Metrica e fonetica greca

 

 

 

Metrica e fonetica greca

 

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Metrica e fonetica greca

 

Elementi di prosodia e metrica greca

 

Si intende per prosodia la dottrina relativa alla durata o quantità delle sillabe. Per i grammatici greci la prosJd…a comprendeva lo studio degli accenti (tÒnoi), degli spiriti (pneÚmata) e della quantità (crÒnoi).

 

Per metrica si intende invece la dottrina dei metri, cioè dell’unione di sillabe brevi e lunghe. Il ritmo (da ·šein) è a sua volta l’ordinato fluire di sillabe brevi e lunghe. Una sillaba breve, come una croma in musica, ha la durata di un crÒnoj prîtoj o “mora”, mentre una sillaba lunga vale due “morae”. Le sillabe ancipiti (sullabaˆ koina…) sono quelle che in una determinata sede del colon possono essere tanto brevi quanto lunghe. In questa sede si useranno i seguenti simboli identificativi:

 

_                      sillaba lunga

 

È                     sillaba breve

 

_

È                     sillaba ancipite

 

×                      sillaba indifferentemente breve o lunga

 

 

p                     cesura ( lo stesso simbolo sarà usato per la dieresi)

 

 

 

Un piede è l’unione di sillabe brevi e lunghe costiutenti una parte forte (arsi) e una debole (tesi) . I piedi si distinguono in razionali (in cui tra arsi e tesi c’è un rapporto espresso da un numero intero) e irrazionali (in cui il rapporto non è espresso da un numero intero).

 

 

Piedi razionali

 

 

 

- Piede di due unità

 

ÈÈ                              pirrichio

 

 

 

- Piedi di tre unità

 

ÈÈÈ                            tribraco

_È                               trocheo

È_                               giambo

 

 

- Piedi di quattro unità

 

 

_ÈÈ                            dattilo

ÈÈ_                            anapesto

_ _                               spondeo

ÈÈÈÈ                         proceleusmatico

È_È                            anfibraco

 

 

 

- Piedi di cinque unità

 

 

_ÈÈ_                          peonio primo

È_ÈÈ                          peonio secondo

ÈÈ_È                          peonio terzo

ÈÈÈ_                          peonio quarto

_È_                             cretico

_ _È                            palinbacchìo (antibacchìo)

ÈÈÈÈÈ                      pentabraco

 

 

 

- Piedi di sei unità

 

 

ÈÈ_ _                         ionico minore

_ _ÈÈ                         ionico maggiore

_ÈÈ_                          coriambo

È_ _È                         antispasto

_ _ _                            molosso

 

 

 

- Piedi di sette unità

 

 

È_ _ _                         epitrito primo

_È_ _                          epitrito secondo

_ _È_                          epitrito terzo

_ _ _È                         epitrito quarto

 

 

 

- Piedi di otto unità

 

 

È_ _È_                       docmio

_È_È_                        ipodocmio

 

 

L’arsi è segnata comunemente con un ictus: un dattilo in sostituzione di un anapesto si distingue dal vero dattilo per l’ictus spostato sulla prima breve:

 

_ÈÈ                 =                      ÈÈ_

 

Piedi irrazionali

 

Hanno tra arsi e tesi un rapporto che non si definisce con un numero intero. Rientrano in questa categoria lo spondeo, il dattilo e l’anapesto usati in sostituzione del giambo o del trocheo. In questi casi si supponeva, per esempio, che le lunghe dello spondeo adoperato in luogo del giambo o del trocheo non avessero la durata di lunghe vere e proprie, ma un valore intermedio tra lunga e breve. Per ragioni analoghe si dice lunga irrazionale quella che sostituisce la breve di un piede.

