Haiti

 

 

 

Haiti

 

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H A I T I

 

  • scheda paese
    .    dati generali

.    indicatori socio culturali
.    indicatori socio economici
.    geografia e ambiente

 

  • storia

.    cronologia essenziale
.    la situazione prima del terremoto: quadro politico, profilo ecomico, aspetti socio-culturali, problemo ambientali
.    il terremoto: 12-01-2010, fatti e cifre
.    la situazione dopo il terremoto: emergenza continua, prospettive di ricostruzione

  • approfondimenti

.    ruolo e prenseza della Chiesa
.    informazione … tra verità e sensazionalismo

 


1. SCHEDA PAESE

 

1.1 DATI GENERALI

 

HAITI

Repubblica Domenicana

Nome ufficiale

Répiblik Dayti

Repubblica Domenicana

Ordinamento dello Stato

Repubblica

Repubblica presidenziale

Superficie (kmq)

27.750

48.670

Popolazione

8.549.254

9.650.054

Capitale

Port-au-Prince

Santo Domingo

Moneta

Gourde

Peso dominicano

Lingua

Francese (ufficiale); Creolo

Spagnolo

Religione

Cattolica 80%; Protestante 16%; altre 4%

Cattolica 95%; altre 5%

Gruppi etnici

Neri 95%; bianchi e mulatti 5%

Misti 73%;bianchi 16%;neri 11%

1.2 Indicatori Socio Culturali

 

HAITI

Repubblica Dominicana

Italia

Popolazione Urbana (%)

49,6

70,5

68,4

Crescita annua popolazione (%)

3,1

1,7

0,2

Mortalità infantile (su 1.000 nati vivi)

74

28

4

Denutrizione infantile (%)

22

5

0

Speranza di vita alla nascita (anni)

61

72,4

81,1

Quotidiani (ogni mille abitanti)

n.d.

27,5

109

Radio (ogni mille abitanti)

18

181

878

Televisori (ogni mille abitanti)

60

97

494

Internet (milioni di utenti)

1

2.147

24.992

Linee telefoniche (ogni mille abitanti)

16,7

106,8

451

Rifugiati (per paese di origine)

1,3

0,4

0,1

1.3 Indicatori socio-economici

 

HAITI

Repubblica Dominicana

Italia

Indice di sviluppo umano (da 0 a 1)

0,532

0,777

0,941

Classifica indice di sviluppo umano (su 182 paesi)

149

90

18

% popolazione che vive in estrema povertà (meno di $ 1,25 al giorno)

54,9

5,0

0

% popolazione che vive sotto soglia povertà (meno di $ 2 al giorno)

72,1

42,2

<2

Aiuti ufficiali allo sviluppo ricevuti (milioni di $)

53,9

69

0

PIL ($ pro capite)

1.155

8.200

30.353

Indice di Gini su concentrazione della ricchezza (0=equidistribuzione; 100= disuguaglianza assoluta)

59,5

49,9

36,0

Quota sul consumo totale annuo consumata dal 10% più povero

0,9

1,5

2,3

Quota sul consumo totale annuo consumata dal 10% più ricco

47,8

38,7

26,8

Rapporto tra consumo del 10% più povero e del 10% più ricco

54,4

25,3

11,6

Crescita annua del PIL

-2,1

-0,3

1,2

Debito estero (% del PNL)

27,5

41,5

0

Tasso di inflazione (%)

27

1,4

2,6

Tasso di disoccupazione (%)

n.d.

15,1

6,8

Importazioni (% del PIL)

45

38

26

Esportazioni (% del PIL)

16

34

26

Spesa educativa (% del PIL)

n.d.

3,6

4,7

Iscritti scuola primaria (%)

n.d.

86

99

Iscritti scuola secondaria (%)

n.d.

49

92

Iscritti università (%)

n.d.

33

59

Analfabetismo (%)

37,9

10,9

1,1

Spesa per la sanità ($ pro capite)

82.3

140

2.474

Accesso all’acqua potabile

58

95

100

Medici (ogni centomila abitanti)

25

188

606

Spesa Militare (% del PIL)

n.d.

0,8

1,9

Forze armate

1.500

191.688

216.800; 111.800 paramilitari

Importazione di armi convenzionali (milioni di $)

n.d.

0

697

Esportazione di armi convenzionali (milioni di $)

n.d.

n.d.

860

Energia (consumo pro capite di kg petrolio-equivalenti all’anno)

269,9

922,5

3.140

Aereoporti con pista pavimentata (km)

4

16

101

Ferrovie (km)

n.d.

