Inquinamento atmosferico

 

 

 

Inquinamento atmosferico

 

Inquinamento atmosferico

    L'inquinamento dell'ambiente esterno è ormai oggetto permanente di preoccupazione generale, sia per quanto riguarda i suoi aspetti contingenti, ormai costantemente seguiti, specialmente nei grossi agglomerati urbani, dove essi si fanno maggiormente sentire, sia per le conseguenze a lungo termine, oggetto di vivaci discussioni in tutto il mondo, dalle quali emergono con sempre maggiore frequenza previsioni catastrofiche, che non possono non richiamarci alle nostre responsabilità verso le generazioni future.

    Non c'è dubbio comunque che, anche se per il lungo termine si sommano agli effetti delle attività umane le lente modificazioni naturali (finora ben poco comprese) del clima del nostro pianeta, tuttavia per l'immediato sono le nostre attività a influire negativamente sulla qualità dell'ambiente e i responsabili principali, specialmente per l'aria, sono i processi di combustione, che da alcuni decenni noi attuiamo in una misura di vari ordini di grandezza superiore ai passati secoli e millenni. La disponibilità di combustibili fossili a basso costo ha favorito Io sviluppo senza precedenti di industrie, trasporti e benessere abitativo, ma ha avuto e avrà pesanti conseguenze, i cui costi solo in parte sono già emergenti.


La CO2 come regolatrice del clima

Durante le ultime decadi le misure nelle differenti stazioni meteorologiche indicano che il pianeta si sta riscaldando. Gli ultimi 10 anni sono stati i più caldi da quando si registrano i dati climatici, e gli scienziati annunciano che nel futuro la temperatura sarà in media più elevata. La maggioranza degli esperti concorda sul fatto che gli uomini esercitino un impatto diretto su questo processo, generalmente conosciuto come l'effetto serra. Mentre il pianeta si riscalda, le calotte polari si fondono. Poiché la neve ha un'elevata albedo riflette verso lo spazio la maggior parte della radiazione che incide su di essa. La diminuzione delle calotte polari influenzerà inoltre l'albedo terrestre, che si riscalderà ancora di più. Il riscaldamento globale permetterà quindi che l'acqua oceanica evapori in misura maggiore; il vapore acqueo, che si comporta come un gas serra, produrrà un effetto denominato amplificatore. Analogamente, un aumento della nuvolosità dovuto alla maggiore evaporazione contribuirà all'aumento dell'albedo. Il problema è di difficile previsione poiché si hanno retroalimentazioni positive e negative.
Naturalmente, si hanno effetti compensatori. La CO2 gioca un ruolo importante sull'effetto serra: se la temperatura è più elevata, l'assorbimento di anidride carbonica da parte degli oceani a formare carbonati è favorito. Quindi l'effetto serra diminuisce, così come la temperatura. Se la temperatura è bassa, la CO2 si accumula poiché non si favorisce il suo assorbimento da parte degli oceani.
La concentrazione di CO2 e degli altri gas serra, fra cui il metano, è stata studiata a partire dalle bolle d'aria intrappolate nel ghiaccio e nei campioni di sedimenti marini; si è così osservato che esse sono fluttuate nel corso delle ere. Non si conoscono le cause esatte per cui si sono prodotte queste variazioni, sebbene ci siano varie ipotesi di lavoro. Il bilancio è complesso poiché, sebbene si conoscano i fenomeni di assorbimento e di emissione della CO2, la loro interazione è difficilmente calcolabile.


Effetti dell’inquinamento
    L'inquinamento dell'aria, specialmente nei grandi agglomerati, provoca danni alla salute, non facilmente quantificabili, ma certamente imponenti, se si pensa al valore delle giornate lavorative perse, al costo delle cure mediche, senza trascurare quanto vale la riduzione della qualità della vita che ne consegue. A ciò si devono aggiungere gli effetti inquinanti di acqua e suolo da parte delle piogge acide su foreste, zone agricole, ecosistemi marini e lacustri, monumenti, ecc. per non parlare di quelli a lungo termine, come l'effetto serra, il buco dell'ozono e le conseguenze, cui l'umanità sembra non pensare troppo, dell'allegro sfruttamento di risorse non rinnovabili, quindi sempre più care e contese, come mostrano le ricorrenti crisi mondiali che partono dalle zone petrolifere.

