Norme per il disegno tecnico

 

 

 

Norme per il disegno tecnico

 

Norme per il disegno tecnico
(Rev. 9/2008)

 

Normazione e Unificazione

Il Disegno tecnico è regolato da “norme”.

Una norma è un documento, elaborato con il consenso degli interessati ed approvato da un organismo ufficialmente riconosciuto, che fornisce regole, indicazioni e caratteristiche, relative a determinate attività ed ai loro risultati allo scopo di ottenere il miglior ordine in un determinato contesto, per usi comuni e ripetuti.
In particolare, secondo la Direttiva Europea 98/34/CE, “norma” è una specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere attività normativa, la cui osservanza non sia obbligatoria.

 

Le norme sono il risultato dell’attività di normazione.


L’attività di normazione è appunto un’attività che porta a stabilire specifiche, cioè indicazioni precise su insiemi di condizioni che devono essere soddisfatte da un determinato prodotto, sistema o processo, comprendenti i metodi di verifica delle stesse.

Oggetti tipici di normazione sono i termini (definizioni e terminologia) e i simboli che devono essere utilizzati nei diversi campi applicativi, le unità di misura, i metodi e le procedure di misura e di prova, i prodotti, la sicurezza delle persone e delle cose, la qualità, ecc.

Una particolare forma di normazione è l’unificazione, che stabilisce, per prodotti con la stessa funzione e con riferimento alle loro dimensioni o ad altre caratteristiche, i tipi disponibili, in modo da soddisfare le esigenze prevalenti e da definire prodotti intercambiabili od accoppiabili (fig. 1), creando, attraverso la limitazione della molteplicità di tipi di prodotti, le premesse per la produzione in grande serie, la collaborazione fra le varie aziende e l’abbattimento dei costi.

 

 

 

 


Figura 1 – L’unificazione degli elementi (dadi) semplifica la disponibilità degli attrezzi (chiavi) riducendone il numero

 

 

 

Le norme sono emanate dagli Enti di normazione, stabiliti a livello mondiale, europeo (continentale) e nazionale, e costituiti da Comitati di esperti.

 

Norme tecniche

 

La tabella 1 elenca i principali Enti di normazione, a livello tecnico, stabiliti a livello mondiale, europeo e nazionale.
 

 

 

Tabella 1 – Enti di normazione a livello mondiale, europeo e nazionale

In campo meccanico, gli Enti di normazione di riferimento sono:

  • a livello mondiale, l’ISO (International Organisation for Standardisation):
  • a livello europeo, il CEN (Comitè Europèen de Normalisation);
  • a livello italiano, l’UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione.

In campo navale, l’Ente nazionale di normazione (standardizzazione e controllo), che non appartiene all’UNI, è il RINA (Registro Italiano Navale).

A seconda dell’Ente di normazione che l’ha emessa, una norma può essere internazionale (ISO), europea (EN) o nazionale (UNI, per l’Italia).

La Comunità Europea ha individuato, fra le barriere da eliminare come ostacoli all’integrazione continentale, quelle “tecniche”, dovute a norme e regolamentazioni diverse nei vari stati.
Di conseguenza, gli stati europei sono impegnati ad armonizzare le norme esistenti, facendo riferimento ad una normazione internazionale elaborata in particolare dal CEN.

Le norme sono identificate da numeri e da sigle. Queste ultime indicano l’ente che ha elaborato la norma e, per quanto riguarda l’Italia, sono:

  • UNI. La sigla UNI identifica tutte le norme nazionali italiane e se è l’unica sigla sulla norma ciò significa che questa è stata elaborata direttamente dalle Commissioni UNI (o dagli Enti Federati).
  • EN. La sigla EN identifica le norme elaborate dal CEN. Le norme EN devono essere obbligatoriamente recepite dai Paesi membri del CEN, servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, per cui non è consentita l’esistenza a livello nazionale di norme che non concordino con il loro contenuto; la sigla di riferimento, per l’Italia, è UNI EN.
  • ISO. La sigla ISO per le norme elaborate dall’ISO, che sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Si può decidere di rafforzarne ulteriormente il ruolo adottandole come norme nazionali: in Italia la sigla diventa allora UNI ISO (UNI EN ISO se adottata anche a livello europeo).