1.784

19.460

Totale rete stradale (km)

4.160

19.705

484.688

Rete stradale pavimentata(km)

1.011

9.872

484.688

 

1.4 GEOGRAFIA E AMBIENTE

Haiti è il paese più densamente popolato dell’emisfero occidentale: su una superficie di 27.750 kmq vive una popolazione di circa 8.500.000 di cui più del 30% vive nella capitale del paese, Porta au Prince.
Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, una delle maggiori isola delle Grandi Antille, e confina a est con la Repubblica Dominicana. Situato al centro dei Caraibi, il paese è bagnato dall’Oceano Atlantico a nord e dal Mar dei Carabi a sud. Le due grandi penisole haitiane, disposte a nord e a sud, sono separate dal Golfe de la Gonâve; qui si trova la più grande delle isole al largo della costa di Haiti, l'Île de la Gonâve.
Il nome Haiti deriva dalla parola arawak che significa 'terra montuosa'; effettivamente il 60% del territorio del paese è formato da zone con una pendenza del 20% o anche più. Le principali catene montuose comprendono il Massif de la Hotte con la cima del Pic Macaya a 2347m e il Massif de la Selle che si estende da ovest a est e culmina nel Pic La Selle a 2674m. Infine a nord vi è la spettacolare Chaine du Bonnet.
Tra i numerosi torrenti di montagna l'unico navigabile è l'Artibonite, che inizia dal confine dominicano e sfocia immediatamente a nord di St Marc.
A causa dei blackout dell'energia elettrica, che possono durare anche 12 ore, la popolazione utilizza il legno per cucinare e per svolgere varie altre attività.
Questo sfortunatamente ha causato il fenomeno del disboscamento lasciando intatto solo il 3% del territorio di Haiti. Per arginare il processo di deforestazione e per cercare di mantenere intatto il patrimonio forestale ed animale del paese sono stati istituiti numerosi parchi nazionali, tra cui spiccano il Parco della  Forêt de Pinse il Parco Historique la Citadelle.
Il clima dell'isola è caldo e umido, e le temperature variano soprattutto nel corso della giornata. Le massime sono generalmente di 30° C circa, mentre le minime notturne possono raggiungere i 20° C. le stagioni piovose vanno da aprile a giugno e da ottobre a novembre. Tra agosto e novembre il paese è spesso colpito da uragani. Le temperature scendono notevolmente alle quote elevate dove si ha una forte escursione tra il giorno e la notte.
La flora è molto rigogliosa ed è costituita da piante tropicali coma la palma da cocco e il caucciù, oltre che da numerose specie di fiori tropicali come l’ibise le orchidee giganti.
La fauna è costituita prevalentemente da uccelli, sia stanziali che migratori, e da pesci tropicali, che popolano le calde acque che si trovano attorno al paese.
Nonostante il clima favorevole, le bellezze naturali e la sua cultura, il paese non sfrutta le sue potenzialità turistiche, soprattutto a causa dei problemi interni, la povertà e la criminalità, che hanno dato spesso origine a scontri di tipo razziale tra la minoranza mulatta, più ricca, e la maggioranza di razza nera, più povera.
2. storia


2.1 CRONOLOGIA ESSENZIALE

1492 - La Santa Maria, comandata da Cristoforo Colombo, sbarca dove oggi sorge Môle-Saint-Nicolas. L’isola di Hispaniola, di cui Haiti occupa la porzione più occidentale, era in origine abitata dagli indigeni taino e arauachi. L'intera isola viene rivendicata a favore della Spagna.
1606 - Il sovrano spagnolo ordina a tutti i coloni di spostarsi nei pressi della capitale di Hispaniola, Santo Domingo, al fine di proteggere la popolazione dagli attacchi dei pirati e questo permette ai pirati inglesi, olandesi e francesi di stabilirsi lungo le coste settentrionali e occidentali, abbandonate.
1625-1697 - I francesi cominciano a colonizzare l'isola. Col Trattato di Ryswick, la Spagna cede ufficialmente la porzione più occidentale di Hispaniola alla Francia: la nuova colonia viene ribattezzata  Côte française de Saint Domingue.

La parte orientale, sotto il dominio spagnolo, è scarsamente considerata dalla Corona spagnola; la sezione francese vive invece un incremento delle attività economiche che la rende la più ricca delle colonie dell'emisfero occidentale grazie, soprattutto, alle notevoli esportazioni di zucchero e cacao. La popolazione della colonia è composta da 3 diversi gruppi etnici: i grands blancs, funzionari e commercianti europei che detengono il controllo politico ed economico; la gens de couleur, persone libere e di sangue misto, di cui la metà mulatti, definibili come classe sociale di status inferiore; gli schiavi africani. Gran parte degli schiavi risulta essere nata in Africa e non a Haiti: le brutali condizioni di vita, spesso, impediscono la naturale crescita della popolazione. Infine, vi sono quelli che sono noti come maroons: ex-schiavi che, sfuggiti ai loro padroni, vivevano nelle terre più elevate, completamente estranei al resto della colonia