 

 

 

 

Suddivisione dei piedi in relazione al rapporto tra arsi e tesi

 

 

  • Genere uguale                   (il rapporto è 1:1)       dattilo, anapesto, coriambo
  •  
  • Genere doppio                    (rapporto 2:1)                         trocheo, ionici
  •  
  • Genere emiolio o peonico  (rapporto 2:3)             baccheo, cretico, peoni
  •  
  • Genere epitrito                  (rapporto 3:4)                         epitrito
  •  
  • Genere triplasio                 (rapporto 1:3)                         anfibraco
  •  

 

Alcune definizioni

 

 

BASE

 

Indica la forma libera della sillaba o delle sillabe iniziali che preludono a un colon o a un verso eolico (base eolica o di Hermann)

 

 

ANACRUSI

 

Sillaba (o sillabe) iniziale(i) in tesi, che precede l’arsi di una serie metrica. Con l’ipotesi (moderna) dell’anacrusi, i metri giambici si possono ridurre a trocaici

 

È_È_ ,  È_È               =                      È , _È_È , _È_

 

 

... e i metri anapestici si possono ridurre a dattilici

 

ÈÈ_ , ÈÈ_ , ÈÈ_ , ÈÈ_         =          ÈÈ , _ÈÈ , _ÈÈ , _ÈÈ , _

 

 

 

COLON

 

Serie metrica che non si chiude con sillaba ancipite ed esclude iato con l’iniziale del colono membro seguente.

 

 

ANÀCLASI o IPÈRTESI o METÀTESI

 

Scambio tra brevi e lunghe all’interno di un metro.

 

 

EPÌPLOCE

 

Per i grammatici antichi è il processo di generazione di nuove entità metriche da entità preesistenti, mediante afèresi (ademptio) e pròstesi (adiectio) di sillabe.

 

 

 

Prosodia

 

 

- Una sillaba che contenga una vocale lunga o un dittongo (ai  au  ei  eu  oi  ou  hu  v  V J ) è lunga per natura (fÚsei).

 

- Una sillaba che contenga una vocale breve seguita almeno da due consonanti o da una consonante doppia (z  x  y) è lunga per posizione (qšsei).

 

- Positio debilis: è il fenomeno per cui una sillaba con vocale breve seguita da una muta+liquida può essere nel verso breve o lunga, quando entrambe le consonanti appartengano allo stesso vocabolo     (patrÒj o patrÒj)  oppure costituiscano le iniziali del vocabolo seguente  (¥ge tre‹j). Se invece muta e liquida appartengono a due vocaboli distinti o sono rispettivamente elementi di una parola composta, la sillaba precedente con vocale breve è sempre allungata:  ™k-le…pw.

 

- La vocale breve alla quale seguono i gruppi  bl  gl  gn  gm  dm  dn (muta+liquida) è gneralmente lunga per posizione.

 

- A volte, specialmente nella commedia attica, la vocale breve in posizione debole è conservata tale. Il fenomeno è detto correptio attica.

 

- Correptio in iato: una vocale lunga o un dittongo alla fine di una parola, se si trova in tesi (tempo debole) si abbrevia dinanzi alla vocale iniziale della parola seguente: ¥ndra moi    œnnepe, Moàsa...

   È

 

- Diastole prosodica: allungamento di una vocale breve per natura nel caso in cui appartenga a parola che, per la sua struttura prosodica, non è adattabile a una particolare forma di verso, così

 

a    =    a, h

e    =    ei

o    =    ou

 

Øpr  ¤la

ÈÈ   ÈÈ

 

diventa

 

Øpeir  §la

È _    ÈÈ

 

 

- Elisione: le vocali brevi  a  e  o  alla fine di parola si eliminano davanti a vocale iniziale della voce seguente.

 

- Afèresi: eliminazione della vocale iniziale della parola che segue una parola uscente in vocale lunga.

 

- Crasi: unione di vocali o dittonghi (appartenenti a vocaboli contigui) in una vocale lunga o in un dittongo secondo le regole della contrazione.

 

- Sinalefe (Commixtio): è la pronuncia di due vocali o dittonghi alla fine di una parola e all’inizio di un’altra in una sola emissione di fiato, in modo che il suono di entrambe le vocali o di entrambi i dittonghi riesca sensibile.

 

- Sinizèsi (o sinèresi): pronuncia di due vocali appartenenti a una sola parola in un’unica emissione di fiato ( Phlhi£dew ).

 

- Dieresi prosodica: consiste nel distinguere gli elementi di un dittongo ( p£Žj).

 

- Metatesi quantitativa: scambio di quantità di due vocali contigue.

 

- Metatesi consonantica: scambio di consonanti in rapporto con le esigenze metriche ( kard…a  =  krad…h ).

 

- Apòcope: caduta di una vocale breve finale davanti a parola che inizia per consonante.

