Ecologia applicata

 

 

 

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TUNDRA


Parte settentrionale dell’Europa, dell’Asia, dell’America e Groenlandia.
Clima: Precipitazioni scarse 100-400nm/anno. Temperature invernali -40/-50 °C come valori minimi. Temperature estive <10°C.
Suolo: limoso e perturbato da cicli di gelo e disgelo, che fanno affiorare in superficie i sassi sottostanti e lo rendono pieno di crepe. In superficie si accumula la sostanza organica dato che la decomposizione è lenta, mentre In profondità c’è uno strato perennemente ghiacciato (permafrost). In estate si disgelano solo i primi cm di suolo ma il permafrost impedisce il drenaggio dell’acqua, in questo modo si formano zone paludose.
Produttività primaria: bassa 100- 200 gC/m²/anno.
Produttori: muschi e licheni ricoprono il suolo. Nei luoghi meno freddi crescono piccoli arbusti come Ericacee, salici striscianti e betulle nane. Nelle zone più umide ci sono gli sfagni.
Animali: durante la stagione più calda tra gli erbivori compaiono la renna, il caribù, il bue muschiato, la lepre artica e i lemming. Tra i carnivori il lupo la volpe artica, l’ermellino il gufo delle nevi, il girifalco. Nelle zone paludose, le zanzare.
Impatto antropico: Principali minacce per la tundra sono: l’effetto serra, che provoca lo scioglimento del permafrost; La costruzione di gasdotti e oleodotti, che costituiscono una barriera per le rotte migratorie di alcuni animali come le renne; inquinamento elettromagnetico, che altera il fenomeno delle aurore polari.
FORESTA A CONIFERE (TAIGA)
Europa e Asia settentrionale, dalla Scandinavia alla Siberia; in America dall’Alaska al Canada, a Terranova.
Clima: precipitazioni deboli 40-800mm/anno (sotto forma di neve soprattutto).L’acqua si trova congelata nel suolo (aridità da gelo). Temperature <0°C in inverno e <10°C in estate.
Suolo: è un podzol grigio-cinerino a “mor”(humus acido), caratterizzato da intensa lisciviazione che asporta i Sali minerali dalla superficie lasciando uno strato di sabbia grigia. Lo strato sottostante dove si accumulano le sostanze nutritive, è di color bruno-rossastro per la presenza di Sali di ferro.
In superficie il materiale organico si decompone lentamente, date le basse temperature. In profondità c’è uno strato perennemente ghiacciato ,il permafrost.
Produttività primaria: scarsa 600gC/m²/anno.
Profilo: strato arboreo dominato da alberi di conifere(30-40mt) come abete bianco, abete rosso, larice pini. Sui tronchi vivono muschi e licheni. Strato arbustivo: mirtillo ed eriche (adattate a poca luce e al suolo acido). Suolo: niente erba, numerosi sono i funghi che vivono in simbiosi con le piante (micorrize).
Adattamenti delle conifere: Alberi con foglie lunghe e sottili a forma di ago per limitare l’ombra l’una all’altra. Aghi coperti di cere che riducono le perdite di acqua e contengono pochi liquidi, per evitare il congelamento; pochi stomi. Queste foglie possono rimanere attaccate alla pianta per tutto l’inverno essendo, tranne il larice, sempreverdi. I fiori piccoli e poco appariscenti (l’impollinazione è anemofila). Semi nudi e raccolti in coni legnosi (pigne).
Animali: Consumatori primari: l’alce, castori, gallo cedrone(germogli); lepidotteri come le processionarie (aghi); tra gli uccelli, il ciuffolotto, la nocciolaia, il crociere mangiano semi, come gli scoiattoli e i tamia. I carnivori: uccelli rapaci come l’astore l’ulula, l’allocco, il gufo, la civetta. Predatori di grossa taglia sono la lince, il lupo, la volpe rossa. Onnivori: fagiano, gallo cedrone, orso bruno.
Impatto antropico: piogge acide: i combustibili fossili bruciati, rilasciano nell’atmosfera ossidi di azoto e zolfo, che combinandosi col vapore acqueo danno origine agli acidi che ricadono sulla terra sotto forma di piogge acide. Danni: acidificazione del terreno, che provoca: riduzione della riproduzione delle piante, il danneggiamento delle micorrize, e la capacità di difesa degli alberi dai fitopatogeni e insetti nocivi.

