Germania

 

 

 

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Germania


(Deutschland)

 

Vasta regione dell'Europa centro-settentrionale, compresa approssimativamente tra le Alpi a sud, il mare del Nord e il mar Baltico a nord, il fiume Reno ad ovest e l'Oder ad est, politicamente divisa, dopo il crollo del Terzo Reich (Impero), in due stati, la Repubblica Federale Tedesca ad ovest e la Repubblica Democratica Tedesca ad est. Il nome G. ha avuto nella storia vari significati. Nell'età classica indicava la regione coperta di foreste e paludi tra il Reno e il Danubio, abitata dalle tribù dei Germani, con i quali i Romani vennero direttamente in contatto nel 58 a.C.; dal Medioevo all'età moderna era generalmente il Sacro Romano Impero; dopo il Congresso di Vienna significò la Confederazione tedesca, nella quale era inclusa anche l'Austria. Dal 1870 per G. s'intese l'impero tedesco, finito con la disfatta del 1918. Nel periodo 1933-45, dopo la breve vita della cosiddetta Repubblica di Weimar, la G. si estese politicamente su tutta l'area linguistica e culturale tedesca, compresa l'Austria e vari territori ad est. La divisione, delineata nella Conferenza di Potsdam, rispecchiava in effetti le due aree di occupazione militare formatesi nel 1945, quella anglo-francese-americana ad ovest e quella sovietica ad est. Dal 1990 la G. è di nuovo unificata.
La sua superficie è di 356.957 kmq. I confini esterni sono i seguenti: a sud la Svizzera e l'Austria, a sud-est l'Austria, ad est la Cecoslovacchia e la Polonia, a nord il mar Baltico, la Danimarca e il mare del Nord, ad ovest i Paesi Bassi (Olanda), il Belgio, il Lussemburgo e la Francia.

 

Configurazione fisica

Tutta la G. settentrionale appartiene alla grande pianura europea che si estende dai Paesi Bassi alla Polonia ed alla Russia. Si tratta di un'area ben irrigata, con lievissime interruzioni causate da antiche formazioni moreniche e vallate di origine glaciale. A sud della pianura e ad ovest del Danubio la G. si presenta come un altipiano attraversato da numerosi gruppi montuosi, al centro del quale si eleva il complesso del Fichtelgebirge. A sud-ovest del Fichtelgebirge vi è la Foresta Nera, ad ovest si innalzano la Foresta Turingia e gli isolati monti Harz, a nord-est l'Erzgebirge (o monti Metalliferi). In vari tratti la pianura penetra nell'altipiano formando delle anse pianeggianti, come la zona di Colonia, di Essen e Dortmund ad ovest e tratti della Sassonia ad est. Nella parte meridionale dell'altipiano si elevano le Alpi Bavaresi, con lo Zugspitze che con i suoi 2964 m è il più alto monte della G.
Una regione fertilissima, ricca di stupendi scenari naturali, è la valle del Reno. situata ad occidente e chiusa tra la Foresta Nera ad est ed i Vosgi ad ovest.

 

Geologia

Dal punto di vista geologico gran parte delle aree sopra dette appartengono al Paleozoico ed al Mesozoico, con formazioni rocciose più o meno modificate dal tempo. La grande pianura settentrionale è ricoperta da uno strato di humus d'origine glaciale. Rocce cristalline si trovano nell'Erzgebirge, nel Fichtelgebirge e altrove, gneiss e rocce granitiche sui monti Harz e nella Foresta Turingia. Vulcani estinti con larghe intrusioni di rocce ignee si incontrano nei monti ad ovest del Reno.


Fiumi
L'abbondanza delle precipitazioni e la ricchezza delle sorgenti montane rendono possibile l'esistenza di grandi fiumi e d'una rete di corsi minori. In molti luoghi le precipitazioni sono in parte assorbite dal terreno e ritornano alla luce sotto forma di sorgenti. Alcune di queste sono salate per la presenza nel sottosuolo di gacimenti salini. Celebri sorgenti sono quelle di Aquisgrana, Ems, Wiesbaden e Baden-Baden.
I maggiori fiumi tedeschi si versano nel Baltico e nel mare del Nord. Durante il loro corso essi passano per regioni montuose attraverso valli strette e profonde. Si versano nel mare del Nord il Reno, l'Ems, il Weser, l'Elba; nel Baltico l'Oder. Il Danubio invece si dirige ad oriente e sbocca nel mar Nero. Il Reno con i suoi 1326 km di corso e i 170.000 kmq di bacino è il più importante fiume della G. Costituisce un'importantissima arteria di traffico e riceve ad est le acque del Neckir, del Meno, del Lihn, del Wupper, della Ruhr e del Lippe. L'Ems sbocca nel golfo di Dollart con un lungo estuario. Il Weser, formato dall'unione della Werra con la Fuldi, è importante nel suo tratto inferiore in quanto collega Brema col mare del Nord. L'Elba, il secondo fiume della G., lungo 1112 km, nasce dai monti dei Giganti ed è navigabile in tutto il suo corso; questo fiume ha determinato lo sviluppo e la ricchezza di Amburgo, il maggior porto della G. e uno dei più grandi del mondo. L'Oder nasce in Moravia e si getta nel Baltico; aveva anch'esso una grande importanza commerciale per la G., ma ora scorre per larga parte nel territorio polacco. Anche il Danubio ha attualmente per i Tedeschi scarso valore commerciale. Una rete di canali collega i vari fiumi, permettendo il passaggio dall'uno all'altro.

 

Laghi

La G. possiede numerosi laghi che però, se si eccettua il lago di Costanza (odensee) che le appartiene solo in parte, non sono molto grandi e si presentano inegualmente ripartiti. I laghi alpini occupano antiche valli glaciali, sbarrate da deposti morenici. I più noti sono Chiemsee (85 kmq), Starnbergersee o Würmsee (57 kmq), Ammersee (47 kmq) e Attersee (47 kmq). Nella G. settentrionale si contano migliaia di piccoli laghi. Ad est molti laghi sono divisi politicamente tra G. e Polonia. Il lago Müritz, non lontano dalla frontiera, con i suoi 115 kmq, è il più grande lago completamente tedesco.

 

Coste

 Rispecchiano il carattere della pianura tedesca. La costa del mare del Nord è segnata per lunghi tratti da dune con paludi prosciugate; in altri il mare penetrando oltre le dune ha creato cordoni di isole. La costa del Baltico è meno omogenea e presenta rialzi con basse aree intermedie.

 

Clima

La G. è influenzata ad est da un clima definitivamente orientale e ad ovest da quello occidentale, prevalentemente marittimo. A sud si riscontra un clima continentale, in varie parti con caratteri alpini. La G. nord-occidentale ha inverni relativamente freddi ed estati non molto calde; la G. orientale, invece, inverni decisamente freddi ed estati calde. E' da tener presente inoltre che nel Baltico non si esercita l'azione mitigatrice della corrente del Golfo. Nella regione renana l'inverno non è moltu freddo. Nell'altipiano bavarese l'altitudine determina condizioni varie. Esistono differenze tra le zone esposte ai venti umidi provenienti dall'ovest e quelle raggiunte da venti più aridi e freddi. Le piogge cadono ovunque in G. in tutte le stagioni, abbondanti anche in estate, specie in luglio. La primavera inizia prima nella valle del Reno, poi in Prussia e ancora più tardi, a maggio inoltrato, nella regione baltica.

 

Vegetazione naturale

 Al tempo di Roma, la G. era ricoperta di foreste che, favorite dal clima freddo-umido e dal suolo paludoso, venivano interrotte solo da paludi e acquitrini. Nelle foreste vagavano lupi, orsi ed altri animali selvatici. Tale aspetto naturale della G., conservato in parte fino al Medioevo, favorì il sorgere di saghe e leggende, nelle quali rientrano largamente gli spiriti dei boschi, e contribuì senza dubbio alla formazione d'una psicologia collettiva facile a soggiacere a forze irrazionali e incontrollabili, così come un tempo le comunità barbariche si sottomettevano superstiziosamente a tutti i segni e ammonimenti che venivano dalle misteriose divinità boschive. Nel corso dei secoli le zone forestali hanno ceduto ai campi ed oggi occupano solo il 27% dell'intero territorio. Quasi tutte abbattute nella pianura sono le foreste di faggi, olmi, querce, mentre grandiose foreste di conifere esistono ancora nella Foresta Turingia, negli Harz, nel Fichtelgebirge, nell'alto bacino della Spree. I terreni sabbiosi sono per vaste estensioni dominio di brughiere, di boschetti, di betulle, ginepri e pini.

 

Fauna

Dei grandi mammiferi che un tempo erano numerosi in G., come l'alce, il bisonte e il toro selvatico, restano pochi esemplari da parco. Nelle aree forestali vi sono ancora cervi, conigli e gatti selvatici, volpi, orsi, linci, lupi. Anche la fauna avicola è numerosa e presenta vari tipi di uccelli predatori, colombi selvatici, ecc. Nelle acque dolci vivono tinche, carpe, trote, salmoni.

 

Abitanti

 Nel 1939, allo scoppio della 2ª Guerra mondiale, il Reich tedesco raggiungeva, con l'Austria e gli altri territori annessi, ca. 80.000.000 di abitanti. Il censimento del 1933 invece, l'anno dell'ascesa al potere di Adolfo Hitler, aveva dato 66.168.483 ab. La popolazione della Repubblica Federale Tedesca era nel 1953 di 51 milioni 476.000 ab., dei quali 2.198.000 viventi nella Berlino occidentale. La popolazione della Repubblica Democratica Tedesca veniva stimata nello stesso anno in ca. 17.000.000 di ab., di cui 1.200.000 nella Berlino orientale. Dal 1945 masse di profughi provenienti dalla Polonia, dai territori amministrati dall'Unione Sovietica e dalla Cecoslovacchia si sono riversati in G., particolarmente in quella occidentale. Tale esodo ha costituito uno degli aspetti più drammatici della G. post-bellica. Nel 1958 vi erano nella Repubblica Federale ca. 9.200.000 profughi e in quella Democratica ca. 2.370.000. Un altro importante fenomeno è la fuga dei Tedeschi dall'est, che si svolgeva giorno per giorno dando luogo a dolorosi episodi. Berlino era considerata al di fuori sia della Repubblica Federale che della Repubblica Democratica ed era divisa in quattro zone d'occupazione. In effetti esisteva una Berlino occidentale e una Berlino orientale. Tra l'una e l'altra s'ergeva il tragico muro costruito dalla polizia comunista nel 1961 e aperto per la prima volta e solo per pochi giorni nel dicembre 1963. Ora il muro è definitivamente  crollato. La popolazione attuale della G. unificata è di 79.112.831 abitanti.

