Francobolli collezionismo

 

 

 

Francobolli collezionismo

 

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Francobolli collezionismo

DAL COLLEZIONISMO CLASSICO AL FUTURO

Come si diventa collezionisti filatelici, è materia per esperti sociologi. Le motivazioni infatti, possono essere molteplici e le varianti imperscrutabili. Nella maggior parte dei casi ci si affeziona al collezionismo filatelico, dopo aver visto e maneggiato più d'un reperto postale, quindi in età puerile. Sappiamo infatti che in quel momento della nostra vita, si è molto curiosi e tutto il mondo che ci affascina e che ci circonda è immediato nelle vicinanze e siccome i documenti postali fanno parte del quotidiano di chiunque, sono reperibili facilmente e sono usati per comunicare, vengono presto e per primi assimilati e posti alla nostra attenzione. I giovani di una volta ed anch'io ormai, appresero dalle lettere e cartoline che il mondo era variegato nelle sue forme, nei concetti, negli usi, nei costumi e si mossero a curiosità guardandole e chiedendo agli adulti spiegazioni tali, che a volte rimasero senza risposta. L'argomento filatelico venne approfondito o proseguito nei suoi dettagli a livello scolastico, durante le pause di lezione o nei giochi, con maniacale ricerca della novità, che altri non possedevano. I genitori più arguti od indaffarati in mille pensieri del menage quotidiano, s'interessarono personalmente a creare nei fanciulli quella curiosità che didatticamente li appassionava a volte più dei libri ove studiavano, ricercando sul mercato quantità di francobolli spesso a buon mercato, ma diversi nei contenuti, che regalavano ai figlioli in cambio di piccoli servizi o buoni voti scolastici. La cultura filatelica era in tempi remoti e dopo che prese piede in tutti gli Stati del mondo, considerata come una quint'essenza dello sviluppo intellettivo giovanile. Ad un iniziale momento nel quale i ragazzi si trovarono quasi a competere tra loro nella raccolta di francobolli provenienti da tutte le parti del mondo, qualcuno vide in quelli che poteva reperire nelle vicinanze a dove viveva, il naturale proseguimento della propria cultura, approfondendo la conoscenza degli usi e dei costumi nazionali. Non tutti i genitori furono entusiasti che i loro figli continuassero ad interessarsi delle collezioni filateliche, considerandole in sostanza come passatempi giovanili sinché si fosse trattato di reperire i francobolli usati, dai documenti postali trattati per posta e ben sapendo, che per i ragazzi rivolgersi al mercato recandosi agli uffici filatelici o nei negozi, avrebbe comportato un incentivo di spese non indifferente, se protratto nel tempo. In età giovanile quasi tutti interruppero la raccolta distraendosi dalla filatelia ed interessandosi a molto altro; alcuni che la protrassero ebbero spesso dei genitori o dei nonni già collezionisti. Ho conosciuto negli anni tante persone, maschi e femmine, con le quali a volte s'è parlato di filatelia, venendo la stessa estrapolata in discorsi relativi agli interessi od hobbies che si coltivavano per trascorrere serate fuori dalla routine quotidiana e molti mi confidarono che da qualche parte in casa conservavano album di francobolli accumulati in gioventù. Più volte mi trovai nella condizione di valutarli, vedendo in loro il desiderio recondito dello sforzo fatto allora, atto a conoscere il valore che potessero aver raggiunto; ciò con l'ausilio di cataloghi, listini commerciali o navigando sui siti appositi in internet, ma spesso la delusione affiorò quando videro, che i loro francobolli non ebbero raggiunto le cifre sperate. Qualcuno fece sparire per sempre i reperti recuperati in soffitta, altri ancora li conservano in ricordo di anni spensierati. Rare volte mi sono imbattuto in francobolli di valore, frutto spesso di lasciti ereditari, consigliando ai proprietari di provare a venderli con annunci sulle Riviste filateliche od a qualcuno che dimostrasse interesse senza “strozzare” pecuniariamente il proprietario, come invece fanno i grossi commercianti che solitamente acquistano collezioni corpose a prezzi stracciati, da eredi spesso inconsapevoli ed ignoranti nella materia, i quali, pur di disfarsene accettano cifre irrisorie facendo spazio in casa. Quei giovani che giunti ad un'età matura desiderarono ampliare il discorso filatelico lasciato in disparte in occasioni precedenti, s'introdussero nell'esuberante mondo del collezionismo attraverso la frequenza in ambiti come gli uffici postali, mostre e convegni, negozi o circoli filatelici, riviste e cataloghi, acquistando lentamente ma inesorabilmente sempre più esemplari.
Quante sono le collezioni filateliche o cosa sono i documenti postali? A questa domanda non esiste una risposta definitiva, perché le collezioni filateliche sono sempre in trasformazione. Pur rimanendo statici i concetti del collezionismo, la materia in sé è vastissima ed i vari Stati del mondo sono sempre alla ricerca di novità atte a rendere le proprie emissioni filateliche, il più interessante possibile ai collezionisti. Sfogliando un catalogo filatelico ci s'imbatte in un mare d'informazioni socio-storico-politiche del Paese di cui si tratta, anche se ogni catalogo ha un'impostazione di forma simile per ogni Nazione. Un catalogo filatelico è paragonabile ad un libro di storia per le tante nozioni che riguardando la posta; esse interessano anche le vicissitudini umane e la filatelia è il mezzo, perché esse vengano portate a conoscenza di tutti. Inoltre è pensiero comune intendere la STORIA POSTALE come la storia delle Nazioni, del pensiero e dello sviluppo, delle comunicazioni tra le genti e del confronto tra esse. I francobolli sono i messaggeri per cui le