Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8

 

mòbile, agg. e sm. agg. 1 Che si può muovere. ~ movibile. <> immobile. 2 Incostante, volubile. ~ instabile, insicuro. <> stabile, sicuro.
sm. 1 Oggetto di arredamento per locali abitativi o di lavoro.
1 mobile. 2 (movibile) movable. sm. piece of furniture.
 lat. mobilis, deriv. da movere.
Si hanno notizie di mobili fin dall'antichità, attraverso le illustrazioni decorative. Gli egizi costruivano casse, tavoli e cofani di legni pregiati, arricchiti con avorio, oro, ceramica e pietre preziose. I mobili greci, solitamente più sobri, entrarono a far parte del mondo romano, arricchendosi di decorazioni floreali e a forma di animali. In epoca medievale i mobili persero gran parte degli elementi decorativi, limitandosi all'essenziale e nei monasteri comparvero i primi scrittoi. Il rinnovamento apportato dal rinascimento italiano, soprattutto a Venezia, Firenze e Roma, riprese il mobile medievale modificandone la struttura secondo i criteri architettonici contemporanei e impreziosendo le decorazioni con raffigurazioni di scene di vita. Anche i tipi di mobili si specializzarono delineando nuovi utilizzi. Mentre il barocco, soprattutto in Francia, iniziava nella seconda metà del XVII sec. a influenzare la struttura dei mobili, nuove tecniche si svilupparono, con l'intarsio di essenze esotiche pregiate, le imbottiture e le prime impiallacciature. Per quasi due secoli l'influenza francese fu dominante, con i vari stili dei regni dei Luigi, seguiti in Inghilterra dall'affermazione delle scuole di T. Chippendale e R. Adam e in Italia dal neoclassicismo di G. Maggiolini, con ulteriore diversificazione dei tipi. Il XX sec. ha visto affermarsi la produzione industriale del mobile, con ripercussioni anche sull'artigianato.

mobìlia, sf. Complesso dei mobili costituenti l'arredamento di una casa. ~ arredamento.
 sf. furniture.

mobiliàre, agg. e v. agg. Che concerne beni mobili.
v. tr. Fornire di mobili.
 agg. 1 movable. 2 (dir.) personal.
 franc. mobiliaire.

mobilière, sm. Chi fabbrica o vende mobili.

mobilifìcio, sm. Fabbrica di mobili.

mobìlio, sm. Mobilia.

mobilità, sf. 1 L'essere mobile. aveva grande mobilità nei movimenti, era agile. 2 L'essere soggetto a cambiamenti. la mobilità dei gusti.3 Nel mondo del lavoro indica l'appartenenza a una particolare categoria di lavoratori licenziati in attesa di ricollocazione sul territorio.
 lat. mobilitas,-atis.

mobilitàre, v. v. tr. 1 Disporre la mobilitazione di un esercito, di solito a fini bellici. ~ arruolare. <> congedare. l'esercito fu mobilitato per essere pronto a rispondere a un eventuale attacco. 2 Impegnare in modo produttivo. 3 Sensibilizzare. voleva mobilitare l'opinione pubblica su questa grave ingiustizia.
v. rifl. Mettersi in moto.
 v. tr. to mobilize.
 lat. mobilitare rendere mobile.

mobilitazióne, sf. 1 L'azione del mobilitare. 2 Il complesso delle operazioni che compie un esercito per iniziare le ostilità. 3 Impegno attivo.

mobilizzazióne, sf. 1 Il mobilizzare. 2 In medicina, manovra operatoria con la quale si libera un organo dalle sue aderenze, normali e patologiche.

Möbius, August Ferdinand (Schulpforta, Sassonia 1790-Lipsia 1868) Matematico e astronomo tedesco. Compì importanti studi di topologia, geometria e sulla teoria dei numeri e, in campo astronomico, di meccanica celeste. Scrisse Sul calcolo dei baricentri (1827) in cui descrisse l'idea di corrispondenza proiettiva e la nozione di coordinate omogenee. Scoprì la proprietà di polarità nulla che sta alla base della dimostrazione dell'esistenza di tetraedri mutuamente circoscritti e inscritti. Nella teoria dei numeri diede una rappresentazione geometrica dei numeri complessi e studiò una superficie non orientabile - ossia a 1 faccia - in topologia (nastro di — ).

Mobùlidi Famiglia di Pesci raiformi, diffusi nei mari caldi, con la testa che si prolunga sui lati in due pinne mobili, coda a frusta munita di una pinna dorsale rudimentale e di un piccolo aculeo seghettato e occhi laterali.

Mobutu, Sese Seko (Lisala 1930-Rabat 1997) Politico zairese. Dal 1960 fu a capo delle forze armate congolesi, nel 1965 destituì il presidente Kasavubu e instaurò un lungo regime autoritario. Nel 1997 è stato rovesciato da L. Kabila.

Moby Dick Romanzo di H. Melville (1850). L'opera combina la narrazione in prima persona, prosa scientifica (specialmente nei capitoli sulle balene e sulla caccia alla balene), pagine di grande valore poetico, scene drammatiche e simboli trascendentali. In apparenza è la storia della ricerca ossessiva da parte del capitano Achab della vendetta contro Moby Dick, la mortale balena bianca che l'ha mutilato; su un altro livello il libro costituisce un'esplorazione dei temi dell'orgoglio, del comando, della tolleranza, del libero arbitrio, del fatalismo, della compassione, dell'apparenza contro la realtà, dell'ambiguità della natura e della cattiveria imperscrutabile.

Moby Dick, la balena bianca Film drammatico, americano (1956). Regia di John Huston. Interpreti: Gregory Peck, Orson Welles, Richard Basehart. Titolo originale: Moby Dick

mòca, sm. e sf. sm. indec. 1 Tipo di caffè a grani molto piccoli, molto pregiato, proveniente dall'omonima città araba. 2 La bevanda che se ne ricava.
sf. Tipo di arnese domestico, usato per fare il caffè.

Moca Città della Repubblica Dominicana settentrionale (31.200 ab.), capoluogo della provincia di Espaillat.

mocassìno, sm. Calzatura di pelle morbida, generalmente senza lacci, originaria delle popolazioni del nord America.
 sm. moccasin.
 franc. mocassin.

moccicàre, v. intr. 1 Colare moccio dal naso. 2 Piangere con insistenza.

moccichìno, sm. Fazzoletto da naso.

móccio, sm. Muco che esce dal naso.

moccióso, agg. e sm. agg. Che ha il naso pieno di moccio.
sm. Ragazzo immaturo. ~ marmocchio.

moccolàia, sf. 1 Ingrossamento provocato dalla combustione di un lucignolo. 2 Grumo di cera prodotto dalla fusione di una candela.

mòccolo, sm. 1 Mozzicone di candela che arde. ~ candelotto. 2 Moccio. 3 Bestemmia. ~ imprecazione.
 sm. 1 candle-end. 2 (moccio) snot. 3 (imprecazione) oath. 4 (reggere il moccolo) to play gooseberry.
 dimin. del lat. muccus.

Mocenìgo Nome di dogi.
Mocenigo Alvise I
(Venezia 1507-1577) Militare e politico veneziano. Fu doge dal 1570 al 1577, proseguendo la guerra di Cipro. Nel 1571 si distinse a Lepanto.
Mocenigo Alvise II
(Venezia 1627-1709) Politico veneziano. Doge dal 1700 al 1709, mantenne la neutralità di Venezia nella lotta tra le potenze europee.
Mocenigo Alvise III
(Venezia 1662-1732) Politico veneziano. Doge dal 1722 al 1732, mantenne la neutralità di Venezia nella lotta tra le potenze europee.
Mocenigo Alvise IV
(Venezia 1701-1778) Politico veneziano. Doge dal 1763, cercò di risollevare l'economia di Venezia.
Mocenigo Giovanni
(1408-1485) Militare e politico veneziano. Doge dal 1478 al 1485, ultimò le guerre del Levante.
Mocenigo Pietro
(1406-1476) Militare e politico veneziano. Doge dal 1474 al 1476, coniò la moceniga, lira d'argento veneziana.
Mocenigo Tommaso
(1343-1423) Militare e politico veneziano. Doge dal 1414 al 1423, ampliò i domini sulla terraferma.

mocenìgo, sm. (pl.-ghi) La lira veneziana coniata dal doge Pietro Mocenigo (1474-1476).

Mòcheni, vàlle déi Valle, in provincia di Trento, attraversata dal torrente Fersina. Sbocca nella Valsugana a Pergine.

Mòchi, Francésco (Montevarchi, Arezzo 1580-Roma 1654) Scultore. Tra le opere Annunciazione (1603-1608, Orvieto, Museo del Duomo) e Monumenti equestri a Ranuccio e Alessandro Farnese (1612-1625, Piacenza, Piazza Cavalli).

Mocònesi Comune in provincia di Genova (2.626 ab., CAP 16047, TEL. 0185).

mòda, sf. 1 Stile corrente nelle abitudini, specialmente nel vestire. ~ voga. vestire alla moda, seguendo le ultime novità. 2 Abbigliamento. negozio di moda. 3 In statistica il valore che si ripete più frequentemente in una serie di dati .
 sf. 1 fashion. 2 (di moda) in fashion. 3 (moda pronta) ready-to-wear clothes.
 franc. mode, dal lat. modus, modo.

modàle, agg. Relativo al modo.

modalìsmo, sm. Eresia risalente ai secc. II-III, che considera il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo come tre modi di essere di Dio e non come tre persone distinte e il cui fine è quello di preservare l'unità di Dio.

modalità, sf. 1 Particolare che riguarda il modo e la forma (m. di consegna, d'uso, dello svolgersi di un fatto, di come procedere, …) ~ sistema. 2 Elemento accessorio. 3 Circostanza. 4 in statistica, ciascuna delle possibilità che può presentare un carattere o un fenomeno statistico . 5 in filos., per Aristotele sono m. i modi in cui il predicato di un giudizio si riferisce al soggetto, oggi (anche in logica) sono gli operatori proposizionali (detti anche operatori modali) "è necessario che …", "è possibile che …" e simili. 6 nella teoria musicale, particolare sistema organizzato di intervalli
 sf. formality, form, modality.

modanàre, v. tr. 1 In architettura, eseguire una modanatura. 2 Decorare con modanature una parte del lavoro.

modanàto, agg. Con modanature.

modanatóre, sm. Falegname specializzato in modanature dei mobili.

modanatùra, sf. 1 Elemento architettonico decorativo, costituito da una superficie sporgente di varie forme. ~ profilatura. 2 Elemento sagomato di un mobile o di una cornice.

mòdano, sm. 1 Modello di elementi ornamentali in grandezza naturale. 2 Arnese per fare le maglie delle reti. 3 Arnese usato nei cantieri edilizi come sagoma per la costruzione di modanature architettoniche.

modèlla, sf. 1 Donna che posa per pittori, scultori o fotografi. 2 Indossatrice.
 sf. model.

modellàbile, agg. Che si può modellare.

modellàre, v. v. tr. 1 Dare la forma voluta a qualcosa. ~ plasmare. cercava di modellare al meglio quella forma. 2 Conformare a un modello. ~ forgiare. modellò il proprio stile sull'esempio di quel grande scrittore. 3 Far risaltare le forme del corpo umano quella gonna le modella i fianchi. 4 Rappresentare un oggetto o un fenomeno servendosi di un modello. ~ modellizzare (neologismo)
v. rifl. Conformarsi. ~ configurarsi, ispirarsi.
 v. tr. to mould, to model.
 deriv. da modello.

modellàto, sm. Qualità plastica di una scultura.

modellatóre, sm. (f.-trìce) Chi modella, plasma, forma.

modellatùra, sf. Il modellare.

modellazione, sf. Modellatura.

modellìno, sm. Riproduzione di oggetti, in scala ridotta.
 sm. model.

modellìsmo, sm. La tecnica di riproduzione in scala ridotta di particolari oggetti.
 sm. modelling.

modellìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi crea o esegue modelli.

modellìstica, sf. (pl.-che) Tecnica relativa allo studio e alla realizzazione di modelli.

modellìstico, agg. (pl. m.-ci) Inerente la costruzione e la sperimentazione di modelli.

modellizzàre, v.

modellizzaziòne, sf. Il modellizzare.

modèllo, sm. 1 Cosa o persona posta innanzi a un artista, per essere ritratta. ~ soggetto. 2 Bozzetto, abbozzo che precede la realizzazione definitiva di una costruzione o un'opera artistica. 3 Riproduzione in scala ridotta. ~ modellino. 4 Prototipo o rappresentazione materiale di una macchina, un sistema, un fenomeno, … realizzato per fare sperimentazioni su di esso o studiarne proprietà. 5 Rappresentazione schematica di un fenomeno, un sistema, … usata per rappresentarne le caratteristiche principali e facilitarne lo studio (modello economico, modello matematico). 6 Abito confezionato su disegno originale. 7 Esempio da imitare (è un modello di onestà; è una fattoria modello - qui usato in funzione di aggettivo). Esemplare originario e ideale. Archetipo. 8 Foglio di carta che riproduce le linee di un abito usato come guida per il taglio del tessuto. Più in generale, foglio che indica come realizzare un certo oggetto. 9 Forma (in legno o altro opportuno materiale) usata per ricavare lo stampo che accoglierà il metallo fuso. 10 Modulo tipo per pratiche burocratiche. ~ stampato. 11 Persona che per mestiere posa per artisti o indossa capi o accessori di abbigliamento in sfilate di moda. 12 In Logica Matematica, un modello di una teoria descritta mediante un sistema di assiomi è un struttura matematica che li verifica (le strutture additive dei numeri reali e dei vettori sono entrambe un modello della teoria dei gruppi).
 sm. 1 pattern, model. 2 (stampo) mould. 3 (modulo) form.
 lat. volg. modellus, dimin. di modulus norma.
In matematica e fisica è la riproduzione schematica di un fenomeno o di un sistema. Costruendo uno schema dell'ente o fenomeno da studiare, in modo tale che il comportamento dello schema corrisponda all'evento reale, si realizza un modello teorico. È quindi possibile applicare il modello a sistemi di elaborazione elettronica, eliminando via via le semplificazioni e le approssimazioni introdotte per poter studiare il fenomeno. In alcuni campi quali la fisica atomica, la meccanica quantistica e la teoria della relatività l'uso di modelli rappresenta l'unico sistema possibile d'indagine. Del modello teorico fa parte il modello matematico, ovvero l'insieme di ipotesi ed equazioni quantitative necessarie per spiegare il fenomeno.
In matematica un modello di una teoria è invece una struttura, cioè un insieme di oggetti matematici legati tra loro da opportune relazioni, che verifica le proprietà che per tali relazioni sono specificate dagli assiomi che definiscono la teoria. Ad esempio i vettori dello spazio dotati della somma sono un modello della teoria dei gruppi., che ha per assiomi la proprità associativa, l'esistenza di un elemento neutro e di un'operazione di inversione.
Modello stellare
Gruppo di funzioni che forniscono diversi parametri fisici di una stella, ossia la temperatura, l'accelerazione di gravità e la pressione. Per analizzare correttamente un modello di stella, occorre sapere il tipo di astro che si sta studiando, la sua atmosfera e il suo processo evolutivo; occorre sapere anche i valori calcolati in superficie della stella, oltre a quelli interni. Tali valori non sono uguali in tutti i tipi di stelle; nelle supergiganti e nelle giganti, il loro interno è in equilibrio convettivo; nel Sole c'è un equilibrio interno radiativo e uno superficiale convettivo; nelle nane bianche la temperatura, per l'elevata conduzione termica causata dagli elettroni, risulta essere costante a qualunque profondità.

MODEM In informatica è la sigla di Modulator Demodulator (modulatore-demodulatore). Indica quel dispositivo che permette di trasformare un segnale digitale in uno analogico (mod-) e viceversa (-dem) rendendo così possibile la trasmissione di dati su una linea telefonica.
 sm. invar. modem.

Mòdena Città (180.000 ab., CAP 41100, TEL. 059) dell'Emilia Romagna e capoluogo della provincia omonima. Sede di università e dell'Accademia militare. Le principali risorse sono rappresentate dal mercato agricolo e di prodotti alimentari (formaggi, salumi, vini), dall'allevamento del bestiame e dalle industrie siderurgiche, meccaniche (macchine agricole e automobili), chimiche e dell'abbigliamento. Fu fondata dagli etruschi e conquistata dai romani nel III sec. a. C. Nel 43 a. C. fu teatro di battaglie nell'ambito della guerra civile che seguì l'uccisione di Cesare. Alla decadenza del medioevo seguì la ripresa soltanto nel XII sec. quando diventò libero comune, per passare poi sotto gli Este che ne fecero nel 1598 la capitale del ducato. Dopo i moti insurrezionali del 1831, guidati da Ciro Menotti, aderì plebiscitariamente all'unità d'Italia nel 1860. I principali monumenti sono il palazzo Comunale (XII sec.), il duomo romanico (XI-XIV sec.) con l'annessa torre di 87 m, detta la Ghirlandina, le mura (XVI sec.), il palazzo Ducale (XVII sec.) sede dell'Accademia militare, il palazzo dei Musei (XVIII sec.) con la Galleria Estense e il Museo Estense e le chiese di San Pietro, San Giovanni Battista e Santa Maria Pomposa.
Provincia di Modena
(604.000 ab., 2.690 km2) Il territorio è pianeggiante a nord, con i bacini dei fiumi Panaro e, parzialmente, Secchia e appenninico a sud con l'Appennino Tosco Emiliano. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura (cereali, frutta, uva, foraggi), l'allevamento di bovini e suini, le industrie alimentari di salumi e formaggi, l'industria della ceramica intorno a Sassuolo, automobilistica a Maranello e dell'abbigliamento a Carpi.

modenése, agg. e sm. agg. Relativo a Modena.
sm. 1 Nativo o abitante di Modena. 2 Denominazione della regione intorno a Modena.

moderàbile, agg. Che si può moderare.

moderàre, v. v. tr. 1 Contenere nei limiti ragionevoli. ~ regolare. <> eccedere. 2 Dirigere, governare.
v. rifl. Imporsi un limite, frenarsi. ~ controllarsi, contenersi. <> esagerare.
 v. tr. to moderate. v. rifl. 1 to restrain oneself. 2 (controllarsi) to control oneself.
 lat. tardo moderare, deriv. da modus moderazione.

moderataménte, avv. In maniera moderata.

moderatézza, sf. 1 L'essere moderato. 2 Abitudine del moderarsi.

moderatìsmo, sm. Atteggiamento politico proprio dei moderati.

moderàto, agg. e sm. agg. 1 Temperato, corretto. ~ equilibrato. <> eccessivo. : : una persona moderata, senza eccessi. 2 In musica movimento che è tra l'andante e l'allegretto
sm. Sostenitore di idee politiche senza estremismi. la politica dei moderati sembrava aver accolto molti consensi.
 agg. e sm. moderate.

Moderato cantabile Romanzo di M. Duras (1958).

moderatóre, agg. e sm. (f.-trice) 1 Che, o chi, modera, dirige, governa. 2 Di sostanza che può rallentare i neutroni di fissione in un reattore nucleare. 3 Sostanza che rallenta i tempi di reazione chimica.
 sm. moderator.
 lat. moderator,-oris.

moderazióne, sf. Il moderare. ~ equilibrio. <> eccesso.
 sf. moderation.
 lat. moderatio,-onis.

modernaménte, avv. In modo moderno, secondo i tempi attuali.

modernariàto, sm. Collezione di oggetti appartenenti agli anni '50 e '60.

modernìsmo, sm. Tendenza e attitudine al rinnovamento e alla riforma di ideologie e metodologie, per adeguarle al mondo moderno.
In letteratura indica il movimento letterario, avviato nei paesi dell'America latina alla fine del XIX sec. e passato poi in Spagna, che, ricollegandosi con l'esperienza simbolista e parnassiana francese, assunse carattere sovranazionale. Contrapposto al romanticismo deteriore, il modernismo fu attento agli aspetti formali e allo sviluppo di una prosa curata e ricercata. Il poeta nicaraguense R. Dario è considerato il caposcuola e la sua opera Azul (1888) ne rappresenta il manifesto. In ambito religioso, il modernismo sorse intorno alla fine del XIX sec., per cercare di conciliare il tradizionalismo cattolico con il pensiero laico contemporaneo, rianalizzando criticamente e filologicamente la Bibbia e aggiornando gli studi teologici sulla base della filosofia del tempo. Il movimento fu condannato da papa Pio X con il decreto Lamentabili sane exitu (1907) e con l'enciclica Pascendi dominici gregis (1907) e solo nel concilio Vaticano II fu abolito l'obbligo per il clero di giuramento antimodernista. I principali esponenti furono i francesi A. Loisy, E. Le Roy, M. Blondel e L. Laberthonnière, l'inglese G. Tyrrell e gli italiani E. Buonaiuti e R. Murri.
In campo artistico il modernismo fece parte del movimento Art Nouveau e sorse alla fine del XIX sec. in Spagna. I principali esponenti furono A. Gaudí, Domenéch y Montaner, J. Puig y Cadafalch, B. Martorell e F. Granell.

modernìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Fautore del modernismo.

modernìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al modernismo.

modernità, sf. L'essere moderno, conforme ai tempi moderni. è un autore privo di qualsiasi modernità di idee; la modernità della tecnica trova il suo esempio in quello splendido edificio.

modernizzàre, v. v. tr. Rendere attuale, moderno. ~ rimodernare.
v. rifl. Conformarsi al mondo moderno.
 v. tr. e v. rifl. to modernize.

modernizzazióne, sf. Adattamento ai costumi dei tempi moderni.

modèrno, agg. e sm. agg. 1 Dell'epoca attuale. ~ recente. <> antico. 2 Che esprime i gusti attuali. arte moderna.
sm. Quanto appartiene all'epoca attuale. gli scrittori del passato avevano più poesia di quanto si può riscontrare in quelli moderni.
 agg. 1 modern. 2 (attuale) up-to-date.
 lat. tardo modernus, deriv. da modo ora.

Modesta proposta Saggio di J. Swift (1729).

modestaménte, avv. In maniera modesta.

modèstia, sf. 1 Virtù per cui non ci si vanta dei propri meriti. ~ riservatezza. <> immodestia. 2 Pudore. la modestia di quella ragazza la faceva arrossire al minimo argomento delicato. 3 Moderazione. 4 Scarsità. ~ scarsezza. <> abbondanza. la modestia di mezzi li rendeva svantaggiati rispetto agli altri.
 sf. modesty.
 lat. modestia, deriv. da modestus, modesto.

modèsto, agg. 1 Che ha modestia. ~ riservato. <> immodesto. un giovane modesto, che sfuggiva la ribalta, il protagonismo. 2 Semplice. 3 Mediocre. ~ ordinario. <> pregevole. aveva ottenuto solo un risultato modesto. 4 Non agiato. aveva origini modeste.
 agg. modest.
 lat. modestus, deriv. da modus, misura.

Mòdica Comune (51.000 ab., CAP 97015, TEL. 0932) in provincia di Ragusa. Le risorse economiche principali sono l'agricoltura (cereali, agrumi, olive, uva), l'allevamento bovino e suino e le industrie alimentari correlate. I principali monumenti sono le chiese di San Pietro e di San Giorgio (XVIII sec.) e il castello dei Chiaromonte. Vicino a Modica si trova la cava d'Ispica, località paleontologicamente e archeologicamente interessante.

modicità, sf. L'essere modico.

mòdico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a prezzo o spesa esigua. ~ modesto, ragionevole. <> immodico.
 agg. 1 moderate. 2 (ragionevole) reasonable.

modìfica, sf. Modificazione.
 sf. 1 modification. 2 (alterazione) alteration.

modificàbile, agg. Che si può modificare.

modificàre, v. v. tr. 1 Mutare in parte una cosa. ~ alterare. 2 Correggere. ~ trasformare, variare.
v. intr. Subire una parziale alterazione.
 v. tr. to alter, to modify. v. rifl. to change, to alter.

modificatìvo, agg. Che serve a modificare.

modificatóre, agg. e sm. (f.-trice) Che, o chi, modifica.

modificazióne, sf. Il modificare.
 lat. modificatio,-onis.