 

- Sincope: caduta di vocale breve interna ( t…pte  per  t… pote ).

 

- Epèntesi o anaptissi: inserzione di una vocale tra due consonanti (plÒkamoj  =  plocmÒj).

 

- Tmesi: separazione degli elementi di un composto.

 

- Iato o casmodia: collisione di vocali o dittonghi in sillaba finale e iniziale di parole contigue.

 

 

 

Metrica

 

Versi e cola dattilici

 

 

 

- Dattilo                                  _ ÈÈ               (è sostituito di norma dallo spondeo)

 

 

- Esametro dattilico

 

    _         _       _      _                _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

 

Nel caso che il quinto piede sia uno spondeo, l’esametro si chiama spondaico e il quarto piede è di preferenza un dattilo.

Cesure:

 

 

    _         _               _       _                 _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _   p   ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

                     semiquinaria o pentemimera

 

 

 

    _                  _       _      _        _

_ ÈÈ   _  p   ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

              semiternaria o tritemimera

 

 

 

    _         _       _               _                _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _ÈÈ  _  p   ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

                                semisettenaria o eptemimera

 

 

 

    _         _                        _                _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _È  p   È  _ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

                          dopo il terzo trocheo

 

 

 

    _         _       _      _                           _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ    p     _ÈÈ   _ È

 

                                      dieresi bucolica

 

 

 


- Pentametro dattilico

 

 

 

     _         _                                       _

_ ÈÈ   _ ÈÈ   _     p    _ ÈÈ   _ ÈÈ   È

 

                            cesura pentemimera

 

 

 

- Distico elegiaco  ( œlegoj = “canto lamentevole”)

 

 

È l’insieme di un esametro e di un pentametro:

 

 

    _         _       _      _                _

_ ÈÈ   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ   _ È

 

 

     _         _                                       _

_ ÈÈ   _ ÈÈ   _     p    _ ÈÈ   _ ÈÈ   È

 

 

 

 

- Dimetro dattilico

 

Se ne hanno tre forme, acatalettica, catalettica, spondaica:

 

 

a)  metrum hymenaicum                    _ÈÈ  _ÈÈ

 

b)  adonio                                           _ÈÈ  _È

 

c)  spondaico                                      _ _   _È

 

 

 

- Trimetro dattilico

 

a)  acatalettico                                   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ

 

                                                                          _               

b)  catalettico in duas syllabas         _ÈÈ  _ÈÈ  _ È                       (enoplio)

 

c)  catalettico in syllabam                 _ÈÈ  _ÈÈ  _                          (hemìepes)

 

 

 


- Tetrametro dattilico

 

 

 

a)  acatalettico                                   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ

 

                                                                                    _

b)  catalettico in duas syllabas         _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _  È    (archilochio)

 

c)  catalettico in syllabam                 _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _          (alcmanio)

 

 

 

 

- Pentapodia dattilica

 

                                                                                           _

a) acatalettica                                               _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ

 

 

                                                                                            _

b) catalettica in duas syllabas          _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _  È

 

 

c) catalettica in syllabam                  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _

 

d) procefala                                       È   _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _ÈÈ  _

 

 

 

 

- Enoplio o prosodiaco (ritmo di danza di armati)

 

 

La struttura è  di due dattili preceduti da anacrusi e seguiti da un trocheo con ultima ancipite:

 

                        _

È  _ÈÈ  _ÈÈ  _È

 

 

Caratteristica è anche la sostituzione del secondo dattilo con un trocheo:

 

                     _

È  _ÈÈ  _È  _È

 

 

L’anacrusi può essere bisillaba, così la struttura può anche diventare

 

 

ÈÈ   _ÈÈ   _ÈÈ  _ _

 

 

 

 

 

 

Enoplio catalettico o prosodiaco

 

 

 

_   _ÈÈ   _ÈÈ   È                                          (Aiace, 372)

 

 

ÈÈ  _È  _È  _

 

 

_ _ _ _ _ _                                                      (Aiace, 198)

 

(anacrusi lunga e brevi dei dattili contratte in lunga)

 

 

 

 

- Lecizio

 

 

_È  _È  _ÈÈ

 

 

 

 

 

 

 

Versi anapestici

 

 

Un anapesto riecheggia al contrario un dattilo e nella sua struttura più comune ha la forma   ÈÈ _ .