 

 

Una norma tecnica:

  • deve essere approvata con il consenso di coloro che hanno partecipato ai lavori (consensualità);
  • deve dare la possibilità a tutte le parti economico/sociali interessate di partecipare ai lavori (democraticità);
    • deve seguire un iter di approvazione riconosciuto che consenta l’individuazione delle tappe
  •  fondamentali, tenendo il progetto a disposizione degli interessati (trasparenza);
  • costituisce un riferimento che le parti interessate si impongono spontaneamente (volontarietà).

Il processo di elaborazione di una norma può essere schematizzato in quattro fasi: messa allo studio, stesura, inchiesta pubblica e ratifica.
La messa allo studio di un progetto di norma può nascere da proposte dei settori produttivi interessati o nascere all’interno degli stessi enti di normazione nell’ambito di una revisione critica della documentazione esistente.
La stesura del documento avviene nell’ambito dell’organo tecnico incaricato dello studio, strutturato in gruppi di lavoro costituiti da esperti che rappresentano le parti economiche e sociali interessate (produttori, utilizzatori, commercianti, centri di ricerca, consumatori, pubblica amministrazione, ... ). In genere, una Commissione tecnica dell’ente normatore svolge una funzione di pianificazione e di controllo, mentre la parte più “creativa” viene affidata a un Gruppo di lavoro incaricato della redazione del progetto.
Il progetto di norma approvato viene reso pubblico a tutte le parti economico/sociali interessate, al fine di raccogliere commenti ed ottenere il massimo consenso possibile: è la fase di inchiesta pubblica.
La pubblicazione della norma corrisponde infine alla sua entrata in vigore.

Una norma fornisce riferimenti certi agli operatori e perciò può assumere una chiara rilevanza a fini contrattuali; la conformità dei prodotti alle norme, se certificata da specifici organismi, garantisce anche i consumatori sul rispetto di determinate caratteristiche e funzionalità.

A questo riguardo le norme, pur restando di applicazione volontaria (a parte il caso di norme tecniche divenute provvedimenti legislativi o regolamenti), si distinguono anche per un diverso livello di cogenza (si pensi al differente significato se in una norma è scritto “si deve” o “si dovrebbe”).
Non esiste una classificazione codificata delle norme sotto questo aspetto, ma nelle pubblicazioni UNI si può distinguere tra norme tecniche, specifiche tecniche e rapporti tecnici.
Si tratta in tutti e tre i casi di documenti ad applicazione volontaria elaborati e pubblicati sulla base di specifiche procedure UNI, ma:

  • la norma tecnica nazionale (UNI) è un documento tecnico messo a punto consensualmente da tutte le parti interessate che svolgono attività a livello nazionale e rappresenta lo “stato dell’arte” di prodotti, processi e servizi;
  • la specifica tecnica nazionale (UNI/TS) è un documento tecnico messo a punto consensualmente da parti interessate, rappresenta uno “stato dell’arte” non ancora consolidato e viene sottoposto ad un periodo di verifica della validità;
  • il rapporto tecnico nazionale (UNI/TR) descrive prodotti, processi e servizi a scopo informativo.

Si ricorre quindi alle norme tecniche quando non ci sono difficoltà di rappresentare all’unanimità e univocamente lo stato dell’arte; si preferirà una specifica tecnica al fine di consentire un periodo di applicazione e di verifica delle conoscenze; si opterà per un rapporto tecnico per descrivere diversi approcci e prassi in uso.

È infine opportuno precisare la differenza fra:

  • regole tecniche, ovvero specifiche particolari la cui osservanza è obbligatoria nell’interesse della salute e della sicurezza dei cittadini e che vengono emanate dalle Pubbliche Amministrazioni,

e

    • norme tecniche, ovvero norme emanate dagli Enti normatori, tenuto conto del livello tecnologico, la cui osservanza è volontaria, ma che garantisce per chi la osserva il riconoscimento di conformità alle direttive che ne autorizzano la circolazione sul mercato.