 

Lingua

 Il tedesco appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee e deriva dai dialetti parlati dai Germani all'epoca del loro contatto con le civiltà occidentali. Il suo sviluppo storico viene distinto in tre periodi: il tedesco antico (Altdeutach), diviso in alto tedesco (Hoch Deutsch) e basso tedesco (Platt Deutsch) da ca. il 500 a.C. al 1100 d.C.. il tedesco medio (Mitteldeutsch) dal 1100 al 1500 e il tedesco moderno (Neudeutsch). L'alto tedesco costituì la base del moderno tedesco. L'unico importante documento scritto d'una prima fase dell'antico tedesco è la traduzione della Bibbia in gotico che il vescovo Ulfila fece nel IV sec. e si riferisce ad un gruppo linguistico parlato da tribù orientali le cui forme culturali si estinsero. Sono state date varie classificazioni degli antichi dialetti. Secondo una teoria, tra i Germani si erano determinate tre distinte aree linguistiche: l'occidentale, l'orientale e la settentrionale. In un'altra classificazione si prospettano invece solo due aree, la G. occidentale con la Norvegia e la G. orientale con la Danimarca e la Svezia. Il Maurer a sua volta considera, per il periodo precedente alle grandi migrazioni, cinque gruppi linguistici (gruppo germanico del nord, gruppo dell'est, gruppo dell'Elba, gruppo del mare del Nord, gruppo del Weser e del Reno), poi unitisi in una sola grande area occidentale. I dialetti derivati dall'alto tedesco sono oggi i seguenti: il bavarese parlato nell'Alta e Bassa Austria, nella Stiria, nel Tirolo, in Baviera; l'alamannico, nella Svizzera tedesca, nell'Alsazia e nel Baden meridionale; lo svevo, nel Württemberg. Complessivamente i dialetti germanici occidentali diedero luogo all'anglosassone (estinto), all'inglese, al frisone, all'olandese e al fiammingo.

 

Religione

Con la riforma la G. restò divisa tra cattolici e protestanti. La pace di Westfalia (1648) mise fine alle guerre di religione e la distribuzione delle fedi risultò da allora invariata. Circa la terza parte dei Tedeschi sono cattolici e si trovano per lo più a sud e ad ovest; il rimanente è costituito da protestanti. Dei 600.000 Ebrei viventi in G. prima del 1939 restano ora poche migliaia nella Berlino occidentale. Gran parte degli altri sono morti nei campi di sterminio. v. Ebrei

 

Economia

 Nel suo complesso l'economia della G. (considerata qui come area geografica) appare, pur con taluni squilibri e contrasti, strutturalmente caratterizzata da dinamiche capacità di resistenza e di sviluppo che le hanno permesso di superare le gravissime crisi susseguenti alla 1ª e alla 2ª Guerra mondiale. In realtà la G. è priva di alcune materie prime, o non ne ha in quantità sufficiente, e la stessa agricoltura, per quanto condotta con criteri modernissimi, non copre il fabbisogno nazionale. Esiste anche un forte squilibrio tra la G. occidentale altamente industriale e con un grande sbocco sul mare del Nord e la G. orientale agricola e confinante con paesi anch'essi ad economia agricola. Inoltre, almeno nel passato, la mancanza d'una grande area coloniale o di larghi spazi economici e d'uno sbocco oceanico sono stati sempre elementi negativi per l'economia tedesca costretta a non superare certe linee di sviluppo, al di là delle quali si creavano immediatamente situazioni di crisi politica e militare. Pur tuttavia in condizioni normali l'economia tedesca riesce a supplire a queste carenze con la capacità organizzativa e la potenza delle industrie di trasformazione. Dopo la divisione in due della G., l'area orientale, di per sé assolutamente insufficiente, è entrata nello spazio dell'economia sovietica e dei nuovi paesi a regime comunista. Per l'attuale condizione dell'economia tedesca, v. Repubblica Democratica Tedesca e Repubblica Federale Tedesca

 

Storia

I Germani e Roma. Tutta l'area compresa tra il Reno, la Vistola e il Danubio era nell'età classica abitata dalle tribù dei Germani con i quali i Romani vennero in contatto nel 58 a.C., quando Cesare impedì ai Suebi guidati da Ariovisto di sconfinare nella Francia centro-meridionale (v. Gallia). Lo stesso Giulio Cesare attraversò due volte il Reno, effettuando spedizioni punitive durante le quali distrusse numerosi villaggi e ne massacrò gli abitanti. Successivi tentativi per estendere il dominio di Roma e mantenere a freno le tribù di confine ebbero scarso esito. Augusto riuscì a far avanzare le legioni fino all'Elba, ma nel 9 d.C. i Chereusi capeggiati da Arminio attaccarono e distrussero nella Foresta di Teutoburgo le tre legioni di P. Quintilio Varo di stanza nella zona. Il confine si stabilizzò allora secondo una linea che andava da Colonia, Bonn, Augusta a Vienna. Nelle località di confine i Romani crearono colonie militari, alcune delle quali divennero poi importanti città della moderna G.; così Vienna (Vindobona), Lorch (Lauriacum), Salisburgo (Ivavum), Ratisbona (Regina Castra), Augusta (Augusta Vindelicorum), Treviri (Augusta Treverorum), Verdun (Virodunum), Colonia (Colonia Agrippina), Magonza (Mogontiacum), Strasburgo (Argentoratum). I Germani tuttavia si mantennero tutt'altro che tranquilli e a partire dal III sec. d.C. compirono frequenti incursioni e tentativi di invasione. Nei primi anni del III sec., per es., gli Alemanni sferrarono un massiccio attacco lungo il Reno. Nel V sec. varie tribù germaniche dilagarono nelle province romane e in Italia, costituendo quelli che vennero chiamati i regni barbarici.

 

Carlomagno

Uno dei più interessanti di tali regni fu il regno dei Franchi, i quali si erano stabiliti nella regione di Parigi, convertendosi molto presto al cristianesimo. Per anni i Franchi fecero della guerra una vera e propria industria, che procurò loro i mezzi necessari per divenire il nucleo militare, politico e culturale più importante della G. Negli utltimi anni del sec. VII Pipino di Héristal, dal quale ebbe inizio la dinastia carolingia, condusse guerre di predominio al di là del Reno contro i Sassoni e altre tribù. Nel secolo successivo Carlomagno, figlio di Pipino il Breve, effettuò il primo moderno tentativo di creare un'unità politica imperiale nell'ambito delle comunità germaniche. Con una serie di spedizioni egli tolse l'Italia ai Longobardi, assoggettò gran parte delle tribù dal Reno all'Elba al Danubio, fece azioni dimostrative contro i Mori. Nell'anno 800 fu incoronato imperatore a Roma da papa Leone III. In tutte le regioni conquistate venne diffuso il cristianesimo e fu stabilito un intelligente sistema di controllo. L'opera di Carlo costituì molto più che lo sviluppo di un piano di supremazia da parte dei Franchi. Essa determinò l'esistenza d'una vasta area cristiana politicamente unita, nella quale i popoli germanici avevano un posto preponderante. Alla morte di Carlo l'impero crollò, ma il suo ricordo durò a lungo e finì per trasformarsi in uno dei grandi miti dell'Europa medievale, quello di un potere imperiale universale esteso su tutte le terre conosciute. Per circa cento anni la G. restò praticamente divisa in migliaia di piccole unità feudali, tra le quali si scatenavano continue guerre. Contemporaneamente gli Ungari, ancora nomadi, e alcune tribù slave saccheggiavano i territori orientali, mentre le rive del mare del Nord e del Baltico e le cittadine e i villaggi situati lungo i fiumi erano nei mesi estivi sotto il terrore delle incursioni dei Normanni.

 

L'impero universale

Nel 936 i grandi feudatari elessero re di G. Ottone I il Grande (912-973), figlio di Enrico, che venne incoronato imperatore ad Aquisgrana. Ottone cercò innanzi tutto di portare l'ordine nelle regioni più esterne e ci riuscì sconfiggendo gli Slavi e quindi gli Ungari (955), i quali furono costretti a fermarsi in Ungheria, il paese che da essi prese il nome attuale. Ottone inoltre assunse per sé il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero e considerò la Chiesa come soggetta all'autorità laica. Ottone II (955983) continuò con minore successo la politica del padre; una sua spedizione nell'Italia meridionale compiuta nel pieno dei mesi estivi ebbe un esito disastroso. Ottone III (980-1002) si batté per consolidare il potere imperiale e fu sollecito alle voci di rinnovamento della Chiesa che partivano dal famoso monastero di Cluny. Con gli Ottoni il mito di un potere universalistico dell'impero può dirsi nato. Tale mito caratterizzerà gran parte della storia medievale. Ma va subito detto che esso subito dopo il Mille era già inattuale e cozzava contro una serie di ostacoli. Innanzi tutto ad esso si opponeva un altro mito, quello del potere universalistico temporale della Chiesa; inoltre ad occidente andavano lentamente formandosi grandi stati nazionali, mentre in Italia, in Germania e in altri paesi s'affermavano libertà cittadine contrarie al concetto di ordine feudale espresso dall'impero. Nella stessa G. l'imperatore aveva un potere relativo in quanto era soggetto alla volontà dei grandi feudatari o principi, i quali spesso gli si ribellavano, eleggendo un altro imperatore.

