Svizzera

 

 

 

Svizzera

 

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LA SVIZZERA

Dati generali
Superficie: 41.295 Kmq
Abitanti:   7.288.010                                                     
Densità:  177 ab./kmq
Forma di governo: Repubblica federale
Capitale: Berna
Moneta: Franco svizzero
Lingua: Francese, italiano, reto-romancio, tedesco
Religione:  Cattolici 42 %,  protestanti 35,3 %,  altre religioni 22,7 %
Etnie:  Svizzeri 80,2 %, altri 19,8 %
Confini:   nord : Germania, est : Austria e il Liechtenstein, sud :  Italia, ovest :  Francia.  

 

Storia
Anticamente popolato dagli elvezi a occidente e dai reti a oriente, il territorio corrispondente all'attuale Svizzera fu conquistato nel I secolo a.C. da Giulio Cesare e chiamato Elvetia. Dopo la caduta dell'impero romano, si stanziarono nella regione popoli di diverse origini e occuparono aree ben distinte: al centro ed a est si stanziaronogli alemanni, nel Ticino i Longobardi,nei Grigioni e a sud-est rimasero i Rezi, mentre i Galli si ritirarono nell' area occidentale del paese.
In epoca feudale la Svizzera passò ad Alberto I d' Asburgo; lo stato elvetico sorse nel 1291, quando i cantoni di Schwyz, Uri e Unterwalden conclusero un patto per difendere la loro autonomia contro gli Asburgo, dando così origine all' attuale Confederazione.
Nel 1315, dopola vittoria contro l' impero asburgico si costituì una Lega di Stati liberi,che si battè a lungo per affermare l' indipendenza.
Nel XVI sec. fu introdotta in Svizzera la riforma protestante, grazie a Zwingli e Calvino. Il secolo successivo fu contraddistinto dalle lotte fra i cantoni più ricchi, passati al protestantasimo, e quelli rurali, rimasti cattolici.Con il trattato di Vestfalia, nel 1648, la Confederazione Elvetica venne riconosciuta dagli altri Stati Europei; al tempo stesso venne sancita la sua posizione di neutralità assoluta nel panorama politico-militare mondiale, ribadita poi nel Congresso di Vienna del 1815, che ha contraddistinto le scelte del paese nel corso delle guerre mondiali, facendone un' oasi di rifugio per molti perseguitati politici.
L' attuale assetto federativo della Svizzera si deve alla costituzione approvata nel 1848 e modicata nel 1874.
Neutrale durante ambedue i conflitti mondiali, la Svizzera è diventata sede di importanti organismi internazionali, come la Croce Rossa e gli uffici Europei dell' ONU ( cui il paese non aderisce) e nel 1992 un referendum ha bocciato l' entrata del paese nell' area dell' Euro. 


TERRITORIO
Il territorio è prevalentemente montuoso,privo di sbocchi sul mare, in esso si possono individuare tre grandi regioni: le Alpi, il  Mittelland (o Altopiano Svizzero)  e il Giura:
Il settore alpino si estende su quasi il 60% del territorio ed  occupa la parte meridionale del paese, è attraversato dai corsi superiori del Reno e del Rodano, le cui valli convergono con quelle dell’Aare, del Reuss e del Ticino. Nelle Alpi Pennine, a sud del Rodano, si trovano i massicci del Rosa (4.637 m), del Weisshorn e del Cervino; a sud del Reno, le Alpi Lepontine (monte Rheinwaldhorn 3.402 m); a est del passo dello Spluga, le Alpi dei Grigioni (Retiche) che, solcate dal corso dell’Inn, culminano nel Bernina (4.050 m). Infine a nord del Rodano e del Reno si trovano le Alpi Bernesi, con gli imponenti massicci del Finsteraarhorn e della Jungfrau      

    
Il Mittelland è situato nella parte centrale del paese, tra le Alpi e il Giura, esso è formato da colline e pianure comprese tra il lago di Ginevra e il lago di Costanza. Quest'area occupail 30 % ca del territorio svizzero, ha un' altezza media di 600 m e si innalza a nord-ovest nella catena del Giura.
I monti del Giura, più bassi e meno imponenti delle Alpi, corrono paralleli alla valle dell’Aare e segnano il confine francese per proseguire poi in Germania. Il Giura franco-svizzero, che occupa all’incirca il 10% del territorio, si estende per circa 300 km e culmina nella vetta del Mont Tendre (1.680 m).


Fiumi e laghi:


La maggiore rete idrografica svizzera è costituita dal corso del Reno, il Rodano,l'Inn, l'Aare e il Ticino:
Il Reno (1326 km )scorre prima in una stretta valle, quindi entra nel lago di Costanza, forma le cascate di Sciaffusa e segna per un tratto il confine tedesco; infine raggiunge Basilea e piega verso nord, dove diventa navigabile.
Il Rodano (812 km )  alimenta il lago di Ginevra e si dirige a sud, in territorio francese
L' Inn (510 km ), immissario del Danubio, nasce dalle Alpi Retiche e attraversa la valle dell' Engadina per poi entrare in territorio austriaco.
L' Aare ( 295 km ), unico fiume iteramente svizzero, confluisce nel Reno prima di Basilea, dopo aver ricevuto le acque del Reuss.
Il Ticino (280 km ) alimenta il lago Maggiore ed entra in territorio italiano:
Di origine glaciale sono i numerosi laghi che connotano la bellezza paesaggistica del paese: il lago di Ginevra ( 580 kmq ) è condiviso con la Francia, il lago di Costanza con Germania e Austria, il lago di Lugano e il Lago Maggiore con l' Italia, altri laghi importanti si trovano interamente in territorio svizzero e sono : il lago di Neuchâtel, di Zurigo e dei Quattro Cantoni.
Clima:
Nella regione di Ginevra il clima è tipicamente alpino, come del resto in tutto il Paese. L’inverno è freddo, con temperature più basse a seconda delle altitudini e dell’esposizione delle vallate, mentre è più mite nel cantone Ticino; le precipitazioni sono a carattere nevoso. L’estate è abbastanza calda, con piogge sotto forma di rovesci temporaleschi. Nella regione settentrionale l’inverno è freddo e nevoso, con temperature più rigide e nevicate più frequenti rispetto a Ginevra, in particolare nella parte orientale del Paese. L’estate è calda durante il giorno e fresca la notte, caratterizzata da frequenti precipitazioni perlopiù sotto forma di pioggerella. Primavera e autunno sono stagioni miti.
Flora e fauna:
La Svizzera presenta una vegetazione di tipo mediterraneo-alpino: viti e alberi da frutto, quali castagni, noci, meli, peri, ciliegi e mandorli, crescono nelle valli più basse e nell'altopiano, mentre fitti boschi coprono quasi il 25% del territorio, soprattutto oltre i 600 m di altitudine. Specie  quali faggi, aceri e querce costituiscono la vegetazione prevalente fino ai 1300 m,oltre ai quali crescono conifere, specialmente pini e abeti. I pascoli alpini sono presenti oltre i 2.000 m. Alle massime altitudini si incontra una flora di tipo alpino con le caratteristiche stelle alpine, anemoni e muschi.
Le regioni alpine e i boschi sono popolati dal camoscio, dal cervo, dal capriolo, dalla marmott, dalla volpe,dallo scoiattolo e dal dal tasso; presenti numerosissime specie di uccelli tra cui l' aquila; nei corsi d'acqua e nei torrenti vivono trote e salmoni.


POPOLAZIONE E SOCIETA                      
La Svizzera è una repubblica federale composta da 26 cantoni,ogni cantone ha una sua costituzione, un suo parlamento, un suo governo.La Svizzera fa largo uso di strumenti di democrazia come i referendum tra la popolazione. Le donne hanno ottenuto il diritto di voto solamente nel 1971.
La popolazione elvetica si concentra nel Mitteland e lungo le coste dei laghi dove le migliori condizioni climatiche e geografiche hanno favorito lo sviluppo dell' industria e del terziario.
La popolazione svizzera è suddivisa in quattro gruppi etnici: quello tedesco è il più numeroso e corrisponde a ca il 65 % degli abitanti ; quello francese sfiora il 20 % , mentre la comunità di origine italiana rappresenta poco più del 7 % della popolazione; l'etnia romancia è solo lo 0,9 %.
Lingua e religione:
Il tedesco è parlato da ca il 65 % degli abitanti, seguito dal francese (19 %) e dall'italiano (8 %); il romancio, lingua di origine neolatina parlata solo dall' 1 % della popolazione è stata promossa a lingua ufficiale per cercare di preservarne l' uso.La religione cattolica supera di poco più quella protestante come numero di praticanti; i musulmani sono ca il 2 %.


LE VIE DI COMUNICAZIONE
Nonostante il territorio sia montuoso, la rete stradale elvetica è estesa, moderna ed efficente.Tra i tunnel stradali e ferroviari che permettono di superare i valichi alpini, il tunnel del San Gottardo e il tunnel del Sempione, la galleria ferroviaria più lunga d’Europa. La rete ferroviaria svizzera di estende per circa 5175 km,la rete stradale è lunga 71.176 km, di cui 1594 km sono autostrade.
Aeroporti internazionali si trovano in tutte le principale città; la compagnia di bandiera svizzera, la Swissair, è fra le più quotate del mondo.Benché il paese non abbia sbocchi sul mare, la marina mercantile svizzera, creata con decreto del governo federale nel 1941, è dotata di navi e di imbarcazioni che operano da porti stranieri e dal porto di Basilea sul Reno.


