Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 1

 

 

 

Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 1

 

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Dizionario enciclopedico termini con lettera iniziale V parte 1

 

v, V Ventesima lettera dell'alfabeto italiano; rappresenta la consonante labiodentale spirante sonora.
In matematica v indica un vettore.
In chimica V è il simbolo del vanadio.
In fisica V è il simbolo del volt, unità di misura della tensione elettrica.
Una lettera V maiuscola è anche l'iniziale di Vergeltungswaffe, parola tedesca che equivale all'italiano arma di rappresaglia, usata per indicare i primi missili balistici (V1 e V2) che l'esercito nazista impiegò nel 1944-45.

V1, V2 Sigle di due tipi di missili costruiti e utilizzati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale (1944). La V1 era un velivolo senza pilota, in grado di trasportare fino a 1.000 kg di esplosivo. La V2 può essere considerato il primo missile balistico. Spinto verticalmente da un motore a razzo a propellente liquido, veniva poi fatto ruotare di 45°. Non poteva essere intercettato, ma era molto impreciso.

va', inter. Esprime meraviglia, stupore.

va e vièni, loc. sost. m. invar. Viavai, andirivieni.

Va' dove ti porta il cuore Film sentimentale, italiano (1996). Regia di Cristina Comencini. Interpreti: Virna Lisi, Margherita Buy, Massimo Ghini.

Vaal Fiume (1.200 km) della repubblica Sudafricana, nell'Africa meridionale. Nasce nel Transvaal e confluisce nel fiume Orange.

Vaasa Città (54.000 ab.) della Finlandia, sul golfo di Botnia. Capoluogo della provincia omonima.

vacàbile, agg. Che può essere vacante.
Uffici venali vacabili
Nello Stato pontificio, uffici che il governo vendeva e che si trasmettevano per successione.

vacànte, agg. Non occupato dal titolare; sgombro, disponibile. ~ libero. <> occupato.
 agg. vacant.

vacànza, sf. 1 Sospensione temporanea dell'attività in uffici, scuole. si prese un giorno di vacanza. 2 Al plurale, ferie, periodo di riposo. ~ villeggiatura. attendeva con ansia l'arrivo delle vacanze estive. 3 La condizione dell'essere vacante.
1 holiday. 2 (vacanze estive) pl. vacation, summer holidays.
 deriv. da vacante.

Vacanze del signor Hulot, Le (Le vacanze di Monsieur Hulot) Film commedia, francese (1952). Regia di Jacques Tati. Interpreti: Jacques Tati, Louis Patrault, Nathalie Pascaud. Titolo originale: Les vacances de Monsieur Hulot

Vacanze di Natale Film comico, italiano (1983). Regia di Carlo Vanzina. Interpreti: Jerry Calà, Christian De Sica, Stefania Sandrelli.

Vacanze romane Film commedia, americano (1953). Regia di William Wyler. Interpreti: Gregory Peck, Audrey Hepburn, Eddie Albert. Titolo originale: Roman Holiday

vacanzière, sm. Chi fa spesso vacanza.
 deriv. dal franc. vacancier.

vacanzièro, agg. Che va in vacanza.

vacàre, v. intr. 1 Essere disponibile per mancanza del titolare, a proposito di uffici, cariche, sedi. 2 Non essere più in vigore, venire a mancare di validità, utilità, efficacia; cessare un'attività, essere libero da impegni.

vacatio legis, loc. sost. f. invar. Periodo che intercorre tra la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di una legge e la sua effettiva entrata in vigore.

vacaziòne, sf. Periodo che intercorre tra la pubblicazione di una legge e la sua entrata in vigore.

vàcca, sf. (pl.-che) 1 Femmina adulta dei bovini. ~ giovenca, mucca. tempo di vacche grasse, situazione di abbondanza. 2 In senso spregiativo, donna dissoluta, prostituta. ~ baldracca, puttana, meretrice.
 sf. cow.
 lat. vacca.

vaccàio, o vaccàro, sm. Guardiano di vacche, mandriano.

Vaccarìzzo Albanése Comune in provincia di Cosenza (1.425 ab., CAP 87060, TEL. 0983).

vaccàro, sm. Guardiano di vacche. ~ mandriano.

Vaccàro, Doménico Antònio (Napoli 1691-1745) Architetto. Tra le opere il chiostro delle Clarisse in Santa Chiara a Napoli (1742).

Vaccaróni, Dorìna (Venezia 1963-) Fiorettista. Vinse titoli mondiali individuali e a squadre e tre volte la Coppa del mondo (1981, 1983 e 1984). Con la squadra vinse un secondo posto alle olimpiadi del 1988 e un primo posto a quelle del 1992.

vacchétta, sf. Pelle conciata di vacca, usata in pelletteria.

vacchìno, agg. e sm. Si dice di formaggio fatto con latte di vacca.

vaccìna, sf. 1 Vacca. 2 Carne di vacca o di manzo. 3 Sterco di bovino.

vaccinàbile, agg. Che si può vaccinare.

vaccinàre, v. v. tr. Somministrare un vaccino all'uomo o a un animale per renderlo immune da una malattia. ~ immunizzare. ha vaccinato il bambino.
v. rifl. Farsi una vaccinazione. voleva vaccinarsi contro l'influenza di stagione.
 v. tr. to vaccinate.
 deriv. da vaccino.

vaccinàro, sm. Macellaio.

vaccinaziòne, sf. Il vaccinare, l'essere vaccinato.
Somministrazione di un vaccino a un organismo, al fine di provocare lo stato di immunizzazione a una malattia infettiva. Il vaccino, composto da antigeni trattati in modo che la loro azione risulti attenuata, può essere introdotto per via orale, sottocutanea o intramuscolare e la sua azione di produzione di anticorpi dura diversi anni e può essere rinforzato con la vaccinazione di richiamo. Tra le vaccinazioni più note vi sono l'antivaiolosa, l'antipoliomielitica, l'antidifterica e l'antitetanica.

vaccìnico, agg. (pl. m.-ci) Di vaccino, che concerne il vaccino.

vaccinium, sm. invar. Genere di arbusti della famiglia delle Ericacee diffusi soprattutto nell'Asia settentrionale e nelle Americhe.

vaccìno, agg. e sm. agg. Di vacca. carne vaccina.
sm. 1 Sostanza prodotta nelle pustole dei bovini affetti da vaiolo che somministrata all'uomo lo rende immune da questa malattia. 2 Preparato che stimola un organismo a produrre anticorpi specifici contro una malattia. vaccino antirabbico.
 agg. e sm. vaccine.
 lat. vaccinus, di vacca.
La prima vaccinazione fu compiuta da Jenner nel 1796, che iniettò nell'uomo una frazione di essudato di lesioni provocate da una malattia simile al vaiolo, il vaiolo vaccino (da cui il nome di vaccinazione). In seguito le ricerche di Pasteur consentirono di generalizzare la tecnica per ottenere l'immunizzazione del corpo umano contro una malattia specifica iniettando germi indeboliti della stessa malattia. Il primo vaccino effettivamente prodotto fu quello contro la rabbia, nel 1885. Seguirono i risultati di altri medici e scienziati: Ramon contro la difterite (1923), Koch contro la tubercolosi (1928) e la poliomielite (Salk e Sabin, 1955).

vaccinoprofilàssi, sm. Impiego di un vaccino a scopo preventivo.

vaccinoterapìa, sf. Terapia attuata con l'impiego di vaccini in caso di malattie infettive in corso, per accentuare la risposta degli anticorpi dell'organismo.

vacillaménto, sm. Il vacillare.

vacillànte, agg. 1 Che vacilla; debole, malfermo. ~ barcollante. <> sicuro. 2 Titubante. ~ incerto. <> deciso.

vacillàre, v. intr. 1 Non stare saldo in piedi. ~ traballare. dopo una simile bevuta era naturale che vacillasse al ritorno a casa. 2 Venire meno, essere incerto, malsicuro. il suo amore verso la fidanzata cominciava a vacillare. 3 Titubare. ~ tentennare. <> risolversi. la sicurezza in quel diniego vacillò di fronte a quell'ultima proposta.
 v. intr. 1 to totter. 2 (essere incerto) to vacillate. 3 (fig.) to falter, to be failing.
 lat. vacillare.

Vacóne Comune in provincia di Rieti (265 ab., CAP 02040, TEL. 0746).

Vàcri Comune in provincia di Chieti (1.703 ab., CAP 66010, TEL. 0871).

vacuaménte, avv. In modo vacuo.

vacuàre, v. tr. Evacuare, privare. ~ sgomberare.
 lat. vacuare.

vacuità, sf. Mancanza di idee, sentimenti. ~ futilità. <> pregnanza.

vàcuo, agg. Privo di idee, di sentimenti. ~ futile, inconsistente. <> sostanzioso.
 agg. inane, vacuous.
 lat. vacuus.

vacuolàre, agg. Dei vacuoli, caratterizzato dalla presenza di vacuoli.

vacùolo, sm. 1 Piccola cavità presente in materiali porosi o spugnosi. 2 Cavità che si trova nel citoplasma delle cellule, contenente un liquido.

vacuòmetro, sm. Strumento per la misurazione di pressioni inferiori a quella atmosferica.

vademècum, sm. invar. Manuale tascabile contenente notizie utili. ~ prontuario.

Vàdena (in ted. Pfatten) Comune in provincia di Bolzano (707 ab., CAP 39051, TEL. 0471).

vàdo, sm. Guado.

Vàdo Lìgure Comune in provincia di Savona (8.087 ab., CAP 17047, TEL. 019).

Vadodara Città (722.000 ab.) dell'India, nello stato di Gujarat.

vae victis Espressione latina tratta da Tito Livio che significa "guai ai vinti". Indica la triste condizione di chi, sconfitto, è in balia dei vincitori.

vagabondàggine, sf. L'essere vagabondo.

vagabondàggio, sm. 1 Il vagabondare, il fare vita da vagabondo. ~ peregrinazione. 2 Il fenomeno legato alla presenza di vagabondi nella comunità. dovevano limitare il vagabondaggio nella città. 3 Il vagare, il viaggiare da un posto all'altro. il suo vagabondaggio per il mondo durò due anni. 4 Fannullaggine.

vagabondàre, v. intr. 1 Fare il vagabondo, vivere come un vagabondo. ~ bighellonare. 2 Viaggiare da un luogo all'altro. ~ vagare. <> stabilirsi. 3 Passare da un argomento a un altro. ~ spaziare. <> concentrarsi. passava le serate a vagabondare con la fantasia. 4 Dedicarsi completamente all'ozio.
 deriv. da vagabondo.

vagabóndo, agg. e sm. agg. Che va errando qua e là. ~ errante. aveva un passato di giovane vagabondo.
sm. 1 Chi non ha una dimora fissa, chi fa vita scioperata. ~ barbone. 2 Chi si sposta spesso. ~ nomade. <> fisso. 3 Fannullone, perdigiorno. ~ scansafatiche. <> stacanovista. non poteva sopportare quel vagabondo, parassita della società.
 sm. 1 tramp, vagabond, vagrant. 2 (scansafatiche) loafer, idler.
 lat. vagabundus, deriv. da vagari andare qua e là.

vagaménte, avv. In modo vago; genericamente, evasivamente, confusamente, indeterminatamente. ~ approssimativamente. <> esattamente.

Vaganova, Agrippina (San Pietroburgo 1879-1951) Ballerina russa. Insegnò a grandi ballerine tra cui G. Ulanova e scrisse Fondamenti della danza classica (1934).

vagànte, agg. Che vaga. ~ errante. <> stabile.

vagàre, v. intr. Andare qua e là senza una meta precisa. ~ errare, vagabondare. <> fissarsi.
 v. intr. to roam, to wander.
 lat. vagari, deriv. da vagus vagante.

Vaghe stelle dell'Orsa Film drammatico, italiano (1965). Regia di Luchino Visconti. Interpreti: Claudia Cardinale, Jean Sorel, Renzo Ricci.

vagheggiaménto, sm. Il vagheggiare, l'essere vagheggiato. ~ aspirazione.

vagheggiàre, v. tr. 1 Contemplare con desiderio. ~ anelare, bramare. <> disprezzare. 2 Sognare. ~ fantasticare. 3 Corteggiare.
 v. tr. to dream of, to long for.
 deriv. da vago.

vagheggiàto, agg. Che è oggetto di vagheggiamento. ~ desiderato, sognato.

vagheggiatóre, sm. (f.-trìce) Chi vagheggia. ~ corteggiatore.

vagheggìno, sm. Uomo vacuo e leggero, che fa il galante con ogni donna; corteggiatore. ~ spasimante.

vaghézza, sf. 1 L'essere vago, indefinito. ~ indeterminatezza. <> chiarezza. 2 Voglia, desiderio capriccioso. 3 Leggiadria. ~ grazia. 4 Tenuità, fragilità, esilità. ~ leggerezza.

vagìna, sf. Condotto muscolomembranoso dell'apparato genitale femminile, che costituisce il tratto che collega il collo dell'utero ai genitali esterni. È posto al di sopra del diaframma pelvico dietro la vescica e all'uretra e davanti al retto. Il collo dell'utero vi si sporge all'interno. Ha forma cilindrica appiattita e lunghezza variabile con decorso obliquo. Inferiormente l'imene la separa dalla vulva.
 sf. vagina.

vaginàle, agg. Della vagina, relativo alla vagina.

vaginìsmo, sm. Spasmo della muscolatura vaginale tale da impedirne la pervietà.

vaginìte, sf. Infiammazione o infezione della vagina che si manifesta con abbondanti perdite di secreto vaginale.

vagìre, v. intr. Piangere, detto di neonati. ~ frignare.
 v. intr. to whimper.

vagìto, sm. Pianto dei neonati. ~ piagnucolio.
 sm. wailing, crying.
 lat. vagitus,-us.

Vàgli Lago artificiale della Garfagnana, creato sbarrando il corso del torrente Ledron. Si trova sul versante orientale delle Alpi Apuane.

Vàgli Sótto Comune in provincia di Lucca (1.325 ab., CAP 55030, TEL. 0583).

vàglia, sm. Qualità, valore, pregio. ~ levatura.
 sm. 1 money order. 2 (postale) postal order.
Vaglia postale
Titolo emesso per il trasferimento di denaro a distanza.

Vàglia Comune in provincia di Firenze (4.393 ab., CAP 50030, TEL. 055).

vagliàre, v. tr. 1 Esaminare accuratamente; valutare, esaminare. ~ analizzare. voleva vagliare con calma tutte le proposte, prima di prendere una qualunque decisione. 2 Passare a un vaglio. ~ setacciare. 3 Dibattere. ~ discutere. il consiglio vagliò le richieste di finanziamento.
 v. tr. to weigh up.
 deriv. dal lat. vallus, da vannulus, dimin. di vannus vaglio, setaccio.

vagliàta, sf. Il vagliare una volta, in maniera sommaria e frettolosa.

vagliatùra, sf. L'operazione del vagliare. ~ setacciatura.

vàglio, sm. 1 Setaccio. ~ crivello. passare al vaglio il grano. 2 Esame accurato, critica minuziosa. ~ disamine. il vaglio delle diverse proposte, richiese parecchio tempo per essere completato. 3 Selezione.
 sm. weighing up.
 lat. valleus, deriv. da vallus.

Vàglio Basilicàta Comune in provincia di Potenza (2.320 ab., CAP 85010, TEL. 0971).