 

Inizio della Germania post-medievale

Enrico IV (1050-1106) tentò di ristabilire di fronte alla Chiesa il principio che l'alto clero era da un punto di vista politico soggetto all'autorità laica, cioè all'impero. La cosa portò alla lunga «lotta per le investiture», durante la quale si ebbe il famoso episodio dell'umiliazione di Enrico a Canossa. La conclusione fu un vago compromesso che in G. costituì una lontana origine della Riforma. Agl'imperatori franconi successero gli Hohenstaufen, i quali condussero una politica antirealistica fatta di impossibili sogni di restaurazione imperiale: Federico I detto il Barbarossa, Enrico VI, Federico II, Manfredi, Corradino. Gli Hohenstaufen sono pirticolarmente legati alla storia italiana perché dedicarono la loro vita a combattere le autonomie comunali lombarde.
Nella seconda metà del XIII sec. s'andarono formando in G. la Lega anseatica e quella renana, costituite dalle grindi città mercantili tedesche. Queste leghe s'opposero con le armi alle oppressioni della casta nobiliare e contribuirono, almeno nelle regioni in cui avevano interessi commerciali, a creare un certo ordine.
Nel 1273, dopo un periodo di interregno durato oltre 20 anni, il titolo di imperatore venne dato al conte d'Asburgo che regnò come Rodolfo I. Sia questo imperatore che i suoi successori si preoccuparono più di ampliare i propri domini che della funzione storica dell'impero ormai tramontata. Anche le cose d'Italia furono da essi trascurate e di ciò si lamentò amaramente Dante esule di Firenze. L'elettorato imperiale finì per essere ridotto a soli sette grandi elettori (Grosse Kurfürsten): essi erano gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia, il re di Boemia, il duca di Sassonia- Wittenberg, il margravio di Brandeburgo e il conte palatino del Reno. La concentrazione dell'elettorato doveva tra l'altro evitare duplici elezioni come era, per es., avvenuto nel 1298 quando ad Adolfo di Nassau fu opposto Alberto I d'Asburgo. Ludovico il Bavaro, imperatore dal 1314 al 1347, fu impegnato in lotte con Federico d'Austria e con il papa. Egli si procurò l'appoggio dei ghibellini e degli elettori, i quali stabilirono nella dieta di Francoforte del 1338 che non era necessaria l'approvazione del papa nell'elezione del re di Germania. Successivamente dal 1348, anno in cui fu eletto imperatore Alberto II d'Asburgo, fino il periodo napoleonico la corona imperiale venne considerata quasi ereditaria per la Casa d'Asburgo.
Massimiliano I (1493-1519) fu il primo imperatore a considerare il problema della G. in senso moderno. Egli compì sforzi effettivi per creare nel paese condizioni di pace e di unità di governo. Istituì tra l'altro la Corte imperiale di giustizia, che avrebbe dovuto essere un organismo al di sopra degli interessi delle parti. Sul piano della politica estera Massimiliano cercò di bloccare i tentativi di egemonia compiuti da Carlo VIII di Francia.

 

La Riforma

Nel XVI sec. vi fu la Riforma, uno dei grandi avvenimenti che contribuirono alla nascita dcll'Europa moderna. Indubbiamente era diffuso in G., anche tra le classi popolari, un certo spirito antipapista, ma è altrettanto certo che la Riforma fu incoraggiata e sostenuta (dieta di Worms del 1521) e poi, per così dire, assorbita dai principi tedeschi con lo scopo preciso di impadronirsi delle grandi proprietà ecclesiastiche. I vari clamorosi episodi della Riforma, unitamente alla propaganda della fazione protestante più avanzata, diffusero una grande agitazione nelle campagne e dappertutto si levarono voci e speranze di redenzione sociale ed economica. Ma nobiltà e borghesia, unitesi, e col consenso degli stessi capi protestanti, schiacciarono nella sanguinosa Guerra dei contadini (1525-1526) ogni tentativo di rivolta. Le lotte che caratterizzarono l'affermazione della Riforma furono in effetti un successo dei principi tedeschi, i quali nel 1555, con la pace di Augusta, ottenevano di potr decidere, nell'interno dei loro stati, quale dovesse essere la religione ufficiale (cuius regio, eius religio). Durante la guerra dei Trent'anni (1618-48) sembrò che la vittoria delle armi dovesse permettere (1630) a Ferdinando II di restaurare l'autorità imperiale, ma la disfatta militare seguita all'intervento franco- svedese ridusse il titolo d'imperatore a un puro simbolo. Nello sfacelo determinato dal conflitto, uno degli stati tedeschi si era formato e consolidato politicamente sotto la dinastia degli Hohenzollern, la Prussia, che nel 1618 si era unita al Brandeburgo e nel 1701 si costituì in regno.

 

La Prussia

La guerra di Successione austriaca (1740-48) e quella dei Sette anni (1756-63) rappresentatono per la Prussia il collaudo della sua potenza politica e militare. La Prussia aveva anche l'appoggio dell'Inghilterra, che si valeva di essa in funzione antiasburgica e antispagnola. Nell'interno dello stato la classe latifondista degli Junker e una nuova sorgente classe industriale costituivano i due saldi perni d'una struttura economica e militare solidissima, intorno alla quale si sarebbe nel XIX sec. saldata l'intera vita tedesca. Gli avvenimenti rivoluzionari in Francia e le campagne napoleoniche, se oppressero anche la G., servirono a distruggere i resti dell'antico ordinamento feudale. Nel 1806 Napoleone abolì definitivamente l'antico anacronistico titolo di imperatore del Sacro Romano Impero, cui Francesco II d'Austria fu costretto a rinunciare. Dopo il Congresso di Vienna (1815) le centinaia di staterelli tedeschi si erano ridotti a una confederazione di soli 39 stati, rappresentati alla dieta di Francoforte sotto la presidenza austriaca. Tale confederazione era però ben lontana dal soddisfare le esigenze germaniche e le tendenze unitarie ormai rappresentate dalla Prussia e concretatesi in una unione doganale, o Zollverein. Fra tutti gli stati, ad eccezione dell'Austria. L'ondata rivoluzionaria del '48 rappresentò anche per la G. un generoso tentativo di avviarsi all'unità e alla democrazia, tentativo fallito per l'ostilità congiunta, questa volta, dell'Austria e della Prussia.
Nel 1861 salì al trono di Prussia Guglielmo I e poco dopo nominò Bismarck suo primo ministro. Bismarck era convinto che la G. sarebbe potuta diventare uno stato unitario solo con la guida della Prussia e che d'altra parte non era ammissibile che l'Austria mantenesse in G. posizioni ereditate dal Medioevo. Nel 1863 Prussia e Austria si impadronirono dello Schleswig- Holstein, ma tre anni dopo una controversia nell'amministrazione delle province conquistate portò alla guerra austro-prussiana, durante la quale, con una fulminea campagna culminata nella battaglia di Sadowa, l'esercito prussiano sconfisse l'Austria, che da allora perse ogni diritto d'ingerenza in G. Nel 1867 nasceva, sotto la guida della Prussia, la Confederazione germanica del Nord (Norddeutscher Bund). La nuova G. comprendeva ora, oltre alla Prussia, di cui facevano parte Francoforte, Nissau e Hannover, la Baviera, il Baden, il Württemberg e gli stati cattolici del sud. Ma il prestigio raccolto dalla Prussia col vittorioso conflitto del 1870, che vide la Francia letteralmente messa a terra, e al rivelarsi dell'esercito prussiano come il più moderno e potente esercito d'Europa, portarono all'unificazione della G. Nel 1871 la Confederazione era abolita e nasceva il Reich (impero) tedesco con il re di Prussia come imperatore (Kaiser).

 

Sviluppo industriale

Bismarck, divenuto cancelliere nel 1871, fu uno statista rigido, unicamente preoccupato dell'unità politica e del prestigio del proprio sovrano; la sua azione in tal senso non ebbe cedimenti. Lottò i socialisti come elementi sovvertitori dell'ordine su cui era fondato l'impero tedesco e per vincerli cercò di svuotare di contenuto il loro programma attraverso una serie di misure assistenziali, spesso tanto avanzate quanto quelle proposte dagli stessi socialisti. Anche la Chiesa cattolica, forte soprattutto nella G. meridionale, fu da lui combattuta. Nel 1872 i gesuiti vennero espulsi, quindi furono promulgate leggi che stabilivano il diritto dello Stato d'intervenire negli affari ecclesiastici. La lotta condotta da Bismarck contro il cattolicesimo o Kulturkampf, come venne chiamata, ebbe momenti drammatici. Alcune leggi già emanate dovettero essere modificate, ma in sostanza essa si risolse in una vittoria dello Stato. Convinto che il prestigio del Reich poteva essere sostenuto solo con la forza delle armi, il cancelliere destinò alle spese militari una forte aliquota del reddito nazionale e su questo il Parlamento o Reichstag gli diede battaglia. Nel 1887 l'opposizione bocciò i suoi piani e il Reichstag fu sciolto. Le successive elezioni segnarono un trionfo di Bismirck che poté aumentare ancora di più le spese militari e prolungare il periodo di leva.
Cominciava intanto a delinearsi la tragica storia della G. contemporanea. Il rapido sviluppo industriale lasciava sperare in un grande lancio economico della G. sul piano mondiale, ma per questo occorrevano materie prime, aree coloniali, potenza marittima. Nel 1882 fu creata a Francoforte una società per le colonie ed ebbe inizio la penetrazione tedesca in Africa e nel Pacifico. L'Inghilterra non tardò a mettersi in guardia e da allora l'Europa, pur tra i balli, le sfilate e i borghesi divertimenti di quella che venne definita la «belle époque», fu in una perenne crisi politica. La G. si accostò all'Austria costituendo un grande blocco germanico cui nel 1883 si aggiunse l'Italia (Triplice Alleanza). La strategia del cancelliere tendeva ad evitare che la G. eventualmente impegnata in una guerra con la Francia potesse essere attaccata alle spalle dalla Russia. Nel 1888 saliva sul trono Guglielmo II, nipote di Guglielmo I, una tipica figura di esibizionista, insofferente all'assolutismo di Bismarck che due anni dopo era costretto a dimettersi. I successori di Bismarck continuarono la politica di espansione economica. Intorno al 1906-07 la G. era ormai un paese ad economia industriale vicino a raggiungere le posizioni tenute dagli Inglesi. Il numero delle persone impegnate nell'industria e nel commercio ed attività annesse raggiungeva nel 1907 il 40% del totale delle persone occupate contro i seguenti dati degli altri paesi: Gran Bretagna 45, Francia 35, Olanda 33, Italia 24, USA 24, Austria 23, Svezia 20, Russia 17. Militari, economisti e teorici tedeschi trasformavano in piani i valori di questi dati: la G., impegnata in una mortale lotta economica con l'Inghilterra, doveva crearsi un impero coloniale nell'Africa centrale aperto su tutti e due i mari e stabilire una propria vasta zona di interessi dai Balcani alla Persia, associandosi qui all'Austria già attestata sull'Adriatico. Un tale piano era considerato minaccioso non solo dall'Inghilterra, ma anche dalla Russia, che vedeva fermati i propri tentativi di sbocco verso sud-ovest. La Francia d'altra parte riteneva il militarismo un pericolo costante per la sua stessa integrità territoriale. La guerra non era lontana.