ECONOMIA
Agricoltura e allevamento:
Disponendo di un territorio poco favorevole all'agricoltura (le superfici coltivate corrispondono solo all’11%), la Svizzera è autosufficiente solo per la produzione di frumento e carne, mentre deve ricorrere a ingenti importazioni per gli altri generi alimentari. I prodotti principali, perlopiù coltivati in appezzamenti agricoli di piccole dimensioni, sono barbabietole da zucchero, grano, orzo, patate, mele e uva. L'allevamento, in particolare di bovini, è un’importante risorsa del paese (prati e pascoli coprono circa il 30% della superficie totale) dove si allevano anche suini, ovini, cavalli e animali da cortile. Rilevanti per l’economia elvetica sono la produzione di latte e formaggi.
Le risorse:
Povera di risorse minerarie e materie prime, la Svizzera soddisfa il 60% del fabbisogno energetico tramite le centrali idroelettriche, che sfruttano il patrimonio idrico del paese.Discreta è la produzione di legname utilizzato soprattutto per l'edilizia e la fabbricazione della carta:Le risorse minerarie sono di modesta entità: esse comprendono granito, pietra calcarea, sale e, in misura inferiore, ferro e manganese.
Industria:
Il settore manifatturiero è dominato dai comparti meccanico e chimico-farmaceutico.Il paese produce macchinari di precisione, parti meccaniche, prodotti farmaceutici, orologi. L’industria orologiera svizzera, sviluppata soprattutto nel Giura e a Ginevra, è celebre nel mondo dal XVIII secolo. Rilevanti sono inoltre i comparti tessile (cotonifici e setifici), dell'abbigliamento, chimico, della raffinazione dei metalli, della produzione della carta, alimentare e dolciario (in particolare del cioccolato). Particolarmente apprezzati sono i prodotti dell'artigianato svizzero come carillon, pizzi, merletti e oggetti di legno intagliato.
Il terziario:
Il terziario rappresenta il pilastro dell' economia nazionale e occupa oltre il 60 % della popolazione.Il ramo finanziario è il fulcro del settore: su un piccolo territorio come quello svizzero operano ca 500 banche e numerose società finanziarie.
Il turismo:
L' industria turistica elvetica può contare su infrastrutture alberghiere e reti di comunicazione moderne ed efficenti. Negli ultimi anni il settore ha conosciuto una graduale espansione grazie a località sciistiche come S. Moritz e Zermatt, alle stazioni termali e a centri lacustri come Ginevra, Losanna e Lucerna.


LE CITTA'
Berna, capitale federale dal 1848, sorge sulle rive del fiume Aare. Il centro storico conserva resti di origine medievale accanto ai bellissimi palazzi del XVI e XVII secolo. Il recente sviluppo industriale ha determinato il sorgere di nuovi quartieri, ricchi di zone residenziale e aree verdi che ospitano fra l' altro vari musei, la biblioteca federale e l' osservatorio astronomico. Centro politico e amministrativo del paese, Berna è sede degli organismi federali e di numerose organizzazioni internazionali.
Zurigo, primo cantone protestante della Svizzera, è il polo economico finanziario elvetico e ospita un importanteborsa valori. Città di origine carolingia, sorge sulle rive del lago omonimo e conserva monumenti di valore artistico come la cattredale, il palazzo comunale e le fortificazioni del XVII secolo. Zurigo è anche un nodo strategico di comunicazioni ferroviarie, stradali e aeroportuale.
Basilea, porto fluviale sul Reno, rappresenta uno strategico nodo di comunicazioni con la Francia e la Germania. Polo commerciale e industriale, la città ospita diverse multinazionali attive nel settore chimico-farmaceutico.
Ginevra, sorge sulle rive del lago omonimo, vicino al confine francese. Antico centro dell' attività riformatrice di Calvino è oggi un polo industriale e commerciale e gode dinotevole prestigio perchè vi hanno sede numerosi organismi internazionali.
Fra le altre città Svizzere meritano di ricordate le cittàlacustri di Losanna e Lucerna, San Gallo e alcuni piccoli centri del Canton Ticino,come Lugano situata sul lago omonimo; infine Bellinzona e Locarno, sulla sponda elvetica del lago Maggiore.


Fonte: http://digilander.libero.it/ricerchescolastiche/geografia/rc/svizzera.rtf

 

Autore: non identificabile dal documento

 


 

Svizzera

 

Indirizzi utili

 

Ambasciata d’Italia a Berna
Email: ambasciata.berna@esteri.it
www.ambberna.esteri.it

 

Camera di Commercio Italiana per la Svizzera
E-Mail: info@ccis.ch
www.ccis.ch

Links utili:

Lavorare in Svizzera http://www.lavorosvizzera.com/
Offerte stage e lavoro in Svizzera
http://www.studex.ch/ (Student and Young worker exchange)
http://www.jobscout24.ch
http://www.jobs.ch
http://www.jobup.ch
http://www.jobengine.ch
http://www.jobpilot.ch
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http://www.optioncarriere.ch
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http://www.medienjobs.ch (per stage e offerte di impiego nella comunicazione)
http://www.portail-emploi.ch
http://www.neuestelle.ch
http://www.orientation.ch
http://www.success-and-career.ch

Altre informazioni:

Nell’ambito dei Paesi europei, qualsiasi cittadino ha diritto allo stesso tipo di trattamento per quanto riguarda l’assistenza sanitaria. Sono garantite le prestazioni di prima necessità, cioè le cure mediche che si rendono immediatamente necessarie a causa di una malattia improvvisa o di un incidente nel Paese visitato.
Per poter utilizzare il Servizio Sanitario, è necessario che i cittadini europei che si recano in Germania per motivi personali o professionali siano in possesso della TEAM – Tessera Europea di Assicurazione Malattia (European Health Insurance Card – EHIC).
Per ulteriori informazioni al riguardo, consultare sia il sito del Ministero della Salute (www.ministerosalute.it ) che http://sistemats.sanita.finanze.it , oppure il sito europeo http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=509

 

Fonte: http://www.unisi.it/dl2/20090824115323713/Svizzera.doc

 

La storia della Svizzera

 

Ci troviamo nel periodo del ‘700 sia conservatore che innovatore.

 

Politica

 

Politicamente in Svizzera vige l’antica confederazione, terminologia data dagli storici dell’800 in contrapposizione alla nuova confederazione.
La Confederazione ha la prima costituzione del 1798 datali dalla Francia, con la quale entra nel nuovo regime. Nel 1803 invece Napoleone scrive l’Atto di Mediazione, che segna il periodo della costituzione napoleonica, che termina con il patto del 1815, che coincide con il periodo della Restaurazione. Nel 1830 vengono scritte le nuove costituzioni cantonali liberali, che portano, nel 1848, alla nuova e definitiva costituzione svizzera.
I documenti storici a partire dal ‘600 fino alla rivoluzione francese, parlano di “corpo elvetico” o “confederati”, e non di “svizzeri”.

 

Le istituzioni politiche centrali

 

La Dieta e l’alleanza con la Francia (1521)

E’ un’istituzione ormai debole. I suoi poteri sono limitati alla definizione della pace e della guerra e quindi della politica estera, ma la Confederazione ha dichiarato dal 1515 la neutralità unilaterale, cioè non vige un patto di riconoscimento accettato dagli altri stati. Il paese non ha un esercito comune (la Dieta non è sovrana in campo militare), ma i singoli cantoni hanno ognuno il proprio esercito (esercito Cantonale).
La debolezza militare davanti ad un eventuale attacco porta la Svizzera a cercare un alleato che la protegga, trovandolo nella Francia a partire dal 1521. L’antica confederazione ha con la Francia un rapporto privilegiato, che comporta la fornitura di mercenari al re francese, che quindi ne ha il monopolio, ottenendo in cambio la protezione e la fornitura di sale e grano a prezzi di favore.
L’alleanza tra Francia e Svizzera viene rinnovata più volte, l’ultima nel 1777.
La seconda competenza della Dieta è il coordinamento della sovranità dei cantoni sui baliaggi.

Baliaggi = terre conquistate e sotto al controllo dei cantoni sovrani

Il terzo potere in mano alla Dieta, quello più importante, è quello di sorvegliare l’osservanza del patto. La Confederazione è ancora formata da 13 cantoni, che hanno stretto il patto e la Dieta ha il potere di sancire i cantoni che non lo rispettassero. La Dieta però è debole, perché il patto non è mai stato sciolto, ma è molto indebolito dalla divisione religiosa tra cattolici e protestanti, che a volte si ignorano e prendono decisioni separate. Questa divisione non ha però intaccato la sostanza del patto.

