America settentrionale e meridionale cultura citta turismo

 

 

 

America settentrionale e meridionale cultura citta turismo

 

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America settentrionale e meridionale cultura citta turismo

 

Altre città statunitensi.


Los Angeles: sorge nella California S; si sviluppa con la scoperta di giacimenti petroliferi. E’ una delle maggiori città industriali; quella cinematografica è raggruppata nel quartiere di Hollywood.
Chicago: sorge nell’Illinois, sul lago Michigan. Il centro degli affari è caratterizzato da una selva di grattacieli; è un grande porto e scalo ferroviario.
Filadelfia: conserva alcuni edifici di interesse storico, tra cui la Independence Hall, dove nel 1776 fu firmata la dichiarazione di indipendenza dalla Gran Bretagna.
Gli USA sono una confederazione di 50 stati (simboleggiati dalle 50 stelle della bandiera, in cui le 13 strisce rappresentano i 13 stati che diedero vita nel 1776 alla confederazione) e di un distretto federale (District of Columbia). Ciascuno stato ha una costituzione, un parlamento e un governo. Il capo dello stato è eletto ogni 4 anni. Il potere legislativo spetta al Congresso, composto dalla Camera dei Rappresentanti e dal Senato. Quasi tutte le cariche sono elettive, anche quella di capo della polizia o di procuratore.
L’agricoltura americana è assai produttiva grazie all’intensa meccanizzazione e ai metodi scientifici di sfruttamento della terra. Le aziende, assai grandi, si specializzano in colture specifiche a seconda della zona climatica: ad es. la wheat belt è formata da una zona a grano primaverile a nord, verso il Canada, e una a grano invernale a sud, nel Texas; la corn belt si trova a S dei Grandi Laghi; la cotton belt si stende intorno al basso corso del Mississippi; la dairy belt (fascia del latte) si stende intorno ai Grandi Laghi.
Negli USA si sono creati grandi colossi industriali che agiscono su un mercato mondiale. La ricerca scientifica consente loro di mantenersi all’avanguardia. Gli USA producono 1/4 del carbone mondiale; sono al secondo posto per la produzione di petrolio e di metano. Le industrie sono concentrato nel NE (la zona è ricca di ferro e carbone), dove si trovano i centri siderurgici (Pittsburgh) e meccanici (Detroit) e lungo l’Atlantico.

Il commercio degli schiavi portò a lavorare nelle piantagioni del sud degli Stati Uniti, fin dal 1618, un gran numero di Africani. Gli schiavisti tentarono di de-africanizzare gli schiavi, ai quali era proibito parlare nella lingua madre, suonare le percussioni, praticare i propri riti religiosi. Essi, tuttavia, mantennero vive alcune tradizioni africane con le work song e i field-holler; caratteri tipici di questa musica popolare erano la struttura call-and-response, la complessità ritmica, i battiti sincopati, cui si legavano stili di danza spesso esuberanti.
Quando, poi, gli schiavi furono convertiti a forza al cristianesimo, che doveva insegnare loro a sopportare meglio le sofferenze, cominciarono a riunirsi segretamente per ascoltare alcuni predicatori ambulanti e cantare, a loro modo,.gli inni scritti dai pastori protestanti del New England: nacquero così, agli inizi del XIX sec., gli spiritual (o jubilee). La fede cristiana diventò una sorta di teologia liberatoria: la storia di Mosè e dell'esodo d'Israele toccò l'animo degli schiavi, che tramite gli spiritual potevano trovare sollievo dalle fatiche e gridare il proprio desiderio di libertà.

1. Go down Moses - Louis Armstrong/ Harlem Gospel Singers
2. Amen - Golden Gate Quartet

Erede dello spiritual fu il gospel, che emerse dalle forme di devozione delle Chiese dei Santi, che incoraggiavano i fedeli a "dare testimonianza" cantando e suonando. Negli anni Venti, il predicatore si spostava di parrocchia in parrocchia, portando in chiesa anche strumenti: egli cantava una riga di un salmo all’assemblea che rispondeva, ricantandola. Ne emerse la forma tipica del gospel, basata su grandi cori cui fa da contraltare un solista; essa si evolvette nello stile dei quartetti degli anni Trenta, come il Golden Gate Quartet, i quali cantavano a cappella. Successivamente, emersero soprattutto alcune grandi soliste, come Mahalia Jackson e Bessie Griffin.

3. I Know Where I've Been - Queen Latifah
4. I Will Follow Him - Whoopi Goldberg
5. Amazing Grace - Aretha Franklin

Quando, nel 1865, il Nord, guidato da Abraham Lincoln, vinse la guerra di secessione, la schiavitù fu abolita, perlomeno formalmente: ottenuta la libertà, numerosi ex schiavi-musicisti iniziarono a suonare e cantare la loro musica fuori dalle piantagioni. Essa fu definita dai bianchi blues, per via del senso di nostalgia che sembrava comunicare. Tipico di questo genere è l’uso della scala blues, che ha il terzo grado leggermente calante. Il testo, spesso dissacratorio, è caratterizzato da una struttura ripetitiva di dodici battute: le prime quattro contengono una domanda, alla quale si risponde nelle successive quattro, mentre le ultime concludono. La semplicità dei temi e della struttura permette a questo genere di essere eseguito con pochi strumenti, come la chitarra e l’armonica a bocca, in grado di riprodurre le "stonature" marchio del suono blues. Tra i grandi artisti di questo genere, si possono ricordare i Blues Brothers, Ray Charles, Eric Clapton, Billy Ray Cyrus, Jimi Hendrix, Janis Joplin, B.B. King, Wilson Pickett.