 

Norme per il disegno tecnico

Scrittura

La scrittura sui disegni tecnici è normata  dalla UNI EN ISO 3098, che, nelle sue varie parti, prescrive alcuni requisiti generali e successivamente esemplifica i caratteri dell’alfabeto latino, ma anche greco e cirillico, nonché i vari segni particolari in uso nelle varie lingue europee.

Il riferimento è alla scrittura a mano libera, con normografi, con caratteri trasferibili, ma anche con computer.

Per tutte le scritture (dritte o inclinate di 15° verso destra) sono previsti:

    • il carattere leggero(tipo A), con rapporto 1:14 fra grossezza della linea ed altezza dei caratteri maiuscoli e 10:14 fra altezza dei caratteri minuscoli e maiuscoli;
    • il carattere pesante(tipo B), con rapporti 1:10 fra grossezza della linea ed altezza dei caratteri maiuscoli e 7:10 fra altezza dei caratteri minuscoli e maiuscoli.

Oggi, nei programmi di disegno automatizzato, si trovano serie numerosissime di caratteri (fonts), per cui è prevedibile che anche la normativa liberalizzi l’uso di diversi caratteri nei disegni tecnici, fatte salve chiarezza ed univocità di interpretazione.

Possono tuttavia valere ancora alcune regole:

    • distinguibilità dei caratteri (evitare confusioni fra lettere e cifre simili: ad esempio nelle indicazioni alfanumeriche che compaiono sui disegni si dovrebbero evitare per quanto possibile i caratteri D, I, J, l, O, Q per la possibile ambiguità con le cifre 1 e 0);
    • spaziatura fra i caratteri di spessore almeno doppio rispetto a quello delle linee (per assicurare chiarezza in fase di riproduzione in riduzione);
    • stessa grossezza di linee per caratteri maiuscoli, minuscoli e cifre (salvo particolari esigenze di differenziazione);
    • altezze caratteri normalizzate, ovvero: 1,8; 2,5; 3,5; 5; 7; 10; 14; 20 mm; non minore di 3,5 mm per disegni su fogli di formato A0 ed A1 (ved. paragrafo relativo ai formati);
  • opportuno contrasto fra scritte e sfondo.

Linee

Il disegno è costituito da un insieme di linee ed è possibile affidare alle linee stesse il compito di trasmettere particolari informazioni, oltre che delineare il contorno di un oggetto.
La ISO prevede una norma (UNI EN ISO 128-20), dedicata alle linee da usare in ogni tipo di disegno e comunicazione tecnica, e una norma (UNI IS0 128‑24) per le linee da usare nei disegni di ingegneria meccanica ed industriale. Un’altra norma, la UNI ISO 128‑21 precisa i procedimenti per la preparazione di linee con sistemi CAD.

Le linee previste dall’unificazione secondo la norma UNI EN ISO 128-20 si distinguono per spessore e tipo di tratto e sono indicate nella tabella 2.

 

 

 


Tabella 2 – Tipi fondamentali di linee da impiegare nei disegni tecnici secondo la norma UNI EN ISO 128-20

Altre tipi di linea sono raffigurate nella tabella 3, come variazioni dei tipi fondamentali.

 

 

 


Tabella 3– Altri tipi di linee normalizzate

Sono anche possibili combinazioni fra linee differenti (tab. 4) e linee con elementi pittoriali che interrompono la linea continua o sovrapposti ad essa (tab. 5).

 

 

 

 

 


Tabella 4 – Linee ottenute con l’accoppiamento di linee fondamentali

 

 


Tabella 5 – Linee ottenute con inserzione o sovrapposizione di segni sulle linee fondamentali

 

Gli spessori (o grossezze) di linea unificati variano da 0,13 a 2 mm (tab. 6).

Spessori di linea unificati (mm)

0,13

0,18

0,25

0,35

0,50

0,70

1,00

1,40

2,00

 

Tabella 6

Nei disegni tecnici si usano due spessori, definiti grossoefine,in rapporto 2:1 fra loro e in valore assoluto proporzionati alle dimensioni del disegno.
Lo spessore base per le linee grosse è 1 mm.
Lo spessore base per le linee fini è < 0,5 mm.