 

La Germania contemporanea

 Nell'estate del 1914 l'assassinio dell'arciduca Ferdinando a Sarajevo fece d'improvviso precipitare la situazione (v. Guerra mondiale, Prima). La G. si rifiutò dapprima di aiutare l'Austria contro la Serbia, ma poi i militari ebbero il sopravvento sui politici. Le grandi nazioni europee dichiararono la mobilitazione generale e furono travolte dalla stessa macchina militare messa in moto. Il 31 luglio la G. chiedeva alla Russia l'immediata smobilitazione e, non avendo ricevuto risposta, dichiarava guerra (1 agosto). Due giorni dopo l'esercito tedesco, messosi in movimento, marciava attraverso il Belgio e il Lussemburgo. Il 4 agosto l'Inghilterra dichiarava guerra alla G. Il conflitto non si svolse secondo le previsioni dei generali tedeschi: il potente esercito che la G. aveva lanciato in direzione di Parigi fu fermato e immobilizzato nella spaventosa guerra delle trincee. La flotta di superficie e i sommergibili non riuscirono ad impedire il blocco delle coste tedesche. La G. si trasformò presto in una grande fortezza assediata. Nel 1917 il crollo della Russia zarista fece sperare in una vicina vittoria, ma le cose non mutarono gran che, mentre nei grandi distretti operai tedeschi si avevano scioperi e la penetrazione socialista aumentava. Alla fine dell'estate 1918 il Kaiser Guglielmo II affidava al principe Max di Baden, un uomo d'idee liberali, l'incarico di formare un nuovo governo. Il 5 novembre, dopo il fallimento dell'offensiva di Ludendorff, venivano annunciate le condizioni di un armistizio che prevedeva l'abbandono di tutti i territori conquistati, il ritiro delle forze tedesche ad est del Reno, la consegna di tutti i cannoni, aeroplani e navi di guerra. Il 9 novembre a Berlino venne proclamata la repubblica, mentre il Kaiser fuggiva in Olanda. Si formò un governo provvisorio sotto Ebert che accoglieva anche i socialisti. Tale governo diresse la repressione dei moti spartachisti durante i quali caddero Rosa Luxemburg e Liebknecht (gennaio 1919). Il 19 genniio si tennero le elezioni per l'Assemblea nazionale che si riunì in febbraio a Weimar e iniziò i lavori per una costituzione.
Era nata la Repubblica di Weimar. Il nuovo governo, comprendente socialisti, democratici e esponenti dei partiti di centro, dovette affrontare le terribili condizioni di pace che imponevano rinunce territoriali, il pagamento di un'enorme somma, il completo disarmo. La vita della Repubblica andò avanti fra difficoltà d'ogni genere. L'accettazione del trattato di Versailles servì all'estrema destra per scatenare nel paese un'ondata di propaganda antigovernativa esplosa in casi di aperta rivolta, che dovettero essere soffocati nel sangue. Anche negli anni successivi la Repubblica fu scossa da movimenti rivoluzionari di destra e di sinistra: in Baviera si formarono un partito separatista monarchico e il partito nazista diretto da Hitler e Ludendorff; in Sassonia venne proclamata una repubblica proletaria. Benché i termini del trattato di pace avessero imposto alla G. un esercito di soli 100.000 uomini, i militari in G. erano molto forti e potevano contare su associazioni armate. Furono essi, insieme con gl'industriali della Ruhr, a sostenere i nazisti e a determinarne il successo.

 

Il nazismo

Nel 1928 i nazisti ottenevano 12 seggi al Reichstag. Il loro programma di rivendicazione dei diritti della G. traditi dai politici e schiacciati a Versailles trovavano facile credito in un paese in piena inflazione.
I tragici anni trenta. Nel 1930 il partito nazista aveva il suo grande trionfo prendendo 107 seggi al Parlamento. Nel 1933 il gruppo di reazionari che circondava il vecchio maresciallo Hindenburg lo convinceva a nominare Hitler cancelliere con un governo di nazisti e nazionalisti.
Per prima cosa Hitler, con allucinante coerenza rispetto a quanto aveva promesso ai suoi seguaci e aveva scritto nel suo famoso libro Mein Kampf (v. Hitler Adolfo), stroncò ogni opposizione democratica e diede tutto il potere al proprio partito. Educatosi ad una visione unicamente politica della vita, privo d'ogni senso umano, non esitò davanti ad alcun delitto, anche il più basso. Fece incendiare il Reichstag e ne diede la colpa ai comunisti; dal parlamento, in una farsesca seduta, si fece dare poteri dittatoriali, quindi creò la più criminale organizzazione di polizia mai sorta in uno stato moderno [v. Gestapo; Sturmabteilung (SA); Schutzataffel (SS)]. La lotta contro il bolscevismo gli procurò simpatia anche nel mondo occidentale, ma i suoi piani non comprendevano solo l'opposizione al comunismo. In realtà Hitler era l'erede di tutte le contraddizioni della moderna G. e dell'assurda situazione lasciata dal trattato di Versailles. Nel 1935 ebbero inizio le rivendicazioni per riunire alla G. i territori abitati da Tedeschi: l'assorbimento del distretto della Saar nel gennaio del 1935, quindi della Renania furono il primo passo. Contemporaneamente la G. denunciava le clausole del trattato di Versailles e armava un esercito. Nel 1936, alla fine della guerra etiopica, si costituì tra l'Italia e la G. il cosiddetto «asse Roma-Berlino », cui poi si aggiunse il Giappone. La G. e l'Italia intervennero nella Guerra civile spagnola; nel 1938 le truppe tedesche entravano in Austria, l'anno seguente era la volta della Cecoslovacchia (nella famosa conferenza di Monaco, v., tra i primi ministri Chamberlain, Hitler, Mussolini e Daladier la G. era stata autorizzata a prendere i soli Sudeti). Il successivo atto di Hitler fu volto contro la Polonia e scatenò la 2ª Guerra mondiale (v. Guerra mondiale, Seconda).

 

La fine del Terzo Reich

Per evitare la stasi e l'accerchiamento che erano riusciti fatali alla G. nel 1914-18, Hitler concepì la guerra fulminea o «guerra lampo» e allargò il campo delle operazioni a nord e i sud. Presto le truppe tedesche si trovarono impegnate in un'area che andava dalla Norvegia all'Africa del Nord e dall'Atlantico a Mosca. Ma, dopo una serie di campagne anche geniali, la G. crollò. Nel 1945 i Tedeschi combattevano sul proprio suolo, mentre una dopo l'altra bruciavano le città. Nell'aprile 1945 i Russi espugnavano Berlino metro per metro. Hitler, rimasto rinchiuso in un Bunker, si uccideva insieme con la sua amica Eva Braun (v.). Il 1 maggio 1945 l'ammiraglio Doenitz annunziava la sua morte. Il 6 maggio veniva firmata la resa incondizionata. I principali capi del nazismo e vari generali furono giudicati come criminali di guerra dal tribunale di Norimberga, tra l'altro sotto l'accusa di genocidio, per aver essi sterminato 6 milioni di Ebrei (v.) e milioni di Polacchi e Russi. Resta da chiedersi perché la G. aveva perduto la guerra. In realtà l'unità e lo spirito di lotta dell'intero popolo tedesco erano stati totali e l'organizzazione militare perfetti. La G. non era riuscita però a portare la guerra direttamente in Inghilterra e non aveva valutato l'enorme sviluppo dell'industria nordamericana avutosi tra il 1915 e il 1940. Anche alcuni errori di tempo furono fatali: così la guerra di Russia venne iniziata con un mese di ritardo e questo bastò perché le divisioni corazzate tedesche venissero arrestate dal sopraggiungere dell'inverno davanti a Mosca ed a Leningrado.

 

La Germania divisa

In base agli accordi presi dalle potenze vincitrici a Potsdam, la G. venne divisa in zone d'occupazione. La zona russa comprendeva il Meclenburgo, il Brandeburgo, ad ovest dell'Oder, l'Anhalt, la Turingia e la Sassonia; la zona americana, la Baviera, parte del Württemberg, Brema, Waldeck, l'Hesse-Nassau e il Baden settentrionale; quella britannica, la Ruhr, la Renania settentrionale, la Westfalia, Hannover, Oldenburg, lo Schleswig-Holstein, Amburgo, Lippe, Schaumburg-Lippe, Brunswick, Heligoland e le isole Frisone; quella francese, la Renania settentrionale, il bacino della Saar, il Palatinato, il Baden a sud di Karlsruhe e parte del Württemberg. Berlino venne considerata come una quinta zona e divisa tra le quattro potenze. Presto però la G. risultò in effetti divisa in due aree, quella occidentale e quella orientale, in cui sorsero la Repubblica Federale Tedesca e la Repubblica Democratica Tedesca.