    E' da rilevare che, dei tre grandi settori responsabili dell'impiego dei combustibili, al benessere abitativo deve essere imputato almeno un quarto del loro consumo e quindi ogni intervento inteso a ridurlo è un contributo apprezzabile alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e ambientale in genere. Che l'inquinamento atmosferico in particolare sia strettamente legato al consumo di combustibili per il riscaldamento degli edifici, è facilmente deducibile, osservando l'andamento stagionale di uno dei componenti principali, e certamente il più seguito, dell'inquinamento atmosferico, cioè l'anidride solforosa (S02).

 

L'effetto serra nel passato
L'atmosfera influisce fondamentalmente sul clima: se non esistesse, la temperatura sulla Terra sarebbe di -20ºC; ma essa si comporta in modo differente in funzione della lunghezza d'onda della radiazione incidente. Il Sole, per la sua temperatura di circa 6000 K emette fondamentalmente a 5 μm e l'atmosfera lascia passare la radiazione. La Terra ha una temperatura molto inferiore e riemette parte della radiazione ma a una lunghezza d'onda molto più ampia, di circa 15 μm, per i quali l'atmosfera non è trasparente. La CO2 che è attualmente contenuta nell'atmosfera, in una concentrazione di 367 p.p.m., assorbe questa radiazione, così come il vapore acqueo. Il risultato è che l'atmosfera si riscalda e restituisce alla terra parte di questa energia per cui la temperatura superficiale media è di circa 15 ºC, valore molto diverso da quello d'equilibrio senza atmosfera. Questo fenomeno è denominato effetto serra, che permette la vita sulla terra.
La concentrazione di CO2 e degli altri gas serra, fra cui il metano, è stata studiata a partire dalle bolle d'aria intrappolate nel ghiaccio e nei campioni di sedimenti marini; si è così osservato che esse sono fluttuate nel corso delle ere. Non si conoscono le cause esatte per cui si sono prodotte queste variazioni, sebbene ci siano varie ipotesi di lavoro. Il bilancio è complesso poiché, sebbene si conoscano i fenomeni di assorbimento e di emissione della CO2, la loro interazione è difficilmente calcolabile.

 

Appare la vita sulla Terra

Con l'apparizione delle piante, nella Terra iniziò la fotosintesi. Le piante assorbono CO2 e emettono O2. L'accumulo di quest'ultimo nell'atmosfera favorì l'apparizione degli animali, che lo utilizzano per respirare, emettendo CO2. I boschi sono quindi i polmoni della Terra; attualmente le foreste tropicali occupano la regione equatoriale del pianeta e tra l'Equatore e il Polo si ha una differenza termica di 50 °C. 65 milioni di anni fa la temperatura era di 8 °C superiore rispetto a quella attuale e la differenza termica tra l'Equatore e il Polo era di pochi gradi.

 

I mutamenti climatici attuali

 

Combustibili fossili e riscaldamento globale

Alla fine del XVII secolo l'uomo iniziò a utilizzare i combustibili fossili che la terra aveva accumulato nel sottosuolo durante la sua storia geologica. L'utilizzo di petrolio e di gas naturale ha causato un aumento della CO2 nell'atmosfera, ultimamente pari a 1,4 p.p.m. all'anno, e ha prodotto il conseguente aumento della temperatura. Si stima che da quando l'uomo misura la temperatura, circa 150 anni fa (già nell'epoca industriale), essa è aumentata di 0,5ºC e si prevede un aumento di 1 ºC nel 2020 e di 2ºC nel 2050.
Agli inizi del XXI secolo il riscaldamento globale pare una teoria consolidata, sebbene le stazioni meteorologiche delle grandi città sono passate dal trovarsi in periferia al centro, e l'effetto delľisola urbana ha influenzato l'aumento osservato. Gli ultimi anni del XX secolo si caratterizzarono per aver temperature medie che furono le più alte del secolo.

 

Riscaldamento globale

 

Riscaldamento globale (global warming nella letteratura scientifica in inglese) è un termine popolarmente usato per descrivere l'aumento nel tempo della temperatura media dell'atmosfera terrestre e degli oceani. Il termine scientifico corretto è invece surriscaldamento globale.