notizie circolano e per detto motivo l'iniziale pubblico che li ebbe tra le mani, pensò di farne oggetto di collezionismo, anche se qualche interesse verso le forme postali precedenti, portate a destinazione dai corrieri, era già un tale oggetto. Il vero collezionismo di documenti postali si tramutò in culto nozionistico dopo la nascita dei francobolli. Sui cataloghi per ogni francobollo emesso, vengono riportate le caratteristiche intrinseche del pezzo, iniziando dalla figura vera e propria riprodotta in scala minore a come si trova in realtà, salvo casi nei quali occorre evidenziare dettagli minimi atti a distinguere delle varietà. I primi francobolli furono emessi senza DENTELLATURA (cioè senza i denti laterali) e senza GOMMA (la colla al verso), perché i macchinari che li stamparono erano essenzialmente tipografici e non adatti a fornire quelle caratteristiche. Inoltre essendo riservati ad un pubblico edotto nella scrittura, furono TIRATI (stampati) in poche migliaia di esemplari ciascuno, aumentandone in seguito le copie con RISTAMPE, le quali erano ripetibili per la figura perché s'usava il cliché originale, (ma spesso o la carta od i colori erano difficilmente gli stessi), quando la scarsità di approvvigionamenti lo richiedevano. Da ciò si ebbero varietà a non finire, poiché i COLORI furono replicati in diverse occasioni, inoltre i macchinari ancora allo stato primordiale, dovevano essere inchiostrati a mano dai tipografi quando essi notavano un appannamento nella stesura sotto la pressa e dette diversità, furono riscontrabili in diversi casi all'interno dello stesso foglio. In quell'epoca non si badò tanto a queste differenze ed al contrario di ciò che si verifica (o si dovrebbe verificare) oggi per i controlli della qualità di stampa, furono fatti circolare ugualmente. Ho messo tra parentesi la frase, perché i controlli seppur molto fissi, vengono sempre fatti A CAMPIONE (un foglio o due fermando la macchina ogni cento e più che passano in rotativa) mentre il personale sorveglia lo scorrimento in velocità della carta filatelica, quindi un impercettibile salto dalla battitura, dovuto ad un qualsiasi motivo, come ad esempio un calo di tensione nella corrente elettrica, può creare ugualmente una differenza non visibile immediatamente. I controlli vengono ripetuti anche in sede di smistamento dei quantitativi da distribuire agli uffici postali, ed anche dopo che ogni ufficio li ha ricevuti in carico, ma sono tante le caratteristiche che ogni emissione ha, che più gli uffici filatelici sono periferici e meno il personale è specializzato nella cosa. Così qualche foglio con delle VARIETA' (diversità dal francobollo tipo) giunge ugualmente sul mercato anziché andare distrutto dal POLIGRAFICO (l'Istituto Statale di stampa delle carte valori ufficiali) e sono poi i collezionisti che se ne accorgono, scatenando una vera e propria caccia al tesoro, attinente alla peculiarità appena emersa, la quale rarefa l'esemplare e fa moltiplicare il valore FACCIALE (quello impresso sul francobollo in vendita al pubblico) trasformandolo in valore ECONOMICO (valore di mercato). Se la varietà risulta di difficile reperimento, poiché i fogli cha la contengono sono rari, il valore economico sale alle stelle in pochissimo tempo ed il francobollo viene quotato e mostrato sui cataloghi primi ad esser stampati. Quando invece si tratta d'una varietà facilmente rintracciabile, trascorrono anni prima che gli si possa assegnare un valore di poco più elevato del francobollo TIPO (quello descritto nei bollettini di vendita al pubblico) o quotarlo identicamente ad esso pur mostrandolo a parte nella pagina. Si può a ragione pensare, che ogni caratteristica intrinseca al francobollo, sia stata creata nel tempo per combattere la fraudolenza dei falsari. Una delle peculiarità proprie del francobollo, è il tipo di CARTA sul quale è stampato. Ai primordi diverse cartiere s'occuparono di fornire la carta ai Governanti che legiferarono d'emettere francobolli, ma siccome essa era reperibile facilmente in commercio, perché simile ad altri tipi comunemente usati, si dovettero incaricare dei maestri del settore per fabbricarne tipi univoci. Nel tempo la carta mutò di sostanza varie volte. Ci furono epoche nelle quali la carta conteneva FILI di SETA oppure era di vari colori così che si dovesse imprimere solo il disegno, generalmente di colore nero. Poi fu inventata la FILIGRANA consistente in una figura inserita nell'impasto della carta e ricordante qualche simbolo del Paese emittente. La filigrana è in uso in qualche paese del mondo soltanto oggigiorno, perché è abbastanza costoso produrla e non evita le falsificazioni. Alcuni falsari riuscirono mediante un procedimento di stampa a farla apparire fotocopiata su alcuni rari valori ed anche in trasparenza ed in controluce, sembrava all'interno della carta. Altre falsificazioni aventi protagoniste la filigrana, s'ottennero chimicamente scolorendo i fogli di francobolli mediante l'uso di reagenti chimici che sbiancarono la carta cancellando il disegno originale, per poi essere impressa con quello fittizio d'un raro francobollo che invadendo il mercato, svalutò l'emissione sul catalogo sino alla scoperta dell'inghippo. Ancora oggi per certi tipi di francobolli, i falsi sembrano più veri di quelli originali e le perizie stentano a riconoscerli, per cui nel dubbio si quotano alla pari. Certo non è una bella notizia per i collezionisti che hanno speso tanto per acquistare dai negozianti quelli emessi dalle Poste, ma è un sicuro affare per imbroglioni esperti. Da queste considerazioni nasce nel collezionista il desiderio di smettere d'essere tale, perché una gran massa di francobolli invade ogni anno il mercato e