Modificazione, La Racconto di M. Butor (1957).

Modigliàna Comune in provincia di Forlì (4.836 ab., CAP 47015, TEL. 0546).

Modigliàni, Amedèo (Livorno 1884-Parigi 1920) Pittore e scultore. Studiò a Firenze e Venezia, trasferendosi poi a Parigi nel 1906. Sotto l'influenza di Cézanne e dei cubisti, sviluppò un personale linguaggio, caratterizzato dalla melanconia e dalla grazia delle figure, che ricordano le opere del Botticelli. Nella maturità si dedicò prevalentemente ai ritratti. Morì povero. Le principali opere sono il Ritratto di F. B. Haviland (1914), il Ritratto di Max Jacob (1916), il Ritratto di Beatrice Hastings (1915) e il Nudo sdraiato a braccia aperte (1917).

Modigliàni, Frànco (Roma 1918-) Economista statunitense. Di origine italiana, in Scritti di A.M. (1980), operò una sintesi tra analisi neoclassica e economia keynesiana, della quale sviluppò in particolare la teoria dell'interesse. Altre sue opere sono Reddito nazionale e commercio internazionale (1953), Analisi dell'utilità e funzione del consumo (1954), Reddito, interesse e inflazione (1887) e Consumi, risparmio e finanza (1993). Nel 1985 fu insignito del premio Nobel per le sue approfondite analisi sui mercati finanziari e sul risparmio.

modiglióne, sm. Mensola a forma di S con funzione di sostegno o decorazione.

mòdio, sm. 1 Nell'antica Roma, unità di misura della capacità per aridi, pari a 16 sestari, corrispondente a 8,732 l. 2 Unità di misura agraria dell'antica Roma, pari a un terzo di iugero.

modìsta, sf. Chi fa o vende cappelli per signora.
 sf. milliner.
 franc. modiste, deriv. da mode moda.

modisterìa, sf. 1 Laboratorio di modista. 2 Il mestiere di confezionare cappelli per signora.

Modjeska, Helena (Cracovia 1840-Bay Island, California 1909) Pseudonimo di Helena Modrzejewska. Attrice dal forte carattere drammatico che si esprimeva al massimo in ruoli decisi e violenti, interpretando personaggi di rilievo tratti da testi di W. Shakespeare, H. Ibsen e A. Dumas. Dotata di non comune sensibilità, interpretò anche ruoli più teneri, dove poteva esprimere le sue qualità meno evidenti. Ebbe larga fama e popolarità sia in patria che all'estero, soprattutto in Austria, Germania, Gran Bretagna e negli Stati Uniti d'America. Il suo eclettismo trasse vantaggio dall'abilità di recitare nelle lingue dei vari paesi.

mòdo, sm. 1 Maniera. ~ metodo. 2 Mezzo, espediente. ~ stratagemma. 3 In musica, particolari caratteristiche di una scala musicale. 4 Nella lingua è la maniera in cui è espresso il verbo.
 sm. 1 manner, way. 2 (garbo) pl. manners. 3 (mezzo) means. 4 (mus.) mode. 5 (in qualche modo) somehow or other. 6 (a modo) well-mannered, polite.
 lat. modus.
In musica è la struttura di disposizione di toni e semitoni di una scala, di un accordo ecc. Fino al XV sec. furono impiegati otto modi, detti ecclesiastici o gregoriani, mentre dal XVII sec. furono impiegati prevalentemente i modi maggiore e minore, per i quali tuttavia attualmente si preferisce il nome di tonalità.
Nelle lingue moderne si distinguono quattro modi: indicativo, congiuntivo, condizionale e imperativo, mentre è improprio l'uso di modo per indicare le forme nominali infinito, participio, gerundio e gerundivo.

Mòdolo Comune in provincia di Nuoro (222 ab., CAP 08010, TEL. 0785).

Modòtti, Tìna (Udine 1896-Città di Messico 1942) Fotografa. Nel 1913 emigrò negli USA dove documentò la guerra civile spagnola e la rivoluzione messicana.

Modùgno Comune in provincia di Bari (37.056 ab., CAP 70026, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di frutta e ortaggi, viti e olive) e industriale (prodotti meccanici, oleifici e alimentari). Vi si trova la chiesa di San Pietro in Balsignano, in stile romanico. Gli abitanti sono detti Modugnesi.

Modùgno, Doménico (Polignano a Mare 1930-Lampedusa 1994) Cantante e cantautore di musica leggera. Tra le opere Nel blu dipinto di blu (nota anche come Volare), Piove e Vecchio frac.

modulàbile, agg. Che si può modulare.

modulàre, agg. e v. agg. 1 Di modulo architettonico. 2 Costituito da più elementi separabili e intercambiabili. progetto modulare, suddiviso in sottoprogetti ben distinti e sviluppabili indipendentemente.
v. tr. 1 Variare regolarmente la voce e il suono. era capace di modulare in modo apprezzabile la voce mentre cantava. 2 Modificare il valore di una grandezza fisica.
 agg. modular. v. tr. to modulate.
 lat. modulari, deriv. da modulus melodia, dimin. di modus ritmo.

modulàrio, sm. Blocco di moduli.

modularità, sf. Possibilità di composizione ripetendo una stessa forma o struttura.

modulataménte, avv. Per mezzo di modulazioni.

modulatóre, sm. (f.-trice) 1 Chi modula. 2 Compositore. 3 Dispositivo che opera la modulazione.

modulazióne, sf. Il modulare. ~ cadenza, frequenza.
 sf. 1 modulation. 2 (di frequenza) frequency modulation.
 lat. modulatio,-onis.
In musica è il passaggio da una tonalità all'altra, sia direttamente che attraverso più fasi. Se le due tonalità hanno più note in comune, si parla di modulazione a toni vicini, altrimenti si parla di modulazione a toni lontani.
In elettronica e telecomunicazioni è la variazione di una grandezza caratteristica di un segnale elettromagnetico, detto portante, al variare del valore istantaneo di un altro segnale detto modulatore. Il processo inverso viene detto demodulazione. Nelle trasmissioni radio si usano per esempio la modulazione d'ampiezza e la modulazione di frequenza. Nella modulazione d'ampiezza, il segnale modulante provoca la variazione dell'ampiezza di un'onda a frequenza fissa. Nella modulazione di frequenza invece il segnale modulante provoca la variazione della frequenza di un'onda elettromagnetica portante. Per trasformare segnali analogici in segnali digitali si usa la modulazione a impulsi, nella quale la portante è costituita da una sequenza di impulsi dei quali il segnale modulante può far variare l'ampiezza, la durata o il verificarsi dell'impulso stesso.

modulìstica, sf. (pl.-che) L'insieme delle operazioni relative alla preparazione e alla stampa di moduli predisposti.

mòdulo, sm. 1 Modello, esemplare. 2 Stampato e formula stabilita per certi documenti. 3 Il diametro di una medaglia o di una colonna. 4 La portata di un fiume. 5 In tecnologia, valore numerico di una determinata grandezza.
 sm. form.
 lat. modulus, dimin. di modus.
In architettura rappresenta l'unità di misura prescelta per il calcolo delle proporzioni tra le singole parti e l'intera opera. Per esempio nell'architettura greca, si assunse come modulo il raggio della base inferiore delle colonne.
In matematica e fisica il modulo è il valore assoluto di un numero reale relativo, il valore reale positivo di un numero complesso o la lunghezza della rappresentazione geometrica di un vettore, e quindi la radice quadrata della somma dei quadrati dei suoi componenti ortogonali, che indica l'ampiezza o l'intensità della grandezza fisica associata.

modus vivendi, loc. sost. m. invar. 1 Espressione latina che significa "modo di vivere". Indica un compromesso che consente a due o più parti di convivere senza attriti. 2 Accomodamento.

Moèna Comune in provincia di Trento (2.567 ab., CAP 38035, TEL. 0462).

moféta, o moffétta, sf. Ultimo stadio delle manifestazioni eruttive che consiste nell'emissione di biossido di carbonio a temperatura ambiente.

moffètta, sf. Mammifero carnivoro proprio del continente americano, appartenente alla famiglia dei Mustelidi, di piccola taglia e pelliccia folta di colore nero o marrone, striata di bianco. Si ciba di insetti, piccoli vertebrati e frutti. Se aggredito, si difende spruzzando dalle ghiandole anali un liquido maleodorante.

Mogadìscio Città (500.000 ab.) della Somalia, capitale dello stato e capoluogo della regione di Benadir. Il porto, sull'oceano Indiano, è delimitato da una diga esterna terminata nel 1935. Le principali risorse economiche derivano dalle industrie alimentari e tessili (cotonifici), dalle raffinerie petrolchimiche e dall'artigianato. In posizione favorevole per i collegamenti stradali con l'interno del paese, Mogadìscio deve il suo sviluppo all'occupazione coloniale italiana. Fu fondata nel X sec. da mercanti arabi e nel 1871 venne occupata dal sultanato di Zanzibar. Nel 1872 fu affittata all'Italia, che la acquistò nel 1905 per farne la capitale della colonia somala. Nel 1941 fu occupata dagli inglesi. Divenne capitale nel 1960, quando il paese proclamò l'indipendenza. I principali monumenti sono le moschee del XIII sec. e il palazzo del sultano di Zanzibar.

Mogambo Film drammatico, americano (1953). Regia di John Ford. Interpreti: Clark Gable, Ava Gardner, Grace Kelly. Titolo originale: Mogambo

mògano, sm. Albero tropicale delle Terebintali e il relativo legno di colore rosso.
 sm. mahogany.

mòggio, sm. Antica misura di capacità e il relativo recipiente.

Mòggio Comune in provincia di Lecco (431 ab., CAP 22040, TEL. 0341).

Mòggio Udinése Comune in provincia di Udine (2.092 ab., CAP 33015, TEL. 0433).

Moghul Dinastia musulmana di origine turca, che regnò su gran parte dell'India dal 1526 al 1858. Il fondatore della dinastia fu Babu, pronipote di Tamerlano, mentre l'ultimo imperatore fu Bahadur Shah che nel 1858 fu esautorato dagli inglesi. Sotto gli imperatori Moghul (detti Gran Mogol in occidente) l'accentramento del potere fu accompagnato dal notevole sviluppo delle arti e delle scienze. Nell'arte, i caratteri islamici e iraniani si fusero con la tradizione più propriamente indiana, dando origine ai palazzi di Akbar, Fatehpur Sikri, al palazzo fortificato di Delhi e al Täj Mahal di Agra, nonché a splendide miniature con ritratti di sovrani.

moghul, agg. invar. Relativo alla dinastia Moghul.

Mogilev Città (363.000 ab.) della Bielorussia, capoluogo della provincia omonima (1.269.000 ab.).

mògio, agg. 1 Senza vivacità. 2 Avvilito. ~ abbacchiato. <> allegro, vispo.
 agg. dejected, down in the dumps.

Mòglia Comune in provincia di Mantova (5.430 ab., CAP 46024, TEL. 0376).

Mogliàno Comune in provincia di Macerata (4.788 ab., CAP 62010, TEL. 0733).

Mogliàno Vèneto Comune in provincia di Treviso (25.420 ab., CAP 31021, TEL. 041). Centro industriale (prodotti dell'abbigliamento e tessili). Vi si trovano ville patrizie. Gli abitanti sono detti Moglianesi.

móglie, sf. Coniuge di sesso femminile, detto in relazione al marito. ~ consorte.
 sf. wife.
 lat. mulier,-eris.

Moglie del fornaio, La Film commedia, francese (1938). Regia di Marcel Pagnol. Interpreti: Raimu, Ginette LeClerc, Robert Vattier. Titolo originale: La femme du boulanger

Moglie del soldato, La Film drammatico, britannico (1991). Regia di Neil Jordan. Interpreti: Forest Whitaker, Miranda Richardson, Stephen Rea. Titolo originale: The Crying Game

Moglie dell'aviatore, La Film commedia, francese (1980). Regia di Eric Rohmer. Interpreti: Philippe Marlaud, Marie Revière, Anna Laure Meury. Titolo originale: La femme de l'aviateur

Moglie di Villon, La Romanzo di O. Dazai (1947).

Moglie fedele, La Commedia di P. de Marivaux (1755).

Moglie ideale, La Commedia di M. Praga (1890).

Moglie ingenua e il marito malato, La Commedia di A. Campanile (1942).

Mogol => "Moghul"

Mogorèlla Comune in provincia di Oristano (551 ab., CAP 09080, TEL. 0783).

Mógoro Comune in provincia di Oristano (5.029 ab., CAP 09095, TEL. 0783).

Mogpo Città (243.000 ab.) della Corea del Sud, nella provincia di Jeonra Meridionale.

mohair, sm. invar. Pelo delle capre d'angora e il tessuto che se ne ricava.

Mohawk Fiume (225 km) degli USA, nello stato di New York. Nasce dai monti Adirondack e sfocia nel fiume Hudson.

Mohéli Isola (25.000 ab.) dell'arcipelago delle Comore, nel canale di Mozambico.

Moholy-Nagy, Laszló (Bacsborsod 1895-Chicago 1946) Pittore ungherese. Tra le opere Modulatore di luce e di spazio (1922-1930, Cambridge, USA, Busch-Reisinger Museum) e Composizione QXX (1923, Wuppertal, Heydt Museum).

Mohorovicic, Andrija (Volosca, Istria 1857-Zagabria 1936) Geofisico croato. Scoprì l'omonima discontinuità che separa la crosta dal mantello superiore della Terra e identificò separatamente le onde primarie e quelle secondarie nella propagazione sismica nel granito. Studiò inoltre alcuni metodi per localizzare gli epicentri dei terremoti.

Mohs, Friedrich (Gernrode 1773-Agordo 1839) Mineralogista tedesco. Elaborò una scala cui diede il nome per classificare la durezza dei minerali in base alla scalfittura.

mòia, sf. Termine con il quale nella zona di Volterra si indicano dei pozzi d'acqua salata formatisi per lo scioglimento, da parte dell'acqua piovana, di strati di salgemma sotterranei.

Moiàno Comune in provincia di Benevento (4.127 ab., CAP 82010, TEL. 0823).

moicani, o mohicani, agg. e sm. invar. agg. Relativo alla popolazione dei moicani
sm. Appartenente alla popolazione amerindia di stirpe algonchina dell'America settentrionale. Originari delle Green Mountains, i moicani emigrarono nel bacino dello Hudson nel XVII sec. ove impiantarono insediamenti agricoli. Furono sterminati dai bianchi nel XIX sec.

Moillon, Louise (Parigi 1610-1696) Pittrice francese. Attiva tra il 1629 e il 1674, ritrasse prevalentemente nature morte con fiori e frutta. Nelle sue opere sono rilevabili influenze della pittura fiamminga e del Caravaggio. Alcuni suoi lavori sono conservati nei musei di Grenoble e di Tolosa.

Moimàcco Comune in provincia di Udine (1.408 ab., CAP 33040, TEL. 0432).

moìna, sf. Carezza, affettuosità. ~ coccola.

Mòio Alcàntara Comune in provincia di Messina (889 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

Mòio de' Càlvi Comune in provincia di Bergamo (188 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

Mòio délla Civitèlla Comune in provincia di Salerno (1.802 ab., CAP 84060, TEL. 0974).

Moiòla Comune in provincia di Cuneo (320 ab., CAP 12010, TEL. 0171).

Mòire Personaggi mitologici, dee greche, figlie della Notte che filavano il destino umano. Erano: Cloto, che teneva la conocchia, Lachesi, che filava e Atropo, che tagliava il filo della vita. I romani le identificarono con le Parche.

Moiseev, Igor (Kiev 1906-) Coreografo e direttore artistico ucraino. Nel 1937 fondò e quindi diresse la maggiore compagnia di danza popolare sovietica.

Moissan, Henry-Ferdinand-Marie (Parigi 1852-1907) Chimico francese. Riuscì a produrre diamanti artificiali e a isolare il fluoro. Nel 1906 fu insignito del premio Nobel.

Moìssi, Alexander (Trieste 1880-Vienna 1935) Attore teatrale tragico. Fu celebre interprete dell'Amleto e di Osvaldo negli Spettri di Ibsen.

Moivre, Abraham de (Vitry-le-François 1667-Londra 1754) Matematico inglese. Di origine francese compì importanti studi sui fondamenti della teoria delle probabilità.

Mojave Regione desertica degli USA, nella California meridionale, a sud della Sierra Nevada.

mòka => "moca"

Mokhotlong Distretto (77.000 ab.) del Lesotho nordorientale, capoluogo la città omonima.

moksa, sm. invar. Termine sanscrito usato nella filosofia e nelle religioni indiane per indicare la liberazione definitiva dalle reincarnazioni, ottenibile mediante pratiche ascetiche.

mòla, sf. 1 La macina del mulino o del frantoio. 2 Ruota di pietra abrasiva, usata per arrotare o levigare. 3 Tumore carnoso che si sviluppa nell'utero in seguito alla degenerazione di un uovo.
 sf. 1 millstone. 2 (ruota abrasiva) grindstone.
 lat. mola.

Mòla di Bàri Comune in provincia di Bari (25.847 ab., CAP 70042, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, frutta e viti), peschereccio e turistico (balneazione). Vi si trovano il castello del XIII sec. e la cattedrale, costruita tra il XIII e il XVI sec. Gli abitanti sono detti Molesi.

Molara Isola nel mar Tirreno, al largo della costa nordorientale della Sardegna.

Molàre Comune in provincia di Alessandria (2.034 ab., CAP 15074, TEL. 0143).

molàre, agg. e v. tr. agg. 1 Relativo a mola. 2 Ciascuno dei denti preposti nei Mammiferi e nell'uomo alla masticazione e triturazione del cibo. I molari sono caratterizzati da una corona cubica, con superficie masticatoria ampia e fornita di tre, quattro o cinque cuspidi. I molari inferiori hanno due radici, quelli superiori tre.
v. tr. 1 Arrotare. 2 Levigare.
 v. tr. 1 to grind. 2 (affilare) to sharpen.
 lat. molare macinare.

molarità, sf. Numero di grammomolecole (o di mole) di una sostanza disciolta in un litro di soluzione.

molàssa, sf. 1 Arenaria costituita da granuli di quarzo e, in misura minore, di feldspato, con cemento calcareo o calcareo-marnoso. 2 Roccia costituita da arenaria molassa che si deposita durante la fase di sollevamento di una catena montuosa e che si presenta associata ad argille, marne, calcari o conglomerati.

molàto, agg. Arrotato.

molatóre, sm. (f.-trìce) Operaio addetto alla molatura.

molatrìce, sf. Macchina usata per molare.

molatùra, sf. Il molare.

molàzza, sf. Macchina che tritura, macina e impasta.

Molazzàna Comune in provincia di Lucca (1.257 ab., CAP 55020, TEL. 0583).

mólcere, v. tr. 1 Calmare. ~ lenire. 2 Lusingare. ~ allettare.

Moldava Fiume (430 km) della Repubblica ceca, il maggiore nella Boemia. Nasce dalla selva boema e confluisce nel fiume Elba. I principali affluenti di destra sono i fiumi Luznice e S´zawa e di sinistra i fiumi Otava e Berounka. Attraversando Praga il fiume assume un aspetto pittoresco e grazioso, abbellito da isole in cui si trovano parchi, palazzi e moderni centri sportivi. Ha anche un'importante funzione per la navigazione interna e per la produzione di energia elettrica.

Moldàvia Repubblica dell'Europa orientale, confina a ovest con la Romania, a nord a est e a sud con l'Ucraina.
Ex repubblica federata dell'Unione sovietica, è indipendente dal 27 agosto 1991; la costituzione (27 agosto 1994) concede ampie autonomie alla Gagauzia e alla Transdenestria, territorio a maggioranza russa.
La Moldavia occupa la parte sudoccidentale del Bassopiano Sarmatico e il suo territorio è delimitato a ovest dal fiume Prut, a nord-est dal fiume Dnestr (Nistru) e si estende verso est fino ai piedi del Rialto Podgorico.
La Moldavia è attraversata da numerosi corsi d'acqua affluenti dei due fiumi maggiori o tributari diretti del mar Nero (Reut, Byk, Botna, Kogilnik, Jalpug).
Il clima ha caratteri spiccatamente continentali.
Città principali, oltre alla capitale Chisinau, Tiraspol, Belcy e Bendery.
La popolazione è costituita da moldavi (64,5%), ucraini (13%), russi (13%), gagauzi (3,5%) e da minoranze di ebrei, bulgari ecc.
L'economia si basa soprattutto sull'agricoltura (cereali, patate, barbabietole da zucchero, tabacco, semi oleosi, uva da vino, frutta, ortaggi), sull'allevamento del bestiame (suini, ovini e bovini) e relative industrie di trasformazione.
Importante è l'industria leggera, con impianti per produzioni alimentari, tessili, dell'abbigliamento, conciarie, meccaniche, del legno.
La Moldavia, come tutte le altre repubbliche dell'ex URSS sta attraversando un periodo di transizione da un'economia centralizzata a una di libero mercato.
STORIA Nel 1352-1354, Luigi I d'Angiò, re di Ungheria, crea la marca di Moldavia. Nel 1359 la marca si affranca dalla tutela dell'Ungheria sotto l'egida di Bogdan. Nel 1538 la Moldavia diventa uno stato autonomo vassallo dell'impero ottomano. Nel 1774 viene posta sotto la protezione della Russia. L'anno successivo l'Austria annette la Bucovina. Nel 1812 la Russia si fa cedere la Bessarabia. Tra il 1829 e il 1831, la Moldavia è posta sotto il protettorato ottomano e russo. Nel 1859 Alessandro Cuza è eletto principe di Moldavia e di Valacchia. Tre anni più tardi l'unione di questi due principati viene proclamata come definitiva.
Dal 1918 la Bessarabia è annessa dalla Romania. Nel 1924 sulla riva sinistra del Dniestr, i sovietici creano la repubblica autonoma di Moldavia, collegata all'Ucraina. Nel 1940 in conformità con il patto russo-tedesco, i sovietici annettono la Bessarabia il cui sud è inserito nell'Ucraina. Il resto della Bessarabia e una parte della repubblica autonoma di Moldavia formano, in seno all'URSS la Repubblica socialista Sovietica di Moldavia. Questa viene occupata nel 1941 dalla Romania alleata della Germania. Nel 1944 la Moldavia viene reintegrata nell'URSS.
Nel 1989-1990, le aspirazioni nazionali antagoniste di moldavi, russi e gagauzi di Moldavia si radicalizzano. Il Soviet Supremo di Moldavia proclama l'indipendenza del paese (agosto 1991) che aderisce alla CSI. Nel 1992 si hanno violenti combattimenti in Transnistria, popolata da russofoni separatisti. Nel 1994 i moldavi si pronunciano tramite referendum per il mantenimento di uno stato indipendente, rigettando la possibilità di un'unione della Moldavia alla Romania. Viene adottata una nuova costituzione che prevede uno statuto di autonomia per la Transnistria e la minoranza gagauze.
Abitanti-4.430.000
Superficie-33.700 km2
Densità-131,4 ab./km2
Capitale-Chisinau
Governo-Repubblica presidenziale
Moneta-Leu moldavo
Lingua-Moldavo, russo, ucraino
Religione-Cristiana ortodossa

moldàvo, agg. e sm. Relativo o appartenente alla Moldavia, regione della Romania.