Le linee per i disegni di ingegneria industriale, scelte fra i tipi della tabella 2, con un’ulteriore distinzione che tiene conto dello spessore di linea, sono indicate nella tabella 7, con i relativi campi di applicazione.

 

 

 

 

 

 

 

 


Tabella 7 – Linee in uso nei disegni tecnici, con alcuni esempi di impiego. Il tipo di linea è indicato, oltre che secondo la norma UNI ISO 124-24 (ad es.: 01.2), anche con le lettere di riferimento previste dalla precedente norma UNI 3968 (ad es.: A).

Nell’impiego delle linee unificate vige una specie di ordine gerarchico, per cui, nel caso in cui risultino sovrapposte, la linea più significativa prevale sulle altre, secondo il seguente ordine:

  • contorni e spigoli in vista (linea continua grossa, tipo 01.2);
  • contorni e spigoli nascosti (linea a tratti, tipo 02);
  • tracce dei piani di sezione (linea mista fine, grossa alle estremità ed alle variazioni della traccia dei piani di sezione, tipo H della precedente norma);
  • assi di simmetria o tracce di piani di simmetria (linea mista fine, tipo 04.1);
  • linee per applicazioni particolari (linea mista fine, tipo 04.1);
  • linee di riferimento per la quotatura (linea continua fine regolare, tipo 01.1).

La distanza minima fra due linee parallele in un disegno non dovrebbe essere inferiore al doppio dello spessore della linea più grossa usata e comunque non minore di 0,7 mm.

 

Quando due linee a tratti si incontrano, l’intersezione è evidenziata come incrocio di tratti.

Scale di disegno

Sarebbe conveniente rappresentare gli oggetti nel disegno con le loro dimensioni vere, per meglio valutarli nei loro rapporti di forma e dimensione. E’ tuttavia evidente che oggetti di grandi dimensioni devono essere riprodotti con dimensioni inferiori a quelle reali per poter essere contenuti nel foglio, e viceversa oggetti di piccole dimensioni devono essere ingranditi per poterne comprendere le reali relazioni formali.

 

Il rapporto fra le dimensioni reali di un oggetto e le dimensioni con cui viene riprodotto sul disegno si dice scala del disegno.
L’indicazione sul disegno si fa generalmente scrivendo, per le scale di riduzione, scala 1:k, dove k indica il fattore di scala, cioè di quanto si deve dividere la dimensione reale per ottenere quella da riportare sul disegno (ad esempio, nella scala 1:10, 100 mm nella realtà divengono sul disegno 100:10 = 10 mm).
Nel caso delle scale di ingrandimento, l’indicazione diviene scala k:1,dove k è il fattore per cui bisogna moltiplicare la dimensione reale per avere quella da riportare sul disegno (ad esempio, scala 5:1 significa che un segmento lungo 2 mm nella realtà sul disegno sarà lungo 2x5=10 mm).

 

Le scale previste dall’unificazione sono riportate nella tabella 8.


 

 


Tabella 8

Si noti che una riduzione in scala 1:2 comporta una riduzione delle superfici ad 1/4 del reale e dei volumi ad 1/8.
Nel disegno industriale in genere non si usano scale di riduzione inferiori a 1:20.
Riduzioni maggiori si usano invece nei disegni di impianti, in edilizia e nelle carte topografiche.

Una regola per scegliere la scala si basa sull’assumere 2 mm sul disegno come dimensione minimaper elementi significativi.

Dettagli che apparissero troppo piccoli nella rappresentazione principale devono essere rappresentati accanto ad essa in opportuna scala maggiorata.

Come si vedrà nel capitolo dedicato alla quotatura, l’indicazione delle misure dovrà sempre essere effettuata scrivendone il valore reale, indipendentemente dal fattore di scala.

Talora si fa uso (e ciò avveniva anche in disegni tecnici antichi) di una scala di riferimento grafica, cioè un segmento su cui sono riportate lunghezze con l’indicazione del loro valore reale.