Vàglio Sèrra Comune in provincia di Asti (273 ab., CAP 14040, TEL. 0141).

vàgo, agg. e sm. (pl. m.-ghi) agg. Non molto chiaro; indeterminato, generico, approssimato, lontano, sfumato, ambiguo. ~ indefinito. <> tangibile.
sm. Ciò che è indeterminato.
 hazy, vague.
In anatomia è il decimo paio dei nervi cranici, detto pneumogastrico, appartenente al sistema nervoso autonomo. Parte dal bulbo del midollo, passa nel collo innervando faringe e laringe, regolando la deglutizione e la fonazione e dando i riflessi della tosse; attraversa il torace tra trachea ed esofago, interessando il sistema respiratorio e il cuore e arriva in ultimo a distribuirsi nell'apparato digerente.

vagolàre, v. intr. Vagare lentamente, con incertezza.

vagonàta, sf. Quantità di materiale o di merce che può essere contenuta in un vagone; grande quantità.

vagoncìno, sm. Veicolo della teleferica per il trasporto di materiali.

vagòne, sm. 1 Veicolo ferroviario rimorchiato. ~ carrozza. il vagone ristorante si trovava in coda al convoglio. 2 Carro ferroviario per le merci. vagone dei rifornimenti. 3 Quantità enorme.
 sm. 1 coach, carriage. 2 (merci) wagon, car, truck. 3 (letto) sleeping car, sleeper.
 ingl. waggon, dal franc. wagon.

vagotonìa, sf. Disturbo neurologico consistente in iperattività parasimpatica che si manifesta con neurolabilità, ipotensione ortostatica, brachicardia, riduzione della motilità intestinale, abbondanza di sudorazione.

V´h Fiume (390 km) della repubblica Slovacca, nella Slovacchia. Si forma dall'unione di due rami, il V´h Bianco e il V´h Nero. Confluisce nel Danubio.

Vaiàno Comune in provincia di Prato (8.848 ab., CAP 50049, TEL. 0574).

Vaiàno Cremàsco Comune in provincia di Cremona (3.315 ab., CAP 26010, TEL. 0373).

Vàie Comune in provincia di Torino (1.123 ab., CAP 10050, TEL. 011).

Vailàte Comune in provincia di Cremona (3.489 ab., CAP 26019, TEL. 0363).

vainìglia => "vaniglia"

vàio, agg. e sm. agg. Di colore tendente al nero; di colore bianco screziato di macchie scure.
sm. 1 Colore vaio. 2 Scoiattolo siberiano dal mantello grigio.

vaiolàre, v. intr. 1 È un verbo che si usa raramente e significa invaiare. 2 Assumere aspetto vaiolato.

vaiolàto, agg. Screziato, rigato. ~ macchiettato.

vaiolatùra, sf. 1 Comparsa di macchie e poi di corrosione su un pezzo metallico. 2 Lo stesso che vaiolo.

Vaiolet Valle del Trentino Alto Adige, nelle Dolomiti del Catinaccio. È collegata alla Val di Fassa.

vaiòlo, sm. Malattia infettiva virale molto contagiosa e spesso letale, causata da un virus del genere Poxvirus, che causa pustole sparse per il corpo che lasciano segni permanenti e complicazioni polmonari, renali e nervose. Il contagio avviene direttamente per contatto con persone od oggetti contaminati. Esiste il vaccino ricavato dal virus che provoca il vaiolo nei bovini. Il vaiolo è stato dichiarato debellato nel 1980 dall'Organizzazione mondiale della sanità.
 sm. smallpox.

vaiolòso, agg. e sm. agg. Relativo al vaiolo.
agg. e sm. Che, chi è affetto da vaiolo.

Vairàno Patenòra Comune in provincia di Caserta (5.930 ab., CAP 81058, TEL. 0823).

vairóne, sm. Pesce cipriniforme con dorso grigio scuro e ventre argenteo. Ha una lunghezza media di 24 cm. Vive nelle acque interne dell'Europa centrorientale ma si trova anche nell'Italia settentrionale.

Vaisala, Vihlo (1899-1969) Meteorologo finlandese. Ideò la moderna radiosonda.

vaisesika, sm. invar. Uno dei sei sistemi filosofici ortodossi del bramanesimo. Attestato a partire dal I secolo d. C. è collegato col il nyãya. È basato su una concezione atomistica dell'universo e si prefigge lo scopo di classificare tutte le manifestazioni della natura.

vaisya, sm. invar. Deriva dal sanscrito. Membro della terza delle quattro grandi caste del bramanesimo che comprendeva commercianti, allevatori e contadini. Era destinato a reincarnarsi ancora prima della liberazione (moksa).

Vajgac Isola della Russia, nel mar di Kara, separata dalla Novaja Zemlja dalla Porta di Kara.

Vajònt Comune in provincia di Pordenone (1.369 ab., CAP 33080, TEL. 0427).
Vajont
Corso d'acqua (14 km) del Veneto. Confluisce nel fiume Piave presso Longarone.

Vakaló, Eléni (Costantinopoli 1921-) Poetessa greca. Iniziò la sua attività pubblicando liriche di ispirazione surrealista; nelle opere successive utilizzò un linguaggio più chiaro e comprensibile e s'indirizzò verso il superamento del naturale soggettivismo emozionale. È anche autrice di saggi e lavori di critica d'arte. Tra le opere Tema e variazioni (1945), Nella forma dei teoremi (1951), Genealogia (1971), Il significato delle immagini (1975), Ritmi ed espressioni dell'arte europea (1980).

Val délla Tórre Comune in provincia di Torino (3.021 ab., CAP 10040, TEL. 011).

Val di Nìzza Comune in provincia di Pavia (782 ab., CAP 27050, TEL. 0383).

Val di Vìzze (in ted. Pfitsch) Comune in provincia di Bolzano (2.508 ab., CAP 39049, TEL. 0472).

Val d'Isère Centro montano francese del dipartimento di Savoia (1.725 ab.). È noto come centro di villeggiatura prevalentemente invernale.

Val Màsino Comune in provincia di Sondrio (931 ab., CAP 23010, TEL. 0342).

Val Rézzo Comune in provincia di Como (259 ab., CAP 22010, TEL. 0344).

Vala, Katri (Lapponia 1901-Eksjö, Svezia 1944) Poetessa finlandese. Appartenente al gruppo letterario dei Tulenkantajat, di cui fu un'artista di spicco. Le sue poesie furono raccolte in un volume, Liriche complete, pubblicato dopo la sua morte nel 1945.

Valàcchia Regione storica della Romania meridionale (80.000 km2) posta tra le Alpi Transilvaniche a nord e il Danubio a sud. La regione è in gran parte pianeggiante e comprende una parte della pianura alluvionale del Danubio, che la solca insieme a numerosi suoi affluenti. Tra questi il fiume Olt la divide in due settori, la Piccola Valacchia od Oltenia a ovest e la Grande Valacchia o Muntenia a est. Vi sono coltivati cereali, uva, patate, ortaggi, barbabietole, frutta e tabacco. È praticato l'allevamento bovino e ovino. Vi sono vasti giacimenti petroliferi, raffinerie, industrie chimiche, meccaniche, alimentari e tessili. I centri principali sono Bucarest e Craiova. Parte della provincia romana della Dacia (101 d. C.) fu invasa da goti, unni, avari, slavi, bulgari e valacchi (XIII sec.) che le diedero il nome. Fu dominata dai tatari (1242) e quindi dall'Ungheria (1324) e divenne autonoma nel 1330 grazie a Giovanni Basarab. Dal XV al XIX sec. subì l'influenza turca, poi passò alla Russia, all'Austria e di nuovo alla Turchia, fino al 1859, anno in cui fu unificata alla Moldavia, con la quale formò poi la Romania (1861).

Valadier, Giusèppe (Roma 1762-1839) Architetto. Tra le opere la sistemazione dei giardini del Pincio (1809-1814) e di Piazza del Popolo (dal 1816), il teatro Valle (1819) e la facciata di San Rocco a Ripetta (1831) a Roma.

valànga, sf. 1 Massa di neve che precipita a valle ingrossandosi, trascinando con sé alberi e rocce. 2 Quantità enorme. ~ abbondanza.
 sf. avalanche.
 piemontese valanca.

Valbondióne Comune in provincia di Bergamo (1.316 ab., CAP 24020, TEL. 0346).

Valbrèmbo Comune in provincia di Bergamo (3.292 ab., CAP 24030, TEL. 035).

Valbrevénna Comune in provincia di Genova (690 ab., CAP 16010, TEL. 010).

Valbróna Comune in provincia di Como (2.161 ab., CAP 22039, TEL. 031).

Valcamònica Vallata della Lombardia orientale nelle Alpi Retiche, percorsa dal fiume Oglio. Parte dal passo di Gavia e si allunga separando le Alpi Orobie a ovest dal massiccio Adamello Presanella a est. Comunica con la valle del Noce attraverso il passo del Tonale, con la Valtellina tramite il passo dell'Aprica e con le colline della Franciacorta tramite il lago d'Iseo. Nelle zone montane vi sono boschi e pascoli, mentre vicino al lago sono coltivati uva, frutta e cereali. Vi sono industrie siderurgiche. I centri principali sono Darfo, Boario Terme, Breno, Edolo e Ponte di Legno. Sono conservate rappresentazioni rupestri dell'antico popolo dei camuni risalenti all'Età del Bronzo nel territorio dei comuni di Nardo, Cimbergo e Capo di Ponte, presso il quale si trova anche il Parco nazionale delle incisioni rupestri.

Valcarèggi, Ferrùccio (Trieste 1919-) Calciatore. Dal 1966 al 1974 fu allenatore della nazionale.

valchìria, sf. 1 Nella mitologia germanica, vergine guerriera. 2 Ragazza o donna alta, bionda e robusta. quella valchiria olandese gli aveva fatto perdere la testa.
 ted. Walkure.
Le valchirie sono personaggi mitologici germanici, splendide vergini guerriere figlie di Odino. Originariamente avevano il compito di decidere il destino dei guerrieri, come le Norne. Accompagnavano nel Walhalla i guerrieri caduti in battaglia. In seguito il loro culto fu accostato a quello di Odino. Per estensione in seguito indicarono le divinità guerriere. R. Wagner s'ispirò alle valchirie in una delle opere della sua tetralogia (Die Walküre).

Valchiria, La Prima giornata in tre atti che fa parte della tetralogia L'anello del Nibelungo di R. Wagner, libretto proprio (Monaco, 1856).
Hunding e Sieglinde, coniugi, ricevono nella loro capanna uno straniero, Siegmund, rivelatosi poi il gemello di lei e nemico di lui. Nonostante questo i due fratelli si amano e fuggono con la spada di Wotan, loro padre e dio. Questi, per scrupoli morali, impone alla valchiria Brunnhilde di uccidere Siegmund, ma lei lo protegge nel duello con Hunding. Il dio spezza la spada e dà morte al nemico del figlio. La valchiria protegge Sieglinde e il figlio che lei attende dalla punizione di Wotan, ma viene punita dal dio dovendo prendere sembianze di donna. Cade preda del sonno, circondata da un muro di fiamme, sapendo che solo un eroe potrà svegliarla.

valchiusàno, agg. Deriva da Fontaine de Vaucluse (Francia) e si riferisce a un tipo di sorgente carsica.

Vàlda Comune in provincia di Trento (193 ab., CAP 38030, TEL. 0461).

Valdàgno Comune in provincia di Vicenza (27.449 ab., CAP 36078, TEL. 0445). Centro industriale (lanifici di importanza nazionale, prodotti chimici, farmaceutici, alimentari e meccanici) della valle solcata dal torrente Agno. Vi si trovano edifici risalenti al XVIII sec. Gli abitanti sono detti Valdagnesi.

Valdàora (in ted. Olang) Comune in provincia di Bolzano (2.591 ab., CAP 39030, TEL. 0474).

Valdàrno Valle compresa tra Arezzo e la confluenza del fiume Era nell'Arno, suddivisa in valle Superiore e valle Inferiore. La prima arriva fino all'altezza di Firenze: è una valle stretta dove l'economia si basa sull'agricoltura (viti, cereali e olivi) e sulle industrie (meccaniche, tessili, vetrarie ed estrattive). La seconda, situata a valle di Firenze fino a Pontedera, è una vallata ampia molto popolata e industrializzata (industrie calzaturiere, chimiche e della pelletteria). I centri principali sono Montevarchi, Incisa Valdarno, San Giovanni Valdarno, Signa, Fucecchio ed Empoli.

Valdàstico Comune in provincia di Vicenza (1.589 ab., CAP 36040, TEL. 0445).

Valdélsa Valle della Toscana centrale, estesa tra le Colline Metallifere e la Valdarno inferiore. È attraversata dal fiume Elsa.

Val-de-Marne Dipartimento (1.216.000 ab.) della Francia, nell'Île-de-France, a sud della confluenza del fiume Marna con la Senna. Comprende la parte sudorientale dell'agglomerato di Parigi e l'altopiano della Brie. Capoluogo Crétil. Territorio ricco di boschi. Le principali industrie presenti sono quelle chimiche, alimentari, tessili e automobilistiche. Sede dell'aeroporto di Orly.

Valdemàro Nome di sovrani.
Valdemaro I il Grande
(Scheswig 1131-Vordingborg 1182) Re di Danimarca dal 1157, prevalse sui fratelli Canuto V e Sven III. Fu il fondatore di Copenaghen.
Valdemaro II il Vittorioso
(1170-Vordingborg 1241) Re di Danimarca dal 1202. Occupò lo Holstein, ma nel 1225 dovette cederlo ai baroni tedeschi. Occupò anche la Livonia e l'Estonia, avviandone la cristianizzazione.
Valdemaro III il Giovane
(1314-1364) Re di Danimarca dal 1326. Nel 1330 venne deposto da Cristoforo II.
Valdemaro IV Atterdag
(1320 ca.-1375) Re di Danimarca dal 1340. Fu protagonista di una politica di consolidamento della monarchia e di espansione nel Baltico, che però lo mise in opposizione con le città della Hansa e lo costrinse nel 1371 a firmare l'onerosa pace di Stralsunda.

Valdéngo Comune in provincia di Biella (2.440 ab., CAP 13060, TEL. 015).

Valdèrice Comune in provincia di Trapani (10.613 ab., CAP 91019, TEL. 0923). Centro agricolo (coltivazione di cereali, viti e olive), enologico, peschereccio e industriale (oleifici). Gli abitanti sono detti Valdericini.

Valdés Leal, Juan de (Siviglia 1622-1690) Pittore spagnolo. Tra le opere Storie delle Clarisse (1653-1654, Siviglia, Museo) e Geroglifici della morte (1672, Siviglia, Hospital de la Caridad).

Valdés, Juan de (Cuenca ca. 1490-Napoli 1541) Teologo spagnolo. Tra le opere Dialogo della dottrina cristiana (1529) e Alfabeto cristiano (1546).

valdése, agg., sm. e sf. agg. Che appartiene al movimento religioso fondato dal P. Valdo.
sm. e sf. Seguace della chiesa valdese.
Aderente al movimento religioso medievale fondato dal mercante lionese Pietro Valdo (1146 ca.-1217 ca.), il quale nel 1174 donò tutti i suoi beni ai poveri e cominciò a predicare il Vangelo. Il movimento ereticale si diffuse rapidamente nella Francia meridionale (poveri di Lione) e successivamente nell'Italia settentrionale. Con l'adesione alla riforma protestante (sinodo di Cianforan, 1532) si diede una più precisa struttura interna, diventando una chiesa riformata fortemente influenzata dal calvinismo. I valdesi furono vittima della persecuzione della chiesa della controriforma. Nel 1980 la chiesa valdese si è integrata con la chiesa metodista italiana. Oggi i valdesi sono diffusi in Italia (circa 20.000 membri adulti), Francia, Germania e America latina. Costituiscono comunità locali che si riuniscono una volta all'anno in un sinodo.

Valdidéntro Comune in provincia di Sondrio (3.708 ab., CAP 23038, TEL. 0342).

Valdièri Comune in provincia di Cuneo (1.054 ab., CAP 12010, TEL. 0171).

Valdìna Comune in provincia di Messina (1.292 ab., CAP 98040, TEL. 090).

Valdisótto Comune in provincia di Sondrio (3.043 ab., CAP 23030, TEL. 0342).