Moldova Fiume (237 km) della Romania, nella Moldavia. Nasce dai Carpazi Orientali e confluisce nel fiume Siret presso Roman.

mòle, sf. 1 Edificio grandioso. 2 Volume, dimensione. 3 Entità.
 sf. 1 bulk, mass. 2 (dimensione) size. 3 (di edificio) massive structure.
 lat. moles.
Nel Sistema Internazionale di unità di misura è l'unità di misura fondamentale della quantità di sostanza e corrisponde alla quantità di materia che contiene un numero di entità elementari (atomi, ioni, molecole ecc.) equivalente al numero di atomi contenuti in 0,012 kg di 12C. In condizioni normali, il numero di particelle di una mole di sostanza è uguale al numero di Avogadro (N = 6,02 x 1023).  In pratica, è la quantità di sostanza la cui misura in grammi è data dallo stesso numero che ne esprime il peso molecolare (es. una mole di ossigeno - O2 - è 16+16 = 32 grammi). È chiamata anche grammo-molecola.

molècola, sf. La minima quantità di materia, composta da due o più atomi uguali o diversi, in grado di conservare le proprietà chimiche caratteristiche dell'elemento (atomi uguali) o del composto (atomi diversi). Le molecole costituite da un solo atomo, per esempio nei gas rari e nei metalli, sono dette monoatomiche. Tra le molecole si instaurano forze attrattive (forze di Van der Waals) molto più deboli delle forze tipiche dei legami chimici e tali che, allo stato liquido e gassoso, esse mantengono la propria identità. Tutte le molecole di un determinato composto sono uguali tra loro, essendo costituite dallo stesso numero di tutti gli atomi costituenti. Per esempio tutte le molecole d'acqua contengono due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno. La dimensione di una molecola varia dal decimo di nanometro per la molecola monoatomica di idrogeno a qualche micrometro per le macromolecole, mentre la massa delle molecole è data dal loro peso molecolare, il quale a sua volta è dato dalla somma dei pesi atomici di tutti gli atomi costituenti.

molecolàre, agg. Che è attinente alla molecola.

molestàre, v. tr. Arrecare molestia, importunare. ~ infastidire.
 v. tr. to annoy, to bother.
 lat. tardo molestare, deriv. da molestus.

molestatóre, sm. (f.-trìce) Chi molesta.

molèstia, sf. Fastidio, noia, danno che provoca preoccupazione. ~ fastidio.
 sf. bother, annoyance.
 lat. molestia, deriv. da molestus.

molèsto, agg. Che reca molestia.
 agg. annoying, irritating.
 lat. molestus, deriv. da moles mole.

molétta, sf. 1 Nell'estrazione mineraria, puleggia di diametro grande e dotata di gola per lo scorrimento della fune per l'estrazione. 2 Piccola affilatrice che viene utilizzata dall'arrotino.

Molfètta Città (67.000 ab., CAP 70056, TEL. 080) in provincia di Bari, sul mar Adriatico. Le principali risorse sono l'agricoltura (olive, uva, frutta e ortaggi), la pesca, le industrie alimentari, meccaniche e cantieristiche e il turismo balneare. I principali siti di interesse sono il duomo vecchio (XII-XIII sec.) e la chiesa di Santa Maria dei Martiri.

molibdàto, sm. Sale dell'acido molibdico.

molibdenìte, sf. Solfuro di molibdeno. Si presenta in lamine o in prismi esagonali corti di colore grigio lucente e untuosi al tatto.

molibdèno, sm. Elemento chimico dal simbolo Mo, numero atomico 42, peso atomico 95,94. È un metallo di colore bianco argenteo caratterizzato dall'elevato punto di fusione (2.617 °C) e dalla durezza. Viene impiegato negli acciai per migliorarne la resistenza meccanica e nelle lampadine a incandescenza come supporto dei filamenti. Le leghe contenenti molibdeno trovano largo impiego nell'industria missilistica. La presenza di molibdeno, in tracce, è indispensabile per la vita vegetale.

molìbdico, agg. (pl. m.-ci) Dell'acido H2MoO4 e del triossido MoO3.

Mòlidi Famiglia di Pesci tetraodontiformi cosmopoliti, detti anche pesci luna, che hanno corpo corto e senza peduncolo caudale, pelle rugosa, pinne anale e dorsale opposte, muso largo e che sono privi di pinne ventrali.

Molière (Parigi 1622-1673) Pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin. Autore teatrale e attore francese. Il 15 gennaio 1622 venne battezzato a Parigi Jean Poquelin, ben presto chiamato Jean-Baptiste (solo in seguito, a ventidue anni, prese lo pseudonimo di Molière). Suo padre era un tappezziere, un artigiano agiato; sua madre, Marie Cressé, morì quando il figlio aveva solo dieci anni. In seguito, nel 1633, il padre si sposò con Catherine Fleurette, la quale morì nel 1636. L'infanzia del piccolo fu segnata da lutti e inquietudini che però spiegano solo in parte il fondo di tristezza del suo umore e la rarità dei ruoli materni nel suo teatro. Nella sua infanzia furono invece fondamentali la vivacità popolare, l'animazione, il rumore, l'accanito lavoro e gli spettacoli con i quali da piccolo fu ogni giorno a contatto. Nel quartiere di Halles, dove visse, il vivace spirito di Poquelin poté impregnarsi del senso di una vita formicolante, dello scherzo pittoresco e della varietà della realtà umana. Il padre gli permise studi molto superiori a quelli dei figli degli altri commerciantie infatti compì i suoi studi dal 1635 al 1639 al Collège de Clermont, il migliore della capitale. Qui egli imparò la filosofia scolastica, il latino e una perfetta padronanza della retorica. Sui suoi studi successivi non si sa nulla di preciso ma probabilmente, intorno al 1640, iniziò a studiare diritto e divenne avvocato. Ad un certo punto della sua vita iniziò una relazione con Madeleine Béjart, un'attrice di quattro anni più anziana di lui, con già un figlio, avuto dalla precedente relazione con il conte di Modena. Con l'aiuto di questa donna colta, capace di condurre con intelligenza i propri affari, leale e devota, organizzò una loro compagnia che servì a Molière per capire la propria vocazione di attore e, il 30 giugno 1643, firmò il contratto che costituì una troupe teatrale di dieci membri, l'Illustre Théâtre. La piccola compagnia cercò di guadagnarsi da vivere prima a Rouen e poi al Jeu de Paume des Métayers a Parigi, inscenando spettacoli di ogni tipo, dalle tragedie alle farse. Ma il pubblico non rispose a dovere e iniziarono ad accumularsi debiti sino all'arresto di Molière per debiti; la compagnia si sciolse. Una volta liberato per interessamento del padre e di Madeleine, Molière e alcuni membri della compagnia abbandonarono Parigi. Dal 1645 al 1658 con i suoi compagni lavorò come attore ambulante con la compagnia di Charles Dufresne, rinomata e finanziata dal duca di Epernon, governatore della Guienna. Nel 1650 Molière ottenne la direzione della troupe che iniziò a fare le sue rappresentazioni a Pézenas, dove ogni anno si tenevano gli Stati della Linguadoca. A partire dal 1652 la compagnia, ormai ben affermata, iniziò ad avere un pubblico regolare a Lione. Durante questo girovagare Molière conobbe bene l'ambiente della provincia, ma soprattutto imparò a fare l'attore e a capire i gusti del pubblico e le sue reazioni. In questo periodo iniziò a scrivere alcune farse e due commedie: l'Etourdi (Lo stordito), commedia di intrigo, rappresentata a Lione (1655?) e il Dépit amoureux (Il dispetto amoroso), opera non eccezionale, rappresentata a Narbona nel 1656. Nel 1658 tornò a Parigi dopo un soggiorno a Rouen con la sua compagnia, la troupe de Monsieur (nome accordatole da Filippo d'Orleans). Il 24 ottobre recitarono davanti al re il quale, annoiatosi durante la rappresentazione, si entusiasmò solo con la farsa Docteur amoureux (Il dottore amoroso), scritta da Molière (il testo è stato ritrovato e pubblicato nel 1960 da M. Guibert). La compagnia venne autorizzata a occupare, alternandosi con la troupe degli Italiani, il teatro del Petit-Bourbon e quando nel 1659 gli italiani se ne andarono, il teatro fu a sua completa disposizione. Iniziò a mettere in scena delle tragedie ma con scarso successo. Scrisse anche un'opera che non fu né una tragedia né una commedia, il Don Garcia de Navarre, incentrata sul tema della gelosia, ma fu un fiasco.
Molière capì che la commedia era la sua aspirazione e in questo genere eccelse già con la prima opera nel 1659, Précieuses ridicules (Le preziose ridicole). In questa farsa mise in luce gli effetti comici di una precisa realtà contemporanea, le bizzarrie tipiche della vita mondana e ne ridicolizzò le espressioni e il linguaggio. Tutto ciò provocò l'interruzione delle rappresentazioni per qualche giorno, ma gli inviti a corte e nelle case dei grandi signori si susseguirono ugualmente. Nel 1660 ci fu il gran successo di Sganarelle ou le Cocu imaginaire (Sganarello): qui fu il comico d'intrigo l'argomento principale, con il qui pro quo che regna in un ambiente dove ognuno si preoccupa solo ed esclusivamente della propria situazione. Nel frattempo venne demolita la sala Petit-Bourbon ma il re fece prontamente assegnare alla compagnia la sala del Palais-Royal. Il 24 giugno ci fu la presentazione dell'Ecole des maris (La scuola dei mariti). In questa commedia attraverso le buffonerie vennero ancora presentati problemi gravi e scottanti come l'educazione dei figli e la libertà da concedere alle mogli. In onore della festa che Fonquet offrì a Luigi XIV, in quindici giorni Molière scrisse e mise in scena la commedia dei Fâcheux (Gli importuni). Il 20 febbraio 1662 Molière sposò Armande Béjart, ufficialmente sorella, ma quasi sicuramente figlia, di Madeleine, e anch'essa entrò a far parte della troupe. Il 26 dicembre venne rappresentata l'Ecole des femmes (La scuola delle mogli) che superò in successo e in valore tutte le commedie precedenti. Questa opera portò però allo scontro con i rigoristi cristiani. Il 1663 fu interamente occupato dalla querelle della Scuola delle mogli, parallelamente al suo successo. Contro gli spiriti gelosi Boileau scrisse delle Stances a Molière; Donneau de Visé criticò la commedia nelle sue Nouvelles nouvelles. Il 1° giugno Molière rispose con la Critique de l'Ecole des femmes (Critica della scuola delle mogli) che dedicò alla pia regina madre. De Visé ribatté scrivendo Zélinde ou la véritable critique de l'Ecole des femmes e Boursault il Portrait du Peintre (Ritratto del pittore) nel quale accusò Molière di empietà.Ma l'Impromptu de Versailles (L'improvvisazione di Versailles) di Molière, nel quale egli accusò i suoi avversari di tentare di distoglierlo dalla composizione di altre grandi commedie,coprì di ridicolo i grandi attori e Borsault. Come risposta De Visé scrisse la Vengeance des Marquis (La vendetta dei marchesi) nella quale Madeleine Béjart venne descritta come una donnaccia e Molière trattato da becco e il Montfleury insistette ancora sulle sue disavventure coniugali nell'Impromptu de l'Hôtel de Condé. Le due operette scritte in questa occasione restano tra le più attraenti e originali. Il 19 gennaio 1664 gli nacque il figlio del quale Luigi XIV fu il padrino ed Enrichetta di Inghilterra la madrina. In questo mese su richiesta del re Molière scrisse la piccola commedia-balletto Marriage forcé. In maggio per la festa dei Piaceri dell'isola incantata in onore della giovane favorita del re, mademoiselle de La Valliére, Molière organizzò spettacoli e sfilate e l'8 maggio rappresentò la Princesse d'Elide e il 12 con il titolo di Hypocrite, i primi tre atti di Tartuffe. Anche quest'opera venne fatta proibire in quanto vista come una macchinazione anticristiana. Il 15 febbraio 1665 uscì Don Juan ou le festin de Pierre che nonostante il suo successo venne definitivamente ritirato in un mese, sempre perché accusato di mettere in ridicolo la religione. Il re concesse alla troupe il suo diretto padronato e così la compagnia divenne Troupe du Roi au Palais-Royal. In settembre Molière rappresentò Amour médicin (L'amore medico). In agosto gli nacque una figlia, ma nel frattempo il suo matrimonio era ormai solo una formalità e la sua salute molto precaria a causa della tisi. Il 14 gennaio 1666 uscì il Misanthrope (Il misantropo) che ebbe però un successo mediocre. Anche in quest'opera Molière trasportò i propri sentimenti di gelosia. Il 6 agosto il pubblico rispose meglio al Médicin malgré lui (Il medico per forza). In questo periodo affittò una casa in campagna ad Auteuil, dove però andò da solo per gustarsi la calma e la compagnia di amici che di volta in volta andavano a trovarlo. In dicembre la compagnia venne invitata a Saint-Germain-en-Laye e nel Ballet des muses (Balletto delle muse), Molière inserì prima Mélicerte una commedia pastorale-eroica, poi la Pastorale comique e in fine Le Sicilien ou l'Amour peintre (Il siciliano o l'amore pittore). Le due pastorali furono abbastanza piatte, mentre l'atto unico del Siciliano mostrò tutta la sua abilità per l'improvvisazione. Nella primavera del 1667 la sua salute peggiorò ancora. Nell'agosto di questo anno rappresentò l'opera, in cinque atti, L'Imposteur (L'impostore), proibita già subito il giorno dopo. Nel gennaio del 1668 Molière presentò a corte Amphitryon (Anfitrione), la quale, anche se un po' diversa dalle altre commedie, venne accolta ugualmente da risa e applausi. Sei mesi dopo la gelosia di un marito gli diede ancora spunto per la farsa George Dandin, rappresentata durante il Grand divertissement royal, in occasione della pace di Aix-la-Chapelle. Quest'opera, per alcuni versi sconcertante per la durezza dei suoi tre atti, non trasmise il solito calore caratteristico di tutte le altre sue commedie. Gli anni 1668-1669 furono alquanto aridi, non sicuramente per mancanza di idee e fantasia, ma per il pessimismo che in questo periodo lo afflisse. Testimoni di questo suo stato d'animo furono la commedia L'avare (L'avaro) e la farsa-balletto Monsieur de Pourceaugnac. La prima fu un fiasco, ma la seconda, scritta velocemente e in condizioni di salute precarie, nonostante una certa pesantezza e una forzatura degli scherzi, testimonianza della sua disperazione e stanchezza, fu ancora una volta un trionfo. Nel 1670 un'ordinazione del re che ne decise anche l'argomento portò alla composizione degli Amants magnifiques (Amanti magnifici), cinque atti in prosa. Durante questo anno Molière riprese vitalità e la malattia gli concesse una tregua. Nell'ottobre portò Bourgeois gentilhomme, (Il borghese gentiluomo),opera incentrata sui borghesi che vogliono nobilitarsi; fu una farsa piena di allegria, vivacità e invenzioni. Nel 1671, in vista del carnevale, scrisse per il re la Psyché e, in occasione del matrimonio di Monsieur, la Comtesse d'Escarbagnas. Nel maggio mise in scena anche le Fourberies de Scapin (Le furberie di Scapino). In questo anno si riconciliò con Armande e i due ebbero un figlio che però morì subito. Nel 1672 morì Madeleine Béjart; qualche tempo dopo Molière mise in scena le Femmes savantes (Le donne saccenti) e nel 1673 non gli fu concesso di rappresentare il suo Malade imaginaire (Malato immaginario) a corte che fu invece in scena al Palais-Royal il 10 febbraio. Durante una replica di questa commedia il 17 Molière venne colto da un malessere in scena e morì a casa sua, la sera dello stesso giorno. Molière viene da tutti, e a ragione, ritenuto il più grande commediografo francese. Aveva l'innata capacità di trovare nella realtà umana le zone dell'illusione comica, sia nelle azioni più confuse e agitate sia nell'intimo di una passione o di una mania. All'inizio nelle sue opere approfittò dell'esperienza della Commedia all'italiana per mettere in ridicolo i vezzi e difetti dei vari gruppi sociali, con l'uso anche dei lazzi e della volgarità per accentuarne la comicità. Più avanti cercò, riuscendovi, di penetrare nei caratteri comici dei personaggi sfruttandone le contraddizioni interiori, le finzioni di vanità, talora inconsapevoli, nell'immagine che ciascuno propone di se stesso, con i suoi contrasti intimi, negli amori, negli errori sentimentali o viziosi, brame e gelosie. Il risultato comico è implacabile con un completo distacco dell'autore dai personaggi che si scontrano, si amano, si tradiscono diventando solo figure ridicole e tragiche nello stesso tempo. Molière non si pone nessuno scopo didascalico ma solo analitico della società del suo tempo e di tutte le sue contraddizioni.

Molìna Atèrno Comune in provincia di L'Aquila (554 ab., CAP 67020, TEL. 0864).

Molìna di Lèdro Comune in provincia di Trento (1.398 ab., CAP 38060, TEL. 0464).

Molina, Louis de (Cuenca 1536-Madrid 1600) Gesuita e teologo spagnolo. Con Concordia liberi arbitrii cum gratiae donis (1588), ispirò il molinismo.

Molinàra Comune in provincia di Benevento (2.030 ab., CAP 82020, TEL. 0824).

Molinara, La Commedia per musica di G. Paisiello, libretto di G. Palomba (Napoli, 1788).

Molinàri Pradèlli, Francésco (Bologna 1911-Murano di Castenaso, Bologna 1996) Direttore d'orchestra italiano. Allievo di Bernardino Molinari di Roma, ha svolto un'intensa attività lirica.

Molinaro, Edward (Bordeaux 1928-) Regista cinematografico francese. Debuttò con il poliziesco Spalle al muro (1958), cui seguirono Una ragazza per l'estate (1960) e Chi ha ucciso Bella Sherman (1965). Passò poi alla commedia con Il rompiballe (1973), Dracula padre e figlio (1976), Il vizietto (1978), A cena con il diavolo (1992), Beaumarchais, l'insolente (1996).

Molinèlla Comune in provincia di Bologna (12.066 ab., CAP 40062, TEL. 051). Centro agricolo (coltivazioni ortofrutticole e di barbabietole), dell'allevamento e industriale (prodotti alimentari, fabbriche di macchine agricole e calzaturifici). Gli abitanti sono detti Molinellesi.

molinèllo => "mulinello"

Molìni di Trióra Comune in provincia di Imperia (726 ab., CAP 18010, TEL. 0184).

molinìsmo, sm. Corrente teologica, ispirata da Luois de Molina nel XV sec., nata in seguito a una disputa sulla questione della libertà di Cristo. Discusse il problema della predestinazione.

molìno => "mulino"

Molìno déi Tòrti Comune in provincia di Alessandria (804 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Molinos, Miguel de (Muniesa 1628-Roma 1696) Teologo spagnolo. Nel 1685 il Sant'Uffizio lo condannò per la sua dottrina, il quietismo. Scrisse Guida spirituale (1675).

molisàno, agg. e sm. agg. Relativo al Molise.
sm. Abitante del Molise.

Molìse (comune) Comune in provincia di Campobasso (191 ab., CAP 86020, TEL. 0874).

Molìse (regione) Regione a statuto ordinario dell'Italia meridionale; confina a nord con l'Abruzzo, a ovest con il Lazio, a sud con la Campania e a est con la Puglia; si affaccia a nord-est sul mare Adriatico.
È la regione meno estesa, dopo la Valle d'Aosta.
Il territorio è prevalentemente montuoso, occupato dall'Appennino Sannita, che digrada verso una stretta fascia costiera pianeggiante.
La costa, bassa e rettilinea a nord, è interrotta dal promontorio di Termoli e dalla foce del Biferno, il principale fiume della regione. Il Trigno e il Fortore tracciano parte dei confini rispettivamente con l'Abruzzo e la Puglia.
Il clima è variabile in funzione della vicinanza al mare e dell'altitudine: tipicamente mediterraneo e mite in ogni stagione lungo la costa, ha più accentuati tratti continentali verso l'interno.
Capoluogo della regione è Campobasso, l'unico altro capoluogo di provincia è Isernia.
L'agricoltura continua a essere l'asse portante dell'economia regionale, nonostante la scarsa fertilità dei terreni, e la sostanziale arretratezza delle tecniche di coltura.
Diffuse sono le colture cerealicole (frumento e mais) quelle orticole e dell'olivo, della vite e del tabacco.
Modesto il patrimonio zootecnico.
Il settore industriale è rappresentato da pochi grandi impianti (Fiat di Termoli), mentre caratteristica locale è un tessuto di imprese artigianali, attive soprattutto nel settore alimentare, metalmeccanico, dell'abbigliamento e dei materiali da costruzione.
Le potenzialità del turismo, sia balneare che montano, sono tuttora poco valorizzate a causa della mancanza di strutture ricettive e dell'inadeguatezza della rete stradale e ferroviaria.
Abitanti-327.893
Superficie-4.438 km2
Densità-73,8 ab./km2
Capoluogo-Campobasso
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Campobasso (50), Isernia (21)

Molitèrno Comune in provincia di Potenza (5.033 ab., CAP 85047, TEL. 0975).

molitóre, sm. (f.-trìce) Operaio addetto alla molitura del grano, alla pilatura e brillatura del riso.

molitòrio, agg. Relativo alla macinazione dei cereali.

molitrìce, sf. Macchina per la molitura.

molitùra, sf. 1 Macinazione dei cereali. 2 Triturazione delle olive effettuata con la molazza.

Moll Flanders Romanzo di D. Defoe (1722). Scritto nella forma di memoriale, il romanzo di Moll è la narrazione in prima persona dei suoi ripetuti matrimoni, spesso bigami e una volta perfino incestuosi, e dei suoi numerosi figli abbandonati da piccoli. Quando il suo fascino si affievolisce, Moll ricorre al furto, attività che continua al di là dei bisogni. Catturata e deportata in America, inizia una nuova vita scrivendo le sue memorie. L'opera analizza la vita economica e sessuale di una donna costretta a sopravvivere senza sostegno da parte della società. I problemi finanziari della protagonista ricordano la situazione critica sperimentata dallo stesso autore, ma Moll impersona una problematica tutta femminile.

mòlla, sf. 1 Organo meccanico caratterizzato dalla capacità di deformarsi, per riacquistare la propria forma ed estensione quando viene rimossa la causa della deformazione. 2 Attrezzo di ferro per afferrare carboni accesi. 3 Stimolo. ~ pungolo.
 sf. spring.
La molla è generalmente costituita di acciai particolari e appartiene a due categorie fondamentali: le molle a torsione (barre di torsione, eliche cilindriche) e le molle a flessione (balestra e spirale piana). Le molle sono impiegate per lo smorzamento di urti o per la movimentazione di parti meccaniche.

mollaccióne, sm. Persona pigra, lenta nei movimenti.

mollàre, v. v. tr. 1Allentare lentamente. ~ lasciare andare. <> serrare. mollare gli ormeggi di una nave. 2 Assestare, colpire. gli mollò un pugno sul viso.
v. intr. Desistere, cedere. ~ abbandonare. <> continuare, insistere. non doveva mollare in quel momento.
 v. tr. 1 to slacken. 2 (abbandonare) to give up. 3 (naut.) to ease. v. intr. to give in.
 deriv. da molle.

mòlle, agg. e sm. agg. 1 Privo di durezza, morbido. ~ floscio. <> duro. 2 Inconsistente, tenero. era molle come la cera. 3 Dissoluto. vita molle.
sm. Ciò che è morbido. si sdraiarono sul molle.
 agg. 1 soft. 2 (debole) weak, feeble.
 lat. mollis.

molleggiaménto, sm. L'azione del molleggiare e il molleggiarsi.

molleggiàre, v. v. tr. Rendere elastico.
v. intr. Essere elastico.
v. rifl. Avere elasticità, muoversi con elasticità.

molléggio, sm. 1 Sistema di sospensioni, molle e simili. il molleggio aveva ceduto per il carico eccessivo. 2 Elasticità prodotta da un sistema di molle. 3 Movimento tipico dei pugili quando saltellano piegando rapidamente le ginocchia.

