Fichte e Schelling riassunto

 

 

 

Fichte e Schelling riassunto

 

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Fichte e Schelling riassunto

 

FICHTE

Fichte nasce da una famiglia poverissima di un villaggio vicino a  Dresda nel 1762; essendo un ragazzo intelligente fu apprezzato da un barone del luogo (Fichte era capace di ripetere a memoria il sermone  del pastore); questo barone lo fa studiare pagando per lui; Fichte si da subito da fare per trovare occupazione e si trasferisce a Berna a fare l’istitutore e conosce la sua futura moglie( johanna Rahn , nipote del poeta Klopstock ). Ritornato in Germania, uno studente gli propone un corso sulla filosofia di Kant e Fichte accetta;la filosofia di Kant l'appassiona ,  inizia a prendere parte al dibattito sul kantismo; scrive un Saggio di una critica di ogni rivelazioneche è  così attinente ai principi kantiani che fu attribuito a Kant stesso. Occupa anche la cattedra a Jena( che diventa il centro di irradiazione dell'idealismo ) grazie ai buoni uffici di Goethe.

 

Qui però ha dei problemi con le associazioni studentesche: in una rivista, pubblica un articolo sulla religione di impostazione kantiana (nel senso che la religione è ridotta ad un fatto morale) , di seguito  compare un articolo in cui si dice che Fichte è ateo e si invitano le autorità a prendere provvedimenti; Jena era sotto il ducato di Weimar, che era abbastanza aperto, ma la Sassonia protesta e le autorità del ducato devono rispondere e convocano un consiglio di facoltà  per ammonire Fichte: il filosofo risponde dando le dimissioni, sicuro che gli altri professori lo avrebbero seguito. 

Fichte se ne va a Berlino e qui - venendo a contatto con il clima culturale romantico ( propagandato dai fratelli Schlegel) compie  una svolta nel suo pensiero; l'ultima parte della sua vita dominata dall’evento storico della sconfitta a Jena della Prussia ; nei  Discorsi alla nazione tedesca rilancia lo spirito  nazionale tedesco contro Napoleone. Muore per un infezione (tifo) nel 1814. L’ultima fase della sua attività rappresenta una svolta notevole perché recupera l’istanza religiosa e la trascendenza.

 

LA DOTTRINA DELLA SCIENZA

È, con varianti, il titolo che prendono alcune opere di Fichte e rappresentano ognuna un momento di approfondimento e passaggio della dottrina fondamentale di Fichte.Fichte ritiene che per fondare il criticismo occora individuare un principio primo e incondizionato da cui il sapere sia dedotto in forma sistematica; la filosofia diventa dottrina della scienza

All’inizio Fichte ritiene che il suo compito sia mettere insieme le tre critiche di Kant ; la sua posizione è: Kant ha compiuto una mezza rivoluzione perché individua un principio che ci permette di passare dalla filosofia come amore per il sapere al sapere inteso come scienza assoluta, quest’unico principio è l’Io penso ,però per poter iniziare la scienza, intesa come dottrina della scienza, bisogna eliminare i dualismi nella filosofia kantiana, a cominciare dalla cosa in sé, Fichte vuole far vedere come, eliminando la cosa in sé, è possibile unificare le prime due critiche, alla fine può dire di aver dimostrato il primato della ragion pratica sulla pura.

Il Principio primo della  dottrina della scienza non dipende dalla logica (perché non vi sono leggi generali del pensiero che valgano indipendentemente dal contenuto) .Diversamente dalla filosofia precedente, per cui la logica precedeva la teoria stessa, per Fichte non può esistere una logica formale, che dà le regole, staccata dai contenuti, ma il principio comune deve contenere sia le leggi formali sia i contenuti.Per Fichte non esiste una logica, cioé leggi del pensiero, staccata dal pensare stesso, cioé dal contenuto, perché se ci dev’essere un principio unico, questo deve avere in se la forma e il contenuto (identità tra logica e metafisica). KANT si era fermato a distinguere tra logica generale, che dava le leggi del pensiero, e logica trascendentale, che indicava le modalità attraverso cui era possibile il pensiero. FICHTE trasforma ciò in una riunificazione di questi due elementi nella dialettica=riassume in sé le leggi del pensiero e della realtà.

Per poter passare dalla filosofia alla scienza bisogna fondare tutto su un principio primo, che deve essere forma e contenuto insieme e che non può coincidere con i principi della logica generale perché erano considerati leggi del pensiero, nè può essere un fatto empirico perché un fatto empirico è dipendente, ma deve essere un atto perché deve essere prima di tutto nella coscienza.

l Principio primo ( forma=contenuto) non può essere un fatto empirico ma un atto di autoposizione del soggetto;Il principio primo deve essere coincidente con l’atto di autoposizione del soggeto in cui, non solo il soggetto fonda se stesso, ma fonda tutto ciò che è altro dalla propria coscienza.

Siccome nel principio primo si trovano unite logica e contenuto, i tre momenti del principio primo sono anche i tre momenti delle dialettica, cioé non solo ci danno il contenuto ma anche le regole logiche (leggi) che presiedono al pensiero.

Si tratta di tre momenti di un unico processo dialettico, all’interno del quale essi assorbono la funzione di:

tesi=posizione (l’Io pone se stesso)> principio di identità

antitesi=opposizione (l’Io pone nell’Io il non-Io)> principio di opposizione

sintesi=porre insieme (unità tra tesi e antitesi: l'io pone , nell'io, a un non-io divisibile un io divisibile)> principio di ragione

Per fondare la scienza (il sapere organizzato) occorre un principio unico, e questo è il metodo di Kant (Io penso) solo che  Egli non avrebbe completato la sua opera per via del dualismo tra Io penso e la cosa in sé; eliminata l’opposizione della cosa in sé rimane solo l’Io penso che per Fichte diventa l’Io (Ichheit=egoità) ,cioé non solo l’ordinatore della realtà ma anche il suo produttore.

L’Io non può essere un fatto ma un atto, cioé qualcosa che nel creare se stesso crea anche l’altro da sé (la realtà). A questo Io, quindi, corrispondono i tre momenti.L’Io di Fichte non ha  una funzione solo gnoseologica, cioé deve riprodurre una realtà data, ma genera la realtà e la riscopre in un secondo momento come conoscenza. Questo Io universale si articola in tre momenti che sono anche le tre articolazioni della dialettica.

Perché alla tesi corrisponde il principio di identità? Perché il principio di identità dice che A=A quindi l’Io prima di tutto è uguale a se stesso; Fichte però va in la perché il problema non è solo avere le leggi del pensiero, ma avere le leggi di fondazione della realtà, quindi l’Io prima di tutto pone se stesso e poi nell’autoconoscersi genera tutta la realtà.

Che differenza c’é tra l’Io penso di Kant e l’Io di Fichte?

l’Io penso per KANT era il soggetto trascendentale, quello che rendeva possibile la conoscenza, però ordinava i dati; invece l’Io di FICHTE li crea perché non esiste più la cosa in sé; inoltre FICHTE ritiene che l’Io unisca sia la ragione intesa come ragione conoscitiva (intelletto), sia quella intesa come ragione pratica che KANT invece teneva separate. Avendo eliminato la cosa in sé ora è possibile l’intuizione intellettuale, che invece KANT non ammetteva (perché si andava oltre i limiti dell’intelleto e quindi del dimostrabile), quindi non ha più ragion d’essere la distinzione tra intelletto e ragione, ma l’Io penso diventa l’organo della ragione e il mondo prodotto non va più distinto in noumenico e fenomenico perché in un primo momento l’oggetto appare fenomenico ma in realtà poi l’Io prende coscienza che è lui che l’ha creato.