1791-1802 - Sull'onda della Rivoluzione francese, le gens de couleur comincia a fare pressione sul governo coloniale per ottenere maggiori diritti. L'Assemblea Nazionale francese concede i diritti politici a tutti i mulatti e i neri nati liberi senza, tuttavia, mutare lo status di coloro che erano ancora schiavi. Gli schiavi della zona di Cap-Français (ora Cap Haïtien) si ribellano ai loro padroni sotto il comando del medico Toussaint Louverture che, alleatosi con les gens de couleur e maroons, ha la meglio sull'esercito coloniale francese. Nel 1794 viene emanato un decreto che sancisce l’abolizione della schiavitù. Sotto la guida di Toussaint, il nuovo esercito di Saint-Domingue sconfigge le truppe di invasione britanniche e spagnole. La cooperazione tra i due schieramenti ha termine nel 1802, quando Toussant viene tradito, catturato e imprigionato in Francia dove muore.
1804 - Si riaccendono gli animi dei ribelli che interrompono la tregua e riprendono a combattere contro le armate napoleoniche. L’ex schiavo guineano Dessalines proclama l’indipendenza del paese e si autonomina prima Governatore e poi Imperatore. Saint-Domingue viene ribattezzata Haiti in ossequio alla popolazione degli arauachi, i quali chiamavano l'isola Ayiti.
1824 - La Francia riconosce l'indipendenza del paese e ottiene in cambio il pagamento di una forte indennità che mette in difficoltà il governo haitiano e rappresenta un duro colpo per l'economia isolana.
1844 - La parte orientale dell’isola ottiene l'indipendenza con il nome di  Repubblica dominicana. L’occupazione è una delle cause storiche del risentimento antihaitiano diffuso ancora oggi nella popolazione dominicana.
1915-1934 - Gli Stati Uniti occupano Haiti preoccupati dall'influenza tedesca nei Caraibi. L'occupazione determina un forte processo di centralizzazione del potere politico ed economico dalle province alla capitale e distrugge il tessuto socio-economico delle campagne. Masse contadine si ribellano capeggiate da Charlemagne Peralte e il governo haitiano, controllato dagli Stati Uniti, reagisce creando una Guardia Nazionale, divenuta nei decenni successivi l'Armée d'Haiti, la quale si macchia di molte atrocità perpetrate ai danni della popolazione civile.
1934-1957 - Si susseguono una serie di colpi di stato.
1957-1986 - Giunge al potere il medico François Duvalier, soprannominato Papa Doc. Nel 1964, Duvalier si autodichiara presidente a vita e per anni mantiene il controllo sulla popolazione attraverso la sua polizia segreta, i Volontari della Sicurezza Nazionale, soprannominati Tonton macoutes. Tale organizzazione viene più volte criticata a livello internazionale per i metodi violenti con cui venivano trattati gli avversari politici. Alla sua morte nel 1971 gli succede il figlio Jean Claude Duvalier, soprannominato Baby Doc in qualità di nuovo presidente a vita. Il regime di Duvalier figlio diviene noto per la sua corruzione e viene deposto nel 1986, aprendo così un nuovo periodo di agitazioni. Inizia il dorato esilio di J.C. Duvalier in terra di Francia.
1983 - Visita di papa Giovanni Paolo II che invita i fedeli a lottare per il rispetto dei diritti umani.
1990 - Il leader carismatico del Fronte nazionale per il cambiamento e la democrazia padre Jean Bertrand Aristide trionfa alle elezioni presidenziali.
1991 - Aristide viene deposto da un colpo di stato che dà inizio a una delle più feroci repressioni nella storia del paese.
1994 - L'intervento statunitense riporta Aristide al potere: uno dei suoi primi atti è lo scioglimento dell'esercito, decisione che incontra un forte favore presso il popolo. I caschi blu dell’Onu sostituiscono il contingente americano.
1996 - René Préval vince alle presidenziali ed è il primo presidente a portare a compimento il suo mandato senza interruzione e, soprattutto, il primo a lasciare di sua volontà l’incarico una volta scaduto il termine. I predecessori, infatti, morirono durante il mandato, oppure vennero assassinati, deposti, imposti da una potenza straniera o, ancora, portati a prolungare il loro incarico oltre la durata legale del mandato.
2000 - Aristide torna a ricoprire la carica di presidente dopo un voto boicottato da molti suoi rivali, i quali accusano il suo partito di aver falsato i voti di una precedente elezione del senato. 2004 - Il governo di Aristide viene deposto da un gruppo di ribelli armati, guidati da bande urbane precedentemente al servizio del partito presidenziale e da ex-soldati. Quando Aristide lascia il paese, molti membri del suo governo cercano rifugio all'estero o preferiscono nascondersi, mentre, ancora una volta, gli Stati Uniti intervengono facendo sbarcare i marines a Port-au-Prince. Dopo la fuga di Aristide, Boniface Alexandre, giudice capo della Corte Suprema, viene nominato presidente da un consiglio, con l'appoggio di Stati Uniti, Canada e Francia.
2006 - Le elezioni portato René Préval a essere rieletto presidente.