 

Fogli da disegno

 

Anche per quanto riguarda il formato dei fogli da usare per il disegno esistono regole precise. La norma UNI EN ISO 5457 riguarda esclusivamente i fogli per il disegno tecnico.
Il formato base è un foglio di area pari a 1 m2, di forma rettangolare, con lato maggiore di 1.189 mm e lato minore di 841 mm.
Il rapporto fra le dimensioni dei lati è perciò , il che consente il dimezzamento dell’area  dimezzando il lato più lungo, mantenendo invariato il rapporto fra i lati (fig. 2).

 

 

 

 


                                                                                 Figura 2 – Relazioni tra i formati dei fogli

 

In pratica, ogni formato unificato si ottiene dal precedente dividendo per 2 il lato maggiore.
Nella tabella 9 sono indicati i formati unificati contraddistinti dalla lettera A, seguita dal numero di dimezzamenti effettuati per giungere al formato considerato, partendo dal formato base indicato ovviamente con A0.
 

 


Tabella 9

 

Oltre a quelli indicati, sono in pratica usati anche formati corrispondenti ad A5 ed A6, ma non per il disegno tecnico, per cui il formato A4 costituisce il formato minimo di riferimento.
Sulle dimensioni dei fogli si ha una tolleranza di ± 2 mm (± 3 mm per misure > 600 mm).

Se il foglio viene usato tenendo come base il lato maggiore si dirà usato in orizzontale,se ha come base il lato minore si dirà in verticale.

In genere i disegni tecnici riportano, in corrispondenza dell’angolo inferiore destro, un riquadro per iscrizioni. Tale riquadro, che non è unificato, fornisce l’indicazione per il senso di lettura del disegno.

I fogli vengono squadrati con una incorniciatura tracciata con linea continua di grossezza minima 0,7 mm, posta almeno a 10 mm dal bordo del foglio (a 20 mm per il bordo sinistro, quando devono essere effettuati fori per la fascicolazione o l’archiviazione (fig. 3).

 

 


Figura 3 - Margine

 

I formati precedentemente visti devono essere piegati secondo precise regole.
Il formato A4 non va piegato e deve essere letto ponendo il lato corto di 210 mm in posizione orizzontale.
Tutti gli altri formati devono essere piegati in modo da ridursi a un formato A4 ancora con il lato corto di 210 mm in posizione orizzontale e con il riquadro delle iscrizioni in facciata, con evidente comodità di archiviazione.
I tipi di piegatura sono sintetizzati in figura 4 (sui fogli possono essere posti appositi segni per indicare le linee di piegatura).

 

 


Figura 4 – Esempi di piegature normalizzate dei fogli da disegno (quella a sinistra, per il formato A0, e quelle a destra, per i formati A2 e A3, consentono l’inserimento nei raccoglitori a fori o la rilegatura)

 

Norme di riferimento per il Cap. 2

 

UNI EN ISO 3098

Documentazione tecnica di prodotto - Scrittura

UNI EN ISO 128-20:2002

Disegni tecnici - Principi generali di rappresentazione - Convenzioni di base delle linee

 

UNI ISO 128-21:2002

Disegni tecnici - Principi generali di rappresentazione - Preparazione delle linee con sistemi CAD

 

UNI ISO 128-22:2006

Disegni tecnici - Principi generali di rappresentazione - Parte 22: Convenzioni fondamentali e applicazioni per le linee di richiamo e le linee di riferimento

 

UNI ISO 128-24:2006

Disegni tecnici - Principi generali di rappresentazione - Parte 24: Linee utilizzate nei disegni di meccanica e di ingegneria industriale

UNI EN ISO 5457:2002

Documentazione tecnica di prodotto - Formati e disposizione degli elementi grafici dei fogli da disegno

 

Fonte: ftp://ftp.aula.dimet.unige.it/squarzoni/DTN1%202008.09%20-%20Cap.%2002%20Norme%20per%20il%20disegno%20tecnico.doc

 

Disegno Tecnico Industriale

Elenco degli argomenti trattati durante il corso
delle relative norme e tavole di riferimento

 

Nell'elenco seguente il numero della norma è preceduto da una sigla che indica il riferimento al libro/manuale all'interno del quale la norma è contenuta.