 

La guerra fredda

 Dal 1946 la G. è stata il centro della cosiddetta «guerra fredda», una guerra senza scontri diretti o con piccole guerre marginali apertasi tra gli USA e il blocco degli stati occidentali e l'URSS e i nuovi paesi comunisti. Tale guerra ha impedito per lungo tempo la riunificazione tedesca.
L'Östpolitik, la "politica dell'Est", proposta negli anni sessanta dal cancelliere Willy Brandt, fu solo un passo della G. occidentale per sdrammatizzare i vari aspetti del problema di Berlino e per una generale distensione politica e militare. Non ebbe successo, in quanto il Muro di Berlino restava per sempre quale simbolo di assoluta divisione, e su ogni città e centro industriale tedesco-occidentale erano minacciosamente puntati i missili sovictici "SS-20", questo in un susseguirsi di "colloqui" tra le superpotenze. La Repubblica Federale Tedesca (v.), comprendente le zone americana, francese ed inglese, nacque il 23 maggio 1949. L'Unione Sovietica protestò e il 7 ottobre 1949 venne creata nella zona sovietica la Repubblica Democratica Tedesca (v.). Tra i due stati la separazione era totale. Essi non comprendevano l'intero territorio tedesco, in quanto dopo la guerra Königsberg e la Prussia settentrionale furono date all'URSS, la Prussia ad est dell'Oder, la Slesia e Danzica alla Polonia. La caduta degli stati comunisti dell'Est europeo ha favorito la unificazione della G., avvenuta il 3 ottobre 1990.

 

Arte

 Le forme culturali delle tribù germaniche furono influenzate, ancora prima dell'attestarsi dei Romani sul Reno, dai vicini centri della Gallia. Tali influenze sono dimostrate da reperti tombali, ceramiche, statuine in pietra o in metallo trovati in vari luoghi specie nella G. sud- occidentale. Con l'arrivo delle legioni romane sul Reno e sul Danubio oggetti di fattura romana dell'epoca imperiale divennero comuni in quasi tutta la G. Così numerosi sono gli esemplari di vasi, molti forse provenienti da Arezzo. Con il crollo dell'impero si ebbe un periodo di stasi, quindi la lenta ripresa che fu però evidente quasi esclusivamente nelle regioni della Gallia occupate dai Franchi, nelle quali si andava determinando una nuova unità politica. Un lontano inizio dell'arte tedesca può vedersi nella produzione delle anonime maestranze che lavorarono per la cattedrale di Aquisgrana, sede di Carlomagno (768-814). Queste maestranze erano però influenzate da un'ispirazione e da una tecnica sviluppatesi con la rinascenza carolingia, particolarmente nell'ambito della regione francese. Oltre alla cattedrale d'Aquisgrana, altri edifici carolingi vennero eretti a Magonza e a Treviri. Più di un secolo dopo, all'epoca degli Ottoni, cominciarono a delinearsi in G. elementi nazionali in parte derivati da tradizioni e culture locali. Raggiunsero un particolare splendore l'architettura e la miniatura. Degli edifici sono da ricordare l'abbazia di Gernrode nell'Harz risalente al 960 ca., la chiesa capitolare di Essen, la chiesa di S. Michele a Hildesheim, il monastero di Hersfeld, di cui restano oggi poche rovine. Il monastero di Reicheniu fu centro di una vera e propria scuola di miniatori che diedero opere eccellenti come l'Evangeliario di Ottone III, ora conservato al Museo di Monaco, eseguito verso il 1000. La scultura e la pittura, benché risentino di temi carolingi e preromanici, rivelano una nuova intensa forza espressiva. Un esempio ne sono le porte bronzee e le colonne della cattedrale di S. Michele a Hildesheim (1015). Anche l'arte orafa, che aveva numerosi precedenti nella tradizione delle antiche tribù germaniche, fiorì particolarmente a Fulda, ad Aquisgrana e a Treviri.
Il romanico si affermò dapprima in Renania, una regione che assorbì e elaborò più rapidamente gli elementi della civiltà franca. Qui numerose costruzioni attestano un alto e autonomo grado di perfezione (cattedrali di Worms, di Magonza, Spira, Treviri, la chiesa abbaziale di Maria Laach, le chiese di St. Maria im Kapitol, di S. Martino Maggiore e quella dei Ss. Apostoli a Colonia). Fuori della Renania è notevole la cattedrale di Bamberga. La costruzione di queste chiese fu dovuta sia alla casta nobiliare che ai conventi riformati; minore appare l'apporto della nascente borghesia cittadina. La scultura, meno vivace, ha rari, begli esempi come la Deposizione a Externstein, presso Detmold. ln questo periodo divennero numeresi in G. i conventi cistercensi, che furono altrettanti centri di diffusione del rinnovamento iniziato a Cluny. Esempi della cultura artistica cistercense si trovano a Norimberga, a Magdebutrgo e a Bamberga.
L'apparizione del gotico si ebbe nel sec. XIII. Il nuovo stile fu derivato direttamente dalla Francia e, specie nella scultura e nella pittura, fu per un certo tempo come lo sviluppo di elementi già presenti nelle forme romaniche. Esempi gotici nell'architettura sono la chiesa di S. Elisabetta a Marbutrgo, la navata centrale del duomo di Strasbutrgo, il coro del duomo di Colonia, la Liebfrauenkirche a Treviri, le chiese di S. Gereone e S. Cuniberto a Colonia, le cattedrali di Ratisbona e di Friburgo e la Marienkirche a Danzica. Per la scultura vanno citate le decorazioni delle cattedrali di Bamberga, di Naumburg, Strasburgo e Münster. Il gotico in G. fu solo in parte promosso dall'aristocrazia e dagli imperatori, in quanto numerose costruzioni erano dovute ai mercanti e ai gruppi comunali cittadini. Nel XIV sec. il gotico continuò a persistere in una forma divenuta standard e comune al resto dell'Europa. In questa fase si affermarono le personalità di alcuni artisti come Bertram von Minden, Konrad von Soest nella Wesffalia, Meister Franke ad Ambutrgo, Stepban Lochner a Colonia. Scultori,pittori e architetti sono ora riuniti in corporazioni, dalle quali emergono potenti individualità.
I due secoli successivi furono quelli di un grande rinnovamento con caratteri ormai maturi d'una scuola tedesca. Nella pittura si affermò Martin Schongauer nativo di Colmar in Alsazia, morto nel 1491, nei cui lavori appare l'influsso di van Eyck e di Rueland Früauf il Vecchio attivo a Passau tra la fine del XV e l'inizio del XVI sec. Nella scultura furono noti Nikolaus Gerhaert van Leiden, un olandese che lavorò in G. e in Austria dal 1462 al 1472, Veit Stuss (1447-1533) e Peter Vischer il Vecchio (1460-1529) entrambi di Norimberga, Tilman Riemenschneider (1460-1531) di Wüzbutrg. Vischer eseguì tra l'altro le statue bronzee sulla tomba dell'imperatore Massimiliano ad Innsbruck (1513). Sono da considerare nell'ambito del rinnovamento artistico in G. i numerosi castelli principeschi come il castello di Marksbutrg sul Reno, il castello del conte palatino (Pfalzgrafenstein) presso Kaub, la residenza imperiale del langravio di Turingia, dove Lutero tradusse la Bibbia, e i numerosissimi palazzi signorili costruiti nelle città libere.
Alcuni artisti nati nella seconda metà del sec. XVI produssero opere che hanno importanza europea e fanno parte del cosiddetto rinascimento tedesco: Matthias Grünewald (1470 o 1480-1529) e il grande Albrecht Dürer di Norimberga (1471-1528). Dürer visitò due volte Venezia e fu influenzato dallo sviluppo dell'arte rinascimentale italiana nelle forme particolari assunte nel Veneto. In questo grande pittore sono fondamentali la chiarezza del disegno e la ricchezza dei particolari. Contemporanei di Dürer furono Lucas Cranach (1472-1553), autore di stupendi ritratti, Hans Baldutng Grien (1475 o 1480-1545), Albrecht Altdorfer (ca. 1480-1538). La Riforma con le sue drammatiche lotte e la spietata Guerra dei contadini segnarono una fase di decadenza. In seguito prevalse un manierismo rinascimentale con elementi fiammighi standardizzati. La guerra dei Trent'anni, durante la quale furono distrutti castelli, città, palazzi, disperse maestranze e costituì ancora un'interruzione, quindi vi fu il trionfo di un'arte di corte legata a modelli barocchi (2ª metà del sec. XVIII). Un artista di rilievo fu Andrea Schlüter (1664-1714), che lavorò per Federico i. Le sue opere architettoniche sono andate perdute; restano invece quelle scultoree, come la statua equestre del Grande Elettore, il sepolcro di Federico I e le maschere dell'arsenale, rappresentanti guerrieri morenti, a Berlino.
Dalla seconda metà del sec. XVIII e per una parte del XIX in tutte le città tedesche si costruirono edifici austeri, espressione di un'arte ufficiale, che nel modello seguono, ma sempre con un tono di ritardo, successivamente il barocco, il neoclassicismo e il nuovo stile romantico. Le città notevoli per le costruzioni come per i rifacimenti urbanistici di tale periodo sono Karlsruhe, Berlino, Kassel, Monaco, Dresda; a Berlino si ricordano la famosa strada Unter den Linden e la porta di Brandeburgo; a Kassel il Museum Fridericianum; a Monaco la Ludwigstrasse; a Dresda la Pinacoteca e l'Opera. Esponente dello stile neoclassico accolto trionfalmente in G. fu nella scultura Gotffried Schadow (1764-1850); rappresentano invece il romanticismo ancora influenzato da elementi classicheggianti i cosiddetti Nazareni, un gruppo di pittori capeggiati da Friedrich Overbeck (1783-1869). Il romanticismo vero e proprio, proclamante il libero ritorno alla natura e i temi storici e religiosi interpretati con una nuova passionalità individuale, si affermò con Caspar David Friedrich (1774-1840), Ludwig Richter (1803-1884), Moritz von Schwind (18o5-1871), Alfred Rethel (18161859).
Nella seconda metà del sec. XIX il romanticismo era già in aperta crisi e gli artisti cercavano nuove vie. In Arnold Böcklin (1827-1901) gli elementi romantici sono superati da una ricerca tipicamente realistica. Già impressionista è invece la pittura di Max Lieberman (1847-1935). E' da notare che alla fine del secolo l'arte ufficiale, tesa ad esprimere la tronfia cultura imperiale, si staccò definitivamente dalla genuina ispirazione artistica individuale. Tuttavia in architettura ebbe inizio un movimento che diede ottimi risultati tecnici quasi sempre su un piano d'avanguardia. Il movimento confluì poi nei nuovi stili novecentisti. La più interessante delle correnti nuove fu quella formatasi intorno a Walter Gropiuts, nato nel 1883, che culminò nella costruzione dello Staatliches Bauhaus di Weimar (1919). Contemporaneamente si aveva in G. l'espressionismo (v.), vero e proprio movimento rivoluzionario di reazione all'accademismo borghese e statale. Il fermento di opere nuove, di ricerche, di esperimenti, fu interrotto dall'avvento dei nazisti. Il nazismo, come tutti i movimenti totalitari, considerò l'arte libera, cioè l'arte in cui l'individuo esprime fino all'estremo se stesso, come un elemento pericoloso per la sicurezza dello stato e attraverso Goeb bels la dichiarò ufficialmente «arte degenerata». Oltre 6000 pitture moderne (tra cui opere di artisti tedeschi quali Grosz e Kokoschka e francesi quali Cézanne e Matisse) furono tolte dai musei tedeschi. Di contro venne aperta una «Casa dell'arte tedesca» dove furono esposti un migliaio di quadri, la cui selezione finale era stata fatta dallo stesso Hitler, dipinti secondo l'estetica del regime, in forme tra rinascimentali e romantiche. L'arte della G. del dopo guerra, dopo un primo periodo di smarrimento, appareva volta nella zona federale ai modi delle esperienze europee occidentali e nella zona orientale ai temi delle correnti di realismo socialista. Ora prevarrà senza dubbio la prima, più conforme alla concezione democratica occidentale della Stato unificato.