 

Se il principio di identità viene applicato ad una realtà diversa dall’Io (il triangolo è il triangolo), assume solo un valore formale e non comporta la reale esistenza di A. Affermare il principio di identità non significa affermare l’esistenza di ciò che si identifica come uguale per poter fare questo bisogna che ci sia un atto preliminare ,cioé bisogna dire l’Io pone A= il triangolo uguale al triangolo.

La coscienza dell’identità dell’Io con se stesso coincide con il riconoscimento dell’attività con cui l’Io pone la sua stessa realtà; per Fichte l’Io è essenzialmente attività libera, creatrice, cioé coincide con la ragion pratica (dimostrazione del primato della  ragion pratica sulla pura).

Il secondo principio è quello dell’opposizione: nel momento stesso in cui l’Io si pone, pone anche il non-Io ,cioé qualcosa che è altro da sé e che coglie come oggetto e non più come soggetto,  esso è necessario per la stessa attività continua dell’Io.

Se si rimane bloccati in questo stadio  si ha una concezione dualista della realtà (come il materialista, cioé c’é la materia e poi lo spirito); se invece si va oltre, si capisce che la materia è l’altro dall’Io posta dall’Io stesso che si risolverà poi nell’ultimo momento (quello della sintesi) nell’Io e si arriverà alla piena autocoscienza che l’Io ha creato quello che ci appare come un oggetto per poi riassorbirlo, conoscerlo e superarlo.

Non è possibile che ad un Io finito se ne opponga uno infinito: l’Io pone all’Io divisibile (empirico) il Non-Io divisibile, cioé l’attività infinita si spezzetta in una serie di atti che possiamo interpretare come coscienze singole e forme contro singoli oggetti.L’Io soggetto che è una parte dell’Ichheit si trova contro i singoli Non-Io che l’Io gli pone come limiti alla sua attività e quindi gli consente di identificarsi come Io empirico. ( questo è il terzo momento del processo ).

 

DOTTRINA DELLA SCIENZA PRATICA

( sarebbe la morale ma in Fichte le 2 cose sono  fuse perché l'attività dell'IO è motivata sul primato della ragion pratica)

L'attività del NON IO sull' IO dà luogo alla conoscenza e quindi è trattato della dottrina della scienza teoretica ; l'attività del NON IO sull' IO produce la rappresentazione quindi la conoscenza .

L'attività dell'IO sul NON IO costituisce invece l'azione morale . Per potersi esprimere come attività infinita l'IO necessita di un ostacolo ; è solo urtando contro questo ostacolo che l'IO può produrre uno sforzo e quindi un'azione che spiega il divenire dell'IO stesso à il NON IO è l'ostacolo che l'IO si impone di poter superare e per potersi realizzare come attività infinita .

Il NON IO viene concepito da Fichte come la natura , il mondo esterno

Quindi Fichte afferma il primato della ragion pratica perché questa azione è prioritaria rispetto alla conoscenza . Diversamente da Kant in cui ambito teoretico e ambito pratico erano divisi , per F. primato della ragion pratica = unificazione dei 2 ambiti , consiste nella  subordinazione della dimensione teoretica a quella pratica come mezzo a fine . La natura ( il NON IO ) è il mezzo di cui l'IO si serve per poter attuare il fine della propria libertà , quindi per potersi realizzare come attività infinita e libera à per questo definiamo l'idealismo di F. idealismo etico , perché il mondo ( NON IO ) viene visto come il teatro dell'azione morale ela missione dell'uomo consiste nell'umanizzare il mondo = renderlo pienamente agibile da parte dell'uomo .

F. si pone come il punto di arrivo di una tradizione iniziata nel rinascimento ( Bruno " Gli eroici furori " che vedeva l'uomo come il continuatore dell'opera creatrice di Dio , siccome Dio era il principio di attività della natura , praticamente Fichte riprende questo itinerario quando riconosce che l'IO coincide con l'umanità , l'uomo è Dio , sempre all'interno di una concezione immanentista )

 .Il modo come l'uomo attraverso l'azione morale supera continuamente l'ostacolo rappresentato dall'elemento materiale ( NON IO ) è affrontato da F. nella " Dottrina dei costumi " ( dove tratta l'etica ) che è divisa in 3 parti .|

L'agire umano nella sua tensione verso il massimo grado di libertà ( perché questa azione continua di superamento dell'ostacolo mira a realizzare il massimo grado di libertà ) è frenata da un'inerzia che rappresenta il male radicale ( ciò che si oppone affinché l'uomo realizzi pienamente la moralità , la libertà ) .

Per superare questa inerzia è dapprima utile la forza dell'esempio specialmente dei profeti , dei fondatori delle religioni , uomini moralmente eccezionali che hanno dimostrato come si può andare oltre i condizionamenti .

Tuttavia occorre specificare i contenuti dei principi morali ( Kant ci comanda di seguire la coscienza ) .F. va oltre perché dice che non basta semplicemente affermare che la moralità consiste nel seguire la conoscenza ; in questo contesto è importante considerare le preoccupazioni materiali della vita come mezzi rispetto all'agire per il dovere ed è importante praticare la ricerca scientifica non per curiosità ma per dovere ( in F. il termine scienza non ha un significato ristretto come per noi: è inteso come ambito del sapere ) .

Il secondo livello che aiuta a realizzare la moralità è entrare nella comunità degli spiritiin cui si realizza la scienza : consiste nel subordinare gli istinti naturali alla legge morale . Paradigma di questa comunità è la Chiesa. Per realizzare la comunità perfetta degli spiriti è fondamentale lo scambio di opinioni : F. difende la libertà di pensiero e di stampa , solo in queste condizioni può esistere la comunità dei dotti .

Accanto alla Chiesa e alla Stato lui mette la comunità dei dotti come livello più alto della comunità degli spiriti . F. parla di missione sociale dei dotti ( esaltazione dell'intellettuale ) che sono gli educatori , i maestri dell'umanità , sono quelli che additano i fini essenziali per vivere insieme e i mezzi per conseguirli .

F. ha dedicato parecchi testi : " Le 5 lezioni sulla missione del dotto " , " Le lezioni Erlangen " , " Le lezioni del 1811 sulla missione del dotto " , e in particolare " Nei discorsi alla nazione tedesca " considerato il fondamento del nazionalismo tedesco .

L'idea che sta al centro di questa visione del dotto è che l'unico fine che l'umanità può conseguire è quello della perfezione morale e quindi l'umanità è destinata a un infinito progresso e i dotti hanno la funzione di illuminare verso questa direzione .

Nell'ultima parte della dottrina morale 1798 F. deduce l'esistenza degli altri IO : non esisto solo io come io empirico ma esistono anche altri come io empirici e si pone il problema di stabilire il rapporto fra essi .

Come fa a dedurre l'esistenza degli altri IO ? Io nella mia coscienza considero tutto ciò che sta fuori di me esclusivamente come un oggetto , non ho nessuna prova che gli altri sono uguali a me ; tuttavia le cose esterne concepite come oggetti possono essere concepite come mezzi ma non come fini ; per sollecitare a realizzare il dovere quindi l'azione morale occorre che io riconosca negli altri non solo delle cose ma degli IO uguali a me .

Problema di stabilire le relazioni tra questi io : quindi nasce il diritto , il diritto come strumento per regolare i rapporti tra i vari IO e quindi stabilire i limiti della libertà di ciascuno . Nel momento stesso in cui io sono costretto a riconoscere gli altri sono costretto a porre un limite alla mia libertà e il diritto è ciò che contempera le varie libertà .