 

 

FORESTA DECIDUA A LATIFOGLIE:  Alle latitudini temperate di Europa, America, estremo Oriente, Australia sud-occidentale, Nuova Zelanda. Dai 600 ai 1000mt di altitudine.
Clima: precipitazioni abbondanti 600-2000 mm/anno. Temperature <0°C in inverno e 15-20°C in estate.
Suolo: podzol grigio-bruno detto terra bruna, molto fertile. In superficie abbondante lettiera che si decompone non troppo velocemente formando l’humus. Strato sottostante ricco di particelle minerali che si mescola allo stato sovrastante grazie all’azione dei lombrichi generando il mull, humus bruno scuro.
Produttività primaria: buona 600-1500 gC/m²/anno.
Profilo: strato arboreo a latifoglie (20-30mt) costituito da faggeta e querceto misto. Due specie di querce caducifoglie: farnia e rovere. Altri alberi che raggiungono la volta della foresta sono il castagno, tiglio, frassino, acero. Strato arboreo intermedio: agrifoglio, sorbo. Strato arbustivo: nocciolo, rose, biancospino. Strato erbaceo: fiori colorati tra cui primule, ciclamini, viole giacinto; felci.
Adattamenti delle piante: foglie a lamina con ampia superficie fotosintetica. Per evitare il congelamento, iniziano a cadere all’inizio dell’autunno. In inverno gli alberi quindi non potendo fare la fotosintesi entrano in uno stato di dormienza. I fiori degli alberi decidui sono poco appariscenti perché l’impollinazione è anemofila. Trasporto dei semi e dei frutti da parte di uccelli e roditori. Le piante erbacee hanno un ciclo vitale breve e precoce perché si devono sviluppare all’inizio della primavera, cioè prima che gli alberi della volta della foresta, trattengano, con le loro foglie, la maggior parte della luce solare. Queste piante erbacee hanno fiori appariscenti perché l’impollinazione è entomofila. I funghi stanno in simbiosi con le radici delle piante (micorrize).
Animali strato arboreo e arbustivo: insetti xilofagi come lepidotteri, imenotteri, coleotteri. Le femmine dei Siricidi bucano con l’ovopositore la corteccia degli alberi per deporre le uova e le larve che nascono consumano il legno. Mangiatori di foglie: larve di insetti, insetti sigarai (le femmine tagliano le foglie le accartocciano a sigaro per deporci le uova all’interno).Consumatori di frutti e semi: scoiattolo rosso ghiro,ghiandaia, mangiano ghiande, nocciole, noci. Insettivori: cince capinera, usignolo, fringuello, cuculo. Predatori di piccoli roditori e uccelli: sparviere, si nutre di passeriformi; allocco, barbagianni, mangiano roditori.
Animali dello stato erbaceo e del suolo: Consumatori primari: cervo, capriolo e tra gli invertebrati la limaccia. Carnivori: toporagno, lucertola vivipera, salamandrina dagli occhiali; tra i serpenti, vipera, saettone. Tra i mammiferi, volpe, faina. Onnivori: ricci orso bruno, cinghiale.
Impatto antropico: Danni dovuti al disboscamento operato per far spazio a campi coltivati, case e strade. Effetto serra causa innalzamento delle temperature alterando i cicli naturali delle varie specie.
FORESTA TROPICALE PLUVIALE (RAIN FOREST): A nord e sud dell’Equatore tra i Tropici del Cancro e del Capricorno.
Clima: Precipitazioni alte durante tutto l’anno >1500mm/anno. Temperature sempre >25°C.
Suolo: lateritico con lettiera spessa pochi cm; sotto strato di humus rosso-bruno che degrada in uno strato di laterite (suolo ferralitico) che può arrivare a 25mt di profondità. Le parti vegetali che cadono al suolo (standing crop) vengono decomposte velocemente e riciclate subito dalle piante,quindi nel suolo non c’è accumulo di nutrienti.
Produttività primaria: alta >3500gC/m²/anno.
Profilo: bioma più ricco e diversificato del pianeta. Tra gli alberi emergenti il mogano e l’ebano. La volta della foresta è uno strato ininterrotto di alberi alti 30-40mt e con tronchi di 10-15mt di diametro. Al di sotto alberi più bassi come felci arboree e palme. Sullo strato del suolo non crescono piante erbacee per mancanza di luce e ci sono distese di acque dolci.