raramente esso s'imbatte in qualche pezzo pregiato, mentre è facile che si ritrovi nell'album un valore incautamente acquistato pagato profumatamente, le cui caratteristiche non siano originali. Una delle ultime mode in fatto di collezionismo ad andare per la maggiore è la CENTRATURA. Essa corrisponde all'esatta posizione occupata dalla stampa all'interno del francobollo con equidistanza dai dentelli. Più essa è centrata e più è quotata sul catalogo, intendendo con ciò che il francobollo è perfetto nella battitura del tampone inchiostrato e del macchinario dentellatore adottato per quella emissione sulla carta. Il surplus di quotazione è dato dalla rarità che il francobollo centrato occupa all'interno d'ogni tiratura. Se infatti essa è per quel valore emesso, generalmente mal centrata, saranno rari da reperire quelli perfetti e la quotazione può raggiungere anche un livello più del doppio, del valore espresso dal catalogo per il francobollo generico. La quotazione in questi casi, è finalizzata soprattutto a definire quei francobolli CLASSICI dei quali si presuppose in tempi remoti, che la qualità di stampa e dentellatura fosse meno precisa per via di macchinari usurati od obsoleti. Così i cataloghi riportano per francobolli antichi, quotazioni a volte smisuratamente elevate per i tipi più centrati che non per quelli le cui varietà di spostamento della dentellatura o della stampa, solitamente oggi, sarebbero ricercati con bramosia dai collezionisti. Quindi come abbiamo visto in tutti questi discorsi, cambiando nel tempo i metodi di stampa e correndo verso il perfezionismo, sono anche cambiati i concetti di valutazione del collezionismo. Oggi come un tempo, si cercano varietà diverse all'interno dei francobolli, ma le valutazioni delle varietà sono concettualmente opposte nel campo della centratura. Oggi è difficile produrre un francobollo mal centrato o con dei difetti evidenti, perché i macchinari di stampa sono sempre più precisi e quando lo si trova, esso sale agli onori della ribalta presso tutti i collezionisti.
Quando ormai tutti gli Stati erano occupati annualmente a produrre francobolli singoli od in serie cadenzatamente, i collezionisti generici non furono più in grado di seguire tutte le collezioni che s'andavano formando e decisero di optare per certi tipi di documenti filatelici o di certi Stati, soltanto. Certo c'era chi si poteva permettere di continuare a seguire le emissioni di tutti, ma erano soggetti molto danarosi che credettero nell'investimento filatelico come fosse un mercato di Borsa. La più importante collezione del mondo esistente oggi è quella del Regno Unito nelle mani della sua interprete ufficiale, cioè la Regina d'Inghilterra. Altre ve ne furono nei tempi scorsi. Alcuni personaggi accumularono indistintamente pezzi filatelici d'ogni dove e si ritrovarono fortune per le mani soprattutto gli eredi di questi. Quando una collezione di questo tipo viene smembrata, solitamente succede all'interno di CASE d'ASTA rinomate e sicure di realizzo, perché esse stampano preventivamente cataloghi di vendita all'incanto nei quali sono visibili e citati i pezzi più pregiati mediante fotografie o descrizioni dettagliate. I partecipanti possono essere anche collezionisti comuni, ma solitamente sono grandi investitori o munifici spendaccioni che vi si recano su invito degli organizzatori. La stampa filatelica partecipa attivamente nelle sedi ove si svolgono le aste, descrivendo in seguito i prezzi raggiunti dalle rarità ed a volte dibattono sull'acquirente finale. La gran massa dei collezionisti è però rappresentata da comuni mortali, che hanno come hobby spensierato la cultura filatelica, manifestata in tanti giorni di lento accaparramento dato da una mancolista specifica sul tema da loro curato. I documenti filatelici che anche i cataloghi riportano sono espressamente francobolli e buste. La descrizione dell'emissione d'un valore o d'una serie si diversifica in colonne. Nuovi e usati. Ogni francobollo riceve una quotazione minima per convenzione tra i produttori di cataloghi, perché i tipi molto comuni non avrebbero un valore certo, essendo tirati in milioni di esemplari e considerando detto valore come il costo in solido che un commerciante sostiene per pagare l'IVA nel suo acquisto. Le alte tirature odierne al cospetto d'un pubblico sempre più senile trovano un mercato filatelico sempre meno desiderato e creano giacenze che si ripercuotono per anni sulle emissioni, in statiche quotazioni. Ma non sempre è così. Il collezionista deve stare continuamente all'erta verso le emissioni della raccolta di suo interesse, perché non è certo e non è dato il momento in cui si verifica una variante. Le più appetibili sono quelle che non t'aspetti. Ad esempio errori od ammanchi di colore su francobolli di serie ordinaria. Essi sono tirati in milioni d'esemplari e distribuiti ovunque sul territorio. La gran massa che circola diventa inosservata ed anche reperire delle varietà è un compito oneroso, in termini di tempo occorrente. Ma proprio per la gran quantità circolante non è raro che il Poligrafico ometta o commetta qualche infrazione spesso durante il procedimento di stampa o di dentellatura. I collezionisti più smaliziati pensano che certi errori siano quasi fatti apposta, per creare un interesse verso la filatelia, la quale avvalendosi di sistemi sempre più moderni, fa latitare l'interesse degli stessi nel ricercare le varietà. Infatti è raro, che esse si presentino su francobolli commemorativi, i quali vengono curati nei dettagli, maniacalmente dai disegnatori e spesso dai propugnatori privati dell'emissione. Le emissioni ordinarie sono meno osservate essendo richiestissime per la vendita al pubblico ed a