Siccome nel rapporto con gli altri IO appare IO soprattutto il corpo , la persona fisica va considerata come soggetto giuridico ; ogni individuo diventa soggetto giuridico nel momento stesso in cui sottomette il proprio diritto naturale originario alla libertà , cioè alla condizione della possibilità della libertà degli altri ; questo vine stabilito attraverso un libero contratto , un contratto sociale .

|Una volta nato il diritto viene giustificato anche lo stato , perché è lo stato che garantisce il rispetto del diritto ; lo stato è il prodotto del libero contratto sociale . F. considera 3 diritti originali e naturali :

libertà

proprietà

conservazione ( diritto alla propria esistenza )

Questi diritti possono essere garantiti solo dallo stato che non elimina ( nella iniziale concezione di F. che avrà successivi sviluppi , che lo allontaneranno da queste posizioni  ) il diritto naturale ma lo realizza , lo garantisce . Seccondo F. la condizione fondamentale dello stato è la formazione della volontà generale ( influenza di Rousseau ) e ciò accade attraverso il contratto politico : da origine alla volontà generale à quindi alla legislazione

 

FILOSOFIA DELL'ASSOLUTO

Rappresenta la svolta di Fitchte ( 2° fase del suo pensiero ) ,per cui supera l'originale immanentismo per approdare a una forma di recupero della trascendenza .

Entra in contatto col pensiero romano che aveva fatto di Berlino il suo centro : è un pensiero che esalta il momento intuitivo dell'esperienza umana rispetto al momento razionale . Secondo il romanticismo il momento intuitivo è l'unico in grado di cogliere l'assoluto . Venendo a contatto con questi circoli romantici Fichte compie una svolta in senso religioso , introduce temi teosofici ( concezione che tende a presentare la conoscenza di Dio e delle cose divine basate sull'approfondimento della vita interiore : attraverso una visione della conoscenza interiore si arriva a conoscere i valori profondi della realtà e questo migliora la propria vita , da' saggezza .

Fichte sembra influenzato dal suo giovane assistente Schelling che aveva posto il problema di concepire il principio , l'IO , come assoluto ; cioè differenziandosi da Fichte sosteneva che il principio della realtà non può essere pensato dal punto di vista della particolarità e dell'opposizione soggetto - oggetto ( come faceva F. , privilegiando la coscienza , quindi il soggetto ) ma deve essere colto da un punto di vista della totalità , cioè dell'identità soggetto-oggetto , che sarebbe prioritaria alla successiva divisione tra soggetto e oggetto . Quindi Schelling veniva differenziando il suo idealismo chiamato oggettivo da quello soggettivo di F. . Schelling dirà che F. alla luce di queste opposizioni è stato costretto a rivedere le proprie tesi , invece F. negherà di aver copiato Schelling , ma sostiene che il suo concetto di assoluto è diverso da quello di S. : non è concepibile come un'identità indifferenziata tra sapere ed essere , tra soggetto e oggetto , come sosteneva S. , ma bensì va concepito come un PRIMUM inattingibile e quindi ineffabile .

L'assoluto si identifica con Dio e con l'Uno e come tale è ineffabile, non può essere colto dal sapere , infatti ogni sapere implica una dualità fra sogggetto e oggetto , invece l'assoluto è al di là della conoscenza ; l'assoluto si presenta adesso come un punto irraggiungibile .

Fallimento del tentativo originario di F. di dare una spiegazione immanentistica della realtà e possiamo vedere in questa svolta 2 elementi :

di tipo teoretico inerente alle difficoltà che la costruzione del suo sistema incontrava . Nel sistema di F. c'era una contraddizione : da un lato l'IO puro non si realizza che nell'IO empirico , dall'altro lato l'IO empirico non si può identificare pienamente con l'IO puro , perché altrimenti si esaurirebbe la creatività spirituale , quindi la storia si interromperebbe . L'IO puro non potendo mai essere realizzato compiutamente in una attività concreta , cioè nei vari IO deve per forza configurarsi come trascendente . Fichte sosteneva che l'IO pone nell'IO ai vari NON IO divisibili l'IO divisibile , questo significa che l'IO si realizza come IO empirico . Ma questo non era possibile perché nel momento stesso in cui l'IO si identificava perfettamente col finito veniva a mancare quell'ostacolo che faceva si' che l'IO continuasse nella sua attività ( ci ponevamo dal punto di vista dell'IO empirico ) . Il finito non può mai realizzare pienamente l'infnito , perché se l'infinito si realizzava nei finiti si sarebbe interrotto il processo , perché non ci sarebbe più stato ostacolo e quindi più azione . F. allora deve pensare il sistema così : l'IO empirico va in scacco nel tentativo di realizzare pienamente l'IO puro : noi dobbiamo immaginare che tra l'IO empirico e l'IO puro vi è uno spazio che può essere infinito e questo spazio rappresenta l'Uno , Dio à diventa trascendente e supera l'immanentismo . L'IO non si realizza l'infinito pienamente nell'uomo ma c'è uno spazio al di là di ciò che esso si realizza nell'uomo o rivela all'uomo .

dal punto di vista storico ,che nasce dalla delusione in seguito all'avvento dell'era napoleonica, nei confronti della Rivoluzione francese di cui F. era stato un grande sostenitore ( pensava che la RF fosse il segnale che l'uomo potesse dominare il mondo e realizzare pienamente la libertà ) . Invece di fronte al cesarismo napoleonico F. inizia a mettere in dubbio che la storia porti verso questo immutabile progresso , non è più portato a dare un significato assoluto all'agire umano . Per coerenza deve subordinare l'agire umana a qualcosa che stà oltre , l'assoluto , inteso in questo caso come ciò che è ineffabile.

Su questa svolta di F. c'è stato un dibattito tra gli studiosi :

quelli che sostengono che c'è una frattura netta tra le 2 fasi della filosofia ( soprattutto studiosi tedeschi della seconda metà dell'800 come Fisher , Meyer ) . Concependo l'identità IO=Dio hanno visto un forte cambiamento perché nella prima fase abbiamo una concezione immanente , nella seconda invece l'IO diventa immagine di Dio e viene visto come trascendente .

alcuni studiosi più recenti come X. Leon e L. Pereyson hanno sostenuto la continuità tra queste 2 fasi . Hanno visto come un approfondimento di una originaria ispirazione di tipo etico - religioso che si realizza in modo più esplicito nella seconda fase .

Lo stato ha 2 compiti fondamentali :

la determinazione del diritto , quindi la produzione legislativa

la determinazione della punizione , perché nessuno rispetterebbe le leggi se non ci fossero le sanzioni ( legislazione penale)

Quindi F. separa nettamente legalità e moralità . La validità della legge dello stato non è condizionata come quella delle leggi morali, ma dipende da condizioni specifiche dello stato . Tuttavia lo stato e il diritto sono solo strumenti destinati scomparire una volta conseguito il fine ultimo che è la realizzazione della piena moralità , quindi della libertà intesa come perfetto adeguamento al dovere (questa concezione sembra abbia influenzato anche Marx ) . Lo stato è visto come i genitori che devono rendere indipendenti i figli : quando sono piccoli esercitano su di essi un'azione coercitiva tutelante ma l'obbiettivo finale è quello di creare una persona autonoma .

F. riconosce che l'idea della scomparsa dello stato è un'idea limite , non può essere realizzata ; tuttavia lo stato deve porsi questo obbiettivo , deve operare come se a un certo punto dovesse scomparire .