 

I cantoni alleati

 

I cantoni alleati sono territori sovrani che hanno interesse a concordare con gli altri cantoni sovrani la loro politica estera partecipando alla Dieta, ma senza avere il diritto di voto e con la libertà di decidere se accettare o meno le decisioni dell’assemblea. In una confederazione infatti, tutti i cantoni devono esprimere il loro consenso all’unanimità, se questo non avveniva gli alleati erano liberi di prendere le loro decisioni.
Il secondo interesse di questi territori sono i baliaggi, che sono sotto all’autorità congiunta di cantoni e alleati; questo è l’unico campo in cui gli alleati sono ammessi alla Dieta.

 

I problemi della Confederazione

 

L’impossibilità di modernizzazione

 

L’antica Confederazione non ha potuto procedere ad un’opera di uniformazione. Le cause principali sono che nel ‘700 l’economia si sta fortemente riprendendo e l’antica Confederazione deve fare i conti con ben 13 dogane. In più sono in circolazione 13 monete diverse, oltre a monete estere, a seconda dell’area di commercio e la Svizzera non ha neanche un servizio postale unico ormai dal 1500. Tutti questi sono dei grossi limiti che impediscono la modernizzazione del paese.

 

I vari sistemi politici: città patriziali, corporative e cantoni rurali

 

Politicamente i cantoni sono ancora tutti immersi nell’Ancien Régime e vigono 3 sistemi politici differenti.
Il primo sono le città patriziali (Berna, Friborgo, Soletta, Lucerna), guidate da gruppi famigliari ristretti, ovvero un’élite cittadina. E’ un sistema che si basa sul privilegio, perché il potere politico è spartito tra le poche famiglie sovrane.
Il secondo sistema politico in vigore è quello della città corporativa (Zurigo, Basilea, Sciaffusa e, come alleata, San Gallo), con alla base le corporazioni, che però sono state chiuse precocemente già dal ‘500-‘600. Si spartiscono il potere e le ricchezze economiche, formando a loro volta un’élite privilegiata.
I cantoni rurali hanno apparentemente un sistema democratico basato sulle Leinz Gemeinde, cioè assemblee decisionali formate da tutti gli uomini liberi della comunità (democrazia diretta).Queste assemblee popolari sono diventate però istituzioni in cui dominavano potenti famiglie. Il loro potere economico derivava dal dominio dei commerci dei prodotti agricoli e d’allevamento, come anche dall’arruolamento dei mercenari. Questi arrivavano per la maggior parte dalla campagna (cantoni rurali o campagne sottomesse a città), dando a chi arruolava un forte potere sulle famiglie, perché erano povere e numerose e arruolarne un membro significava una paga molto proficua e un buon introito. In questo modo viene a formarsi un forte clientelismo e quindi le grandi famiglie potevano controllare il voto nelle assemblee, dato che il voto era palese.

Clientelismo politico = se una famiglia votava per un membro delle grandi famiglie potenti, avevano la possibilità di arruolare il figlio come mercenario per ottenere più soldi di quanti non ne guadagnassero con l’agricoltura.

Infine ci sono i baliaggi, che sono una chiara divisione di Ancien Régime e dove vigevano statuti giuridici diseguali. Molto significativo è anche il particolarismo.

L’amministrazione dei baliaggi

I cantoni controllano i baliaggi con la loro sovranità, ma i sottomessi hanno una loro autonomia amministrativa, che avviene soprattutto nelle comunità.
Ogni comunità ha un congresso generali con poteri decisionali. Il potere esecutivo è in mano ad un consiglio e gli ufficiali (funzionari fondamentali) controllano le autonomie della comunità.
Sopra a questi poteri locali sta il Magnifico Ufficio, formato sia da rappresentanti di cantoni sovrani che di sudditi e viene quindi definito come un organismo misto. L’autorità più alta è il balivo (o landfogto), che viene nominato dai cantoni sovrani, dato che è il loro rappresentante, e il suo operato viene controllato da un sindacato.
Il futuro canton Ticino presenta un forte particolarismo e quindi ha anche scarsi contatti tra le comunità (forte frazionamento).
Il regime dei balivi non fu oppressivo, ma inefficace: non portò sostanziali miglioramenti al territorio (comunicazioni, strade, ponti).

Le influenze della rivoluzione francese

La rivoluzione francese cambia tutto questo impianto politico (cantoni sovrani, alleati, baliaggi) e suscita molti interessi e speranze in Svizzera, anche se solo in una minoranza che si è già ribellata in molte occasioni del ‘700 contro l’Ancien Régime: si rivoltarono sia dei baliaggi che dei cantoni.
I cantoni sovrani hanno due problemi di disuguaglianza giuridica: il sistema patriziale e la differenza tra città e campagna. In Francia ci sono molti emigrati svizzeri che formano, nel’89, un club rivoluzionario a favore dell’Assemblea Nazionale.
In Svizzera ci sono quindi patrioti che vogliono cambiamenti ispirati al modello francese. L’imprigionamento del re, la sua condanna, l’incarcerazione di un rappresentante svizzero viene vissuta negativamente dai confederati.
Quando nel settembre del 1792 in Francia si passa dalla monarchia alla repubblica, a Ginevra si ha il primo movimento rivoluzionario, durante il quale viene abolito il sistema patriziale e viene instaurata l’uguaglianza giuridica tra i cittadini, sancendo così la fine dell’Ancien Régime e un nuovo regime con sovranità dal basso.

Gli antefatti del 1798

La Francia è nel periodo della guerra rivoluzionaria e il Direttorio vuole abbattere l’Austria dal nord e da sud con la Campagna d’Italia.
La posizione della Svizzera diventa fondamentale, l’interesse francese è completamente strategico per far funzionare la manovra a tenaglia (passi alpini), ma anche economico, perché la Svizzera è un territorio importante e ricco di risorse. In più la Confederazione è fondamentale come repubblica sorella per completare la corona di stati che difendono la Francia dai grandi nemici come Russia, Prussia e Austria (strategia geopolitica).
I francesi sono chiamati in aiuto dai vodesi per emanciparsi da Berna, capendo che c’è volontà di cambiamento del paese.
La Campagna ha un rapido successo.

I riflessi della Campagna d’Italia sul Ticino (foglio 10): l’emancipazione dei baliaggi

Il documento è ancora specchio dell’Ancien Régime a causa dei baliaggi, ma c’è una certa insicurezza politica. A Lugano si forma quindi un corpo di volontari borghesi, accettato dal balivo, che ha intenzione di assicurare l’ordine interno del cantone.
La nascita della Cisalpina ha creato uno schieramento di patrioti favorevoli all’unione del luganese a questa repubblica sorella, e quindi propensi alla separazione dalla Confederazione e al passaggio ad un altro stato. I volontari sono a loro volta un’altra fazione di patrioti, con però interessi politici diversi: voglio il cambiamento, ma restando sempre nel corpo elvetico. I patrioti cisalpini tentano un colpo di mano appoggiati da un gruppo di cisalpini da Campione per abbattere il balivo, venendo però respinti dai volontari.
Questo episodio fa notare alla Dieta, che dal 1797 è quasi permanente, che la situazione è molto caotica. Basilea farà accettare l’emancipazione di Lugano, Locarno, Mendrisio e Valle Maggia, perché è contemporaneamente colpita dallo stesso movimento rivoluzionario da parte della campagna basilese. I francesi si sono presi la diocesi di Basilea (cantone alleato, non sovrano).
L’emancipazione dei quattro baliaggi italiani avviene nel 1798, anno durante il quale anche tutti gli altri cantoni sono costretti a liberare i loro baliaggi, a causa dell’arrivo

 

L’ingresso delle truppe francesi in Svizzera (fine gennaio 1798)

E’ stato il canton Vaud a chiamare in soccorso la Francia, perché viene ucciso un rappresentante del cantone in Francia.
Le truppe fanno una vera e propria traversata del paese, senza incontrare opposizioni nelle regioni romande, al contrario di Berna, che oppone resistenza e quindi viene occupata e saccheggiata. Nelle regioni occupate vige molta incertezza, perché una volta i francesi erano visti come alleati e non si sarebbero mai aspettati un attacco. Alcuni si sentono in pericolo, altri considerano le truppe come liberatori.
Molti vogliono passare da Ancien Régime ad un nuovo regime, ma il problema è come farlo avvenire. La Francia ha un modello antitetico rispetto alla Svizzera, perché comprende una repubblica centralizzata. Questo modello sarà imposto dai francesi sul paese.

Il modello francese: la costituzione del ‘95

La geografia

La Svizzera è una repubblica centralizzata divisa in 19 prefetture giuridicamente equiparate, quindi non ci sono più sottomessi e sovrani. Il Ticino ottiene come gli altri baliaggi l’equiparazione politica e viene diviso in 2 prefetture: Lugano e Bellinzona. Non fanno però parte dell’Elvetica Neuchâtelle, appartenente alla Prussia, Vallese (in mano alla Francia), Ginevra (autonoma ma sottomessa alla Francia) e il Vescovado di Basilea, ex diocesi e dipartimento del Mont Terrible francese.