loro viene dato solo una rapida occhiata. I tabaccai ad esempio, sono i clienti abituali delle emissioni ordinarie, essendo coattati dalle Poste a servirsene per lo smercio e se qualche volenteroso tra essi fosse anche un appassionato filatelista e volesse venderne qualcuno diverso, si deve sorbire la fila allo sportello filatelico, senza godere della corsia preferenziale nella quale la Posta lo riceve per fornirgli i soliti. Tornando ai collezionisti primordiali, gli interessi filatelici li fecero addentrare nella materia pura, principalmente con la ricerca degli esemplari del loro Stato. Nuovi, usati o linguellati che fossero; su busta affrancata con un timbro postale o filatelico; singoli od in serie. I periodi storici che hanno contraddistinto lo sviluppo del mondo odierno, sono riconoscibili in filatelia dalle emissioni ottenute sinora, transitando gli Stati con essa, attraverso tutte le loro epoche. I collezionisti si dovettero adattare a seguirne le gesta e spesso a specializzarsi in un periodo, da quanti e tanti cambiamenti si sono succeduti sinora. Anche gli Stati più solidi si sono nel tempo sfaldati ed a ogni modifica è nata una collezione che ha fatto virare gli interessi di chi seguiva una passione filatelica. Con questi presupposti una collezione non è mai certa nel suo sviluppo mercantile, intendendo che se alcuni valori restano ai vertici degli interessi di ricerca e di quotazione per caratteristiche intrinseche che possiedono, rarità o varietà, altre raccolte sono indice di forte richiamo o dismissione in seguito a cambiamenti degli Stati che le curano. Ad esempio i francobolli della ex Russia CCCP sono molto ambiti dal mercato collezionistico odierno più di quando essa esisteva, mentre quelli della nuova Russia sono deprezzati e quasi insignificanti, nonostante le tirature siano pressoché nulle rispetto a quelle più antiche. E' vero che il territorio s'è diviso in tanti staterelli più o meno estesi anche di popolazione, ma il vintage della nazione scomparsa è la molla scatenante a riportarne in auge almeno collezionisticamente parlando, le gesta e la storia. Ci sono pezzi filatelici ormai introvabili a buon mercato ed una ricerca sfrenata del collezionismo va in quella direzione. Restando in Italia i francobolli del REGNO sono sempre quotati buone cifre anche per quelle emissioni che diedero fama all'Impero, ma che furono editate quasi esclusivamente per accontentare un mercato filatelico, molto forte allora. Quelli della REPUBBLICA stentano ma anche qui occorre operare un distinguo verso quelli del primo periodo, che finì con la riunificazione di Trieste all'Italia. Ogni territorio considerato a ragione o torto, parte integrante dello Stato ha avuto nel tempo autorità filatelica, sia fosse essa di Stato che semiufficiale. Nel caso di Fiume nel periodo tra le due guerre, si verificarono prima alcune emissioni date dalla prepotenza d'occupazione dannunziana, poi a referendum accolto, sul territorio circolarono i francobolli del Regno. Quando Trieste fu reclamata dagli slavi nel secondo dopoguerra, gli alleati decisero di separarne il territorio in due parti. I francobolli seguirono le sorti della storia ed entrambe le aree ebbero e crearono i loro. Nella zona controllata dalla Jugoslavia circolavano francobolli slavi SOPRASTAMPATI STT VUJA ed in quella controllata dagli Americani che poi la fecero riunificare all'Italia, circolavano quelli italiani anch'essi soprastampati, ma diversamente con AMG FTT. Non so tradurre la scritta slava ma quella relativa alla parte italiana era AMERICAN MILITARY GOVERNEMENT FREE TRIESTE TERRITORY. Penso che l'altra si riferisse al territorio libero della Jugoslavia. Questi due Territori poi accorpati ai relativi Stati originarono un collezionismo che i filatelisti seguirono con ardore anche politico e le raccolte trovano consenso ancora odiernamente. La moltitudine di situazioni derivante da situazioni tragiche della storia propria delle Nazioni ha condizionato il collezionismo ad infervorarsi alle vicende con più dedizione ed a volte, non è il valore economico a dettare le quotazioni, ma la passione che ancora pervade un senso di patriottismo generico. Anche se le case editrici dei cataloghi si consultano o si spiano frequentemente per aggiornare le quotazioni, spesso soprassiedono al limitare di valore certe emissioni. Le rarità o le imperfezioni riscontrate in detti casi sono in continuo aggiornamento e la rarefazione dei reperti, più si dipanano i tempi, è incessante. Le cause possono essere molteplici, ma la più evidente è l'usura. Spesso le collezioni sono ammucchiate all'interno di album non più idonei a contenerle, per cattivo stato di conservazione o strutturalmente, perché i materiali nel tempo manifestano difetti che da nuovi non avevano. Così francobolli ritenuti perfetti si OSSIDANO od INGIALLISCONO e perdono quota a discapito di altri che i collezionisti che li possiedono, fanno aerare spostandoli in album più freschi e congegnali. I francobolli si ossidano perché sono spesso conservati in album a taschine in contatto con la carta e gli ambienti, a volte umidi, li contagiano. Recentemente i materiali per la conservazione dei francobolli sono anch'essi avanzati tecnologicamente, sfruttando materie plastiche isolanti. Alcune pellicole sono preventivamente incollate alla carta degli album ed avvolgono il francobollo proteggendolo sia al recto che al verso, senza farlo entrare in contatto con la superficie cartacea della pagina. Sino al prossimo difetto che si dovesse presentare, i francobolli così conservati risultano perfetti e valgono la quotazione base, ma fittizia, del catalogo o del mercato.
Articolo di Franco Marescalchi membro Free Planet Club