Mollet, Guy (Flers 1905-Parigi 1975) Politico francese. Dal 1946 al 1968 fu segretario del Partito socialista e nel 1956-1957 anche presidente del consiglio. Pianificò l'attacco anglo-francese all'Egitto nella crisi di Suez.

mollétta, sf. 1 Arnese di ridotte dimensioni dotato di molla per fermare i panni stesi ad asciugare o per appuntare i capelli. 2 Arnese usato per prendere i cubetti di ghiaccio o le zollette di zucchero.
 sf. 1 clothes peg. 2 (per capelli) hairpin. 3 (per ghiaccio o zucchero) pl. tongs.

mollettièra, sf. Fascia di panno che i militari avvolgevano intorno alle gambe.

mollettóne, sm. Telo o coperta di panno felpato.
 franc. molleton, deriv. da mollet tenero.

mollézza, sf. L'essere molle.

Mòllia Comune in provincia di Vercelli (113 ab., CAP 13023, TEL. 0163).

mollìca, sf. La parte molle del pane.
 sf. crumb, soft part.
 lat. mollica, deriv. dall'incrocio di mollis molle con mica briciola.

mollìccio, agg. e sm. agg. Molle e umidiccio.
sm. Luogo molle e umido.

mollificàre, v. v. tr. 1 Rendere molle. 2 Rendere meno aspro. ~ addolcire.
v. rifl. Diventare molle.

mòllo, agg. Molle, bagnato.

Molloy Romanzo di S. Beckett (1951).

Mollùschi Tipo di animali invertebrati con il corpo molle e protetto da una conchiglia. Il corpo è composto da un piede e da una massa viscerale, il tutto rivestito dal mantello che normalmente produce una conchiglia calcarea. Questa può essere a due valve, a forma di cono e a spirale. La bocca contiene una massa muscolare, ricoperta di piccoli denti, la radula. L'apparato circolatorio comprende il cuore e un sistema di arterie e vene. La maggior parte dei Molluschi vive in acqua marina o dolce e ha respirazione branchiale, ma esistono anche Molluschi terrestri con respirazione polmonare. I Molluschi hanno sessi separati (tranne molti Gasteropodi e alcuni Bivalvi) e depongono le uova in terreni umidi e nell'acqua. Alcuni tipi di Molluschi sono utilizzati nell'alimentazione (ostriche, mitili); altri forniscono materie pregiate come porpora, madreperla e perle (murici, molti bivalvi, pteria); altri ancora sono ospiti di parassiti. Si suddividono in sette classi: Monoplacofori, Placofori, Solenogastri, Gasteropodi, Scafopodi, Bivalvi e Cefalopodi.

molluschicoltùra, sf. Allevamento di molluschi marini bivalvi che sfrutta la tendenza delle larve neonate a fissarsi su corpi estranei. Viene effettuato in lagune, laghi costieri o specchi di mare.

mollùsco, sm. (pl.-chi) Individuo appartenente a un tipo di Invertebrati, con corpo molle, quasi sempre protetto da una conchiglia.
 sm. mollusc.

Moln´r, Ferenc (Budapest 1878-New York 1952) Romanziere ungherese. Tra le opere I ragazzi della via Paal (1907) e Liliom (commedia, 1909).

mòlo, sm. Opera in muratura che protende in mare nei porti, per agevolare l'approdo delle navi.
 sm. 1 pier. 2 (banchina) wharf.

mòloc, sm. invar. Feroce divinità semitica, alla quale venivano offerti sacrifici umani.

moloch, sm. invar. Genere di Rettili lacertili appartenente alla famiglia degli Agamidi a cui appartiene il diavolo spinoso.

Molòchio Comune in provincia di Reggio Calabria (3.078 ab., CAP 89010, TEL. 0966).

Molopo Fiume (1.000 km) dell'Africa meridionale. Nasce nel Witwatersrand e confluisce nel fiume Orange.

Molòssidi Famiglia di Mammiferi Chirotteri Microchirotteri comprendente pipistrelli chiamati anche molossi.

molòsso, sm. 1 Cane da guardia, dal corpo tozzo e robusto e muso piatto. 2 Piede trisillabo di sei tempi. 3 Nome comune di alcuni pipistrelli presenti in tutte le zone calde e anche in Europa (Talarida taeniotis).

mòlotov, sf. invar. Bomba molotov.

Molotov (Kukarka 1890-Mosca 1986) Pseudonimo di Vjaceslav Michajlovic Skrjabin. Uomo politico russo. Militante bolscevico e vicino collaboratore di Stalin, nel 1939 stipulò il patto di non aggressione con la Germania, dando via libera all'invasione della Polonia. Fu a lungo ministro degli esteri, dal 1939 al 1949 e dal 1953 al 1957, e partecipò alla conferenza di Jalta. Si oppose alla destalinizzazione introdotta da Krusciev e, accusato di aver organizzato l'attività antipartito, fu inviato quale ambasciatore in Mongolia (1957-1960).

Molpàdidi Ordine di Echinodermi oloturoidi cosmopoliti comprendente oloturie munite di tentacoli boccali corti e ramificati e prive di pedicelli che possono trovare fino a 4.000 m di profondità.

Moltèno Comune in provincia di Lecco (2.769 ab., CAP 22047, TEL. 031).

moltéplice, agg. 1 Numeroso. 2 Che ha più aspetti. ~ variegato. <> singolo. 3 Fatto di più elementi insieme. ~ multiplo.
 agg. 1 numerous. 2 (svariato) various. 3 (fatto di più elementi) complex.

molteplicità, sf. L'essere molteplice.
 lat. multiplicitas,-atis.

moltìplica, sf. 1 Il rapporto tra il numero dei denti di due ruote, di cui la seconda moltiplica l'energia fornita dalla prima. 2 Ruota dentata della bicicletta sulla quale scorre la catena.

moltiplicàbile, agg. Che si può moltiplicare.

moltiplicabilità, sf. L'essere moltiplicabile.

moltiplicàndo, sm. Uno dei due fattori del prodotto, precisamente quello che deve essere moltiplicato.

moltiplicàre, v. v. tr. 1 Rendere una quantità un certo numero di volte maggiore, fare una moltiplicazione matematica. 2 Accrescere nel numero. ~ aumentare. <> demoltiplicare. la nuova gestione aveva moltiplicato le spese rispetto al passato.
v. intr. pron. Crescere di numero, riprodursi. l'erba si moltiplicava rapidamente su quel campo.
 v. tr. e v. intr. pron. 1 to multiply. 2 (riprodursi) to increase in number.
 lat. multiplicare, deriv. da multiplex,-icis molteplice.

moltiplicatìvo, agg. Proprio della moltiplicazione.

moltiplicatóre, agg. e sm. (f.-trìce) 1 Che, o chi, moltiplica. 2 In matematica è il secondo fattore di una moltiplicazione. 3 Apparecchio meccanico che moltiplica i numeri.
In economia è il meccanismo attraverso cui la variazione di una grandezza economica produce una variazione maggiore di un'altra grandezza economica. Secondo J. M. Keynes l'aumento dell'investimento privato o della spesa pubblica produce un aumento del reddito nazionale, a causa dell'aumento dei consumi. Si definisce quindi moltiplicatore degli investimenti il coefficiente che misura l'incremento di reddito risultante dall'incremento degli investimenti.

moltiplicazióne, sf. 1 Il moltiplicare e il moltiplicarsi. 2 Operazione aritmetica.
 sf. multiplication.
 lat. moltiplicatio,-onis.
Operazione aritmetica diretta che associa a due numeri, detti fattori, un numero, detto prodotto, dato dalla somma di addendi uguali al primo fattore per tante volte quante indicato dal secondo fattore. La moltiplicazione gode delle proprietà associativa, commutativa e distributiva rispetto alla somma e alla sottrazione. Nell'estensione a numeri reali qualsiasi occorre tenere conto del segno dei numeri. Il prodotto di due numeri positivi o di due numeri negativi è un numero positivo, mentre il prodotto di due numeri, uno dei quali è positivo mentre l'altro è negativo, è un numero negativo.

moltitùdine, sf. Grande quantità di persone, animali o cose. ~ frotta.
 sf. multitude.
 lat. multitudo,-inis, deriv. da multus.

Moltke, Helmuth Karl Bernhard von (Parchim 1800-Berlino 1891) Generale tedesco. Dal 1857 al 1888, come capo di stato maggiore, rinnovò l'esercito prussiano. Nel 1866 e nel 1870-1871 vinse rispettivamente la guerra austro-prussiana e franco-prussiana.

Moltmann, Jürghen (1926-) Teologo protestante tedesco. Tra le sue opere Teologia della speranza (1964) e Il Dio crocifisso (1972).

mólto, agg., avv. e sm. agg. In gran quantità o numero. ~ parecchio. <> poco. aveva ancora molta strada da fare.
avv. Assai, grandemente. ~ abbondantemente. <> stentatamente. ha viaggiato molto in questi anni di esilio.
sm. Grande quantità. aveva fatto molto per lui.
 agg. 1 lots of, a lot of. 2 (interr. e neg.) much, pl. many. 3 (fra non molto) before long. avv. 1 very. 2 (molto di più) much more. 3 (molto meglio) much better.
 come agg. lat. multus; come avv. lat. multum.

Molto obbligato, Jeeves Romanzo di P. G. Wodehouse (1971).

Molto rumore per nulla Commedia di W. Shakespeare (1598-1599).

Moltràsio Comune in provincia di Como (1.916 ab., CAP 22010, TEL. 031).

Molùcche, ìsole Arcipelago indonesiano (1.815.000 ab., capitale Ambon) nell'oceano Pacifico, tra Celebes, la Nuova Guinea e Timor. Ne fanno parte le isole Morotai, Halmahera, Bacan, Obi, Seram, Buru, Sula, Leta, Babar, Kai, Tanimbar, Aru. Le isole sono di origine vulcanica o corallina e la vetta più alta è il monte Bianiya, di 1.055 m, nell'isola di Seram. Le risorse economiche principali sono l'agricoltura, con coltivazioni di riso, sago, cocco, chiodi di garofano, noce moscata e copra, e lo sfruttamento delle ampie foreste, per l'esportazione di legname pregiato (tek). Nel XV sec. erano divise in sultanati musulmani e nel 1512 furono esplorate dal portoghese A. d'Abreu. Fino al 1607 restarono sotto il dominio portoghese, per passare poi agli olandesi, che inclusero le Molucche nelle Indie orientali (1814). Occupate dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale, diventarono poi una provincia dell'Indonesia.
Molucche, mar delle
Settore dell'oceano Pacifico, tra le isole Celebes, Molucche e Talaud.

Molvéna Comune in provincia di Vicenza (2.256 ab., CAP 36060, TEL. 0424).

Molvèno Comune in provincia di Trento (1.018 ab., CAP 38018, TEL. 0461).

Mombaldóne Comune in provincia di Asti (291 ab., CAP 14050, TEL. 0144).

Mombarcàro Comune in provincia di Cuneo (370 ab., CAP 12070, TEL. 0174).

Mombaròccio Comune in provincia di Pesaro (1.743 ab., CAP 61024, TEL. 0721).

Mombarùzzo Comune in provincia di Asti (1.220 ab., CAP 14046, TEL. 0141).

Mombasa Città (426.000 ab.) del Kenya, capoluogo della provincia di Coast. Porto e mercato di prodotti agricoli (caffè), dell'avorio e delle pelli. Le principali industrie sono quelle alimentari, meccaniche, petrolchimiche, della carta, del legno e del cemento. Sede di un aeroporto internazionale.

Mombasìglio Comune in provincia di Cuneo (627 ab., CAP 12070, TEL. 0174).

Mombèllo di Torìno Comune in provincia di Torino (344 ab., CAP 10020, TEL. 011).

Mombèllo Monferràto Comune in provincia di Alessandria (1.148 ab., CAP 15037, TEL. 0142).

Mombercèlli Comune in provincia di Asti (2.197 ab., CAP 14047, TEL. 0141).

momentàneo, agg. Che dura un momento. ~ passeggero. <> definitivo.
 agg. 1 passing. 2 (temporaneo) temporary.
 lat. tardo momentaneus.

Momenti di gloria Film sportivo, britannico (1981). Regia di Hugh Hudson. Interpreti: Ben Cross, Ian Charleson, Nigel Havers. Titolo originale: Chariots of Fire

moménto, sm. 1 Brevissimo spazio di tempo. ~ attimo. 2 Circostanza, situazione. 3 Occasione, opportunità.
 sm. 1 moment. 2 (da un momento all'altro) at any moment. 3 (dal momento che) given that. 4 (al primo momento) at first.
In fisica e in matematica è una grandezza scalare o vettoriale data dal prodotto di una grandezza per una distanza. In meccanica il momento di una forza F, applicata nel punto A, rispetto al punto B è il prodotto vettoriale di F con il segmento orientato AB e quindi è un vettore ortogonale al piano individuato dai vettori F e AB. Nel caso di una coppia di forze, si definisce momento della coppia il vettore prodotto di una delle due forze per la distanza tra le rette di applicazione delle forze stesse. Il momento d'inerzia di un corpo puntiforme di massa m, posto alla distanza d da un asse è la quantità md2. Si definisce momento della quantità di moto il vettore prodotto della quantità di moto di un corpo, ovvero il prodotto della massa per la sua velocità, per la distanza del corpo da un punto dato.
In elettromagnetismo nel caso di due cariche elettriche uguali e opposte, a piccola distanza tra loro, ovvero di un dipolo elettrico, si definisce momento del dipolo il vettore prodotto di una delle due cariche elettriche per la distanza tra di esse. In maniera assolutamente analoga si definisce il momento di dipolo magnetico.

Momigliàno, Arnàldo (Caraglio, Cuneo 1908-Londra 1987) Storico. Tra le opere Contributi alla storia degli studi classici (1955) e Saggezza straniera (1975).

Momigliàno, Attìlio (Ceva, Cuneo 1883-Firenze 1952) Critico letterario. Tra le opere Alessandro Manzoni. La vita e le opere (1915-1919 e 1929) e Storia della letteratura italiana (1933-1935).

Mommsen, Theodor (Garding 1817-Charlottenburg 1903) Giurista, filologo e storico tedesco. Politicamente liberale fu eletto più volte deputato del Reichstag, dove fu tra gli oppositori più accaniti di Bismarck. Viaggiò a lungo in Francia e in Italia, studiò la storia romana e le sue opere divennero un punto di riferimento per lo studio dell'epigrafia latina. Tra le sue opere più importanti la Storia di Roma (1854-1856), il Diritto pubblico romano (1874-1887), Le province romane (1884) e soprattutto il Corpus Inscriptionum Latinarum redatto per conto dell'Accademia di Berlino. Nel 1902 fu insignito del premio Nobel per la letteratura.

Momo (Camerun) Dipartimento (118.000 ab.) del Camerun, nella provincia di Nord-Ovest. Capoluogo Mbengwi.

Mòmo (comune) Comune in provincia di Novara (2.881 ab., CAP 28015, TEL. 0321).

Mompantèro Comune in provincia di Torino (635 ab., CAP 10059, TEL. 0122).

Mompèo Comune in provincia di Rieti (581 ab., CAP 02040, TEL. 0765).

Momperóne Comune in provincia di Alessandria (267 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Mon oncle d'Amerique (Mio zio d'america) Film commedia, francese (1980). Regia di Alain Resnais. Interpreti: Nicole Garcia, Roger Pierre. Titolo originale: Mon oncle d'Amerique

mònaca, sf. Donna che fa parte di un ordine religioso regolare. ~ religiosa, suora. monache benedettine.
 sf. nun.
 lat. monachus, dal greco monachòs solitario, deriv. da mònos solo.

Monaca, La Romanzo di D. Diderot (postumo, 1796).

monacàle, agg. Relativo a monaco o monaca. ~ conventuale. <> laico.

monacànda, sf. Donna che sta per pronunciare i voti monacali.

monacàndo, sm. Chi è in procinto di monacarsi.

monacàrsi, v. rifl. Farsi monaca.

monacàto, sm. Stato di monaco o monaca.

monacazióne, sf. L'azione del monacarsi e la cerimonia relativa con cui si entra a far parte di un ordine monastico.

monachèlla, sf. Giovane monaca.
 dimin. di monaca.

monachésimo, sm. Fenomeno diffuso presso quasi tutte le religioni e che prevede il ritiro dalla vita sociale, al fine di poter seguire la propria fede secondo un ideale di perfezione ascetica, vivendo isolati (eremiti) o in piccole comunità (cenobiti). I primi esempi di monachesimo cristiano si ebbero nel IV sec., con l'eremita Sant'Antonio in Egitto e con le prime comunità cenobite di San Paconio nella Tebaide. Basilio di Cesarea pose le regole, al cui fondamento sono la rinuncia a ogni forma di possesso, la castità e l'obbedienza. Nell'occidente, il monachesimo fu importato a Roma da San Girolamo, per poi diffondersi nell'Europa centrale con San Bonifacio e San Colombano. Nel VI sec. San Benedetto da Norcia con la Regola riformò le regole monastiche. Di particolare importanza la riforma clunicense del X sec. e quella cistercense del XII sec.

monachìna, sf. 1 Di monaca. 2 Al plurale,faville

Monacilióni Comune in provincia di Campobasso (772 ab., CAP 86040, TEL. 0874).

mònaco, sm. (pl.-ci) 1 Appartenente a un ordine religioso. ~ frate, religioso. 2 Scaldaletto.
 sm. monk.

Mònaco (principàto) Principato dell'Europa meridionale, sulla costa francese, si affaccia sul Mediterraneo in prossimità del confine italiano ed è circondato dal dipartimento francese delle Alpi Marittime.
Il principato è essenzialmente costituito da un agglomerato urbano che si può distinguere in tre nuclei distinti: Monaco, il centro storico, che sorge su un promontorio roccioso che ospita la residenza dei principi; la Condamine, zona residenziale e degli affari; infine Montecarlo, dove sono situati il celebre casinò e i grandi alberghi.
Il clima è particolarmente mite in ogni stagione dell'anno.
Il turismo è una tradizionale risorsa, ma, un tempo elitario, è diventato oggi un turismo di massa.
Grazie alle notevoli facilitazioni fiscali, Monaco è diventato sede di innumerevoli attività finanziarie internazionali, con conseguente afflusso di capitali e installazione di istituti bancari e complessi industriali.
L'industria è localizzata a Fontvieille e nella zona del porto; è attiva nel settore chimico, meccanico, tessile, grafico, meccanico di precisione, dell'abbigliamento, elettrotecnico, del vetro e della ceramica.
Un modestissimo ruolo svolgono infine la pesca e l'agricoltura.
STORIA Colonia fenicia nell'antichità, la città passa nell'XI sec. sotto il dominio genovese. I Grimaldi ne fanno la loro signoria nel 1297, la conservano definitivamente dopo il 1419 e ne fanno riconoscere l'indipendenza dalla Francia nel 1512. Di fatto, il principato si è sempre trovato nell'orbita della Francia con la quale ha costituito un'unione doganale (1865). Nel 1911, un regime liberale vi sostituisce l'assolutismo del principe. Ranieri III Principe di Monaco dal 1949, introduce profonde riforme nella costituzione. Nel 1993 il principato viene ammesso all'ONU
Abitanti-32.000
Superficie-1,81 km2
Densità-17.679 ab./km2
Capitale-Monaco
Governo-Monarchia costituzionale ereditaria
Moneta-Franco francese
Lingua-Francese, monegasco, italiano
Religione-Cattolica

Mònaco di Bavièra Città (1.210.000 ab.) tedesca e capoluogo della Baviera. Attraversata dal fiume Isar è un grande centro commerciale, culturale e industriale. Le principali risorse sono rappresentate dalle industrie meccaniche, ottiche, elettroniche, automobilistiche, del tabacco, della birra, alimentari, conciarie, editoriali e del legno. Notevoli anche le attrattive turistiche, soprattutto durante l'Oktoberfest. Nel XII sec. la città si sviluppò sotto Enrico il Leone e nel 1255 divenne la sede dei duchi di Baviera. Nel XVI sec. appoggiò Carlo V, diventando il centro di riferimento del cattolicesimo in Germania. Dal 1806 fu sede dei re di Baviera. Dopo la prima guerra mondiale fu sede del famoso Putsch di Hitler. Il massimo sviluppo si è avuto con il secondo dopoguerra. Nel 1972 vi si sono tenute le Olimpiadi. Numerosissimi i monumenti e le località di interesse culturale (Max Planck Institute, università, Deutsches Museum). Di epoca medioevale l'Altes Rathaus (XIV-XV sec.), la Peterskirche (XII-XIV sec.) e la cattedrale gotica di Frauenkirche. Del periodo barocco e rococò la Teatinerkirche (XVII sec.) e il castello di Nymphenburg con il parco.
Convegno di Monaco
Incontro del 1938 tra Inghilterra (lord Chamberlain), Francia (E. Daladier), Italia (B. Mussolini) e Germania (A. Hitler), organizzato per cercare una soluzione al problema dei Sudeti. L'arrendevolezza di Inghilterra e Francia convinse Hitler a continuare la politica di espansionismo nazista, sfociata l'anno successivo nell'invasione della Polonia e nello scoppio della seconda guerra mondiale.

Monaco, Il Romanzo di M. G. Lewis (1796).

mònade, sf. 1 Entità indivisibile che costituisce l'essenza delle cose. 2 In meccanica statistica, ogni unità di una classe di elementi fra loro simili.
 lat. tardo monas,-adis, dal greco monàs,-àdos unità.
Il concetto di monade fu introdotto dai pitagorici per indicare gli elementi matematici fondamentali dell'universo. Ripresa in epoca moderna da G. Bruno (per il quale le monadi sono le componenti minime (le sostanze semplici) dei corpi e ciò che definisce la struttura dei corpi), fu posta da G. W. Leibniz al centro del proprio sistema filosofico. Le monadi secondo Leibniz sono sostanze che rispecchiano il tutto, specchi viventi dell'universo.

monadèlfo, agg. Relativo agli stami che hanno i filamenti concresciuti in un'unica colonna (es. genziana e malva).

monadìsmo, sm. Concezione filosofica che concepisce la realtà come una pluralità di monadi.

Monadologia Opera di filosofia di G. W. Leibniz (postuma, 1720).

Monagas Stato (503.000 ab.) del Venezuela, sull'oceano Atlantico. Capitale Maturín.

Monaghan Contea (52.000 ab.) dell'Irlanda nordorientale, nella regione di Ulster.

Monàle Comune in provincia di Asti (843 ab., CAP 14013, TEL. 0141).

monàndro, agg. Detto di fiore a un solo stame.

monàrca, sm. (pl.-chi) 1 Chi, da solo, ha il supremo governo di uno stato. ~ imperatore. 2 Re, sovrano. ~ sire.
 sm. monarch.
 lat. tardo monarcha, dal greco monàrches.