A questo punto però emerge una contraddizione .

La legalità rappresentata dallo stato produce coazione , costrizioni , quindi è l'antitesi della libertà ; ma noi sappiamo che fine ultimo è la piena realizzazione della libertà , l'antitesi della coazione , cioè la legge morale .

Come è possibile far convivere queste 2 prospettive all'interno dello stato ?( cioè il fatto che da una parte lo stato usa la coazione dall'altra parte lo stato dovrebbe portare gli individui alla libertà , quindi negare la coazione ) ?

F. sostiene in un testo del 1813 " Lezioni sulla dottrina dello Stato" , che lo stato per poter conciliare questi 2 aspetti deve superare la dimensione puramente poliziesca , cioè insistere solo sulla coazione , e invece assumere come prevalente la funzione educativa : ecco che nasce lo stato etico .

Se lo stato si pone la funzione educativa come obbiettivo prioritario diventa stato di ragione , diventa stato etico . In questi sviluppi del pensiero di Fichte possiamo vedere l'influenza del grande pedagogista svizzero H .Pestalozzi .

Che cosa caratterizza lo stato etico ? Lo stato etico è uno stato che ha delle finalità ( Kant invece diceva lo stato non può avere delle finalità , le finalità sono proprie  i singoli , lo stato non può prescrivere il modo come il singolo deve cercare la felicità , e quindi Kant rimane nell'ambito del liberalismo ) , F.- attraverso la teorizzazione dello stato etico - esce dal liberalismo ed è approdato a una concezione organicistica (che è propria delle visioni totalitarie ). Quindi lo stato diventa etico quando oltre alla sicurezza garantisce il diritto dei cittadini al benessere ; questa diventa possibile solo attraverso la generalizzazione all'accesso alla  proprietà ( concepita però diversamente da Locke ,che dava priorità alla proprietà e la faceva diventare quasi l'espressione stessa della libertà nel singolo , per Fichte la libertà è condizionata alla possibilità di sostentarsi col proprio lavoro , cioè  la proprietà è un mezzo per potersi realizzare , non è un fine ). E' possibile realizzare questo assegnando allo stato la funzione di regolare la produzione : se lo stato è in grado di regolare la produzione ( quello che affermerà nello stato commerciale chiuso arrivando a una forma di socialismo  ) quando lo stato diventa etico deve intervenire nell'ambito della produzione regolata in modo da consentire a tutti l'esercizio della proprietà e a tutti il diritto al lavoro , per cui la proprietà è mezzo non fine : lo Stato interviene in favore dell'interesse collettivo .

Lo stato deve rendere impossibile la povertà facendo in modo che tutti abbiano gli strumenti per poter lavorare e quindi realizzarsi in modo libero ; se ci sono uomini che dipendono da altri perché sono privi di proprietà la possibilità di realizzarsi pienamente è solo per pochi e questo non è accettabile per F. .Passiamo ora allo " Stato commerciale chiuso " testo del 1800 che ha avuto una notevole influenza , perché poi ispirò le riforme dell'economista List che è stato l'ispiratore di un sistema doganale che superasse le barriere all'interno della Germania ma le lasciasse nei confronti dell'esterno .

|Come si può realizzare uno stato che garantisca il benessere ? A 2 condizioni :

che lo stato intervenga nell'economia

che lo stato controlli il commercio estero

Lo stato commerciale chiuso è uno stato tendenzialmente autarchico che sfrutta tutte le risorse in modo ottimale per garantire ai propri cittadini il massimo di benessere .Uno stato siffatto non solo avrebbe il vantaggio di trasformare la natura dello stato facendolo diventare uno stato etico ma avrebbe anche il vantaggio di evitare le guerre , perché le guerre secondo Fichte nascono sempre per dissidi di commercio . Se uno stato controlla il proprio commercio e cerca di sviluppare al massimo le proprie risorse evita di entrare in urto con altri stati .

 

Evoluzione del pensiero politico di Fiche

Può essere interpretato come una parabola, che da una iniziale adesione a ideali e categorie illuministiche( individualismo , giusnaturalismo , contrattualismo , cosmopolitismo ) giunge a posizioni romantiche (statalismo , organicismo , nazionalismo ).

Si possono individuare 3 fasi ( più che brusche svolte, risultano da progressivi spostamenti d’ accento )

1° Fase (anni 1792-94); testi di riferimento : Rivendicazione della libertà di pensiero(1793) , Contributi a rettificare il giudizio sulla Rivoluzione francese.

Punto di partenza : il riconoscimento di diritti inalienabili dell’individuo, lo stato nasce da un libero contratto e deve tutelare i diritti inalienabili. Tra i diritti inalienabili il diritto di ritirare l’adesione al patto ( se esso viene violato ), in tal modo Fichte legittima la rivoluzione francese . Lo stato è però solo un mezzo per realizzare la società perfetta ( caratterizzata dal trionfo della ragione morale )=> da qui il carattere temporaneo dello stato ( nel periodo in cui gli uomini sono determinati più dal non-io che dall’io hanno bisogno di una organizzazione coercitiva che organizzi la convivenza. Quando sono determinati dalla ragione lo stato non è più necessario : lo stato deve essere indirizzato alla propria autodistruzione ( fine di ogni governo è rendere superfluo il governo – Missione del dotto ).Siccome il perfezionamento morale dell’umanità è il fine ultimo ed esso non può essere raggiunto , il processo di estinzione dello stato è una prospettiva.

2° fase ( anni 1996/97); testi di riferimento : Fondazione del diritto naturale. Influenzato dalla instabilità politica del periodo e dalla evoluzione della teoria generale della Dottrina della scienza tende a superare il giusnaturalismo ed approdare ad una concezione organicistica dello stato: Il concetto di diritto naturale è una finzione filosofica, è possibile parlare di diritti dell’individuo solo all’interno di una comunità stabile . L’uomo diventa uomo solo tra gli uomini . E’ possibile parlare di diritti solo all’interno dello stato=> superamento del modello meccanicista e approdo ad un modello organicista : lo stato è una unità organica di cui i singoli individui costituiscono le parti .Non è più l’individuo a poter uscire dallo stato , ma tocca ad una magistratura di controllo : l’eforato a chiamare a raccolta il popolo affinché decida sul governo, quando questi esca dai limiti costituzionali .Si ha uno spostamento di accento dall’individuo allo stato .Il modello liberale appare superato e ciò appare anche nella nuova teorizzazione dei diritti sociali , visti come garanzia e compimento dei diritti civili .

3° fase( inizia nel 1800 con la pubblicazione dello Stato commerciale chiuso ), la prospettiva organicistica e statalistica si rinsalda . accanto alla funzione giuridica di garante della libertà, lo stato acquisisce funzioni economiche => superamento del liberismo : lo stato deve intervenire e pianificare l’economia ( socialismo di Fichte ). Per poter fare ciò lo stato deve garantirsi salda indipendenza politica e soprattutto l’autarchia economica => raggiungimento dei confini naturali , controllo del commercio estero.

La svolta nazionalistica . Contemporaneamente si rinsalda la svolta nazionalistica di Fichte . Momento importante in essa : Lineamenti fondamentali dell’epoca presente (1804/1806) , in cui espone la sua filosofia della storia .La storia è un processo dialettico attraverso cui la civiltà trionfa progressivamente sulla barbarie . Non è un percorso lineare perché il progresso civile avanza attraverso il conflitto tra i vari stati ( ciascuno portatore di contributi culturali )=> in tale concezione . cosmopolitismo e patriottismo compatibili perché l’autoconservazione dei singoli stati si iscrive nel progresso generale dell’umanità .L’antitesi vera è tra il godimento cui mira il singolo e la cultura , intesa come finalità propria dello stato . Il progresso può avvenire solo attraverso l’azione anche coercitiva dello stato, che lavora per l’oltrepassamento dell’epoca presente di egoismo e di peccaminosità.