U1 = M1 Vol. 1 - Norme per il disegno tecnico - Norme Generali
U2 = M1 Vol. 2 - Norme per il disegno tecnico - Meccanica e settori correlati
M2 = Manfè, Disegno meccanico Vol. 2
M3 = Manfè, Disegno meccanico Vol. 3

 

Normazione ed unificazione:

U1, UNI 2016                         Numeri normali
U1, UNI 936                           Disegni tecnici. Formati e disposizione degli elementi grafici dei fogli da disegno
U1, UNI 938                           Disegni tecnici. Piegatura dei fogli

 

Metodi di rappresentazione:

U1, UNI 3969                         Disegni tecnici. Metodi di proiezione

 

Proiezioni ortogonali:

U1, UNI 3970                         Disegni tecnici. Proiezioni ortogonali. Viste
U1, UNI 3977                         Disegni tecnici. Convenzioni particolari di rappresentazione

 

Sezioni:

U1, UNI 3971                         Disegni tecnici. Proiezioni ortogonali. Sezioni
U1, UNI 3972                         Disegni tecnici. Tratteggi per la rappresentazione dei materiali nelle sezioni

Disegno Tecnico:
U1, UNI 8187                         Disegni tecnici. Riquadro delle iscrizioni
U1, UNI ISO 7573                 Disegni tecnici. Distinta componenti
U1, UNI ISO 10209/1           Documentazione tecnica di prodotto. Vocabolario. Termini relativi ai disegni tecnici: generalità e tipi di disegno
U1, UNI 3967                         Disegni tecnici. Scale
U1, UNI 3968                         Disegni tecnici. Tipi, grossezza ed applicazione delle linee
U1, UNI 8411                         Disegni tecnici. Numeri di posizione

 

Quotatura:

U1, UNI 157                           Conicità ed angoli di cono
U1, UNI ISO 3040                 Disegni tecnici. Quotatura ed indicazione delle tolleranze. Elementi conici
U1, UNI 3973                         Disegni tecnici. Quotatura. Linee di misura e di riferimento e criteri di indicazione delle quote
U1, UNI 3974                         Disegni tecnici. Sistemi di quotatura
U1, UNI 3975                         Disegni tecnici. Convenzioni particolari di quotatura
U1, UNI 4820                         Disegni tecnici. Definizioni e principi di quotatura

 

Rugosità:.

U1, UNI ISO 468                   Rugosità delle superfici. Parametri, loro valori e regole per la descrizione delle caratteristiche
U1, UNI ISO 4287/1             Rugosità delle superfici. Terminologia. Superficie e suoi parametri
U1, UNI 4600                         Disegni tecnici. Indicazione dello stato delle superficie
M2, Tabella 1                         Relazione tra metodo di fabbricazione e rugosità Ra

 

Materiali:

M2, Tavola 9.3                      Classificazione dei tipi di acciaio (da UNI EN 10020)
M2, Tavola 9.4                      Designazione convenzionale degli acciai (da UNI EU 27)
M2, Tavola 9.6                      Prospetto generale delle norme qualitative
M2, Tavola 9.7                      Prospetto generale delle norme dimensionali
M2, Tavola 9.8                      Materiali metallici. Indicazione sui disegni
M2, Tavola 9.10                    Prodotti di acciaio (da UNI 7272)
M2, Tabelle da M1 a M48   Esempi di norme dimensionali e qualitative
M3, Tavola da 5.1 a 5.5       Guida alla scelta dei materiali

 

Tolleranze Dimensionali:
U1, UNI ISO 8015                 Disegni tecnici. Principi fondamentali per l'attribuzione delle tolleranze
U1, UNI 3976                         Disegni tecnici. Indicazioni delle tolleranze lineari ed angolari
U1, UNI EN 20286/1            Sistema ISO di tolleranze ed accoppiamenti. Principi fondamentali per tolleranze, scostamenti ed accoppiamenti
U2, UNI 7218                         Sistema ISO di tolleranze ed accoppiamenti. Zone di tolleranza per accoppiamenti raccomandati
U1, UNI EN 22768/1            Tolleranze generali. Tolleranze per dimensioni lineari ed angolari prive di indicazione di tolleranze specifiche

 