Monarchia Trattato di Dante Alighieri (1313-1318).

monarchìa, sf. 1 Regime politico caratterizzato dall'accentramento dei poteri supremi nelle mani del monarca. ~ regno. monarchia ereditaria, in cui il potere viene tramandato ai figli dal monarca. 2 Stato retto da un monarca. 3 Autorità da monarca.
 sf. monarchy.
 lat. tardo monarchia, dal greco monarchìa, comp. da mònos solo + archia, da àrchein comandare.

monarchiàni Sostenitori del monarchianismo.

monàrchico, agg. e sm. (pl. m.-ci) 1 Relativo alla monarchia. governo monarchico. 2 Che, o chi, è fautore della monarchia. aveva idee monarchiche.
 greco monarchikòs.

Monasteràce Comune in provincia di Reggio Calabria (3.520 ab., CAP 89040, TEL. 0964).

monastèro, sm. Luogo di vita comunitaria delle monache o dei monaci, convento. ~ abbazia. non si era abituato alla vita del monastero.
 sm. 1 monastery. 2 (convento) convent.
 lat. monasterium, dal greco monastèrion, deriv. da monastes monaco.

Monastèro Bòrmida Comune in provincia di Asti (1.008 ab., CAP 14058, TEL. 0144).

Monastèro di Lànzo Comune in provincia di Torino (434 ab., CAP 10070, TEL. 0123).

Monastèro di Vàsco Comune in provincia di Cuneo (1.107 ab., CAP 12080, TEL. 0174).

Monastèro, val Valle delle Alpi Retiche, tra il passo del Forno e la val Venosta, divisa in due parti dal confine italo-svizzero.

Monasteròlo Casòtto Comune in provincia di Cuneo (149 ab., CAP 12080, TEL. 0174).

Monasteròlo dél Castèllo Comune in provincia di Bergamo (860 ab., CAP 24060, TEL. 035).

Monasterólo di Savigliàno Comune in provincia di Cuneo (1.142 ab., CAP 12070, TEL. 0172).

monasticaménte, avv. In consuetudine monastica.

monàstico, agg. (pl. m.-ci) Monacale. ~ conventuale. <> laico.
 agg. monastic.
 lat. cristiano monasticus, dal greco monastikòs.

Monastièr di Trevìso Comune in provincia di Treviso (3.424 ab., CAP 31050, TEL. 0422).

Monastìr Comune in provincia di Cagliari (4.539 ab., CAP 09023, TEL. 070).

Monàte Lago in provincia di Varese, tra il lago Maggiore e il lago di Varese.

monàtto, sm. Addetto al trasporto dei malati e dei morti, ai tempi delle epidemie di peste.

 

Moncada, Hugo de (Valencia 1476?-Salerno 1528) Generale e ammiraglio spagnolo. Nominato viceré di Sicilia da Ferdinando il Cattolico (1509), fu costretto a fuggire nel 1516, in seguito a un'insurrezione popolare. Carlo V gli diede il comando della flotta nella guerra contro il re di Francia Francesco I, ma fu sconfitto e catturato da Andrea Doria nel 1524. Liberato nel 1526 fu inviato a Roma nel tentativo di bloccare la nascita della lega di Cognac e, fallito il tentativo, partecipò al sacco di Roma dell'anno successivo. Nominato viceré di Napoli fu nuovamente sconfitto dai genovesi e ucciso.

Moncalièri Comune (58.500 ab., CAP 10.024, TEL. 011) alla periferia sud di Torino, alla destra del Po. Le principali risorse economiche sono rappresentate dalle industrie meccaniche (indotto dell'automobilismo), chimiche, tessili, elettrotecniche, dell'abbigliamento, del legno e dei fiammiferi. I principali monumenti sono il castello reale (XIII-XVIII sec.) e la chiesa di Santa Maria alla Scala (XIV sec.).
Proclama di Moncalieri
Appello del 20 novembre 1849 di Vittorio Emanuele II ai piemontesi perché eleggessero al parlamento deputati favorevoli alla ratifica del trattato di pace con l'Austria, dopo la sconfitta nella prima guerra d'Indipendenza.

Moncàlvo Comune in provincia di Asti (3.523 ab., CAP 14036, TEL. 0141).

Moncàlvo, Giusèppe (Reggio Emilia 1781-Milano 1859) Attore italiano. Recitò in varie compagnie e si stabilì infine al teatro Carcano di Milano dove si distinse nell'interpretazione della maschera di Meneghino. Nel 1858 pubblicò un'Autobiografia.

Moncayo, Sierra del Massiccio montuoso della Spagna, tra le province di Soria e di Saragozza. Costituisce la massima elevazione (2.313 m) del Sistema iberico.

Moncenìsio Comune ((42 ab., CAP 10050, TEL. 0122) in provincia di Torino, in prossimità del valico omonimo. Parte del territorio del comune, compreso il valico, passò alla Francia nel 1947.
Colle di Moncenisio
Valico (2.083 m) tra la valle di Susa (Italia) e la valle d'Arc (Francia), segna il confine delle Alpi Cozie con le Alpi Graie. A sud-ovest, un valico minore chiamato Piccolo Moncenisio collega l'altopiano del Moncenisio con la valle dell'Ambin (affluente dell'Arc). Nel 1868 fu costruita da una società inglese una piccola ferrovia a cremagliera (ora dismessa) mentre la ferrovia che viene impropriamente chiamata del Moncenisio, passa invece sotto il valico del Fréjus. Già usato in epoca romana (Mons Cinerum) e all'epoca dei longobardi, il colle divenne di notevole importanza come transito per la Francia (Pipino il Breve, Carlo Magno). Passato sotto il dominio dei Savoia (XI sec.) fu sempre considerato strategicamente importante: per questo dopo la conquista del valico a opera dei francesi (1794), Napoleone vi fece costruire una strada (1803-1810 che ancora oggi collega Torino con Modane). Nel 1814 ritornò poi a far parte del regno di Sardegna e rimase all'Italia fino al termine della seconda guerra mondiale, quando gran parte del territorio ritornò ai francesi.

Moncestìno Comune in provincia di Alessandria (229 ab., CAP 15020, TEL. 0142).

Mönchengladbach Città (256.000 ab.) della Germania, nella Renania Settentrionale-Westfalia.

moncherìno, sm. Braccio mutilato della mano. ~ moncone.

Monchièro Comune in provincia di Cuneo (474 ab., CAP 12060, TEL. 0173).

Mónchio délle Córti Comune in provincia di Parma (1.469 ab., CAP 43010, TEL. 0521).

Monclàssico Comune in provincia di Trento (715 ab., CAP 38020, TEL. 0463).

mónco, agg. e sm. (pl. m.-chi) 1 Che, o chi, è mancante di una o di entrambe le braccia o le mani. ~ mutilato. aveva le braccia monche. 2 Che è incompleto. <> completo. lavoro monco, non terminato o svolto perfettamente.
 agg. 1 maimed. 2 (fig., incompleto) incomplete.
 da manco, incrociato con tronco.

moncóne, sm. 1 Moncherino. 2 Arto mozzo.

Moncrivèllo Comune in provincia di Vercelli (1.460 ab., CAP 13040, TEL. 0161).

Moncùcco Torinése Comune in provincia di Asti (749 ab., CAP 14024, TEL. 011).

mónda, sf. Il mondare.

Mondadóri, Arnòldo (Poggio Rusco 1889-Milano 1971) Editore. Nel 1907 fondò a Milano l'omonima società editoriale.

Mondadóri, Giórgio (Ostiglia 1917-) Editore italiano, figlio di Arnoldo. Ha realizzato lo stabilimento di Verona, la cartiera di Ascoli Piceno e ha fondato al periodico specializzato Editoriale Giorgio Mondadori.

Mondaìno Comune in provincia di Rimini (1.376 ab., CAP 47040, TEL. 0541).

mondàna, sf. Prostituta.
 sf. prostitute.

mondanità, sf. 1 L'essere mondano. 2 Divertimenti, piaceri mondani e l'ambiente sociale che ne è caratterizzato. ~ frivolezza. non gli piaceva tutta quella mondanità.

mondàno, agg. 1 Relativo al mondo. ~ terreno. <> divino. beni mondani, contrapposti a quelli ultraterreni. 2 Dedito ai piaceri del mondo. ~ futile, frivolo. <> austero, rigoroso. 3 Relativo all'alta società. faceva vita mondana.
 agg. society, fashionable.
 lat. mundanus, deriv. da mundus mondo.

mondàre, v. tr. Privare qualcosa della buccia o della scorza. ~ nettare, sbucciare.
 v. tr. 1 to peel. 2 (pulire) to clean.
 lat. tardo mundare, deriv. da mundus.

mondarèlla, sf. Lavoro di sarchiatura che si effettua in primavera allo scopo di eliminare le erbe che infestano i terreni coltivati.

mondarìso, sm. e sf. invar. Chi monda la risaia.

mondatóio, sm. Macchina per la cernita delle olive raccolte a mano che effettua l'eliminazione delle foglie eventualmente rimaste attaccate a esse.

mondatóre, agg. e sm. (f.-trìce) Che, o chi, monda.

mondatùra, sf. 1 Il mondare. 2 La mondiglia che si toglie.

Mondàvio Comune in provincia di Pesaro (3.803 ab., CAP 61040, TEL. 0721).

Mondego Fiume (220 km) del Portogallo. Nasce dalla serra di Estrêla e sfocia nell'oceano Atlantico.

Mondèllo Frazione del comune di Palermo, in Sicilia, posta ai piedi del monte Pellegrino, sull'insenatura compresa tra capo Gallo e punta Priola.

mondézza, sf. 1 Termine regionale equivalente a sporcizia. 2 L'essere mondo.

mondezzàio, sm. Luogo dove si raccolgono le immondizie.

mondiàle, agg. 1 Che è attinente al mondo. campionati mondiali. 2 Universale. ~ internazionale. <> locale. la pace mondiale era un'utopia. 3 Grandioso, eccezionale. ~ fantastico, grande.
 agg. worldwide, world.
 lat. tardo mundialis, deriv. da mundus mondo.

mondiàle, guèrra Le due guerre combattute nel XX sec., con il coinvolgimento di buona parte delle potenze mondiali.
Prima guerra mondiale
Politica internazionale
Le cause della guerra furono molteplici, anche se lo scoppio viene fatto risalire all'uccisione dell'erede al trono austriaco, l'arciduca Francesco Ferdinando e della moglie a Sarajevo, per opera dello studente nazionalista serbo Gavrilo Princip il 28 giugno 1914. In realtà all'origine della guerra vi erano i contrasti tra Germania, Francia e Inghilterra per i mercati dell'Europa occidentale, il desiderio della Francia di riconquistare l'Alsazia e la Lorena, passate alla Germania nel 1870, le mire russe di espansione verso sud, a scapito dell'impero ottomano, i fermenti nazionalistici in Italia e nei Balcani. Respinto l'ultimatum austriaco alla Serbia, l'Austria dichiarò guerra alla Serbia e la invase il 28 luglio 1914, provocando la mobilitazione russa in aiuto alla Serbia e la dichiarazione di guerra della Germania contro Russia (1° agosto) e Francia (3 agosto). La violazione dei confini belga e lussemburghese da parte delle truppe tedesche rese inevitabile l'entrata in guerra dell'Inghilterra (4 agosto) contro la Germania. L'Austria dichiarò a sua volta guerra alla Russia (5 agosto) e la Serbia alla Germania (5 agosto), mentre la Turchia si alleò con la Germania. Il Giappone, alleato dell'Inghilterra, dichiarò guerra alla Germania il 23 agosto, mirando alla conquista delle colonie tedesche nell'oceano Pacifico. L'Italia, alleata dell'Austria e della Germania nella Triplice Alleanza, si dichiarò neutrale trattandosi di guerra di aggressione e non essendo stata consultata preventivamente. L'Italia entrò in guerra, a fianco dell'Intesa, il 24 maggio 1915, dopo il fallimento dei negoziati con l'Austria e il patto di Londra del 26 aprile. La Bulgaria invece entrò in guerra il 14 ottobre 1915 a fianco di Austria e Germania, provocando così il crollo della Serbia. Nel 1916 anche la Romania entrò in guerra a fianco dell'Intesa (28 agosto) e l'Italia dichiarò guerra alla Germania. Il 1917 fu un anno decisivo per due eventi di estrema importanza. Gli Stati Uniti erano stati neutrali finché i continui attacchi dei sottomarini tedeschi a navi statunitensi provocarono la rottura delle relazioni diplomatiche con la Germania e l'ingresso nel conflitto il 6 aprile 1917. La Russia era stata scossa dalla crisi politica dei primi mesi del 1917 e dall'abdicazione dello zar Nicola II. Dopo la rivoluzione di ottobre, la Russia si ritirò dal conflitto, senza tuttavia cambiare le sorti della guerra, nonostante Austria e Germania potessero spostare dal fronte russo più di un milione di uomini. L'armistizio con la Germania fu firmato dal governo sovietico il 15 dicembre 1917. Con l'ingresso in guerra degli Stati Uniti, il presidente statunitense W. Wilson assunse un ruolo importante nella definizione della futura pace. Fattosi precedentemente promotore di un piano di pace che non prevedeva annessioni ed era basato sull'autodeterminazione dei popoli, l'8 gennaio 1918 Wilson stese un progetto di pace in quattordici punti. Dopo la sconfitta militare, l'Austria accettò la resa incondizionata il 3 novembre 1918. In Germania l'8 novembre l'imperatore Guglielmo II abdicò e venne proclamata la repubblica, il cui nuovo governo firmò l'armistizio l'11 novembre. Bulgaria e Turchia avevano già firmato l'armistizio in settembre, rispettivamente il 28 e il 30.
Fronti militari
Nel 1914 la guerra iniziò in agosto con la grande offensiva tedesca guidata dal generalissimo H. J. von Moltke che, attraverso il Belgio e il Lussemburgo, entrambi paesi neutrali, entrò in Francia dirigendosi verso Parigi da nord. Nella battaglia della Marna (6-9 settembre 1914) le truppe francesi di C. J. Joffre fermarono l'avanzata tedesca e il fronte si consolidò dopo le battaglie della Somme (20-30 settembre), dell'Ysère (18 ottobre-10 novembre) e di Ypres (23 ottobre-15 novembre, con l'uso, per la prima volta, dell'aggressivo chimico poi denominato iprite, dal nome della località). La guerra di movimento sperata dai tedeschi si trasformò così in guerra di trincea. Sul fronte orientale i russi invasero la Prussia e la Galizia, conquistando Leopoli, ma furono poi costretti a ritirarsi oltre il fiume Neman dalla controffensiva del generale Hindenburg (battaglia dei laghi Masuri, 9-14 settembre 1914). Sul fronte balcanico gli austriaci conquistarono Belgrado, per riperderla pochi giorni dopo (16 dicembre 1914). Il Giappone occupò alcune colonie tedesche nell'oceano Pacifico, mentre i territori tedeschi in Africa venivano occupati da francesi e inglesi, che sbarcarono anche in Mesopotamia, occupando Bassora. Nel 1915 le offensive alleate franco-inglesi ebbero scarso successo mentre sul fronte italiano le offensive si infransero sulla linea dell'Isonzo, dando inizio a una guerra di logoramento nonostante le grandi perdite da entrambe le parti. Dopo l'ingresso in guerra della Bulgaria gli austriaci riuscirono a conquistare definitivamente Belgrado (9 ottobre 1915). Il 21 febbraio 1916 si scatenò l'offensiva tedesca a Verdun, comandata da Falkenhayn e conclusa con la sconfitta dei francesi, senza però che la linea difensiva fosse annientata. Il 1° luglio Joffre bloccò per quattro mesi i tedeschi sulla Somme, battaglia nella quale vennero usati per la prima volta i carri armati. Le perdite furono spaventose: solo i francesi e inglesi contarono più di mezzo milione di morti. Sul fronte italiano gli austriaci lanciarono il 15 maggio 1916 l'offensiva chiamata Strafexpedition (spedizione punitiva) sull'altopiano di Asiago, bloccata però sul Pasubio. Il 9 agosto gli Italiani conquistarono Gorizia. Il 1917 vide l'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America, provocata dalla guerra sottomarina tedesca, ma la situazione sul fronte occidentale non mutò, nonostante l'iniziale successo degli inglesi nelle Fiandre, seguito dalla controffensiva di Hindenburg che riconquistò i territori perduti. Sul fronte italiano invece l'offensiva austro-tedesca iniziata il 24 ottobre 1917 provocò lo sfondamento della linea di difesa italiana a Caporetto e il 27 il generale Cadorna dovette ordinare la ritirata. Udine fu conquistata dagli austriaci il 28 ottobre e la ritirata si fermò soltanto sul Piave. Al posto del generale Cadorna venne nominato capo di stato maggiore il generale A. Diaz, che organizzò sul Piave la difesa contro la nuova offensiva austriaca di novembre e dicembre. Dopo l'insurrezione russa di febbraio la guerra sul fronte russo precipitò; i tedeschi conquistarono Riga il 3 settembre e il governo Kerenskij cadde. Dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi il 5 dicembre 1917, Russia e Germania firmarono l'armistizio a Brest-Litovsk. Le truppe ritirate dai tedeschi dal fronte orientale furono concentrate sul fronte francese, nel tentativo di ottenere la vittoria prima dello schieramento delle truppe statunitensi. Nonostante quattro offensive che portarono i tedeschi a poco più di 60 km da Parigi, l'ultimo attacco di Ludendorff sulla Marna venne respinto dagli alleati (15 luglio 1918) e l'8 agosto 1918 iniziò la controffensiva che portò in novembre alla liberazione di Francia e Belgio. L'11 novembre la Germania firmò l'armistizio per il fronte occidentale. Sul fronte italiano, le difese italiane sul Piave respinsero l'attacco austriaco dal 19 al 29 giugno 1918 e il 24 ottobre scattò la controffensiva che portò alla vittoria italiana nella battaglia di Vittorio Veneto il 30 ottobre. Iniziarono così le trattative che durarono pochi giorni e il 3 novembre, mentre gli italiani entravano a Trento e a Trieste, il comando austriaco accettò la resa incondizionata. Con l'abdicazione di Carlo I, l'impero austro-ungarico uscì disgregato dal conflitto.
Trattati di pace
La conferenza di pace si riunì a Parigi e portò alla firma dei trattati tra le varie nazioni belligeranti a Versailles con la Germania (28 giugno 1919), a Saint-Germain-en-Laye con l'Austria (10 settembre 1919), a Neuilly con la Bulgaria (27 novembre 1919), al Trianon con l'Ungheria (4 giugno 1920) e a Sèvres con la Turchia (10 agosto 1920). Nel 1919 nacque anche la Società delle Nazioni, ultimo dei quattordici punti previsti dal presidente americano Wilson per la pace.
Seconda guerra mondiale
Le origini della seconda guerra mondiale vengono fatte risalire all'ascesa del militarismo e del nazionalismo in Germania, Italia e Giappone. La crisi economica e politica dovuta alle ingenti riparazioni di guerra imposte alla Germania portò al potere A. Hitler (1933), mentre le mire espansioniste dell'Italia, che si annetteva l'Etiopia (1934) non provocavano più di un formale embargo economico da parte delle potenze occidentali. In Oriente il Giappone occupò la Manciuria (1932), invadendo poi la Cina. Le potenze occidentali continuarono a mantenere una politica di non intervento, sia nella guerra civile spagnola (1936), nella quale fascisti e nazisti aiutarono direttamente i franchisti, sia dopo le aggressioni tedesche in Austria e nei Sudeti, che vennero addirittura ratificate dal convegno di Monaco del 1938. Nel 1939 però, la firma del patto italo-tedesco (22 maggio) di aiuto in caso di guerra e del patto di non aggressione tra Unione Sovietica e Germania (23-24 agosto) spinsero Hitler a invadere la Polonia, nonostante l'alleanza di questa con Francia e Inghilterra.
Politica internazionale
Nel 1939 la situazione politica vide la Germania in guerra con Francia e Inghilterra alleate della Polonia, mentre l'Italia manteneva lo stato di non belligeranza e il Giappone si dichiarava neutrale per quanto riguardava la guerra in Europa. Dopo l'invasione tedesca della Polonia, Germania e Unione Sovietica stipularono il trattato del 28 settembre, con il quale venne sancita la spartizione della Polonia e l'espansione dell'influenza sovietica nel Baltico con l'annessione di fatto di Estonia, Lettonia e Lituania. 450.000 ebrei polacchi furono rinchiusi nel ghetto di Varsavia dai tedeschi. Il rifiuto della Finlandia di cedere alcune basi all'Unione Sovietica portò invece alla guerra tra le due nazioni, conclusasi con il trattato di pace del 12 marzo 1940. Governi collaborazionisti vennero instaurati in Norvegia da V. Quisling (9 aprile) e in Francia dal maresciallo H. P. Pétain a Vichy (22 giugno 1940), dopo l'ingresso in guerra dell'Italia a fianco della Germania del 10 giugno. La guida del governo inglese venne assunta da W. Churchill, che sostituì lord Chamberlain, e il 18 giugno 1940, a Londra, il generale C. De Gaulle annunciò la resistenza francese, organizzando un governo in esilio nelle colonie francesi in Africa. Il 27 giugno Germania, Italia e Giappone firmarono il Patto Tripartito, al quale aderirono Romania e Ungheria. Alla presidenza degli Stati Uniti d'America venne intanto rieletto F. D. Roosevelt, che fece approvare dal senato la legge Affitti e prestiti (9 marzo 1941) con la quale l'Inghilterra poté usufruire delle risorse dell'industria statunitense, legge estesa poi l'anno successivo anche all'Unione Sovietica. Il 14 agosto Roosevelt e Churchill firmarono la carta Atlantica, che fissava gli obiettivi comuni nel conflitto contro i nazisti. Il 22 giugno 1941 Germania e Italia dichiararono guerra all'Unione Sovietica e in dicembre agli Stati Uniti, mentre il Giappone dichiarò guerra agli Stati Uniti e all'Inghilterra. Nel 1942 i tedeschi continuarono le deportazioni degli ebrei nei territori occupati e 300.000 ebrei polacchi di Lublino furono inviati nei campi di sterminio. La Francia libera venne occupata dai tedeschi (10 novembre 1942) e la flotta francese si autoaffondò nel porto di Tolone (27 novembre). Nel 1943 si tennero importanti conferenze nelle quali gli alleati definirono i piani per lo sviluppo della guerra. Nel convegno di Casablanca dal 14 al 27 gennaio 1943, Churchill, Roosevelt, De Gaulle e Giraud decisero tra l'altro lo sbarco in Sicilia. In Italia Mussolini venne rovesciato dal gran consiglio fascista (25 luglio 1943), arrestato per ordine del re Vittorio Emanuele II e sostituito dal maresciallo P. Badoglio che inizialmente dichiarò la continuazione della guerra al fianco dei tedeschi, che assunsero però il controllo della penisola. Badoglio il 3 settembre firmò (e l'8 settembre reso noto) l'armistizio con gli alleati e, insieme al re, lasciò Roma. Il 12 settembre Mussolini fu liberato dai tedeschi a Campo Imperatore e costituì a Salò la Repubblica sociale italiana che controllava l'Italia settentrionale. Ebbe inizio allora la lotta partigiana coordinata dal Comitato di liberazione nazionale (CLN) e il 13 ottobre il governo italiano di Badoglio dichiarò guerra alla Germania. Nella Repubblica di Salò si tenne il processo contro i gerarchi contrari a Mussolini nella seduta del gran consiglio del luglio 1943, processo conclusosi con la condanna a morte, tra gli altri, di Galeazzo Ciano e di De Bono (10 gennaio), mentre il 20 luglio 1944 Hitler scampò all'attentato organizzato dal colonnello von Stauffenberg. Badoglio formò il governo di unità nazionale, con tutti i partiti che facevano parte del CLN e il governo italiano fu riconosciuto dall'Unione Sovietica (marzo 1944). Vittorio Emanuele III affidò la luogotenenza al figlio Umberto (4 giugno 1944); venne nominato capo del governo Bonomi (18 giugno). Tutta l'Italia a sud della linea gotica era in mano agli alleati, mentre i partigiani avevano liberato alcuni territori nell'Italia settentrionale (Langhe, val d'Ossola, Carnia ecc.). Il 7 dicembre gli alleati firmarono con il Comitato nazionale di liberazione alta Italia (CNLAI) i protocolli di Roma, per la collaborazione con i partigiani, e il 26 dicembre 1944 il governo Bonomi riconobbe il CNLAI come proprio rappresentante nell'Italia occupata dai tedeschi. La fine della guerra fu infine sancita dagli incontri internazionali di Jalta (4-11 febbraio 1945) tra Stalin, Roosevelt e Churchill e di Postdam (17 luglio-2 agosto) tra Stalin, Truman e Attlee, nei quali venne definito l'assetto politico mondiale e la suddivisione delle zone di influenza tra paesi occidentali e Unione Sovietica. Il 26 giugno 1945 fu adottata la Carta delle Nazioni, dando così il via all'ONU.
Fronti militari
L'invasione della Polonia iniziò il 1° settembre 1939, con settanta divisioni tedesche con l'appoggio di 3.000 mezzi corazzati e 1.700 aerei. Il 17 dello stesso mese le truppe sovietiche entrarono in Polonia e il 27 capitolò Varsavia. La Polonia risultò così divisa secondo quanto previsto dal patto Molotov-Ribbentrop. Ebbe inizio anche l'offensiva sottomarina tedesca contro la flotta inglese, che perse la portaerei Courageous e la corazzata Royal Oak, oltre a più di 800.000 tonnellate di navi mercantili. L'attacco contro la Francia iniziò il 10 maggio 1940 con l'invasione del Belgio, dell'Olanda e del Lussemburgo. Nell'aggiramento da nord della linea Maginot i tedeschi circondarono l'esercito alleato che riuscì tuttavia a imbarcarsi a Dunkerque (27 maggio-4 giugno 1940), mettendo in salvo in Inghilterra circa 350.000 uomini di cui 90.000 francesi. Il 5 giugno iniziò l'offensiva contro la linea difensiva francese sulla Somme e l'11 i tedeschi oltrepassarono la Marna. Nonostante l'insuccesso dell'attacco italiano sulle Alpi e lungo la costa, il 13 giugno il governo francese dichiarò Parigi città aperta e si ritirò a Bordeaux. Alla carica di primo ministro fu chiamato il maresciallo H. P. Pétain (16 giugno), che firmò gli armistizi con la Germania (22 giugno) e con l'Italia (24 giugno). Il piano di Hitler di invadere l'Inghilterra fu momentaneamente accantonato a favore di una massiccia offensiva aerea iniziata l'8 agosto e terminata il 31 ottobre e nota come battaglia d'Inghilterra, nella quale, nonostante le ingenti perdite subite a causa dei bombardamenti tedeschi, gli inglesi riuscirono a infliggere la prima sconfitta alla Germania. Il 28 ottobre l'Italia mosse le truppe dislocate in Albania contro la Grecia ma l'attacco venne bloccato e la controffensiva ellenica dovette essere bloccata con l'aiuto dei tedeschi. L'intervento tedesco nei Balcani, non previsto in quanto Hitler non era stato avvertito da Mussolini dell'attacco, costrinse lo stesso Hitler a rinviare il piano di attacco contro l'Unione Sovietica. La guerra si sviluppò anche sul fronte africano con gli attacchi dall'Africa orientale italiana verso il Sudan e il Kenya e dalla Libia verso l'Egitto. L'obiettivo era il controllo del canale di Suez e dei pozzi petroliferi del medio oriente, ma gli inglesi, comandati dal generale Wavell, riuscirono a respingere le truppe del maresciallo R. Graziani (1° novembre 1941). Intanto sul mare la flotta italiana era ripetutamente sconfitta dalla flotta inglese a Punta Stilo (9 luglio), Taranto (11 novembre) e Capo Teulada (27 novembre). L'8 febbraio 1941 la Grecia chiese aiuto all'Inghilterra e 50.000 soldati inglesi sbarcarono a Salonicco il 7 marzo. Pochi giorni dopo la flotta inglese sconfisse la flotta italiana a Capo Matapan. Hitler decise allora di invadere la Iugoslavia e la Grecia e Atene fu conquistata il 17 maggio, mentre Creta cadde il 21 maggio. Cominciò quindi l'offensiva prevista dal piano Barbarossa: 200 divisioni tedesche invasero l'Unione Sovietica, insieme a truppe alleate rumene, ungheresi e finlandesi e poi anche italiane (CSIR). Il 19 settembre cadde Kiev e Leningrado venne posta in stato di assedio, mentre in ottobre i tedeschi riuscirono ad arrivare fino a 50 km da Mosca, subendo però la sconfitta nel contrattacco sovietico. Sui fronti africani gli italiani subirono dure sconfitte da parte degli inglesi in Africa orientale (Amba Alagi, 18 maggio 1941) e in Libia, dove solo l'arrivo dell'Afrikakorps del generale E. Rommel impedì che cadesse Tripoli. Nell'oceano Atlantico continuò la guerra sottomarina, con ingenti perdite di navi alleate. Nell'oceano Pacifico il Giappone attaccò di sorpresa la base americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii, e poi conquistò le isole di Guam e Wake, sbarcando infine nelle Filippine e a Hong Kong.
Nella primavera del 1942 ebbe inizio la seconda offensiva dei tedeschi contro i sovietici. Hitler aveva nel frattempo assunto il comando supremo delle forze armate tedesche, che raggiunsero il Don e strinsero d'assedio Stalingrado con le truppe dell'ammiraglio von Paulus. Il 19 novembre scattò però la controffensiva sovietica che sfondò le linee tedesche a nord e a sud di Stalingrado accerchiando l'armata di von Paulus. Le truppe italiane dell'ARMIR, dislocate sul Don, furono costrette a una rapida ritirata in condizioni disperate, con elevatissime perdite. Sul fronte del Pacifico, il Giappone completò la conquista della Malesia, di Singapore, della Birmania, dell'Indonesia e delle Filippine. La flotta statunitense riuscì però a sconfiggere per la prima volta i giapponesi nella battaglia del mar dei Coralli (4-8 maggio) e nella battaglia delle Midway (4 giugno), sbarcando poi a Guadalcanal con i marine (7 agosto). Sul fronte africano Rommel riuscì ad arrivare fino a El Alamein, vicino ad Alessandria, dove il 23 ottobre si scontrò con le truppe del generale B. Montgomery (ottava armata) sconfitto dovette iniziare a ritirarsi il 5 novembre. Nel frattempo il generale D. Eisenhower sbarcava in Marocco e Algeria. Il 1943 vide l'offensiva sovietica concludersi con la resa, nonostante gli ordini di Hitler, dell'armata di von Paulus a Stalingrado (2 febbraio 1943). L'avanzata sovietica poté così proseguire su tutto il fronte, raggiungendo il Dnepr, liberando Kiev il 6 novembre 1943 e circondando i tedeschi in Crimea. Dall'Africa la guerra si spostò in Italia dove il 10 luglio gli alleati sbarcavano in Sicilia, tra Gela e Siracusa, e conquistavano Palermo il 22 luglio, senza incontrare troppa resistenza. In settembre si verificarono altri due sbarchi sulle coste italiane. Il 1° settembre fu l'ottava armata inglese a sbarcare in Calabria e il 9 la quinta armata americana, comandata dal generale Clark, sbarcò a Salerno, per entrare a Napoli il 1° ottobre 1943 dopo l'insurrezione detta delle quattro giornate. La risalita degli alleati verso nord fu però fermata sulla linea Gustav, dal Garigliano al Sangro. Sul fronte africano, gli italo-tedeschi si arresero il 12 maggio in Tunisia. Sul fronte del Pacifico, dopo l'evacuazione giapponese di Guadalcanal, iniziò in marzo l'offensiva statunitense per la liberazione delle isole Aleutine e delle isole Salomone. Come deciso nella conferenza di Teheran alla fine del 1943 da Churchill, Roosevelt e Stalin, gli alleati aprirono un secondo fronte in Europa occidentale. Lo sbarco fu organizzato dal generale Eisenhower per il 6 giugno 1944 e più di 250.000 uomini, trasportati da 4.000 navi, sbarcarono in Normandia. Altri sbarchi effettuati il 15 agosto nella Francia meridionale permisero agli alleati di liberare rapidamente tutta la Francia, con l'esclusione della Lorena, entrando a Parigi il 25 agosto. Sul fronte russo venne liberata dall'assedio Leningrado e invasa la Finlandia, che firmò l'armistizio il 19 settembre. Le truppe sovietiche entrarono a Bucarest e Sofia, raggiungendo poi a Belgrado i partigiani del generale Tito. Gli inglesi sbarcarono a Patrasso e occuparono Atene il 13 ottobre 1944. In Italia vi fu lo sbarco di Anzio (22 gennaio 1944) nel tentativo di aggiramento della linea Gustav. Il 17 maggio le truppe alleate sfondarono a Cassino ed entrarono a Roma il 4 giugno. I tedeschi riorganizzarono però una nuova linea difensiva, la linea gotica, tra Pisa e Rimini, riuscendo a bloccare l'avanzata verso nord. Nell'Italia settentrionale intanto i partigiani riuscirono a liberare alcune zone, provocando la repressione dei tedeschi (Fosse Ardeatine, strage di Marzabotto) e le controffensive delle truppe fasciste della Repubblica di Salò (battaglia delle Langhe). Nell'oceano Pacifico continuò l'avanzata alleata, e l'inizio della riconquista delle Filippine con lo sbarco dei marine a Leyte. Nella terribile battaglia aeronavale di Leyte (23-26 ottobre 1944) intervennero per la prima volta gli aerei kamikaze, nonostante i quali la flotta giapponese subì una dura sconfitta. Di estrema importanza nella guerra sul mare l'introduzione sulle navi alleate di nuove apparecchiature radar e l'attività di scorta dei convogli con le portaerei, che permisero di limitare notevolmente i danni provocati dai sottomarini tedeschi. Il 16 gennaio 1945, gli alleati bloccarono la controffensiva tedesca delle Ardenne e iniziarono un attacco su tutto il fronte. Il 6 marzo entrarono a Colonia e varcarono il Reno, il 20 marzo a Coblenza, il 23 marzo a Magonza, il 2 aprile a Münster. Il 25 aprile infine le truppe alleate e sovietiche si incontrarono a Torgau, sull'Elba. I sovietici avevano liberato Varsavia il 17 gennaio, Stettino il 6 marzo, Danzica il 20 marzo e Vienna il 13 aprile. L'Armata rossa sfondò la linea dell'Oder il 20 aprile e circondò Berlino il 22 aprile. Hitler si suicidò nel suo bunker insieme a Eva Braun il 30 aprile e il 2 maggio le truppe tedesche si arresero. Anche in Italia la situazione tedesca era critica. Il 17 aprile venne sfondata la linea gotica e i partigiani liberarono le principali città settentrionali. Mussolini fu costretto alla fuga verso la Svizzera, ma venne catturato dai partigiani e fucilato il 28 aprile. Il 7 maggio a Reims venne firmata la capitolazione di tutte le truppe tedesche e l'8 maggio la guerra in Europa ebbe termine. Sul fronte dell'oceano Pacifico, la strenua resistenza giapponese cedette a Ivojima e Okinawa e infine, con l'esplosione delle due bombe atomiche di Hiroshima (8 agosto 1945) e Nagasaki (9 agosto) che provocarono più di 100.000 morti e altrettanti feriti, il Giappone fu in ginocchio. L'Unione Sovietica entrò l'8 agosto in Manciuria mentre i cinesi liberavano Pechino e gli inglesi Singapore. La resa giapponese venne firmata sulla corazzata statunitense Missouri il 2 settembre 1945.
Trattati di pace
I trattati di pace furono firmati a Parigi il 10 febbraio 1947 con Bulgaria, Finlandia, Italia e Romania, mentre il Giappone firmò a San Francisco l'8 settembre 1951. Le stime delle perdite ammontarono a circa cinquanta milioni di vittime, delle quali circa venti milioni di russi. L'Italia perse circa 500.000 uomini, tra i quali 300.000 civili. Nell'opera di sterminio degli ebrei furono inoltre uccise circa sei milioni di persone.