Il culmine di questa svolta raggiunto nei Discorsi alla nazione tedesca . Essi si collegano all’opera precedente poiché individuano nell’epoca presente di peccaminosità il punto di partenza per una svolta di cui il popolo tedesco dovrà essere il protagonista. Il predominio dell’egoismo dominante in Germania ha fatto sì che non fosse possibile la difesa della patria dallo straniero ( i francesi occupanti ). Ma la misera condizione attuale è la base di una svolta : impone l’inizio di una fase di lotta , che non dovrà avvenire con una ribellione ( Fiche si rende conto che una sollevazione armata sarebbe stata schiacciata) ma in forma spirituale => progetto di educazione nazionale. Fichte si rifà alle idee del pedagogista svizzero H. Pestalozzi . L’educazione nazionale è un’educazione pubblica, esercitata attraverso collegi statali , rivolti indiscriminatamente a tutte le classi sociali , senza distinzioni tra maschi e femmine .Più che ad una educazione letterarie e linguistica di tipo tradizionale , Fiche pensava a d una educazione pratica , basata sul lavoro e finalizzata alla formazione morale e religiosa, capace di forgiare una nuova generazione , libera di ogni traccia di egoismo.Questa educazione , esercitata al vero e al bene, dovrebbe essere caratterizzata dal più alto sentimento patriottico e religioso e consentire di superare la chiusura individualistica , che caratterizza l’epoca presente .

La missione ( quindi la superiorità ) del popolo tedesco non è di tipo razziale-biologistica , ma di tipo culturale e spirituale, fondata sulla lingua e non sul sangue.La parte più interessante dei Discorsi è quella dedicata ai concetti di popolo e di lingua; seguendo le più recenti teorie della linguistica romantica e le tesi di Herder , Fiche fonda l’idea di popolo e di nazione sulla comunanza linguistica. I tedeschi si differenziano dagli altri popoli perché parlano una lingua viva, cioè una lingua naturale e non convenzionale, che ha conservato l’originaria unità tra lingua e pensiero ed è in grado di esprimere perfettamente il carattere nazionale.I popoli neolatini ( francesi in testa ) parlano lingue morte , nate dalla sovrapposizione di una lingua straniera ( il latino ) , che avrebbe introdotto artificiose convenzionalità nel rapporto pensiero–espressione ( una frattura tra il mondo dell’esperienza e quella del linguaggio ). Pur essendo la teoria del purismo linguistico inaccettabile : tutte le lingue hanno subito delle trasformazioni , essa ha interessanti risvolti di politica culturale. Dalle diverse caratteristiche dei popoli discendono diverse caratteristiche delle loro culture . Mentre le lingue morte portano le culture a semplice erudizione, creando un fossato incolmabile tra classi superiori e classi subalterne, attraverso le lingue vive è possibile produrre una cultura autenticamente nazionale= capace di poter essere fruita da tutti i ceti , unificandoli . Invece di disgregazione , diventa fattore di aggregazione sociale . Il popolo tedesco , portatore di una lingua viva , è particolarmente adatto ad una educazione nazionale e attraverso essa di adempiere alla missione di far superare l’età di peccaminosità attuale (dominata dall’egoismo ).

I Discorsi si ripromettevano di risvegliare la coscienza nazionale tedesca per preparare la resistenza antinapoleonica . Essi sono alla base del nazionalismo tedesco e risultano sul piano della valutazione politica una opera ambigua, su cui sono stati formulati opposti giudizi .

Per Ladislao Mittner il fatto che il nazionalismo tedesco nascesse contro un nemico (la Francia ), identificata con l’illuminismo , fu tragico => portò alla rottura con la tradizione illuministica e liberaldemocratica , con conseguenti pesanti per la storia tedesca .

Per Luigi Pareyson il nazionalismo di Fichte non rompe col cosmopolitismo: Fichte cercò di far convivere cosmopolitismo e nazionalismo e di difendere una concezione democratica dello stato, vedendo lucidamente che la resistenza contro gli invasori poteva sfociare nel ristabilimento dei valori dell’assolutismo monarchico feudale e che quindi il sangue tedesco fosse versato per ristabilire i privilegi .Quindi lungi dal pangermanesimo l’obiettivo dei Discorsi è la difesa e la realizzazione della libertà nell’interesse della umanità intera .

 

SCHELLING

Vita e opere di Schelling (1775-1854)

 

1775 Il 27 gennaio Friedrich Wilhelm Joseph Schelling nasce a Leonberg, nel Wuerttemberg, primo di cinque figli. Il padre, pastore protestante, coltiva studi di orientalistica e critica biblica e avvia fin dall'infanzia Friedrich alla conoscenza del mondo antico.

1790 Dopo aver compiuto i primi studi a Bebenhausen e Nuertingen, dove fra l'altro ha modo di conoscere per la prima volta Hoelderlin, Schelling viene ammesso a soli 15 anni (con tre anni di anticipo sulla norma) allo Stift di Tubinga, dove e' compagno di camera (ma non di corso) di Hegel e dello stesso Hoelderlin.

1792 Conclude il biennio filosofico con la dissertazione Antiquissimi de prima malorum humanorum origine philosophematis Gens. III explicandi tentamen criticum et philosophicum, in cui e' evidente l'approccio razionalistico al testo biblico. L'anno successivo, lo stesso approccio viene applicato al campo dell'interpretazione mitologica nel saggio Sui miti, le leggende storiche e i fenomeni del mondo antico. Per quanto l'ambiente dello Stift sia poco permeabile alle novita' filosofiche e politiche, Schelling ha comunque modo di entrare in contatto con le dottrine fichtiane e le idee politiche rivoluzionarie provenienti dalla Francia. Dopo aver incontrato Fichte e aver letto la prima parte (quella teoretica) della Dottrina della scienza, Schelling pubblica nel 1794 Sulla possibilita' di una forma della filosofia in generale e nel 1795 Sull'Io come principio della filosofia.

1795 Conclude il triennio teologico con la dissertazione De Marcione Paullinarum epistolarum emendatore. Viene chiamato a collaborare al "Philosophisches Journal", dove pubblica, tra il 1795 e il 1796, le Lettere filosofiche sul dogmatismo e il criticismo. Rinuncia quindi alla carriera ecclesiastica e trova impiego come precettore presso il barone von Riesedel, i cui figli segue prima a Stoccarda (tra il novembre 1795 e il marzo1796) e poi a Lipsia. Nello stesso 1796 redige la Nuova deduzione del diritto naturale, anche in conseguenza del fatto di essersi dovuto occupare, nella sua nuova veste, degli studi giuridici dei giovani von Riesedel. Tra il 1796 e il 1797 torna sull'interpretazione di Fichte nei Trattati per la chiarificazione dell'idealismo della Dottrina della scienza. Ma, soprattutto, in questi anni getta le basi della propria filosofia della natura con le Idee per una filosofia della naturae la prima versione di Sull'anima del mondo.