Si ricordano poi lo spondeo anapesto ( _ _ ), il dattilo anapesto ( _ ÈÈ ), il proceleusmatico ( ÈÈÈÈ ).

 

 

 

- Monometro anapestico

 

 

Ha la forma   ÈÈ_   ÈÈ_   e ammette tutte le sostituzioni possibili.

 

 

 

- Dimetro anapestico

 

 

Ha una forma “schietta” di struttura   ÈÈ_   ÈÈ_   p   ÈÈ_   ÈÈ_     e una forma, tipica di Aristofane, in cui il primo anapesto viene di norma sostituito da uno spondeo. La struttura che si ottiene è   _ _ È  p  ÈÈÈp  _ È.

 

 

 

 

 

- Tripodia anapestica

 

 

Il verso è detto anche ferecrateo e ha la forma   ÈÈÈÈp  ÈÈÈÈ_ .

 

 

 

- Paremiaco   (paroim…a = “proverbio”)

 

 

È un dimestro anapestico catalettico; l’ultima sillaba non può essere sciolta in due brevi:

 

                                _

ÈÈÈÈp  ÈÈÈ

 

 

 

- Tetrametro anapestico catalettico o aristofaneo

 

 

La struttura è

 

                                                             _

ÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ

 

 

Se il quinto piede è uno spondeo, il verso prende il nome di metro laconico.

 

 

 

 

 

Versi giambici

 

 

Per convenzione, il giambo si misura a dipodie, quindi un metro giambico è cotituito da due giambi  ( ÈÈ_ ).

 

 

-  Trimetro giambico

 

_             _            _

È_   È_   È_   ÈÈ_   È_

 

 

Nelle sedi dispari il giambo può essere sostituito dallo spondeo o dal dattilo; in tutte le sedi, salvo l’ultima, può essere sostituito dal tribraco  (  ÈÈÈ )  o dall’anapesto ( ÈÈ_ ).

Le cesure sono la semiquinaria e la semisettenaria, che a volte coesistono.

 

Legge di Porson: se un trimetro giambico si chiude con una parola o un gruppo di parole equivalente a un cretico   ( _È_ )  o a un peone quarto  ( ÈÈÈ_ ), la sillaba precedente deve essere breve, salvo se appartenente a un monosillabo:

peribale‹n

 

oÜkoun ™pe…xei   tùde  desm¦ 

                                        È                        È È È _     (peone quarto)

- Trimetro scazontecoliambo

 

 

L’ultimo piede è costituito da uno spondeo o da un trocheo che rompe la cadenza giambica del verso.

Quando anche il quinto piede è uno spondeo, lo scazonte prende il nome di ischiorrogico.

 

 

- Trimetro giambico catalettico

 

                                 _

ÈÈÈÈ_    ÈÈ

 

 

 

- Trimetro giambico acatalettico

 

 

È costituito di due cola o emistichi che sono separati da dieresi fissa; non tiene conto della quantità se non nella penultima del primo colon (sempre lunga) e in quella del secondo colon (sempre breve e accentata):

 

 

× × ×  _  ×  p  ×  ×  ×  ×  ×  È  ×

 

 

 

- Dimetro giambico catalettico o anacreonteo

 

 

ÈÈÈÈ

 

 

 

- Dimetro giambico acatalettico

 

 

ÈÈÈÈ_

 

 

 

- Tetrametro giambico acatalettico

 

 

È formato di due dimetri acatalettici ed è impiegato soprattutto nella lirica e nei cori del dramma:

 

ÈÈÈÈp  ÈÈ_ ÈÈ_

 

 

 

- Tetrametro giambico catalettico

 

È formato da un dimetro acatalettico e da uno catalettico; è detto anche ipponatteo o aristofaneo.

 

Versi e cola trocaici

 

 

Il nome trocheo è connesso al verbo tršcein e fa riferimento al movimento rapido del piede. Viene, per convenzione, misurato a dipodie:   _È  _È.

Nelle sedi pariil trocheo può essere sostituito dall’anapesto, dal tribraco, dallo spondeo e, solo in casi rarissimi, dal dattilo.