 

L'opinione scientifica sul riscaldamento globale

L'opinione scientifica sul cambiamento del clima, come espresso nel Pannello Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, e firmato dagli accademici di scienza delle nazioni del G8, è che la temperatura globale media è aumentata di 0,6 ± 0,2 °C dalla fine del XIX secolo e che "la maggior parte del riscaldamento osservato durante gli ultimi 50 anni è attribuibile alle attività umane".

 

Le cause del riscaldamento

L'attività umana ha intensificato il naturale effetto serra a partire dalla rivoluzione neolitica, grazie alla diminuzione della biomassa degli ecosistemi artificiali agricoli e dei loro suoli. Un'impennata nella concentrazione di gas serra si è avuta con l'utilizzo di combustibili fossili, che ha intaccato le riserve geologiche di carbonio. Altre cause sono con la maggior produzione di metano dovuta ad un'esplosione dell'allevamento intensivo e delle colture a sommersione (per esempio il riso). Anche il vapore acqueo e altri prodotti di sintesi, quali i clorofluorocarburi e altri gas serra, contribuiscono all'intensificazione dell'effetto serra.
Ogni anno vengono liberate nell'atmosfera circa 25 miliardi di tonnellate di CO2, mentre il pianeta riesce a riassorbirne meno della metà mediante la fotosintesi clorofilliana. Questa alterazione del ciclo del carbonio è problematica non tanto per la sua entità, quanto per la sua velocità. Infatti le oscillazioni naturali del ciclo del carbonio hanno sempre causato i cicli plurimillenari delle glaciazioni. Il problema è comprendere e prevedere con quali conseguenze il pianeta (che ha una grossa inerzia) riuscirà ad adattarsi a questo velocissimo aumento di anidride carbonica.
La concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica è attualmente (2005), di circa 380 ppm e aumenta di circa 2 ppm all'anno. Nel XVII secolo l'aria conteneva 280 ppm di CO2.
Il riscaldamento dell'atmosfera è dovuto principalmente a tre fattori: l'effetto serra, l'irraggiamento solare e l'attività geotermica dei vulcani. Da un recente studio dell'IPCC è emerso che l'attività umana contribuisca in maniera significativa all'intensificazione dell'effetto serra. Una idea quantitativa delle energie in gioco è la seguente:

 


Cause del calore
terrestre

Irraggiamento medio
Watt/m²

effetto serra naturale

ca. 170

effetto serra antropico

ca. 2,0

irraggiamento solare

ca. 0,25

geotermia vulcanica

ca. 0,20


Gli effetti del riscaldamento globale

Secondo i modelli climatici elaborati dal IPCC, la temperatura aumenterà tra 1,4 °C e 5,8 °C nel periodo compreso tra il 1990 e il 2100. Si pensa che ciò possa provocare altri mutamenti climatici, tra cui un aumento (già in corso e provato) del livello del mare, sia a causa dell'espansione termica che dello scioglimento dei ghiacci continentali e dei ghiacciai montani (sui ghiacciai delle Alpi il limite delle nevi persistenti si alza di anno in anno). L'acqua liberata nei mari e da qui in atmosfera, oltre ad innescare un pericoloso circolo vizioso (il vapore acqueo è il maggior gas serra) sta modificando la salinità del mare la quantità e la qualità delle precipitazioni. Dal 1970 ad oggi il numero e l'intensità dei cicloni tropicali è aumentata considerevolmente.
L'aumento delle precipitazioni sta causando in Antartide un aumento degli spessori dei ghiacci, ma contemporaneamente si sta assistendo allo scioglimento della calotta Artica e dei ghiacciai della Groenlandia. Complessivamente, con recenti osservazioni satellitari si è giunti a rilevare che il bilancio complessivo delle superfici ghiacciate del Pieneta è negativo per una percentuale compresa tra l'1 e il 1,5% per decennio. La situazione appare però in rapida evoluzione. Nel 1996 si è calcolato uno scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia per 90 km3 l'anno. Nel 2005 si è arrivati a 220 km3 l'anno.
Tali cambiamenti possono aumentare gli eventi estremi quali alluvioni, siccità, onde di calore, riduzione dei rendimenti agricoli o causare estinzioni biologiche.
Le maggiori temperature hanno contribuito alla comparsa di specie (ad esempio la zanzara tigre o numerosi pesci) e malattie tropicali nel bacino del Mar Mediterraneo. Si ritiene che le maggiori temperature possano anche aumentare la frequenza e l'intensità dei fenomeni di eutrofizzazione.
È molto difficile prevedere con certezza cosa accadrà, anche perché la meteorologia non segue percorsi lineari, e gli scenari, così instabili, potrebbero mutare notevolemente: ad esempio un inabissamento della Corrente del Golfo (favorito dalla diminuzione della salinità nelle acque atlantiche) potrebbe innescare addirittura un raffreddamento del continente europeo.