 

VARIANTI SULLE COLLEZIONI FILATELICHE
Una collezione è un'insieme di oggetti che hanno una stessa natura. Filatelicamente parlando, ciò sottintende tutti quegli oggetti che vengono originati per esaudire un servizio postale. Ai primordi, come ho già specificato, non esistevano i francobolli che sono statutariamente e modernamente considerati, gli oggetti primari del collezionismo filatelico, ma le lettere viaggiavano ugualmente da quando il servizio postale fu creato. Durante quel periodo, qualunque documento sul quale furono apposti TIMBRI o SIGILLI che ne attestavano la circolazione attraverso le frontiere di più paesi, CERALACCHE atte a certificare l'origine del documento, la loro integrità nel viaggio o la destinazione e VISTI apposti solitamente dai corrieri, fu etichettato nel collezionismo, come reperto d'un tempo PREFILATELICO. In seguito prese forma la raccolta dei quadrettini cartacei che denominati francobolli, venivano applicati ai documenti postali e riportavano in essenza i dati identificativi di una nazione emittente tra i quali, il valore a tariffa per il servizio svolto o qualunque nozione od immagine del governo o del Paese che li validò. Quando solitamente nasce il desiderio di raccogliere reperti d'un genere mai precedentemente curato, ogni gesto è plausibile, ma in seguito al grande interesse che creò nell'utenza, l'argomento filatelico fu ampliato sui cataloghi e successivamente nacquero molteplici reperti e forme di collezionismo. I documenti prefilatelici per esempio, furono in gran parte dispersi transitando attraverso il tempo e le vicissitudini umane, tra le quali, guerre e divisioni od accorpamenti di Stati, per cui si creò una rarità che ancora odiernamente porta alla luce qualcuno di essi ed i cataloghi, aggiornano continuamente le quote di valutazione pecuniaria. I documenti filatelici, principalmente i francobolli o le carte postali con essi applicati sia in tariffa che oltre, ebbero una tiratura inizialmente incerta, poi più concreta, elevandosi parecchio nel volume di traffico postale per effetto di alfabetizzazione della popolazione ed incrementi di traffici commerciali od espansioni territoriali colonialiste.
Ai primordi della filatelia, gli Stati emittenti sfornarono un quantitativo X di valori; uno per ogni tariffa a coprire un servizio. Tra un emissione e l'altra trascorsero a volte lustri, altre anni, poiché si ritenne ovvio ripetere per immagini o per tagli di costi per i servizi, ristampare quelli già in uso. Siccome il francobollo applicato alle lettere postali incarnava la pressione dello Stato sul popolo in fatto di dazi da pagare in anticipo sul servizio svolto, i falsari si mossero subito per tentare di frodarlo, creando ad arte esemplari tipografici molto simili. In effetti non era difficile poiché i francobolli venivano creati in tipografia e chiunque ne fosse esperto, poteva replicarli. Fu cosi che ad ogni emissione, i tipografi di Stato, inserirono nelle immagini dei francobolli anche simboli o fronzoli propri che non venivano citati nelle descrizioni dei nuovi valori, ma che servivano per far loro identificare la produzione verititera. Questi tipografi conservarono i dettami dell'impaginazione dei francobolli, come veri e propri segreti militari. Ci sono testimonianze di libretti d'archivio ove ricercare le pseudo-firme dei tipografi e riconoscerle nei francobolli. Le tecniche di stampa dei francobolli non erano così avanzate come oggigiorno ed essi, si possono considerare dei veri capolavori in miniatura, differenziandosi gli uni dagli altri con dettagli infinitesimali. Pur nella revisione quotidiana a cui le TAVOLE MADRI erano sottoposte con l'ausilio di lenti d'ingrandimento e strumenti finissimi con i quali intervenire, in attesa d'un ordinativo di stampa che dovesse loro giungere dall'alto, i tipografi riuscirono a creare francobolli che si possono ritenere quasi pezzi unici, all'interno dello stesso foglio. I fogli interi dei francobolli del periodo Classico che ancora circolano, hanno valutazioni enormi sui cataloghi e sono inarrivabili ai più, proprio per le succitate caratteristiche che anche all'osservazione d'un occhio inesperto, sono presto evidenziabili. Solo fotograficamente è possibile separare nel foglio i francobolli detti TIPO, cioè quelli che s'intendono più vicini alle caratteristiche che avrebbero dovuto dimostrare nella metodologia creativa, da quelli che presentano VARIETA' di composizione, stampa, colore, eccetera. Ed anche se qualche esemplare si può reperire singolarmente sui mercati, il costo da sostenere per l'acquisto resta elevatissimo nella maggior parte dei casi. La Tavola Madre è quella parte semovibile del macchinario di stampa, che viene montato al termine del lavoro di composizione, dal tipografo, per poter essere inchiostrata in modo da imprimere la figura precedentemente creata, sul francobollo. Tra i più pregiati metodi