 

    • La SITUAZIONE PRIMA DEL TERREMOTO

 

      • quadro politico

Oggi il governo Preval, anche se volesse governare in modo democratico, si troverebbe a essere notevolmente indebolito e controllato dal potere militare della Minustah, la cosiddetta Mission des Nationes Unies pour Stabilisation en Haiti, una missione di peacekeeping dell'ONU stabilita dal Consiglio di Sicurezza il 30 aprile 2004 con la risoluzione 1542.
Fu proprio alla fine del 2006 che il presidente Renè Preval concesse espressamente ai militari delle Nazioni Unite di svolgere compiti repressivi nei quartieri poveri, specialmente a Citè Soleil, uno dei bastioni politici di Aristide, contro delle presunte bande di delinquenti non meglio identificate, nel senso che si commisero molti errori e confusioni tra criminali comuni, militanti politici e normali cittadini nella compilazione delle liste che servivano da guida per le operazioni. Una parte di queste “bande” veniva in realtà identificata con dei gruppi di cittadini auto organizzati legati all’ex presidente esiliato e, sebbene fosse probabile anche la presenza di gruppi di criminali “veri” in quei quartieri, i metodi repressivi utilizzati dalla Minustah fecero numerose vittime innocenti, sconvolsero brutalmente tutta la popolazione annichilendone ogni capacità d’organizzazione civile.
Il lunghissimo retaggio di lotte per la libertà e l'autodeterminazione hanno reso il paese un campo insanguinato e uno dei primi casi di guerra fra popoli e Caschi blu dell'Onu. Gli uomini della Minustah combattono contro gruppi di civili, che li vedono nella loro vera "missione": riportare Haiti sotto il completo dominio americano. I Caschi blu, insieme alla polizia haitiana, stanno commettendo ogni sorta di crimine: stupri, uccisioni mirate e massacri di civili.
Nella primavera 2008 sono scoppiate numerose «rivolte della fame» e a Haiti gli scontri hanno assunto un carattere estremamente emblematico. A Port-au-Prince l'assalto al palazzo presidenziale da parte di migliaia di manifestanti che chiedevano la distribuzione di cibo ha provocato l'intervento dell'esercito e delle forze della Minustah. A Cayes, nel sud dell'isola, quattro persone sono state uccise nel corso di uno sparatoria con i caschi blu. Questi eventi hanno sopraffatto il primo ministro Jacques-Edouard Alexis, costretto a dimettersi.
http://www.globalproject.info/

 

 

      • profilo ECONOMICo

Haiti è il paese più povero dell'emisfero settentrionale con l’80% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà e il 50% in assoluta povertà. Gli indicatori economici e sociali mostrano come Haiti, soprattutto a partire dagli anni '80, a seguito di una pesante crisi economica, abbia accumulato il divario rispetto ad altri paesi in via di sviluppo con livelli di reddito molto bassi. Attualmente occupa la 149ª posizione su 182 paesi classificati in base all’indice di sviluppo umano.
In un panorama occupazionale che vede circa il 60% della popolazione senza un impiego fisso, i due terzi della forza lavoro sono attivi nel settore agricolo, che rappresenta quasi un terzo del PIL nonostante sia per lo più una forma di agricoltura di sussistenza su piccola scala. L’industria riveste un ruolo assolutamente marginale, mentre i servizi, il turismo in particolare, coprono il restante 40% dell’economia del paese. L'economia si è ripresa in questi ultimi anni, registrando una crescita positiva dal 2005, ma quattro tempeste tropicali nel 2008 hanno gravemente danneggiato le infrastrutture dei trasporti e del settore agricolo ed è aumentata l’economia sommersa.
Durante il secondo mandato di Aristide, le difficoltà riscontrate nel raggiungere accordi con i finanziatori internazionali hanno negato a Haiti gli aiuti di cui il paese aveva fortemente bisogno.
Un altro ostacolo allo sviluppo economico è rappresentato dalla dilagante violenza che, negli ultimi 20 anni, ha tormentato la vita politica e sociale di Haiti. Sebbene vi fosse una situazione di relativa stabilità governativa, ciò non è bastato per convincere gli investitori stranieri a impiegare il loro capitale nel paese.
Dalla rassegna valutativa pubblicata sul sito del Fondo Monetario Internazionale il 4 febbraio 2010, si ha una visione generale dell’anno fiscale 2009, nonché del primo trimestre 2010. Nonostante la grave crisi economica che ha colpito tutto il mondo, la crescita economica di Haiti è stata positiva (2,9%), mentre l’inflazione è scesa a settembre a −4,7%, riflettendo la diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari locali e internazionali. Nel settore finanziario, crediti e depositi sono fortemente aumentati, garantendo alle banche forti guadagni. Questa performance positiva dell’economia haitiana è continuata anche nel primo trimestre dell’anno fiscale 2010 (ottobre-dicembre 2009) e le proiezioni indicavano per il 2010 una previsione di crescita positiva. Il sisma del 12 gennaio 2010 ha messo in pesante crisi tutto questo buon andamento complessivo, con danni gravissimi anche alle infrastrutture della capitale Port-au-Prince.
www.peacereporter.it