 

Il protocollo di Kyoto                                                                                         

Un primo tentativo di limitare l'alterazione climatica indotta dall'uomo è il Protocollo di Kyoto (sottoscritto l’11/12/1997 ma entrato in vigore il 16/2/2005 dopo la ratifica da parte della Russia)  al quale alcuni paesi come gli Stati Uniti hanno deciso di non aderire, inizialmente citando studi in cui si metteva in dubbio la responsabilità delle attività antropiche, poi, nel 2005, sostenendo che l'economia americana non sarebbe pronta ad effettuare la transizione verso un minore impatto ambientale. Altri paesi non aderenti sostengono che il Trattato di Kyoto sia di fatto inutile. L'obiettivo della diminuzione del 6% di anidride carbonica in atmosfera viene giudicato troppo poco ambizioso, dato che per annullare l'effetto delle emissoni umane bisognerebbe ridurre la quantità di CO2 del 60%.

 

Il dibattito scientifico

Sulla conclusione raggiunta dal Pannello Intergovernativo sul Cambiamento Climatico, cioè che la maggior parte del riscaldamento osservato durante gli ultimi 50 anni è attribuibile alle attività umane c'è un sostanziale consenso nel campo scientifico. Non mancano certamente gli scettici fra gli scienziati, ma si tratta di una ridotta minoranza come evidenziato da un articolo pubblicato su Science nel dicembre 2004 [1]. Da un'analisi di 928 abstract individuati nella letteratura scientifica trovati con le parole chiave global climate change, pubblicati nel periodo 1993–2003, si conclude che il 75% degli articoli accetta, esplicitamente o implicitamente, la tesi scientifica della responsabilità umana, mentre il restante 25% degli articoli copre unicamente metodologie o paleoclimatologia per cui non esprime in alcun modo opinioni in merito. Notevole il fatto che nessuno dei 928 articoli avvalori ipotesi alternative o contrarie sul riscaldamento degli ultimi 50 anni.
Rilevante invece è il dibattito sulla reale entità e sugli effetti del riscaldamento. Di certo il clima terrestre non si può considerare stabile, e presenta cambiamenti graduali ma intensi anche senza l'intervento dell'uomo. Sia ai tempi dell'Impero Romano che nel medioevo le temperature medie erano più alte di oggi, permettendo la colonizzazione della Groenlandia e la coltivazione estesa di viti nell'Europa del Nord. Entrambi questi periodi sono stati seguiti da periodi di raffreddamento climatico: a Londra il fiume Tamigi gelava tanto da permettere il passaggio a cavallo e mercati natalizi sul ghiaccio.

 

Pianificazione del futuro

Forse il meccanismo di compensazione della CO2 funzionerà; fra cento anni, magari il Sole sarà a un nuovo minimo; fra mille anni, magari ci salverà la prossima glaciazione.
Nel Cretaceo (190-135  mln di anni fa), senza l'intervento umano, la concentrazione della CO2 era più alta che ora e la Terra aveva temperature più elevate di 8°C. Ciò nonostante, l'uomo deve acquisire la coscienza ecologica e diminuire le emissioni di CO2, impedire la distruzione dello strato di ozono e non deforestare in eccesso.


http://hostfile.org/inquinamentoatmosferico.doc

 

Inquinamento atmosferico

Seppellire l’effetto serra

Tutta la comunità scientifica concorda nell’affermare che una delle più gravi emergenze che il nostro pianeta si troverà ad affrontare nei prossimi anni riguarda le modificazioni del clima dovute all’incremento nel cosiddetto “effetto serra”. L’anidride carbonica, CO2 è tra i gas maggiormente responsabili di questo pericoloso fenomeno che sta causando un allarmante aumento della temperatura media della terra.
Immettere anidride carbonica nel sottosuolo per contrastare il riscaldamento atmosferico è tecnologicamente possibile, ma sarà utile solo se saranno risolte alcune sfide fondamentali.