Tolleranze Geometriche e Principio del Massimo Materiale:
U1, UNI 7226/1:ISO 1101   Disegni tecnici. Indicazione delle tolleranze geometriche. Indicazione delle tolleranze di forma, orientamento, posizione e oscillazione
U1, UNI 7226/1:ISO 1101 All.  Disegni tecnici. Tolleranze geometriche. Caratteristiche oggetto di tolleranza e segni grafici, esempi di indicazione ed interpretazione. Quadro sinottico
U1, UNI 7226/2:ISO 2692   Disegni tecnici. Indicazione delle tolleranze geometriche. Principio del massimo materiale
U1, UNI 7226/4                     Disegni tecnici. Tolleranze di forma e posizione. Esempi di indicazione
U1, UNI EN 22768/2            Tolleranze generali. Tolleranze geometriche per elementi privi di indicazione di tolleranze specifiche

 

Filettature e organi filettati:

 

U1, UNI 3978                         Disegni tecnici. Rappresentazione convenzionale delle filettature
U2, UNI 3979                         Disegni tecnici. Rappresentazione di elementi di bulloneria
U2, UNI 4534                         Filettature metriche ISO a profilo triangolare. Generalità, serie diametri e passi
U2, UNI ISO 7/1                    Filettature di tubazioni per accoppiamento a tenuta sul filetto. Designazione, dimensioni e tolleranze
U2, UNI ISO 228/1                Filettature di tubazioni per accoppiamento non a tenuta sul filetto. Designazione, dimensioni e tolleranze
M2, Tabella 23                       Categoria e classi di resistenza per bulloneria in acciaio (da UNI 3740)
M2, Tabelle 25, 26, 27, 28   Filettature metriche ISO. Prospetto delle unificazioni relative alla bulloneria
M2, Tabella 29                       Viti a testa esagonale con gambo parzialmente filettato (da UNI 5737 e UNI 5738)
M2, Tabella 31                       Viti prigioniere a radice corta e radice media (da UNI 5909 a UNI 5913)
M2, Tabella 39                       Rosette e piastrine per bulloneria. Prospetto dei tipi unificati
M2, Tabella 41                       Rosette per bulloni ad alta resistenza per carpenteria (da UNI 5714)
M2, Tabella 42                       Dispositivi contro lo svitamento spontaneo. Prospetto generale
M2, Tabella 43                       Rosette elastiche spaccate (da UNI 1751 e UNI 9195)
M2, Tabella 44-a                   Copiglie (da UNI 1336)

Collegamenti Albero - Mozzo:
U2, UNI ISO 775                   Estremità d'albero cilindriche e coniche con conicità 1:10
M2, Tabella 51                       Chiavette e chiavette con nasello (da UNI 6607 e UNI 6608)
M2, Tavella 52                       Linguette (da UNI 6604 e UNI 6605)

Collegamenti Permanenti ed Elastici:
U2, UNI 1310                         Disegni tecnici. Rappresentazione schematica delle saldature
U2, UNI 7281                         Disegni tecnici. Rappresentazione delle molle

 

Guide ed Articolazioni:

U2, UNI EN ISO 8826/1       Disegni tecnici. Cuscinetti volventi. Rappresentazione semplificata generale
M2, Tabella 86                       Articolazioni cilindriche. Perni senza testa (da UNI ISO 2340)
M2, Tabella 87                       Articolazioni cilindriche. Perni con testa (da UNI ISO 2341)
M2, Tabella 88                       Articolazioni cilindriche. Rosette piane per perni (da UNI ISO 8738 e UNI 1750)
M2, Tabella 89                       Articolazioni cilindriche. Forcella forma G (da DIN 71752)
M3, Tavole 1.2 e 1.3             Cuscinetti volventi. Prospetto dei tipi unificati

Trasmissioni Meccaniche:
U2, UNI 7282                         Disegni tecnici. Rappresentazione degli ingranaggi
U2, UNI 7462                         Ruote dentate cilindriche. Dati da indicare sui disegni
U2, UNI 7463                         Ruote dentate coniche a dentatura dritta. Dati da indicare sui disegno

 

Fonte: http://www.dipmec.univpm.it/disegno/WG/Didattica/materiale/elenco_norme.doc

autore del testo non indicato nel documento di origine del testo

 

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