 

 

- Tetrametro trocaico catalettico

 

È formato da un dimetro acatalettico e da uno catalettico:

 

                                                  _

_È  _È  _È  _È   p  _È  _È  _È  È

 

 

Norma di Porson: la sillaba ancipite di un metro trocaico, se coincide con la fine della parola, deve essere breve, salvondavanti a cesura principale o a dieresi principale.

 

 

 

- Tetrametro trocaico catalettico scazonte

 

Il settimo trocheo viene sostituito da uno spondeo:

 

 

                                                  _

_È  _È  _È  _È   p  _È  _È  _ _  È

 

 

 

- Tetrametro trocaico acatalettico

 

È di uso raro.

 

 

- Pentametro trocaico catalettico

 

 

È tipico di Callimaco:

 

 

_ _  _È  _È  _È _   p   È  _ _  _È  _ _  _È  _

 

 

 

- Cola e versi trocaici nella lirica:

 

                                                                                    _

- Monometro trocaico acatalettico                           _È  _ È

 

 

- Tripodia trocaica acatalettica                               _È  _È  _È

 

 

- Tripodia trocaica catalettica (ipodocmio)                        _È  _È  _

- Dimetro trocaico acatalettico                                _È  _È  _È  _È

 

 

- Dimetro trocaico catalettico                                  _È  _È  _È  _

 

 

- Pentapodia trocaica acatalettica                           _È  _È  _È  _È  _È

 

 

- Pentapodia trocaica catalettica                             _È  _È  _È  _È  _

 

                                                                                   _          _           _

- Trimetro trocaico acatalettico                              _È  _È  _È  _È  _È  _È

 

                                                                                   _          _          

- Trimetro trocaico catalettico                                _È  _È  _È  _È  _È  _

 

 

 

- Lecizio

 

È un dimetro trocaico catalettico nel quale ogni trocheo può essere sostituito da un tribraco e le brevi del primo e secondo trocheo vanno soggette anche a sincopi:

 

_ È   ÈÈÈ  _È  _

 

 

 

 

Cretici, Peoni e Bacchei

 

Contano cinque tempi e appartengono al genere emiolio. Le forme sono:

 

 

peone primo                                        _ÈÈÈ

peone secondo                                    È_ÈÈ

peone terzo                                         ÈÈ_È

peone quarto                                      ÈÈÈ_

 

pentabraco                                         ÈÈÈÈÈ

 

baccheo                                              È_ _

palimbaccheo                                     _ ­_È

 

cretico                                                 _È_

peone epìbato                                     _ _ _ _ _

 

 

 

Tetrametro cretico acatalettico

 

Generalmente è usato nella forma pura a quattro cretici, ma sono presenti varianti in alcuni o, in casi rari, in tutti i piedi.

 

 

Pentametro cretico acatalettico

 

È detto anche teopompeo. La sostituzione più frequente è quella del cretico con il peonio primo.

 

 

Esametro cretico catalettico

 

È usato da Alcmane senza soluzioni del piede fondamentale, mentre nella commedia si hanno elementi trocaici e cretico‑peonici.

 

 

 

I metri bacchei non sono di largo uso e si incontrano nel dramma e nella lirica corale. Si presentano come elementi di due o più piedi, e non è sempre facile determinare se, nelle strofe, essi siano dipodie, tripodie oppure dimetri e trimetri. L’ultimo piede catalettico dei metri bacchiaci assume l’aspetto del giambo. I bacchei si alternano di solito a metri giambici. Il meno raro è il tetrametro:

 

È_ _  È    _È_ _    È _ _

 

In realtà per i greci  qšsij è il tempo forte segnato dalla battuta del piede (tiqšnai tÕn pÒda), mentre ¥rsij è il tempo a levare (a‡rein tÕn pÒda).

Nell’esametro va in genere evitata la cesura dopo il quarto trocheo. Questa norma si chiama zeugma di Hermann.

 

Quantità delle vocali

 

Si dice quantità il carattere lungo o breve dei suoni vocalici; nella pronuncia, le vocali lunghe si dovrebbero distinguere con una emissione di voce più prolungata. La quantità lunga o si indica con il segno  e con il segno  ˘.

 

Le consonanti

 

Si dividono in mute (occlusive) e non occlusive. Le prime sono labiali, dentali e gutturali e possono essere sorde, sonore e aspirate; le seconde sono nasali, liquide e sibilanti.