Nessuno conosce le esatte conseguenze di questo costanze di rialzo nella concentrazione di anidride carbonica(CO2) nell’atmosfera, né sappiamo che cosa accadrà via via che quantità sempre maggiori del gas si accumulano nell’aria: l’umanità sta facendo un esperimento incontrollato con il pianeta. Sappiamo che l’anidride carbonica sta riscaldando l’atmosfera, che a sua volta provoca un innalzamento del livello del mare, e che la CO2 assorbita dagli oceani li sta rendendo più acidi. Ma non abbiamo certezza su come il clima potrebbe alternarsi nelle varie parti del globo, sulla velocità con cui il livello dei mari potrebbe aumentare, su che cosa significhi un oceano più acido, quali sistemi ecologici, marini o terrestri, siano più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La nostra attuale linea di condotta è di far crescere il cambiamento climatico più velocemente di quanto riusciamo a imparare sugli effetti del cambiamento stesso. 
Se rallentare la velocità di accumulo dell’anidride carbonica fosse facile, il mondo sarebbe già impegnato a farlo. Se invece fosse impossibile, l’umanità starebbe cercando un modo per adattarsi alle sue conseguenze. Ma la realtà sta nel  mezzo. Ridurre l’accumulo di CO2 è possibile, e con strumenti che sono già a disposizione, ma non necessariamente in modo facile, economico e privo di contrasti. Se la società intende dare la priorità alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica- come riteniamo debba fare- bisogna per perseguire più strategie contemporaneamente. Bisogna concentrarsi sull’uso più efficiente dell’ energia e sulla sostituzione dei combustibili fossili. Con fonti rinnovabili non contenenti carbone, oppure con l’ energia nucleare. Ma vi è anche la possibilità di impiegare un metodo che sta attirando con attenzione sempre maggiore la cattura dell’ anidride carbonica e il suo immagazzinamento- o sequestro- nel sottosuolo. L’atmosfera è stata la nostra principale discarica solo perché lo smaltimento dei fumi attraverso ciminiere, tubi di scarico e comignoli è l’operazione più semplice e meno costosa. La buona notizia è che la tecnologia per catturare e sequestrare la CO2 c’è già, e gli ostacoli alla sua adozione sembrano superabili.

 

Rimedi per l’inquinamento atmosferico
Eco consigli

 

  1. Non usate prodotti usa e getta, così ridurrete il flusso di materiali ed energia nel sistema economico, con gran beneficio per l’ ambiente ed i cambiamenti climatici.
  2. Preferite i prodotti col vuoto a rendere. Riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico cinque volte superiore alla fusione del vetro rottamato.
  3. La plastica è un prodotto inquinante e non biodegradabile. Sarebbe utile usarla per oggetti destinati a durare. Preferite confezioni di carta o cartone e contenitori di vetro.
  4. Evitate le bibite in lattina, contenitori di alluminio per essere prodotti emettono gas che provocano l’effetto serra poiché richiedono molta energia elettrica.
  5. Raccogliete separatamente la carta sia in casa che sul posto di lavoro, riciclare la carta è molto importante.
  6. Non trasformate in rifiuto qualcosa che potrebbe essere ancora utile. Vestiti, mobili, elettrodomestici vecchi ma ancora funzionanti possono ancora servire a qualcuno e anche questo contribuisce a salvare il clima.
  7. La bicicletta naturalmente è il mezzo meno inquinante. Usatela al posto dell’auto o del motorino, farà bene anche alla vostra salute!
  8. Prendete i mezzi pubblici, risparmiate anidride carbonica e soldi! E avrete sicuramente più compagni di viaggio!
  9. Se proprio viaggiate in auto, mettetevi d’accordo con chi fa il vostro stesso percorso, insieme risparmierete soldi e anidride carbonica!
  10.  Per lunghi percorsi utilizzate il treno, consuma meno energia e quindi non minaccia il clima.  Inoltre è più sicuro e confortevole.
  11. Al mare, la vela è meglio del motoscafo. Non puzza di benzina, è silenziosa, permette di ascoltare il mare e il suo profumo. Non inquina e non disturba la fauna marina, consentendoti di avvicinarti agli animali senza spaventarli.