6. Blues Brothers - Sweet Home Chicago
7. B.B. King - Every day I have the blues
8. Simply Red - If you don’t know me by now

Anche il jazz nacque, a inizio XX sec., nelle comunità afro-americane del sud degli Stati Uniti, in particolare nella zona di New Orleans: esso, nel tempo, ha incorporato tutti i generi popolari americani. Suoi caratteri sono l'improvvisazione, la poliritmia, l'utilizzo della sincope e di note swing e di blue note. La formazione jazzistica tipica è costituita da batteria, basso o contrabbasso, pianoforte e uno strumento solista, generalmente un sassofono o una tromba.
Tra il 1910 e il 1920, il jazz si affermò come musica da ballo. Nacquero molte big band, nelle quali i solisti cominciarono ad avere un successo personale, come Louis Armstrong. Nel 1929, quando gli Stati Uniti attraversarono una grave crisi economica, chiamata la grande depressione, i musicisti jazz per sopravvivere finirono in Europa. La rinascita del jazz americano fu legata al giovane ebreo Benny Goodman, che mise a punto il più ballabile swing (chiamato come il giro di mazza del giocatore di baseball), che comincia con tranquillità per scatenarsi progressivamente. In questo periodo ebbero successo le orchestre di Benny Goodman, Duke Ellington, Chick Webb (che aveva come cantante Ella Fitzgerald), Glenn Miller. New York divenne la capitale del jazz grazie ai locali di Harlem (tra cui il “Cotton Club”) e poi ai club del Greenwich Village, di Broadway e della 52ma strada (la Swing Street o "la strada che non dorme mai"). Qui arrivarono alla notorietà, con uno stile rilassato e notturno, Billie Holiday e Art Tatum.
Dopo la guerra, si affermò lo stile bebop, caratterizzato da melodie complesse e tempi veloci e tenuto a battesimo dal trombettista Dizzy Gillespie. La fine degli anni ‘40 vide una reazione, che prese il nome di cool jazz, iniziato da Miles Davis e Gil Evans. Il passaggio a genere colto può forse attribuirsi a George Gershwin, figlio di emigranti russi, morto giovanissimo. Fu così che negli anni ‘60-‘70 il jazz si avvicinò ad altri stili, come al rock, con la nascita della fusion, rappresentata da Frank Zappa e Miles Davis.
Tra i grandi jazzisti, si possono ricordare: Chet Baker, Nat King Cole, John Coltrane, Keith Jarrett, Quincy Jones, Glenn Miller, Frank Sinatra, Sarah Vaughan.

9. Ella Fitzgerald - Blue Moon
10. Nina Simone - I’m a fool to want you
11. Nat King Cole - Unforgettable

Il country si sviluppa dalla musica tradizionale del sud (suonata con violino e banjo), dalla musica dei duos (gruppi di fratelli che suonano la chitarra e il mandolino) e dalla musica celtica degli immigrati anglo-irlandesi. Il primo grande cantante country fu Jimmie Rodgers, che scrisse, da una prospettiva maschile, sulle sue esperienze di vita: donne, whisky, omicidi, malattie, povertà. Egli ispirò una delle due tendenze del genere, incarnata anche da Hank Williams, morto a 29 anni, autore di “Cold Cold Heart” e “I’m So Lonesome I Could Cry”. Dall’altra parte, la Carter Family costruì una lunga carriera grazie alle proprie vocalità e ad una collezione di ballate tradizionali riarrangiate. Negli anni ‘60, il country divenne, sullo stile del pop anni ’50, una industria a Nashville; negli anni ’90 emerse il country alternativo, che prendeva in prestito sonorità dal rock e dal punk. Il bluegrass è un filone tradizionale di musica eseguita da gruppi musicali composti solo da strumenti a corda, caratterizzata da veloci assoli di mandolino, banjo e violino.
Tra i cantanti country più noti, sono: Johnny Cash, Skeeter Davis, Loretta Lynn, Dolly Parton, Connie Smith, Ray Stevens, Dottie West.

