Francobolli italiani

 

 

 

Francobolli italiani

 

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Francobolli italiani


I PRIMI FRANCOBOLLI ITALIANI

Qual è il primo francobollo emesso sul territorio italiano? Ad una domanda di questo genere dovrebbe essere molto facile dare una risposta, ma in realtà non è così. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che al momento dell’emissione dei primi francobolli l’Italia non era una nazione unita, bensì suddivisa in diversi piccoli stati indipendenti, o comunque legati a potenze straniere.

 

 

 

 

 

 

Detto questo, e cataloghi alla mano, è facile scoprire che i primi francobolli ad apparire sul territorio nazionale furono quelli emessi il 1° Giugno 1850 nel Regno Lombardo Veneto. Si trattava di una serie di 5 francobolli, con valori da 5, 10, 15, 30 e 45 centesimi, eseguiti con stampa tipografica in colore su carta bianca, che presentava una filigrana solo al centro del foglio, che interessava quindi solo una parte limitata di francobolli. Nei francobolli era rappresentato lo stemma dell’Impero Austro-Ungarico, con aquila bicipite all’interno di uno scudo. E qui sta l’oggetto del contendere, poiché il Regno Lombardo Veneto non era uno stato autonomo, ma dipendeva strettamente dall’Impero Austro-Ungarico, il cui Imperatore era il ventenne Francesco Giuseppe I. Questi francobolli, in realtà, furono stampati a Vienna, e furono realizzati in modo del tutto identico a quelli approntati per l’Austria e l’Ungheria, con la sola eccezione del valore, che nei francobolli del Lombardo Veneto era espresso in “centesimi”, mentre per quelli austriaci era espresso in “kreuzer”. A parte questa differenza, l’identità era tale che è possibile trovare con una certa frequenza francobolli del Lombardo Veneto usati in Austria e francobolli austriaci usati nel Lombardi Veneto.
Questo è il motivo per cui molti non considerano questi francobolli come i primi italiani, ma preferiscono guardare oltre e fermarsi ai primi francobolli emessi dal Regno di Sardegna. Questo stato seguì di poco l’iniziativa del Lombardo Veneto ed emise i suoi primi francobolli il 1° Gennaio 1851; si trattava di tre valori realizzati in stampa litografica a colori su carta bianca, priva di filigrana, che rappresentavano l’effigie del Re Vittorio Emanuele II visto di profilo. Questi francobolli avevano il valore rispettivamente di 5, 20 e 40 centesimi, ed erano ovviamente senza dentellatura, come tutti i francobolli di quel periodo.
Questi furono i primi francobolli realizzati interamente sul territorio italiano, su incisione del valente artista Francesco Matraire, lo stesso che avrebbe poi realizzato tutti i successivi francobolli del Regno di Sardegna, e quindi anche i primi francobolli in uso nell’Italia unita. Questi sono i motivi per cui si preferisce considerare i francobolli del Regno di Sardegna come i “primi francobolli italiani”.
Ma è interessante notare che vi furono altri francobolli utilizzati sul territorio italiano prima ancora che fossero emessi i primi francobolli, sia nel Regno Lombardo Veneto, che nel Regno di Sardegna. La Francia aveva provveduto ad emettere i suoi francobolli già nel 1849; ebbene, proprio in quell’anno si era attestato a Civitavecchia un contingente di militari francesi, chiamati dal Papa Pio IX, con lo scopo di contribuire alla difesa del territorio pontificio. Questo corpo di spedizione francese, che si intrattenne sul

Parte di lettera spedita il 23 Luglio 1849 dallo Stato Pontificio,  per la Francia.

 suolo dello Stato Pontificio per quasi vent’anni, usò per la propria corrispondenza i francobolli francesi, ed in particolare il 20 centesimi del 1849. Quindi, i primi francobolli a circolare sul territorio italiano non furono quelli dei nostri Antichi Stati, bensì quelli francesi con l’effigie di Cerere. Anche i timbri erano ovviamente francesi, impressi in genere sul frontespizio della lettera, mentre i francobolli erano annullati con una griglia muta, nota come “griglia di Francia”.