Strato degli alberi emergenti: Foglie strette ridurre l’evaporazione. Impollinazione anemofila. Animali: uccelli predatori come l’arpia, l’aquila.
Volta della foresta e spazio tra volta e suolo: Volta- fitto groviglio delle chiome degli alberi; foglie cerose per impedire l’adesione su di esse delle piante epifite come i fichi strangolatori. Insetti, colibrì, tucani, scimmie pipistrelli favoriscono la dispersione dei semi. Scimmie urlatrici (America) scimmie catarrine (Europa), orango (Asia), scimpanzé e gorilla (Africa).Tantissimi gli uccelli tra cui i pappagalli. Mangiatori di foglie: bradipi, insetti stecco. Predatori: leopardo, rane serpenti. Tra volta e suolo- uccelli del paradiso, scoiattoli volanti, draghi volanti, camaleonti, pitoni, boa, farfalle e scarabeo Golia(Africa).
Suolo: la decomposizione del materiale organico è veloce ma le piogge dilavano le sostanze nutritive, quindi il suolo risulta essere povero di nutrienti. Gli alberi dunque per assorbire al massimo i nutrienti si estendono in superficie e per sostenere i tronchi si sviluppano dei contrafforti. Si cibano di radici e frutti il rinoceronte, tapiro, antilope. Tra i predatori tigre del Sud Est asiatico.
Acque dolci: colonizzate da piante acquatiche come le ninfee. In Sud America caratteristici predatori sono l’anaconda, il piranha e i caimani.
Impatto antropico: Il più distruttivo è il disboscamento che viene praticato per costruire miniere e pozzi petroliferi, per creare strade di accesso per raggiungere le zone di estrazione e per il commercio illegale di legni pregiati. Le popolazioni indigene sono costrette ai margini della foresta e la fauna è esposta ai bracconieri e ai cacciatori di frodo. La zona risulta a forte rischio desertificazione e la biodiversità è stata fortemente ridotta.
MACCHIA MEDITTERRANEA E FORESTA A SCLEROFILLE
Bacino del Mediterraneo, California meridionale, Cile centrale, Sud Africa, coste dell’Australia occidentale e meridionale.
Clima: inverni miti (7-12°C) estati calde(20-25°C).Precipitazioni variabili, concentrate nei mesi freddi (400-1500mm/anno). Stagione estiva arida. Alta luminosità durante l’anno, scarsa nebulosità.
Suolo: variabile a seconda della composizione minerale del substrato, delle condizioni climatiche e della copertura vegetale. Suoli da “terre rosse”, depositi fossili, suoli degradati, acidificati e poco fertili. Produttività primaria: bassa; varia in base alla disponibilità di acqua; 300-600gC/m²/anno. Profilo(bacino del mediterraneo): Strato più elevato 8-10mt (macchia alta) è quello arboreo della foresta sempreverde a sclerofille(= foglie coriacee e persistenti) caratterizzato dalla lecceta, dominata dal leccio; sughera (nel bacino centro occidentale) e quercia spinosa nel bacino orientale. Strato arbustivo più alto costituito da pino d’Aleppo, corbezzolo, oleandro (nelle aree più aride). Strato arbustivo basso(macchia bassa) formato da essenze vegetali come mirto, lavanda, rosmarino, ginepri, ginestre, lentisco, alaterno; piante rampicanti e liane. E’ impenetrabile e poca luce giunge al terreno. Strato erbaceo ridotto, comprende asparagi, euforbia e cisti. La gariga si sostituisce alla macchia sui terreni più aridi e degradati ed è caratterizzata da piccoli arbusti radi che crescono su terreni sabbiosi o detritici.
Adattamenti delle piante: Foglie coriacee, ricche di oli essenziali, lucenti, per riflettere la luce in eccesso; cuticola spessa, strato ceroso o pelosità, per ridurre perdite d’acqua. Cilco biologico si svolge nella stagione più umida e in estate le piante entrano in uno stato di latenza, conservando i semi che germineranno l’anno successivo (estivazione).
Animali: principali consumatori di foglie sono gli insetti, tra cui il lepidottero Charax jasius legato al corbezzolo: la femmina depone le uova sulle foglie, i bruchi che nascono se ne cibano e da adulti si nutrono di materiale organico in decomposizione. Nettarivori, come api vespe, bombi, calabroni. Consumatori di frutti, molti uccelli come le silvie (nel periodo di maturazione delle bacche), merli e tordi. Insettivori: silvie, magnanina, gruccioni. Predatori: il biancone che preda serpenti e il gheppio che caccia roditori e piccoli rettili. Nello strato erbaceo, tra i grandi erbivori ci sono, anche se ormai rari, il muflone (corsica e sardegna), l’istrice, la testuggine.
