quest'ultimo assunse nel 1936 una propria autonomia. Negli anni Cinquanta le storie a fumetti passarono ai disegnatori italiani (Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi, Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano, Massimo De Vita, tra gli altri) della Mondadori (diventata dal 1935 la casa editrice della pubblicazione Topolino) e dal 1988 l'intera produzione venne pubblicata dalla filiale italiana della Walt Disney Company.

Mickiewicz, Adam (Zaosie, Nowogródek 1798-Costantinopoli 1855) Poeta polacco. Tra le opere Poesie (1822, 1823) e Pan Tadeusz (1834).

mico- Primo elemento di parole composte.
 greco mýkes, fungo.

micòfago, sm. Organismo che si ciba di funghi.

Mìcol O Mikal. Personaggio biblico, figlia di Saul e moglie di Davide. Secondo le Sacre Scritture, Dio la punì rendendola sterile perché aveva osato deridere il marito per il suo fervore ed entusiasmo dinanzi all'arca dell'Alleanza portata a Gerusalemme.

micologìa, sf. Studio dei funghi.

micòlogo, sm. (pl.-gi) Chi studia o professa la micologia.

Mìcono Isola della Grecia, nel mar Egeo. Fa parte del gruppo delle Cicladi. Micono è una delle mete privilegiate dei turisti, che ne hanno fatto un ritrovo mondano internazionale. Le maggiori attrattive dell'isola sono le sue spiagge, le acque che la circondano e il fascino del suo capoluogo. L'isola ha un'estensione di 86 km2 e conta circa 5.000 abitanti. Ha un territorio brullo e poco variato, dove la scarsità d'acqua non ha favorito l'agricoltura. In passato la principale attività dell'isola era costituita dai traffici marittimi favoriti dal flusso dei pellegrini diretti alla vicina Delo. Attualmente il turismo ha preso il sopravvento e ha visto un costante aumento d'attrezzature, correndo il rischio di snaturare l'atmosfera del luogo.
Micono (Mikonos) è il capoluogo odierno dell'isola; è adagiata su una baia della costa occidentale e si presenta come tipico villaggio delle Cicladi, con case squadrate imbiancate a calce, vicoli tortuosi, antiche chiesette, la caratteristica fila di mulini a vento. Il centro storico purtroppo è stato invaso da caffè, discoteche, alberghi, negozi e sta perdendo il suo carattere. È sede di un museo archeologico dove sono conservati parte dei reperti rinvenuti a Delo. Il suo porto e l'aeroporto (3 km a sud) ne fanno il centro dei trasporti da e per l'isola.
Secondo la mitologia greca Micono è la roccia usata da Poseidone per colpire e sconfiggere i Giganti. Storicamente godette di prosperità riflessa, grazie alla sua vicinanza con l'isola sacra di Delo, centro di traffici e di intenso flusso di pellegrini. Le sue vicende sono strettamente legate a quelle dell'isola di Tino, ma subì una lunga dominazione turca, durata tre secoli.

micoplàsma, sm. Microrganismo che appartiene a un gruppo intermedio tra Batteri e virus.

micoplasmòsi, sf. Generiche malattie causate da micoplasmi.

micorrìza, o micorrìzia, sf. Simbiosi tra le radici di una pianta e il micelio di un fungo.

micòsi, sf. invar. Malattia causata da funghi parassiti.

micòtico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne la micosi.

micòtrofo, agg. Relativo ad alcune piante micorriziche che vivono in simbiosi con un fungo.

micràgna, sf. 1 Miseria, povertà. 2 Avarizia.

micragnóso, agg. 1 Che soffre di mancanza di denaro. 2 Avaro. ~ pidocchioso. <> generoso.

micro- 1 In metrologia prefisso di simbolo  che indica la milionesima parte dell'unità considerata. 2 Primo elemento di parole composte.
 greco mikrós, piccolo.