Valdivia, Pedro de (1500 ca.-1553) Conquistatore spagnolo. Lottò prima in Perú, quindi nel 1540 F. Pizarro lo mandò in Cile, dove fondò Conception, Valdivia e Santiago. Fu eletto governatore e morì per mano degli araucani, che in un primo momento era riuscito a respingere.

Valdo, Piètro (1146?-1217?) Riformatore religioso francese e ricco mercante. Originario di Lione, dal 1174, dopo aver distribuito ai poveri i propri beni, si dedicò alla predicazione del Vangelo.

Valdobbiàdene Comune in provincia di Treviso (10.748 ab., CAP 31049, TEL. 0423). Centro agricolo (coltivazione di viti), enologico, industriale (prodotti dell'abbigliamento e tessili) e turistico. Gli abitanti sono detti Valdobbiadensi.

Val-d'Oise Dipartimento (1.050.000 ab.) della Francia, nell'Île-de-France, a nord di Parigi e del fiume Senna. È attraversata dal fiume Oise. Capoluogo Cergy-Pontoise. Principali risorse economiche sono l'agricoltura (cereali, ortaggi e frutta), l'allevamento (bovini) e le industrie alimentari, del cemento, chimiche, elettrotecniche e metalmeccaniche.

valdostàno, agg. e sm. agg. Della Val d'Aosta.
sm. 1 Abitante, nativo della Val d'Aosta. 2 Dialetto franco-provenzale parlato nella Val d'Aosta.

Valdùggia Comune in provincia di Vercelli (2.416 ab., CAP 13018, TEL. 0163).

vàle, inter. e sm. inter. latina Sta bene, voce di saluto usata come formula di commiato in fondo alle lettere, oggi usata in tono scherzoso.
sm. L'ultimo addio.

Valéggio Comune in provincia di Pavia (254 ab., CAP 27020, TEL. 0384).

Valéggio sul Mìncio Comune in provincia di Verona (9.329 ab., CAP 37067, TEL. 045).

Valence Città (64.000 ab.) della Francia, sul fiume Rodano. Capoluogo del dipartimento di Drôme.

Valencia (Spagna) Città della Spagna (750.000 ab.) capoluogo della provincia omonima (10.500 km2, 2.100.000 ab.), posta sul fiume Guadalaviar in vicinanza della foce nel mar Mediterraneo. È un importante centro commerciale per l'esportazione dei prodotti del territorio molto fertile che la circonda (huelta), in cui sono coltivati uva, frutta, olive, agrumi, ortaggi, riso, tabacco e fiori. Possiede industrie alimentari, chimiche, tessili, meccaniche, petrolchimiche, del tabacco, cartarie, vetrarie, cantieristiche, calzaturiere, delle maioliche e del cuoio. È un centro turistico. Fondata dai greci, divenne roccaforte cartaginese e poi colonia romana (I sec. a. C.). Nel 413 d. C. fu occupata dai visigoti e nel 714 dagli arabi, sotto i quali ebbe un fiorente sviluppo economico e culturale. Conquistata dal Cid, ritornò agli arabi fino al 1238, anno in cui fu occupata da Giovanni I d'Aragona. Tra i monumenti vi sono la cattedrale (XII-XIV sec.), Puerta de Serranos (1238), Lonja de la Seda (XV sec., stile gotico), porte, torri e chiese gotiche e barocche. Ospita l'università (XVI sec.), la pinacoteca e musei.

Valencia (Venezuela) Città (904.000 ab.) del Venezuela settentrionale, capitale dello stato di Carabobo.
Valencia
Lago (374 km2) del Venezuela, esteso sul fondo dell'omonima conca endoreica.

valenciennes, sm. invar. Merletto molto fine lavorato a fuselli in filato di cotone, con motivi floreali su fondo a rete.

Valenciennes Città (338.000 ab.) della Francia, al confine con il Belgio, nelle Fiandre, dipartimento del Nord.

Valentàno Comune in provincia di Viterbo (2.923 ab., CAP 01018, TEL. 0761).

valènte, agg. 1 Che vale; provetto, abile, esperto. ~ esperto. <> inetto. 2 Valoroso.
 agg. talented, able.

Valènte, Flàvio (Pannonia 328-Adrianopoli 378) Dal 364 fu imperatore romano d'oriente, al potere con il fratello Valentiniano I. Riformò l'amministrazione dello stato e consolidò le difese dell'impero. Lottò contro i persiani, guidati da Sapore II, per l'occupazione dell'Armenia (370). Dal 376 dovette arginare la discesa nei Balcani dei visigoti, che premevano sui confini dell'impero e che lo invasero in seguito allo spostamento degli unni verso occidente. I visigoti lo sconfissero e uccisero ad Adrianopoli.

valenteménte, avv. In modo valente.

Valènti, Osvàldo (Istanbul 1906-Milano 1945) Attore cinematografico. Avendo collaborato con i tedeschi, venne assassinato con Luisa Ferida dai partigiani. Interpretò Ettore Fieramosca (1938) e La cena delle beffe (1941).

valentìa, sf. Qualità di chi è valente. ~ bravura, capacità, abilità.
 deriv. da valente.

Valentin, Jean (Coulommiers 1591-Roma 1632) Pittore francese. Tra le opere Grande concerto (ca. 1626, Parigi, Louvre) e Martirio dei santi Processo e Martiniano (1620, Vaticano, Pinacoteca Vaticana).

Valentin, Karl (Monaco 1882-1948) Attore e commediografo tedesco. Influenzò la crescita di B. Brecht.

Valentìni Terràni, Lucìa (Padova 1946-Seattle 1998) Cantante lirica, mezzosoprano. Apprezzata interprete rossiniana, sia per le opere buffe sia per i lavori drammatici.

Valentiniàno Nome di sovrani.
Valentiniano I
(Pannonia 321-Brigezio 375) Succedette a Gioviano nel 364. Cedette l'oriente al fratello Valente e si dedicò a rafforzare le strutture amministrative dell'impero e a fronteggiare la situazione militare. Lottò a lungo contro gli alemanni in Gallia, vincendoli a Solicinium (365), mentre il generale Flavio Teodosio liberava la Britannia da Pitti e Scoti. Nel 374 affrontò le invasioni in Pannonia e qui morì.
Valentiniano II
(Treviri 371-Vienne 392) Figlio di Valentiniano I e di Giustina, che governò in sua vece fino al 387, anno in cui Magno Massimo usurpò il trono, salì al potere nel 388, grazie all'aiuto di Teodosio. Morì in circostanze oscure.
Valentiniano III
(Ravenna 419-Roma 455) Figlio di Costanzo III e di Galla Placidia, salì al trono nel 425. Grazie all'impegno del generale Ezio, che nel 451 riuscì a fermare gli unni di Attila, ristabilì in parte i confini dell'impero. Fece uccidere Ezio e fu poi eliminato da una congiura. Durante il suo governo l'impero d'occidente decadde definitivamente.

Valentìno (Valentino Garavani) (Voghera 1932-) Stilista italiano di fama mondiale conosciuto per il suo stile elegante e raffinato. Aprì la sua casa di moda a Roma nel 1962.

Valentìno, Rodòlfo (Castellaneta 1895-New York 1926) Rodolfo Guglielmi, attore cinematografico statunitense. Interpretò I quattro cavalieri dell'Apocalisse (1921), Sangue e arena (1922), L'aquila nera (1925) e Il figlio dello sceicco (1926).

Valentinois Regione storica della Francia, nel Basso Delfinato, appartenente al dipartimento di Drôme.

valentuòmo, sm. Persona di provata capacità o di grandi meriti.

valènza, sf. Significato. ~ valore.
 lat. tardo valentia gagliardia, deriv. da valere.
In chimica indica la proprietà di un atomo o di un gruppo di atomi di legarsi con altri atomi o gruppi, un tempo espressa in base al numero di atomi di idrogeno con i quali era in grado di legarsi o di sostituirsi in un composto. Oggi indica il numero di elettroni che un elemento è in grado di acquistare (se elettronegativo), di cedere (se elettropositivo) o di porre in compartecipazione (valenza formale), per raggiungere la configurazione dello strato più esterno dei gas rari (valenza effettiva). Un atomo può avere una valenza che va fino a otto. In genere la valenza è variabile a seconda dei composti, tranne per alcuni elementi che la mantengono costante.

Valènza Comune in provincia di Alessandria (21.402 ab., CAP 15048, TEL. 0131). Centro agricolo (pioppeti e coltivazione di viti), industriale (calzaturifici) e della lavorazione artigianale di oro e pietre preziose. Gli abitanti sono detti Valenzani o Valenzanesi.

Valenzàno Comune in provincia di Bari (15.628 ab., CAP 70010, TEL. 080). Centro agricolo (coltivazione di olive e viti) e industriale (prodotti della lavorazione della pelle, alimentari e meccanici). Vi si trova la chiesa d'Ognissanti, risalente all'XI sec. Gli abitanti sono detti Valenzanesi.

Valèra Fràtta Comune in provincia di Lodi (931 ab., CAP 20080, TEL. 0371).

valére, v. v. tr. Fruttare. quell'azione coraggiosa gli valse una medaglia al valore militare.
v. intr. 1 Avere forza, autorità, valore, pregio. ~ contare. è una persona che vale, meritevole, capace. 2 Equivalere a. ~ corrispondere. 3 Avere validità, efficacia. ~ giovare. quel documento, essendo passati i termini, non valeva più. 4 Fruttare, costare. 5 Avere valore monetario. le regalò un anello che valeva poco.
v. intr. pron. Servirsi, fruire. ~ giovarsi.
 v. tr. 1 to be worth. 2 (corrispondere) to correspond to. 3 (far valere) to assert. v. intr. 1 to be worth. 2 (avere peso) to count. 3 (farsi valere) to assert oneself. 4 (essere valido) to be valid. 5 (essere uguale) to be equal. v. intr. pron. to make use.
 lat. valere.

Valèri, Diègo (Piove di Sacco, Padova 1887-Roma 1976) Poeta e saggista. Tra le opere, Poesie vecchie e nuove (1930) che raccoglie quelle precedentemente pubblicate (Le gaie tristezze, 1913; Umana, 1915; Crisalide, 1919 e Ariele, 1924), mentre Terzo tempo (1950) raccoglie Scherzo e finale (1937) e Tempo che muore (1942). Dopo la guerra ha pubblicato Metamorfosi dell'angelo (1957), Il flauto a due canne (1958) e Calle del vento (1975). Si ricordano anche i saggi di letteratura Poeti francesi del nostro tempo (1924), Da Racine a Picasso (1956), Conversazioni italiane (1968) e la raccolta di poesie per bambini Il Campanellino (1928).

Valèri, Frànca (Milano 1920-) Nome d'arte di Franca Norsa. Attrice teatrale, cinematografica e televisiva. Iniziò la sua carriera con Caprioli e Bonucci al Teatro dei Gobbi. Con la radio si affermò nel personaggio della Signorina Snob; in TV interpretò Parigi, o cara (1962). Ha curato diverse regie (Madama Butterfly, 1981). Fra le interpretazioni più significative Le donne (1960), Non c'è da ridere se una donna cade (1979), Una volta nella vita (1991).

Valeria, vìa Antica strada romana collegata alla via Tiburtina, univa Tivoli a Pescara.

valeriàna, sf. Angiosperma (Valeriana officinalis) della famiglia delle Valerianacee e dell'ordine delle Rubiali. Pianta erbacea perenne, cresce nelle zone temperate. Viene utilizzata in farmacia per le sue proprietà sedative.
 sf. valerian.

Valerianàcee Famiglia di piante generalmente erbacee dell'ordine delle Rubiali, diffuse nell'emisfero boreale e nelle Ande.

valeriànico, agg. (pl. m.-ci) Termine utilizzato per gli acidi monocarbossilici a catena aperta, per i loro derivati e per gli aldeidi corrispondenti.

Valeriàno, Pùblio Licìnio (195 ca.-260 ca.) Imperatore romano. Combatté contro l'usurpatore Emiliano per Treboniano e alla morte di quest'ultimo fu acclamato imperatore dall'esercito e col consenso del senato (253). Divise il comando dell'impero con il figlio Gallieno a cui affidò l'occidente. Emise due editti contro i cristiani (257 e 258). In oriente riportò inizialmente una serie di vittorie, ma fu sconfitto a Edessa dal persiano Shapur I e tenuto prigioniero fino alla morte.

Valèrio Màssimo (Sec. I a. C.-sec. I d. C.) Storico latino. Tra le opere Factorum et dictorum memorabilium libri IX (31-32 d. C.). Opera erudita di carattere divulgativo, raccoglieva fatti e aneddoti ripresi da fonti diverse (tra le quali Marco Tullio Cicerone e Tito Livio), suddivisi in 95 categorie. Venne utilizzata nelle scuole di retorica.

Valèrio Publìcola, Pùblio (sec. VI-V a. C.) Politico romano. Nel 509, in qualità di console, emanò leggi in favore del popolo, guadagnandosi così il suo soprannome.

Valéry, Paul (Sète 1871-Parigi 1945) Poeta francese. Si dedicò inizialmente alla poesia e alla critica, frequentando l'ambiente simbolista. Lavorò poi per lungo tempo nelle agenzie giornalistiche per tornare infine alla poesia. È stato considerato, fino a pochi anni fa, il maggiore poeta francese del Novecento. Nella sua opera la ricerca di un linguaggio puro e il rigore intellettuale sottolineano il dramma della conoscenza e il rapporto tra intelligenza e sensibilità.

valetudinàrio, agg. e sm. Detto di chi, pur non essendo malato, è debole di salute. ~ malaticcio. <> arzillo.

valévole, agg. 1 Che vale. ~ valido. <> scaduto. Efficace, utile. ~ giovevole. <> inefficace.
 agg. valid.

Valfàbbrica Comune in provincia di Perugia (3.413 ab., CAP 06029, TEL. 075).

Valfenèra Comune in provincia di Asti (1.993 ab., CAP 14017, TEL. 0141).

Valfloriàna Comune in provincia di Trento (582 ab., CAP 38040, TEL. 0462).

Valfùrva Comune in provincia di Sondrio (2.777 ab., CAP 23030, TEL. 0342).

Valgànna Comune in provincia di Varese (1.483 ab., CAP 21039, TEL. 0332).
Valganna
Valle delle Prealpi Lombarde, in provincia di Varese.

Valgimìgli, Manàra (San Pietro in Bagno, Forlì 1876-Bergamo 1965) Filologo. Tra le opere Il nostro Carducci (1915) e Poeti e filosofi di Grecia (1940).

Valgiòie Comune in provincia di Torino (587 ab., CAP 10090, TEL. 011).

valgìsmo, sm. Anomala positura dei segmenti articolari determinante la deviazione dell'arto verso l'esterno. Classico esempio di valgismo sono le cosiddette gambe a X. L'anomalia può essere congenita oppure procurata successivamente dal difettoso consolidamento di una frattura oppure da un'artrosi.

vàlgo, agg. (pl. m.-ghi) Detto di arto o parte di arto che ha l'asse deviato verso l'esterno.

Valgòglio Comune in provincia di Bergamo (616 ab., CAP 24020, TEL. 0346).

Valgràna Comune in provincia di Cuneo (775 ab., CAP 12020, TEL. 0171).

Valgreghentìno Comune in provincia di Lecco (2.714 ab., CAP 22050, TEL. 0341).

Valgrisenche Comune in provincia di Aosta (190 ab., CAP 11010, TEL. 0165).
Valgrisenche
Valle delle Alpi Graie, attraversata dal torrente Dora. Si estende dal massiccio di Grande Sassière fino alla valle della Dora Baltea.