Impatto antropico L’incremento delle costruzioni di villette,villaggi turistici lungo le coste italiane, e dunque la forte urbanizzazione, sottrae una superficie sempre più vasta alle aree occupate dalla macchia mediterranea.
SAVANE E PRATERIE
PRATERIE TROPICALI = SAVANE nell’Africa centro-orientale, in parte del Sud America, e dell’Australia sett. PRATERIE TEMPERATE nell’Europa orientale, Asia centrale (STEPPA), nord America (PRAIRIE), Sud America (LLIANOePAMPAS). SAVANA
Clima: Temperature >20°C durante tutto l’anno. Precipitazioni concentrate nella stagione delle piogge, 250-600 mm/anno. Nel corso dell’anno si alternano una stagione secca e una stagione delle piogge.
Suolo: poca sostanza organica in superficie. Arido nella stagione secca.
Produttività primaria: dipende dalle piogge e varia da 400 a 600 gC/m²/anno.
Profilo: Strato arboreo con grandi alberi distanziati tra loro tra cui Baobab e Acacia. Strato arbustivo ridotto o assente. Strato erbaceo dominato dalle Graminacee che possono essere basse e striscianti o formare cespugli anche alti 1 mt.
Adattamenti delle graminacee: erbacee, prive di tronco e fotofile. Hanno fiori piccoli con impollinazione anemofila,e foglie allungate per ridurre l’ombra, sono ricoperte di peli e sostanze cerose per resistere alla siccità; si accrescono dai nodi e la base di accrescimento è sempre attiva per resistere alla pressione degli erbivori. Le radici formano insieme agli stoloni un fitto intreccio sotto la superficie del terreno. Hanno un periodo di latenza in concomitanza con la stagione secca.
Animali: tra gli erbivori: ungulati, soprattutto ruminanti che vivono in grandi branchi, come le giraffe, l’elefante, gerenuk ,rinoceronti, zebre, antilopi, gnu. I babbuini disperdono i semi cibandosi dei frutti del baobab. Insetti come formiche e termiti. Carnivori, grossi felini come il leone, leopardo, ghepardo, iene, licaoni. Spazzini, consumano in successione le carogne lasciate dai predatori: capovaccio (mangia parti molli), grifoni (mangiano i visceri), avvoltoi (strappano le parti più dure), gipeto (rompe le ossa per estrarre il midollo).
PRATERIE TEMPERATE
Clima: Temperature <10°C in inverno e con punte di 18°C in estate. Precipitazioni regolari e ridotte, 250-400 mm/anno.
Suolo: Suoli castani, in superficie aridi, ma ricchi di sostanza organica di colore bruno o nero; al di sotto c’è uno staro argilloso. Nella steppa il suolo è molto fertile, profondo 1-2mt e nero (cernosem): l’orizzonte superficiale è torboso e ricco di sostanza orgnica, il sottostante strato B è costituito da depositi di carbonati e più in basso dai loess (antichi detriti glaciali di color giallo); i roditori, come il cane della prateria in america, scavano grosse gallerie e attraversano questi suoli contribuendo al rimescolamento degli orizzonti.
Produttività primaria: varia tra 400 gC/m²/anno nelle zone più aride e 1000 gC/m²/anno in quelle più umide.
Profilo: Strato erbaceo dominante, costituito prevalentemente da Graminacee. Gli stati arboreo e arbustivo sono praticamente assenti.
Animali: tra i grandi erbivori, il bisonte americano nelle praterie del Nord America fino al 19°sec, la saiga e il cavallo Przewalski nelle steppe euroasiatiche. Roditori come il marà, il capibara, il cane della prateria e i citelli. Carnivori: coyote la puzzola e il furetto in Nord America, lo sciacallo, il falco sacro in Eurasia. Onnivori: uccelli che si nutrono sia di insetti che di parti vegetali, come le allodole (Eurasia e Nord America) e le otarde (Eurasia).
Impatto antropico: Le praterie stanno subendo una progressiva riduzione di estensione a causa dell’agricoltura e dell’allevamento.