 

                                                                                                                                                        


 

Fonte: http://digilander.libero.it/danielefocosi/acs/I%20primi%20francobolli%20italiani.doc

Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/danielefocosi/acs/soffitta.htm

Autore del testo:       Benadir

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LA FILATELIA    

 

Quando si parla di francobolli non bisogna dimenticare che dietro questo multicolore pezzettino di carta vi è una lunga e avventurosa storia.Il francobollo fu inventato il    6 maggio 1840 in Ingilterra da Sir Rowland Hill, il primo francobollo fu chiamato il “penny black”, dopo l’Ingilterra altri paesi adottarono questo sistema postale.Il francobollo fece la sua prima comparsa in Italia il 1º giugno del 1850, quando il Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie denominata "Aquila Bicipite", che comprendeva cinque valori diversi. Nel giro di pochi mesi anche gli altri stati italiani preunitari si dotarono di francobolli: il 1º gennaio 1851 il Regno di Sardegna diede alle stampe la sua prima serie, il 20 centesimi (per tutto lo Stato) ed il 5 centesimi (per la città) recante l'effigie di Vittorio Emanuele II, mentre il 1º aprile successivo fu la volta del Granducato di Toscana con una serie di sei valori in crazie che raffiguravano il marzocco, stemma del granducato. Gli altri stati preunitari seguirono a ruota: il 1º gennaio 1852 lo Stato Pontificio e nel giugno dello stesso anno il Ducato di Modena e il Ducato di Parma. In seguito all'unità d'Italia, vennero estesi ai nuovi possedimenti sabaudi i francobolli del Regno di Sardegna, per cui il primo francobollo sardo (il 5 centesimi nero del gennaio 1851) è considerato anche il primo francobollo veramente "italiano". Nel 1861 sotto il governo di Camillo Benso conte di Cavour, Giovanni Battista Barbavara da direttore generale delle Poste Sarde fu reintrodotto come direttore generale delle Poste Italiane che iniziarono così la loro attività. La prima emissione postunitaria avvenne tuttavia il 24 febbraio 1862, quando venne posto in circolazione il 10 centesimi bistro con l'effigie di Vittorio Emanuele II, analogo a quello sardo del 1855 ma dotato di dentellatura. Solo nell'aprile del 1863 fu emesso il primo francobollo approntato per la posta italiana e sul quale apparve per la prima volta la dicitura “francobollo italiano”: il valore da 15 c. disegnato dal tipografo ed incisore del Regno di Sardegna Francesco Matraire. Infine il 1º dicembre 1863 vide la luce la prima serie espressamente studiata per coprire le tariffe postali del Regno d'Italia, che fu curiosamente stampata in Inghilterra dalla tipografia De La Rue.Fu il collezionista francese Georges Herpin a coniare nel 1864 il termine "filatelista"infatti si iniziò a collezionare francobolli e da quel momento la filatelia fu battezato il “re degli hobby”.

                                                       

 

                                                          

IL FRANCOBOLLO

 

 

Il francobollo è un rettangolo di carta-valore, stampato da una parte e gommato sul retro, che serve per l'affrancatura dei servizi postali.Il francobollo è caratterizzato da:

 

Dentellatura: La dentellatura è quella perforazione della carta che consente un'agevole separazione degli esemplari stampati sullo stesso foglio. Il "passo" della dentellatura si misura con un apposito strumento detto odontometro. Esistono vari tipi di perforazioni a seconda del perforatore che è stato utilizzato.I tipi di dentellatura più comunamente utilizzati sono quella lineare,a pettine ed a blocco.

 

Gomma: La gomma è quella parte retrostante del francobollo che deve essere  umidificata per poterlo applicare al documento postale. Non tutti i francobolli possiedono la gomma. Naturalmente non la possiedono più i francobolli timbrati che sono stati staccati dalla busta dopo apposito bagno in acqua oppure quelli che sono stati emessi fin dall'inizio senza. In filatelia, si distinguono i francobolli nuovi con gomma integra, con traccia di linguella o quelli senza gomma.

