Figure fonetiche

 


 

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Significato delle FIGURE FONETICHE

 

Cosa significa, cosa vuol dire :

 

 

Allitterazione

 

 

Consiste nel ripetere le stesse lettere (vocale, consonante o sillaba) all’inizio, ma anche all’interno di due o più parole successive legate dal senso.
 
e caddi come corpo morto cade.
(Dante, Inferno, Canto V, v 142)
 
Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
(F. Petrarca, Canzoniere, I, vv 9-11)



Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,…
(E. Montale, Meriggiare pallido e assorto, vv 1-2)


Col mare
mi sono fatto
una bara
di freschezza.
(G. Ungaretti, Universo)


 

Paronomasia

 

 

Consiste nell’accostare due parole che presentano suoni simili con un significato diverso, ma che a volte hanno anche un legame etimologico.

  
Ed egli a me: - La tua città ch’è piena
d’invidia sì che già trabocca il sacco,
seco mi tenne in la vita serena -
(Dante, Inferno, Canto VI, vv 49-51)


I’ fui per ritornar più volte volto.
(Dante, Inferno, Canto I, v 36)  


Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi,…
(G. Leopardi, L’infinito, vv 5-6)  

Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un’immagine ride.
(E. Montale, Cigola la carrucola del pozzo, vv3-4)  


S’è rifatta la calma
nell’aria: tra gli scogli parlotta la maretta.
(E. Montale, Maestrale, vv1-2)    

 

Anafora

 

 

Consiste nella ripetizione di una parola all’inizio di due o più versi.

 

 
 

 

S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;

 

s’i’ fosse vento, lo tempestarei;

 

s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;

 

s’i’ fosse Dio, mandereil en profondo;

 

 

 

s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,

 

ché tutti ’ cristiani embrigarei;

 

s’i’ fosse ’mperator, sa’ che farei?

 

a tutti mozzarei lo capo a tondo.

 

 

 

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;

 

s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:

 

similemente faria da mi’ madre.

 

 

 

S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,

 

torrei le donne giovani e leggiadre:

 

le vecchie e laide lasserei altrui.

 

(Cecco Angiolieri, S’i’ fosse foco…)

 

 

 

 

 

I bimbi di Estremadura

 

vanno scalzi.

 

Chi gli ha rubato le scarpe?

 

 

 

Li ferisce il caldo e il freddo.

 

Chi gli ha strappato i vestiti?

 

 

 

La pioggia

 

gli bagna il letto e il sonno.

 

Chi demolì la casa?

 

 

 

Non sanno

 

i nomi delle stelle.

 

Chi gli chiuse la scuola?

 

 

 

I bimbi di Estremadura

 

sono serii.

 

Chi fu il ladro dei loro giochi?

 

(Rafael  Alberti, I bimbi di Estremadura;

 

traduzione di V. Bodini)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Onomatopea o armonia imitativa

 

Consiste nell’imitare un suono, un rumore, la voce degli animali, un’azione.

cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata; [...] »
(La fontana malata, Aldo Palazzeschi)

 

 

Figura etimologica o annominazione

 

 

Consiste nel ripetere nello stesso verso due o più parole che hanno la stessa base etimologica.


Amor, che a nullo amato amar perdona...
(Dante, Inferno, c. V, v. 103)


Morte m' ha morto, e sola po far Morte
ch' i' torni a riveder quel viso lieto.
(F. Petrarca, Mia benigna fortuna è 'l viver lieto, vv. 43-44)

Ed ecco una nave,
ecco le vele etrusche
partitesi dal lito
di Luni lunato
e niveo di marmi.
(G. D'Annunzio, Le madri, vv. 65-69)


Il suo amore, impassibile farebbe
numerare le innumere sue spine
spargendosi nelle ore, nei minuti.
(G. Ungaretti, Cori descrittivi di stati d'animo di Didone, XIII, vv. 3-5)

Poliptoto

 

Consiste nel ripetere un vocabolo in forme o funzioni grammaticali diverse.


Qual è colui che suo dannaggio sogna,
che sognando desidera sognare...
(Dante, Inferno, C. XXX, vv 136-137)


... e gli occhi fermi, l'iridi sincere
azzurre d'un azzurro di stoviglia...
(G. Gozzano, La signorina Felicita, III, vv 11-12)


I miei morti che prego perché preghino
per me, per i miei vivi com'io invece...
(E. Montale, Proda di Versilia, vv 1-2)


Un sogno di bellezza un dì mi prese.
Ero fra calda gente in un caldo paese.
(S. Penna, Un sogno di bellezza un dì mi prese)

Anastrofe

 

 

Consiste nell'invertire l'ordine naturale delle parole all'interno di un verso.