1798 In estate si trasferisce da Lipsia a Jena, chiamato dalla locale Universita' (grazie anche ai buoni uffici di Goethe), di fatto in sostituzione di Fichte, costretto a dimettersi in seguito alla polemica sull'ateismo. Qui entra in contatto con i principali esponenti del circolo romantico. Fonda la rivista "Zeitschrift fuer spekulative Physik", progettata come strumento di diffusione della nuova filosofia della natura, e nel 1802, con Hegel, il "Kritisches Journal der Philosophie". Pubblica il Primo abbozzo di un sistema di filosofia della natura (1799), con la relativa Introduzione (1799), il Sistema dell'idealismo trascendentale(1800), la Deduzione universale del processo dinamico(1800), l'Esposizione del mio sistema di filosofia (1801), il dialogo Bruno (1802), le Ulteriori esposizioni del mio sistema di filosofia (1803), le Lezioni sul metodo dello studio accademico (tenute per la prima volta nel 1802, ma pubblicate nel 1803).

1803 Nell'estate, sposa Carolina Michaelis, vedova del medico Boehmer e gia' sposata in seconde nozze con August Wilhelm Schlegel, da cui aveva ottenuto il divorzio nello stesso 1803. Anche per il deteriorarsi dei rapporti personali con gli amici di Jena, in autunno si trasferisce a Wuerzburg, chiamato come professore ordinario. Nel 1805 fonda, con Marcus, gli "Jahrbuecher der Medicin als Wissenschaft". Pubblica Filosofia e religione(1804) in risposta alle tesi sostenute da Eschenmayer nello scritto La filosofia nel suo passaggio alla non-filosofia, gli Aforismi introduttivi alla filosofia della natura (1805) e gli Aforismi sulla filosofia della natura, la cui seconda parte apparira' quando Schelling avra' gia' lasciato Wuerzburg (1806-7). A questo periodo appartengono anche la Filosofia dell'arte (corsi tenuti in origine a Jena tra il 1802 e il 1803 e ripresi a Wuerzburg tra il 1804 e il 1805), la Propedeutica filosofica (1804) e il Sistema dell'intera filosofia (1804), che saranno tuttavia pubblicati postumi.

1806 In seguito alla pace di Presburgo (dicembre 1805), Wuerzburg passa sotto il controllo austriaco. Nella successiva primavera, Schelling decide quindi di trasferirsi a Monaco, dove, non esistendo ancora una Universita', entra a far parte dell'Accademia delle Scienze, presieduta da Jacobi. Il 12 ottobre 1807, in occasione dell'onomastico del re, tiene il celebre discorso Sul rapporto delle arti figurative con la natura. Nel 1808 e' nominato Segretario Generale dell'Accademia delle Arti Figurative, creata in pratica appositamente per Schelling al fine di evitargli la difficile convivenza con Jacobi. A questo periodo risalgono l'ultimo intervento contro Fichte, l'Esposizione dei veri rapporti della filosofia della natura con la dottrina migliorata di Fichte (1806) e le Ricerche filosofiche sull'essenza della liberta' umana (1809). Nel frattempo, in seguito alla pubblicazione della Fenomenologia dello Spirito (1807), si consuma anche la rottura con Hegel.

1809 Il 7 settembre muore la moglie Carolina. Schelling, fortemente provato, si trasferisce per qualche mese a Stoccarda, tra il febbraio e l'ottobre del 1810, dove tiene le celebri Privatvorlesungen e compone il dialogo Clara, vera e propria meditazione sulla morte. Il rientro a Monaco e' segnato dalle polemiche. Nel 1811, Jacobi pubblica un aspro attacco contro Schelling (Sulle cose divine e la loro rivelazione), a cui Schelling risponde con altrettanta violenza con il Monumento dello scritto sulle cose divine (1812). Nello stesso periodo, lavora al progetto delle Eta' del mondo, di cui prepara due versioni (una nel 1811 e l'altra nel 1813) che vengono entrambe prima consegnate all'editore e poi ritirate, e un'ulteriore elaborazione nel 1815.

1812 Sposa Paulina Gotter, figlia di un'amica di Carolina, con cui era da tempo in corrispondenza e che gli rimarra' accanto per tutto il resto della vita, dandogli sei figli. Nel 1813 fonda una nuova rivista, la "Allgemeine Zeitschrift von Deutschen fuer Deutsche", che ospita nel suo primo numero la disputa con Eschenmayer a proposito delle Ricerche filosofiche, ma che avra' vita ancora piu' breve delle precedenti. Nel 1815 pubblica la lezione Sulle divinita' di Samotracia.

1820 é chiamato a Erlangen, dove restera' per sette anni, tenendo come professore libero lezioni di storia della filosofia e filosofia della mitologia. Le lezioni del semestre invernale 1820-21 furono dedicate agli Initia philosophiae universae, cioe' ai fondamenti dell'intera filosofia.

1827 Rientra nuovamente a Monaco come professore di filosofia presso l'Universita' (trasferita l'anno precedente da Landschut) e come Presidente dell'Accademia delle Scienze. L'unico scritto filosofico pubblicato in questi anni da Schelling e' la Prefazione ai Fragments philosophiquesdi Victor Cousin (1834), ma nel frattempo Schelling lavora al progetto della "filosofia positiva", in opposizione alla "filosofia negativa" della tradizione razionalistica e formalistica. I quaderni originali dei corsi tenuti da Schelling in questi anni sono andati perduti nel corso dei bombardamenti del 1944, ma rimangono gli appunti di studenti e uditori. Tra le opere riprese nell'edizione delle opere complete figurano la Prima lezione monachese (1827), i corsi del 1836-37 sulla Storia della filosofia moderna, e sull'Esposizione dell'empirismo filosofico. Per altri scritti (alcuni dei quali hanno subito vari rimaneggiamenti) la datazione non puo' ritenersi sempre certa: Sistema delle eta' del mondo (1827-28); Introduzione alla filosofia (1830); Filosofia della Rivelazione (1831-32); Sistema della filosofia positivae Sistema delle eta' del mondo(1832-33); Filosofia della Mitologia (1835-36); Sistema della filosofia positiva (1836-37); Filosofia della Mitologia (1837-38); Introduzione nella filosofia (1839).

1841 Schelling, anche a motivo della situazione non proprio favorevole ai Protestanti determinatasi in Baviera, accetta l'invito di Federico Guglielmo IV di Prussia e si trasferisce a Berlino come libero docente (con il compito, probabilmente, di arginare il successo dilagante della filosofia di Hegel, deceduto dieci anni prima). Anche qui i suoi corsi - che vedranno come uditori Kierkegaard, Feuerbach, Engels - vertono principalmente sulla filosofia della Mitologia e la filosofia della Rivelazione, e sono ricostruibili in buona parte solo attraverso Nachschriften: Filosofia della Rivelazione (1841-42); Filosofia della Rivelazione (1842-43 e 1844); Principi della filosofia - Esposizione del processo naturale(1843-44); Filosofia della Mitologia (1845-46). A questo stesso periodo (1847-54) appartengono l'Introduzione filosofica alla filosofia della Mitologia e il Saggio sull'origine delle verita' eterne e il discorso Osservazioni preliminari alla questione sull'origine del linguaggio (1850).

 

 

 

1854 Il 20 agosto muore a Bad Ragaz in Svizzera, dove si trovava in villeggiatura.

La filosofia della natura

Questo periodo è compreso tra il 1794 ed il 1796 ed è caratterizzato dalla ripresa e dallo sviluppo della filosofia di Fichte. In questa prima fase fichtiana emerge:

  • L’istanza di ricercare il fondamento primo della conoscenza non nell’Io puro ma in un principio originario che ricomprenda in sé:
  • Il momento soggettivo della conoscenza (L’io trascendentale)
  • La componente oggettiva della conoscenza (Il non-io fichtiano)

 Il soggetto e l’oggetto, lo spirito e la natura sono le due manifestazioni diverse ed equivalenti dell’unico principio assoluto.