Valguarnèra Caropépe Comune in provincia di Enna (9.171 ab., CAP 94019, TEL. 0935).

valicàbile, agg. Che si può valicare.

valicàre, v. tr. Passare di là; attraversare una catena montuosa. ~ oltrepassare.
 v. tr. to cross.

vàlico, sm. (pl.-chi) Luogo per il quale si passa in una zona montuosa. ~ varco.
 sm. mountain pass.

validaménte, avv. In modo valido. ~ efficacemente, vigorosamente.

validaziòne, sf. Procedimento che rende valido. ~ prova, dimostrazione.

validità, sf. 1 L'essere valido. ~ valore. <> mediocrità. 2 Forza. ~ affidabilità. <> inattendibilità. 3 Efficacia. ~ utilità. <> inanità. 4 Autenticità. ~ legittimità. 5 Periodo di tempo per cui qualcosa è valido. ~ durata.
 lat. tardo validitas,-atis.

vàlido, agg. 1 Accettato come vero o come buono; che vale. ~ valevole. la ritenne una giustificazione valida. 2 Vigoroso. ~ forte. <> fiacco. 3 Che ha efficacia giuridica. ~ legittimo. il documento non era valido. 4 Efficace. ~ utile. 5 Bravo. ~ capace. un valido artigiano.
 agg. 1 good, valid. 2 (forte) strong. 3 (efficace) efficacious. 4 (rimedio) effective.
 lat. validus, deriv. da valere essere forte, efficace.

valigerìa, sf. Fabbrica o negozio di valigie, bauli.
 sf. 1 (negozio) leather goods shop. 2 (fabbrica) leather goods factory.

valìgia, sf. (pl.-gie o-ge) Contenitore provvisto di manico, per portare abiti e oggetti in viaggio. ~ borsa, bagaglio. fare le valigie, partire; valigia diplomatica, bagaglio di diplomatici esente da controlli doganali in quanto contenente documenti o corrispondenza.
 sf. 1 suitcase. 2 (diplomatica) diplomatic bag. 3 (fare le valige) to pack. 4 (disfare le valige) to unpack.
 etimo incerto.

valigiàio, sm. Chi fabbrica o vende valigie, borse, bauli.

valìna, sf. Aminoacido presente nella molecola di molte proteine ed essenziale per l'organismo.

Vàlla, Lorènzo (Roma 1407-1457) Umanista e filologo italiano. È uno dei maggiori esponenti di filologia e critica dell'umanesimo. Nel De voluptate (1430) recuperò l'epicureismo antico. Fu estimatore della lingua latina, su cui scrisse l'opera Elegantiarum linguae latinae libri sex (1435-1444). Fu polemico con le istituzioni ecclesiastiche. Dimostrò con argomentazioni filologiche la falsità del documento su cui si basava il potere temporale dei papi (De falso credita et ementita Constantini donatione, 1440). Nel De professione religiosum (1442) mise in discussione la pretesa della Chiesa di gestire in modo assoluto il rapporto tra Dio e gli uomini tramite gli ordini monastici. Nel De libero arbitrio (1443) rivendicò la libertà contro ogni forma di autorità. Fu autore di innumerevoli altri scritti e di traduzioni da autori greci.

Vàlla, Trebisónda detta Ondina (Bologna 1916-) Ostacolista. Nel 1936 vinse la medaglia d'oro alle olimpiadi negli 80 m ostacoli (11"7).

Vallàda Agordìna Comune in provincia di Belluno (596 ab., CAP 32020, TEL. 0437).

Valladolid Città della Spagna (330.000 ab.) capoluogo della provincia omonima (8.100 km2, 500.000 ab.) e della Castiglia-León, posta sul fiume Pisuerga. È un centro commerciale di prodotti agricoli (cereali) e zootecnici. Ha industrie meccaniche, metallurgiche, chimiche, conciarie, tessili e alimentari. Nel XIV e XV sec. fu residenza dei sovrani di Castiglia e si alternò con Toledo il titolo di capitale. Decadde con il trasferimento della capitale a Madrid (1561). Cattedrale (XVI sec.), chiesa di Santa Maria Antica (XI-XIII sec.), San Pablo (XV sec.). È sede dell'università dal 1346.

Vallanzéngo Comune in provincia di Biella (262 ab., CAP 13050, TEL. 015).

Vallàrdi, Francésco (Milano 1736-1799) Editore e fondatore nel 1790 a Milano dell'omonima casa editrice.

Vallàrsa Comune in provincia di Trento (1.431 ab., CAP 38060, TEL. 0464).
Vallarsa
Valle del Trentino Alto Adige sudorientale, percorsa dal torrente Leno. È collegata alla Val Lagarina.

Vallassìna Valle della Lombardia centrale, estesa tra il lago di Lecco e il lago di Pusiano. È attraversata dal fiume Lambro.

vallàta, sf. Valle ampia e aperta. ~ vallone.
 sf. valley.

Vallàta Comune in provincia di Avellino (3.584 ab., CAP 83059, TEL. 0827).

Vallàuri, Giancàrlo (Roma 1882-Torino 1957) Ingegnere e professore a Torino. Compì importanti studi di elettronica e elettrotecnica e fondò l'Istituto Galileo Ferraris.

vàlle, sf. Depressione della superficie terrestre, solitamente allungata, racchiusa tra due versanti montuosi, collinari o incisa su un altopiano. ~ vallata, vallone.
 sf. valley.
La valle è costituita dal fondovalle, dove in genere scorre un corso d'acqua, dai fianchi o versanti che la delimitano lateralmente, dalla testa o testata, ossiala parte a monte, e dallo sbocco in pianura, in una valle più grande ecc. L'orientamento e l'esistenza delle valli dipendono dalle possibilità di erosione delle rocce nella regione che attraversano e dalla struttura tettonica. La struttura tettonica della regione attraversata può dare origine a particolari tipi di valle come valli a meandri e valli sovrimposte. Fenomeni eustatici e movimenti epirogenetici possono, a volte, far sì che tratti più o meno lunghi della parte terminale di una valle vengano raggiunti dal mare, per cui si forma una valle sommersa (canali della Dalmazia, fiordi della Norvegia).
Valli antinclinali e sinclinali
Valli che seguono gli assi di un'anticlinale o di una sinclinale.
Valli cieche o chiuse
Valli sbarrate da una parete rocciosa e percorse da un corso d'acqua, che finisce in un inghiottitoio posto ai piedi della parete. Sono tipiche delle regioni carsiche.
Valli di deposito
Valli formate da cumuli di materiale morenico, eolico o piroclastico.
Valli fluviali
Valli dovute all'azione di un corso d'acqua, aventi il fondovalle con profilo a V.
Valli glaciali
Valli che sono state scavate da un ghiacciaio, con il fondovalle a U.
Valli longitudinali
Valli parallele alle catene montuose a cui appartengono.
Valli sommerse
Valli che sono state coperte dalle acque a causa dell'ingressione marina.
Valli sospese
Valli trasversali, che sboccano in una principale, formando un ripido scalino.
Valli tettoniche
Valli causate da fenomeni di rottura o piegamento della crosta terrestre.
Valli trasversali
Valli perpendicolari alla catena di cui fanno parte.

Vàlle Agrìcola Comune in provincia di Caserta (1.602 ab., CAP 81010, TEL. 0823).

Vàlle Aurìna (in ted. Ahrntal) Comune in provincia di Bolzano (5.261 ab., CAP 39030, TEL. 0474).

Vàlle Castellàna Comune in provincia di Teramo (1.574 ab., CAP 64010, TEL. 0861).

Vàlle d'Aòsta Regione a statuto speciale nell'Italia nordoccidentale; confina a ovest e nord-ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e a sud e a est con il Piemonte.
La regione si identifica con l'alto corso della Dora Baltea, fino a Pont St. Martin, al confine piemontese.
La valle della Dora Baltea si snoda in direzione da ovest a est e da essa si diramano numerose vallate secondarie percorse dagli affluenti della Dora Baltea; tra le principali si annoverano la valle del Gran San Bernardo, la Valtournenche, la Val d'Ayas, la valle del Lys; inoltre da destra la valle di La Thuile, la Valgrisenche, la Val di Rhems, la Valsavarenche e la valle di Cogne.
Il clima è piuttosto variabile tra il fondo valle e le cime, tipicamente di impronta montana.
La regione ospita le cime più alte d'Italia: il monte Bianco (4.819 m), il Cervino (4.478 m), il monte Rosa (4.633 m) e il Gran Paradiso (4.061 m).
L'economia della regione si basa principalmente sul turismo e sull'industria estrattiva ed energetica; infatti le cospicue risorse idriche hanno permesso lo sviluppo di centrali idroelettriche che alimentano anche l'industria piemontese.
L'agricoltura sfrutta in parte le risorse forestali, mentre il territorio destinato al pascolo permette una notevole attività zootecnica.
L'agricoltura è tipicamente montana (cereali, patate, frutta e foraggi).
L'industria, favorita dalla disponibilità di energia, ha subito alla fine degli anni '80 una vera e propria crisi, in parte controbilanciata dall'espansione della piccola industria; particolarmente colpita risulta la produzione siderurgica, a sua volta collegata con l'industria estrattiva (magnesite).
Rimane fiorente l'artigianato (lavorazione del legno e ricamo di pizzi a tombolo) e intenso è il turismo, sia estivo che invernale: numerosi infatti sono i centri di fama internazionale.
L'apertura dei trafori del San Bernardo e del Monte Bianco ha migliorato la viabilità e le comunicazioni con Svizzera e Francia, attenuando le condizioni di isolamento di cui la regione ha sofferto in passato.
Abitanti-115.397
Superficie-3.262 km2
Densità-35,3 ab./km2
Capoluogo-Aosta
Province (fra parentesi il numero di abitanti del capoluogo espresso in migliaia): Aosta (36)

Vàlle dél Cauca Dipartimento (3.388.000 ab.) della Colombia occidentale, sull'oceano Pacifico. Capoluogo Cali.

Vàlle déll'Àngelo Comune in provincia di Salerno (545 ab., CAP 84070, TEL. 0974).

Valle dell'Eden, La Romanzo di J. Steinbeck (1952).
Valle dell'Eden, La
Film drammatico, americano (1955). Regia di Elia Kazan. Interpreti: Julie Harris, James Dean, Raymond Massey. Titolo originale: East of Eden

Vàlle di Cadóre Comune in provincia di Belluno (2.021 ab., CAP 32040, TEL. 0435).

Vàlle di Casìes (in ted. Gsies) Comune in provincia di Bolzano (2.008 ab., CAP 39035, TEL. 0474).

Vàlle di Maddalóni Comune in provincia di Caserta (2.374 ab., CAP 81020, TEL. 0823).

Vàlle Lomellìna Comune in provincia di Pavia (2.284 ab., CAP 27020, TEL. 0384).

Vàlle Mòsso Comune in provincia di Biella (4.350 ab., CAP 13068, TEL. 015).

Vàlle Salimbène Comune in provincia di Pavia (1.251 ab., CAP 27010, TEL. 0382).

Vàlle San Nicolào Comune in provincia di Biella (1.206 ab., CAP 13050, TEL. 015).

vallèa, sf. Valle. ~ vallata.

Vallebòna Comune in provincia di Imperia (929 ab., CAP 18012, TEL. 0184).

Vallécchi Casa editrice fondata a Firenze da Vallecchi Attilio specializzata in opere storiche e letterarie. Iniziò l'attività con la pubblicazione di Lacerba. I figli Attilio e Pietro ne hanno continuato l'attività e la linea di pensiero fino a trasformarla in società per azioni.

Vallécchi, Attìlio (Firenze 1880-1946) Editore della rivista Lacerba da cui nacque l'omonima casa editrice.

Vallecórsa Comune in provincia di Frosinone (3.489 ab., CAP 03020, TEL. 0775).

Vallecròsia Comune in provincia di Imperia (7.464 ab., CAP 18019, TEL. 0184).

Valledólmo Comune in provincia di Palermo (4.689 ab., CAP 90029, TEL. 0921).

Valledòria Comune in provincia di Sassari (3.551 ab., CAP 07039, TEL. 029).

Valledupar Città (143.000 ab.) della Colombia, capoluogo del dipartimento di Cesar.

Vallefiorìta Comune in provincia di Catanzaro (2.493 ab., CAP 88050, TEL. 0961).

Vallégo, César (Santiago de Chuco, Trujillo 1892-Parigi 1938) Poeta e narratore peruviano. Tra le opere Gli araldi neri (1918) e Poemi umani (postumo, 1939).

Valle-Incl´n, Ramón María del (Villanueva de Arosa, Pontevedra 1869-Santiago de Compostela 1936) Pseudonimo di Ramón del Valle y Peña. Scrittore spagnolo. Tra le opere Sonate (1902-1905, racconti) e Aromi di leggenda (poesia, 1906).

Vallelònga Comune in provincia di Vibo Valentia (883 ab., CAP 88020, TEL. 0963).

Vallelùnga Prataméno Comune in provincia di Caltanissetta (4.397 ab., CAP 93010, TEL. 0934).

Vallemàio Comune in provincia di Frosinone (1.137 ab., CAP 03040, TEL. 0776).

Vallepiètra Comune in provincia di Roma (398 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Valleràno Comune in provincia di Viterbo (2.446 ab., CAP 01030, TEL. 0761).

Vallermósa Comune in provincia di Cagliari (2.092 ab., CAP 09010, TEL. 0781).

Vallerotónda Comune in provincia di Frosinone (2.072 ab., CAP 03040, TEL. 0776).

Vallesaccàrda Comune in provincia di Avellino (1.856 ab., CAP 83050, TEL. 0827).

Vallése Cantone della Svizzera sudoccidentale (5.200 km2, 250.000 ab.) con capitale Sion, confinante con la Francia a ovest e con l'Italia a sud e a est (Piemonte e Valle d'Aosta). Il territorio è occupato a nord dalle Alpi Bernesi e a sud dalle Alpi Pennine, separate dall'alta valle del fiume Rodano, dalla sorgente fino allo sbocco nel lago di Ginevra. La popolazione, cattolica, è di lingua francese nel settore occidentale e tedesca in quello orientale. Vi sono coltivati frutta e cereali. Vi è praticato l'allevamento. Fiorente il turismo. Vi sono impianti idroelettrici che alimentano le industrie che sono elettrometallurgiche, elettrochimiche, alimentari, del legno e metalmeccaniche. In antichità fu abitato da popolazioni celtiche. Fu poi conquistato dai romani (25 a. C.), dai burgundi (455) e dai franchi (524). Fu annesso al regno di Borgogna e passò poi sotto i vescovi conti di Sion (XI-XIII sec.). Fu a lungo conteso dai Savoia. Nel 1815 divenne un cantone della confederazione elvetica. In francese Valais.

Vallétta Città capitale dell'isola di Malta (9.500 ab.). È porto e centro commerciale, culturale, turistico e industriale, con industrie navali, tessili, alimentari e del tabacco. Fu fondata nel 1566 dal Gran Maestro dei Cavalieri di San Giovanni J. Parisot de la Valette come roccaforte contro i turchi e rimase un'importante base navale britannica fino al 1959. Il governatorato inglese vi rimase fino al 1964, anno in cui divenne capitale del paese indipendente. Si ricordano la cattedrale di San Giovanni e il palazzo del Gran Maestro (XVI sec.).

vallétta, sf. Giovane donna che aiuta il presentatore di uno spettacolo televisivo. ~ assistente.
 sf. assistant.

Vallétta, Vittòrio (Sampierdarena 1883-Le Focette di Pietrasanta 1967) Industriale e amministratore delegato e direttore generale della FIAT dal 1928, di cui fu anche presidente dal 1946. Dal 1966 fu senatore a vita.

vallétto, sm. 1 Dal medioevo fino al Settecento: paggio, staffiere. ~ servitore. 2 Fattorino, usciere, portacarte. ~ garzone.
 sm. valet.

Vallève Comune in provincia di Bergamo (158 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

Vàlli dél Pasùbio Comune in provincia di Vicenza (3.611 ab., CAP 36030, TEL. 0445).