12. Johnny Cash - Hurt; 13. Dolly Parton - Kenny Rogers - I will always love you; 14. Loretta Lynn - Deck the Halls
Il rhythm and blues è un termine introdotto nel 1949 da Jerry Wexler, giornalista della rivista “Billboard”, usato nel tempo per descrivere la musica pop degli afroamericani. Ai suoi inizi il R&B era una versione ritmata del Blues; poi, principalmente per ragioni di mercato, fu assimilato dai bianchi e ispirò il rock. Tra i cantanti di questo genere, possono essere citati: Beyoncè, Mariah Carey, Michael Jackson, Nina Simone, Stevie Wonder, Whitney Houston, Otis Redding, Patti La Belle, Gladys Knight, Donna Summer, Lionel Richie, Diana Ross, Luther Vandross, Little Richard, Tina Turner, Joe Cocker, Craig David, Prince, Usher, Ne-Yo, Akon, Mary J. Blige.

Il rock and roll nasce negli anni Cinquanta come musica da ballo per Afroamericani, traendo le proprie radici nel blues, nel country, nel R&B. Rocking era l’estasi mistica per i cantanti gospel; il bluesman Roy Brown usò il termine nel 1947 nella canzone "Good Rocking Tonight", in cui la parola era apparentemente riferita al ballo, ma alludeva al sesso. Nel 1951 il dj Alan Freed di Cleveland usò per primo dischi rock per il pubblico bianco: si attribuisce a lui l'espressione R&R per descrivere la musica che trasmetteva. La formazione classica di una rock band comprende la voce, una o due chitarre elettriche (spesso una dedicata alla ritmica e una alla solistica) e una sezione ritmica (basso e batteria).
Little Richard e Jerry Lee Lewis, con brani come "Tutti Frutti", "Great Balls of Fire" e "Whole Lotta Shakin' Goin' On", portarono il rock al suo massimo. Con Elvis Presley la componente delle allusioni sessuali e dell’attitudine al ballo scatenato si manifestò pienamente. Furono i Rolling Stones a sporcare il rock americano, mentre in Inghilterra venivano alla ribalta i Beatles. Gli Stones usavano ritmi semplici, unendo insieme blues e garage (con improvvisazioni e assoli di chitarra elettrica, ad es.). Quest’ultimo era un rock più grezzo, nato verso il 1965 e dal quale sarebbe emerso il punk. Il fenomeno Stones e Beatles trovò l'apice nel 1966 quando molti gruppi portarono alla luce la ribellione giovanile. Al festival di Woodstock (1969) mezzo milione di ragazzi si riunì per tre giorni, ritrovandosi a condividere passioni politiche, gioie e problemi nel segno del folk di Joan Baez e Bob Dylan e del rock degli Who e di Jimi Hendrix. Con la nascita della psichedelia il rock attinse alle ricerche dello scrittore e psicologo Timothy Leary sugli effetti delle droghe sugli artisti. Il movimento nacque negli USA, ma si sviluppò con i Beatles in Inghilterra.
Gli anni ‘70 si aprono con le morti di Jimi Hendrix; Janis Joplin; Jim Morrison, dovute all'abuso di alcool, barbiturici e droghe pesanti. La guerra del Vietnam (finita nel 1975 con la sconfitta degli USA) portò gruppi e cantanti americani ad un atteggiamento più politicizzato di aperta contestazione verso il governo.
Mentre il rock californiano subì l'influenza del folk e del country, dando vita alla west coast (i Jefferson Airplane, i Grateful Dead), altri gruppi, grazie alla tecnologia che introdusse il sintetizzatore, inventarono un rock raffinato, contaminato con la musica classica e il jazz, definito progressive o prog. Tra i prog, si contano: i Pink Floyd (i cui testi erano incentrati sulla psicologia e sulla denuncia sociale), gli Emerson Lake & Palmer, i Jethro Tull (che introdussero nel rock il flauto), i Supertramp, i Mothers of Invention (di Frank Zappa che incantava il pubblico con storie talora naïf, più spesso satiriche e nichiliste), Mike Oldfield (autore di “Tubular Bells”, un disco strutturato come un unico brano, costruito su nastri preregistrati dove ogni strumento era suonato dall'autore, colonna sonora di “L'esorcista”). In questo periodo, si affermano anche l’heavy metal (che negli anni successivi avrebbe dato vita al trash metal dei Metallica e poi all’hair metal, dei Van Halen, dei Motley Crue, dei Kiss) e il glam rock dei Kiss, dei Queen, di David Bowie e dei Roxy Music, il quale sviluppò nuove contaminazioni con la letteratura dei poeti maledetti e la musica classica contemporanea. Bowie era un mimo della scuola di Lindsay Kemp e portò nel genere costumi e scenografie psichedeliche, influenzando Lou Reed e Iggy Pop, cantanti rispettivamente dei Velvet Underground e degli Stooges.
In reazione all’intellettualismo del prog, nacque nel 1975 il punk, il cui teorico fu il poeta, attore e musicista Richard Hell e che espresse tutto il ribellismo giovanile, decretando la fine del prog (i Ramones, i Sex Pistols, i Clash) e la trasformazione di artisti come Patti Smith e Iggy Pop.
Gli anni ’80 portarono la fusione del rock col pop, creando prodotti più commerciali definibili come pop rock: Billy Joel, Michael Jackson, George Michael e i Police (che avevano inventato il reggae ‘n’ roll con canzoni come “Roxanne” o “Every Breath You Take”). In questo periodo ebbe successo l’heartland rock, indirizzato alla classe lavorativa e caratterizzato da uno stile semplice. Ne è rappresentante Bruce Springsteen: grazie al suo album del 1984, “Born in the USA”, diventa star planetaria.
Contro il rock commerciale, nasce il grunge, a Seattle, da metà anni ’80: il termine, che significa fradicio, evidenzia l'aspetto trasandato dei protagonisti e la loro scarsa ricercatezza tecnica. Il grunge recupera sonorità heavy e punk, su testi di denuncia i quali spesso trattano di argomenti angosciosi. Cominciò ad avere successo negli anni ‘90 con i Nirvana e poi, con il post grunge, con i Foo Fighters e Alanis Morissette.
Mentre alla fine degli anni ’90 l’hip hop scavalcava nelle vendite il rock, nacque il nu metal che alle sonorità dure affianca ritmi sincopati, riff di chitarra ripetuti, alternanza di parti vocali aggressive e melodiche e, perfino, strofe rappate e scratch: è il genere dei Korn, dei Deftones e dei Limp Bizkit.