La donna il palafreno a dietro volta,
e per la selva a tutta briglia il caccia;
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. I, vv 97-98)

Mi scosse, e mi corse
le vene il ribrezzo.
Passata m'è forse
rasente, col rezzo
dell'ombra sua nera,
la morte...
(G. Pascoli, Il brivido, vv 1-6)


Odono i monti e le valli e le selve
e i fonti e i fiumi e l'isole del mare.
(G. D'Annunzio, L'oleandro, vv 374-375)


Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
(S. Quasimodo, Antico inverno, vv 5-6)
 

Iperbato

 

 

Consiste nel separare due parole che dovrebbero stare insieme, interponendovi altri elementi.

...
io parlo de' begli occhi e del bel volto,
che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto.
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 639-640)


...
i ritrosi pareri e le non pronte
e in mezzo a l'eseguire opere impedite.
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, C. I, vv 235-236)

..
Gloria del disteso mezzogiorno
quand'ombra non rendono gli alberi,...
(E. Montale, Gloria del disteso mezzogiorno, vv 1-2)


...
un'eco di mature angosce
rinverdiva a toccar segni
alla carne oscuri di gioia.
(S. Quasimodo, S'udivano stagioni aeree passare, vv 3-5)

Chiasmo

 

Consiste nel disporre in modo incrociato, secondo la forma della lettera greca c (chi), due termini o due frasi.


Quell'uno e due e tre che sempre vive
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno,
(Dante, Paradiso, C. XIV, vv 28-29)
...


Immota e come attonita ste' alquanto;
poi sciolse al duol la lingua, e gli occhi al pianto.
(L. Ariosto, Orlando furioso, C. VIII, vv 311-312)



O nere e bianche rondini, tra notte
e alba, tra vespro e notte, o bianche e nere
ospiti lungo l'Affrico notturno!
(G. D'Annunzio, Lungo l'Affrico, vv 21-23)

Climax o gradazione

 

Consiste nell'ordinare i concetti in modo che dall'uno si passi all'altro come per gradi. Può essere ascendente o discendente.


O mia stella, o fortuna, o fato, o morte,
o per me sempre dolce giorno e crudo,...
(F. Petrarca, Canzoniere, CCXCVIII, 12-13)


Ecco sono agli oltraggi, al grido, all'ire,
al trar de' brandi, al crudel suon de' ferri;
(L. Ariosto, Orlando furioso, c. XXIV, 785-786)



Un corriero è salito in arcioni;
prende un foglio, il ripone, s'avvia,
sferza, sprona, divora la via;
ogni villa si desta al rumor.
(A. Manzoni, Il Conte di Carmagnola, Atto II, Scena VI, Coro, 77-80)


Già il mostro, conscio di sua metallica
anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei
occhi sbarra;...
(G. Carducci, Alla stazione in una mattina d'autunno, 29-31)


La terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
(G. Pascoli, Il lampo, 2-3)


Palpita, sale,
si gonfia, s'incurva,
s'alluma, propende.
(G. D'Annunzio, L'onda, 30-32)

Ripetizione

 

Consiste nel ripetere, ad intervalli, due o più volte una o più parole.


Sennuccio, i' vo' che sappi in qual manera
trattato sono e qual vita è la mia:
ardomi e struggo ancor com'io solia,
l'aura mi volve, e son pur quel ch'i' m'era.

Qui tutta umile e qui la vidi altera,
or aspra or piana, or dispietata or pia;
or vestirsi onestate or leggiadria,
or mansueta or disdegnosa e fera.