La politica

L’Elvetica entra nel nuovo regime, quindi ha uno stato costituzionale moderno. In evidenza è la grande divisione dei poteri.
Lo stato è dal basso, quindi il popolo elegge il Senato e il Gran Consiglio, che formano un sistema legislativo bicamerale. I rappresentanti del popolo approvano e fanno le leggi e tutti i poteri sono al di sopra della legge. Le due camere nominano il direttorio di 5 membri che ha i 5 poteri esecutivi, che formano i 5 ministeri (esercito, prefetti, funzionari, ambasciate e polizia). I prefetti sono le autorità locali più alte e sono direttamente nominati dal direttorio e non dal popolo, evidenziando il centralismo. Il potere giudiziario è diretto dal tribunale elvetico, formato da 19 membri eletti dal popolo, e un presidente nominato dal direttorio.
I cittadini sono sovrani, infatti lo stato è dal basso.

La sovranità

  1. A suffragio censitario
  2. I cittadini eleggono le autorità centrali (tribunale elvetico, direttorio e le due camere legislative)
  3. Le amministrazioni locali sono nominate dall’alto (centralismo)

 

Le autorità centrali

  1. Legislativo: Senato e Gran Consiglio
  2. Esecutivo: Direttorio e Prefetti cantonali
  3. Giudiziario: Tribunale elvetico e Tribunale supremo

 

L’amministrazione locale è nominata dall’alto.

Vantaggi e svantaggi dell’Elvetica

Il regime dell’Elvetica dura fino al 1803, quando Napoleone scrive l’Atto di Mediazione.

La modernizzazione

E’ uno dei vantaggi della nuova costituzione, che concede ai cittadini l’uguaglianza giuridica e la cittadinanza elvetica, non solo cantonale. Il nuovo stato procede al primo censimento della popolazione, dei loro diritti e doveri: tasse, contributi militari,… Viene istituita una nuova scuola pubblica aperta a tutti e viene applicato il principio di liberismo economico. Grazie ad esso cadono tutte le frontiere cantonali (ce n’è una svizzera) e le corporazioni, nasce la libertà economica e viene effettuato un censimento dei beni ecclesiastici, definendo gli espropri ad uso sociale dei conventi ritenuti socialmente inutili.
Tutte queste azioni di modernizzazione non danno però risultati immediati.

Gli svantaggi

Gli svantaggi vengono dalla dominazione che la Francia impone: l’Elvetica viene vissuta come un regime imposto dall’esterno con un’occupazione militare, che fa uso anche della repressione se necessario. La Svizzera è messa in difficoltà da 3 elementi negativi. Il primo è che il paese è sotto alla protezione militare francese, che significa che partecipa alle guerre, infatti fino al 1814 è teatro di battaglie di molti eserciti. Il secondo svantaggio è che i confederati devono pagare tasse alla Francia, oltre a dover inviare molti soldati in suo sostegno. Il centralismo infine è il problema fondamentale, perché sottintende la rinuncia alle sovranità locali.

Come si impone il centralismo e com’è percepito

La popolazione diventa ostile ai francesi e alla nuova costituzione. Per il Ticino l’Elvetica è un salto di qualità, perché è causa del suo passaggio da baliaggio a terra giuridicamente equiparata. Gli abitanti dei baliaggi sono legati al loro particolarismo, perché avevano comunque delle autonomie che speravano di mantenere, cosa che non succede perché con uno stato centralizzato cadono.

Il futuro degli ex baliaggi italiani viene deciso dai francesi

Nel documento, scritto da un generale francese presente a Como per la repubblica Cisalpina e steso a Lugano il 12 marzo 1789, vengono portati alla luce le decisioni della Francia riguardo agli abitanti dei baliaggi (chiamati cittadini perché sovrani della futura repubblica).
Il generale, che parla a nome della Francia, mira a riportare l’ordine pubblico, c’è un clima di anarchia. Saranno i baliaggi a scegliere chi li governa, ma sempre secondo il modello francese. Gli stessi sono liberi, ma sottomessi ad uno stato centralizzato, che è fondamentale per il paese. L’ordine interno è quindi controllato dalla Francia.

La proclamazione della repubblica elvetica (25 aprile 1798)

La data della proclamazione della repubblica si fa risalire al 25 aprile, ma questa è la data di pubblicazione della notizia sulla Gazzetta di Lugano, quindi la data reale è qualche giorno prima.
Sono le due assemblee legislative che prendono la decisione, in modo da evidenziare la sovranità del popolo. Si rivolgono ai cittadini, proclamando il solenne compito legislativo: la costituzione, una e indivisibile.
La costituzione definisce l’indipendenza della Svizzera, una indivisibile (centralizzata), democratica e rappresentativa. Sono i cittadini ora che devono sottomettersi alla repubblica, altrimenti libertà diventa anarchia.
Solo l’unione può dare sicurezza e felicità, ma il continuo richiamo all’unità significa che ci sono molte opposizioni.

Le opposizioni e la fine dell’Elvetica

Le opposizioni sono formate da tre partiti.

Patrioti

Sono divisi in unionisti (difensori dell’Elvetica) e federalisti, che vogliono la sovranità dei singoli cantoni (confederazione) pur essendo favorevoli alle modernizzazioni, non vogliono quindi uno stato unico, ma 19 cantoni-stato separati.

Conservatori

Sono aristocratici che non vogliono il passaggio al nuovo regime.

Opposizioni tra città e campagna

La situazione è molto instabile, infatti ci sono parecchi tentativi di colpi di stato.

L’atto di Mediazione

Nel 1802 Napoleone decide di abbandonare gli svizzeri, che non sono in grado di costruire nulla a causa del loro particolarismo e quindi della troppa litigiosità, ma non sarà capace di emanciparsi.
Napoleone chiama i deputati a Parigi (testo pag. 6) e minaccia la Svizzera, perché pensa soprattutto agl’interessi della Francia. Passa direttamente all’azione, perché il suo discorso non avrà esito.
Nel 1803 Bonaparte prende in mano la situazione e stende l’atto di mediazione e lo impone in Svizzera, quindi ancora un’altra volta è una potenza esterna a riordinare l’assetto interno svizzero.
Lo stato centralizzato non ha avuto successo, quindi Napoleone sancisce il ritorno ad una dieta, ad una confederazione con 19 cantoni sovrani (13 cantoni sovrani più 6 baliaggi), che hanno una loro costituzione.
Il Ticino mantiene la sovranità e nel 1803 viene sancita la sua nascita, perché diventa autonomo e quindi con una sovranità cantonale. La capitale sarà Bellinzona.

Le istituzioni

I cantoni

L’atto di Mediazione rimane in vigore fino al 1813. Il sistema è molto semplificato, ma i cittadini hanno la sovranità (pag. 6). Essendo uno stato piccolo c’è un Gran Consiglio (potere legislativo) monocamerale di 110 membri, che nomina il Piccolo Consiglio (potere esecutivo), composto da 9 membri che fanno parte anche del Gran Consiglio. La divisione dei poteri è quindi molto precaria.

 

La repubblica confederale (pag. 5)

E’ una repubblica dal basso. I cantoni eleggono i deputati alla Dieta, di cui il numero varia a seconda della popolazione (uno quelli piccoli, due quelli grandi). La Dieta nomina 6 cantoni direttori, che nominano a loro volta un landamano a testa. La Dieta nomina anche un esercito di 15000 uomini ed un generale per combattere a fianco dei francesi.
La Dieta ha varie competenze: decidere la guerra e la pace, le alleanze, i trattati commerciali, le capitolazioni dei mercenari, la nomina del generale, gli ambasciatori, la regola dei conflitti fra cantoni.
La repubblica è quindi una copia del patto confederale, ma la Svizzera è sempre sotto al dominio francese, che rende quindi le competenze dell’organo centrale fittizie.

I vantaggi

I cantoni sovrani cominciano a pensare al loro ammodernamento. Il problema però è che i cantoni hanno forze e ricchezze dispari. Alcuni sono ricchi e posso innovarsi, mentre altri sono arretrati, come ad esempio il Ticino.
Il punto importante della Mediazione è la programmazione e non la concretizzazione, quindi anche la protezione di ciò che è appena stato ricostruito.

Il Ticino

E’ un cantone con 90000 abitanti molto poveri, che attuano soprattutto migrazioni e contrabbando. Il Ticino dal punto di vista alimentare non è autosufficiente
Va rinnovato il sistema fiscale, l’amministrazione comunale, l’amministrazione della giustizia (riforma dei codici), le strade e la scuola (per creare una popolazione di veri cittadini).

L’atto di Mediazione

Il primo vantaggio è quello di dare alla Svizzera un assetto politico più idoneo. Questo regime, che rispecchia quello napoleonico francese, porta alla nazione una serie di modernizzazioni.

Le leggi

I cantoni hanno consuetudini più che leggi, che si basano su precisi principi giuridici. La legge da ordine applicato in termini generali, in più casi, e si adatta alla modernità della società (nuovi codici civili, penali,…) sul principio della garanzia dell’individuo e della sua proprietà.

L’efficienza dello stato

Lo stato deve essere gestito da funzionari capaci che fanno carriera grazie al talento e ai requisiti intellettuali, non grazie al clientelismo.
Lo stato deve anche dare una serie di servizi ai cittadini (scuola, ospedali,…). Ci saranno anche episodi di soppressione di conventi che non hanno funzioni pubbliche.