microampere, sm. invar. Unità di misura elettrica dell'intensità di corrente corrispondente a 1 milionesimo di ampere.

microanàlisi, sf. invar. In chimica, analisi effettuate su piccole quantità di sostanze.

microangiopatìa, sf. Malattia che colpisce i piccoli vasi arteriosi e venosi.

micròbico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a microbo.

microbilància, sf. Bilancia di precisione con sensibilità fino a 0,0001 mg.

micròbio, sm. Forma corretta di microbo.
 mikrós, piccolo e bíos, vita.

microbiologìa, sf. Ramo della biologia che studia i microrganismi.

microbiològico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla microbiologia.

microbiòlogo, sm. e sf. (pl. m.-gi) Studioso di microbiologia.

mìcrobo, sm. (o microbio) Microrganismo unicellulare capace di produrre malattie e fermentazioni. ~ bacillo. 2 Persona insignificante.
 sm. microbe.

microcalcolatóre, sm. Calcolatore.

microcàmera, sf. Apparecchio per formati fotografici inferiori a 24x36 mm.
 da micro-+ camera.

microcefalìa, sf. 1 Sviluppo ridotto del cranio. 2 Scarsa intelligenza.

microcèfalo, agg. e sm. 1 Che, o chi, è affetto da microcefalia. 2 Stupido.
 greco mikrokèphalos, comp. da mikròs piccolo + deriv. da kephalè testa.

microcèntro, sm. Sinonimo di centrosoma.

Microchiròtteri Sottordine di Mammiferi Chirotteri cui fanno parte i pipistrelli.

microchirurgìa, sf. Ramo della chirurgia che interviene su strutture anatomiche di piccole dimensioni, ampliando la visione delle immagini con il microscopio e utilizzando apparecchiature di precisione.

microcinematografìa, sf. Uso della cinematografia per riprendere fenomeni microscopici.

microcircùito, sm. Circuito elettronico costituito da componenti miniaturizzati.

microcitemìa, sf. Presenza esagerata di microciti nel sangue.

microcìto, sm. Globulo rosso ridotto che si trova in presenza di anemie ipocromiche.

microclìma, sm. (pl.-i) La natura del clima considerata in una determinata area della superficie terrestre.

microclimatologìa, sf. Settore della climatologia che si occupa dei microclimi.

microclìno, sm. Alluminosilicato di potassio del gruppo dei feldspati potassici.

Micrococcàcee Famiglia di Batteri Eubacteriales di solito immobili, asporigeni e grampositivi.

microcòsmico, agg. (pl. m.-ci) Che si riferisce a microcosmo.

microcòsmo, sm. 1 Piccolo mondo. 2 Compendio dell'universo. 3 L'uomo. 4 L'insieme delle piccolissime particelle elementari della materia.
 greco mikròkosmos, comp. da mikròs piccolo + kòsmos mondo.

microcriminalità, sf. Attività criminale costituita da frequenti reati di limitata gravità.

microcristallìno, agg. Di un aggregato di cristalli o della struttura di una roccia, formato da cristalli visibili solo al microscopio.

microeconomìa, sf. Parte della teoria economica che studia il comportamento delle singole entità economiche (individuo, famiglia, impresa), le grandezze economiche che ne derivano e, in particolare, i meccanismi del mercato come distribuzione delle risorse.

microeconòmico, agg. (pl. m.-ci) Che è riferito alla microeconomia.

microelettrònica, sf. (pl.-che) Parte dell'elettronica che si occupa della progettazione e costruzione di circuiti elettronici miniaturizzati.

microfarad, sm. invar. Unità di misura della capacità elettrostatica. È pari a 10-6 farad e viene indicato col il simbolo F.

microfiche, sf. invar. Pellicola sulla quale possono essere riprodotti fino a un centinaio di microfotogrammi.

microfilm, sm. invar. Pellicola fotografica di dimensioni ridotte, inventata nel 1850 dall'inglese John Dancer.
 sm. invar. microfilm.