 

Eco consigli per la casa

 

  1. Per l’appartamento e per l’ufficio acquistare lampade compatte a fluorescenza ad accensione elettronica: sono più efficienti delle lampade tradizionali, durano di più e fanno risparmiare energia e denaro.
  2. Fate controllare periodicamente la caldaia, posizionate i radiatori in modo che sia agevolata la circolazione dell’aria e inserite dietro i radiatori pannelli riflettenti.
  3. Se avete il riscaldamento autonomo dotatevi di un cronotermostato per sincronizzare l’accensione con la vostra presenza, altrimenti fate dotare il condominio di contatori di calore per poter valutare il consumi.
  4. Gran parte del calore viene sprecato per il cattivo isolamento termico: isolate le pareti esterne, montate infissi in legno con doppi vetri, spenderete meno per il riscaldamento e l’ambiente ne guadagnerà.
  5. Valutate la possibilità di installare uno scalda acqua solare. Il risparmio energetico vi  consentirà di recuperare le spese in 3-4 anni, dopodiché sarà tutto un guadagno!
  6. Se avete scalda acqua elettrici sostituiteli con una caldaia a metano. È meglio utilizzare direttamente un combustibile, possibilmente quello meno inquinante.
  7. Quando acquistate una lavatrice controllate i consumi d’acqua e di energia dichiarati. Effettuate solo lavaggi a pieno carico. Voi risparmierete soldi e il mondo risparmierà in emissioni di gas serra.
  8. Se avete uno scalda acqua non elettrico, cioè solare o a metano, allacciate la vostra lavastoviglie direttamente all’acqua calda, disponendola il più vicino possibile allo scalda acqua.
  9. Scegliete frigoriferi a più scomparti: avrete minori dispersioni durante l’apertura della porte. Assicuratevi che il gas refrigerante non sia del tipo CFC o HCFC: distruggono l’ozono e provocano l’Effetto serra.
  10. Posizionate il frigorifero nel punto più fresco della cucina. Regolate il termostato su posizioni intermedie essendo di solito non necessarie le posizioni più fredde.
  11. Alimentatevi con prodotti dell’agricoltura biologica: vi eviterà di ingerire residui di pesticidi, conservanti e coloranti. Anche il clima ne beneficerà, infatti l’agricoltura biologica richiede meno energia.

Infine cerchiamo di acquistare solamente ciò che veramente ci serve e di cui abbiamo realmente bisogno. Non lasciamoci sedurre dalle pubblicità e dalle mode del momento, così produrremmo meno rifiuti, risparmieremo energia, contribuiremo di meno allo sfruttamento delle risorse, e potremmo usare i nostri soldi in modo migliore…
1) Cambiare 5 lampadine da 100 watt a incandescenza con altrettante a basso consumo da 20 watt. In un anno si risparmiano 53 euro e 175 kg di CO2.
2) Facendo 2 cicli di lavaggio a settimana in lavatrice a 40° piuttosto che da 90° risparmiamo in bolletta 37 euro e vi saranno 120 kg di CO2 in meno dispersi nell’ambiente.
3) Rinunciando un giorno al mese all’utilizzo dell’automobile andando a piedi o in bicicletta si risparmiano 60 euro di carburante all’anno e 180 kg di CO2.
4) Spegnendo la funzione stand-by della televisione nelle ore del giorno in cui e spento, si risparmiano all’anno 24 euro in bolletta e 79 kg di CO2.
5) Utilizzare come carburante l’olio di colza già testato al posto del diesel.