  • La derivazione fichtiana del non-io dall’Io sembra insoddisfacente poiché risolve la natura , ovvero il mondo oggettivo, in un momento interno al soggetto, in un semplice limite che l’Io pone alla propria attività
  • Pur essendo connessa con lo sviluppo del soggetto, la natura ha una realtà propria, irriducibile a una mera proiezione ed autolimitazione dell’Io.

à Dal 1797 al 1800 elaborazione di una filosofia della natura..  i referenti sono:

  • I recenti studi e le nuove scoperte scientifiche nella fisica, chimica e biologia, con la critica della fisica newtoniana
  • La nuova interpretazione filosofica della natura in termini di vita e di organismo (Goethe, Jacobi, Kant)

 

 

 

In particolare da Kant Schelling prende l'idea che :

  • L’organismo  è una realtà unitaria che possiede in se stessa e oggettivamente il proprio principio di organizzazione
  • L’organicità può essere estesa dal singolo essere vivente a tutta la natura considerata come una totalità. Ma la natura costituisce un organismo universale nel quale opera un unico principio vitale, l’anima del mondo.  Viene ammessa la stessa nozione, rifiutata da Kant, di materia vivente

La natura quindi:

  • Non è materia inerte
  • La natura è vita universale intrinseca alla materia stessa, che continuamente si plasma e si trasforma in un continuo divenire
  • Ha come fondamentale proprietà l’attività.Questa consiste in un processo oppositivo inteso come:
  • Polarità.Interna alla stessa natura, la tensione tra 2 elementi esprime insieme la loro unità e la loro opposizione. Esistono 3 tipi di polarità naturale, corrispondenti a 3 gradi o potenze della natura:
    • A livello inferiore, l’opposizione tra le forze attrattive e repulsive, che si esprimono nella forza di gravità > fisica, ha per oggetto la natura organica intesa come massa
    • Al secondo livello è l’azione chimica che si fonda su processi di sintesi ed analisi (al suo interno magnetismo, elettricità e la luce)
    • Al terzo livello, la potenza organica, nella quale la forza propulsiva è continua e suscettibile solo di arresti momentanei e si distingue in 3 momenti interni:
    1. La sensibilità, ricettività originaria, capacità di percepire stimoli dall’esterno
    2. L’irritabilità, l’attività motrice che consente il moto degli organismi
    3. La tendenza produttiva, l’impulso alla generazione che presiede all’autoriproduzione della specie
  • Viene riconosciuta la omogeneità di natura e spirito > finalismo della filosofia schellinghiana. Essa è determinazione essenziale dello spirito : Se la natura ha la stessa struttura costitutiva dello spirito non può esprimersi se non in termini di finalità.. La natura essendo coessenziale con lo spirito deve necessariamente essere pensata come organizzata secondo fini : la connessione meccanico-causale dei fenomeni è subordinata al loro ordinamento finalistico
  • Piena circolarità tra natura e spirito, né indipendenti né conseguenti, ma due aspetti paralleli ad un unico processo
  • La natura è lo spirito visibile
  • Lo spirito è la natura invisibile

 Qual è il principio che collega spirito e natura, garantendo loro la radice unitaria. ?  Mondo della natura e dello spirito sono qui visti nella loro derivazione da una unica intelligenza la quale opera si può comportare in due modi:

  • Creare inconsapevolmente > mondo naturale
  • Creare consapevolmente > creazione dello spirito

L’idealismo trascendentale

Tentativo opposto ai precedenti di cercare l’oggetto nel soggetto, la natura nello spirito..

  Filosofia della natura: Il carattere organico della natura indica la presenza in essa di una costituzione analoga a quella dello spirito

Il sistema dell’idealismo trascendentale (1800): L’io trascendentale non è soltanto l’espressione di soggettività assoluta ma è anche il fondamento della realtà e dell’oggettività del mondo naturale

Descrizione di una filosofia dello spirito:

  • Viene fondata sulla nozione di autocoscienza o di Io:
  • L’autocoscienza non è soggettività pura ma sintesi di 2 attività dialetticamente opposte:
    • Attività reale : Attività limitata, che produce l’oggetto ponendolo come limite, come qualcosa di opposto al soggetto
    • Attività ideale : Attività illimitata e limitante che consapevolmente va oltre il limite dell’oggetto, riconoscendolo come prodotto inconsapevole dell’Io

Non sono due attività separate perché costituiscono 2 aspetti diversi di una unica attività dell’autocoscienza, che è sintesi assoluta di entrambe. à sintesi non statica ma dinamica:

    • L’attività reale produce l’oggetto e l’attività ideale lo oltrepassa riconducendolo a sé à infinito processo dialettico à sintesi delle due attività à intuizione intellettuale:
    • L’io ha intuizione intellettuale di se stesso come insieme ideale e reale
    • L’io è una unità indissolubile di soggetto ed oggetto, di spirito e natura, di attività consapevole ed inconscia

Il Sistema viene definito da Hegel come idealismo oggettivo .

à La sintesi assoluta passa attraverso tre gradi o epoche descrizitte nella filosofia teretica:

  1. Passaggio dalla sensazione alla intuizione produttiva.
  • Nella sensazione il soggetto sembra trovi di fronte a sé un oggetto esterno rispetto al quale appare passivo
  • Nella intuizione produttiva, l’Io determinando l’oggetto come un proprio prodotto, risolve la sensazione in un momento passivo (l’oggetto è sentito) ed in un momento attivo (l’oggetto è senziente) à L’io si si configura come intelligenza, il prodotto dell’io si configura come materia

     2.Passaggio dalla intuizione produttiva alla riflessione

  • Mediante la riflessione l’intelligenza diventa consapevole della corrispondenza tra la propria costituzione e quella del proprio prodotto

3. Passaggio dalla riflessione alla volontà

  • Per mezzo di un atto di astrazione assoluta l’intelligenza giunge alla consapevolezza che la propria attività è pura forma, distinta da ogni materia

à Con quest’ultimo passaggio si passa alla filosofia pratica. ß la volontà è il punto di partenza di ogni attività pratica (è l’astrazione del soggetto da qualsiasi condizione materiale ed  espressione di libertà). Si pone il problema della armonizzazione delle volontà individuali in un sistema che garantisca la compatibilità tra le diverse libertà.

  • Il sistema di armonizzazione è il diritto esso:
  • Non può nascere dalla semplice libertà poiché esso comporta la limitazione coattiva della libertà dell’uno per garantire quella di tutti gli altri
  • Implica una unione di libertà e necessità à la necessità è il corrispettivo pratico dell’unità tra soggetto ed oggetto, conscio ed inconscio
  • L’unione tra libertà e necessità si attua nella storia, che è un dramma in cui c’è una identità tra autore ed i singoli attori à ognuno è libero perché obbedendo all’autore non obbedisce che a se stesso à al tempo stesso ognuno è necessitato poiché egli persegue un disegno razionale che fa della sua azione uno strumento del tutto
  • Nella storia in realtà gli uomini obbediscono ad un piano provvidenziale e razionale
  • La storia è il dominio dell’Assoluto, unità di libertà e necessità, spirito e natura, soggetto ed oggetto, attività ideale e attività inconsapevole
  • L’armonizzazione viene colto però solo attraverso l’arte che è il solo organo che consenta all’uomo di penetrare l’Assoluto:
  • Solo attraverso l’intuizione artistica l’uomo può cogliere quell’unità di spirito e natura, soggetto ed oggetto, che la conoscenza ha necessariamente diviso
  • L’arte, il momento intuitivo si esprime nel genio e ricongiunge ciò che la riflessione aveva diviso ed è la vera conoscenza
  • Il filosofico si identifica con l'attività creatrice dell' artista
  • L’arte prende i connotati di una conoscenza assoluta à per questo l'idealismo di Schelling viene chiamato anche idealismo estetico

Questo periodo va dal 1801 al 1805 ed è indicato come filosofia dell’identità.