L'hip hop è nato nelle comunità afroamericane e latine del Bronx, a fine anni ’70, nei block party, cioè nelle feste di strada durante le quali gli MC (masters of ceremonies, poi rapper) iniziarono a parlare sopra le parti strumentali dei dischi che suonavano. Elementi del rap risalgono a musicisti itineranti africani (griot) o alle parti parlate nei dischi di James Brown e Isaac Hayes o al genere giamaicano dub o alla tradizione blues del toasting. Il primo rapper fu il dj giamaicano Kool Herc nel 1974: in gara con altri dj, sviluppò nuove tecniche di missaggio e suonò i dischi funk isolando le parti di sole percussioni, allungandone la durata con due copie dello stesso disco. I primi rapper si focalizzavano sull'introduzione di sé e dei collaboratori, presto le loro performance si svilupparono fino a comprendere improvvisazioni. In genere, gli MC si combattono a colpi di rime rap: lo scopo è svalutare il proprio avversario. Altri DJ introdussero lo scratching, così da produrre vari trick tra i due album sui giradischi. Elementi della cultura hip hop sono: i graffiti, che si svilupparono negli anni ’70 nella metro di New York (come veloci marchi fatti con vernice spray, detti tag) e poi sui muri di molte città; la breakdancing, da cui si sviluppò la danza new style; e il beatboxing, cioé l'arte di creare melodie solo con la bocca.

01. Platters - Smoke gets in your eyes
02. Diana Ross - Ain’t no mountain high enough
03. Lionel Richie - Hello
04. Jerry Lee Lewis - Great Balls of Fire
05. Elvis Presley - Bee bop a lula
06. Rolling Stones - Satisfaction
07. Pink Floyd - Another brick in the wall
08. Mike Oldfield - Moonlight shadow
09. Metallica - Nothing Else Matters
10. David Bowie - Space oddity
11. Ramones - Baby I love you
12. Police - Roxanne
13. Bruce Springsteen - Born in the USA
14. Nirvana - Smells Like Teens Spirit
15. Limp Bizkit - Behind blue eyes

 

AMERICA MERIDIONALE.

 

E’ bagnata a est dall’Atlantico, a sud dal Canale di Drae, a ovest dal pacifico, a nord dall’Atlantico. E’ congiunta con l’America N dall’istmo di Panama. Presenta un solo golfo, lungo il Pacifico: quello di Arica. Poche le isole: nell’Atlantico, le Falkland o Malvine e la Terra del Fuoco; nel Pacifico, numerose isole lungo la costa del Cile e le Galapagos al largo dell’Ecuador.
Il rilievo è caratterizzato da fasce disposte da nord a sud: le Ande si dividono in due fasce, uno a ridosso della costa e una interna, che racchiudono altipiani (il piu’ ampio è quello della Bolivia); al centro sono i bacini di tre fiumi: l’Orinoco, il Rio delle Amazzoni, il Paranà-Paraguay; i rilievi orientali sono tavolati separati da fossati e orlati da rilievi (le sierre): il massiccio della Guaiana, gli altipiani del Brasile e del Mato Grosso, il Tavolato della Patagonia.
Il maggiore dei fiumi è il Rio delle Amazzoni che nasce nel Peru’ e raccoglie gli affluenti Rio Negro, Madeira, Tapajòs; sfocia con un estuario. L’Orinoco sfocia in territorio venezuelano con un delta; il bacino si estende tra le Ande, la Cordigliera di Merida e il massiccio della Guaiana. Il Rio San Francisco scorre in Brasile lungo la costa. Il Paranà nasce dall’altopiano del Brasile, riceve il Paraguay e sfocia nell’estuario del Rio de la Plata, in cui si getta anche l’Uruguay.
Il lago principale è il Titicaca, tra Peru’ e Bolivia, a 4000 metri. L’America S si estende nella zona torrida; domina il clima equatoriale nell’Amazzonia, sulle coste di Colombia, Venezuela, Guaiane, Brasile. Hanno clima tropicale altipiani brasiliani, Bolivia, Paraguay, Argentina N. A sud del Tropico del Capricorno si ha clima temperato, che diviene freddo nella Terra del Fuoco. Sulle Ande e negli altipiani, il clima è freddo. Le zone aride sono lungo il Pacifico. I deserti sono rari: il piu’ noto è quello di Atacama (Cile).
Molte specie originarie si trovano nella foresta vergine. Nelle zone tropicali si estende la savana. Nelle regioni temperate sono diffuse le praterie (pampas), che lasciano il passo alla steppa. La flora ha fornito molte piante utili, poi diffuse altrove: patata, fagiolo, peperone, pomodoro, mais, cacao, arachidi, tabacco, hevea brasiliensis (da cui si ricava il caucciu’), la chinchona (da cui deriva il chinino), il chicle (da cui la gomma da masticare), la coca. Tipiche sono la manioca (un tubero) e l’erba mate (simile al tè). Originari del continente sono il giaguaro e il puma, oltre che il lama, l’alpaca, la vigogna, il formichiere, l’armadillo, il chinchilla, i colibrì, il condor, l’anaconda, i piranhas.