mondialménte, avv. A livello mondiale.

mondìglia, sf. Parte che si toglie dalle cose che si mondano.

mondìna, sf. 1 Castagna lessata senza buccia. 2 Operaia che monda la risaia.

Mondìno déi Liùzi (Bologna 1270 ca.-1326) Anatomista e professore a Bologna. Scrisse il primo vero trattato di anatomia umana, Anatomia (1316).

móndo, agg. e sm. agg. Mondato, pulito.
sm. 1 L'insieme di elementi che, per la loro organizzazione, rendono possibile la vita con determinate caratteristiche e a determinate condizioni. ~ universo. 2 Il pianeta da noi abitato. ~ globo. 3 Gli altri pianeti e simili.
 sm. world.
 lat. mundus.
Datemi un punto d'appoggio e solleverò il mondo. Frase che esprime la fiducia di Archimede nella potenza della leva.

Mondo come volontà e rappresentazione, Il Opera di filosofia di A. Schopenhauer (1819).

Mondo della luna, Il Dramma giocoso in tre atti di F. J. Haydn, libretto di C. Goldoni (Eszterh´za, 1777).

Mondo di ieri, Il Memorie di S. Zweig (1944).

Mondo in solitudine Opera di poesia di V. Aleixandre (1950).

Mondo interno del mondo esterno del mondo interno, Il Opera di poesia di P. Handke (1969).

Mondo nuovo, Il Romanzo di A. Huxley (1932). Romanzo satirico e futuristico, costituisce un'opera importante di letteratura utopistica. Ambientato nell'anno 632 AF (After Ford, dopo Ford), rappresenta un mondo nel quale l'arte, la religione e la realizzazione individuale sono state sostituite dal conformismo sociale, dalla tecnologia neutrale e dalla stabilità narcotizzata. Gli embrioni umani dagli intellettuali A+ agli idioti E-, sono prodotti dalla inseminazione artificiale. John, individualista selvaggio, nato naturalmente, viene trovato nel Nuovo Messico, portato a Londra per esperimenti, impazzisce e si uccide quando le sue emozioni umane entrano in conflitto con il mondo nuovo. Il titolo ironico del libro è ripreso da La tempesta di Shakespeare (è un'esclamazione di Miranda quando per la prima volta vede tanti esseri umani, che le appaiono belli e perfetti).
Mondo nuovo, Il
Film commedia, italiano (1982). Regia di Ettore Scola. Interpreti: Marcello Mastroianni, Jean-Louis Barrault, Hanna Schygulla.

Mondo perfetto, Un Film drammatico, americano (1993). Regia di Clint Eastwood. Interpreti: Kevin Costner, Clint Eastwood, Laura Dern. Titolo originale: A Perfect World

Mondo piccolo: Don Camillo Opera umoristica di G. Guareschi (1948).

Mondo salvato dai ragazzini; Il Romanzo di E. Morante (1968).

Mondo secondo Garp, Il Romanzo di J. Irving (1978).

Mondo terribile Opera di poesia di A. Blok (1909-1916)

Mondòlfo Comune in provincia di Pesaro (10.374 ab., CAP 61037, TEL. 0721). Centro industriale (strumenti musicali) e turistico (balneazione presso la frazione di Marotta). Vi si trovano la chiesa di Sant'Agostino, edificata tra il XIII e il XVI sec., ed edifici di origine medievale. Gli abitanti sono detti Mondolfesi.

Mondovì Comune in provincia di Cuneo (22.155 ab., CAP 12084, TEL. 0174). Centro commerciale di prodotti agricoli e industriale (prodotti alimentari, chimici e tessili). Fondata nel XII sec. Vi si trovano la cattedrale del XVIII sec., la casa dei Bressani, costruita tra il XIII e il XV sec., e, nelle vicinanze, il santuario di Vicoforte, del XV sec. Gli abitanti sono detti Monregalesi.

mondovisióne, sf. Collegamento televisivo intercontinentale.
 sf. international broadcasting.

Mondragóne Comune in provincia di Caserta (22.277 ab., CAP 81034, TEL. 0823). Centro agricolo (coltivazione di ortaggi, frutta, olive e viti), industriale (prodotti enologici e alimentari) e turistico (stabilimenti termali e balneazione) del golfo di Gaeta. Gli abitanti sono detti Mondragonesi.

Mondrian, Piet (Amersfoort, Utrecht 1872-New York 1944) Nome d'arte di Pieter Cornelius Mondriaan. Pittore olandese. Iniziò il suo percorso artistico con il cubismo, conosciuto a Parigi nel 1911. Mondrian incominciò a eleborare un'arte fatta di semplici schemi geometrici, in cui fosse possibile ridurre gli elementi naturali a insiemi di linee verticali e orizzontali (Paesaggio di sera, 1909 e Natura morta con vaso, 1910). A partire dalla realtà condusse ricerche sistematiche, nelle quali rientrano le metamorfosi degli alberi, pervenendo all'astrazione progressiva degli oggetti naturali fino a ridurli a una struttura di sole linee orizzontali e verticali di grande impatto visivo. Utilizzò linee rette intersecantisi ad angolo retto, che riteneva essere l'angolo dell'equilibrio perfetto. Dall'incontro nel 1916 con Van Doesburg proseguì la sua elaborazione giungendo a negare ogni rapporto con l'immagine reale. Nel 1917 partecipò alla fondazione della rivista d'arte De Stijl (Lo stile), alla quale contribuì con importanti saggi teorici sulla pittura moderna. L'evoluzione della sua arte lo portò verso un'opera costituita da rettangoli delimitati da strisce nere, in cui vengono usati solo colori primari (azzurro, rosso e giallo) e non primari (nero, grigio, bianco), come nella celebre Composizione (1940). Successivamente sostituì le strisce dei contorni con mosaici di vario colore (Victory Boogie-Woogie, 1944).

monegàsco, agg. e sm. (pl. m.-chi) Che concerne il Principato di Monaco.

Monéglia Comune in provincia di Genova (2.670 ab., CAP 16030, TEL. 0185).

monellerìa, sf. Azione da monello. ~ birichinata.

monellescaménte, avv. In modo monellesco.

monellésco, agg. (pl. m.-chi) Con comportamenti da monello.

Monèlli, Pàolo (Fiorano Modenese 1891-Roma 1984) Giornalista. Tra le opere Le scarpe al sole (1921) e Mussolini piccolo borghese (1950).

monèllo, sm. 1 Ragazzo di strada vivace e discolo. ~ briccone. 2 Ragazzo maleducato.
 sm. scallywag, rascal.

Monello, Il Film comico, americano (1921). Regia di Charlie Chaplin. Interpreti: Charlie Chaplin, Jackie Coogan, Edna Purviance. Titolo originale: The Kid

monèma, sm. La più semplice unità linguistica dotata di significato.

Moneragala Distretto (351.000 ab.) dello Sri Lanka, nella parte sudorientale dell'isola. Capoluogo la città omonima.

Monesìglio Comune in provincia di Cuneo (853 ab., CAP 12077, TEL. 0174).

Monet, Claude (Parigi 1840-Giverny 1926) Pittore francese. Non ricevette una formazione culturale raffinata. Nel 1858, l'incontro a Le Havre con il pittore Eugène Boudin lo spinse verso la pittura di paesaggio. Esordì con la pittura en plein air, studiò con M. G. Gleyre e conobbe J. Renoir, A. Sisley e J. F. Bazille. La sua opera dal titolo Impression. Soleil levant (1872, Museo Marmottan a Parigi) ispirò il termine impressionismo per indicare il nuovo tipo di pittura (1874). Il paesaggio di Monet rivela un nuovo rapporto tra il pittore, la luce e il colore. La natura vive in tutta la sua mobilità e lo spettatore vive in mezzo a essa: l'acqua, fonte di vita, è un elemento fondamentale della pittura di Monet, che ricorre in numerosi quadri. Già nella Grenouillère del 1869 la mobilità dell'acqua e i riflessi sono resi distribuendo i colori a macchie accostate a forma di piccole strisce orizzontali. Lo studio del colore portò Monet a realizzare numerose variazioni sullo stesso soggetto. Tra le altre opere si ricordano Donne in giardino (1866), la serie Cattedrale di Rouen: effetto di luce mattutina; primo sole; in pieno sole; tempo grigio (1894), la serie Vedute del Tamigi (1899-1904), la serie Ninfee (1909-1926). Monet è considerato tra i principali rappresentanti dell'impressionismo.

monéta, sf. 1 Mezzo di pagamento utilizzato negli scambi, valuta. ~ divisa. 2 Disco di metallo coniato dallo stato. 3 Denaro in genere. ~ spiccioli.
 sf. 1 (denaro) money. 2 (di metallo) coin. 3 (valuta) currency.
In economia si definisce moneta qualsiasi cosa possa essere utilizzata per lo scambio di beni e servizi e per l'assegnazione del valore degli stessi. Le banconote e le monete metalliche costituiscono la moneta legale, mentre gli assegni, le cambiali, i bonifici bancari la moneta privata. Entrambi questi tipi di moneta hanno potere liberatorio dai debiti in funzione del valore della moneta, ovvero del suo potere di acquisto. In un sistema economico, la quantità di moneta circolante è regolata attraverso l'emissione, ed eventualmente il ritiro, di moneta da parte della banca centrale ed è inferiore al valore complessivo degli scambi effettuati nel corso di un anno, essendo quindi caratterizzata dalla velocità di circolazione superiore a uno.

monetàbile, agg. Che può essere ridotto in moneta.

monetàggio, sm. Spesa per la coniazione della moneta.

monetàle, agg. Concernente la moneta.

monetàre, v. v. tr. Trasformare in moneta.
v. intr. Coniare moneta.

monetàrio, agg. Relativo alla moneta.
 agg. monetary.
 lat. tardo monetarius.

monetarìsmo, sm. Teoria particolarmente attiva negli anni '80 che sostiene che il ciclo economico è controllato dall'offerta di moneta e non dal volume degli investimenti come sostenuto dai keynesiani.

monetarìsta, sm. Sostenitore del monetarismo.

monetazióne, sf. La fabbricazione della moneta.

monetizzàre, v. tr. 1 Determinare il valore in denaro di un bene. 2 Convertire qualcosa in denaro.

monetizzazióne, sf. Trasformazione in moneta.

Monfalcóne Comune (27.000 ab., CAP 34074, TEL. 0481) in provincia di Gorizia sulla costa adriatica del golfo di Panzano. Le principali risorse economiche sono date dai cantieri navali e dalle industrie meccaniche correlate, oltre alle industrie chimiche, alimentari, tessili, elettroniche ed elettrotecniche. Interessanti i resti delle terme romane.

Monferràto Storica regione piemontese, approssimativamente compresa tra i fiumi Po, Tanaro, Belbo e Bormida. Una depressione la divide in Alto Monferrato a sud e Basso Monferrato a nord. Il territorio prevalentemente collinoso favorisce l'economia agricola della regione, basata sulla coltivazione di cereali e della vite, con elevata produzione di vini pregiati. I principali centri della regione sono Acqui, Alba, Alessandria, Asti, Canelli, Casale Monferrato e Nizza Monferrato. Tra il X e l'XI sec. si formò il marchesato del Monferrato, assegnato dapprima agli Aleramici per passare poi a Federico II Gonzaga, duca di Mantova, al quale fu dato da Carlo V. Le guerre dinastiche scoppiate dopo che Francesco IV morì senza lasciare eredi furono combattute dal 1613 al 1617 e dal 1627 al 1630 a seguito della rivendicazione della regione da parte di Carlo Emanuele di Savoia. Il trattato di Cherasco (1631) divise il Monferrato tra Francia, Savoia e Gonzaga. Dopo la guerra di successione spagnola, il trattato di Utrecht (1713) assegnò l'intero Monferrato ai Savoia.

monferrìna, sf. Antica danza popolare del Monferrato.

monferrìno, agg. e sm. agg. Relativo al Monferrato.
sm. Nativo o abitante del Monferrato.