Qui cantò dolcemente, e qui s'assise,
qui si rivolse, e qui rattenne il passo,
qui co' begli occhi mi trafisse il core;

qui disse una parola, e qui sorrise,
qui cangiò il viso. In questi pensier, lasso,
notte e dì tiemmi il signor nostro Amore.
(F. Petrarca, Canzoniere, CXII)


Sia destin ciò ch'io voglio: altri disperso
sen vada errando, altri rimanga ucciso,
altri, in cure d'amor lascive immerso,
idol si faccia un dolce sguardo e un riso;
(T. Tasso, Gerusalemme liberata, IV, 129-132)


e corri, corri, corri! con la scure
corri e co' dardi, con la clava e l'asta;
corri! minaccia gl'itali penati
Annibal diro.
(G. Carducci, Alle fonti del Clitumno, 65-68)


Non vogliamo ricordare
vino e grano, monte e piano,
la capanna, il focolare,
mamma, bimbi... Fate piano!
piano! piano! piano! piano!
(G. Pascoli, L'or di notte, 21-25)


Nulla tu offri al mio cuore che lo consoli un momento,
sì ch'esso quasi sgomento non vede in te che un colore:

il colore della noia e dei fiori di bugia,
il colore della mia giovinezza senza gioia;

il colore del passato che ritorna ben vestito,
il color dell'infinito e di ciò che non è stato;

il color della mia vita, della mia scioperataggine,
il color della piombaggine, il color della matita;

il colore di queste ore così lente a calar giù
dai lor numeri, il colore che non è colore più.
(M. Moretti, Ramo d'ulivo, 11-20)


...
a metà è la mia vita a metà il giorno
a metà ormai la mia solitudine.
(A. Bertolucci, Il frate, 13-14)

Raddoppiamento (Geminatio o Epanalessi)

 

Forma di ripetizione che consiste nel raddoppiare una o più parole, due o più volte, senza l'intervallo d'altre parole, all'inizio, alla fine o all'interno di un verso.


Dunque che è? Perché, perché ristai?
(Dante, Inferno, II, 121)


[...]
coll'altre schiere travagliate e 'nferme,
gridan: O Signor nostro, aita, aita;
(F. Petrarca, Spirto gentil che quelle membra reggi, 61-62)


Cangia, cangia consiglio,
pazzarella che sei.
(T. Tasso, Aminta, Atto I, Scena I, 165-166)


Amore, amore, assai lungi volasti
dal petto mio, che fu sì caldo un giorno...
(G. Leopardi, La vita solitaria, 39-40)



M'abbandono, m'abbandono;
ululo di primavera,
è una foresta
nata nei miei occhi di terra.
(S. Quasimodo, La mia giornata paziente, 5-8)


[...]
il lungo colloquio coi poveri morti, la cenere, il vento,
il vento che tarda, la morte, la morte che vive!
(E. Montale, Notizie dall'Amiata, 45-46)

Anadiplosi

 

Forma di ripetizione che consiste nel ripetere una o più parole di un verso all'inizio del successivo.


Ma passavam la selva tuttavia.
La selva, dico, di spiriti spessi.
(Dante, Inferno, IV, 65-66)


La tua fronte non è più cielo,
da quel mio cielo sole non cade,
da quel sole luce non prende
e colore il mio giorno.
(Libero De Libero, Romanzo, V, 2-5)


Muore il ragazzo un poco
ogni giorno per giuoco.
Per giuoco morde invano
il cavo della mano.
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, VII, 1-4)


Ho risposto nel sonno: - E' il vento,
il vento che fa musiche bizzarre -
(V. Sereni, Diario d'Algeria, II, 8-9)


Le porte del mondo non sanno
che fuori la pioggia le cerca.
Le cerca. Le cerca. Paziente
si perde, ritorna. La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce. Le porte,
le porte del mondo son chiuse:
serrate alla pioggia,
serrate alla luce.
(S. Penna, Le porte del mondo non sanno)


Epanadiplosi

 

 

Forma di ripetizione che consiste nell'iniziare e terminare un verso con la stessa parola o gruppo di parole.

Prendi partito accortamente, prendi
(F. Petrarca, I' vo pensando, e nel penser m'assale, 23)


C'era - una volta - qualche cosa. C'era
la nostalgia d'una labile terra, [...]
(M. Moretti, Quel che c'era una volta, 1-2)


Non sente la montagna chi non sente
questa farfalla, simbolo dell'Alpi [...]
(G. Gozzano, Parnassus Apollo, 1-2)


Certo, si piacciono, certo
l'uno dell'altra ha gioia a giudicare
dal cigolio del letto che si fa
ritmo d'un brutto sogno oppure
sussulto in dormiveglia, quasi vero.
(V. Sereni, Un incubo, 1-5)

Enallage

 

Consiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra (aggettivo per avverbio, aggettivo per nome, tempo presente per il futuro, ecc.)