In America S si incontrano tre stirpi: gli Amerindi originari del continente, i coloni e i negri deportati. I primi sono la maggioranza della popolazione andian; hanno in parte assimilato lingua, religione e costumi degli Spagnoli. Qui si sviluppa prima dei bianchi la civiltà degli Incas. I bianchi sono la classe dominante (si chiamano creoli i discendenti dei primi immigrati). Rappresentano la maggioranza nelle regioni a clima temperato. I negri sono numerosi sull’Atlantico. Numerosi i gruppi discendenti dall’incrocio tra bianchi e Amerindi (peones), tra bianchi e negri (mulatti), fra negri e Amerindi (zambos).
L’economia del continente consiste nella produzione in eccesso di certi prodotti e nell’esportazione di questi prodotti in cambio di manufatti industriali. Lo sviluppo è stato promosso soprattutto da gruppi economici stranieri, soprattutto statunitensi. Le regioni tropicali sono produttrici di caffé, cacao, zucchero, cotone, frutti tropicali, caucciu’, coltivati nelle piantagioni. Le regioni temprate restano spopolate fino a metà del ‘900, perché erano ritenute di scarso interesse economico. I progressi nel campo della conservazione fecero di queste terre uno dei centri di rifornimento di grano e carne. Ciò permise un piu’ equilibrato sviluppo di questi paesi.

 

Brasile.


Nel 1494 Spagna e Portogallo stipularono il trattato di Tordesillas. I territori a est di una linea passante per la foce del Rio delle Amazzoni sarebbero stati portoghesi, quelli a ovest spagnoli. Siccome era difficile penetrare da ovest in Brasile, solo i Portoghesi lo colonizzarono. L’esplorazione dell’interno era affidata solo ad avventurieri (bandeirantes). Nel 1822 Pedro I, figlio di Giovanni I re del Portogallo, ne fu proclamato imperatore. Dopo pochi decenni, un movimento rivoluzionario costrinse all’abdicazione Pedro II e instaurò la repubblica nel 1889. Ancora oggi il Brasile è una repubblica federale formata da 22 stati, 4 territori e un distretto federale; il presidente della repubblica, eletto ogni 5 anni, è anche capo del governo. Popolato da Indios, coloni portoghesi e negri, il Brasile è un crogiuolo di razze e popoli, grazie all’assenza di discriminazioni razziali. Vaste regioni sono disabitate.
Capitale è Brasilia, una città nuova costruita in una regione di terre ancora vergini. La decisione di fondarla simboleggiava l’intento di inserire nell’economia le regioni semiselvagge dell’interno. Ha una pianta a forma di arco con la freccia incoccata; l’arco ospita i principali complessi monumentali; la freccia è una autostrada lungo cui sono le zone residenziali. Molti edifici sono rimasti, però, inabitati.
San Paolo è la città piu’ ricca, fondata sulle piantagioni di caffé. Rio de Janeiro, costruita sulla baia di Guanbara, lungo spiagge come quella di Copacabana, è il maggior scalo marittimo e aereo e il secondo centro industriale.
L’Amazzonia occupa un territorio di ca. 6 milioni di kmq. E’ detta il polmone del mondo. Dalla Hevea brasiliensis ai legni pregiati, dalle piante medicinali alle spezie, dagli alberi da frutto alle liane, dalle ninfacee alle orchidee, la flora amazzonica è ricchissima. Ospita un mondo animale sorprendente: tapiri, bradipi, formichieri, giaguari, armadilli, porcospini, pipistrelli, colibrì, pappagalli, tucani, scimmie, lucertole, rane, caimani, serpenti, torpedini, piranhas. Fino a poco tempo fa, l’unico sfruttamento in Amazzonia è rimasto quello degli stringueiros (raccoglitori di lattice); la corsa alla gomma naturale fu troncata dalla concorrenza della gomma asiatica. Ne resta solo Manaus, fondata al centro della foresta. Il popolo amazzonico prima dei coloni era stimato in 3 milioni; oggi gli Indios sono 100mila. I bianchi li hanno considerati come esseri primitivi. Molti hanno perso le antiche abitudini, altri sono travolti dalla civiltà. Nella corsa allo sfruttamento dell’Amazzonia gli Indios furono visti come un ostacolo: talora il problema fu risolto con lo sterminio delle tribu’. Alcuni di questi episodi divennero di dominio pubblico e il governo fondò un ente per limitare questi eccessi e creò il parco dello Xingu, per isolarvi 15 tribu’.