      • ASPETTI socio-culturali

Fin da quando Haiti ha conquistato l'indipendenza, nel 1804, il paese si è distinto per la sua capacità di produrre milioni di rifugiati e almeno 34 colpi di stato, ma non è riuscito a raggiungere nemmeno i livelli più elementari di sviluppo economico e sociale. Anche se gran parte della colpa è attribuibile all'egoismo di generazioni di leader haitiani, preoccupati più del proprio potere che del proprio popolo, i paesi occidentali hanno giocato un ruolo di supporto fondamentale, massacrando Haiti di interventi militari, accordi commerciali iniqui e isolamento politico.

Malgrado una densità molto elevata (303 ab./kmq), la distribuzione della popolazione è fortemente disomogenea: gran parte degli haitiani, infatti, vive nelle città, nelle pianure costiere e nelle valli. Circa il 95% degli abitanti è di origine africana. Il resto della popolazione è formato da mulatti e da gruppi di europei e levantini (libanesi e siriani).
Il francese è la lingua ufficiale, ma è parlato solo dal 10% della popolazione (specie dagli individui più colti): la quasi totalità degli haitiani si esprime attraverso il creolo haitiano (kreyòl ayisyen), l'altra lingua ufficiale, che risulta essere una sorta di evoluzione del francese, storpiato nell'uso dagli schiavi africani. Sono inoltre conosciuti l'inglese e lo spagnolo, quest'ultimo per via della vicinanza geografica della Repubblica Dominicana e di Cuba.
Il cattolicesimo, che raggiunge una percentuale dell’80%, è stato assimilato dalla sintassi del voodoo sin dai tempi del colonialismo. Il protestantesimo, che è più recente ed è praticato dal 16% della popolazione, ha avuto più successo nel demonizzare il voodoo con le sue divinità marchiando queste pratiche come pratiche diaboliche.

Dopo l’ultima ondata di conflitti politici e sociali nel 2004, vi è stato un numero considerevole di haitiani sfollati. Circa 2000 haitiani fuggirono dal Paese nel febbraio di quell’anno per cercare asilo negli Stati Uniti. Almeno il 90% di essi fu intercettato dalla guardia costiera e rimpatriato a Haiti. Nel 2005 la percentuale di haitiani fuggiti dalla madrepatria per cercare asilo all’estero è salita al 27%. Di essi il 51% ha cercato asilo negli Stati Uniti, il 46% a Guadalupe e il resto nella Repubblica Dominicana, Giamaica e Cuba.

 

Il tasso di iscrizione scolastica è del 60%; i bambini frequentano la scuola mediamente per quattro anni e le bambine per due. Solo il 20% della popolazione ha accesso alla scuola secondaria.
La spesa pubblica per l’istruzione è aumentata dal 9% del 1997 al 22% del 2000 per sostenere le spese delle mense, delle uniformi e dei trasporti. Nel 2002 il governo ha iniziato una campagna di alfabetizzazione che ha portato a un incremento notevole del numero degli studenti. Nonostante questi aspetti positivi il paese vive ancora una situazione di carenza per quanto riguarda l’offerta formativa e gli insegnanti. Le aree rurali restano le più svantaggiate. Attualmente la maggior parte delle scuole haitiane sono private.
Il tasso di mortalità infantile è di 79 morti per 1000 nati vivi. Il 20% circa dei bambini che muoiono sotto i 5 anni in America Latina è haitiano. Solo il 40% dei ragazzi e delle ragazze ha accesso ai servizi sanitari di base. Le cause principali di mortalità infantile sono la diarrea, le infezioni respiratorie acute e la malnutrizione. Più di 200.000 ragazzi e ragazze hanno perso un genitore per via dell’HIV/AIDS.