microfilmàre, v. tr. Riprodurre mediante microfilm.

microfisiologìa, sf. Studio dei fenomeni fisiologici d'ordine microscopico.

microfonìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Tecnico addetto al funzionamento dei microfoni.

micròfono, sm. Dispositivo elettroacustico mediante il quale onde sonore possono essere trasformate in impulsi elettrici. Generalmente è costituito da una membrana in grado di vibrare e da un trasduttore in grado di convertire le vibrazioni in impulsi elettrici. I microfoni si differenziano a seconda del tipo di trasduttore utlizzato. Nei microfoni elettromagnetici si sfrutta la forza elettromotrice generata da una bobina fissa immersa in un campo magnetico modificato dal moto di un organo mobile. Nei microfoni piezoelettrici si sfrutta la capacità di alcuni cristalli di generare differenze di potenziale se sottoposti a deformazioni meccaniche. Nei microfoni elettrodinamici si sfrutta invece la forza elettromotrice che si origina in una bobina mobile all'interno di un campo magnetico. I microfoni elettrostatici o a condensatore sono costituiti da una lamina metallica in grado di vibrare, che costituisce una delle due armature di un condensatore piano la cui capacità varia in funzione della vibrazione. Nei microfoni a elettrete si sfrutta la proprietà di alcuni materiali plastici che possono polarizzarsi elettricamente per riscaldamento. Le caratteristiche principali di un microfono sono la sensibilità, la fedeltà e la direzionalità.
 sm. microphone.
 da micro-+-fono.

microfotografìa, sf. Fotografia di oggetti minutissimi, ottenuta mediante l'aiuto del microscopio.

microfotòmetro, sm. 1 Strumento usato per elaborare gli spettri stellari, in un laboratorio. 2 Dispositivo con il quale si può misurare la densità ottica di zone di un'emulsione fotografica o l'illuminamento di aree di ridotte dimensioni.

microfusióne, sf. Tecnica di formatura il cui scopo è la realizzazione una forma assai liscia. Deriva dalla fusione a cera persa.

micrografìa, sf. 1 Radiografia di oggetti piccoli. 2 In metallurgia, studio della struttura di metalli e leghe eseguita al microscopio. ~ micrometallografia.

microgràmmo, sm. La milionesima parte del grammo.

Microilìdi Famiglia di Anfibi Anuri di dimensioni modeste, presenti su tutto il globo, soprattutto nelle regioni calde e umide.

microistruzióne, sf. Sequenza di bit contenente due serie di microordini, una destinata all'unità operativa e l'altra necessaria all'avanzamento del controllo.

microlettóre, sm. Apparecchio ottico che consente la lettura dei microfilm.

microlìte, sm. e sf. sm. Cristallo presente nelle rocce eruttive effusive che si può vedere solo col microscopio.
sf. Tantalato di calcio e sodio che si trova in cristalli giallo-bruni o rossi, monometrici. Contiene anche fluoro, niobio e titanio.

microlitìasi, sf. invar. Presenza di microcalcoli.

microlìtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a roccia, che contiene microliti.

micromanipolatóre, sm. Meccanismo che consenta di operare su oggetti microscopici, in particolare che sia in grado di imprimere movimenti microscopici in microstrumenti.

micromanipolazióne, sf. Tecnica della biologia sperimentale che permette di effettuare operazioni meccaniche su elementi microscopici.

Micromégas Racconto di Voltaire (1752).