La storia dell’economia del Brasile è la storia di tanti boom e di altrettante crisi di un solo prodotto: prima il legname pregiato, poi la canna, poi il bestiame, poi l’oro e i diamanti, poi il caucciu’, infine il caffé. Questi sono ancora i principali prodotti agricoli brasiliani. Notevole è il patrimonio bovino. Grandi le riserve di petrolio, ferro, minerali metallici, oro, diamanti. L’industria soffre per la scarsezza di fonti d’energia, come il carbone.

 

Argentina.


Diversamente dal resto dell’America latina, è un paese progredito, senza contrasti di razze e con una popolazione compatta, soprattutto italaina. Gode di un clima temperato. Il suo territorio è diviso in quattro regioni: la pianura del Gran Chaco a nord (tra Paranà e Ande; caldo e umido a est, coperto da foreste, a ovest presenta un’arida savana); al centro la pampa (una pianura senza alberi, coperta da un folto tappeto d’erba e fertile, che offre ottimi pascoli), la Patagonia (a sud del paese, è un altopiano pietroso che termina oltre lo stretto di Magellano con la Terra del Fuoco), le Ande (la cima piu’ alta è l’Aconcagua, 6959 m.).
Capitale è Buenos Aires, sulla riva del Rio de la Plata; si è sviluppata grazie a industrie e immigrazione. A parte qualche vecchio quartiere intorno al porto (come quello italiano della Boca, con basse case di legno), presenta una pianta regolare. Altre città sono: Cordoba, Rosario, La Plata, Tucumàn, Mendoza.
L’Argentina fu occupata dagli Spagnoli dal 1536 al 1810, quando dopo l’indipendenza si aprì una serie di lotte civili, cui fecero seguito guerre con il Brasile (1827) e l’Uruguay (1842), in difesa del quale intervenne Garibaldi. Ci fu la dittatura di Rosas (1829-52), alla caduta della quale l’Argentina si proclamò repubblica (1853). Dopo la II guerra mondiale, alla quale dichiara guerra negli ultimi giorni a Germania e Giappone, giunse al potere il colonnello Peròn. Egli attuò una politica favorevole ai ceti umili e divenne l’idolo dei descamisados. Rimase al potere dal 1946 al 1955 estendendo il controllo statale sull’economia, sviluppando l’industria, emanando una nuova costituzione; provocò una crisi economica, si attirò l’ostilità della chiesa, alla fine andò in esilio in Spagna. Tornò dopo 18 anni, durante i quali l’esercito non risolse i problemi. Fu rieletto nel 1973, moriva nel 1974 e il potere andò alla moglie, deposta nel 1976. Il potere fu preso da una giunta militare.
Per lungo tempo l’economia argentina si basò sull’agricoltura e sull’allevamento della pampa. Qui si creò il mito del gaucho, custode delle grandi mandrie, sempre a cavallo. Ora si sono sviluppati anche altri prodotti (semi di lino, cotone, canna, vite). Le risorse del sottosuolo sono scarse, tranne che gli idrocarburi.
A PROPOSITO DEL BRASILE. IL FENOMENO CALCIO.
Origini del calcio sudamericano. Charlie Miller, figlio di un espatriato inglese che lavorava alla ferrovia di San Paolo, educato in Inghilterra e calciatore di talento, esportò il pallone in Brasile: siccome l’aveva praticato, in patria, su campi duri e non fangosi, il suo stile era costruito su dribbling e finte. L'inglese fu la lingua ufficiale delle partite: il giocatore colpito poteva accettare le scuse del colpevole, se erano sincere e formulate in inglese corretto. Il nome dei Corinthians fu scelto da Miller, che aveva giocato per il Corinthian Football Club, dove militavano solo studenti, animati dallo spirito olimpico (se fischiavano loro un rigore, il portiere non difendeva la porta).