Secondo le stime del World Food Programme delle Nazioni Unite l’80% della popolazione haitiana si trova al di sotto della linea della povertà. Circa la metà della popolazione è considerata a rischio dal punto di vista nutrizionale e la metà dei bambini è malnutrita. Il sistema sanitario è totalmente inadeguato e inefficiente. Molte aree rurali non hanno accesso ai servizi sanitari e solo il 50% della popolazione riesce ad accedere all’acqua potabile.

La breve sintesi della situazione riportata nel rapporto 2009 di Amnesty International è sufficientemente descrittiva della situazione umanitaria nell’isola:
Carenza di cibo, disoccupazione cronica e disastri naturali esacerbati dall’emarginazione sociale mettono a repentaglio i livelli minimi essenziali di accesso all’assistenza sanitaria, all’alloggio, all’educazione, all’acqua e ai servizi igi9enico-sanitari. Sono stati registrati maltrattamenti e uso eccessivo della forza da parte della polizia haitiana. La violenza sessuale a carico delle donne è diffusa e pervasiva. Coinvolge soprattutto le ragazze sotto i 18 anni di età, particolarmente esposte al fenomeno. Migliaia di persone sono detenute in attesa di giudizio, all’interno di carceri molto sovraffollate. Nel frattempo continua indisturbato il traffico di esseri umani verso la confinante Repubblica Dominicana (www.amnesty.it)

La cultura di Haiti si riflette nella religione, nella organizzazione sociale e nelle arti. Essa è il risultato di una mescolanza tra cultura africana ed europea. C’è stato sempre un continuo conflitto tra queste culture nel tentativo di controllare l’anima di un popolo che non si ritrovava, e ancora fatica a ritrovarsi, come nazione, alla ricerca di una propria identità. La lotta ebbe inizio ben prima dell’indipendenza, con l’arrivo degli schiavi provenienti dal continente africano.
Gli artisti haitiani hanno un modo singolare di rappresentare la realtà e questo è dovuto in gran parte al legame che li unisce al voodoo e al mondo degli spiriti. L’influenza del voodoo è molto forte nella cultura haitiana, specialmente nella musica e nella pittura. In quest’ultima le divinità del voodoo e le relazioni con gli esseri umani sono la caratteristica principale dell’arte di questo Paese. La musica è caratterizzata dal ritmo denominato Compas Direct o semplicemente Konpa che fonde la musica fondamentale di Haiti con quella di origine afro-domicana e afro-cubana.
Subito dopo l'indipendenza gli intellettuali haitiani furono sollecitati a creare una scuola letteraria indigena, in modo da contrastare la cultura imperialista dominante dell'epoca.
www.guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2010/01/le-molte-facce-di-haiti

 

      • i problemi ambientali

Oltre che dell’instabilità politica, Haiti è stata vittima da anni di molteplici disastri naturali, inondazioni e uragani. Nel corso di un secolo questi eventi hanno colpito quasi otto milioni di persone e provocato danni per oltre un miliardo di dollari (stime del Cred, Università cattolica di Lovanio). Colpisce l’elevata letalità degli uragani, ciascuno dei quali ha provocato la morte di 461 haitiani.
Il forte impatto dei disastri naturali è anche dovuto al fenomeno della deforestazione, che ha provocato nel tempo uno sconvolgimento del sistema idro-geologico di Haiti, aumentando la vulnerabilità dell’isola di fronte alla forza degli eventi meteorologici estremi.
A Haiti è in atto un processo di deforestazione massiccia, avviato già dai primi coloni: gli spagnoli bruciavano i boschi per individuare meglio i covi dei bucanieri; gli indipendentisti usarono la stessa tecnica contro le truppe francesi.
Il fenomeno si è intensificato negli ultimi cinquant’anni. Secondo i dati della Fao, che nel 2006 ha realizzato uno studio sul legame tra deforestazione e crisi alimentare a Haiti, nel 1923 le foreste coprivano circa il 60% del paese, oggi solo il 2/3 per cento. La maggior parte degli haitiani dipende ancora da legname e carbone come fonte primaria di combustibile. La deforestazione ha provocato l’erosione del suolo che, a sua volta, ha avuto effetti negativi sulla resa agricola ed ha originato devastanti frane.
A questa già grave situazione si sono aggiunti i disastri naturali che negli ultimi anni hanno afflitto il paese. A causa della mancanza quasi totale di copertura arborea, gli uragani, o anche semplici tempeste tropicali o piogge abbondanti, producono effetti rovinosi e causano la perdita di molte vite umane e ingenti danni materiali. La deforestazione massiccia ha apportato gravi danni al settore agricolo, con pesanti conseguenze per le migliaia di contadini che vivono di agricoltura di sussistenza.