 

La Filigrana:La filigrana è un dislivello nello spessore della carta del francobollo che ne determina un disegno leggibile controluce. Non tutti i francobolli hanno la filigrana. Spesso esistono francobolli della stessa emissione ma con filigrane diverse. Negli ultimi anni la filigrana è quasi caduta in disuso. In origine era uno degli elementi che serviva a garantire la sicurezza anticontraffazione nei francobolli.i tipi di filigrana più noti sono: corona, ruota alata e stelle

 

La Carta: I tre tipi di carta più comunamente utilizati sono:

1)carta normale per valori postali

2)carta con inclusioni ( fili di seta ,cotone ed altri).

3)carta flosforescente.

 

Metodi di stampa: Per la stampa dei francobolli esistono vari metodi:

1) Tipografia

2) Calcografia

3) Offset

4) Litografia

5) Rotocalcografia                                                 

La qualità:Il parametro fondamentale per determinare il valore di un francobollo è la qualità. Due esemplari simili e quindi di uguale rarità possono avere quotazione differente in base alla loro differente qualità. Per determinare la qualità occorre esaminare vari aspetti del francobollo:

  • I dentelli devono essere tutti presenti e di lunghezza omogenea ad eccezione di quei francobolli emessi senza dentellatura che devono presentare una buona marginatura.
  • La centratura della vignetta deve presentare una eguale porzione di margine tra i quattro lati della vignetta e la dentellatura. Nei francobolli privi emessi senza dentellatura deve esserci una buona marginatura ossia dello spazio privo di stampa intorno alla vignetta.
  • La carta non assottigliata e senza tracce di abrasione.
  • Il colore ben marcato e senza tracce di scoloritura.
  • La gomma deve essere integra e priva di ingiallimenti dovuti ad ossidazione cioè "ruggine".
  • Se il francobollo è usato, l'annullo deve avere la data leggibile e non deve essere deturpante.

 

Fonte: http://media.wix.com/ugd/f4e701_c061a6462b5a55d24612f957019e519d.doc?dn=Il+piccolo+Filatelico+di+Mattia.doc

Sito web da visitare: http://media.wix.com/ugd

Autore del testo:       M.Bacchiocchi

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Francobolli italiani

    Il mercato filatelico
Ne parlano da sempre le più autorevoli testate giornalistiche, dal sole 24 ore a Italia Oggi a tante altre di prestigio internazionale.
Di cosa? Del  francobollo come bene rifugio. E’ necessario però ben distinguere l’investimento autentico da brezze passeggere.
I grandi investitori diversificano l’impiego dei loro capitali in arte, acquistando dipinti celebri e rari, immobili, anche se oggi questo tipo di investimento sta subendo un ristagno. Altri beni rifugio sono le monete e i francobolli, trasportabili e resistenti  alle più grandi bufere finanziarie.
E’ importante dire che il mercato filatelico va studiato in quanto è molto particolare, e l’andamento dei prezzi dei francobolli subiscono variazioni dovute ad una molteplicità di fattori: in primo luogo la qualità e la rarità, le quotazioni  fatte dai cataloghi,  i realizzi nelle aste, ultimamente le richieste  attraverso siti d’asta on line. Non si contano infine le previsioni degli esperti e gli articoli sulle aspettative dei ricavi e cosi via.
Collezioni e francobolli comuni non sono da considerarsi un vero investimento, se non a lungo termine quando acquisiranno il riconoscimento di senza tempo entrando a far parte delle ‘antichità’.
La rarità di un francobollo ne fa un ottimo investimento. La varietà, che altro non è che un difetto o una diversità nella forma della vignetta, nel colore, nella centratura che rende un francobollo differente dalla tiratura ordinaria. Questi sono gli elementi più importanti da considerare in fase di investimento.
Anche piccole somme possono essere investite se ci si affida a chi ha una grande esperienza in questo campo. Uno dei più accreditati operatori  filatelici che svolge la sua attività da anni è mercatofilatelico.com
Diverse sezioni da Repubblica a Regno, Antichi Stati, ex colonie, Vaticano e Storia postale raccolgono eccezionali proposte di investimento con esemplari rari e con la possibilità di certificati peritali che attestano l’autenticità degli esemplari  tutti di ottima qualità.
La formula soddisfatti o rimborsati è una ulteriore garanzia di serietà e la possibilità di rateizzo nei pagamenti completano  la qualità dei servizi offerti da mercatofilatelico.com
Acquisti mirati e ponderati con questo operatore permettono di costruire un piccolo patrimonio filatelico, con l’impiego anche di somme minime.
Ad esempio un 20 centesimi Indaco ottima centratura del Regno d’Italia del valore di catalogo di 150,00 euro viene offerto da mercatofilatelico a 38,00 euro.
Gli antichi stati hanno sempre conseguito le più brillanti performance nel tempo raggiungendo livelli di profitto spesso anche superiori al 100%. Da mercato filatelico viene offerto a 150,00 euro  un Ducato di Parma 1859 “Stati Parmensi” , tipo del segnatasse per giornali del 1853-57 non dentellato corredato da certificato peritale, valore di catalogo 2.000,00 euro.
Non solo in tempo di crisi diventa una scelta obbligata investire in beni tangibili, che riescano a difendere i risparmi costruiti con tanta fatica. Strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e fondi sono sempre un punto interrogativo e negli ultimi tempi hanno largamente deluso le aspettative dei risparmiatori.
Gli esperti  consigliano le rarità e i pezzi antichi ma nella filatelia tutto è possibile, perfino diversificare collezionando la Storia.