Micromelànidi Famiglia di Molluschi Prosobranchi, appartenente all'ordine dei Mesogasteropodi, dalla conchiglia allungata, liscia o ornata, di forma conica, che vivono in Indonesia e nelle acque interne di Europa, Asia e Messico.

micromerìsmo, sm. In biologia, teoria che pone le basi di tutte le proprietà vitali sull'azione di particelle microscopiche rappresentanti i costituenti più piccoli degli organismi.

micrometeorìte, sf. Piccola particella di materiali vari, roccia e ghiaccio, che costituisce la maggior parte del materiale meteorico che precipita sulla Terra; è stata individuata essere la fonte della luce zodiacale.

micrometeorologìa, sf. Parte della meteorologia che studia il comportamento degli strati atmosferici più vicini al suolo.

micrometrìa, sf. La misurazione delle quantità minime.

micromètrico, agg. (pl. m.-ci) Che riguarda il micrometro.

micròmetro, sm. Strumento di misura per lunghezze (in particolare spessori) di piccole dimensioni.

micrométro, sm. Unità di misura di lunghezza equivalente a 10-6 metri, detta anche micron.

micromotóre, sm. Motore a scoppio di piccole dimensioni.

Micronèsia Territorio della Micronesia (707 km2, ca. 106.000 ab.), in Oceania, comprendente le isole Caroline orientali (Ponhpei, Truk, Kosrae) e le isole Yap.
Gli stati della federazione sono autonomi dal 1986, legati tuttavia agli Stati Uniti da accordi commerciali e di difesa.
Le risorse economiche sono l'agricoltura (patate dolci, manioca, noci di cocco), la pesca e il turismo.
Abitanti-106.000
Superficie-707 km2
Densità-150 ab./km2
Capitale-Palikir
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Dollaro USA
Lingua-Inglese, lingue locali
Religione-Cattolica, protestante

micronesiàno, agg. e sm. agg. Relativo alla Micronesia.
sm. Nativo o abitante della Micronesia.

micronizzàre, v. tr. Effettuare una micronizzazione.

micronizzazióne, sf. Processo di macinazione a dimensioni alquanto ridotte di materiali di diverso tipo (dai prodotti farmaceutici alle materie plastiche ecc.).

micronùcleo, sm. Nucleo di piccole dimensioni dei Protozoi ciliati incaricato dei processi di moltiplicazione.

microónda, sf. Onda elettromagnetica di lunghezza inferiore a un metro.
Forno a microonde
Tipo di forno che sfrutta la proprietà delle microonde di colpire e mettere in movimento molecole d'acqua, grassi e zuccheri contenuti nei cibi. Le particelle d'acqua, scontrandosi, si riscaldano, producendo la cottura dei cibi. Il primo modello fu costruito nel 1953 dall'americano Percy Spencer.

microprocessóre, sm. Circuito logico compresso che costituisce l'unità centrale di un elaboratore elettronico. Il primo modello fu progettato nel 1971 dagli americani Robert Noyce e Gordon Moore. Nove anni più tardi, in California, nella Silicon Valley, venne prodotto il primo microprocessore, l'MCS-4.

microproiezióne, sm. Proiezione su schermo di immagini ingrandite relative a oggetti aventi dimensioni assai ridotte.

micropropagazióne, sf. Tecnica di propagazione mediante frammenti di apice gemmario.

Micropterìgidi Famiglia di Insetti diurni, muniti di apparato masticatore, alla quale appartengono i Lepidotteri più primitivi. I micropterigi vivono nelle regioni temperate e hanno bruchi che vivono sui Licheni e sulle Epatiche.

microrganìsmo, sm. Organismo animale o vegetale microscopico, microbio.

microriproduttóre, sm. Apparecchio per la riproduzione di documenti su microfilm.

Microsclerofòridi Ordine di spugne demosponge tetrattinellidi a cui appartengono specie aventi spicole di piccole dimensioni o prive di scheletro.

microscopìa, sf. Osservazione per mezzo del microscopio.

microscòpico, agg. (pl. m.-ci) 1 Relativo a microscopio, che si fa con il microscopio. l'analisi microscopica confermò le previsioni. 2 Piccolissimo, tanto da essere visibile solo con il microscopio. ~ infinitesimale. <> macroscopico. 3 Di cosa minuscola. ~ minimo, invisibile. <> enorme, gigantesco.
 agg. 1 microscopical. 2 (piccolissimo) tiny.