Vàlli Gràndi Veronési Regione della provincia sudorientale di Verona. Comprende un piccolo settore della pianura padana.

Vàlli, Alìda (Pola 1921-) Attrice teatrale. Interpretò Ore nove lezione di chimica (1941), Piccolo mondo antico (1941), Il terzo uomo (1948), Senso (1954) e La strategia del ragno (1972).

Vàlli, Ròmolo (Reggio Emilia 1925-Roma 1980) Attore teatrale. Lavorò con Guarneri, De Lullo e Falk e per il cinema interpretò La grande guerra (1959), Il gattopardo (1963)e Morte a Venezia (1971).

vallicoltùra, sf. Allevamento di pesci in valli lagunari.

valligiàno, agg. e sm. agg. Della valle, delle valli.
sm. Nativo o abitante di una valle.

Vallinfrèda Comune in provincia di Roma (290 ab., CAP 00020, TEL. 0774).

Vàllio Tèrme Comune in provincia di Brescia (988 ab., CAP 25080, TEL. 0365).

vallisnèria, sf. Angiosperma (Vallisneria spiralis) della famiglia delle Idrocaritacee e dell'ordine delle Elobie. Pianta erbacea acquatica, cresce spontanea in Italia.

vallìvo, agg. 1 Detto del terreno basso e paludoso del fondovalle. 2 Di valle lagunare.

vàllo, sm. 1 Palizzata, recinto difensivo costruito intorno all'accampamento romano; cinta muraria. 2 Ogni trinceramento difensivo. ~ trincea.

Vàllo délla Lucània Comune in provincia di Salerno (8.142 ab., CAP 84078, TEL. 0974).

Vàllo di Diàno Pianura della Campania, in provincia di Salerno, percorsa dal fiume Tanagro. Si estende fra il massiccio di Cervati e l'Appennino Lucano.

Vàllo di Néra Comune in provincia di Perugia (450 ab., CAP 06040, TEL. 0743).

Vàllo Torinése Comune in provincia di Torino (721 ab., CAP 10070, TEL. 011).

Vallombrósa Località toscana situata sull'Appennino a 958 m d'altezza. Si trova in provincia di Firenze, nel comune di Reggello.

vallòne, agg. e sm. agg. Della popolazione di lingua francese che occupa la zona sudorientale del Belgio.
sm. 1 Valle stretta e profonda. ~ conca, bacino. 2 Depressione delle zone montuose, con solco stretto e pareti quasi a picco. ~ canalone. 3 (anche sf.) Appartenente alla popolazione vallone. 4 Il dialetto parlato dai valloni.

Vallóne, Raf (Tropea 1916-) Attore cinematografico. Interpretò Riso amaro (1949) e Il cammino della speranza (1950). Lavorò anche in teatro (Uno sguardo dal ponte, 1958, Miller) e per la TV (Il mulino del Po, 1962). Passò poi alla regia di opere liriche e di commedie: Adriana Lecouvreur (1983), Frankie e Johnny al chiaro di luna (1992), Desiderio sotto gli olmi (1995).

Vallònidi Famiglia di Molluschi Gasteropodi polmonati con conchiglia piccola e piede corto. Il genere più conosciuto, il Pupisoma, è diffuso in Asia, in Australia, in Africa e nell'America tropicale.

Valloriàte Comune in provincia di Cuneo (256 ab., CAP 12010, TEL. 0171).

Vallotton, Félix (Losanna 1865-Parigi 1925) Pittore svizzero. Tra le opere Donna che si pettina (1900, Parigi, Musée National d'Art Moderne) e Il ratto d'Europa (1908, Berna, Kunstmuseum).

Valmàcca Comune in provincia di Alessandria (1.153 ab., CAP 15040, TEL. 0142).

Valmadrèra Comune in provincia di Lecco (10.645 ab., CAP 22049, TEL. 0341). Centro industriale (cementifici, prodotti del legno, tessili, petrolchimici e meccanici). Gli abitanti sono detti Valmadreresi.

Valmàla Comune in provincia di Cuneo (70 ab., CAP 12020, TEL. 0175).

Valmontóne Comune in provincia di Roma (11.649 ab., CAP 00038, TEL. 06). Località dei Colli Albani. Vi si trovano la collegiata dell'Assunta, del XVII sec., e il palazzo Doria. Gli abitanti sono detti Valmontonesi.

Valmorèa Comune in provincia di Como (2.342 ab., CAP 22070, TEL. 031).

Valmòzzola Comune in provincia di Parma (844 ab., CAP 43050, TEL. 0525).

Valnégra Comune in provincia di Bergamo (238 ab., CAP 24010, TEL. 0345).

Valois Antica contea della Francia, inclusa nei dipartimenti dell'Oise e dell'Aisne, posta alla sinistra dell'Oise nell'Ile-de France. Formata principalmente da un altopiano intagliato dalle valli dell'Authonne e dei suoi affluenti; nel suo territorio ricoperto di limo si coltivano cereali, foraggi, ortaggi, alberi da frutta, barbabietole da zucchero. L'economia è prevalentemente agricola. Feudo dei Carolingi, divenne un possedimento dei Capetingi e diede il nome alla famiglia che salì al trono con Filippo VI (1328). La dinastia si divise successivamente in tre rami: quello diretto (1328-1498), il ramo dei Valois-Orléans (1498-1515) e il ramo dei Valois-Angoulême (1515-1589).

Valóna Città (74.000 ab.) dell'Albania, sulla costa del mare Adriatico. Capoluogo del distretto omonimo. Porto commerciale della regione, si affaccia sul golfo omonimo, dove si trova l'isola di Saseno. Esportazione di bestiame e petrolio. Le principali industrie sono quelle chimiche, alimentari e conciarie.

Valoniàcee Famiglia di Alghe Cloroficee sifonali. Si trovano nei mari delle regioni calde e tropicali, hanno come caratteristica un tallo cenocitico, poliformo. Vari cloroplasti sono presenti nelle cellule plurinucleate.

valòre, sm. 1 Prezzo. ~ costo. 2 Eroismo. ~ coraggio. <> viltà. 3 Efficacia. ~ validità. 4 Al plurale, oggetti preziosi. 5 Motivo ispiratore delle azioni umane, della vita sociale. 6 Complesso di qualità che danno pregio a una persona, a una cosa, a una situazione. ~ merito, pregio. 7 Prezzo. ~ costo. 8 Consistenza, portata, entità. ~ carico. 9 Prodezza. 10 In fisica indica la misura con segno di una grandezza rispetto a una data unità di misura. 11 In algebra è ciascun elemento di un insieme a cui può essere associata una variabile.
 sm. 1 value. 2 (validità) validity. 3 (coraggio) bravery, valour. 4 (titolo) stock, pl. securities. 5 (privo di valore) worthless.
 lat. tardo valor,-oris, deriv. da valere.
In contabilità e commercio il termine viene utilizzato in diversi contesti, generalmente per indicare elementi patrimoniali attivi o passivi. Il valore aggiunto rappresenta la differenza tra il valore globale della produzione di un'impresa e il valore dei materiali e dei servizi impiegati nel processo produttivo. Serve per calcolare il valore dell'apporto che un'impresa aggiunge al reddito nazionale lordo con la sua attività.
In economia è un concetto fondamentale. Relativamente a un bene o a un servizio si divide in valore d'uso e valore di scambio. Il valore d'uso rappresenta la capacità di un bene di soddisfare i bisogni personali in un certo momento e in determinate circostanze. Il valore di scambio rappresenta la quantità di un bene che si può ottenere in cambio di una quantità data di un altro bene indipendentemente dal valore d'uso rappresentato per i singoli. Se il bene ottenibile è la moneta, corrisponde al prezzo. Il valore aggiunto corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi (capitale e lavoro) oltre agli ammortamenti. Sul prezzo di un prodotto è quella cifra che viene aggiunta dall'impresa per recuperare il costo della produzione.
Valore assoluto
Relativo a numero reale a è il numero a senza segno.

valorizzàre, v. tr. 1 Far acquistare valore. ~ esaltare, migliorare. <> sminuire. 2 Arricchire. ~ adornare. 3 Sviluppare, potenziare. ~ ottimizzare. <> deprezzare.
 v. tr. 1 to set off, to enhance. 2 (aumentare il valore) to increase the value. 3 (fig.) to make the most of.

valorizzatòre, agg. e sm. Che, chi valorizza.

valorizzaziòne, sf. Il valorizzare, il valorizzarsi, l'essere valorizzato.

valorosaménte, avv. In modo valoroso. ~ coraggiosamente, audacemente. <> codardamente.

valorosità, sf. L'essere valoroso. ~ valore.

valoròso, agg. Che rivela valore, coraggio. ~ valido, prode. <> inabile, codardo.
 agg. valiant, brave.

Valparaíso Città (277.000 ab.) del Cile centrale, sull'oceano Pacifico. Capoluogo della regione omonima.

Valpelline Comune in provincia di Aosta (533 ab., CAP 11010, TEL. 0165).
Valpelline
Valle della Val d'Aosta, percorsa dal torrente omonimo. Si estende dal versante occidentale del Monte Cervino, fino alla valle del Gran San Bernardo.

Valpèrga Comune in provincia di Torino (3.403 ab., CAP 10087, TEL. 0124).

Valpolicèlla Regione del Veneto, in provincia di Verona. Comprende il settore occidentale dei monti Lessini. Famosa la produzione di vini.

valpolicèlla, sm. Denominazione dei vini bianchi e rossi asciutti prodotti nell'omonima zona in provincia di Verona.

Valpràto Soàna Comune in provincia di Torino (176 ab., CAP 10080, TEL. 0124).

Valprèda, Piètro (Milano, 1932-) Anarchico italiano. Accusato di essere l'esecutore materiale della strage di Piazza Fontana avvenuta a Milano nel dicembre 1969, fu processato, ma la corte d'assise d'appello di Catanzaro lo assolse per insufficienza di prove. Tale verdetto venne confermato nel 1985 dal tribunale di Bari.

Valpùrga (Sussex 710-Heidenheim 779) Santa e badessa del monastero di Heidenheim. La sua tomba, sulla quale si diceva che si compisse un miracolo (sgorgava un liquido dai poteri soprannaturali, l'olio di Valpurga) fu meta di devoto pellegrinaggio. Secondo la tradizione, la notte antecedente la sua festa (1° maggio) era quella del sabba delle streghe. Anche i suoi fratelli Vunibaldo e Villibaldo sono stati canonizzati.

Valsàssina Valle delle Prealpi Lombarde, in provincia di Como, attraversata dal torrente Pioverna. Vi si trovano industrie casearie, tessili e delle acque minerali.

Valsavarenche Comune in provincia di Aosta (198 ab., CAP 11010, TEL. 0165).

Valsécca Comune in provincia di Bergamo (450 ab., CAP 24030, TEL. 035).

valsènte, sm. Importo in denaro corrispondente al valore commerciale.

Valsèsia Valle del tronco montano del Sesia diretta da ovest a est dal monte Rosa a Varallo, quindi da nord a sud fino a Romagnano Sesia. È ricca di prati, pascoli e boschi. Nota quale zona di villeggiatura, ha diverse industrie che danno vita a molti centri quali Romagnano Sesia, Grignasco, Serravalle Sesia, Borgosesia, Alagna, Varallo e Val Grande.

Valsìnni Comune in provincia di Matera (1.965 ab., CAP 75029, TEL. 0835).

Valsòlda Comune in provincia di Como (1.915 ab., CAP 22010, TEL. 0344).
Valsolda
Valle delle Prealpi Lombarde, a nord del lago di Lugano, percorsa dal torrente Solda.

Valstàgna Comune in provincia di Vicenza (1.856 ab., CAP 36020, TEL. 0424).

Valstróna Comune in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (1.348 ab., CAP 28020, TEL. 0323).

Valsugàna Valle del Trentino merridionale, via di comunicazione con il Veneto. Iniza a Pergine Valsugana, è percorsa dal tratto iniziale del Brenta e termina a Primolano. Oltre al turismo le risorse più importanti sono l'agricoltura e l'industria del legno e del mobile. Fonti termali a Levico Terme.

Valtellìna Valle lombarda percorsa dall'alto corso del fiume Adda, dalla sorgente nel massiccio dell'Ortles fino al lago di Como, posta nella provincia di Sondrio. È la principale valle longitudinale delle Alpi, compresa tra le Alpi Orobie a sud e le Alpi Retiche a nord. È imboccata da numerose valli minori, tra cui la Valfurva. Presenta pascoli e boschi nelle zone montane e colture (uva, cereali, frutta) nelle rimanenti. Rinomati sono i vini prodotti. Rilevante la produzione idroelettrica. In val Malenco sono estratti talco e graniti. Fiorente l'attività turistica. I centri principali sono Sondrio, Bormio e Tirano. Abitata da popolazioni celtiche, fu poi occupata dai romani, dai longobardi e annessa al regno d'Italia (IX sec.). Nel 1335 fu assoggettata dai Visconti. Nel 1512 fu occupata dalle leghe dei Grigioni, che vi diffusero il protestantesimo. Questo scatenò la repressione dei cattolici, appoggiati dalla Spagna, che portò alla strage dei protestanti e dei magistrati dei Grigioni nel 1620 (sacro macello di Valtellina). Si rese indipendente nel 1797, confluendo in seguito nella Repubblica cisalpina. In seguito dipartimento dell'Adda del regno italico, venne assegnata alla Lombardia dal congresso di Vienna (1815). È stata devastata da un movimento franoso che ha ostacolato il deflusso dell'Adda nel luglio 1987.

Valtopìna Comune in provincia di Perugia (1.401 ab., CAP 06030, TEL. 0742).

Valtòrta Comune in provincia di Bergamo (393 ab., CAP 24014, TEL. 0345).

Valtournenche Comune in provincia di Aosta (2.199 ab., CAP 11028, TEL. 0166).

Valtravàglia Valle delle Prealpi Lombarde, in provincia di Varese, percorsa dal torrente Margorabbia.

valùta, sf. 1 Moneta, carta moneta, moneta straniera. ~ denaro. ufficio valuta estera, che si occupa delle operazioni di cambio della moneta. 2 Giorno da cui cominciano a decorrere gli interessi su una certa somma.
 sf. 1 money, currency. 2 (bancaria) value.
 da valuto, p.p. di valere.

valutàbile, agg. Che si può valutare.

valutàre, v. v. tr. 1 Attribuire un valore a qualcosa. 2 Conteggiare, calcolare, misurare. ~ contare. 3 Stimare. ~ apprezzare. <> disprezzare. 4 Vagliare, ponderare. ~ soppesare.
v. intr. pron. Giudicarsi, considerarsi. ~ credersi.
 1 to estimate, to value. 2 (calcolare) to calculate. 3 (vagliare) to weigh up. 4 (danni) to assess. 5 (stimare) to estimate.
 deriv. da valuta.

valutàrio, agg. Che si riferisce alla valuta, alle valute.

valutatìvo, agg. Di valutazione, atto a valutare.

valutaziòne, sf. 1 Il valutare, l'essere valutato. 2 Quotazione. ~ stima. 3 Apprezzamento. ~ considerazione. 4 Diagnosi. ~ giudizio. 5 Perizia, calcolo. ~ computo.
 sf. 1 estimation, evaluation. 2 (vaglio) weighing up. 3 (scolastica) assessment (l'accertamento), marking (la votazione). 4 (stima) estimate.
 deriv. da valutare.

vàlva, sf. 1 Ciascuna delle due parti in cui si divide il guscio di certi frutti. valve delle fave. 2 Ognuno dei due elementi di una conchiglia dei Molluschi.
 lat. valva, battente della porta.

Vàlva Comune in provincia di Salerno (1.923 ab., CAP 84020, TEL. 0828).

Valvaràita Valle del Piemonte, nelle Alpi Cozie, in provincia di Cuneo, percorsa dal torrente Varaita.

valvàre, agg. Della valva, delle valve.

