Debito pubblico significato

 

 

 

Debito pubblico significato

 

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Debito pubblico significato

 

SCIENZA DELLE FINANZE

IL DEBITO PUBBLICO

E' il debito dello Stato nei confronti di altri soggetti: individui, imprese, banche o soggetti stranieri che sottoscrivono obbligazioni destinate a coprire il fabbisogno statale. La spesa per gli interessi corrisposti ai detentori delle obbligazioni statali viene indicata come “servizio del debito”.

E' un elemento di notevole importanza: il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo costituisce un significativo indice della solidità finanziaria ed economica di uno Stato; inoltre, la consistenza del debito pubblico viene in rilievo anche ai fini del Patto di stabilità e crescita vigente nell'Unione Europea.

 

Dunque, quando le entrate correnti, alimentate dal reddito prodotto nell'anno, non sono sufficienti, lo Stato può coprire la spesa pubblica ricorrendo, principalmente, a tre fonti:

  • alienazione dei beni patrimoniali – a parte l'introito notevole che fornisce alla finanza pubblica, sul piano dell'economia nazionale, produce l'effetto di ridurre l'intervento pubblico nella gestione dei beni esistenti sul territorio e, correlativamente, di ampliare la proprietà dei privati con il conseguente cambiamento dei criteri di utilizzazione dei beni (privatizzazione delle risorse);
  • tributi straordinari – sono imposte o tasse a carattere straordinario.

Un'imposta è straordinaria in senso amministrativo quando non è ricorrente ma fornisce un'entrata una tantum. Ne sono esempi l'imposta straordinara immobiliare (Isi), applicata nel 1992 e il contributo straordinario per l'Europa, applicato nel 1996.

Un'imposta è straordinaria in senso economico quando consiste nell'inasprimento di una imposta già esistente: l'aliquota elevata fa sì che il contribuente debba attingere al patrimonio (l'imposta ha come fonte il patrimonio).

Data la sua incidenza economica, il prelievo straordinario intacca la consistenza del patrimonio di cui dispongono i privati sicchè i suoi effetti possono essere paragonati a quelli dei prestiti pubblici: in entrambi i casi, lo Stato attinge non al reddito formato nell'anno ma alla ricchezza precedentemente accumulata;

  • prestiti pubblici – sono accesi dallo Stato (o da altri enti pubblici che per legge ne abbiano la facoltà) mediante l'emissione di titoli di credito che vengono offerti alla massa dei risparmiatori e danno luogo alla corresponsione di un interesse.

 

La scelta tra l'imposizione straordinaria e l'indebitamento

Secondo la teoria classica, formulata per la prima volta da Ricardo, l'imposizione straordinaria e l'indebitamento hanno effetti sostanzialmente uguali, sia per le generazioni presenti sia per quelle future:

l'imposta straordinaria preleva immediatamente una parte del patrimonio dei contribuenti;

il prestito non ricade direttamente e subito sui contribuenti, ma questi saranno poi permanentemente sottoposti a imposte (ordinarie) per pagare gli interessi e rimborsare i sottoscrittori.

Vi è sempre una decurtazione in termini di patrimonio o in termini di reddito, perchè alle generazioni future verrà trasmesso, nel primo caso, un patrimonio di minore entità, nel secondo caso, un patrimonio immutato ma produttivo di un reddito minore.

Questa impostazione porterebbe alla conclusione che il ricorso all'una o all'altra fonte di entrata sia  indifferente e che abbia importanza solo il modo in cui l'entrata viene impiegata (cioè se ha la funzione di coprire un deficit o di finanziare investimenti pubblici). Bisogna, però, considerare che l'imposizione straordinaria e il prestito pubblico hanno conseguenze diverse sulla distribuzione della ricchezza, sugli incentivi a risparmiare e produrre, sui mercati e sui prezzi.

Effetti sulla distribuzione della ricchezza: l'imposta straordinaria colpisce solo chi ha un patrimonio, mentre le imposte ordinarie, necessarie per il pagamento del debito pubblico vanno a gravare su tutti, anche su chi ha redditi di puro lavoro.