 

 

DESERTI


Lungo le latitudini tropicali: Sahara in Africa, deserto Arabico in Asia e il deserto Australiano. Alle latitudini più elevate si trovano i deserti freddi del Gobi in Asia centrale, il Grande Bacino in America settentrionale, il deserto Patagonico in America meridionale. Lungo le coste del Cile e del Perù si trova il deserto dell’ Atacama e lungo le coste del Sud Africa il Namib. A oriente del Namib c’è il deserto del Kalahari.
Clima: Precipitazioni rare <di 100-250 mm/anno. Temperature alte con forti escursioni giornaliere, con 60°C di giorno e 10°C di notte.
Suolo: desertico con strato organico molto sottile e carbonati accumulati vicino la superficie per effetto della elevata velocità di evaporazione.
Produttività primaria: molto bassa 0-120 gC/m²/anno.
Produttori e loro adattamenti: presenti poche specie di piante che sono particolarmente adattate per ridurre la traspirazione. Alcune hanno grossi fusti per immagazzinare acqua come le piante succulente (Cactacee in America e Euforbiacee in Africa). I fusti sono rivestiti da una cuticola spessa o pelosa, gli stomi sono infossati e si aprono solo di notte per ridurre al minimo le perdite di acqua. Le foglie sono ridotte a spine e quindi i fusti sono verdi perché contengono la clorofilla necessaria per la fotosintesi. I cicli vegetativi sono brevi e svolti durante il periodo di disponibilità dell’acqua mentre negli altri periodi le piante entrano in uno stato di latenza e sopravvivono sotto forma di semi, bulbi, e fusti sotterranei.
Animali: Essendoci pochi produttori primari ci sono pochi erbivori, tra cui cammelli in Asia, dromedari in Africa. Tra i consumatori primari e di semi, bulbi e radici abbiamo roditori come il topo delle piramidi e i gerbilli (se occorre mangiano anche insetti). Granivori: uccelli come sirratte e grandule che mangiano semi.
Carnivori: uccelli come la monachella del deserto e l’allodola del deserto che mangiano insetti e il lanario che preda i passeriformi. Scorpioni si nutrono di insetti. Tra i rettili i serpenti come la vipera cornuta, il cobra egiziano, il serpente corallo, e i serpenti a sonaglio. Volpi del deserto e linci del deserto o caracal.
Impatto antropico: Tra tutti i biomi i deserti sono quelli che meno risentono dell’attività antropica, dato che presentano condizioni limite per la vita. Anzi molte attività dell’uomo provocano la desertificazione dei territori come il disboscamento, le modificazioni dei corsi d’acqua, etc.
Acque dolci - ACQUE CORRENTI (ruscello, torrente, fiume)
Da una sorgente, affiorante da una falda freatica si origina il ruscello. Questo si arricchisce d’acqua e sali e si trasforma in torrente, poi in fiume. Il fiume termina il suo percorso in mare attraverso la foce oppure si immette in un lago o in un altro fiume (immissario). Il corso d’acqua scorre in un alveolo o letto compreso tra due sponde. La velocità della corrente diminuisce da monte a valle. Il tratto superiore corrisponde alla zona di erosione ( la corrente è forte e l’acque erode il fondo portando via le particelle di sabbia e fango). Il tratto basso del fiume corrisponde alla zona di deposito.