di composizione della figura da imprimere sui francobolli c'è quello detto CALCOGRAFICO. Esso si basa sul procedimento di compressione da parte del macchinario inchiostrato, sul foglio preventivamente posato su una lamina che contiene un numero di esemplari della figura, incisi in negativo. Come si ottiene ciò è perché è considerato pregiato? A monte c'è il lavoro di un INCISORE (e solitamente è un artista affermato) che lavorando di BULINO e CESELLO, scalfisce una superficie metallica (generalmente RAME) con una figura di sua creazione, che può essere simile o fantasiosa rispetto ad una realmente esistente (ad esempio un dettaglio d'un dipinto). Il modello base creato è sempre di dimensioni maggiori rispetto al risultato che si vuole ottenere, per far si che si possano correggere alcuni particolari a richiesta. In seguito l'opera viene fotografata e riportata in negativo in numerosi esemplari che risultano tutti uguali e tra loro accostati, su un supporto metallico sensibile a vari tipi di acidi. Essi lavorano in erosione sulle linee tracciate dall'incisore. Quando la Tavola Madre è pronta viene montata ad una pressa che autoinchiostrandosi per caduta del liquido, imprime la figura sul foglio di carta, solitamente chiaro. Il colore dell'inchiostro fa apparire in positivo la figura creata dall'incisore ed il foglio per effetto della pressione al quale è sottoposto, riceve una battuta per cui il disegno, sembra apparire in rilievo. Quando con le dita si scorre sul francobollo asciutto, esso sensibilizza il tatto, come se la figura stampata fosse stata scolpita. I francobolli a stampa calcografica sono sempre meno presenti nel panorama filatelico, per motivi legati ai costi di produzione dell'opera originale e per effetto di nuove tecnologie. I moderni francobolli vengono ottenuti spesso al computer, il quale, dispone di programmi funzionali di fotografia con varianti innumerevoli. Oggi, se ciò non costituisse una truffa ai danni delle Poste o dello Stato, ognuno si potrebbe creare in casa i francobolli dei quali abbisogna. Riassumendo, agli albori della filatelia i documenti postali altro non erano che buste contenenti lettere, che viaggiavano in porto franco per effetto dell'applicazione dei francobolli su di esse. Il collezionismo cartaceo già in uso da secoli per le buste prefilateliche, ricevette un nuovo impulso dalla moltitudine di francobolli che nel volgere di alcuni anni si trovò a far mostra di sé su tali documenti. Gli enti postali promuovevano, santificavano o propagandavano sempre più le politiche o gli avvenimenti che riguardavano lo Stato d'appartenenza, sui loro francobolli, che divennero commemorativi a tal proposito. Il pubblico iniziò ad assimilare eventi di quegli Stati ampliando le proprie conoscenze per merito dei francobolli che circolavano sempre più numerosi.
Per i collezionisti fu inizialmente difficile reperire i francobolli dei vari Stati, in quanto i documenti postali erano appannaggio di chi li scriveva o riceveva, ma ebbero modo di riuscire, essendoci tra un'emissione e l'altra, diverso spazio temporale. Con il trascorrere degli anni e per effetto delle politiche propagandistiche, gli enti postali s'accorsero che le emissioni filateliche non erano solo un metodo per far pagare un servizio all'utenza ma anche una risorsa economica, poiché risultavano collezionabili. Così s'organizzarono con programmi che a cadenza determinavano emissioni di carte valori postali. I collezionisti inizialmente rapiti dalla ricerca dei francobolli dei diversi Stati, ammassandone quantità rilevanti in vari quaderni, dovettero scegliere quali e quanti paesi diversi collezionare, per ovviare ad un incremento delle spese sostenute nel tentativo degli accaparramenti. Così mentre da un lato si lavorava per invadere il mercato di sempre nuove emissioni, dall'altro lato ci si specializzava nella ricerca di certi tipi d'oggetti collezionabili e ciò sempre più rarefacendoli nel genere o nella specie. Nacquero diversi ORGANI per effetto del collezionismo di valori postali, riassumibili in COLLEGI preposti al programma filatelico delle emissioni (odiernamente, CONSULTA della FILATELIA che dispone un anno per l'altro quante e quali emissioni stampare) , CATALOGHI di SETTORE per cui esperti di tale materia collezionistica si riunirono determinando un prezzo per ogni reperto postale in base a richieste di mercato, RIVISTE o PUBBLICAZIONI EDITORIALI PERIODICHE che trattavano la materia in maniera reportistica e DITTE COSTRUTTRICI di MATERIALI FILATELICI e altri. E' detta CONSULTA della FILATELIA (in Italia), quell'organo indipendente dalle politiche sociali dello Stato, ma dal quale accetta direttive, che redige, promuove e promulga il collezionismo filatelico mediante l'approvazione di progetti d'emissione filatelica, a loro proposta da gruppi di persone, che volessero magnificare con un'emissione, un illustre compaesano