Disastri naturali a Haiti dal 1909 al 2009

 

n. eventi

n. morti

n. medio di morti per evento

n. totale persone coinvolte

Danni
(in migliaia di $ Usa)

Carestie

7

-

-

2.305.217

1.000

Terremoti

1

6

6

-

20.000

Epidemie/infezioni virali

2

40

20

2.924

-

Inondazioni

39

3.806

98

618.934

1.959

Frane/smottamenti

2

262

131

1.060

-

Uragani/cicloni/tempeste

33

15.213

461

4.759.969

1.032.906

Totale

84

19.327

230

7.687.150

1.055.865

EM-DAT: The OFDA/CRED International Disaster Database, 2010

Nel 1984 ha avuto luogo un terremoto con un indice di magnitudo pari a 6.7 Richter. Nell’anno 2008, si sono susseguiti eventi con intensità medie pari a 4.0 Richter.
Patrick Charles, docente all'Istituto di geologia dell'Avana, in un articolo del 25 settembre 2007 su Le Matin Haiti, aveva sottolineato il pericolo rappresentato da una faglia che attraversa l’isola caraibica. Si leggeva nell’articolo: Port-au-Prince è costruita su una frattura che parte da Petion-Ville, attraversa quasi tutto il sud dell'isola, e finisce a Tinuron. Tra il 1751 e il 1771 la città fu completamente distrutta da un sisma. Vi sono tutte le condizioni perché un grande terremoto si produca a Port-au-Prince. Gli abitanti della capitale haitiana devono prepararsi a uno scenario simile. Ad avvalorare l'ipotesi di Charles c'erano le ammissioni del direttore dell'Ufficio dell'energia e delle Miniere, Dieuseul Anglade: Nel corso di due secoli non è stato registrato alcun sisma importante nella capitale haitiana. La quantità di energia accumulata nelle faglie ci fa correre il rischio di un sisma di magnitudo 7.2. Non ne parliamo, non diffondiamo il panico. Ma sarà una catastrofe.
Il geologo Gianpaolo Cavinato, dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, sostiene che Haiti è una delle zone più a rischio della Terra in fatto di terremoti. Lo racconta la sua storia, lo mostrano le mappe geologiche dove si vede l’isola al bordo di una piccola placca stretta fra altre gigantesche. In gioco ci sono forze straordinarie capaci di distruzioni immani quando si manifestano. L’isola di Haiti emerge dalla placca caraibica in movimento verso est, in allontanamento dalla grande placca nordamericana che invece è in viaggio verso ovest alla velocità di 2 centimetri all’anno, e in opposizione con la placca sudamericana, situata a sud della placca caraibica, che si sposta a nord-ovest di 1,5 centimetri all’anno. La placca che ospita Haiti è inoltre percorsa da faglie minori e, su una di queste, è stata costruita la capitale Port Au Prince. Nel continuo scivolare strette fra loro le faglie accumulano un’energia che a un certo punto deve liberarsi, ma non si sa dove e quando.
1
www.peacereporter.it
www.memory.loc.gov
www.unicef.org/publications/files/SOLAC_2008_EN_041408.pdf
www.amnesty.itwww.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo471058.shtml

www.sismologia.jimdo.com/speciale-haiti/

 

2.3             IL TERREMOTO

2.3.1          12 gennaio 2010
Il terremoto di Haiti è stato un terremoto catastrofico di magnitudo 7.0Mw con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince, capitale dello Stato caraibico di Haiti. La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09 UTC) di martedì 12 gennaio 2010 a 13 km di profondità in prossimità della zona di faglia Enriquillo-Plantain Garden (Enriquillo-Plantain Garden fault zone o EPGFZ), un sistema di faglie trascorrenti con movimento verso sinistra che fa parte del margine di zolla tra la placca nordamericana e la placca caraibica.
Lo United States Geological Survey (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 M. Forti scosse dell'intensità del VII–IX grado della scala Mercalli modificata (MM) sono state registrate nell'area della capitale e dei sobborghi adiacenti. Il sisma è stato avvertito in una vasta area dei Caraibi comprendente Cuba (MM III a Guantanamo), la Giamaica(MM II a Kingston),Venezuela (MM II a Caracas), Porto Rico (MM II–III a San Juan)e la confinante Repubblica Dominicana (MM III a Santo Domingo).
www.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Haiti_del_2010