Microscòpio Costellazione scoperta da N. L. Lacaille nel 1752, presente nell'emisfero celeste australe; si trova a sud del Capricorno ed è di ridottissime dimensioni.

microscòpio, sm. Strumento in grado di fornire immagini ingrandite di oggetti. Il microscopio ottico è costituito da un obiettivo, con distanza focale molto piccola, e da un oculare. Normalmente nel microscopio si ha anche un gruppo ottico detto condensatore che permette l'illuminazione per trasparenza dell'oggetto da esaminare e una parte meccanica che permette gli spostamenti micrometrici dell'oggetto e della distanza tra oggetto e obiettivo per la messa a fuoco. Il limite di ingrandimento dei microscopi ottici è di circa 3.000 volte ed è determinato dal limite di risoluzione (ca. 0,1 m) dovuto alla diffrazione della luce. Per ingrandimenti superiori si utilizza il microscopio elettronico, che utilizza, al posto della luce, fasci di elettroni accelerati e collimati e che consente risoluzioni dell'ordine di 1 Å. La formazione dell'immagine nel microscopio ottico è realizzata mediante lenti elettroniche in grado di focalizzare i fasci di elettroni su un trasduttore che converte gli elettroni in segnali luminosi. Nel microscopio elettronico a trasmissione gli elettroni attraversano l'oggetto, venendo assorbiti in funzione della sua densità, mentre nel microscopio elettronico a scansione, il fascio di elettroni incide sulla superficie dell'oggetto, generando elettroni secondari che generano a loro volta l'immagine mediante il trasduttore. Il primo prototipo di microscopio (con una sola lente) fu inventato nel 1590 dagli olandesi Hans e Zacharia Janssen. Nel 1610 Galileo Galilei inventò il primo microscopio a due lenti.
 sm. microscope.

microsecóndo, sm. La milionesima parte del secondo.

microsìsma, sm. (pl.-i) Movimento sismico di lieve entità.

microsìsmico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne i microsismi.

microsìsmo, sm. Moto sismico che può essere captato solo dagli strumenti più sensibili. <> macrosismo.

microsismògrafo, sm. Apparecchio capace di registrare microsismi.

microsociologìa, sf. Studio dei gruppi di piccole dimensioni non istituzionalizzati e delle forme particolari di socialità.

Microsoft Società statunitense fondata nel 1986 da Bill Gates. È tra le prime aziende del mondo per la produzione di software e sistemi operativi.

microsólco, sm. (pl.-chi) Solco di incisione fonografica di spessore pari a un terzo del solco normale e il disco inciso in tal modo.

microsónda, sf. Dispositivo elettronico utilizzato per determinare la composizione di materiali.

Microspèrme Ordine di Angiosperme comprendente la famiglia delle Orchidacee.

microspìa, sf. Apparecchio miniaturizzato usato per le intercettazioni telefoniche.
 sf. bug, bugging device.

microspòra, sf. Spora le cui dimensioni sono inferiori rispetto alla macrospora. Da questa ha sviluppo il gametofito maschile.

Microsporàcee Famiglia di Alghe Cloroficee ulotricali filamentose per lo più d'acqua dolce che comprende un solo genere, il Microspora.

microsporàngio, sm. Organo dedicato alla formazione delle microspore nelle Pteridofite e in alcune Alghe.