ALTO CORSO - ZONA DI SORGENTE- CRENON
Poche piante acquatiche sul fondo e quasi assenti totalmente le alghe. Rami e foglie cadendo nell’acqua rappresentano una risorsa importante per gli organismi detritivori e trituratori come larve di efemerotteri, plecotteri, e tricotteri che vivono nascoste tra ciottoli e ghiaia dei fondali. Alghe e batteri crescono sopra ai sassi (vegetazione epilitica).Tra i predatori, sanguisughe e pesci come trota temolo e scazzone.
MEDIO CORSO – ZONA TORRENTIZIA - RHITHRON
Nel fondo tra ghiaia e fango si sviluppano piante sommerse, come il miriofillo e ceratofillo. Sulle sponde piante erbacee, come il crescione e il farfaraccio e alberi ripariali come l’olmo, il sambuco, il salice bianco. Molti gli invertebrati erbivori come lumache d’acqua, crostacei, larve di insetti che si nutrono di detriti organici, o predatori specializzati come il ditisco e la larva di libellula.
BASSO CORSO – ZONA DI PIANURA – POTAMON
Le sponde basse e umide ospitano piante tipiche del canneto come tifa, cannuccia di palude, giunchi e più esternamente salici, pioppi, ontani. Dove l’acqua è bassa vivono piante galleggianti come la ninfea gialla. Nel fondo fangoso e ricco di detriti vivono larve di ditteri e vermi oligocheti Tubificidi. Tra i predatori sanguisughe, rovella, pesce gatto, siluri. Onnivori: la carpa, la tinca la scardola.
Acque dolci – ACQUE STAGNANTI (lago, stagno, palude)
-Lago: specchio d’acqua dolce ampio e profondo. Vegetazione lungo le rive e sui fondali poco profondi, assente sulla superficie.
-Stagno: specchio d’acqua con profondità e dimensioni minori del lago. Vegetazione lungo le rive e su tutto il fondo.
-Palude:specchio d’acqua meno profondo dello stagno. Vegetazione su tutto il fondo e su tutta la superficie.
Organismi: Vegetazione ripariale, sommersa e galleggiante (lenticchia d’acqua). Abbonda il fitoplancton costituito da alghe unicellulari e cianobatteri. Consumatori primari: organismi zooplanctonici (dafnia) e zoo bentonici (lumaca d’acqua). Detritivori come gamberetti e larve di insetti acquatici. Filtratori come piccoli e grossi bivalvi. Carnivori: sanguisughe, larve degli Odonati e tra i pesci, spinarello, persico sole, bottatrice e luccio. Numerosi anfibi come le rane. Tra gli uccelli usignolo di fiume, martin pescatore, piro-piro; onnivori sono il germano reale, le folaghe e lo svasso. Specie che popolano le pozze astatiche: sanguisughe larve di libellule, crostacei quali anostraci e notostraci che riescono a superare la stagione avversa producendo cisti durature che si schiudono quando le condizioni ambientali tornano ad essere propizie.
Impatto antropico: Le acque dolci minacciate da scarichi industriali, scarichi urbani. Molti inquinanti sono persistenti e contaminano flora e fauna (bioaccumulo) e le aree terrestri circostanti. Si riversano anche acque di dilavamento delle strade contenenti nafte residui di benzina e additivi. L’uomo altera irreversibilmente gli ecosistemi fluviali con la costruzione di dighe e argini in muratura, che modificano il decorso naturale delle acque e sono spesso causa di gravi inondazioni delle aree a valle.