 

Il contenuto fondamentale è sempre stato l’unità di natura e spirito à ora si intende partire direttamente dall’unità assoluta per derivare da essa l’opposizione .

  • La filosofia della natura e l’idealismo trascendentale vanno riconsiderate dal punto di vista della totalità e restituite alla loro giusta collocazione all’interno del sistema.
  • Il fondamento della realtà è l’Assoluto, inteso come identità indifferenziata di soggetto ed oggetto.
  • L’Assoluto è la radice comune che precede la loro separazione.
  • La scissione degli opposti non appartiene al piano della realtà e del sapere assoluto ma a quello dell’apparenza.
  • L’Assoluto viene inteso come indifferenza(assenza di differenziazione)
  • Si pongono una serie di problemi:
  • La difficoltà sta nello spiegare come la differenza possa nascere dalla indifferenza
  • Se la realtà è sostanzialmente unitotalità priva di differenziazioni interne, come si può arrivare lla distinzione di una molteplicità di esseri?
  • Come si passa dall’Assoluto alla opposizione tra soggetto ed oggetto ?
    • Non è possibile un passaggio emanativo graduale (tra Assoluto ed il finito non c’è omogeneità)
    • Introduzione del concetto di salto o di caduta. Questa nozione segna lo spostamento del suo pensiero dall’ambito dell’idealismo speculativo a quello di una filosofia a sfondo religioso, nella quale hanno sempre più peso suggestioni mistiche ed irrazionalistiche attinte da Bohme e Baader

 

 La filosofia della libertà

Si ha a partire dal 1804 e nel 1809. à Abbiamo una ripresa del teismo. Non sono adeguate rappresentazioni della divinità:

  • Il panteismo spinoziano (Dio nella natura)
  • La teologia morale di Fichte e di Kant (l’essenza divina è nell’ordine morale del mondo)

Per Schelling:

  • Il vero Dio è vita e persona al pari dell’uomo a sua somiglianza.
  • Anche Dio è soggetto al divenire (non va concepito come atto purissimo, perfezione compiuta ed immota)
  • Nel divenire Dio
  • In un momento attuale perviene alla esistenza
  • In un momento potenziale perviene al fondamento della sua esistenza. à esso è radice oscura come inconscio, tenebra, egoismo, ipseità. Indica la presenza della natura in Dio stesso. Il polo dell’esistenza opposto in termini di luce , amore, conscio è il conseguimento dello spirito
    • Le cose create non sono in Dio stesso ma dipendono dal fondamento.
  • La creazione consiste nel passaggio dall’oscurità originaria alla luce
  • L’uomo è la sola creatura in cui questo processo avviene completamente, in modo che la tenebra originaria dell’inconscio si traduca nella luminosità dell’intelletto.
  • L’uomo partecipa dei 2 principi al pari di Dio
  • In Dio i 2 principi sono inseparabili e costituiscono una unità assoluta
  • Nell’uomo i 2 principi sono separabili
    • Il principio oscuro (volontà individuale egoistica) si oppone a
    • Principio positivo volontà intellettuale diventa volontà universale

à Il male consiste quindi nella possibilità dell’independenza del principio negativo da quello indipendente.

  • Il male non è una semplice privazione dell’essere, una non realtà
  • Il male rappresenta una distorsione, una malattia à l’uomo fa abuso della volontà individuale anteposta alla volontà universale

à La libertà quindi consiste nella possibilità di scegliere tra il bene ed il male ß nonostante ciò Schelling non accetta

  • la tesi indeterministica della libertà di arbitrio (la decisione non spetta al caso)
  • la tesi deterministica (l’uomo non ha nessuna responsabilità)
  • Come in Dio, anche nell’uomo la libertà coincide con la necessità:
    • In Dio la coincidenza significa che la necessità con cui procede dal fondamento all’esistenza è un anche un atto di assoluta libertà
    • Nell’uomo la convergenza tra libertà e necessità trova espressione nella natura individuale, in base alla quale ciascuno sceglie tra bene e male à l’uomo è necessitato dalla sua stessa natura ma la natura sua è stata decisa nel momento egli è emerso dal fondamento di Dio (es. quando uno fa una azione malvagia dice: Sono così)

La filosofia della identità portò quindi:

  • Risoluzione del finito, considerato una mera apparenza, nell’infinito, il quale soltanto esprime la realtà assoluta

La filosofia della libertà invece:

  • Restituì al finito, al mondo ed all’uomo una realtà propria
  • Altrettanta realtà viene riconosciuta al male ed alla libertà individuale.

à Si ha un recupero di una dimensione tragica della vita (la realtà viene descritta come un immenso dramma cosmoteandrico, in cui la lotta non è solo data dall’unione separazione tra Dio e l’uomo, ma anche dalla polarità interna)

La filosofia positiva

Dal 1809 in poi. à si passa alla nozione di filosofia negativaalla quale è riconducibile la stessa filosofia dell’identità

  • La ragione può soltanto cogliere l’essenza delle cose (quid sit), non la loro esistenza (quod sit)
  • Ogni filosofia speculativa, fondata su argomentazioni a priori può determinare soltanto il lato negativo della conoscenza e non il lato positivo, ciò da cui essa sorge (positivo)
  • Il pensiero razionale definisce solamente le condizioni negative della conoscenza, quelle senza le quali le cose non possono essere pensate, ma no risolve il problema della loro esistenza.

à E’ dunque necessario opporre ad essa una filosofia positiva

  • Punto di partenza deve consistere in un dato di esperienza (fase dell’empirismo filosofico), anche se essa non è solo conoscenza sensibile, ma esperienza metafisica ed extra-storica.
  • Non si tratta di una semplice forma di conoscenza teoretica ma un sapere che si traduce in attività pratica, fede, religione filosofica
  • Essa si divide in:
  • Filosofia della mitologia.
    • Ha per oggetto la religione naturale, il manifestarsi di Dio nella natura attraverso le determinazioni di una coscienza umana archetipa ed originaria
    • Le concezioni mitologiche non devono essere interpretate come allegorie di un significato concettuale (negativo) bensì come tautegorie nelle quali il senso emerge necessariamente (positivamente) dal suo stesso sviluppo all’interno della coscienza umana
  • Filosofia della rivelazione.
    • Si riferisce alla manifestazione diretta di Dio, che si autorivela con un atto di libertà assoluta.
    • Attraverso questa via l’uomo giunge alla conoscenza di Dio come persona vivente
    • Ha per oggetto la religione rivelata e centro nel cristianesimo.

à Terza fase della filosofia positiva, corrispondente a quella dello Spirito santo, nella quale la religione filosofica supera sia la religione naturale del Padre sia quella rivelata del Figlio. (progetto triarchico)

à La totalità del tempo viene divisa in 3 epoche (passato, presente, futuro) ß radice neoplatonica (il termine eone è gnostico):

  • L’età passata è il momento del fondamento da cui Dio oscuramente scaturisce
  • L’età presente è l’esplicazione di Dio nel mondo
  • L’età futura sarà il ritorno necessario del mondo a Dio.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/terzacmanzoni/Filosofia/filosofia.zip

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