Gli svantaggi della Mediazione

Derivano dal fatto che la Svizzera e i cantoni sovrani sono condizionati dalla dipendenza dalla Francia, di cui un esempio è l’esercito.
Il secondo svantaggio è la guerra, che è ancora presente e che rende il paese un campo di battaglia, distruggendolo e mietendo vittime.
Per il Ticino la grande novità è la sua sovranità (1803). I francesi però fanno ancora della Svizzera il loro “cortile privato”, che è palese quando, tra il 1811 e il 1813, il Ticino viene occupato. Napoleone ha bisogno di un passaggio sicuro e diretto, usando la scusa che, a causa dell’alta permeabilità delle frontiere, si è creato un grande contrabbando inglese (ancora nemici dei francesi) tra la Cisalpina e il Ticino.

L’atto di mediazione avviò la modernizzazione, ma non poté risolvere tutti i problemi di arretratezza della Svizzera.

L’inizio della Restaurazione

 Nel 1813 avviene il rovesciamento del regime napoleonico con la vittoria dei nemici francesi nella battaglia di Lipsia.
Tra il 1814 e il 1815 il panorama europeo cambia completamente a causa della Restaurazione (congresso di Vienna, caduta di Napoleone a Waterloo).

In Svizzera (pag.8)

La Restaurazione viene definita dal congresso di Vienna, a cui partecipa anche la Svizzera. E’ quindi soggetta alle decisioni prese dall’assemblea non solo per l’assetto geopolitico, ma anche nella sua politica interna.
Alla Svizzera viene meno il suo punto di riferimento esterno (la Francia) e quindi ripiomba in una situazione caotica: gli svizzeri non sono pronti a darsi un ordine interno. Si riaccendono le battaglie tra chi vuole riportare l’Ancien Régime, chi vuole la struttura napoleonica ormai caduta e i cantoni sovrani, che vogliono riprendersi i loro baliaggi.
Le decisioni vengono però prese dalle quattro grandi potenze vincitrici sulle basi dei loro interessi.

Lo scopo

Si vogliono creare degli stati cuscinetto che contengano la Francia.
La Svizzera non cambia il suo assetto geopolitica, i suoi confini non vengono toccati e viene definita la sua neutralità

La neutralità (pag. 7)

La neutralità dei confederati è multilaterale, a differenza di prima (dal 1515 in poi era sempre stata unilaterale) e quindi è riconosciuta da tutti gli stati, dandole una grande importanza internazionale.
Il paese segue una neutralità armata, cioè lo stato è in possesso di un esercito di difesa, e questo non è ancora cambiato fino ad oggi.
Per evitare nuovi conflitti interni ai 19 cantoni si aggiungono gli ultimi 3: Vallese, Ginevra e Neuchatelle. Il Giura e Bienne sono assegnati a Berna. Questa sarà la Svizzera che arriverà alla costituzione del ’48.

Tra il ‘600 e il ‘700 anche la riforma religiosa favorì la neutralità, perché evitò di far entrare in conflitti religiosi il paese; è una scelta per impedire la disgregazione. Neutralità non significa però pacifismo e non impedisce neanche alleanze militari con la Francia a partire dal 1521, secondo le quali inviava mercenari alla Francia.
Tra il 1814 e il ’15 la Svizzera scrive l’atto di neutralità, certificandolo nelle fasi finali del congresso.

 

La Dieta

L’unico momento in cui la Dieta ha sovranità è quando deve mantenere il patto all’interno della confederazione, altrimenti ogni cantone è libero di applicare o meno le decisioni dell’assemblea, dato che ognuno ha una propria costituzione.

Per il congresso la Svizzera napoleonica non esiste più.

La situazione politica svizzera (pag. 8)

Con la Restaurazione si ritorna al principio di legittimità dinastica, basata sulla derivazione divina del potere (regime assolutista). I principi annullati sono:

  1. uguaglianza giuridica (diritti individuali)
  2. costituzionalismo
  3. divisione dei poteri
  4. sistema rappresentativo (potere dal basso)
  5. nazione (insieme di individui che hanno diritti politici e giuridici e quindi hanno una quota di sovranità)

Il Svizzera si ritorna ad un patto, la costituzione vige solo nei singoli cantoni. A livello cantonale cade il principio della divisione dei poteri, perché si rafforza l’esecutivo (poteri elitari).
In Europa la Restaurazione non è un completo ritorno al passato, così come per la Svizzera. Ci sono due settori nei quali non si può tornare sui propri passi: economico e sociale. Nel primo caso comincia a farsi strada la rivoluzione industriale, nel secondo si sviluppano i servizi (divertimento, commercio, cultura, istituzioni di previdenza come ad esempio le assicurazioni) e vige un rapporto più razionale tra città e campagna (uguaglianza giuridica).
Artefice dei cambiamenti è la nuova borghesia, che sotto al profilo sociale sottolinea un grande dinamismo. Un’altra nuova categoria sociale emergente è una classe intellettuale, che delinea le nuove necessità politiche (innovatrici)

Nei cantoni (pag. 7)

I cantoni sovrani non sono più 13, ma 22, quindi c’è un mantenimento dell’assetto napoleonico. Per l’ordinamento interno dei cantoni devono essere scritte 22 diverse costituzioni in conformità col patto. In ogni costituzione deve essere scritta la garanzia del rispetto dei territori altrui, in modo da riuscire a mantenere il controllo sui baliaggi.
Gli articoli:
2.    Questo è il principio della neutralità armata: 2 soldati per 100 anime.
7.    Non esistono più i baliaggi. Alcuni tra gli antichi cantoni sovrani non accettano questa equiparazione. Vengono negate le società oligarchiche (per ceti, come nell’Ancien Régime) e quindi i privilegi giuridici.
8.    Vengono elencate le funzioni della Dieta e si torna ad un organo centrale debole.
15. La terminologia è diversa: da ora in avanti la Svizzera diventa Confederazione Elvetica ed i suoi abitanti confederati.

Il paese è però ancora sotto ad una sorveglianza esterna di una potenza straniera: l’Austria, che potrà dire alla Dieta di intervenire sui vari affari. Chi ne fa le spese è soprattutto il Ticino, cantone più vicino agli austriaci.

 

In Ticino

Nel 1814 il Ticino si da una nuova costituzione, dove prevale l’influenza del periodo precedente: è infatti una costituzione liberale che non soddisfa i voleri dell’Austria. Questa chiede alla Dieta d’intervenire contro il Ticino, portando ad una rivoluzione per la liberalità che verrà poi però repressa.
C’è quindi il bisogno di una nuova costituzione, dove non c’è divisione dei poteri e si rafforza l’esecutivo, in mano al Consiglio di Stato. L’assemblea ha poteri limitati. Gli esponenti che hanno in mano il potere sono due landamani: il presidente del Consiglio di Stato e il presidente del Gran Consiglio. La nuova costituzione segue quindi i voleri austriaci.

Il regime di Quadri

Il cantone è guidato dai due landamani Quadri (presidente del Consiglio di Stato) e il presidente del Gran Cosiglio. Questo tipo di regime viene anche chiamato “dei landamani”.
Quadri, che è un conservatore, impone un regime clientelare e corrotto, che fu repressivo contro la stampa (censura), ogni iniziativa della società civile (creare nuove scuole) e tutto ciò e ogni individuo che poteva essere sospettato di liberalismo. Quadri era un fedele sostenitore dell’Austria.

I primi moti rivoluzionari milanesi (1820-‘21)

Tra il 1820 e il ’21 avvengono i primi moti rivoluzionari milanesi, che vengono però repressi dall’Austria e dalla Santa Alleanza (ancora in vigore) e creano un’ondata di migrazioni verso un paese neutrale dei liberali. L’Austria impose a Quadri di rifiutare i profughi politici, quindi attuò forti misure restrittive di repressione. Molti immigrati furono costretti a rimpatriare, mentre altri rimanevano in Ticino in clandestinità.

La modernizzazione

Quadri era però sensibile riguardo all’idea di ammodernamento per il cantone. Cominciò quindi un’opera di ammodernamento delle strade (comunicazioni), dei codici legislativi e fece il primo passo per ammodernare le campagne.
Anche in Ticino c’è quindi una certa mobilità sociale e i primi esponenti intellettuali, come ad esempio d’Alberti, ecclesiasta conservatore al servizio dell’ammodernamento e favorevole ai principi basilari del liberalismo. In questo periodo ci sono parecchi esponenti cattolici non insensibili al liberalismo e ai suoi principi. Un altro esempio di intellettuale è Stefano Franscini, che cominciò durante la Restaurazione l’ammodernamento in clandestinità. Nel 1829 Franscini riesce a far stampare un libro anonimo riguardante la riforma della costituzione: “Sull’amministrazione della Costituzione”.