2.3.2          fatti e cifre
Quasi 3,5 milioni di persone hanno subito le conseguenze della violenta scossa sismica dello scorso 12 gennaio, compresa l’intera popolazione di Port-Au-Prince (2,8 milioni). Il governo haitiano stima che 222.570 persone hanno perso la vita e 300.572 sono rimaste ferite, ma il numero esatto non si saprà mai. 1,5 milioni di bambini e giovani sotto i 18 anni sono stati direttamente o indirettamente colpiti dalla scossa: di essi, circa 720mila hanno un’età compresa tra 6 e 12 anni.
Al culmine del dislocamento, circa 2,3 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case. 1,6 milioni di persone, di cui 800mila bambini, stanno vivendo in insediamenti spontanei nelle aree colpite. Al loro culmine, più di 1300 insediamenti sono stati identificati dal cluster di Coordinamento e gestione dei campi. Dopo il terremoto, 661mila persone (tra cui 330mila bambini) hanno lasciato Port-Au-Prince e il Dipartimento occidentale. Circa 160mila persone si sono spostate da Port-Au-Prince alle aree di confine con la Repubblica Dominicana.
188.383 case sono crollate o rimaste seriamente danneggiate, mentre 105mila sono state completamente distrutte. Numerosi edifici importanti sono stati distrutti: il Palazzo Presidenziale, la sede dell’Assemblea nazionale di Haiti, la Cattedrale, la maggior parte degli uffici governativi, e la prigione, il 60% cioè delle infrastrutture governative, amministrative ed economiche.
Il terremoto ha colpito il 23% di tutte le scuole di Haiti, in tutto 4.992. Di queste, l’80% (3.978) è stato danneggiato o distrutto. Oltre 1500 educatori sono morti nel disastro. Dopo il terremoto, queste scuole sono state chiuse.
Più della metà degli ospedali nelle regioni interessate dal sisma sono stati colpiti: otto sono stati totalmente distrutti e 22 seriamente danneggiati. Il cluster Salute raccomanda che ne vengano ricostruiti 30.
Il valore totale dei danni e delle perdite causati dal terremoto è stimato intorno ai 7,8 miliardi di dollari (4,3 miliardi di dollari di danni materiali e 3,5 miliardi di dollari in termini di perdite economiche). Danni e perdite equivalgono a più del 120% del Pil del 2009. Ciò rappresenta il più alto impatto economico in relazione al Pil causato da un disastro negli ultimi 35 anni.
Il terremoto ha colpito anche 750mila donne e ragazze in età fertile. Tra queste, circa 63mila sono incinte. Circa 7mila bambini al mese sono nati dal giorni del terremoto.
Il terremoto ha ridotto il Pil di Haiti del 70%.

UNRIC/ITA/1587/10 - Centro Informazioni Regionale delle Nazioni Unite
Bollettino Umanitario OCHA (Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari)

 

    • SITOGRAFIA

Senza alcuna pretesa di esaustività vengono segnalati alcuni siti internet per approfondire la situazione attuale e la storia di Haiti

  • www.amnesty.it.  Sito dell’organizzazione non governativa sovranazionale Amnesty International che ha lo scopo di promuovere il rispetto dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
  • www.hrw.org. Sito di Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani.
  • www.misna.org. Sito di Misna (Missionary International Service News Agency) , agenzia che dal dicembre 1997 fornisce quotidianamente notizie ‘da, su, e per’ il Sud del Mondo grazie alla rete capillare di missionari e missionarie distribuiti in tutto il mondo integrata da esponenti della società civile, operatori umanitari e volontariato in genere.
  • www.peacereporter.net. Quotidiano on line che tratta temi internazionali e agenzia di stampa e di servizi editoriali, nato da un’idea dell’agenzia giornalistica Misna (Missionary Service News Agency) e dell’organizzazione umanitaria Emergency.
  • www.undp.org.  Sito del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (United Nations Development Program). L’UNDP è un'organizzazione internazionale che ha lo scopo di promuovere il progresso economico dei Paesi sottosviluppati.
  • www.wikipedia.org/wiki/Haiti
  • www.memory.loc.gov
  • www.unicef.org/
  • www.sismologia.jimdo.com/speciale-haiti/
  • www.globalproject.info/
  • www.caritas.it
  • www.caritasitaliana.it
  • www.caritas.org
  • www.caritashaiti.org/
  • http://www.conflittidimenticati.it/cd/a/31200.html

 

    • FILMOGRAFIA

 

  • Haiti Cherie di Claudio Del Punta, Arethusa film-Esperia film, 2007
  • Aristide and the Endless Revolution di Nicolas Rossier, 2005
  • The Agronomist di Jonathan Demme, 2003
  • Il serpente e l'arcobaleno (The Serpent and the Rainbow) di Wes Craven, 1988
  • Queimada di Gillo Potecorvo, 1968

Fonte: http://www.caritas.it/Documents/9/4631.doc
Sito : http://www.caritas.it/

Autore: Caritas Ambrosiana

 

 

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