 

Letteratura

 La moderna letteratura tedesca ha un suo lontano, iniziale sostrato nelle saghe e leggende fiorite, ancora prima che le tribù germaniche venissero in contatto con i Romani, in una vasta area comprendente la G., lo Jutland e la Scandinavia. Della fase più antica di questi primi canti e racconti, connessi con l'interpretazione pagana delle forze della natura e agli episodi di guerra continui tra le tribù, abbiamo oggi una conoscenza molto limita.
Le poche iscrizioni rimaste sono scolpite sulla roccia in alfabeto runico e si riferiscono a brevi formule religiose. E' quindi da pensare che ogni altra forma definibile letteraria venisse tramandata oralmente. Alla fine dell'impero romano cominciò a penetrare in G. il cristianesimo ed è da ricordare per tale periodo la traduzione della Bibbia in gotico compiuta dal vescovo Ulfila, morto verso il 383; l'opera di conversione ebbe però aspetti più vasti nei secc. VIII e IX e finì col tempo per determinare da un punto di vista culturale una frattura tra casta dirigente aristocratica e popolo. L'aristocrazia adottò il latino come propria lingua ufficiale scritta, mentre il popolo continuò a servirsi del volgare per i suoi canti e le leggende d'origine pagana oppure per le storie e preghiere cristiane.
Presto però i nuovi ideali del guerriero e signore diffusi nell'aristocrazia appassionarono anche il popolo e nacquero componimenti poetici in volgare. Un primo esempio di poesia eroica tedesca è Il canto di Ildebrando (Hildebranslied), scritto forse da due monaci nell'800 ca., che racconta l'incontro di un padre e di suo figlio costretti a combattere tra loro come opposti campioni di due eserciti. Si produssero anche, a partire dal sec. IX, tradizioni e adattamenti di testi religiosi latini in volgare, quale per esempio l'anonimo poema Heliand sulla viti di Cristo. Nel Medioevo, come era accaduto nella Francia meridionale con i trovatori, in Irlanda e nel Galles (Inghilterra) con i bardi, si ebbero in G. i Minnesänger (cantanti d'amore) che giravano di castello in castello coi loro versi d'amore e storie per lo più derivate dai cicli romanzi. Uno dei più, noti di essi, Walther von der Vogelweide (ca. 1170 - ca. 1230), era uomo di corte. Nei poemi del tempo i cavalieri combattevano per la gloria della signora o castellana e della cristianità. Spesso sono fusi insieme elementi presi da varie letterature. Così l'Alexanderlied (Canto di Alessindro) di Lamprecht il Prete, composto verso il 1130, Parzival (ca. 1205) di Wolfram von Eschenbach e Tristan und Isolde (Tristano e Isotta) di Gottfied di Strasburgo, scritto nel 1210 ca. Un grosso filone dell'epica medioevale tedesca è rappresentato dal Poemo dei Nibelunghi, il Nibelungenlied, nel quale sono narrate le vicende di Sigfrido e di Brunilde e la caduta dei Burgundi. E' un poema derivato da un sostrato nazionale germanico- scandinavo, che ha costituito una fonte importante per tutta la poesia tedesca. Numerosi sono inoltre nella G. medioevale i lavori religiosi, di cui alcuni mostrano l'influsso del movimento di riforma. Tra essi è famoso l'Annolied, il poema su Annone, arcivescovo di Colonia.
Nel XV sec. si ebbe lo sviluppo in G. di tematiche più direttamente sorte tra il popolo, del quale esprimevano sogni, miti di fantasia collettiva, sentimenti nazionali, superstizioni, fervore religioso, desiderio d'avventura, spirito comico. In effetti si era formata nelle città tedesche una società borghese che tendeva ad avere forme culturali laiche e religiose autonome. Fu scoperta la prosa ed incontrarono grande favore storie del passato, sermoni, leggende, aneddoti, curiosità fantastiche, componimenti satirici. Il popolo componeva e recitava facili ballate in vernacolo o Volkslieder e si appassionava alle storie fantastiche ma dense di morale borghese di Till Eulenspiegel. Il lavoro satirico di Sebastian Brant, Narrenschff (La nave degli sciocchi, 1494), si diffuse anche fuori della G. Nel secolo successivo si affermarono i Meistersänger (Maestri cantori), derivati dalla precedente poesia di corte e contemporaneamente influenzati dalla cultura sviluppatasi nei conventi e negli Studi. Celebre fu Hans Sachs (1494-1576), un calzolaio di Norimberga, autore di drammi, commedie, farse (Schwänke) e di rappresentazioni carnevalesche (Fastnachtsspiele), nelle quali vi è già il gusto d'una letteratura europea. Wagner fece di Sachs il protagonista della sua opera I maestri cantori di Norimberga. La consuetudine degli artigiani e mercanti di riunirsi in corporazioni spinse anche i Meistersänger a costituire delle loro gilde, entro le quali vennero redatti codici per un retto poetare. Naturalmente spesso le 7 gilde furono un ostacolo per le innovazioni individuali, ma in generale esse ebbero funzione di diffusione artistica e culturale.
Nel XVI sec. il paese venne scosso dalla Riforma da cui nacque la moderna G. E' però da notare che il filone di riscatto popolare connesso alla Riforma fu presto stroncato dai principi tedeschi. Così la Guerra dei contadini, risoltasi in un massacro, significò la decisa opposizione dell'aristocrazia e della borghesia ad ogni mutamento nella struttura sociale. Tutttavia la traduzione che Martin Lutero fece della Bibbia (1522- 34) contribuì in modo fondamentale al formarsi d'una lingua nazionale tedesca. Nello stesso tempo la lettura della Bibbia offrì una tematica nuova, con inediti problemi di coscienza e di contrasti umani. L'isolamento della società tedesca e lo spirito di obbedienza a formule e canoni impedirono però che potessero aversi risultati pari a quelli raggiunti nella letteratura inglese. Oltre allo stesso Sachs, divenuto seguace di Lutero, sono da ricordare: Thomas Murner (ca. 1475 - ca. 1537), francescano, che scrisse lavori satirici quali Esorcismo dei matti (Narrenbeschwörung, 1512) contro i vizi del proprio tempo e Del grande matto luterano (Von dem grossen Lutherischen Nirren, 1522), Johann Fischart (1546-1590), il quale tradusse il Gargantua di Rabelais, e Nikodemus Frischlin (1547-1590), autore di commedie e sacre rappresentazioni. Il lavoro più interessante del tempo è l'anonima storia del dottor Faust che, nel suo conflitto tra individuo e peccato, può considerarsi tra le cose più originali prodotte dal genio tedesco.
Le controversie religiose sfociarono nella guerra dei Trent'anni, durante la quale furono distrutti castelli, villaggi, città e ovunque apparvero i segni del lutto e della desolazione. La problematica della Riforma venne dimenticata e gli autori tesero ad una ricerca di perfezione formale. Ebbe inizio la lunga «età dell'imitazione», caratterizzata da una preponderante influenza francese. Racine, Corneille, Molière costituirono intoccabili modelli. Così pure il francese si diffuse nelle corti e nelle case signorili. Martin Opitz (15971639), erudito e poeta, uomo dalle idee duttili, si batté per una riforma della poesia tedesca, ma tale riforma venne da lui intesa in senso strettamente linguistico e metrico. Godé a lungo larga popolarità il suo Libro sullo poesia tedesca (Buch von der deutschen Poeterey, 1624). Christian Hofmann von Hofmannswildau (16171679), ammiratore del Marino, capeggiò un gruppo di poeti barocchi antifrancesi. Il lavoro più interessante del '600 tedesco può però considerarsi L'avventuroso Simplicissimus (Der abenteuerliche Simplicissimus) di Hans Christoffel von Grimmelshausen, in cui la tradizione tedesca della storia popolare è interpretata secondo i modi picareschi spagnoli. Nel corso del secolo si formarono le scuole di Lipsia e Zurigo che servirono ad una certa chiarificazione ed a fermare l'ondata di pedanteria nata con i canoni dell'imitazione e della perfezione formale. La liberazione dall'imitazione francese cominciò con Johann Christoph Gottsched (1700-1766), il migliore della scuola di Lipsia, il cui Saggio d'una poetica critica ebbe peso sul gusto letterario. Paul Gerhardt (1607-1676) e Christian Fürchtegott Gellert (1715-1769) furono autori di inni protestanti. Gellert scrisse anche delle favole. D'altra parte la vita letteraria si accentrò anche a Vienna, dove molto forte fu l'influenza degl'Italiani e degli Spagnoli (v. Austria: Letteratura).