Monfòrte d'Àlba Comune in provincia di Cuneo (1.968 ab., CAP 12065, TEL. 0173).

Monfòrte San Giórgio Comune in provincia di Messina (3.226 ab., CAP 98041, TEL. 090). Centro agricolo (olive, uva e vino) e industriale (lavorazione del legno e materiali edili).

Monfùmo Comune in provincia di Treviso (1.381 ab., CAP 31010, TEL. 0423).

Mongardìno Comune in provincia di Asti (891 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

Monge, Gaspard (Beaune 1746-Parigi 1818) Matematico francese. Inventò la geometria descrittiva e fondò con altri la Scuola politecnica di Parigi.

Monghidòro Comune in provincia di Bologna (2.940 ab., CAP 40063, TEL. 051).

Mongiàna Comune in provincia di Vibo Valentia (969 ab., CAP 88020, TEL. 0963).

Mongiardìno Lìgure Comune in provincia di Alessandria (237 ab., CAP 15060, TEL. 0143).

Monginévro Il colle del Monginevro, situato sulle Alpi Cozie, è il valico percorso dalla strada che unisce la val di Susa alla valle della Durance in Francia. Per le pendenze non molto accentuate e per la sua facile attraversata è una delle strade transalpine di maggiore importanza. Il valico era utilizzato già dai romani e la strada da Susa a Briançon fu fatta costruire da Napoleone nel 1807.

Mongiùffi Melìa Comune in provincia di Messina (975 ab., CAP 98030, TEL. 0942).

mongolfièra, sf. Pallone aerostatico la cui spinta ascensionale è data dall'aria calda che lo riempie. Il nome deriva dai fratelli francesi Jacques-Etienne e Joseph-Michel Montgolfier che lo inventarono nel 1783. La mongolfiera era costituita da un involucro di seta impermeabilizzata a forma di sacco, sotto al quale era posto, in una navicella saldamente collegata al pallone per mezzo di robuste funi, un braciere per riscaldare l'aria all'interno del pallone. La stessa navicella, nelle mongolfiere destinate al trasporto di persone e cose, ospitava anche l'eventuale carico umano e le merci. Oggi gli aerostati utilizzano gas più leggeri dell'aria, come l'idrogeno (molto più efficace, ma altamente infiammabile) e l'elio (meno leggero dell'idrogeno, ma non infiammabile). Oltre all'impiego nel volo aerostatico sportivo, che utilizza ancora la spinta dell'aria calda (prodotta però con piccoli bruciatori a gas), attualmente gli aerostati vengono principalmente utilizzati per rilievi meteorologici (palloni sonda) e trasportano esclusivamente strumenti scientifici per lo studio dell'atmosfera.
 sf. hot-air balloon.

mòngoli Popolazioni dell'Asia centrale, prevalentemente nomadi, cha hanno abitato la regione compresa tra il lago Baikal, il Tibet e la Manciuria. Le prime testimonianze di gruppi mongoli risalgono al I sec. d. C. ma furono le migrazioni degli avari e degli unni nel V sec. e le conquiste di Gengis Khan all'inizio del XIII sec. a far conoscere i mongoli in Europa. Le piccole tribù nelle quali erano suddivise le popolazioni mongole prima di Gengis Khan furono da questi riunite all'inizio del XIII sec., formando un impero dell'intera Mongolia, per espandersi poi dalla Cina all'Europa orientale. Alla morte di Gengis Khan, si formarono due khanati, in Russia e in Persia con il khan Hulagu, mentre il fratello Kubilay diventava imperatore della Cina, dando vita alla dinastia Yuan. Nel XIV sec. vi fu una nuova unificazione di parte dell'impero di Gengis Khan, sotto Tamerlano, il quale portò la capitale a Samarcanda. Babur, nipote di Tamerlano, nel 1526 fondò in India lo stato Moghul, che resistette fino all'arrivo degli inglesi nel XIX sec.

Mongòlia Repubblica dell'Asia centrale, confina a nord con la Russia e sud con la Cina.
Il Paese è costituito da un insieme di altopiani stepposi, che a nord e a ovest si innalzano in catene montuose e digradano a sud-ovest nel vastissimo deserto dei Gobi.
La massima elevazione si ha sul confine occidentale con la Cina e la Russia nella cima del Tabyn-Bodio-Ola, 4.355 m) appartenente alla catena dell'Altaj mongolo, disposta in direzione nord-ovest/sud-est lungo il confine cinese.
Le catene del Tannu Ola, dei Saiani orientali e degli Hentey tracciano il confine da ovest a est con la Russia.
Presenta varie cime sopra i 4.000 m la catena degli Hangay, interamente in territorio mongolo.
I fiumi principali sono: il Selenga, tributario del mar Glaciale Artico attraverso il lago Bajkal, il Kerulen, l'Onon, lo Jenisej, tributari del Pacifico.
Numerosi sono i bacini lacustri chiusi, situati tra le catene del Tannu Ola e dell'Altaj Mongolo (Hara-Nur e l'Hirgis-Nur).
Il clima è spiccatamente continentale, data la lontananza dal mare, con ampie escursioni stagionali, inverni particolarmente rigidi e precipitazioni nel complesso scarse.
La capitale è Ulaanbataar (Ulan Bator), che raccoglie circa un quarto della popolazione del paese ed è oggi un importante centro industriale e culturale; altri centri amministrativi sono Cojbalsan e Ulangom; Bator e Darkhan sono nodi di comunicazione.
Nel sud il centro più attivo è Sain-Sand, nodo ferroviario tra Ulan Bator e Pechino.
La popolazione attuale è composta prevalentemente da mongoli di diversi gruppi e da minoranze di russi e di cinesi. Tuttora alto è il numero di nomadi, dediti alla pastorizia.
L'assetto economico della Mongolia deriva dalla contemporanea presenza delle attività agricolo-pastorali tradizionali e l'introduzione di una programmazione di tipo socialista, che mira all'industrializzazione e alla modernizzazione del paese.
Le attività primarie, l'agricoltura, ma soprattutto allevamento del bestiame, continuano a costituire la base della vita produttiva del paese.
Le colture principali sono il frumento, l'avena e l'orzo, le patate e gli ortaggi.
L'allevamento del bestiame rappresenta la principale fonte di reddito del Paese, diversificato secondo le aree geografiche: in montagna i bovini, nelle steppe gli ovini e i caprini oltre ai cavalli; nelle aree semi desertiche i cammelli, fiorenti le attività connesse (casearie, lattiere, conciarie).
Buone prospettive presenta lo sfruttamento delle foreste.
Le risorse minerarie sono ingenti; si estraggono in particolare carbone, stagno, lignite, oro, manganese, tungsteno, piombo, zinco, petrolio, rame e molibdeno.
L'energia elettrica è prevalentemente di origine termica.
L'industria è orientata alla trasformazione delle materie prime locali e alla creazione di una produzione di base. Sono sorte raffinerie di petrolio, cementifici, impianti metallurgici e meccanici oltre a conservifici e altri complessi alimentari, aziende tessili, concerie, impianti per la lavorazione del legno.
Autonoma nel 1911, la Mongolia esterna, sostenuta dalla Russia sovietica a partire dal 1921, diventa una repubblica popolare nel 1924 e ottiene l'indipendenza nel 1945. Nel 1990 il partito unico rinuncia al monopolio del potere.
Abitanti-2.410.000
Superficie-1.566.500 km2
Densità-1,5 ab./km2
Capitale-Ulaanbaatar (Ulan Bator)
Governo-Repubblica parlamentare
Moneta-Tughrik
Lingua-Mongolo
Religione-Lamaista

Mongòlia Intèrna Regione (22.070.000 ab.) autonoma della Cina, capoluogo Hohhot.

mongòlico, agg. (pl. m.-ci) Proprio della Mongolia.

mongòlide, agg. e sm. Che, chi appartiene alla razza mongoloide.

mongolìsmo, sm. Affezione congenita, caratterizzata da deficienza mentale e da malformazioni somatiche.

mòngolo, agg. e sm. Relativo o appartenente alla Mongolia.

mongolòide, agg., sm. e sf. agg. 1 Che presenta caratteri somatici simili a quelli degli abitanti della Mongolia. 2 Che presenta caratteri del mongolismo. bambino mongoloide.
sm. e sf. 1 Chi appartiene alla razza mongola. 2 Chi è affetto da mongolismo.
 agg., sm e sf. Mongol.
 da mongolo +-oide.

mongòmeri => "montgomery"

mongoz, sm. invar. Nome comune del Lemur mongoz mongoz, un piccolo lemure appartenente alla famiglia dei Lemuridi, originario del Madagascar nordoccidentale e delle isole Comore.

Mongràndo Comune in provincia di Biella (4.020 ab., CAP 13053, TEL. 015).

Mongrassàno Comune in provincia di Cosenza (1.901 ab., CAP 87040, TEL. 0984).

Monguèlfo (in ted. Welsperg) Comune in provincia di Bolzano (2.402 ab., CAP 39035, TEL. 0474).

Mongùzzo Comune in provincia di Como (1.693 ab., CAP 22046, TEL. 031).

Mònica (Tagaste Numidia 331-Ostia 387) Santa e madre di Sant'Agostino. Seguì il figlio in Italia ove morì. Aveva i genitori cristiani e seppe confortare e assistere Sant'Agostino durante la sua crisi, preludio della conversione al cristianesimo.

Monicèlli, Màrio (Viareggio 1915-) Regista cinematografico. Diresse Guardie e ladri (1951), I soliti ignoti (1958), La grande guerra (1959), L'armata Brancaleone (1966), Il marchese del Grillo (1982), Amici miei, atto II (1982), Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984), Speriamo che sia femmina (1986), Parenti serpenti (1992), Facciamo paradiso (1995).

Monìga dél Gàrda Comune in provincia di Brescia (1.390 ab., CAP 25080, TEL. 0365).

monìle, sm. Ornamento prezioso che si porta al collo. ~ gioia.
 lat. monile.

monìlia, sf. Genere di fungi imperfetti la cui riproduzione avviene mediante piccole spore disposte in microscopiche catenelle.

monilìasi, sf. Gruppo di malattie acute, subacute o croniche provocate da Funghi del genere Candida.

moniliòsi, sf. Denominazione generica di malattie parassitarie provocate da Funghi del genere Sclerotinia che colpiscono organi di piante appartenenti a specie diverse.

Monimiàcee Famiglia di piante sempreverdi, per lo più arbustacee e arboree, appartenenti all'ordine delle Policarpiche, originarie delle zone tropicali dell'emisfero meridionale.

monìsmo, sm. Concezione filosofica che riconduce la realtà a un unico principio.

monìstico, agg. (pl. m.-ci) Che concerne il monismo.

mònito, sm. Ammonizione severa e solenne. ~ ammonimento.
 sm. warning.
 lat. monitum, deriv. da monere ammonire.

mònitor, sm. invar. 1 Apparecchiatura per l'osservazione e il controllo dello stato di un sistema in evoluzione. i monitor erano stati danneggiati dal fulmine. 2 Piccolo televisore che permette di controllare l'andamento di una trasmissione.
 sm. invar. monitor.
 lat. monitor,-oris, deriv. da monitus, p.p. di monere ammonire.

monitoràggio, sm. Controllo e osservazione di un fenomeno fisico eseguito con il monitor. l'inclinazione della torre di Pisa è sottoposta a monitoraggio permanente.

monitoràre, v. tr. Controllare, mediante monitoraggio.

monitóre, sm. Nave da guerra di poco pescaggio, utilizzata per azioni costiere.

monitòrio, agg. e sm. agg. Che ammonisce.
sm. Lettera dell'autorità ecclesiastica che impone la rivelazione di un fatto.

Moniz, Antònio Caetano (Estarreja 1874-Lisbona 1956) Neurologo portoghese. Il primo a operare la lobotomia, nel 1949, con W. R. Hess fu insignito del premio Nobel per la medicina.

Monk, Meredith (Lima 1942-) Ballerina e coreografa statunitense. Lavorò nel teatro-danza d'avanguardia.

Monleàle Comune in provincia di Alessandria (697 ab., CAP 15059, TEL. 0131).

Monmouth, James Scott (Rotterdam 1649-Londra 1685) Duca e militare inglese. Figlio naturale di Carlo II e di Lucy Walters. Fu a capo delle truppe inglesi nella guerra d'Olanda (1674) e comandò l'esercito inglese contro la rivolta scozzese dei covenanters, ottenendo la vittoria di Bothwell Bridge (1679). Il partito protestante lo designò al trono, ma il padre Carlo II gli preferì il futuro re Giacomo II. Dopo la morte del padre (1685) tornò in Inghilterra e guidò la rivolta protestante contro Giacomo II, ma fu sconfitto a Sedgemoor, catturato e giustiziato.

mònna, sf. Madonna, signora.

Monnet, Jean (Cognac 1888-Houjarray 1979) Politico e finanziere francese. Ispirò il piano per l'unificazione europea (Schuman, dal ministro che lo presentò nel 1950) e dal 1952 al 1955 fu presidente della CECA.

Mònno Comune in provincia di Brescia (570 ab., CAP 25040, TEL. 0364).

mòno, pref. Nelle parole composte significa uno o uno solo.

Mono Fiume (400 km) dell'Africa occidentale, nasce al confine tra gli stati del Togo e del Benin e sfocia nel golfo di Benin.
Mono
Provincia (610.000 ab.) del Benin, al confine con il Togo. Capoluogo Lokossa.

mono- 1 In chimica, prefisso che indica la presenza in un molecola di un solo atomo o gruppo atomico. 2 Primo elemento di parole composte.
 greco mónos solo.

monoàlbero, agg. invar. Detto della distribuzione di un motore a scoppio a quattro tempi con un solo albero a camme in testa.

monoàsse, sm. Dispositivo caratterizzato da un solo asse.

monoatòmico, agg. (pl. m.-ci) Che contiene un solo atomo.

monoauràle, agg. 1 Che interessa un solo orecchio. 2 Detto di registrazione o di riproduzione non stereofonica dei suoni.

Monoblefaridàli Ordine di Funghi Mastigomiceti caratterizzati da micelio ben sviluppato.

monoblòcco, agg. e sm. agg. Che è composto di un solo blocco. quell'auto dispone di un motore monoblocco.
sm. Motore a combustione interna, nel quale i cilindri sono ricavati da un unico blocco di ghisa.
 da mono-+ blocco.

monocàmera, sf. Piccolo appartamento costituito da un'unica stanza.

monocameràle, agg. Detto di sistema parlamentare basato su una sola camera legislativa.
 agg. unicameral.

monocàrpico, agg. (pl. m.-ci) Detto di pianta che fiorisce e fruttifica un'unica volta e poi muore.

monocàsio, sm. Infiorescenza a cima unipara.

monocèfalo, agg. e sm. 1 Avente una sola testa. 2 In araldica, di figura rappresentante un mostro con due corpi e una sola testa.

monocellulàre, agg. Organismo costituito da una sola cellula.

monocilìndrico, agg. (pl. m.-ci) Detto di motore a combustione interna fornito di un unico cilindro.

monocìta, o monocìto, sm. (o monocito). Globulo bianco del sangue avente notevoli dimensioni, da 20 a 25 micron di diametro.

monocìto, sm. Leucocito mononucleato con il nucleo ovale o reniforme di grandi dimensioni e abbondante citoplasma.

monocitòsi, sf. Aumento del numero dei monociti del sangue.

Monoclamidèe Gruppo di piante Dicotiledoni con fiori sprovvisti di perianzio o muniti di un solo verticillo perianziale.

monoclìno, agg. 1 Detto di pianta che ha fiori ermafroditi. 2 Detto di uno dei sistemi cristallografici e dei cristalli che vi fanno parte.

monòcolo, sm. 1 Chi ha un solo occhio. ~ guercio. 2 Lente per un occhio solo.

monocolóre, agg. invar. 1 Che ha un unico colore. 2 Costituito da un unico partito.
 agg. (governo) one-party government.

monocoltùra, sf. 1 Coltivazione sullo stesso terreno di una sola pianta. 2 Sistema economico di un paese caratterizzato dalla produzione di un solo prodotto.

monocòrde, agg. Uniforme, monotono. ~ piatto. <> variato, ricco.

monocòrdo, sm. Antico strumento musicale a una sola corda.

Monocotilèdoni In botanica è la classe di piante angiosperme il cui embrione è provvisto di un solo cotiledone. Prevalentemente erbacee, esistono specie di interesse nell'agricoltura (riso, frumento, mais) e a scopo decorativo (Amarillidacee, Liliacee, Orchidacee). Le foglie sono caratterizzate dalle nervature parallele e i fiori dai verticilli trimeri.

monocottùra, agg. Materiale ceramico ottenuto in una sola cottura.

monocristàllo, sm. In cristallografia, individuo cristallino di dimensioni maggiori rispetto ai cristalli degli aggregati policristallini che viene facilmente manipolato e per questo è particolarmente adatto a determinati studi cristallografici, meccanici o ottici.

monocromàtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Che ha un solo colore. 2 Si dice di una radiazione semplice di determinata lunghezza d'onda. 3 Per esetensione, si dice di fascio luminoso di un solo colore, composto di onde di una data lunghezza, non decomponibile.

monocromatìsmo, sm. Uniformità di colore.

monocromatóre, sm. 1 Dispositivo ottico atto a selezionare una determinata radiazione monocromatica da una sorgente luminosa policromatica. 2 Apparecchio in grado di selezionare tra le particelle appartenenti a un fascio quelle che hanno la stessa velocità.

monocromìa, sf. Pittura o stampa realizzata in un unico colore.

monocròmo, o monòcromo, agg. Caratterizzato dall'impiego di un solo colore. ~ monocromatico. <> colorato.

monoculàre, agg. 1 Che ha un solo occhio. 2 Che permette di vedere mediante un unico occhio.

monocultùra => "monocoltura"

Monod, Jacques (Parigi 1910-Cannes 1976) Biochimico francese. Nel 1965, con F. Jacob e A. Lwoff, fu insignito del premio Nobel. Compì importanti studi di genetica molecolare e scrisse Il caso e la necessità (1970).

monodìa, sf. Canto a una sola voce.

monòdico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a monodia.

monòdromo, agg. A un solo valore, univoco.

monofàse, agg. invar. Di circuito o strumentazione funzionante a corrente alternata che non presenta differenze di fase.

monofiodónte, agg. Di mammifero, che presenta una sola dentizione che dura tutta la vita.

monofisìsmo, sm. Dottrina cristiana condannata come eretica dai sinodi di Costantinopoli del 448 e di Calcedonia del 451. Viene fatta risalire a Eutiche nel V sec. e ha come base il riconoscimento della sola natura divina di Cristo. Attualmente è seguita dalle chiese orientali copta, armena e siriaca.

monofisìta, sm. e sf. (pl. m.-i) Fautore del monofisismo.

monofìto, agg. Coltivazione costituita da una sola specie vegetale.

monofònico, agg. (pl. m.-ci) Detto di un sistema non stereofonico di registrazione o riproduzione dei suoni.

monòfora, sf. Finestra con un'unica apertura.

monofùne, sf. Teleferica che ha un unico cavo chiuso ad anello che funge contemporaneamente da traente e da portante.

monogamìa, sf. Vincolo coniugale di un solo uomo con una sola donna. la monogamia fa parte delle tradizioni cattoliche.
 lat. tardo monogamia, dal greco monogamìa, comp. da mono-, da monos uno solo + gameìn sposare.

monogàmico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a monogamia.

monògamo, agg. e sm. Che, o chi, pratica la monogamia.

monogatari, sm. invar. Termine della letteratura giapponese che indica un componimento avente carattere narrativo.

monogènesi, sf. invar. Origine unica delle razze umane.

monogenètico, agg. (pl. m.-ci) Che ha un'unica origine.

monogènico, agg. (pl. m.-ci) 1 In geografia fisica, di forma topografica elaborata tutta nelle stesse condizioni. 2 In geologia, di roccia i cui elementi hanno tutti la stessa natura. 3 Relativo alla monogenesi.

monogenìsta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) In antropologia, di seguace del monogenismo.

Monogonónti Classe di rotiferi, generalmente di acqua dolce, che si riproducono per anfigonia e per partenogenesi.

monografìa, sf. Scritto su un determinato soggetto di una data materia. ~ saggio, trattato.
 sf. monograph.

monograficaménte, avv. In modo monografico.

monogràfico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a monografia.
 agg. monographic.

monogràmma, sm. (pl.-i) Complesso di lettere intrecciate per indicare un nome proprio.
 sm. monogram.

monogrammàtico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a monogramma o composto da un monogramma.

Monogràptidi In paleontologia, famiglia di graptoliti che comprende organismi fossili aventi logge disposte lungo un solo lato dell'asse (stolone).

monoicìsmo, sm. In botanica, ermafroditismo.

monòico, agg. (pl. m.-ci) Relativo a piante che hanno fiori bisessuali o fiori sia maschili che femminili nello stesso individuo.

monokìni, sm. invar. Costume femminile costituito dal solo pezzo inferiore del bikini.

monolatrìa, sf. Adorazione di un solo essere divino.

monolìngue, agg. 1 Detto di chi conosce una sola lingua. 2 Detto di ciò che è redatto in una sola lingua.
 agg. monolingual.

monolinguìsmo, sm. Condizione di chi si esprime in una sola lingua.

monoliticaménte, avv. In modo monolitico.

monolìtico, agg. (pl. m.-ci) 1 Costituito da un solo monolito. 2 Estremamente compatto. ~ duro. <> duttile.

monolitìsmo, sm. Carattere o comportamento monolitico.

monòlito, sm. 1 Blocco roccioso tutto di un pezzo. 2 Opera architettonica costituita da un unico blocco di materiale.
 lat. tardo monolithus, dal greco monòlithos.

monolocàle, sm. Abitazione di un solo locale.
 sm. one-room flat.

monologàre, v. intr. 1 Parlare con se stesso. 2 Recitare un monologo.

monòlogo, sm. (pl.-ghi) 1 Parte drammatica recitata da un unico attore. ~ soliloquio. la scena del monologo era la migliore. 2 Composizione drammatica per un solo attore. interpretava dei monologhi. 3 Il parlare con se stessi.
 sm. monologue.
 dal greco tardo monòlogos, che parla da solo, comp. da mono-, da monos solo + deriv. da lègein parlare.

monomanìa, sf. 1 Persistenza ossessiva di un'unica idea. 2 Fissazione.

monomaniacàle, agg. Proprio della monomania.

monomanìaco, agg. e sm. (pl. m.-ci) Che, o chi, è affetto da monomania.

monòmero, agg. e sm. Di sostanza le cui molecole si possono unire formando polimeri.

monometallìsmo, sm. Sistema monetario in cui la moneta legale è costituita da un solo metallo.

monòmio, sm. Espressione algebrica costituita da più fattori letterali preceduti da un coefficiente numerico.

monomòrfo, agg. Di un gruppo animale o vegetale, avente le stesse caratteristiche.

monomotóre, agg. Che è fornito di un solo motore.

mononucleàto, agg. Che ha un solo nucleo.

mononucleòsi, sf. Malattia febbrile causata dal virus di Epstein-Barr. Diffusa soprattutto fra i giovani, può essere contratta in qualsiasi ambiente affollato, essendo estremamente contagiosa (è detta anche "malattia del bacio"). Spesso il contagio decorre in maniera asintomatica e solo in una minoranza di casi si manifesta con l'ingrossamento dei linfonodi del collo, mal di gola, febbre, astenia.

monopartitìsmo, sm. La concezione di un sistema politico fondato su un unico partito.

monopàttino, sm. Giocattolo costituito da un grosso pattino a rotelle, a volte dotato di manubrio.

monopètalo, agg. Di fiori, la cui corolla è composta di un solo petalo.

monopètto, sm. invar. Abito la cui giacca ha una sola fila di bottoni.

monophlebus, sm. invar. Genere di Insetti Emitteri Omotteri comprendente cocciniglie diffuse nei paesi caldi.