Microspòridi Ordine di Protozoi sporozoi aventi un solo filamento polare, a cui appartengono parassiti di Pesci e Artropodi.

microsporofìllo, sm. Foglia delle conifere sulla quale si trovano le sacche polliniche.

microsporum, sm. invar. Genere di Funghi Ascomiceti, appartenenti alla famiglia delle Gimnoascacee, ordine delle Plectascali, che provocano micosi di pelle e cuoio capelluto nell'uomo e negli animali.

microstorìa, sf. Tendenza storiografica che privilegia lo studio di fatti della storia umana in ambiti circoscritti.

microstruttùra, sf. Struttura microscopica di un corpo.

microtelèfono, sm. Parte dell'apparecchio telefonico che contiene la capsula trasmittente e quella ricevente.

microtèrmo, agg. Di clima temperato freddo.

micròtomo, sm. Strumento per fare sezioni minutissime da osservare al microscopio.

microtràuma, sf. Trauma molto leggero, ma che, se ripetuto, può provocare reazioni patologiche di varia importanza.

microtróne, sm. Apparecchio acceleratore circolare per elettroni. Questi, accelerati da un campo elettrico variabile, seguono una traiettoria a spirale.

microzonizzazióne, sf. Il complesso di indagini e ricerche atte a valutare i coefficienti di rischio geologico e di rischio sismico.

Mictòfidi Famiglia di Pesci mictofiformi caratterizzati dalla presenza di numerosi fotofori posti davanti agli occhi, sulla parte inferiore del corpo e sui lati dello stesso. Gli individui di sesso maschile, inoltre, hanno una macchia dorsale luminosa mentre le femmine presentano squame ventrali luminose. Sono detti anche pesci lanterna. ~ scopelidi.

Mid Glamorgan Contea (526.000 ab.) della Gran Bretagna, nel Galles meridionale. Capoluogo Cardiff.

Mìda Mitologico re della Frigia, figlio di Gordio e Cibele. Ospitò Sileno smarrito e fu ricompensato da Dioniso con il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Non potendo più bere e mangiare, chiese a Dioniso di poter rinunciare a questa dote.

mìda, sf. Uno dei nomi comuni della Chelonia mydas, la più grossa delle tartarughe appartenenti alla famiglia delle Chelonidi, che si trova nei mari tropicali o subtropicali.

Midàidi Famiglia di Insetti Ditteri Brachiceri, con apparato boccale a forma di tromba, privo di mandibole e mascelle, e testa appiattita trasversalmente, alla quale appartengono le specie giganti dell'ordine.

Middle West Regione degli Stati Uniti centro-settentrionali, corrispondente ai territori compresi tra le Montagne Rocciose e il corso del fiume Ohio, fino alla confluenza nel Mississippi.

Middlemarch Romanzo di G. Eliot (1871-1872).

Middlesbrough Città (150.000 ab.) della Gran Bretagna, capoluogo della contea di Cleveland, in Inghilterra.

Midi Termine francese che significa "mezzogiorno" e con il quale vengono indicate le regioni del meridione francese.

MIDI In informatica è la sigla di Musical Instrument Digital Interface (interfaccia digitale per gli strumenti musicali). Questa interfaccia consente di collegare a un elaboratore diversi strumenti musicali.

Midi, Canal du Canale della Francia meridionale, che unisce Tolosa, sull'alta Garonna, al mar Mediterraneo.

Mìdia, pìttore di (Fine del V sec. a. C.) Ceramista greco. Tra le opere Idria con Ratto delle Leucippidi da parte dei Dioscuri (ca. 410, Londra, British Museum).

Midlands Provincia (1.302.000 ab.) dello Zimbabwe centrale, capoluogo Gweru.

midólla, sf. La parte molle del pane all'interno della crosta, mollica.
 lat. medulla.

midollàre, agg. Che è attinente al midollo.
 lat. tardo medullaris.