 

 

 

MUTE

 

 

Labiali

Dentali

Gutturali

Sorde

p

t

k

Sonore

b

d

g

Aspirate

f

q

c

 

NON OCCLUSIVE

 

 

Nasali

Liquide

Sibilanti

 

m

l

j

 

n

r

 

 

Le consonanti doppie sono infine   x

 

La nasale davanti a una gutturale è resa graficamente con  g    (gk, gg, gc, gx)  e si pronuncia come la nostra enne.

 

 

Semivocali

 

L’indoeuropeo conosceva le due semivocali  jod ( J )  e  wau (W), che avevano sia funzione di consonante che di vocale. le si ritrova in greco come secondo elemento di dittonghi, in cui sono rappresentate rispettivamente dalle vocalizzazioni in   e in  u.

La semivocale wau era scritta con una propria lettera, il digamma  ( # ), scomparsa assai presto dalla pronuncia e dalla scrittura, salvo appunto nei dittonghi in cui si è vocalizzata.

 

Dittonghi

 

I dittonghi terminano sempre in greco con la vocale  i  oppure con la vocale  u.

 

Quando la prima vocale è breve, si hanno i dittonghi cosiddetti propri:

 

ai   ei   oi   ui   au   eu   ou

 

Quando la prima vocale è lunga, si hanno i dittonghi cosiddetti impropri:

 

ai   hi   wi   au   hu   wu

 

 

Sillabe

 

Le sillabe si dividono in aperte (quelle che terminano in vocale) e chiuse (quelle che terminano in consonante). Per dividere una parola in sillabe si osservano le seguenti regole:

 

  1. una consonante tra due vocali fa sillaba con la vocale che segue
  2. se fra due vocali ci sono due o più consonanti, di solito la prima fa sillaba con la vocale che precede, la seconda (e le eventuali altre) con la vocale che segue
  3. nel caso di parole composte, la divisione in sillabe normalmente separa i componenti della parola

 

Accenti e spiriti

 

L’accento consiste in una elevazione della voce sulla vocale della sillaba accentata. Può essere acuto, grave, circonflesso. In pratica però, nella pronuncia si tende ad eliminare le differenze.

L’accento acuto può stare sia su vocale lunga o dittongo che su vocale breve; l’accento circonflesso può stare solo su vocale lunga o dittongo; l’accento grave sostituisce l’accento acuto sull’ultima sillaba quando la parola è seguita da un’altra parola accentata.

 

Tutte le vocali e i dittonghi iniziali di parola sono accompagnati da uno spirito, che può essere aspro o dolce. Lo spirito aspro  ( ` ) indica la presenza di un’aspirazione; lo spirito dolce ( ' ) indica invece che la parola comincia con vocale o dittongo non aspirati.

 

 

Fenomeni fonetici

 

Trasformazione di alfa lungo in eta

 

In attico, di norma, a lungo si trasforma in  h.

 

La trasformazione non avviene quando a lungo è preceduto da  e, i, r. In questi casi lo si chiama “alfa puro”.

 

 

Contrazione di vocali

 

 

 

 

 

 

a + e =   a  (lungo)

e + e =   ei 

o + e =   ou

a + h  =  a  (lungo)

e + h  =  h 

o + h  =  w

a + w

e + ou

o + ou

a +w

e +w

o +w

a + oi  w

e + oi  oi

o + oi  oi

a + ou  =  w

e + ou  =  ou

o + ou  =  ou

a + ei  =  v (lungo)

e + ei  =  ei

o + ei  =  oi

a + V  =  v (lungo)

e + V  =  V

o + V  =  oi

 

 

Crasi

 

Si dice crasi il particolare caso di contrazione che si produce tra la vocale finale di una parola e la vocale iniziale della parola seguente. Le due parole allora diventano una sola. L’accento sarà quello della seconda parola, tranne in qualche raro caso.