Valvasóne Comune in provincia di Pordenone (1.924 ab., CAP 33098, TEL. 0434).

valvassìno, sm. Nel sistema feudale, il vassallo del valvassore.

valvassòre, sm. Nel sistema feudale, il vassallo del vassallo del signore.

Valvérde (Catania) Comune in provincia di Catania (5.717 ab., CAP 95028, TEL. 095).

Valvérde (Pavia) Comune in provincia di Pavia (399 ab., CAP 27050, TEL. 0383).

Valvestìno Comune in provincia di Brescia (375 ab., CAP 25080, TEL. 0365).

Valvisbaai (Walvis Bay) Regione della Namibia (21.000 ab.) sulla costa atlantica. Le principali attività sono la pesca e le industrie conserviere.

vàlvola, sf. 1 Dispositivo per regolare il passaggio di un fluido in una conduttura. 2 Formazione membranosa che, all'interno di un organo cavo, permette il passaggio di liquidi in una sola direzione. 3 In elettronica filo o piattina che fonde quando viene percorso da una corrente elettrica di intensità superiore a quella di taratura. ~ fusibile.
 sf. 1 valve. 2 (fusibile) fuse.
In anatomia indica delle strutture membranose poste in organi cavi, come cuore, vene e tubo digerente, al fine di dirigerne il contenuto in un'unica direzione. La prima valvola cardiaca artificaile fu messa a punto nel 1961 dal chirurgo statunitense Albert Starr.
In tecnica è un organo meccanico che serve a stabilire, interrompere o regolare il flusso di una corrente fluida. Le valvole si possono suddividere in valvole manuali, automatiche e comandate. Le valvole automatiche si mettono in funzione quando la differenza di pressione tra monte e valle raggiunge dei valori prestabiliti. Di questo gruppo fanno parte le valvole di sicurezza. In base alla forma si hanno le valvole a farfalla, a fungo, a rubinetto, a saracinesca, a spillo, a tappo ecc. Nel linguaggio comune il termine indica in modo improprio i tubi termoelettronici o termoionici.

valvolàre, agg. Della valvola, concernente la valvola o le valvole.

valvulìte, o valvolìte, sf. In medicina, infiammazione di una valvola, solitamente di quella cardiaca.

valvulopatìa, sf. Termine medico che designa ogni disturbo riguardante un apparato valvolare cardiaco.

vàlzer, sm. invar. Danza di ritmo ternario.
 sm. waltz.
Danza a coppie in tre tempi, nata in Austria sul finire del XVIII sec. a partire da alcune danze popolari mitteleuropee come l'allemanda e il Ländler. Ebbe grande successo, diffondendosi in tutta Europa come danza di intrattenimento (J. Strauss). Divenne una forma d'arte con musicisti quali Beethoven, Brahms, Cajkovskij, Chopin e Schubert.

Valzer degli addii, Il Romanzo di M. Kundera (1975).

Vàmba => "Bertelli, Luigi"

vamp, sf. invar. Donna di bellezza vistosa. ~ maliarda.

vàmpa, sf. 1 Grande fiammata, vampata di calore. alte vampe uscivano pericolosamente dal camino. 2 Passione, sentimento travolgente, molto intenso. vampe d'ira lo assalivano di continuo.
 deriv. da vampo.

vampànte, agg. In senso poetico, che manda vampe.

vampàta, sf. 1 Fiammata improvvisa, ondata di calore. ~ vampa. 2 Ondata di sentimenti. ~ ardore.
 sf. 1 blast, burst of heat. 2 (al viso) flush.

vampeggiàre, v. intr. Mandar vampe.

vampirésco, agg. (pl.-chi) Relativo ai vampiri, da vampiro.

vampirìsmo, sm. 1 Secondo una superstizione popolare, il comportarsi da vampiro. 2 Forma di necrofilia che consiste nell'uccidere una donna per poi congiungersi al suo cadavere.

vampìro, sm. 1 Nelle credenze popolari di origine slava i vampiri erano spiriti di uomini che, morti in modo violento, continuavano a vivere solo di notte, nutrendosi di sangue. I vampiri costituirono il soggetto di opere di scrittori dell'800, la più nota delle quali è Dracula (1897) di Bram Stoker. 2 Strozzino. ~ sanguisuga. 3 Denominazione comune di pipistrelli.
 sm. vampire.
Vampiro di Azara
Mammifero (Desmodus rotundus) della famiglia dei Desmodontidi e dell'ordine dei Chirotteri. Lungo 9 cm circa, si nutre del sangue dei bovini che succhia dopo aver provocato una ferita con gli incisivi. Vive nelle regioni subtropicali del Sudamerica.

Vampiro, Il (La strana avventura di David Gray) Film drammatico, francese (1931). Regia di Carl Theodor Dreyer. Interpreti: Julian West, Henriette Gerard, Rena Mandel. Titolo originale: Vampyr (L'étrange aventure de David Gray)

van, sm. invar. Autofurgone o rimorchio per il trasporto di animali.

Van Città (154.000 ab.) della Turchia, nell'Anatolia orientale, presso il lago omonimo. Capoluogo della provincia omonima.
Van
Lago (3.738 km2) salato della Turchia, nell'Anatolia orientale, a 1.446 m sul livello del mare; è il più grande della Turchia.

Van Allen, James Alfred (Mount Pleasant 1914-) Fisico americano, scoprì nel 1958 le fasce omonime della magnetosfera, attraverso lo studio dei dati inviati dalle sonde Explorer e tramite gli esperimenti che effettuò in occasione di alcune spedizioni polari.
Fasce di Van Allen
Porzione della magnetosfera terrestre, formata da due fasce ricche di particelle cariche ad alta energia, disposte simmetricamente, con l'asse geomagnetico in comune, che cingono la Terra a modo di ciambella. La fascia più esterna si estende da 5 a 6 raggi terrestri dal centro della Terra, mentre quella più interna da 1,5 a 2 raggi. Hanno forma toroidale a causa dell'azione del campo magnetico terrestre del quale seguono le linee di forza e che è responsabile anche della cattura delle particelle solari e dei raggi cosmici. I moti di queste particelle creano le aurore polari e le tempeste magnetiche.

Van Baburen, Dirck (Utrecht 1595-1624) Pittore olandese. Tra le opere Gentildonna alla spinetta (Londra, National Gallery).

Van Basten, Màrco (L'Aia 1964-) Calciatore olandese. Giocò dal 1981 al 1987 nell'Ajax e quindi nel Milan. Vinse tre volte il Pallone d'oro (1988, 1989 e 1992). Cessò l'attività per infortunio nel 1995.

Van Buren, Martin (Kirderhook 1782-1862) Politico statunitense. Di ideologia democratica, dal 1836 al 1840 fu presidente degli USA. Promosse le riforme sociali e riordinò la finanza pubblica.

Van Cleve, Joos il Giovane (Anversa ca. 1485-1540) Pittore fiammingo. Tra le opere Donna con il rosario (1520, Firenze, Uffizi).

Van Dantzig, Rudi (Amsterdam 1933-) Coreografo olandese. Scrisse Monumento per un ragazzo morto (1965) e diresse l'Het Nationale Ballet.

Van de Graaff, Robert Jemison (Tuscaloosa 1901-Boston 1967) Fisico nucleare statunitense. Nel 1929 ideò un generatore elettrostatico ad alta tensione.

Van de Hulst, Heidrik Cristoffel (Utrecht 1918-) Astronomo olandese, nel 1944 teorizzò la presenza della cosiddetta riga di ventuno centimetri, per analogia con le righe visibili nello spettro luminoso. Tale fenomeno di emissione è generato dagli atomi di idrogeno neutro che emettono onde elettromagnetiche con lunghezza di 21 cm. Questo fenomeno è molto raro perché un atomo di idrogeno può stare milioni di anni senza manifestarlo; Van de Hulst capì che nello spazio tali atomi erano così numerosi da rendere visibile il fenomeno stesso.
Questa scoperta è stata molto importante, in quanto ha consentito di delineare i bracci della nostra galassia, confermando la posizione del Sole lontana dal nucleo centrale, e ha permesso di comprendere la distribuzione dell'idrogeno neutro nello spazio e i suoi moti di allontanamento e avvicinamento rispetto alla Terra.

Van de Velde, Adriaen (Amsterdam 1636-1672) Pittore olandese. Tra le opere Spiaggia di Scheveningen (1658, Kassel, Gemäldegalerie).

Van de Velde, Henry (Anversa 1863-Oberägeri 1957) Architetto belga. Tra le opere la Kunstgewerbeschule a Weimar (1906) e il museo Kröller-Müller a Otterlo (1930-1954).

Van der Goes, Hugo (Gand 1435/1440-Audergem 1482) Pittore fiammingo. Tra le opere Compianto sul Cristo morto e Peccato originale (ca. 1470, Vienna, Kunsthistorisches Museum) e Trittico Portinari (1475-1477, Firenze, Uffizi).

Van der Meer, Simon (L'Aia 1925-) Ingegnere olandese. Scoprì i bosoni vettori insieme a C. Rubbia e fu con lui insignito del premio Nobel nel 1984.

Van der Waals, Johannes Diderik (Leida 1837-Amsterdam 1923) Fisico olandese. Scoprì le forze attrattive tra atomi e molecole e spiegò la differenza tra gas reali e gas perfetti, spiegandone alcune strutture molecolari e cristalline. Per questo nel 1910 fu insignito del premio Nobel.

Van der Werff, Adriaen (Kralingen 1659-Rotterdam 1722) Pittore olandese. Tra le opere Autoritratto (1699, Amsterdam, Rijksmuseum).

Van der Weyden, Rogier (Tournai ca. 1400-1464) Pittore fiammingo. Tra le opere Deposizione (ca. 1435, Madrid, Prado), Giudizio universale (1443-1446, Beaune, Hôtel-Dieu) e Trittico di San Giovanni (1450-1464, Berlino, Gemäldegalerie).

Van Diemen, Antoon (Culemborg 1593-Batavia 1645) Amministratore coloniale olandese. Conquistò la Malacca e Ceylon ai portoghesi e diede originariamente il nome alla Tasmania.

Van Doesburg, Théo (Utrecht 1883-Davos 1931) Pittore olandese. Tra le opere Composizione XIII (1918, Amsterdam, Stedelijk Museum) e Composizione 22 (1920, Eindhoven, Stedelijk van Abbemuseum).

Van Dongen, Kees (Delfshaven 1877-Monaco 1968) Pittore olandese. Tra le opere La soprano Modjesco (1905-1907, New York, Museum of Modern Art) e Donna in bianco (1913, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna).

Van Dyck, Antonie (Anversa 1599-Londra 1641) Pittore fiammingo. Fu allievo e, dal 1618, collaboratore di P. P. Rubens. Nel 1620 fu in Inghilterra, dal 1621 al 1627 fu in Italia (Roma, Firenze, Bologna, Venezia, Palermo). Tornò ad Anversa nel 1626. Si stabilì in Inghilterra nel 1632, con l'incarico di pittore ufficiale del re. Da Rubens derivò un'esuberanza cromatica, che ammorbidì in seguito al soggiorno in Italia e all'influenza dell'opera del Tiziano. Dipinse numerose pale d'altare (Estasi di Sant'Agostino, 1628; Cristo tra i ladroni, 1630-1632), scene mitologiche, tra le quali il capolavoro è considerato Rinaldo e Armida (1630-1631, Parigi, Louvre), ma la sua fama è legata soprattutto ai ritratti, caratterizzati da una viva introspezione psicologica e da un'attenta cura dei particolari: Frans Snyders con la moglie (1621, Kassel, Staatliche Kunstsammlungen), Marchesa Brignole-Sale (1621-1625, Genova, palazzo Rosso), Carlo I a cavallo (1635-1636, Londra, National Gallery), Carlo I a caccia (1635, Parigi, Louvre), Sir Thomas Wharton (1635-1640, San Pietroburgo, Ermitage), Thomas Killigrew e Lord William Crofts (1638, Windsor, Royal Collection). Servendosi di una tavolozza di colori molto ricca, in grado di esaltare i soggetti rappresentati, creò un canone del ritratto che avrebbe influenzato numerosi pittori successivi.

Van Eyck, Jan (Maastricht 1390 ca.-Bruges 1441) Pittore fiammingo. Fu l'iniziatore della scuola fiamminga della quale è considerato il più grande esponente. Ha eseguito dipinti sacri e ritratti di particolare profondità psicologica, in cui figure e paesaggi sono rappresentati con cristallina trasparenza. Completò l'opera Adorazione dell'Agnello mistico del fratello Hubert (1426-1432), considerata il suo capolavoro. Tra le altre opere vi sono Hubert (1370-1426), Uomo dal turbante rosso (1433), I coniugi Arnolfini (1434), Madonna del cancelliere Rolin (1435 ca.), Madonna del canonico van der Paele (1436).