Prima evoluzione. Da divertimento per ricchi, il calcio si diffuse presto nelle periferie: qui si mescolò al ballo e alla capoeira, creando il calcio bailado, nel quale il palleggio diventa un'arte. Molti gesti atletici furono inventati dai Sudamericani, come la rovesciata o cilena. Molti fuoriclasse (soprattutto neri, mulatti e creoli discriminati dalla democrazia razziale) nacquero poveri e trovarono nel pallone il riscatto. Nel 1916, nella gara d’apertura della prima Coppa America, l'Uruguay vinse per 4-0 contro il Cile: doppiette di Piendibene (che non esultava mai dopo una rete per non offendere gli avversari) e Gradin. Il Cile pretese l'annullamento della partita perché l'Uruguay aveva schierato due africani: Gradin e Delgado. L'Uruguay era l'unico paese con giocatori di colore in nazionale. Nel 1921 il presidente del Brasile Epitacio Pessoa ordinò che nessun giocatore nero prendesse parte alla Coppa America: vinse l'Uruguay che umiliò i Brasiliani 6-0.

Andrade. Nel 1924 l'Uruguay vinse a Parigi le Olimpiadi: l'Europa scoprì José Leandro Andrade, che in una partita attraversò mezzo campo con il pallone sulla testa. La stampa francese lo soprannominò «meraviglia nera», anche per l’abilità nelle veroniche, finte che disegnavano sul campo una serie di otto. Rivelò che i giocatori uruguaiani si allenavano rincorrendo galline: non era vero, ma la stampa ci credette.
Quella Nazionale vinse anche le Olimpiadi di Amsterdam nel 1928 e il primo Campionato del Mondo nel 1930. Alla vigilia del match con la Jugoslavia alle Olimpiadi di Parigi, gli Jugoslavi spiarono l'Uruguay in allenamento. I giocatori della "Celeste" se ne accorsero e iniziarono a mandare il pallone alle stelle e a scontrarsi gli uni con gli altri. Le spie dissero: “Fanno tenerezza, questi poveri ragazzi venuti da lontano”. La Jugoslavia perse 7-0.

Leônidas da Silva. Soprannominato “diamante negro”, fu snobbato dal Fluminense, per cui tifava, perché era di colore. A 19 anni, esordì in nazionale nel 1932 con due gol contro l’Uruguay. Al Mondiale del 1938 in Francia vinse il titolo di capocannoniere. Agli ottavi, contro la Polonia, il Brasile passeggiò fino alla pioggia, che rese il campo una palude, consentendo ai Polacchi di pareggiare. Allora i Brasiliani si tolsero le scarpe e a piedi nudi, come sulle spiagge di Rio, Leônidas segnò il terzo gol personale. Quando l'arbitro svedese gli chiese di mostrargli i piedi, per verificare se indossasse gli scarpini, lui infilò i piedi nel fango, impedendogli di effettuare la verifica. Il tecnico, poi, gli concedette un turno di riposo nella semifinale con l'Italia, persa dal presuntuoso Brasile: avevano già prenotato i biglietti aerei per la finale di Parigi.

Zizinho. Ai Mondiali del 1950, durante Brasile-Jugoslavia, Zizinho segnò un gol che l'arbitro ingiustamente annullò. Ripeté l'azione tale e quale, entrando in area nello stesso punto, saltando lo stesso difensore e mettendo il pallone nello stesso angolo: poi, lo calciò più volte in fondo alla rete. L'arbitro comprese che Zizinho sarebbe stato capace di ripetere ancora quell'azione e lo convalidò.
In finale, a Rio, il Brasile perse con l’Uruguay: fu considerata una catastrofe nazionale. Un giornale diede la colpa alla maglia bianca che fino a quel momento i giocatori brasiliani avevano indossato. Fu indetto un concorso per disegnare una divisa che contenesse tutti i colori della bandiera: giallo, verde, azzurro e bianco. Vinse un brasiliano, ma tifoso dell’Uruguay, Aldyr Garcia Schlee. La nuova maglia debuttò nel 1954 al Maracanà, nella vittoria col Cile.

Pelè. Di lui si disse che, se non fosse nato uomo, sarebbe nato pallone. Non giocò in Europa perché era considerato un patrimonio del Brasile e il sistema trasferimenti era meno globalizzato. A diciannove anni, in dodici secondi scavalcò con quattro pallonetti altrettanti avversari e segnò. Negli USA, vestì la maglia dei prigionieri alleati contro la rappresentativa nazista nel film Fuga per la vittoria, in cui pareggia con una rovesciata riuscita al primo ciak. In Colombia, un arbitro che lo aveva espulso cambiò idea per il furore del pubblico e se ne andò dal campo. Il Santos, la sua squadra, fu invitato a disputare una partita a Brazzaville, capitale del Congo in guerra con lo Zaire; i due paesi siglarono una tregua di due giorni per consentire l’incontro.

 

Luis Silvio Danuello. Fu comprato dalla Pistoiese nel 1980 per giocare in A. Era però un giocatore di oratorio, che fu cacciato dopo sei giornate di campionato. I giocatori del Ponte Preta, la squadra di Luis, infatti, avevano organizzato un’amichevole truccata, per farlo apparire come un fenomeno. Lo scherzo riusci e il giocatore fu acquistato per 170 milioni. Quando la sua avventura italiana ebbe fine, lui non ne fece un dramma, anzi dichiarò di aver realizzato il sogno di una vita: aprire un bar.

Tango argentino.