Nella seconda metà del XVIII sec. ebbe inizio un rinnovamento che costituì la base della grande fioritura tedesca dell'800. I principali esponenti di tale rinnovamento furono Friedrich Gottlieb Klopstock (1724- 1803), Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), Christoph Martin Wieland (1733- 1813) e rohann Gotffried Herder (17441803). Il poema Messias (Messiade, 1748- 1773) di Klopstock, ispirato dal Paradiso perduto di Milton, è la maggiore espressione del nuovo clima letterario tedesco. Nel suo Laocoön (Laocoonte) e in altre opere Lessing mostrò la differenza tra lo pseudo-classicismo dei Francesi ed il vero classicismo ellenico come era rivelato dalla tragedia e dalla scultura greca. Lo stesso Lessing diffuse la letteratura inglese in G. e scrisse commedie, alcune delle quali come Minna di Barnhelm (scritta nel 1767) sono tra le cose migliori del teatro tedesco. In Wielind ed in Herder vi sono già elementi che preparano il romanticismo: nel primo appaiono sensazioni romantiche, nel secondo un gusto nuovo per la poesia nazionale.
I significati dello «Sturm und Drang» (Tempesta e assalto), movimento con cui ebbe inizio il romanticismo in G., furono vari, ma i risultati nei primi esponenti restarono sul piano della stravaganza e dell'assenza di ispirazione. Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) e Friedrich von Schiller (1759-1805) ne colsero invece gli aspetti più rivoluzionari e universali. In Götz von Berlichingen (1771) e Die Leiden des Jungen Werther (I dolori del giovane Werther, 1774) Goethe espresse il sentimento romantico, mentre in Iphigenie (versione in prosa 1779; in versi 1787), Egmont (1788), Torquato Tasso (1790) ripropose una problematica classica e romantica. Il mito del bene e del male, il momento classico e quello romantico, come due categorie della cultura occidentale nel suo contristo tra il solare mondo mediterrineo e il nebbioso mondo germanico, furono svolti in Faust, il capolavoro di Goethe e una delle grandi opere della letteratura mondiale. Schiller, seguace delle idee di Kant e amico di Goethe, accolse l'impeto romantico come anelito di libertà politici dell'individuo (Wallenstein, 1799; Mario Stuart, 1800; Wilhelm Tell, 1804). Ebbe inoltre una precisa visione della funzione dell'arte (Briefe über die ästhetische Erziehung des Menschen, Saggio sull'educazione estetica dell'uomo, 1795). Altri autori loro contemporanei trattarono tematiche in cui confluivano elementi vari. Jean Paul Richter (1763-1825) scrisse romanzi di un'inedita capacità introspettiva (Hesperus; Titan); Friedrich Hölderlin (1770-1843) rivisse nei suoi versi e drammi i miti greci (Hyperion: Empedokles); Heinrich von Kleist (1777-1811) compose lavori complessi, agitati, che vennero pienamente rivalutati solo alla fine del secolo. Le basi teoriche del romanticismo furono stabilite dai fratelli Autgust Wilhelm e Friedrich Schlegel (1767- 1845 e 1772-1829), i quali unificarono i generi letterari alla luce di un'ispirazione antirazionalistica. Essi inoltre iniziarono la rivalutazione del mondo medievale e dclle tradizioni popolari. Queste ultime ispirarono tutta l'opera dei fratelli Grimm.
Dopo il 1830 gli autori della giovane generazione appaiono legati al programma della «Giovane Germania». Problemi sociali, politici ed economici cominciarono a prendere il posto dei grandi ideali romantici, in un momento in cui si affermavano in filosofia, con Lutdwig Feuterbach e Karl Marx, le teorie materialistiche. Furono però contemporaneamente vive anche voci post- romantiche.
Così Heinrich Heine (1797-1856), ebreo tedesco, scrisse versi d'una tristezza elegiaca sconosciuta in G. Dal 1850 in poi si delineò lo sviluppo della prosa narrativa: il romanzo sociale con Karl Ferdinand Gutzkow (1811- 1878), della provincia tedesca con Berthold Auerbach (1812-1882), il genere biografico con Gotkried Keller (1819-1890). Nella letteratura drammatica eccelsero l'austriaco Franz Grillparzer (1791-1872) e Friedrich Hebbel (1813- 1863), quest'ultimo soprattutto con Maria Maddalena (1844).
Il naturalismo francese ebbe larga diffusione in G., dove si formò una corrente antiromantica e realistica capeggiata da Gerhart Hauptmann (1862- 1946). Scrissero lavori ispirati ad una tematica sociale il viennese Ludwig Anzengruber (1839-1889) e Herman Sudermann (1857-1928). In poesia invece vennero presto accolti elementi che segnavano la reazione al manifesto naturalistico e il ritorno all'interiorità dell'io con Hugo von Hofmannsthal (18741929) e soprattutto con Stefan George (1868-133) e Rainer Miria Rilke (1875-1926). George riprese il mito dell'«arte per l'arte» e ripropose l'ideale dell'individuo-eroe affermato in filosofia dal Nietzsche.
In molti scrittori come i fratelli Heinrich e Thomas Mann (18711950 e 1875-1955), Jacob Wassermann (1873-1934), Hermann Hesse (1877-1962), premio Nobel 1946, confluirono elementi vari, dall'indagine psicologico-sociale il rapporto nella società tedesca tra individuo e miti culturali collettivi. Il miggiore di essi può essere considerato Thomas Mann (Buddenbrooks, 1901; Tonio Kröger, 1903; Der Tod in Venedig, Morte i Venezia, 1913; Der Zauberberg, La montagna incantata, 1924; Doktor Faustus, 1947).
La 1ª Guerra mondiale ispirò voci violente d'opposizione che poi in modo diverso confluirono nella rivolta espressionistica, autentica reazione sia alle forme che ai valori morali borghesi (v. Espressionismo). Gli autori espressionisti (F. von Unruh, A. Bronnen, A. Döblin, G. Kaiser, E. Toller) già però verso gli ultimi tempi della Repubblica di Weimar tendevano di nuovo ad una ricostruzione dei valori. Alcuni si volsero ai temi della salvezza cattolica e protestante, altri al marxismo, altri ancora ai miti nazionalistici. Il maggiore autore dell'espressionismo, Bertolt Brecht (1896- 1956), scrisse gran parte dei suoi lavori in esilio. Il nazismo spezzò la vita letteraria tedesca. Molti intellettuali lasciarono la G., altri trattarono esclusivimente soggetti storici o biografici, quasi nessuna eco ebbe l'opera del grande Kafka (1883-1924).
La letteratura tedesca del secondo dopoguerra è stata ovviamente per lungo tempo caratterizzata dalla divisione del paese, per cui esiste una totale differenza tra Ovest ed Est. Gli autori tedesco-occidentali erano naturalmente legati alle tematiche occidentali, anche se in diversi di essi restava sempre l'urgenza di spiegare la tragedia della nazione tedesca. Tra i maggiori vi sono Heinrich Böll, premio Nobel nel 1972, e Günter Grass.