Monoplacòfori Classe del tipo dei Molluschi, sottoregno dei Metazoi. Molluschi marini muniti di una conchiglia in un sol pezzo. Affini agli Anellidi, è nota una sola specie vivente.

monoplàno, sm. Aeroplano dotato di un solo piano di ali.

Monòpoli Comune (43.500 ab., CAP 70043, TEL. 080) in provincia di Bari sulla costa adriatica. Le principali risorse economiche sono rappresentate dall'agricoltura, con coltivazioni di agrumi, olive e viti, e dalle industrie alimentari, cantieristiche e meccaniche, chimiche, del legno e del cemento. Fu fondata nel VI sec. I principali monumenti sono il castello e la chiesa di Santa Maria Amalfitana, entrambi del XII sec.

monòpoli, sm. Gioco di simulazione delle attività commerciali e di scambio della Borsa.

monopòlio, sm. 1 Regime di mercato nel quale è presente un solo venditore di un determinato bene o servizio e uno o più acquirenti. ~ privativa. 2 Privilegio esclusivo. ~ esclusività.
 sm. monopoly.
L'unico venditore in presenza di più acquirenti può controllare totalmente il mercato, sia per quanto riguarda la quantità offerta, sia per il prezzo richiesto, tenendo tuttavia presente che il prezzo è comunque regolato dalla domanda del bene o servizio. Se possibile, il venditore in regime di monopolio segmenta il mercato in funzione delle caratteristiche della domanda, differenziando poi il prezzo in ogni segmento.
Monopolio fiscale
Si determina un regime di monopolio fiscale quando è lo stato a riservarsi la produzione o commercializzazione di determinati beni o servizi, a fini fiscali. In Italia ciò avviene per esempio per il tabacco, il lotto, le carte da gioco.

monopolìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi esercita un monopolio.

monopolisticaménte, avv. In regime di monopolio.

monopolìstico, agg. (pl. m.-ci) Che è soggetto a monopolio.

monopolizzàre, v. tr. 1 Avere il monopolio di un mercato. 2 Accentrare su di sé un complesso di poteri o di funzioni. ~ accentrare.
 v. tr. to monopolize.

monopolizzatóre, agg. e sm. Chi, o che, monopolizza.

monopolizzazióne, sf. Il monopolizzare.

monopósto, agg. invar. Mezzo di trasporto a un solo posto.

monopsònio, sm. Situazione di mercato caratterizzata dall'accentramento della domanda nelle mani di un solo soggetto.

monòptero, agg. 1 Di tempio rotondo privo di cella. 2 Secondo Vitruvio, relativo a un tempio che ha una sola fila di colonne intorno alla cella.
 greco monópteros a una sola ala.

monoreattóre, sm. Aereo con un solo motore a reazione.

monorifrangènte, agg. In ottica, relativo a sostanza che dà una rifrazione semplice.

monorotàia, agg. invar. Detto di mezzo di trasporto che corre su una sola rotaia.

monosaccàridi I più semplici zuccheri o carboidrati, cui appartengono tra gli altri il glucosio, il galattosio e il fruttosio. Si tratta di carboidrati che non possono essere scissi per idrolisi. Generalmente di natura vegetale, si possono ottenere anche per idrolisi dai glucosidi. Le caratteristiche ottiche sono dovute all'asimmetricità della molecola degli atomi di carbonio. Generalmente di sapore dolce, incolori e solubili in acqua, si alterano in alcali per isomerizzazione o rottura della catena del carbonio.

monoscì, sm. invar. Attrezzo usato per lo sci alpino o d'acqua, costituito da un solo sci di maggiori dimensioni.

monoscòpio, sm. Immagine policromatica consistente in un disegno fisso di prova, per la messa a punto dei televisori.

monosillàbico, agg. (pl. m.-ci) Che è composto di una sola sillaba.

monosìllabo, sm. Parola composta di una sola sillaba.

monoskì => "monoscì"

monospermìa, sf. In biologia, tipologia di fecondazione, la più diffusa, caratterizzata dalla penetrazione di un solo spermatozoo nell'ovulo.

monostàdio, agg. Di missile, avente un solo stadio.

monostelìa, sf. Presenza, in fusti e radici, di un unico cilindro o in una sola stele centrale.

monòstico, agg. e sm. (pl. m.-ci) Di componimento, che è costituito da un solo verso.

monostìlo, agg. Relativo a una colonna o a un pilastro in cui la sezione trasversale del fusto presenta una forma geometrica semplice come un cerchio, un rettangolo o un quadrato.

monostròfico, agg. (pl. m.-ci) Di componimento costituito da una sola strofa.

monoteìsmo, sm. Ogni religione che adora un solo dio.

monoteìsta, sm. e sf. (pl. m.-i) Chi professa il monoteismo.

monoteìstico, agg. (pl. m.-ci) Relativo al monoteismo.

monotelìta, agg., sm. e sf. (pl. m.-i) Seguace del monotelismo.

monotemàtico, agg. (pl. m.-ci) Di composizione musicale sviluppata su un unico tema.

monotipìa, sf. Composizione tipografica con macchina che fonde i singoli caratteri separatamente.

monotipìsta, sm. Operaio che compone in monotipia.

monòtipo, sf. invar. Monotype.

Monotocàrdi Raggruppamento di Molluschi Gasteropodi Prosobranchi suddiviso negli ordini dei mesogasteropodi e degli stenoglossi. Le sue specie hanno un cuore con un solo atrio.

monotonaménte, avv. In modo monotono.

monotonìa, sf. 1 L'essere monotono. 2 Noiosa insistenza o ripetizione.

monòtono, agg. 1 Che ha tono senza variazioni. ~ immutabile, invariato. <> mutevole. 2 Noioso, monocorde, uniforme. ~ uguale. <> modulato.
 agg. monotonous.
 lat. tardo monotonus, dal greco monòtonos.

Monotrèmi Primitivi Mammiferi ovipari (detti anche prototeri), propri dell'Australia, Nuova Guinea e Tasmania. Lo scheletro rispetto agli altri Mammiferi è munito di coracoide (osso proprio degli Uccelli dei Rettili e degli Anfibi) che collega le scapole con lo sterno. Hanno una cloaca in cui sboccano i condotti urogenitale e intestinale. Hanno marsupio per allattare i piccoli dopo la schiusa delle uova. Le ghiandole mammarie sono sprovviste di capezzoli e il latte viene succhiato sui peli addominali. Hanno temperatura corporea oscillante in rapporto a quella dell'ambiente in cui vivono. L'echidna e l'ornitorinco sono i rappresentanti tipici. Queste curiose forme attuali sono note già dal pleistocene: i Monotrèmi devono essersi differenziati dagli altri Mammiferi molto precocemente, sicuramente nel triassico.

monotrifàse, agg. Riferito a un sistema di trazione elettrica con distribuzione di corrente monofase e trasformazione della stessa a trifase a bordo del locomotore.

Monotropàcee Famiglia di piante erbacee perenni con fiori ermafroditi e senza clorofilla.

monotropìa, sf. Proprietà di una sostanza che presenta allo stato solido una forma stabile e una instabile.

monòtropo, agg. Relativo a una sostanza che ha la proprietà della monotropia.

monottongazióne, sf. La trasformazione di un dittongo in monottongo o vocale semplice.

monottòngo, sm. (pl.-ghi) Suono vocalico di timbro uniforme.

monotype, sf. invar. Macchina tipografica per comporre in monotipia.

monovalènte, agg. 1 Detto di elemento che può combinarsi con un solo atomo di idrogeno. 2 Di medicinale attivo contro una sola malattia.
 da mono-+ valente, p. pres. di valere, come deriv. da valenza.

monovèrbo, sm. Rebus la cui soluzione è data da una sola parola.

monovolùme, agg., sm. e sf. invar. Definizione di automobile che racchiude in un solo volume il vano motore, l'abitacolo e il bagagliaio.

monoxìlo, agg. Relativo a un'imbarcazione ottenuta da un solo tronco di legno.

monozigòte, o monozigòtico, agg. Che si sviluppa da un solo zigote.

Monreàle Comune in provincia di Palermo (26.256 ab., CAP 90046, TEL. 091). Centro agricolo (coltivazione di olive, viti e agrumi). Vi si trova il duomo del XII sec., con annesso un monastero benedettino, costruito per interesse di Guglielmo II. Gli abitanti sono detti Monrealesi.

monregalése, agg., sm. e sf. Appartenente o relativo alla città di Mondovì.

Monroe, James (Monroe's Creek 1758-New York 1831) Uomo politico e presidente degli Stati Uniti d'America. Nel 1783 fu eletto membro del congresso e nel 1790 fu eletto senatore. Collaborò con il presidente J. Madison come segretario di stato (1811), concludendo la pace con l'Inghilterra (1814). Nel 1816 fu eletto quinto presidente degli Stati Uniti e fu rieletto nel 1820. Durante la sua presidenza gli Stati Uniti acquistarono la Florida dalla Spagna, furono definiti i confini con il Canada, lungo il 49° parallelo e molti nuovi stati entrarono a fra parte dell'Unione. Nel 1823, nel suo messaggio al congresso, enunciò la dottrina politica che porta il suo nome.
Dottrina Monroe
Serie di principi di politica internazionale enunciati da James Monroe. Vennero affermati il diritto all'indipendenza delle colonie americane, l'opposizione a qualsiasi intervento europeo nel continente americano e la non ingerenza americana in Europa. Su questa dottrina si basò la politica estera americana fino alla presidenza di Roosevelt.

Monroe, Marilyn (Los Angeles 1926-Hollywood 1962) Nome d'arte di Norma Jean (o Jeane) Baker Mortenson, nacque a Los Angeles l'1 giugno 1926. Il padre, fornaio, dopo averla riconosciuta si disinteressò di lei e la madre, non potendo seguirla da sola, la affidò alla famiglia Bolender. Qualche anno dopo, nel 1933, la madre la riprese con sé. Si sa poco del resto della sua infanzia salvo che frequentò le scuole inferiori poco e male e iniziò a lavorare da giovanissima come cameriera. Il 19 giugno 1942 Norma Jean sposò un progettista aeronautico, James Jim E. Dougherty, collega e amico di un allora sconosciuto Robert Mitchum. Lavorava in una radio governativa, Radio Plane, quando, nel 1944 David Conover, fotografo per le forze armate statunitensi, la scelse come fotomodella per una serie di immagini di donne impegnate nell'industria bellica. Queste fotografie divennero popolari in tutti gli Stati Uniti, rendendola richiestissima, soprattutto dalle riviste per soli uomini. Circola anche un film in cui compare completamente nuda. Nell'agosto del 1946, su proposta della 20th Century Fox, cambiò il suo nome di Norma Jean Dougherty in quello di Marilyn Monroe, nome con il quale diverrà famosa. Seguono anni burrascosi e poco conosciuti della sua vita e dei quali poi lei non parlerà volentieri: è di questo periodo il primo tentativo di suicidio. Sempre assillata dal bisogno di soldi, oltre a piccole apparizioni in film minori, si faceva fotografare nuda per riviste harde sembra quasi certo che abbia fatto anche la prostituta. Convive con Johnny Hyde, un agente di importanti attori, che intende lanciarla nel mondo del cinema. Nel dicembre del 1949 il regista John Houston la sceglie per una parte nel film Giungla d'asfalto, prodotto dalla Metro Goldwin Meyer, che la portò all'attenzione delle più importanti case cinematografiche. L'anno successivo la 20th Century Fox avvalendosi della vecchia opzione su Marilyn, le fece firmare un contratto per sette anni. Sempre nel 1950 gira un altro film per la MGM con la regia di Arthur Pierson. Il 20 dicembre del 1950 muore Johnny Hyde e i suoi eredi la cacciano dalla casa e Marilyn, depressa e avvilita, tenta di nuovo il suicidio ingerendo trenta pastiglie di sonnifero. Durante le riprese di un film per la 20th con la regia di Harmon Jones, all'inizio del 1951, conobbe Arthur Miller già all'apice del successo come drammaturgo. Alla fine dell'anno riceve il premio Henrietta Award come migliore promessa del cinema. In seguito alcune riviste portarono alla ribalta le suo foto di nudo, suscitando lo scandalo nel mondo puritano americano, ma Marilyn in un'intervista raccontò la sua verità che fu da tutti accettata. Il 17 marzo 1952 assiste a una partita di baseball e viene presentata al giocatore italoamericano Joe Di Maggio, idolo di tutti i tifosi statunitensi. Nel giugno inizia le riprese di Niagara, il film che la renderà famosa. Il 4 ottobre sposa in Messico il reporter Robert Slatzer e, quattro giorni dopo, i due sposi fanno annullare il loro matrimonio.Nel giugno del 1953 gira il film Come sposare un milionario con la regia di Jean Negulesco e, subito dopo, Gli uomini preferiscono le bionde, un musical di Howard Hawks. Nell'agosto, per la regia Otto Preminger, interpreta La magnifica preda, un western girato sulle Montagne Rocciose in cui ha come partner Robert Mitchum, il collega e amico del suo primo marito. Nel gennaio del 1954 Hugh Hefner pubblica per la prima volta una rivista destinata a diventare famosa, Playboy, e il servizio con la Monroe nuda fa raggiungere un'altissima tiratura. Il 14 gennaio Marilyn si sposa con il famosissimo giocatore Joe Di Maggio, matrimonio sostenuto con grande clamore da tutti i media. I due coniugi partono per la luna di miele verso il Giappone dove Di Maggio deve inaugurare il campionato di quel paese. La notizia di quel viaggio arriva anche alle truppe americane impegnate nella guerra di Corea che richiedono a gran voce una visita di Marilyn. Lei accetta e in tre giorni, dal 9 al 12 febbraio, tiene dieci spettacoli. Nel maggio dello stesso anno l'attore Peter Lawford la presenta a John F. Kennedy, destinato a diventare presidente degli Stati Uniti, con il quale in seguito, ai tempi del suo matrimonio con Arthur Miller, avrà una tormentata relazione. Nel mese di luglio inizia le riprese del film Le follie dell'anno per la regia di Walter Lang. Iniziano i dissapori con il marito Di Maggioe il produttore di Marilyn, Darryl F. Zanuck assume un avvocato perché difenda l'attrice da quell'uomo troppo geloso. L'1 settembre 1954 gira il film Quando la moglie è in vacanza di Billy Wildere durante le riprese viene scattata la famosa foto della Monroe con il vestito sollevato dal vento fin sopra la testa. Continuano intanto i litigi con il marito che più di una volta la picchia lasciandole spesso dei lividi, finché il 6 ottobre 1954 abbandona definitivamente la sua casa tra due ali di giornalisti in attesa e inoltra la richiesta di divorzio. Alla prima del suo film Le follie dell'anno si esibisce nelle canzoni più in voga del repertorio di Cole Porter davanti a tutta la Hollywood che conta, compreso il suo idolo Clark Gable. Nel numero di gennaio del 1955 la Monroe è la ragazza copertina della rivista Bold. Frequenta poi le lezioni dell'Actor's Studio e ha una burrascosa relazione con Marlon Brando. Nei primi mesi del 1956 gira il film Fermata d'autobus e si fa rivedere sempre più spesso con il suo vecchio amico Arthur Miller che in quel periodo è sottoposto ad inchiesta dalla Commissione per il controllo delle attività antiamericane. Il commediografo e l'attrice si sposano l'1 luglio 1956 a New York con rito ebraico e partono in viaggio di nozze per Londra, dove Marilyn deve girare Il principe e le ballerina con sir Laurence Olivier. In questa occasione viene anche presentata alla regina Elisabetta II. A un anno dal matrimonio la Monroe è incinta ma deve abortire. Nell'agosto del 1958 iniziano le riprese di A qualcuno piace caldo con la regia di Billy Wilder. Nel frattempo, nonostante il peggioramento dei suoi rapporti con il marito, Marilyn è nuovamente incinta ma deve essere ricoverata in ospedale per eccesso di alcool e di farmaci. Il 17 dicembre deve sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico e abortire. Nel febbraio 1960 gira con Yves Montand Facciamo l'amore ee durante le riprese, trascurata da Miller che la lascia sempre più sola, se ne innamora e hanno una appassionata relazione. A Reno, nel Nevada, iniziano nel luglio 1960 le riprese del film Gli spostati scritto da Arthur Miller e diretto da John Houston. La lavorazione deve essere interrotta perché Marilyn deve essere ricoverata in ospedale per eccesso di barbiturici. Il set viene trasferito a Hollywood negli studi della Paramount, dove il film viene terminato il 10 ottobre. Circa un mese dopo è annunciata la separazione tra la Monroe e Miller. Sulla stampa cominciano a trapelare indiscrezioni sulla relazione tra Marilyn e il candidato alla presidenza degli Stati Uniti John F. Kennedy, che sembra fosse iniziata già verso la fine del 1959. Il 20 gennaio 1961 divorzia da Miller e qualche giorno dopo si fa ricoverare in clinica per disintossicarsi dall'abuso di alcool e farmaci, aiutata in questo frangente dal suo ex marito Joe Di Maggio. È del mese di aprile di quest'anno il suo nuovo incontro, propiziato sempre da Peter Laword, con il fratello minore di John F. Kennedy, Robert con il quale riprende la relazione iniziata nel 1957. Durante una vacanza a Città del Messico incontra lo sceneggiatore José Bolanos che sarà l'ultimo suo amante ufficiale. Nel marzo del 1962 viene premiata con il Golden Globe e poco dopo inizia a girare un film diretto da George Cukor. Inizia il periodo più buio e tormentato della vita di Marilyn, tra scandali, ricoveri in clinica, momenti effimeri di entusiasmo e sempre più periodi di depressione. La sua relazione con i fratelli Kennedy la porta in contatto con ambienti dei servizi segreti, della mafia e del sottobosco della politica. Nel mese di luglio, probabilmente il 14, deve farsi praticare un aborto perché incinta di uno dei due Kennedy, poi torna a Hollywood. Gli ultimi giorni di Marilyn sono ancora avvolti nel mistero. Il giorno 5 agosto 1962 viene trovata morta nella sua casa. Il certificato di morte parla di suicidio da barbiturici. Fu seppellita nel West Memorial Park di Hollywood. Subito dopo la sua morte nacque la voce che la fine dell'attrice non sia dovuta al suicidio, ma a un assassinio legato alla mafia o alla sua relazione con i fratelli Kennedy che lei minacciava di ricattare. A più di trentacinque anni dalla scomparsa il mito di Marilyn Monroe continua a essere vivo e attuale. I suoi film, il fascino ineguagliato, il mistero della sua fine, tutto ha concorso a fare di lei una leggenda: una donna che ha saputo fondere perfettamente sensualità, professionalità e umanità, nonostante le difficoltà della sua esistenza.

Monròvia Città (465.000 ab.) della Liberia, capitale dello stato e capoluogo della contea di Montserrado, situata sull'Atlantico, nelle vicinanze della foce del fiume Saint Paul. Importante porto (assorbe la maggior parte del traffico nazionale), centro amministrativo e commerciale dello stato. Esporta caffè, caucciù, olio di palma, ferro e oro. Attivo anche il commercio dei diamanti. L'odierna Monrovia venne così chiamata, dal missionario americano J. Ashmun, in onore del presidente degli Stati Uniti J. Monroe. Durante la seconda guerra mondiale venne utilizzata come base per i sommergibili alleati e nel maggio del 1961 fu sede di una conferenza sudafricana.

Monrupìno Comune in provincia di Trieste (847 ab., CAP 34016, TEL. 040).

Mons Città (93.000 ab.) del Belgio, capoluogo della provincia di Hainaut.

Monsampiètro Mòrico Comune in provincia di Ascoli Piceno (762 ab., CAP 63020, TEL. 0734).

Monsampòlo dél Trónto Comune in provincia di Ascoli Piceno (3.694 ab., CAP 63030, TEL. 0735).

Monsàno Comune in provincia di Ancona (2.385 ab., CAP 60030, TEL. 0371).

Monsélice Comune in provincia di Padova (17.397 ab., CAP 35043, TEL. 0429). Centro agricolo (coltivazione di tabacco, cereali e frutta) e industriale (mobilifici, prodotti alimentari, elettrici e meccanici) dei colli Euganei. Vi si trovano il castello costruito tra il XIII e il XV sec., il duomo Vecchio, del XIII sec., e la torre civica, del XIII sec. Gli abitanti sono detti Monselicensi o Monselesani.

Monserrato Comune in provincia di Cagliari (20.560 ab., CAP 09045, TEL. 070).

monsieur, sm. invar. Titolo del fratello minore del re di Francia dopo il XVI sec. e del re stesso sotto i primi Valois.

Monsieur Verdoux Film satirico, americano (1947). Regia di Charlie Chaplin. Interpreti: Charlie Chaplin, Martha Raye, Isobel Elsom. Titolo originale: Monsieur Verdoux

monsignóre, sm. 1 Titolo spettante ai vescovi e ai prelati. 2 Titolo un tempo attribuito a re, papi e principi. 3 Persona imponente e di rango.
 sm. your grace.
 franc. monseigneur.

monsóne, sm. Vento periodico tipico delle regioni tropicali con periodo annuale. A causa delle diverse condizioni termiche dell'oceano e delle terre emerse, d'inverno i monsoni circolano dai continenti verso il mare, con aria asciutta e fredda, per invertire la direzione del flusso durante l'estate, con aria calda e umida. Il clima delle regioni dell'Asia sudorientale è determinato in gran parte dall'influenza del monsone.
 sm. monsoon.

monsònico, agg. (pl. m.-ci) Caratterizzato dalla presenza di monsoni.

mònstera, sf. Genere di piante rampicanti sempreverdi tipiche dell'America tropicale. Appartiene alla famiglia delle Aracee.

monstre, agg. invar. Di dimensioni gigantesche.

Monstrilloidèi Ordine di Crostacei copepodi cui appartengono i generi Haemocera e Monstrilla.

Monsummàno Tèrme Comune in provincia di Pistoia (18.228 ab., CAP 51015, TEL. 0572). Centro industriale (prodotti alimentari, cartari e calzaturifici) e turistico (stabilimenti termali). Gli abitanti sono detti Monsummanesi.

mónta, sf. 1 Il metodo e l'atto del cavalcare. 2 Accoppiamento tra animali domestici.

Montà Comune in provincia di Cuneo (4.169 ab., CAP 12046, TEL. 0173).

Montabóne Comune in provincia di Asti (382 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

montacàrichi, sm. invar. Ascensore per il sollevamento verticale di materiali o merci.
 sm. invar. lift, hoist, goods lift.

Montacùto Comune in provincia di Alessandria (392 ab., CAP 15050, TEL. 0131).

Montafìa Comune in provincia di Asti (855 ab., CAP 14014, TEL. 0141).

Montàgano Comune in provincia di Campobasso (1.387 ab., CAP 86023, TEL. 0874).

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_m.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

Significato del termine ?

Cosa vuol dire ?

Come si dice in inglese ?

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8

 

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

 

Significato del termine ?

Come si dice in inglese ?

Cosa vuol dire ?

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale M parte 8