AMBIENTE MARINO
Fattori abiotici:
Luce- Nella massa d’acqua la radiazione solare viene assorbita in modo differenziale a seconda della lunghezza d’onda: raggi infrarossi (>700nm) assorbiti nei primissimi metri e sono responsabili del riscaldamento dell’acqua; raggi ultravioletti (<400nm) assorbiti nei primi mt; raggi dello spettro del visibile penetrano a profondità differenti: rosso, arancione, giallo, verde, blu, violetto, in ordine di penetrazione crescente. La penetrazione dipende anche dalla trasparenza dell’acqua. In relazione alla penetrazione della luce, si distinguono tre diversi strati d’acqua:
-ZONA EUFOTICA (0-200mt) ben illuminata, dove gli organismi autotrofi possono svolgere la fotosintesi;
-ZONA DISFOTICA (200-1000mt) o zona di penombra dove il consumo di materia organica per respirazione è maggiore della sua produzione per fotosintesi.
-ZONA AFOTICA (1000-600mt) la più estesa dell’oceano è perennemente buia e priva di vita vegetale.
Temperatura- Condiziona la concentrazione dei gas disciolti in acqua regola le reazioni chimiche degli organismi e con la salinità determina la densità dell’acqua e i sui movimenti. Lo strato d’acqua superficiale è ben mescolato dal vento, dalle onde e dalle correnti superficiali quindi
presenta temperature omogenee fino a 200mt. Al di sotto,fino a 1000mt, c’è lo stato termoclino permanente dove la temperatura diminuisce fino a 4°C. Al di sotto dei 1000mt la temperatura si mantiene costante intorno ai 4°C.
Salinità- Il contenuto in Sali disciolto in 1 Kg di acqua di mare( espresso in ‰ e misurato in grammi). Varia a seconda del bilancio tra evaporazione e precipitazioni e, in prossimità dei continenti, anche a seconda degli apporti dulcaquicoli continentali).
Organismi:
-PLANCTON: insieme di organismi vegetali (fitoplancton) ed animali (zooplancton) che vivono nella massa d’acqua e non sono capaci di movimenti attivi in senso orizzontale e quindi vengono trasportati passivamente dalle correnti. Gli organismi zooplanctonici sono in grado di compiere movimenti in senso verticale e grazie ad essi la materia organica prodotta nella zona eufotica, può essere trasportata nella zona afotica dove non vi è produzione.
-NECTON: insieme di organismi in grado di muoversi attivamente e, nuotando, riescono ad opporre alle correnti.
-BENTHOS: insieme di organismi vegetali (fitobenthos) e animali (zoobenthos) che vivono sui fondali marini.
Produttori: per la maggior parte si tratta di alghe unicellulari fitoplanctoniche, le più importanti delle quali sono le Diatomee(acque temperate e fredde).Altri produttori fiitoplanctonici sono i Dinoflagellati(acque temperate e tropicali)che in condizione trofiche ottimali possono riprodursi molto velocemente formando fioriture algali note come “maree rosse”. I Cianobatteri (o alghe azzurre) sono organismi fitoplanctonici procarioti, capaci di fissare l’azoto atmosferico. La Posidonia Oceanica vive sui fondali sabbiosi e rocciosi fino ai 40mt di profondità. Numerose le alghe: Alghe Brune, ricche di xantofille; Alghe Rosse,con ficobiline; Alghe Verdi, con clorofilla a e b (es. i’Ulva, detta Lattuga di mare). Consumatori primari: organismi che fanno parte dello zooplancton e si nutrono filtrando il