Effetti sul risparmio e sulla produzione: la reazione degli operatori economici può essere diversa di fronte a un prelievo immediato di entità notevole(imposta straordinaria) o a un prelievo differito di entità modesta (imposta ordinaria per gli interessi e il rimborso del prestito). Su questo punto le opinioni sono discordi:

  • secondo alcuni studiosi, la formazione del risparmio e l'iniziativa produttiva sono scoraggiate dalla prospettiva di una imposizione che graverà sul reddito in maniera duratura;
  • secondo altri, al contrario, è l'introduzione di una imposta straordinaria che può avere un effetto disincentivante; infatti, i contribuenti non sempre si rendono conto che l'introduzione di nuove imposte ordinarie è collegata con il servizio del prestito e, quindi, la loro attività non subisce influenze negative.

Effetti sui prezzi: generalmente,si ritiene che il prestito provochi distorsioni minori perchè assorbe

 risparmi non ancora investiti, mentre l'imposta straordinaria implica, per molti contribuenti, la necessità di disinvestire i propri capitali per farvi fronte e determina, perciò, modificazioni nell'offerta dei beni e nei relativi prezzi.

Problema della scelta: quando il bilancio è in continuo dissesto, la scelta non è facilmente prospettabile: un'imposta straordinaria dà luogo a una gravosa e prolungata pressione sui patrimoni; il ricorso al prestito è rischioso perchè l'onere degli interessi aggrava ulteriormente la situazione di bilancio e può originare il ricorso ad ulteriori prestiti con il pericolo di un indebitamento cronico e incontrollabile.

 

 

RICAPITOLANDO...

PATRIMONIO: corrisponde al valore di tutti i beni che si possiedono in un determinato momento.

REDDITO: è la ricchezza che si produce in un certo periodo di tempo.

Es. Un lavoratore dipendente percepisce:

  • uno stipendio annuale di 16.000 euro;
  • è proprietario dell'appartamento in cui vive, valore 150.000 euro;
  • è proprietario di un altro appartamento, valore 130.000 euro che dà in locazione ad un inquilino ricavandone un canone di 6.000 euro annuali;
  • è titolare di un deposito bancario di 7.000 euro sul quale percepisce l'1% di interessi annuali.

Il patrimonio di questa persona corrisponde al valore di tutti i beni che possiede: gli appartamenti e il deposito in banca > 150.000 + 130.000 + 7.000 > per un totale di 287.000 euro.

Il reddito è costituito dalle sue entrate monetarie: lo stipendio, il canone di locazione e gli interessi percepiti dalla banca > 16.000 + 6.000 + 70 > per un totale di 22.070 euro.

 

Esistono diverse forme di reddito:

  • salario è il reddito percepito come compenso del lavoro subordinato (alle dipendenze di un datore di lavoro) quando il lavoro consiste in una attività manuale;
  • stipendio è il compenso percepito per il lavoro subordinato quando la prestazione svolta ha carattere intellettuale;
  • onorario o parcella è il reddito percepito dal lavoratore autonomo (artigiano o libero professionista);
  • profitto è il reddito derivante dallo svolgimento di una attività di impresa e corrisponde alla differenza tra i ricavi ottenuti e i costi sostenuti;
  • interesse è il reddito derivante dall'investimento dei propri risparmi;
  • rendita è il reddito derivante dalla proprietà di immobili; es. il canone di locazione di un appartamento.

 

TRIBUTI: la maggior parte delle entrate pubbliche ha natura derivata, in quanto lo Stato le ottiene esercitando sui cittadini la propria sovranità e, quindi, imponendo loro il pagamento di tributi che sono distinti in imposte, tasse e contributi (si veda lo schema sulle imprese pubbliche).

 

DAVID RICARDO (1772 – 1823),economista britannico, è considerato uno dei massimi esponenti della scuola classica.

 

Fonte: http://share.itismajo.it/polotecnicobraidese/Classe5D/Materiali/il%20debito%20pubblico.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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