Nato in Argentina e Uruguay, consiste di molti stili sviluppati in diverse regioni e tempi e influenzati anche dall’Europa e dall’America Nord. Non si sa come mai si chiami così, né se ne conoscono le origini musicali (spagnole, africane, cubane...).
Il tango usa uno strumento, inventato dal musicista tedesco Heinrich Band, il bandoneón, una fisarmonica di legno. Pur essendo sincopato, non si serve di percussioni e gli altri strumenti segnano con forza il ritmo. La sua struttura armonica, però, è tipicamente italiana. I maggiori compositori, Carlos Di Sarli, Juan D'Arienzo, Osvaldo Pugliese, sono tutti figli di Italiani. Astor Piazzolla ha portato il tango dalle piste da ballo ai concerti. Alla fine del ‘900 si è cominciato a ballare anche su musica di altri generi, come hip hop, blues o rock.

Il tango è ballato in un vero e proprio abbraccio (abrazo), che può essere variamente aperto o chiuso, per cui i ballerini possono essere a distanza di un braccio o stare corpo a corpo: l'uomo con la destra cinge la schiena della ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la propria spalla sinistra e la destra della donna. Ci deve essere contatto, perché, siccome è un ballo interamente improvvisato, deve esserci comunicazione fra i ballerini. L’unica regola è che l’uomo guida (col linguaggio del corpo) e la donna segue. Il passo base è il passo di una camminata (caminata).
L’uomo “sfida” la donna con la sacada (sposta il piede senza peso della partner esternamente, mentre camminano), la parada (ferma il movimento della ballerina che tiene divise le gambe e il peso su entrambi i piedi), la barrida (uno dei due trascina il piede dell’altro sul pavimento), il sandwich (l’uomo mette i piedi su entrambi i lati del piede avanzato della donna), il gancho (l’uomo aggancia con la propria gamba quella della partner). La donna contribuisce con gli adornos: golpecitos (piccoli colpi di punta), amagues (calci alti o bassi di un piede davanti all’altro), caricias (la donna strofina la coscia, un polpaccio o il piede sul corpo del partner).

Il tango è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono il tango, la milonga e il vals. Il vals è in ¾, come un valzer; lo stile è piuttosto rilassato, senza pause né giros. La milonga è un tango, ma il ritmo è quello della habanera; è anche il nome delle feste da ballo.

Alle origini del tango, intorno al 1880, è il canyengue, dai tipici movimenti rapidi e corti. Il tango orillero si sviluppa nei sobborghi dove c’era maggiore spazio per ballare; usa vari abbellimenti. Il tango salon, nato nei salotti dell'aristocrazia, caratterizzato da passi lenti e misurati, fu popolare soprattutto nel 1950, quando era ballato con grandi orchestre; quando il rock soppiantò il tango, le milongas furono organizzate in piccole confiterias. Qui nacque lo estilo milonguero, ballato in un abbraccio stretto e senza abbellimenti (per i quali non c’era spazio).
Negli spettacoli i ballerini si esibiscono nel tango show caratterizzato da figure coreografiche spettacolari. Negli anni '60 e '70 si afferma il tango fantasia, che si distacca dal tango tradizionale. Negli anni 2000 si è affermato il tango nuevo ballato soprattutto sulle note del tango elettronico.

La última curda (Cadicamo-Cobian)
La canción de Buenos Aires (M.Romero-A.Maizani-O.Cufaro)
Malena (Manzi-Demare)
Malevaje (Discépolo-Filiberto)
Mano a mano (Gardel-Flores-Razzano)
Caminito (Filiberto-Coria Peñalosa)
Cambalache (Discépolo)
Che bandoneón (Troilo-Manzi)
Che papusa oí (Cadicamo-Matos Rodrigues)
Solo (Solanas)
Yira... yira... (Santos-Discepolo)
Yuyo verde (Esposito-Delfino-Domingo)
Vuelvo al Sur (Piazzolla-Solanas)
La Cumparsita (Gerardo Matos Rodriguez)
El Choclo (Ángel Villoldo)
La yumba (Osvaldo Pugliese)
Bahía Blanca (Carlos di Sarli)
Jalousie (Jacob Gade)
Michelangelo 70 (Astor Piazzolla)
Desde el alma (R. Melo)
Afiches (Roberto Goyeneche)
Por una cabeza (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Nostalgias (Cobián-Cadícamo)
Uno (Mores-Discepolo)
A media luz (Lenzi-Donato)
Chau, no va más (Expósito-Goyeneche)
Maquillaje (Roberto Goyeneche)
Naranjo en flor (Homero y Virgilio Exposito)
El día que me quieras (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Sur (Homero Manzi-Anibal Troilo)
Volver (Alfredo Le Pera-Carlos Gardel)
Verano Porteño (Astor Piazzolla)
Santa María (del Buen Ayre) (Gotan Project)
Café La Humedad (Cacho Castaña)
Tango (Goran Bregovic)
Adiós Nonino (Astor Piazzolla)

 

fonte: http://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/07/america-settentrionale-america-meridionale-cultura-citta-turismo.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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