fitoplancton, come i Copepodi e gli Eufausiacei (noti come “Krill”). Consumatori di alghe, sui fondali, sono i ricci di mare e vari Molluschi tra cui Chitoni e Patelle. Consumatori secondari: la maggior parte degli organismi marini. Meduse, che catturano organismi zooplanctonici, i Chetognati detti “vermi a lancetta”, gli Cnidari e i Crostacei come la Pannocchia di mare e l’aragosta. Calamari, cetacei squali, sgombi, tonni pesci spada, merluzzi, murene, triglie, rombi, rane pescatrici. Filtratori sono quasi tutti gli organismi bentonici sessili come le spugne, i Bivalvi, le ascidie che con opportuni organi filtrano il plancton e le particelle di materia organica sospesa nell’acqua.
Catene trofiche MARINE: Nelle aree di mare aperto, relativamente povere di nutrienti, le catene trofiche sono lunghe (fino a 6 livelli trofici); i produttori primari sono piccoli flagellati autotrofi (nanoplanton),che vengono consumati dai protozoi zooflagellati e ciliati, che a loro volta sono cibo per i copepodi filtratori e altri organismi planctonici. Altri anelli della catena sono rappresentati da predatori planctonici,dai pesci che si cibano di zooplancton ed infine dai pesci piscivori.
Nelle aree marine costiere, ricche di nutrienti, le catene trofiche sono accorciate(2-3 livelli trofici); i produttori primari sono le Diatomee che possono essere consumate da pesci planctivori (acciughe) o da grandi organismi zooplanctonici i quali sono cibo per i più grandi consumatori secondari marini: le balene.
Impatto antropico: Svariati tipi di inquinamento affliggono questo ecosistema; diversi sono i tipi di rifiuti immessi nel mare a causa delle attività dell’uomo. Rifiuti biodegradabili: costituiti da materiale organico proveniente dagli scarichi urbani, dalle acque di drenaggio dei campi e di particolari industrie. Queste sostanze in presenza di ossigeno vengono decomposte dai batteri che le trasformano in Sali nutritivi inorganici; se la sostanza organica è in eccesso verranno prodotti nutrienti in eccesso (eutrofizzazione) che causano massicce proliferazioni algali (maree rosse) che consumano l’ossigeno presente, causando la formazione di composti tossici. La fuoriuscita di petrolio è un tipo di inquinamento evidente (marea nera) dovuta ad incidenti delle petroliere o incidenti sulle piattaforme. I rifiuti non conservativi sono sostanze di origine industriale come acidi o basi che a contatto con l’acqua perdono le loro proprietà o i cianuri che si idrolizzano facilmente in mare provocando effetti micidiali nell’area dello sversamento. I rifiuti conservativi: come metalli pesanti rimangono inalterati nell’acqua e si concentrano nei tessuti degli organismi attraverso le reti trofiche (bioaccumulo); tra questi il mercurio, il cadmio, il rame, il piombo, il cromo. Altre sostanze come il DDT, il PCB e il DDE. Usati come insetticidi antiparassitari ed erbicidi. Rifiuti particellari: materie plastiche che possono intasare gli apparati respiratori e filtranti degli organismi. Rifiuti radioattivi: prodotti dalle centrali nucleari.

 

Fonte: http://sommofabio.altervista.org/AAS/ComplementiDiEecologia(AAS)byBIX.doc

 

Autore del testo: by Bix

 

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