 

Elisione

 

Una vocale breve alla fine di una parola può elidersi davanti a un’altra vocale o dittongo; la caduta di questa vocale viene indicata dall’apostrofo:

 

¢ll¦ ™gè = ¢ll/™gè

 

 

Aferesi

 

L’aferesi (detta anche “elisione inversa”) è la caduta della vocale iniziale breve di una parola. Essa si produce quando la parola precedente termina in vocale lunga o dittongo:

 

e„ m¾ œferej  =  e„ m¾ /ferej

 

 

Metatesi quantitativa

 

Si dice metatesi quantitativa lo scambio di quantità in un gruppo formato da una vocale lunga seguita da una breve, nel quale la breve diventa lunga e la lunga diventa breve:

 

ho  =  ew

 

 

Legge di Osthoff

 

La legge di Osthoff riguarda l’abbreviamento delle vocali lunghe. Essa dice che una vocale lunga si abbrevia davanti a un gruppo formato da l,m,n,r più un’altra consonante, oppure davanti alle vocali  i e che costituiscano secondo elemento di un dittongo seguito da consonante:

 

La legge di Osthoff ha una sola eccezione, che riguarda la terza persona plurale del congiuntivo presente medio, dove rimane la vocale lunga (paideÚwntai) per evitare confusione con la terza persona plurale dell’indicativo presente medio paideÚontai.

 

 

Assimilazione

 

Nell’incontro di due consonanti che non appartengono alla stessa categoria (sorde, sonore o aspirate), la prima è assimilata alla seconda:

 

graf-ma  =  gr£mma

 

Altre forme:

 

bj  pj  =  y

 

gj  kj  =  x

 

nl  nr  nm   =   ll  rr  mm

 

np  nb  nf   =   mp  mb  mf

 

 

Dissimilazione

 

Si chiama dissimilazione  la trasformazione delle dentali  t  d  q  in  s  davanti a un’altra dentale oppure davanti a  m

 

hlpid mai =    ½lpismai

 

 

 

Caduta di consonanti e allungamento di compenso

 

In alcuni incontri di consonanti si determina la caduta di una o due di esse. tale caduta ha potuto produrre un allungamento di compenso della vocale precedente. In particolare, le dentali, le nasali m  e  n e il gruppo  nt  cadono davanti al sigma:

 

geront si =    gšrousi

 

 

L’aspirazione. La dissimilazione delle aspirate (legge di Grassmann)

 

Davanti a vocale o dittongo, le occlusive sorde si trasformano in aspirate (assimilazione). La dissimilazione delle aspirate (legge di Grassmann) è un fenomeno che è intervenuto a un momento determinato dell’evoluzione della lingua.  Nelle parole contenenti due aspirate (consonanti o vocali) separate l’una dall’altra, in due sillabe successive, solo una delle due, in genere la seconda, permane come aspirata; l’altra perde la sua aspirazione se si tratta di una vocale, oppure si trasforma in sorda se si tratta di una consonante occlusiva:

 

qiqhmi    =    t…qhmi

 

 

 

Parole e accenti

 

Secondo il posto che vi occupa l’accento le parole si distinguono in

 

  1. ossitone  (se hanno l’accento acuto sull’ultima sillaba)
  2. parossitone (se hanno l’accento acuto  sulla penultima sillaba)
  3. proparossitone (se hanno l’accento acuto sulla terzultima sillaba)
  4. perispomene (se l’accento è circonflesso sull’ultima sillaba)
  5. properispomene (se l’accento è circonflesso sulla penultima sillaba)

 

 


Tabella riassuntiva dell’accento

 

 

 

 

 

 

 

 

ultima

breve

Posizione

Qualità

Condizione

Esempio

 

 

 

 

terzultima

acuto

 

 

¥nqrwpoj

penultima

acuto

penultima breve

 

parqšnoj

ultima

circonflesso

penultima lunga

 

'AqÁnai

ultima

acuto

 

 

kalÒj

 

penultima

acuto

 

 

¢gšlh

ultima

acuto

 

 

tim»

ultima

circonflesso

ultima contratta

 

`ErmÁj

 

 

 

Sillabe brevi e lunghe

 

Una sillaba è breve se contiene una vocale breve seguita da un’altra vocale o da una sola consonante

 

Una sillaba è lunga se contiene una vocale lunga o un dittongo

 

Una sillaba è lunga se è seguita da due consonanti o da una consonante doppia

 

.....

 

 

 

Metrica e fonetica greca

 

Fonte:

http://www.pointcom.it/verbum/download/Metrica%20greca.doc

http://www.pointcom.it/verbum/download/Fonetica%20greca.doc

visitate il sito http://www.pointcom.it/

Autore del testo: Giancarlo Giuliani

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