defunto od una manifestazione di qualsivoglia genere, ma territoriale d'appartenenza. Per territorio non s'intende forzatamente il circondario limitrofo, ma può ampliarsi ad una regione od addirittura a tutta la Nazione. I MEMBRI della Consulta Filatelica possono essere giornalisti di settore, commercianti, collezionisti od editori della materia medesima, di fama nazionale ed oltre. Per appartenere alla Consulta occorre essere presentati da altri membri e godere di qualità personali eccelse nonché di capacità specifiche sulla materia generalmente maturata con anni di frequenza a mostre e convegni, ove spesso ci si è impegnati come concorrenti, al fin premiati. Ogni Stato ne ha (o ne dovrebbe avere una). I CATALOGHI DI SETTORE furono editi principalmente in origine da veri e propri appassionati della materia filatelica, che seguendo gli andamenti di mercato o creandone a loro volta diversi, attraverso il commercio dei valori spesso in contatto diretto col pubblico collezionista in mercatini d'antiquariato, si specializzarono a tal punto che si ersero ad arbitri della cosa. I responsabili dei Dicasteri Postali statali, erano spesso gli stessi cataloghisti della materia e venendo consultati già per il loro lavoro si maturarono a dover edurre il pubblico editando i cataloghi. Sono note famiglie (in Italia: Bolaffi o Raybaudi) che si tramandano da generazioni sia il lavoro editoriale dei cataloghi, che quello commerciale dei reperti filatelici, nonché PERIZIANO e CERTIFICANO autenticità o falsità dei valori. In seguito alle prime edizioni dei cataloghi, l'interesse collezionistico virò verso oggetti che risultavano più rari di altri. Chi si poteva permettere un budget sostenuto, frugò il mercato alla ricerca di pezzi pregiati, altri s'accontentarono di staccare i francobolli dalle lettere o di comprare le nuove emissioni agli uffici postali, seguendo i programmi filatelici varati. Questo che potrebbe sembrare un discorso definitivo, è però suscettibile delle varianti che sempre la filatelia ha mostrato fin dai suoi esordi e tratterò la materia in altri articoli, più avanti. Restando nel parametro collezionistico puro e semplice, ogni collezione, anche la più facile da aggregare o la meno valida sotto il profilo economico, merita rispetto, soprattutto per l'intendimento iniziale e la perpetrazione nel tempo, di chi l'ha messa in atto. Il PERITO FILATELICO è una persona che viene incaricata da un TRIBUNALE ad emettere CERTIFICATI che hanno validità al pari di sentenze passate in giudicato. Non si diventa Periti filatelici per caso, ma occorre superare diversi esami di Stato inerenti la materia giuridica. Nel collezionismo moderno hanno grande importanza i certificati d'autenticità emessi dai periti sui reperti filatelici, poiché quanto più è integro il pezzo esaminato e certificato, tanto più è valutato sul mercato, specialmente in presenza di rarità o VARIETA' delle sue peculiarità originali. In buona sostanza, una certificazione è un documento che attesta un valore dato da un catalogo ed in misura alle richieste del mercato, quindi la non veridicità della certificazione o la falsità d'un reperto filatelico supportato da un certificato d'autenticità, corrisponde ad una truffa perseguibile penalmente. Purtroppo e lo scrivo da collezionista ed amante del settore, casi di questo genere si sono verificati spesso nel tempo ed i falsari sono sempre all'opera per produrre danni al collezionismo. Così come tutto ciò che ha un valore, è collezionabile, tutto ciò che è collezionabile, è falsificabile. Le falsificazioni possono essere di diversi tipi. I due principali sono: falsi postali (cioè a danno delle Poste) e falsi statali (cioè a danno dello Stato) . I FALSI POSTALI sono rappresentati da francobolli che possono essere creati anche diversi da quelli emessi dagli enti postali, atti a far viaggiare la posta eludendo le tariffe imposte. Si conoscono tanti falsi postali e qualche volta sono quotati nei cataloghi, spesso con valori più alti dell'originale. I FALSI STATALI sono quei francobolli che risultano da modifiche di bozzetti attuate per furto di materiali filatelici o clonazioni di quelli in corso, messi in stampa da occulti e venduti al pubblico con raggiri fraudolenti. Sono più difficili da identificare e non hanno quotazioni, essendo alla loro scoperta, dichiarati nulli da sentenze di tribunali che si manifestano in condanne verso i produttori della cosa, ma vengono ricercati dai collezionisti per il valore intrinseco affibbiato loro, dal concetto d'appartenenza alla STORIA POSTALE, anche se fittizia. L'argomento filatelico è come condotto per mano dal regime delle PUBBLICAZIONI EDITORIALI PERIODICHE o RIVISTE. Se ne sono contate a centinaia dall'inizio dell'era collezionistica filatelica. Esse sono rette da persone che gravitano nell'ambiente; giornalisti che sono anche appassionati collezionisti, ma pure commercianti