 

La fine della Restaurazione in Svizzera e in Ticino

Dopo il ’30 ci si stava preparando all’età successiva alla Restaurazione.
Nel 1830 il Gran Consiglio, stanco dell’atteggiamento conservatore e repressivo di Quadri, prende in mano la situazione con d’Alberti, che in una notte stende una nuova costituzione liberale.
Il Gran Consiglio accetta la nuova carta mettendo Quadri in una situazione di minoranza, attuando così una rivoluzione pacifica.
Il Ticino quindi è oramai un cantone rigenerato e il suo cambiamento è facilitato dal fatto che altri 11 cantoni, contemporaneamente, hanno attuato un ammodernamento delle loro costituzioni, diventando tutti liberali.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Storia%20Svizzera%20nel%20%27700.doc

autore non indicato nel documento di origine del testo

 

Svizzera


(in francese Suisse; in tedesco Schweiz)

 

Stato dell'Europa centro- meridionale confinante con la Germania a nord, con l'Austria e il Liechtenstein ad est, con l'Italia a sud, con la Francia ad ovest. Ha una superficie di 41.293 kmq e conta 6.796.200 ab. La capitale è Berna.
La S. è una Confederazione (Confoederatio Helvetica) di 22 cantoni, i cui abitanti appartengono a 4 diversi gruppi etnici: francese, italiano, ladino e tedesco.

 

Configurazione fisica

Il territorio della S., montuoso in genere, si articola in tre zone geologicamente e morfologicamente distinte tra di loro: la regione del Giura, il Mittelland e la sezione alpina. La regione del Giura, al confine con la Francia, si è costituita nell'attuale conformazione, ricca di incisioni, durante grandi movimenti orogenetici avvenuti nell'Oligocene e nel Pliocene. Solchi vallivi, non molto ampi ma sviluppati in profondità, interessano, svolgendosi in parallelo, tutta la regione giurese, che ha una quota media di ca. m 890 s/m. Il Mittelland o regione degli altipiani, detto così perché ha un'altitudine media di ca. 580 m, situato tra il lago di Costanza e quello di Ginevra, si è venuto costituendo soprattutto nel corso delle glaciazioni. Il suo aspetto attuale è inoltre dovuto all'opera di accumulo di detriti morenici svolta dai fiumi che scendono dalle Alpi.
La sezione alpina era in origine un unico immane blocco roccioso; oggi, incisa dai solchi vallivi del Rodano e del Reno, tagliati in trasversale da quelli della Reuss e del Ticino, si presenta divisa in quattro parti, le cui fratture intermedie furono provocate, come appare evidente, dalle azioni concomitanti di forze esogene e endogene. Essa ha un'altitudine media di ca. m 1766 s/m. e si sviluppa tutt'intorno al massiccio del Gottardo.
Il rilievo della S. è particolarmente interessante, comprendendo alcune delle cime più elevate e note dell'Europa. Tra le più importanti ricordiamo la Punta Dufour (m 4634), il Cervino (m 4478), la Dent Blanche (m 4357), il Grand Combin (m 4314), il Finsteraarhorn (m 4274), l'Aletschhorn (m 4195), il Breithorn (m 4165), la Jungfrau (m 4158), il Mönch (m 4099).
Tutto il territorio svizzero ha inoltre risentito grandemente (e ne reca le testimonianze nei numerosi bacini lacustri, nelle formazioni moreniche e nelle valli a U) dei fenomeni di glaciazione del Quaternario. Sono anche abbondanti dovunque, ma particolarmente nella sezione centrale, manifestazioni carsiche ed altri fenomeni di erosione denominati combe, cluse, ruz, tipici della S.
Numerosissimi sono i ghiacciai, tra i più imponenti dei quali ricordiamo quelli dell'Aletsch, di Fiescher, del Findelend, di Corbassière, del Gorner, del Morteratsch, dell'Oberaar, del Ried, del Turtmann.

 

Idrografia

 l fiumi della S. nascono quasi tutti dal gruppo del Gottardo e attraversano solo in parte il territorio svizzero, ad eccezione dell'Aar e della Reuss, suo affluente, i quali iniziano e concludono il loro corso nella S. Tra i più importanti citiamo, in ordine di lunghezza, il Reno (1250 km), il Rodano (810 km), l'Aar (290 km), il Ticino (248 km), la Reuss (160 km).
I laghi, che occupano una superficie complessiva di ca. 1850 kmq e sono in numero di ca. 200, costellano tutto il territorio, conferendogli una fisionomia molto pittoresca e molto simile a quella della Svezia. Tra i bacini lacustri alcuni sono celebri in tutto il mondo per la loro bellezza (laghi di Biel, Costanza, Ginevra, Lugano, Neuchâtel, Zug, dei Quattro Cantoni).
Al confine con l'Italia si trova il lago Maggiore, sulla cui riva settentrionale è situata Locarno.

 

Clima

 E' continentale e relativamente temperato, almeno nelle regioni sud-occidentali, che sono esposte all'influenza dei venti provenienti dall'Atlantico. In tale area soffia, in primavera e in autunno, il föhn, caldo e umido. Nelle regioni in cui soffia un vento freddo e asciutto (bise) invece si hanno temperature particolarmente rigide, che comportano precipitazioni nevose della durata anche di due mesi consecutivi. In genere le precipitazioni medie annue non superano i 1800 mm; la temperatura tocca valori medi oscillanti tra i -2° C e i +12° C.

 

Flora

Nella sezione alpina è distribuita in fasce di vegetazione che sono in relazione con l'altitudine. A m 1200 s/m. troviamo estesi faggeti, i quali diradano verso i m 1600 s/m. (salvo nelle zone del Canton Ticino), per cedere il posto alle conifere, che nell'Engadina Bernese presentano la massima diffusione, arrivando fino oltre i m 2000 s/m. Al di sopra di tale quota si trovano solo estesi pas«oli, mentre al di sotto del limite minimo si hanno le colture, quali viti, alberi da frutta. Nel Mittelland la flora, rappresentata un tempo da foltissimi ed estesi boschi, è stata quasi completamente distrutta nel corso dei secoli per far posto agli insediamenti umani.

 

Fauna

 Vive oggi quasi esclusivamente nei parchi nazionali e comprende arvicole delle nevi, camosci, lepri alpine, marmotte, scoiattoli, stambecchi, toporagni alpini, volpi. L'erpetofauna è, salvo qualche vipera, pressoché assente. La fauna acquatica invece è ricca di lucci, pesci persici, tinche e trote; l'avifauna è anch'essa molto ben rappresentata da aironi cinerini, aquile, avvoltoi barbati, cicogne, gufi reali, muraiole, sordoni e rondoni alpini.

 

Abitanti

La particolare suddivisione geografica della S. ha favorito la conservazione di determinate aree razziali e culturali. Si può così parlare d'una S. francese, d'una S. tedesca, d'una S. italiana e d'una S. romancia o ladina. La maggior parte degli Svizzeri vivono nelle valli o sono concentrati nelle zone urbane industriali. Complessivamente il 78 % degli Svizzeri sono impegnati in attività connesse con l'industria, il commercio, il turismo, ecc., mentre solo il 20-22 % di essi sono occupati nell'agricoltura, nell'allevamento e nello sfruttamento forestale.

Lingua

 Si parlano in S., secondo i cantoni, l'italiano, il tedesco e il francese. Il tedesco, con alcune caratteristiche differenziazioni dialettali, è parlato da oltre il 70% della popolazione, l'italiano dal 9% ca. e il francese dal 20%. II romancio o ladino è diffuso nei Grigioni. Moltissimi svizzeri parlano correntemente due o anche tre lingue.

Religione

 Gli Svizzeri sono protestanti o cattolici. Quelli protestanti, appartenenti ai cantoni di lingua tedesca e, in misura minore, di lingua francese, fanno parte della Chiesa creata da Zwingli e di quella che si rifà alle teorie di Calvino. Centro del protestantesimo calvinista è Ginevra. I cattolici, ca. il 40% della popolazione, vivono nei cantoni di lingua italiana e francese. A Ginevra, a Berna e nelle altre città maggiori vi sono comunità di ebrei.

 

Città

Oltre alla capitale, le principali città svizzere sono Zurigo, Basilea, Ginevra, Losanna, tutte con popolazione superiore ai 100.000 ab., e inoltre San Gallo, Lucerna, Friburgo, Altdorf, Andermatt.

 

Economia

L'economia della S., forse la più florida in Europa e tale da assicurare agli Svizzeri uno dei più alti tenori di vita del mondo, appare la risultante d'una serie complessa di fattori. La S. non ha sbocchi sul mare, è priva di risorse naturali e occupa un territorio accidentato, ma col tempo gli Svizzeri hanno saputo creare una rete di iniziative che oggi prosperano, facendo affluire ricchezza da numerose fonti. Esiste inoltre in S. un'estesa organizzazione industriale, mentre ogni anno dai cinque ai sette milioni di persone visitano il paese, procurando allo Stato una preziosa quantità di valuta estera.

 

Agricoltura

Praticata nelle valli, soprattutto nei cantoni di Argovia, Friburgo, Zurigo e Berna, è condotta, per lo più intensivamente, con metodi modernissimi. I principali prodotti sono le patate, la barbabietola da zucchero, la segala e l'orzo. In vari luoghi (Vallese, Vaud, cantoni di Neuchâtel e Ginevra) si pratica la viticoltura, con produzione soprattutto di vini bianchi, e si coltivano ortaggi. Negli ultimi anni sono stati acquisiti alle colture varie migliaia di ettari di terreno.