midóllo, sm. 1 In anatomia è il nome della sostanza molle racchiusa all'interno di una struttura ossea. 2 Sostanza nervosa racchiusa nella colonna vertebrale. 3 In botanica è la parte interna di fusti e radici, formata da tessuto parenchimatico con cellule poliedriche. 4 Risolutezza, vigore. ~ tempra, energia.
 sm. 1 marrow. 2 (osseo) bone marrow.
Il midollo è distinto in midollo osseo, midollo allungato e midollo spinale. Il midollo osseo riempie tutte le cavità delle ossa lunghe e gli spazi spugnosi delle ossa piatte e ha funzione emopoietica. Il midollo allungato è il prolungamento del cervello nella fossa cranica posteriore, sino all'epistrofeo, e contiene strutture fondamentali come i centri nervosi dell'attività cardiocircolatoria e della respirazione, oltre agli incroci piramidali, che costituiscono il collegamento degli impulsi motori con la parte del corpo opposta alla parte dell'encefalo che ha generato gli impulsi stessi. Il midollo spinale infine è la parte del sistema nervoso centrale situata nella colonna vertebrale, con forma cilindrica di circa 1 cm di diametro ed è la diretta continuazione dell'encefalo. Esternamente è composto di fibre nervose che trasmettono gli impulsi motori dal centro alla periferia e gli impulsi generati dagli organi di senso dalla periferia verso il centro. Internamente il midollo spinale è composto da materia grigia a forma di H deputata alle funzioni riflesse. Nell'arco riflesso speciale uno stimolo che raggiunge il midollo spinale agisce su una cellula motrice che genera un impulso motorio diretto a un muscolo.

midollóso, agg. Ricco di midollo.
 lat. tardo medullosus.

Midrash Commento della Bibbia (II-XI sec.).

midrìasi, sf. invar. Dilatazione della pupilla.

Midway Il più settentrionale arcipelago polinesiano (5,5 Km2), formato da un atollo e due piccole isole, appartenente al gruppo delle Hawaii.
Battaglia delle Midway
Battaglia aeronavale che si svolse a nord dell'atollo di Midway tra americani e giapponesi dal 4 al 6 giugno 1942 e che si concluse con la sconfitta giapponese.

Mie Prefettura (1.811.000 ab.) del Giappone, sull'isola di Honshu. Capoluogo Tsu.

Mie prigioni, Le Memorie di S. Pellico (1832).

Miègge, Giovànni (Savona 1900-Massello 1961) Teologo valdese. Tra le opere Lutero (1946) e Per una fede (1952).

Miei ricordi, I Memorie di M. d'Azeglio (1867).

mielàto => "melato"

mièle, sm. 1 Sostanza zuccherina, di colore bruno ambrato, prodotta dalle api elaborando il nettare dei fiori e altri succhi a contenuto zuccherino delle piante. 2 Dolcezza.
 sm. honey.
 lat. mel, mellis.
Il profumo, il colore e il sapore del miele cambiano in funzione dei fiori dai quali le api suggono il nettare. Il miele contiene infatti, oltre ad acqua e zuccheri vari, anche residui di granuli pollinici ed essenze aromatiche dei fiori. Dotato di elevato potere nutritivo, il miele è stato per molto tempo l'unico alimento dolcificante disponibile ed è stato considerato cibo di origine divina.

mielencèfalo, sm. Un embriologia, la quinta vescicola encefalica dei Vertebrati che dà origine al midollo allungato (bulbo cefalorachidiano).

mielìna, sf. Sostanza lipoproteica di rivestimento dei neuroni; con funzione protettiva li avvolge come in una guaina.
 deriv. dal greco myelòs midollo.

mielìnico, agg. (pl. m.-ci) Relativo alla mielina.

mielinizzazióne, sf. In istologia, sviluppo del sistema nervoso. ~ mielogenesi.

mielìte, sf. Infiammazione acuta o cronica del midollo spinale.

mieloblàsto, sm. In istologia, cellula del midollo osseo progenitrice dei mielociti e di conseguenza i granulociti sanguigni.

mielocìto, sm. In istologia, cellula del midollo osseo dalla quale hanno origine i granulociti sanguigni.

mielogènesi, sf. In istologia, formazione della guaina mielinica dei nervi. ~ mielinizzazione.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_m.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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