che si riservano di pubblicare articoli anche su invito dei redattori, in pagine a loro destinate, sulla materia filatelica, sulle tendenze del mercato o sulle curiosità. Nelle riviste oltre ad articoli che ampliano le conoscenze ed i risvolti che un'emissione può avere, s'apprendono tutte le nozioni curate maniacalmente dagli scriventi atte ad evidenziare gli aspetti più reconditi, del valore postale trattato. Vi si trovano spesso i listini di vendita di alcuni negozianti o di privati che cercano realizzi maggiori che altrove, fotografie di francobolli emessi da Enti postali stranieri, descrizioni e suggerimenti, inviti ad esposizioni filateliche che si svolgono in varie città, curiosità e quant'altro. La periodicità della rivista fa sì che il collezionista non sia mai uno sprovveduto verso la materia e sappia reperire sul mercato, ogni oggetto che possa attirare la sua attenzione, con preventivi di spesa spesso esponenziali in vigore dell'interesse manifestato. Quanto più la rivista riesce ad essere precisa od accattivante nel proporsi ad un suo pubblico e tanto più si mantiene nell'immaginario collettivo, come una personalissima bibbia tascabile e le affermazioni su di essa lette, risultano spesso voce in capitolo nelle discussioni tra collezionisti. Oggi anche le riviste sembrano superate. Il mercato filatelico si avvale di strumenti modernissimi, quali quelli che si sviluppano sulle pagine virtuali in Internet, ove anche i commercianti più recalcitranti si sono dovuti adattare, attivando negozi e siti per continuare a svolgere un'attività economica soddisfacente. In questi siti (ebay il più noto, Del Campe in forte espansione e più recente), si svolgono compravendite e vi sono FORUM, nei quali i collezionisti si scambiano informazioni educendosi sulle novità, spesso prima ancora che s'introducano sul mercato o nelle immediate date successive, modulando i propri interessi ed aggirando i costi proibitivi che solitamente erano a sostenere nel collezionismo tradizionale. Negli scambi il compratore ed il venditore sono identificabili da NICKNAME di fantasia e molto raramente si conoscono di persona. Le compravendite che inizialmente sollevavano dubbi ed erano oggetto dei soliti furbi, che truffavano il prossimo spesso offrendo in vendita cose a prezzi irrisori ma di valore elevato per poi spedire oggetti non conformi alle descrizioni, sono oggi tutelate da LEGGI EUROPEE ed avvallate da ENTI LEGALI ESECUTORI, che in caso di diatribe si occupano di scovare i proponenti citandoli in giudizio. Non si ha la certezza precisa di concludere buoni affari, ma si riescono a reperire oggetti a minor costo con trattative virtuali, che solitamente il commerciante reale trattava con superbia monetaria. Se da un lato questo nuovo modo scambistico del collezionismo ha portato vantaggi ai singoli, da un altro lato ha evidenziato i due tipi di classificazione delle collezioni e cioè, quelle che si basano sui valori di catalogo e quelle che si basano sui valori di mercato e siccome il prezzo lo determina sempre quest'ultimo soggetto, il difetto che si rileva è che i cataloghi non sono veritieri ed anzi, appaiono gonfiati nelle valutazioni. Questo neo è purtroppo figlio d'un concetto per cui ad un dato prezzo raggiunto da un oggetto qualsiasi, sia preferibile in caso di recessione mantenerlo stabile nella quotazione per anni, aumentandone il valore ogni qualche periodo nel quale si manifestano rivalutazioni, per effetto d'aggiornamenti sui costi della vita. Più o meno quello che succede nel campo immobiliare, solo che mentre una casa non perde mai il valore raggiunto, nel ramo filatelico s'assiste alla scelta tra i valori di mercato e quelli di catalogo. Chi ha investito culturalmente in una collezione per arricchire se stesso di conoscenza, subirà alla vendita solo l'umiliazione di cedere il tutto a prezzo irrisorio ma chi ha creduto di moltiplicare dei capitali, dovrà recedere parecchio nelle intenzioni di reinvestimento, perché i periodi di recessione filatelica possono durare decenni. Ovviamente questo risvolto è relativo al tipo di collezione intrapresa. Ci sono nel panorama filatelico valori che non calano mai di consistenza, poiché variabili impreviste (Gronchi Rosa, ecc.). Chi possiede un tipo di raccolta imperniato su molteplici esemplari come sopra, difficilmente realizzerà una cifra mediocre, anche se essa non raggiungerà mai il valore assegnato dal catalogo.
articolo di Franco Marescalchi membro Free Planet Club

 

Fonte: http://u.jimdo.com/www20/o/sf27bc8d1c52e374b/download/

m3f59c20b99baf0e8/1302079828/DAL+COLLEZIONISMO+CLASSICO+AL+FUTURO+di+Franco+Marescalchi.doc

http://u.jimdo.com/www20/o/sf27bc8d1c52e374b/download/me27d62a4e945bca0/1301070787/

VARIANTI+SULLE+COLLEZIONI+FILATELICHE+di+Franco+Marescalchi.doc

Sito web da visitare: http://freeplanetclub.jimdo.com/

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