 

Allevamento del bestiame

 Si giova dei pascoli alpini e della buona produzione di foraggi e dà luogo ad un'industria casearia famosa nel mondo per la bontà dei suoi prodotti. Si allevano bovini, maiali e, in misura minore, pecore, capre, cavalli. Le aree d'allevamento più note si trovano nelle Prealpi, nel Giura e nelle valli dell'Emme e dell'Aar. Diffuse ovunque sono l'apicoltura e la pollicoltura.

 

Risorse forestali

 Ca. il 25% della S. è coperto di boschi, ricchi di specie varie. Lo sfruttamento di tale patrimonio, che dà cellulosa, legname, essenze, viene però condotto con moderazione, al fine di non alterare la natura del territorio.

 

Risorse minerarie

Esistono in S. giacimenti di vari minerali (carbone, minerali ferrosi, rame, zinco, piombo), ma esigui e spesso di sfruttamento antieconomico. Rilevanti invece sono in diverse zone le miniere di salgemma. Industria. La S. è famosa per le sue fabbriche di orologi e di oggetti di precisione, ma il fulcro della sua industria è costituito da acciaierie e da fabbriche di macchinari, armi, materiali pesanti, autccarri, motori, da fabbriche tessili, che hanno alle loro spalle una lunga tradizione, e da quelle chimiche. I raggruppamenti industriali più importanti si trovano a Zurigo, Basilea, Berna, Sciaffusa, Baden e a Ginevra. L'industria tessile è presente, oltre che in questi centri, a San Gallo, Glarus, Olten, Lucerna. Gli orologi vengono prodotti soprattutto a La Chaux de-Fonds, Neuchâtel, Ginevra. Un posto a sé ha l'industria dolciaria, che conta imprese presenti sui mercati del mondo. Notissima è, tra l'altro, la cioccolata svizzera. Tutte le industrie si avvalgono della larga disponibilità di energia idroelettrica, fornita da numerose stazioni montane.
L'industria svizzera lavora largamente per l'esportazione. Il suo successo appare dovuto alla concentrazione di capitali e all'alto livello tecnologico.

 

Turismo

 Esiste per il turismo in S. una modernissima attrezzatura alberghiera, che si avvale ormai d'una lunga esperienza. Il flusso turistico ha la sua massima intensità nella stagione invernale e in quella estiva.

 

Commercio estero

La S. esporta largamente macchinari, autocarri, prodotti chimici, oggetti di precisione, tessuti, orologi, cioccolata, latte in scatola, formaggi, burro, carne in scatola, sigarette, pure la sua bilancia estera presenta un certo disavanzo, in quanto contemporaneamente la S. deve acquistare prodotti alimentari, specie cereali, e minerali d'ogni genere. Il disavanzo viene però coperto in larghissima misura dal turismo e da entrate provenienti da investimenti in ogni parte del mondo, oltre che dagli interessi ricavati su capitali che affluiscono in S. da tutti i paesi. Attività Finanziarie. Meritano un cenno particolare, in quanto esiste in S. un'enorme concentrazione di capitali, investiti con accuratezza in varie iniziative. In particolare la S. è nota per le imprese alberghiere, ospedaliere, ferroviarie, di assicurazione. Talune banche svizzere sono dei veri colossi, presenti in tutte le grandi operazioni commerciali che si compiono nel mondo.

Moneta

 L'unità monetaria della S. è il franco svizzero, diviso in 100 Rappen o centimes
Governo e amministrazione
La S. è una repubblica federale divisa in cantoni e in semicantoni. Il potere esecutivo è rappresentato da un Consiglio federale di 7 membri, tra loro pari, responsabile verso l'Assemblea federale, cui è demandato il potere legislativo. L'Assemblea federale è costituita da una prima camera o Consiglio degli Stati, in cui ogni cantone è rappresentato da due membri, e da una seconda camera o Consiglio nazionale, eletta da tutti gli Svizzeri con suffragio universale.
Stranamente, malgrado una piena raggiunta uguaglianza dei due sessi a ogni livello sociale, fino al 1971 le donne erano escluse dal diritto di voto. In quest'anno, in seguito a una campagna per cui da tempo si battevano partiti, associazioni e circoli, fu concesso alle donne il diritto di votare.
La S. ha oggi 26 cantoni (un nuovo cantone, il Giura bernese, venne creato nel 1978). In tutti i cantoni esistono organi democratici d'amministrazione facenti capo al Landrat o Grande Consiglio. Le leggi cantonali, secondo quanto stabilito dalla Costituzione del 1874, non possono essere in contrasto con quelle federali.

 

Partiti politici

 La vita politica svizzera è dominata da alcuni partiti sostenitori di moderate riforme e preoccupati soprattutto di mantenere quell'equilibrio sociale che da vari decenni favorisce l'ormai tradizionale «miracolo economico» svizzero. I più forti, almeno come base elettorale, sono i socialisti; seguono, ma di poco, i cattolici conservatori e i radicali. Scarso peso hanno i comunisti.

 

Lavoro

La lotta sindacale difficilmente assume in S. aspetti estremi e di solito si svolge su un piano di collaborazione tecnica. D'altra parte i moderni sistemi d'assicurazione e d'assistenza, che garantiscono i lavoratori svizzeri contro gli infortuni, le malattie e la disoccupazione, e soprattutto l'alto tenore di vita hanno da tempo modificato le situazioni sociali d'urto, cosa che si riflette positivamente sull'intera organizzazione sindacale.

 

Difesa

Malgrado il tradizionale stato di neutralità, la S. dispone d'un piccolo modernissimo esercito, affiancato da una forza aerea di varie centinaia di jets. Il servizio militare è obbligatorio, tranne per i cittadini residenti all'estero, che però pagano in cambio dell'esenzione una speciale tassa. Nel 1957 venne respinta la proposta d'una leva

obbligatoria femminile per il servizio di difesa civile.

 

Educazione

Il sistema educativo svizzero è forse il più evoluto e avanzato in Europa. Basato, almeno in parte, sulle teorie attivistiche del Rousseau, esso è articolato, oltre che nei normali corsi primari e secondari, in una serie di istituti di specializzazione tecnica, come istituti agrari industriali, d'orticoltura, zootecnici, commerciali, di turismo. L'istruzione è obbligatoria e gratuita fino ai 14 anni e completamente libera da limiti di confessione religiosa. Le università sono sette (Losanna, Zurigo, Basilea, Friburgo, Ginevra, Neuchâtel, Berna) e comprendono vari istituti o sezioni di ricerca e di specializzazione. Capillarmente diffusi sono in S. gli asili e i nidi d'infanzia.

 

Comunicazioni

La S. possiede uno dei più arditi sistemi ferroviari d'Europa. Molte sono infatti le linee, completamente elettrificate, che giungono ad elevatissime altitudini, superando complessi problemi viari. L'intero sistema, tranne alcuni tronchi secondari, è dal 1900 nazionalizzato. Vi sono inoltre in S. ottime strade automobilistiche e alcune autostrade. Le comunicazioni aeree, interne e estere, sono assicurate dalla Swissair. I principali aeroporti sono quelli internazionali di Kloten (Zurigo), di Mulhouse (Basilea) e di Ginevra. La S. ha inoltre una flotta mercantile registrata a Basilea.

 