Van Gogh, Vincent (Groot Zundert 1853-Auvers-sur-Oise 1890) Pittore olandese. Nacque a Grand-Zundert, a pochi chilometri dal confine belga-olandese, il 30 marzo 1853. Suo padre, Théodorus Van Gogh, pastore calvinista, e sua madre Anne-Cornélie Carbentus, ebbero poi un secondo figlio, Théo, il 1° maggio 1857. Vincent compì i suoi studi inizialmente nella scuola del suo villaggio, poi come pensionante nel collegio Jean-Provily a Zevenbergen e infine a Tilburg. Nel 1868 ritornò a Zundert. Nel 1869 andò a L'Aja, dove venne assunto come commesso in un negozio di Goupil, uno dei più grandi mercanti d'arte europei di quel tempo. In questo modo per circa sette anni Van Gogh visse a contatto con la pittura spostandosi da L'Aja a Parigi, a Londra. Il 1° gennaio 1876 venne licenziato e iniziò a studiare con passione la Bibbia. La sua inquietudine sfociò in un'accesa vocazione religiosa che lo spinse a dedicarsi alla consolazione delle pene dei poveri. Nel 1876 Vincent, dopo un breve soggiorno a casa dei genitori che si erano trasferiti a Etten, andò a Bruxelles e poi in Inghilterra. Qui a Ramsgate lavorò come maestro di scuola ma venne presto licenziato. Dopo essere andato a trovare la sorella Anna a Welwyn, svolse per pochi mesi l'attività d'apostolato a Isleworth, come assistente di un predicatore metodista. Fu in questo periodo che Van Gogh ebbe i primi contatti con la realtà operaia dell'epoca. Per quattordici mesi egli studiò assiduamente per essere ammesso al seminario di Amsterdam, ma non ci riuscì. Nel luglio del 1878 si preparò per entrare nella scuola di evangelizzatori a Bruxelles, dove frequentò un corso di tre mesi, ma in dicembre, senza aspettare la nomina, partì per il bacino del Borinage. In questa rude regione carbonifera egli era convinto di poter trovare se stesso. Nel gennaio del 1879 Van Gogh venne nominato evangelizzatore del Borinage. Questo fu un momento fondamentale nella sua vita. Qui si sentì libero di predicare e mettere in pratica la sua religione, attiva e aderente alla realtà di quella gente. I minatori non capirono tutto l'ardore di questo predicatore, ma capirono la sua bontà e la sua disponibilità ad aiutarli in qualsiasi occasione. In luglio però gli venne revocata questa nomina, proprio perché si occupava troppo degli altri, senza pensare alla propria salute. Fu qui che Van Gogh capì realmente se stesso e che l'ansia che perennemente lo torturava non poteva essere saziata con la religione, ma aveva bisogno di una via attraverso la quale esprimersi e nel 1880 si rese conto che poteva realizzarsi solo con la pittura. Vincent scrisse di questa sua vocazione al fratello Théo, il quale, ora impiegato alla sede centrale di Goupil e C. a Parigi, lo appoggiò e lo aiutò finanziariamente sino alla morte. Van Gogh iniziò facendo disegni di minatori e copiando disegni di Millet, pittore che secondo lui era il più moderno in assoluto, poi il 15 ottobre lasciò il Borinage e partì per Bruxelles. Alla fine del 1881 dopo un periodo trascorso con i genitori si stabili a L'Aja, dove grazie all'aiuto di Théo poté dedicarsi completamente alla pittura. Qui incontrò per la strada una giovane donna incinta, abbandonata dal padre del bambino e quindi costretta a far di tutto per mantenersi. Vincent fece di lei la sua modella, dando in questo modo a lei e al bambino una casa e ciò di cui sfamarsi. Con questa donna di nome Sien Vincent formò una famiglia. Per due anni egli disegnò e fece solo acquerelli, poi iniziò i quadri a olio. Nel settembre del 1883 Van Gogh lasciò Sien e L'Aja e si trasferì per pochi mesi a Drenthe, per poi tornare ancora alla casa paterna che adesso era a Nuenen. In questo periodo Van Gogh fu particolarmente attratto da Millet, Daumier e Coubert. Di Daumier egli amò la capacità di cogliere il centro del proprio argomento, senza perdersi dietro altri mille particolari; Daumier gli insegnò come accentuare l'espressione attraverso la deformazione realistica. Anche Millet fu importante per la capacità di caricare e rendere reale l'espressione dei personaggi. Di Coubert egli prese la capacità di usare i colori in modo espressivo. Nel 1885 con questi insegnamenti dipinse I mangiatori di patate. In questa composizione si preoccupò di far capire la dura vita di questi contadini che mangiano le patate al lume della lampada, mettendone in evidenza le mani, le stesse con le quali hanno zappato la terra. Le teste intorno alla tavola hanno lo stesso risalto delle patate, polverose, non sbucciate. Questo è per il pittore rappresentare la vita dei contadini, al di fuori di ogni intenzione oleografica e romantica, tipica della fine dell'Ottocento. Di quest'opera si conoscono due disegni, una litografia, una studio a gessetto nero e tre quadri di cui quello della collezione V. W. Van Gogh è la versione finale. Durante questi anni di soggiorno a Nuenen, egli dipinse instancabilmente, senza alcun riguardo per la salute, quasi come consapevole dei pochi anni di vita che gli sarebbero restati. Visse solo per la pittura, spinto dall'obbligo di lasciare al mondo, come ringraziamento, qualche quadro che esprimesse sentimenti umani sinceri. In questo modo egli realizzò almeno 185 tele e 250 disegni, cioè un quarto di tutta la sua produzione. Molti di questi quadri furono dedicati ai contadini, altri a paesaggi e a nature morte, animate però dalle stesse passioni e dagli stessi ideali. Nel 1886 dopo aver lasciato Nuenen e aver trascorso qualche mese ad Anversa, dove si iscrisse all'accademia, andò a Parigi dal fratello Théo. Il 31 marzo l'accademia respinse l'allievo Van Gogh perché non sapeva disegnare. I due anni trascorsi a Parigi furono anni di ricerca, d'inquietudine e di orientamento. Il fratello Théo esponeva i maestri dell'impressionismo, ma anche opere di giovani ancora sconosciuti quali George Seurat, Paul Signac, Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin e Émile Bernard. Vincent poté in questo modo frequentare questi artisti e apprendere da essi, soprattutto da Seurat, le nuove teorie sulla scomposizione prismatica dei colori. La buia pittura di Van Gogh, venne così rischiarata dalle virtù della luce naturale. In questi anni si dedicò in particolare alle nature morte, soprattutto fiori, paesaggi di Montmartre e dei sobborghi urbani. Tutto ciò non deve però far pensare che egli avesse dimenticato i suoi personaggi dolorosi. In questi anni egli dipinse ventitré autoritratti nei quali i suoi occhi fissi, la sua barba incolta, la pelle tirata e l'aria selvaggia mostrano la stessa tensione che lo tormentò gli anni precedenti e che mai lo abbandonò. Unica differenza furono i colori più chiari e puliti, ma assolutamente nessuna idea positiva. In questi anni Van Gogh con Bernard, Gauguin, Lautrec e Anquetin esposero nel ristorante Au Tambourin. Questo gruppo venne chiamato da Van Gogh i pittori del petit boulevard, in contrapposizione con quello dei pittori del grande boulevard (Sisley, Monet, Renoir, Degas ecc.).
Ma la poetica dell'impressionismo, fatta di un'arte superficiale intrisa di ottimismo, diede presto fastidio a Van Gogh che così, nel 1888, scappò da Parigi e si trasferì ad Arles, in Provenza. Egli non dimenticò ciò che aveva imparato a Parigi, ma lo piegò e plasmò secondo le proprie esigenze, arrivando a negarlo, se necessario. Nel marzo e nell'aprile di questo anno, Van Gogh, dipinse una serie di frutteti in fiore e molti capolavori, tra cui Il ponte di Langlois. Non bisogna dimenticare come Van Gogh in questo periodo subisse l'influenza dall'arte giapponese che già da anni lo affascinava. Le stampe giapponesi gli suggerirono l'uso del colore limpido, unito e senza ombre e l'uso della linea fluida e ondulata. In maggio Van Gogh, affittò un'ala della casa gialla (così chiamata per il colore della sua facciata) e lavorò a Saintes-Maries-de-la-Mer e a Montmajour, nviando parecchi disegni al fratello. Il 9 settembre disegnò in una serata, La terrazza di un caffè e ne inviò a Théo uno studio per farne un quadro. In questo periodo Van Gogh pensò di invitare a casa sua Gauguin e poter così fondare un'associazione di artisti, un atelier del Mezzogiorno, per poter lavorare in gruppo. Il 20 ottobre finalmente Gauguin arrivò ad Arles. Van Gogh organizzò il lavoro e ogni giornata: i due artisti dipinsero insieme, mangiarono insieme e insieme si divertirono. Gauguin fece da maestro e Van Gogh lo seguì docilmente e da lui imparò persino a disegnare senza il soggetto sotto gli occhi. Ma ben presto la personalità di Gauguin diventò insopportabile e le sue regole pesanti da seguire. Il rapporto iniziò a deteriorarsi sino al punto che il 24 dicembre scoppiò una violenta lite tra i due. Il giorno dopo Gauguin se ne andò e Van Gogh, dopo averlo seguito con un rasoio in mano, tornò da solo a casa sua, si tagliò il lobo dell'orecchio sinistro e poi andò a offrirlo a una ragazza del bordello alla quale si era affezionato. Questo episodio venne interpretato in molti modi, tra i quali sembrò il più veritiero forse quello che assegnò all'atto il significato del cerimoniale delle corride, dove il matador vittorioso taglia l'orecchio al toro abbattuto e lo offre a una donna. Qui Van Gogh confuso dalla lite e dalla partenza dell'amico, compì questo atto identificandosi sia con il vincitore sia con lo sconfitto. Il mattino seguente fu trovato dalla polizia, addormentato in casa sua. Tutto ciò provocò a Van Gogh una crisi violenta e il 26 dicembre venne portato all'ospedale e rinchiuso nella cella dei pazzi. Il 7 gennaio 1889 uscì dall'ospedale, dove però vi tornò una seconda volta il 9 febbraio e una terza il 19 marzo. Nonostante debole e a tratti depresso, egli continuò a dipingere e con ancora l'orecchio ferito dipinse l'Autoritratto con l'orecchio tagliato e L'uomo con la pipa. Il 3 maggio di propria volontà si recò all'asilo per malati mentali Saint-Paul-de-Mausole, dove rimase per circa un anno. In questo periodo dipinse un centinaio di paesaggi, delle nature morte, dei ritratti, gli ultimi suoi quattro autoritratti dai quali traspare la sua depressione e circa un centinaio tra disegni e acquerelli. Egli espresse la sua emotività nella natura attraverso cipressi lingueggianti, grano arido e secco, ulivi che si torcono; la sua pennellata si spezza, si arricciola e il colore acquista sempre più luminosità. Inoltre fece una quarantina di imitazioni di Delacroix, Millet, Daumier e Rembrandt. A fine anno dipinse il parco dell'asilo. Nel febbraio del 1890 il suo senso di oppressione si concretizzò nel quadro La ronda dei prigionieri dove la fila dei carcerati che camminano in circolo, stretti e sorvegliati, ben esprime il suo stato d'animo. Il 17 maggio Van Gogh abbandonò Saint-Remy e si recò a Parigi da suo fratello che gli trovò una sistemazione ad Auvers-sur-Oise, venti chilometri a nord di Parigi. Qui venne curato dal dottor Gachet. In poco più di due mesi egli dipinse settanta quadri: molti ritratti, nature morte, paesaggi e gli ultimi capolavori quali il Ritratto del dottor Gachet, il Municipio di Auvers, il Campo di grano sotto il cielo in tempesta e, alla vigilia della sua morte, il Campo di grano coi corvi. Quest'ultimo quadro fu realizzato in modo sommario e impaziente: rapidi colpi di pennello per il giallo del frumento, il nero dello stormo di corvi buttato in fretta sul cielo. La sua malattia, forse epilessia, e qualcosa di grave che non si conosce ma che avvenne nei giorni precedenti la morte lo spinsero il 27 luglio 1890 ad andare nei campi e a spararsi al petto. Gravemente ferito, tornò alla sua stanza di locanda, dove all'alba del 29 luglio morì, assistito dal fratello Théo. Il giorno dopo venne seppellito nel cimitero di Auvers-sur-Oise. La pittura di Van Gogh nelle sue varie esplicitazioni è una tipica e drammatica espressione del contrasto tra il mondo interno e il mondo esterno dell'autore, tra spiritualità e realtà oggettiva. Pur estraneo ai vari movimenti artistici ufficiali, le sua pittura può sicuramente considerarsi come il primo e potente indizio della crisi che portò l'arte alla pura espressione indipendentemente da ogni sua funzione rappresentativa, costituendo un grande esempio per il movimento dei post-espressionisti e soprattutto dei Fauves in Francia e per l'origine dell'espressionismo in Germania. Che la sua pittura fosse un'espressione della sua natura e del suo stato d'animo lo si desume anche dal carteggio che intrattenne sempre con il fratello Théo, nel quale il pittore estrinseca i suoi pensieri più profondi che lo porteranno al diverso uso dei colori e della luce nei suoi quadri, facilmente poi ricollocabili temporalmente. Sebbene in vita non vendesse alcun quadro, la sua opera fu valorizzata subito dopo la sua morte per essere poi, oggi, una delle più valutate a livello di critica internazionale. Alcune sue opere come i Girasoli e il Campo di grano coi corvi hanno raggiunto quotazioni stratosferiche imponendosi all'attenzione dei collezionisti di tutto il mondo.

Van Goyen, Jan (Leida 1596-L'Aia 1656) Pittore olandese. Tra le opere Scena fluviale (1636, Cambridge, Fogg Art Museum).

Van Honthorst, Gerrit (Utrecht 1590-1656) detto Gherardo delle Notti. Pittore olandese. Tra le opere Adorazione dei pastori (1622, Colonia, Wallraf-Richartz Museum) e Concerto (1624, Parigi, Louvre).

Van Leeuwenhoek, Antoni (Delft 1632-1723) Naturalista olandese. Fu tra i fondatori della microscopia e scoprì globuli rossi, batteri ecc.

Van Oldenbarneveldt, Johan (Amersfoort 1547-L'Aia 1619) Politico olandese. Dal 1586, come gran pensionario, garantì l'appoggio anglo-francese alle Province Unite contro la Spagna. Fondò la Compagnia olandese delle Indie orientali nel 1602. Sostenne il gomarismo e per questo fu giustiziato.

Van Orley, Barend (Bernaert) (Bruxelles ca. 1488-1541) Pittore fiammingo. Tra le opere Altare dei santi Tommaso e Mattia (ca. 1515, Vienna, Kunsthistorisches Museum; Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts).

Van Ostade, Adriaen (Haarlem 1610-1685) Pittore olandese. Tra le opere Il cavadenti (1630-ca. 1635, Vienna, Kunsthistorisches Museum).

Van Peebles, Màrio (1957-) Regista cinematografico statunitense. Diresse New Jack City (1991), Posse (1993) e Panthers (1995).

Van Ruysdael, Jacob (Haarlem ca. 1628-Amsterdam 1682) Pittore olandese. Tra le opere Mulino a Wijk presso Duurstede (ca. 1670, Amsterdam, Rijksmuseum) e Veduta di Haarlem (ca. 1670, Amsterdam, Rijksmuseum).

Van Ruysdael, Salomon (Naarden ca. 1600-Haarlem 1670) Pittore olandese. Tra le opere Scena fluviale (1632, Amburgo, Kunsthalle).

Van Schorel, Jan (Schoorl 1495-Utrecht 1562) Pittore olandese. Tra le opere Maddalena (ca. 1528, Amsterdam, Rijksmuseum) e Ritratto maschile (1529, Amsterdam, Rijksmuseum).

Van Vleck, John Hasbrouch (Middletown 1899-Cambridge, USA 1980) Fisico statunitense. Fu tra gli ideatori della moderna teoria quantistica sul magnetismo. Nel 1977 fu insignito del premio Nobel.

vanadàto, sm. Sale di un acido vanadico.

vanadinìte, sf. Minerale del gruppo dell'apatite (clorovanadato di piombo). Si trova in cristalli di colore principalmente rosso o bruno a forma esagonale prismatici.

vanàdio, sm. Elemento chimico, avente simbolo V, numero atomico 23, peso atomico 50,94, punto di fusione 1.919 °C e punto di ebollizione di circa 3.380 °C. È un metallo di bianco lucente, soffice e duttile, che in natura si trova in oltre sessantacinque minerali, tra cui la carnotite. Reagisce a caldo con ossigeno, azoto e carbonio ed è resistente agli acidi non ossidanti. Viene usato per produrre il ferrovanadio o acciai speciali e per costruire molle resistenti alla ruggine e utensili particolari.

vanaglòria, sf. Orgoglio di chi si vanta di qualità e meriti inesistenti. ~ millanteria.

vanagloriàrsi, v. intr. pron. Mostrare vanagloria; vantarsi per cose da nulla o per meriti inesistenti. ~ pavoneggiarsi.

vanagloriosaménte, avv. In modo vanaglorioso.

vanagloriòso, agg. Che è pieno di vanagloria. ~ tronfio, megalomane. <> schivo, umile.

vanaménte, avv. In modo vano. ~ inutilmente.

Vanbrugh, sir John (Londra 1664-1726) Architetto inglese. Tra le opere il Castle Howard presso York(1699-1712) e il Blenheim Palace a Oxford(1705-1724).

Vancìni, Florestàno (Ferrara 1926-) Regista cinematografico. Diresse La lunga notte del '43 (1960), Le stagioni del nostro amore (1966) e Il delitto Matteotti (1973).

Vancouver Città (472.000 ab.) del Canada, nella Columbia Britannica, in un'insenatura dello stretto di Georgia, che la separa dall'isola omonima. Porto commerciale e capolinea delle ferrovia Transcanadese, basa le sue risorse economiche sull'agricoltura (cereali e frutta), sullo sfruttamento dei boschi (legname) e sulle risorse minerarie. Le industrie principali presenti nella città sono quelle alimentari, elettroniche, del legno, cartarie, petrolchimiche, chimiche e della conservazione del pesce. Sede di numerosi cantieri navali. Fu fondata nel 1875.
Vancouver
Isola (380.000 ab.) del Canada, presso la costa occidentale della Columbia Britannica, nell'oceano Pacifico.