 

Musica

La G. ebbe tardi una propria scuola musicale e nemmeno al livello della grande tradizione fiamminga e italiana. Sia nel XV che nel XVI sec. si incontrano nelle varie regioni numerosi compositori, ma nessuno di essi riesce ad uscire con una propria originale impostizione dalle esperienze musicali già fatte dai maestri fiamminghi e italiani. Così il Minnesang (poesia amorosa), anche se coltivato di poeti e musicisti di rilievo, da Walther von der Vogelweide ad Oswald von Volkenstein morto nel 1445, era in effetti modellato sulle canzoni dei trovatori francesi. Lo stesso può dirsi per i canti dei Meistersänger (maestri cantori), tra i quali eccelse Hans Sachs, il grande poeta calzolaio di Norimberga. Una certa novità è in questi canti il passaggio da una tematica rigidamente aristocratica ad un'ispirazione culturale borghese; dal punto di vista tecnico essi appaiono però ancorati a vecchi canoni già di moda nell'Europa occidentale. Certo sia nella grande pianura tedesca che lungo le rive del mare del Nord e del Baltico o nelle valli del Mezzogiorno sormontate dai massici alpini fiorirono nei secoli danze e canti popolari, con le loro differenze geografiche ed etniche, ma si tratta di una tradizione respinta da poeti e musicisti colti.
Nel XVI sec. con la Riforma si ebbero gli inni luterani cantati durante le riunioni congregazionali, che ripetevano però schemi liturgici familiari, a volte presi da canti secolari. Nella seconda metà del secolo si incontrano i primi due importanti musicisti tedeschi, Hans Leo Hassler, nato nel 1564, e soprattutto Heinrich Schütz. Quest'ultimo, figlio di un oste di Köstritz in Sassonia, lasciò per la musica la facoltà di legge dell'università di Marburgo, cui s'era iscritto, e con l'aiuto del langravio poté studiare a Venezia. La sua produzione comprende musica di vario genere, sacra e secolare, vocale e strumentale e la prima opera tedesca Dafne (1627), su testo del Rinuccini in una traduzione di Martin Opitz. Sono notevoli però soprattutto le quattro Passioni e il Deutsches Magnificat per doppio coro e 8 voci. La musica nelle corti, malgrado la personalità di Schütz, continuò tuttavia ad essere dominata da compositori italiani, specie veneziani, fiamminghi e francesi.
Durante il sec. XVII si delineano aspetti d'una musica tedesca. Il danese Buxtehude, per esempio, organista a Lubecca, con le sue interessanti variazioni aprì la via al preludio corale, una forma tipicamente tedesca, portata poi a grandezza d'arte da Bach. Buxtehude del resto non fu il solo, in quanto numerosi altri artisti, come Hammerschmidt, Rosenmüller, Kuthnau, ecc., composero musica che rivela caratteri sempre più evidenti di scuole nazionali. Il sec. XVIII è il secolo di grandi personalità che fanno della G. uno dei paesi più importanti nella storia della musici. J. S. Bach (1685- 1750), tra i maggiori musicisti di tutti i tempi, e G. F. Händel (16851759) sono artefici del rinascimento musicale caratterizzato dalla grandiosità della costruzione architettonica, ma essi, pur nel pieno d'una loro personalità nazionale, non restano al di fuori di esperienze musicali europee, specie italiane. Tra gli altri esponenti del rinascimento tedesco possono considerarsi anche il secondo figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel e, meno, C. Gluck, austro-boemo, il quale risenti largamente della cultura musicale cèca e di quella italiana. Un grande sviluppo aveva intanto la sinfonia ad opera di un gruppo di musicisti della scuola di Mannheim, che seppero sviluppare tale genere al di fuori delle forme caratteristiche dell'opera italiana, accentuando i contrasti drammatici. La sinfonia raggiunse poi la maturità con Haydn. Un altro genere che si affermò fu anche il Singspiel (commedia musicale), un tipo leggero di opera o operetta, tipicamente tedesco per i canti e i modi del linguaggio, per quanto nato inizialmente da un analogo componimento teatrale inglese. Il Singspiel ispirò lo stesso Mozart, autore di opere, musica strumentale e brevi composizioni come serenate e divertimenti. Alla fine del secolo nacque il Lied (canto), coltivato dapprima da piccoli compositori, quali Reichardt, Zelter e Zumsteeg, quindi accolto anche da autori maggiori. Il romanticismo musicale, già evidente in parte della produzione di Mozart, s'afferma con L. van Beethoven, ma la personalità di Beethoven non può essere ristretta nei limiti degli schemi romantici e classici. Pienamente moderno per la sua drammatica concezione del destino umano e ben lontano dal descrizionismo musicale dei musicisti di corte, egli concepì la musica come costruzione razionale e nella famosa Sesta sinfonia elevò un inno grandioso al senso classico della natura. Rientrano in vario modo nel romanticismo come espressione d'una determinata epoca storica e culturale Weber, Schubert, Mendelssohn, Schumann e Wagner. Wagner soprattutto segnò il trionfo in Europa della moderna musica tedesca. L'antico mondo eroico e mitico germano- scandinavo venne da lui rivissuto con una passionalità prorompente ed una grandiosità tecnica senza pari. La sua influenza fu tanto forte che non solo in G., ma in tutta l'Europa il wagnerismo finì per costituire un momento d'arresto. Mostrano evidente ispirazione wagneriana anche musicisti di forte rilievo quali Humperdinck, l'autore dell'opera Hänsel und Gretel, R. Strauss e Schreker. Nel campo sinfonico Bruckner e Brahms ebbero, particolarmente il secondo, un ruolo di capiscuola.
La musica tedesca del XIX sec. è stata in parte rivoluzionata dalla dodecafonia o «musica dalle dodici note» iniziata da A. Schönberg, che nel Sopravvissuto di Varsavia ha fermato nell'arte con allucinante verità la tragica condizione dell'ebreo ucciso dagli stessi miti che fanno grande l'opera di Wagner. Seguace di Schönberg, appartenenti al gruppo austriaco, sono Webern, Berg, Krenek, in una seconda fase della sua produzione, e Wellesz nei suoi primi lavori. Vanno ancora citati Hindemith, considerato un caposcuola della musica contemporanea, e Carl Orff.

 

Fonte: http://spazioinwind.libero.it/zanzibarre/download/germania.zip

 

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

GERMANIA

Confini:

NORD Danimarca, Mare del Nord e Mar Baltico

EST Polonia, repubblica Ceca

SUD Austria e Svizzera

OVEST Francia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi

 

MONTI VALLI E PIANURE

Catena più importante è quella delle Alpi Bavaresi a  sud del paese. Sono monti giovani.

Più a nord c’è l’Altopiano Svevo-bavarese.

Al centro c’è complesso montuoso detto Mittelgebirge: sono catene antiche e quindi più basse.

A est i monti Metalliferi: ricchi di miniere e giacimenti

A ovest il Massiccio Renano, attraversato dal Reno.

La Selva Nera è un luogo famoso per il turismo: è composta da pini ed abeti. E’ al confine fra Germania, Austria e Svizzera. Ricco di sentieri per passeggiate. Zona rinomata per oggetti artigianali di legno. Ambiente minacciato dalle piogge acide e corrosive che uccidono gli alberi.

 

A nord si trovano le maggiori pianure, che prendono il nome di Bassopiano germanico o centrale

 

FIUMI E LAGHI

Tutti i fiumi sono navigabili, erano importanti vie di comunicazioni.

Il fiume più lungo è il Reno, poi l’Elba: entrambi sfociano nel Mare del Nord

Oder sfocia nel Baltico

In Germania nasce il Danubio

Altri fiumi da ricordare sono il Weser e l’Ems.

 

I laghi sono numerosi soprattutto nella fascia alpina e a nord. Sono quasi tutti di origine glaciale.

Il Lago di Costanza è al confine con Svizzera e Austria.

Il lago più grande è Murritz (a nord est del paese)

 

MARI COSTE E ISOLE

Coste basse e ricche di baie.

A Nord mar Baltico e Mare del Nord

Sulle coste a nord si affacciano due arcipelaghi (Frisone Settentrionali e Frisone orientali), con numerose piccole isole. 

 

CLIMA

Sud clima alpino, con molte nevicate. Ricco di foreste

Al centro è continentale: inverni freddi ed estati calde. Al centro estese foreste

A nord clima atlantico, piogge abbondanti, molte nebbie e inverni non troppo freddi.

Qui si trovano i più grandi insediamenti industriali.

 

POPOLAZIONE

Oltre 80m milioni di abitanti. Lo stato più popoloso dell’UE. Alta la densita’ (231 ab./kmq)

Popolazione concentrata nella parte occidentale del paese.

90% dei tedeschi vive in citta’.

Saldo demografico è in calo, ma numero di abitanti aumenta grazie all’immigrazione. Oltre 7 milioni di abitanti sono immigrati, in particolare è numerosa l’etnia turca (2 milioni), italiani (500.000), emigrati fra gli anni ’60 e ’70.

La maggior parte degli immigrati provengono però da Ex unione sovietica, paesi slavi e ottengono immediatamente la cittadinanza tedesca.

Religione prevalente è il protestantesimo e cattolicesimo. Minoranze islamica (2%), 30% si dichiara atea.

Lingua ufficiale è tedesco.

CITTA’

Altissimo tasso di urbanizzazione.

Berlino la citta’ più popolosa (3 milioni e mezzo)

Molte altre citta’ sono sviluppate. Le citta’ sono distribuite in modo uniforme.

Nella valle del Reno c’è una immensa conurbazione (cioè insieme di citta’ che si confondono) e la zona è fra le più popolate dell’Europa.

Berlino è tornata ad essere capitale della nazione unificata e si è sviluppata negli ultimi 20 anni. E’ una citta’ molto vivace e molto frequentata da turisti.

La seconda citta’ è Amburgo, il principale porto della Germania.

Monaco capoluogo della Baviera, la citta’ principale della Germani meridionale. In questa citta’ si sono svolti molti eventi storici, fra cui la nascita del partito di Hitler.

Colonia si trova nella regione della Rhur.

Francoforte sul Meno è il principale centro finanziario

Lipsia e Dresda sono state fra le città tedesche più colpite da bombardamenti della seconda Guerra Mondiale e sono state quasi rase al suolo, sono quindi citta’ dall’aspetto molto nuovo.

 

ORDINAMENTO POLITICO

E’ una repubblica federale divisa in 19 lander (stati ferali con ampia autonomia).

Ogni lander è diviso poi in circondari.

Ogni land ha un proprio parlamento e un governo autonomo per quanto riguarda gli affari locali.

A Berlino c’è il governo centrale composto dal Bundestag (cioè parlamento centrale) e dai ministri, guidati dal Cancelliere (Primo ministro): si occupano di questioni di politica estera e affari generali.

Costituzione tedesca è del 1949 e proibisce la ricostruzione del partito Nazista o la ripresa delle idee del Reich. In questi ultimi decenni sono comunque nati partiti che si ispirano a queste ideologie.

  • Renania Settentrionale- Westfallia:
    • è il land più popoloso e più ricco di industrie.
    • È la zona della Rhur (zona mineraria)
    • Le maggiori citta’ sono Bonn e Dusseldorf
  • Baviera:
    • Land più grande
    • Il secondo per popolazione
    • Maggioranza cattolica
    • Ha un dialetto molto particolare
    • È una zona turistica molto apprezzata, anche per la cucina tradizionale

 

ATTIVITA’ ECONOMICHE

Germania è al prima potenza economica europea e la quarta per PIL

Crescita economica ultimamente è rallentata sia per la crisi generale sia per la crisi dovuta alla riunificazione della due parti della Germania.

PRIMARIO:

Agricoltura tedesca molto produttiva, ma impiega solo 1% della popolazione. Non copre il fabbisogno dei tedeschi, si importa quindi molto dall’estero.

Le colture principali sono cereali, barbabietole, luppolo e patate.

Allevamento di suini e bovini, sviluppata la produzione di formaggi e carni.

Foreste danno molto legname e industrie che trasformano al cellulosa.

Nel Mare del Nord si pesca molto, soprattutto merluzzi.

Minerali estratti. Carbone, petrolio e gas naturale. Importante anche estrazione del ferro e dell’uranio per le industrie nucleari.

 

SECONDARIO:

industria tedesca è fra le più sviluppate.

Settori più sviluppati sono meccanica di precisione e pesante, automobilistico, metallurgico, cantieristico, elettronico e dell’ottica.

Primo produttore di macchinari industriali.

Importanti anche settore chimico, petrolchimico e farmaceutico.

 

TERZIARIO:

Efficiente sistema di trasporti.

In Germania si trovano alcuni dei maggiori porti e aeroporti europei.

Settore del commercio molto importante per le esportazione verso l’estero.

2/3 delle fiere commerciali si tengono in Germania 

Molto sviluppato e in aumento anche il turismo.

 

 

Fonte: http://www.appuntidiclasse.it/lavoro/geografia/germania.doc

sito web : http://www.appuntidiclasse.it/

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