Storia

La regione su cui si estende oggi la S. venne occupata nel I sec. a.C. dalle legioni di Roma, ma, dato il suo estremo carattere montano, non subì un'estesa opera di colonizzazione e in molte valli le locali popolazioni continuarono a governarsi autonomamente. Col crollo dell'impero d'Occidente si ebbe l'invasione delle tribù germaniche, quindi, durante l'impero carolingio, si affermò il potere dei duchi di Svevia. Successivamente, nel corso del IX sec., la S. si frazionò in una serie di feudi, praticamente indipendenti, ma soggetti, da un certo momento in poi, alla pressione degli Asburgo. Nel XIII sec. i signori di Uri e di Schwyz, i due territori o cantoni da cui derivò il nome della S., e quelli di Unterwalden si posero sotto la protezione dell'imperatore Federico II, ricevendo la dispensa da ogni obbligo feudale verso gli Asburgo (1231). Negli anni seguenti il Sacro Romano Impero entrò in aperta crisi e di ciò profittarono i tre cantoni per trasformarsi in unità politiche indipendenti, tra loro unite allo scopo di difendersi sia dagli Asburgo che dall'eventuale tentativo di restaurazione dell'autorità imperiale. Nel 1315 le forze dei cantoni sbaragliarono a Morgarten un esercito asburgico. Tale battaglia ha un'importanza decisiva nella storia della S. Presto nella lega formata dai cantoni vittoriosi entrarono i cantoni di Lucerna, Zurigo, Glarus, Zug e Berna.
Gli Asburgo furono ancora sconfitti a Sempach e a Näfels. Quasi tutto l'attuale territorio svizzero venne così a trovarsi sotto il controllo della lega.
Nel sec. XV i cantoni dovettero continuare la loro lotta per mantenere l'indipendenza. Così essi furono in guerra con Carlo di Borgogna, che venne battuto a Grandson e a Morat, e con l'imperatore Massimiliano, il cui esercito fu disperso a Calven. Intanto erano entrati nella lega, la quale già da molto tempo veniva citata nelle carte col nome di Eidgenossenschaft o Confederazione, i cantoni di Friburgo e Solothurn. E' inoltre da ricordare che gli Svizzeri presero parte come mercenari a gran parte delle guerre combattute in Italia e altrove. Per molto tempo essi furono considerati la migliore fanteria esistente.
La Riforma diede luogo a perturbamenti e a scissioni. I cantoni meridionali restarono cattolici, mentre Zwingli a Zurigo e Calvino a Ginevra affermavano il protestantesimo. Ne nacquero lotte sanguinose, che contribuirono al formarsi in S. di aree culturali tra loro separate, ma che alla fine non intaccarono il principio federativo. Nel 1648 il trattato di Westfalia riconosceva l'indipendenza della Confederazione dall'Impero.Durante lo stesso sec. XVII e in quello successivo nelle campagne della S. si verificarono frequenti rivolte dei contadini dirette a spezzare l'oppressione dell'aristocrazia terriera. Contemporaneamente si consolidò nei grandi centri una florida borghesia mercantile. Nel 1797 un esercito rivoluzionario francese entrò in S. per impedirne l'occupazione da parte degli Austriaci. Soppressa la Confederazione, fu costituita la Repubblica elvetica, con un forte governo centrale (1798). Gli antichi privilegi medievali vennero aboliti e l'intera vita svizzera fu riorganizzata su basi democratiche. L'unità politica urtò però contro il principio federativo, sancito ormai profondamente dalla tradizione. Nacque così un partito federalista, che dopo il crollo del regime napoleonico (1814-15) si batté per una restaurazione della Confederazione, pur nella nuova struttura democratica creata nel 1798.
Durante la seconda metà del XIX sec. i liberali riuscirono a far trionfare i principi della libertà di stampa, di pensiero, di fede.
Negli ultimi decenni del secolo si organizzò il movimento operaio, che lentamente impose una maggiore democraticizzazione della società svizzera. Al termine della 1ª Guerra mondiale, il 13 febbraio 1920, la S. otteneva dalla Lega delle Nazioni il riconoscimento del princigio di neutralità, cui ormai, fin dal secolo precedente, essa si atteneva rigorosamente. La S. così non partecipò alla 2ª Guerra mondiale e fu, si può dire, l'unico angolo d'Europa a restare al di fuori degli orrori del più grande conflitto di tutti i tempi. Per il suo particolare carattere di Stato neutrale la S. è oggi considerata un vero e proprio centro internazionale, che ospita tra l'altro gli uffici centrali di molte organizzazioni dell'ONU (Organizzazione internazionale del lavoro, Organizzazione mondiale della sanità, ecc.) o di altri organismi internazionali (Consiglio mondiale delle Chiese, Croce Rossa internazionale).
Gli Svizzeri hanno approvato con un referendum l'impiego dell'atomo per usi pacifici. Nel 1988 erano in funzione nel paese 5 reattori, che coprivano il 40% del fabbisogno elettrico.

 

Arte

Numerosi sono i resti architettonici d'età romana, come fori e porticati, soprattutto a Windisch (antica Vindonissa), Avenches (Aventicum), Basel-Augst (Augusta Raurica). Dell'arte paleocristiana rimane solo la mensa d'altare di Saint-Germain (Museo di Ginevra). Ben documentata è invece l'arte barbarica (oreficierie). Nel VII sec. un'arte religiosa di notevole rilievo fiorì nei conventi dei monaci irlandesi di S. Colombano. Nell'età carolingia sorse una celebre scuola artistica, ricordata soprattutto per le miniature, nel convento di San Gallo (del cui aspetto primitivo resta solo un grafico).
Con l'arte romanica (XI sec.) il Ticino ed i Grigioni accolsero influssi italiani (chiese di maestri comacini); le altre regioni rimasero legate alla Francia ed alla Germania. Le più interessanti sculture del romanico svizzero sono nella cattedrale di Coira.
Del periodo gotico ricordiamo le cattedrali di Neuchâtel, Ginevra, Losanna, S. Nicola di Friburgo, tutte molto ricche di sculture. Nella chiesa conventuale di S. Francesco a Königsfelden vi sono notevoli vetrate (un'arte questa che ebbe una vasta fioritura anche nei secoli successivi). Una scuola pittorica sorse nel Ticino (affreschi a Castel S. Pietro).
Il primo Rinascimento penetrò solo nel Ticino, mentre le altre regioni furono ancora a lungo legate ai modi tardo-gotici. Nel XV sec. le città cominciarono ad avere un più organico schema urbanistico, accentrandosi intorno al palazzo nobiliare ed alla cattedrale. Più che l'architettura e la scultura, ebbe grande importanza nel XV-XVI sec. la pittura, il cui sviluppo fu determinato dalla presenza di artisti stranieri, quali Dürer, Holbein, Bramantino. La S. contribuì alla fioritura del barocco europeo con artisti attivi in varie parti d'Europa, quali C. Maderno, F. Borromini, B. Longhena, i Fontana. ll barocco svizzero si sviluppò con forme fastose soprattutto nel XVIII sec. per influsso tedesco (chiese di Pfäfers, di Saint- Urban, di Einsiedeln, di San Gallo). Numerosi pittori dell'epoca, soprattutto ritrattisti, ebbero fama anche all'estero (J. R. Huber, E. Handmann, R. Gardelle).
Nel XIX sec. fu importante in S. soprattutto la pittura, ispirata alle scuole francese e tedesca (Scuola di Ginevra: A. Töpffer, A. Böcklin). Un carattere più spiccatamente nazionale ebbe F. Hodler.
Nel XX sec. la S. è stata sede di movimenti d'avanguardia (dadaismo) ed ha avuto artisti di fama internazionale, come Maillart, Le Corbusier, Klee, Täuber-Harp, Bill.

 

Letteratura

Nella S. si sono sviluppate varie letterature corrispondenti ai diversi gruppi etnici che vi hanno sede. In genere però gli scrittori originari della S. autori di opere in tedesco, franccse, italiano sono assegnati alle letterature della Germania, della Francia e dell'Italia. Alla S. resterebbe solo il piccolo gruppo romancio ladino. Indichiamo qui brevemente i maggiori esponenti dei diversi gruppi linguistici.
La letteratura romancia, cioè la letteratura redatta in ladino e nelle tre variazioni di romancio, dal XVI al XVIII sec. presenta un carattere di forte polemica religiosa, sviluppandosi sul contrasto tra cattoliccsimo e protestantesimo. Nel XIX sec. essa accoglie una tematica più moderna, ad opera degli scrittori in ladino C. de Flugi, Z. Pallioppi, G. Fadri Caderas, P. Lansel, J. Luzzi, Z. Vonmoos, M. Rauch, «Gian Girun», S. Chönz, J. Semadeni, T. Murk e A. Peer, e degli autori in romancio G. A. Muonder, G. C. Muoth,G. M. Nay, A. Tuor, F. Camathias. Nel XX sec. della produzione in romancio ricordiamo le opere di S. Mani e A. Lozza.
La letteratura in lingua tedesca è la più antica e ricca. Nel Medioevo fu espressa da vari Minnesänger, autori di sacre rappresentazioni, di cronache, ecc. Al '400 e '500 appartennero umanisti, riformatori e scrittori, come Paracelso, H. Zwingli, P. Gegenbach, J. Simler, ecc. Il '600 fu scarso di opere. Nel '700 invece le lettere rifiorirono, fecondate dal pensiero illuminista. Tra i nomi più celebri riordiamo J. J. Bodmer, J. J. Breitinger, A. von Haller, S. Gessner, J. H. Pestalozzi. Al XIX sec. appartennero J. Gotthelf, G. Keller, C. F. Meyer, J. Burckhardt, H. Wölfflin, C. Spittesler (premio Nobel 1919), M. Lienert, E. Zahn. Al XX sec.: J. Schaffner, P. Ilg, O. Wirz, C. Lauber, C. G. Jung, lo psicologo di fama mondiale, J. Knittel.
La letteratura in lingua francese iniziò con la Riforma e l'opera di Calvino. Non produsse opere notevoli fino aI XVIII sec. Di tale secolo ricordiamo il celebre pensatore e scrittore J. J. Rousseau, G. de Staël- Necker, B. Constant. Nel XIX sec. non si ebbero figure di vero rilievo. Nel XX sec. ha conquistato fama internazionale C.-F. Ramuz, creando tutta una schiera di epigoni, da G. de Reynold a M. Zermatten.
La letteratura in lingua italiana, fiorita nel Canton Ticino e in zone dei Grigioni, dall'inizio e per vari secoli fu fortemente influenzata dalla letteratura italiana. Solo nel XX sec. si è delineata una letteratura svizzera italiana con caratteri originali. Tra i più autorevoli esponenti ricordiamo F. Chiesa, il maggiore degli scrittori del Canton Ticino, il dantista G. A. Scartazzini G. Zoppi, G. Calgari, P. Bianconi, V. Gilardoni, V. Donati, A. Jenni, V. Abbondio, G. Orelli, A. Pedroli, O. Spreng, P. Ortelli, F. Filippini.

Fonte: http://spazioinwind.libero.it/zanzibarre/download/Svizzera.zip

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