Vancouver, George (King's Lynn, Norfolk 1757-Petersham 1798) Navigatore inglese. Partecipò alla seconda e alla terza spedizione di Cokk negli anni 1772-1780. Esplorò la costa occidentale nordamericana dalla Columbia britannica alla California a bordo delle navi Discovery e Chatham scoprendo, tra il 1791 e il 1794, l'isola che prese il suo nome. Uscì postuma, grazie a suo fratello John, l'opera Viaggio alla scoperta dell'oceano Pacifico settentrionale e intorno al mondo.

vàndali Antica popolazione germanica che nel V sec. invase Italia, Spagna e Africa settentrionale compiendo feroci devastazioni. Nella penisola iberica penetrarono provenendo dalla Gallia, nel 409; Vandalusia fu detta la regione del loro stanziamento. Di qui, sotto la spinta dei visigoti, passarono nel 429 in Africa dove conquistarono Mauritania, Numidia, Cartagine (439) e Africa proconsolare (442), guidati da re Genserico. Quindi invasero anche Sardegna, Corsica, Baleari e Sicilia; Roma fu saccheggiata nel 455. I bizantini succedettero al loro dominio.

vandalicaménte, avv. In modo vandalico.

vandàlico, agg. (pl. m.-ci) Da vandalo. ~ distruttivo.
 agg. vandalistic, vandalic.

vandalìsmo, sm. La tendenza a devastare per puro gusto di distruzione.
 sm. vandalism.

vàndalo, sm. 1 Appartenente all'antica popolazione germanica che invase l'Italia nel V sec. d. C. 2 Chi deturpa cose di valore per ignoranza e inciviltà. ~ teppista.
 sm. vandal.
 lat. tardo Vandalus.

Vandàno, Brunèllo (Roma, 1918-) Scrittore e giornalista italiano. Iniziò la sua carriera con il romanzo Il quando e il come (1956) che si svolge in clima mitteleuropeo. Altri suoi romanzi: I disperati del Don (1965), Pelle di Satana (1960), Donna con cerchio e spada (1988) e Labankur (1992).

Vandèa Dipartimento della Francia occidentale nei Pays de la Loire (6.700 km2, 510.000 ab.) lungo l'oceano Atlantico, con capoluogo La Roche-sur-Yon. Il territorio è pianeggiante e paludoso e a nord comprende le propaggini meridionali del massiccio armoricano. Regione a economia prevalentemente agricola (cereali), presenta anche giacimenti di uranio e saline. Vi sono praticate pesca, ostricoltura e allevamento. È un luogo turistico. Sono presenti industrie alimentari, tessili, del legno, cantieristiche e conciarie. In francese Vandée.
Guerra della Vandea
Rivolta cattolica e monarchica contro la rivoluzione francese (1793). Promossa nel marzo da religiosi, ufficiali e nobili, si estese anche alle masse contadine e prese vigore, mettendo in difficoltà le forze rivoluzionarie. Queste ultime ebbero però il sopravvento. La convenzione del primo agosto dispose che i ribelli (chouans) venissero sterminati. La lotta continuò cruenta fino alla pacificazione del giugno 1795, decretata dal generale Hoche, che portò all'uccisione dei capi principali e all'esiliazione dei controrivoluzionari a Quiberon. Hoche represse anche una seconda rivolta, nel 1799.

vandeàno, agg. e sm. agg. Della Vandea, regione della Francia centro occidentale. rivolta vandeana.
sm. 1 Abitante, nativo della Vandea. 2 Reazionario accanito, legittimista. non voleva aver nulla a che fare con quel gruppo di nostalgici vandeani.

Vanderbilt, Cornelius (Stapleton 1794-New York 1877) Magnate statunitense. Fu proprietario di compagnie ferroviarie e di navigazione.

Vandervelde, Émile (Ixelles 1866-Bruxelles 1938) Politico belga. Tra i più importanti esponenti del riformismo, tra il 1900 e il 1918 fondò il Partito operaio belga e fu presidente della seconda internazionale.

Vandòies (in ted. Vintl) Comune in provincia di Bolzano (2.961 ab., CAP 39030, TEL. 0472).

vaneggiaménto, sm. Il vaneggiare. ~ delirio, farneticamento.

vaneggiàre, v. intr. Pensare o dire cose prive di senso. ~ farneticare. <> ragionare.
 v. intr. to rave.
 deriv. da vano.

Vanel, Charles (1892-1989) Attore cinematografico francese. Interpretò La bella brigata (1936), Vite vendute (1953) e Tre fratelli (1981).

vanerèllo, agg. Vanitoso, sciocchino. ~ fatuo.

Vänern Il lago (5.585 km2) più esteso della Svezia sudoccidentale, emissario il fiume Göta.

vanèsio, agg. e sm. Detto di persona fatua, vanitosa. ~ frivolo. <> serio.

vanéssa, sf. Insetto (Vanessa atalanta) della famiglia dei Ninfalidi e dell'ordine dei Lepidotteri. Di colore bruno, è diffusa nell'emisfero boreale. Vive nella vegetazione, da cui trae nutrimento.

vànga, sf. Attrezzo agricolo per dissodare il terreno.
 sf. spade.
 lat. tardo vanga.

vangàre, v. tr. Lavorare la terra con la vanga. ~ dissodare.
 v. tr. to dig.

vangàta, sf. Ciascuno dei movimenti con cui si pianta la vanga nel terreno.

vangatòre, sm. Chi vanga.

vangatrìce, sf. Macchina agricola che permette di vangare automaticamente il terreno.

vangatùra, sf. L'operazione del vangare.

vangelizzàre, v. tr. e intr. Evangelizzare.

Vangèlo, sm. 1 L'annuncio della vita, della morte, resurrezione e dottrina di Gesù e il testo scritto che lo tramanda. 2 Il libro che contiene i Vangeli. ~ Sacra Scrittura. 3 Verità sacrosanta.
 sm. Gospel.
Sono indicati col termine di vangelo i libri che narrano la vita, la predicazione e la dottrina di Gesù; quattro in totale, ufficialmente riconosciuti dalla chiesa, costituiscono il Nuovo Testamento e furono scritti dagli evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi tre vangeli furono composti tra il 50 e l'80, presentando forma e contenuti molto simili (sono detti sinottici, perché possono essere abbracciati con un solo colpo d'occhio). L'ultimo risale alla fine del I sec. La struttura del racconto abbraccia l'arco di tempo da Giovanni il Battista, precursore con le sue predicazioni della venuta del Cristo, alla vita di Gesù in Galilea e Giudea, fino alla morte in croce e alla resurrezione. Come per l'Antico Testamento, anche per il Nuovo Testamento nessuno dei manoscritti originali si è conservato. Sono giunte fino a noi molte copie, più o meno ampie e più o meno antiche. I manoscritti del Nuovo Testamento oggi conosciuti sono oltre 5.000. Nessuna opera delle antiche letterature può vantare una documentazione paragonabile. L'attribuzione ai singoli autori deriva dalla tradizione della chiesa, attestata fin dal II sec. L'evangelista Matteo scrisse il primo Vangelo in Palestina, per i cristiani convertiti dal giudaismo; l'opera, composta in aramaico, fu in seguito tradotta in greco. L'evangelista Marco servì nell'apostolato Paolo, Barnaba e Pietro del quale era l'interprete. A Roma mise per iscritto la predicazione di Pietro. L'evangelista Luca, medico, di origine pagana, fu compagno di Paolo nei suoi viaggi apostolici e nelle due prigionie romane. La lingua originale del secondo e terzo Vangelo era il greco. Sicuramente all'inizio vi fu la predicazione orale degli apostoli che annunciavano la morte redentrice di Gesù Cristo e la sua resurrezione. Quando i testimoni diretti degli avvenimenti cominciarono a venire meno, ci si preoccupò di mettere per iscritto la tradizione orale. Il piano dell'evangelista Marco è il meno sistematico. Dopo il preludio, costituito dalla predicazione di Giovanni Battista, dal battesimo di Gesù e dalla tentazione nel deserto (1, 1-13), alcune rare indicazioni aiutano a individuare un periodo in Galilea (1, 14-7, 23); poi i viaggi di Gesù con gli apostoli nella regione di Tiro e Sidone, nella Decapoli, nella regione di Cesarea di Filippo, con il ritorno in Galilea (7, 24-9, 50); infine un'ultima salita verso Gerusalemme per la passione e la resurrezione (10, 1-16, 8). Pur trattandosi di un quadro convenzionale, perché sembra certo che Gesù sia andato a Gerusalemme più volte prima della Pasqua di passione. Tuttavia, sembra possibile tracciare un'evoluzione che merita di essere ritenuta per la verità storica: Gesù all'inizio è ricevuto dalle folle con simpatia; poi la sua missione spirituale raffredda gli entusiasmi; Gesù si allontana dalla Galilea per dedicarsi alla formazione del piccolo gruppo di discepoli fedeli. Tornato a Gerusalemme, si consuma il dramma preannunciato della passione. Per Marco il tema essenziale è la manifestazione del Messia crocifisso. Nel Vangelo di Matteo si ritrovano le grandi linee del Vangelo di Marco, ma l'accento è posto in maniera diversa. Il piano dell'opera è più articolato e più organico. Si intravede un insieme di sette parti. Quasi un dramma in sette atti sulla venuta del regno di Dio: 1. La sua preparazione nella persona di Gesù fanciullo (1-2); 2. L'annuncio del programma di fronte ai discepoli e alla folla nel discorso della montagna; 3. la sua predicazione e i miracoli (8-10); 4. gli ostacoli incontrati da parte degli uomini (11, 1-13, 52); 5. i suoi inizi in un gruppo di discepoli con Pietro per capo (13, 53-18, 56); 6. la crisi suscitata dall'opposizione dei giudei (19-25); 7. la passione e la resurrezione (26-28). Questo regno di Dio, che deve ristabilire tra gli uomini la sovranità di Dio come re finalmente riconosciuto, era preparato e annunciato dall'antica alleanza. Matteo, scrivendo per i giudei, si impegna in particolare a mostrare nella persona e nell'opera di Gesù il compimento delle Scritture. Perciò, a ogni passo della sua opera, Matteo si riferisce all'Antico Testamento per provare l'adempimento delle profezie e addirittura il loro superamento nella perfezione dell'opera di Cristo. In sostanza, si tratta di un primo tentativo di giustificazione e documentazione, che la chiesa nascente accolse e utilizzò con grande favore. L'evangelista Luca, autore del terzo Vangelo, è uno scrittore di talento e di grande finezza. Ha condotto l'opera in modo originale, con una costante preoccupazione di informazione e di ordine. Il suo piano riprende le grandi linee di quello di Marco, con alcune trasposizioni e omissioni. Ciò che lo distingue dagli altri sono numerosi particolari secondari, ma che contribuiscono a un più raffinato quadro d'insieme. Lo stile dell'evangelista Luca è uno stile più complesso: di qualità elevata quando può scrivere autonomamente, rispetta le fonti e ne accetta le imperfezioni. Il Vangelo di Giovanni è una proclamazione della natura del Messia e della natura divina di Gesù. Perciò il Vangelo di Giovanni è vicino alla predicazione dei primi decenni di cristianesimo, della quale riproduce la struttura e i punti essenziali: la designazione di Gesù come Messia mediante la discesa dello Spirito Santo, secondo la testimonianza di Giovanni Battista (1, 31-34), la manifestazione di Gesù in opere e parole (1, 35-12, 50), il racconto della morte, della resurrezione e di alcune apparizioni di Cristo (13,1-20, 20), la missione affidata agli apostoli con il dono dello Spirito Santo e il potere di rimettere i peccati (20, 21-29). L'opera di Giovanni presenta caratteristiche che la distinguono nettamente dai vangeli sinottici. Il suo autore sembra aver subito l'influenza di una corrente di pensiero della quale in tempi recenti si è trovata traccia nei documenti di Qumran: importanza data alla conoscenza, un certo dualismo espresso tramite antinomìe (come luce-tenebre, verità-menzogna), prospettiva escatologica, mistica dell'unità e necessità dell'amore fraterno. Tutti questi temi si ritrovano nel vangelo di Giovanni. Egli vuole mettere in luce il senso della vita, delle opere e delle parole di Gesù, con uno sforzo di capire il mistero di Cristo. Anche quando racconta episodi conosciuti dai sinottici, Giovanni resta sempre autonomo: egli doveva conoscere i fatti per altra via e deve essere considerato un testimone originale della tradizione primitiva. Il testo del Vangelo di Giovanni è stato scritto probabilmente dai discepoli dell'apostolo a partire dalla sua predicazione e dovrebbe essere stato completato verso l'anno 100 d. C. Altre narrazioni relative agli stessi argomenti sono dette vangeli apocrifi, non riconosciuti autentici dalla chiesa, e che raccolgono inoltre aneddoti, detti e momenti dell'infanzia di Gesù.
 dal greco euanghélion, che significa "buona novella". Letteralmente significa il buon annuncio.

Vangelo secondo Matteo, Il Film religioso, italiano (1964). Regia di Pier Paolo Pasolini. Interpreti: Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini.

vanghettàre, v. tr. Vangare in superficie con il vanghetto.

vanghétto, sm. Piccola vanga che permette di rimuovere gli strati superficiali di terreno.

Vàngidi Famiglia di Uccelli Passeriformi simili alle averle, sia per colore che per morfologia e costumi. Habitat naturale l'isola del Madagascar.

vangìle, sm. Staffa metallica che sporge lateralmente dal manico della vanga, su cui si preme con il piede per rendere più profonda la penetrazione nel terreno.

vanificàre, v. tr. Render inutile. ~ frustrare.

vanìglia, sf. Angiosperma (Vanilla planifolia) della famiglia delle Orchidacee e dell'ordine delle Ginandre. Originaria dell'America tropicale. Dai frutti si estrae la vanillina, utilizzata in profumeria e in pasticceria.
 sf. vanilla.

vanigliàto, agg. Aromatizzato con vaniglia.

vaniglìna, o vanillìna, sf. Composto aromatico, estratto dalla vaniglia o prodotto per sintesi, usato in profumeria, in liquoreria e nell'industria dolciaria.

Vanikòridi, o Vanikoròidi Famiglia di Molluschi Prosobranchi marini a cui appartiene l'unico genere Vanikoro.

vanillìna, sf. Principio profumato della vaniglia. Si usa nell'industria alimentare e in profumeria.

vanilòquio, sm. Discorso futile e frivolo, oppure sconclusionato.

Vanina Vanini Racconto di Stendhal (1829).

vanità, sf. 1 Compiacimento eccessivo di sé (delle prorie doti fisiche o intellettuali, presunte o reali). la vanità di quella ragazza era insopportabile. 2 L'essere inutile, inefficace. ~ inutilità. <> efficacia. si è reso conto della vanità del suo tentativo. 3 L'essere effimero la vanità della vita terrena condiziona i comportamenti umani
 sf. 1 vanity. 2 (promessa mancata) emptiness.
 lat. vanitas,-atis, deriv. da vanus privo di sostanza.

vanitas vanitatum Espressione latina scritturale che significa "vanità delle vanità". Sottolinea l'inconsistenza di ogni cosa terrena.

 

 

Note:  

Definizioni, informazioni, … sono in gran parte recuperate (a partire dal 1999) da varie fonti accessibili via Internet o da altre fonti "informatiche" freeware; per molti lemmi sono state riviste e, in modo più o meno consistente, riscritte; la revisione è tuttora in corso: solo una parte delle definizioni è stata rivista (vi sono ancora errori e imprecisioni, come del resto si trovano nei dizionari cartacei, anche "famosi"). Le, eventuali, date di morte dei personaggi citati dovrebbero essere aggiornate al luglio 2009; il numero degli abitanti delle località riportate quando è stato aggiornato riporta a fianco anche la data dell'aggiornamento.

Le informazioni (storiche, geografiche, …) sono aggiornate al 1999, ma molte sono state ulteriormente aggiornate

 

     indica l'etimologia
    ~ indica un (circa, e in qualche contesto) "sinonimo"
    <> indica (in genere) un "contrario"

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario_v.doc

sito web: http://macosa.dima.unige.it/diz/diz.htm

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it

 

 

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