 

I segreti del collezionista e del mercato filatelico

Con le pinzette si evita di toccare i bordi del francobollo,
inoltre si evita il contatto con l'epidermide.
La lente di ingrandimento permette di rilevare qualche difetto
e scoprire così una varietà (francobollo con evidente erroredi forma o colore o spostamento vignetta ).
Numerosi sono i materiali di classificazione e di archiviazione:
buste pegamenate, schede di classificazione ecc.
La temperatura ideale per conservare i francobolli è 18°,
per quanto riguarda la luce, le collezioni dovrebbero essere
conservate al buio completo o almeno massimo 50 Lux.
infine la lampada di Wood e il catalogo delle emissioni.
I prezzi dei francobolli subiscono le variazioni più consistenti
in base a qualità e rarità.
Ma il mercato filatelico è molto particolare in quanto è influenzato
da numerosi elementi: dalle aste, dai cataloghi, dai sistemi di vendita, dai realizzi, dalle emissioni e cosi via.
Una collezione se arricchita da varietà, saggi, pezzi rari ma
anche studi, didascalie che fanno da corredo a lettere e cartoline
può raggiungere elevatissimo valore economico.


Metodo per indagare tecniche e oggetti della comunicazione organizzata.

Verso fine 800 la filatelia si diffonde in tutto il mondo. Da subito qualcuno inizia a interessarsi ai contorni, prendendo in esame l'intero sistema postale della corrispondenza. Nasce così la Storia Postale.
Il termine ''postale'', va usato con molta cautela, in quanto indica un servizio di grande durata, un modello, una tecnica per studiare il documento postale, vale a dire ogni cartaceo con segni di passaggio per la posta. Storia vista attraverso i documenti postali, altra definizione di Storia postale. Mentre altre discipline come l’epistolografia che studia i contenuti o la letteratura che attraverso il romanzo epistolare esprime un vero e proprio genere letterario, la Storia postale si interessa dei fogli, degli indirizzi, dei metodi di chiusura, dell’impaginazione, del tipo di carta, della data. Nessun documento ha tanti elementi, nessun oggetto da collezione racconta tanto! Il collezionista storico postale è un ricercatore, uno studioso. Ha un grande progetto: creare un’opera senza eguali. Raccoglie assicurate, bolli, analizza i trasporti, i recapiti comprese le missive respinte al mittente, le affrancature miste, quelle doppie, la enorme varietà di timbri. Ma la storia Postale è anche quella dei semplici, quella raccontata attraverso il buso della serratura, vista dal basso o da un altro lato, con un’altra visuale, con l’attenzione volta al lato intimo, a quello umano di chi contribuisce a scrivere gli eventi. E' tutto quello che non troveremo mai in un libro di storia.

 

Fonte: http://collezionex.myblog.it/media/00/02/950539634.docx

Sito web da visitare: http://collezionex.myblog.it/

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Francobolli da collezione

 

Fonte: http://www.alexfilateliaenumismatica.it/listino%20francobolli/Listino%20Francobolli.xls

Sito web da visitare: http://www.alexfilateliaenumismatica.it/

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