 

Inquinamento atmosferico -Possibili soluzioni

È chiaro che il settore energetico contribuisce maggiormente al surriscaldamento globale. Potremmo quindi ridurre le emissioni riducendo la quantità di energia consumata.. Queste sono le seguenti soluzioni:
1)Ciò è ottenibile in diversi modi. Un modo sarebbe quello di tassare l’energia per renderla più costosa in modo che la gente e le industrie ne utilizzino di meno. Naturalmente, se i prezzi dell’energia salgono il costo di produzione aumenta e le aziende potrebbero perdere terreno rispetto ai concorrenti stranieri che pagano meno la loro energia, quindi le tasse non possono essere troppo alte.
2)Un’altra soluzione e quella di trovare dei modi per produrre l’elettricità e la corrente da fonti energetiche rinnovabili. Esistono già dei metodi, per esempio l’energia eolica. L’unione europea incoraggia la ricerca di questi nuovi metodi.
3)Un modo per ridurre le emissioni di anidride carbonica è quello di produrre gli stessi prodotti con una quantità inferiore di energia; in altre parole migliorare l’efficacia dei processi produttivi. Si sono ottenuti risultati importanti in questa direzione ma purtroppo, mentre il consumo unitario di energia è sceso del 30% tra il 1980 e il 1989, la produzione è salita del 50% nello stesso periodo, annullando così i benefici dell’incremento di efficienza.
4)Possiamo anche aumentare l’efficienza delle cose che utilizzano energia. Per esempio automobili più efficienti potrebbero viaggiare con meno benzina.il problema è che questo potrebbe non essere sufficiente. Le automobili sono di gran lunga più efficienti oggi di quanto non lo fossero dieci anni fa, ma non vi è stata alcuna netta riduzione delle emissioni nei trasporti. Questo perché più persone utilizzano le automobili, quindi anche questo ha annullato l’impatto di motori più efficienti.
5)Alla fine, la risposta sta probabilmente nella combinazione di tutte queste soluzioni. Tutti noi dobbiamo ridurre il consumo di energia stando attenti a come la utilizziamo, per esempio, dovremmo utilizzare i mezzi pubblici, là dove possibile, invece delle automobili. Oggi giorno, la maggior parte di frigoriferi, delle lavatrici e di altri elettrodomestici sono muniti di etichetta che indica l’energia che consumano. Sta a noi scegliere i modelli che ne consumano meno. La ricerca continua per sviluppare nuove fonti energetiche e processi produttivi più efficienti.

Perché risparmiare energia con l’illuminazione?

Per ridurre le emissioni di anidride carbonica è quindi indispensabile diminuire i consumi di energia elettrica. E questo è un impegno globale, che vede protagonisti, da un lato, i Governi, attraverso negoziati internazionali, dall’altro i cittadini che sono responsabili, con i loro comportamenti e le loro scelte, di una consistente parte dei consumi di energia. Con l’aiuto della tecnologia e con l’impegno di tutti, si può abbattere il consumo di energia elettrica per uso domestico di circa 50% rispetto all’attuale.
È stato calcolato che, solo nel settore dell’illuminazione, è oggi possibile, grazie all’uso di lampade sempre più efficienti, cioè che forniscono un elevata quantità di luce con consumi molto più bassi, ridurre i consumi di elettricità, in Europa, addirittura di 12 miliardi di kwh all’anno e abbattere le emissioni di anidride carbonica di circa 6 milioni di tonnellate entro il 2020! Questi risultati si potranno ottenere attraverso la sostituzione degli apparecchi di illuminazione tradizionali con quelli dedicati alle CFL “PIN- BASED”(lampadine fluorescenti compatte con attacco a “spina”)

Quali vantaggi comportano le lampade pin-based

Le lampade fluorescenti compatte con attacco a “spina”presentano numerosi vantaggi:
1)Hanno il reattore separato ed alloggiato all’interno dell’apparecchio di illuminazione. In questo modo sostituendo le lampadine, l’alimentatore resta sempre lo stesso (avendo una vita più lunga) riducendo così i costi e le quantità di materiale da smaltire.
2)Lampada e apparecchio di illuminazione sono progettati insieme; ciò permette di ottenere caratteristiche illuminotecniche estremamente elevate e quindi un’ottima efficienza oltre che un’estetica curata ed originale.
3)Costano meno e hanno una maggiore riciclabilità rispetto alle CFL integrate.

 

Fonte: http://www.setmacerata.it/DOWNLOAD/Inquinamento/Lavori%20inquinamento/B_Scient_rimedi.doc

 

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