... perch'io sia giunto forse alquanto tardo,             >>> invece di tardi
non t'incresca restare a parlar meco...
(Dante, Inferno, XXVI, 22-23)

e stridere odo l'arco
forte e sibilare lo strale                                             >>> invece di fortemente
(G. D'Annunzio, Il Gombo, 47-48)


... l'attacchino
sposta dolce la scala lungo i muri                             >>> invece di dolcemente
in un fruscio di carta.
(A. Gatto, Un'alba, 7-9)

Ipallage

 

Consiste nell'attribuire ad un termine l'aggettivo che si riferisce ad un altro all'interno di uno o due versi.

...
tal mi fec'io di mia virtute stanca                                >>> è il poeta abbattuto, non il suo coraggio
(Dante, Inferno, II, 130)


Qual è questa via senza fine
che all'alba è sì tremula d'ali?                                      >>> sono le ali tremule, non la via
(G. Pascoli, Le rane, 9-10)


Il fanciullo preme sulla terra
la sua mano vittoriosa                                                  >>> è il fanciullo vittorioso, non la mano
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, 12-13)


Deola passa il mattino seduta al caffè
e nessuno la guarda. A quest'ora in città corron tutti
sotto il sole ancor fresco dell'alba...                             >>> è l'alba fresca, non il sole
(C. Pavese, Pensieri di Deola, 1-3)


... Intorno,
ogni tristezza al braccio dei soldati
era un odore povero di donna                                      >>> è la donna povera, non l'odore
coi garofani scuri sopra il petto.
(A. Gatto, Alla voce perduta, 3-6)

Asindeto

 

Consiste nell'accostare proposizioni o loro membri senza l'uso delle congiunzioni.


Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d'ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle.
(Dante, Inferno, III, 25-27)


Vegghio, penso, ardo, piango, e chi mi sface [...]
(Francesco Petrarca, Canzoniere, CLXIV, v 5)


Dicevi: morte silenzio solitudine;
(Salvatore Quasimodo, Colore di pioggia e di ferro, 1)

Polisindeto

 

Consiste nel collegare varie proposizioni o loro membri con numerose e ripetute congiunzioni.


Non altrimenti fan, di state, i cani
or col petto, or col piè, quando son morsi
o da pulci o da mosche o da tafani.
(Dante, Inferno, XVII, 49-51)


[...]
è l'aura mia vital da me partita
e viva e bella e nuda al ciel salita:
(Francesco Petrarca, Canzoniere, CCLXXVIII, 4-5)

[...]
e l'anno è morto, ed anche il giorno muore,
e il tuono muglia, e il vento urla più forte,
e l'acqua fruscia, ed è già notte oscura,
e quello ch'era non sarà mai più.
(Giovanni Pascoli, In ritardo, 45-48)


E non ho più nome.
E l'Alpi e l'isole e i golfi
e i capi e i fari e i boschi
e le foci ch'io nomai
non han più l'usato nome
che suona in labbra umane.
(Gabriele D'Annunzio, Meriggio, 99-104)
 

Endiadi

 

Consiste nell’esprimere un concetto unico servendosi di due parole.


O delli altri poeti onore e lume
(Dante, Inferno, I, 82)


Giaufrè Rudel, ch’usò la vela e il remo
a cercar la sua morte...
(Francesco Petrarca, Trionfo d’Amore, IV, 52-53)


... e il grande impero
di quella Roma, e l’armi, e il fragorio...
(Giacomo Leopardi, La sera del dì di festa, 35-36)


Nell’oro e nella porpora
aperte palpitano
le ali, le ali apollinee.
(Gabriele D’Annunzio, Alcione, Ditirambo I, 452-454)

 

Zeugma

 

 

Consiste nell'usare una parola (di solito un verbo) riferita a due termini, mentre si adatta ad uno solo dei due.


Ma se a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
farò come colui che piange e dice.
(Dante, Inferno, V, 124-126)


d'in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
(G. Leopardi, A Silvia, 19-22)


Maggio, idillio di Dante e Beatrice,
Che di tentazïoni
Le vie, d'acacie infiori la pendice,
Le case di mosconi:
(G. Carducci, Idillio di maggio, 1-4)
 

 

Ossimoro

 

Consiste nell'accostare due termini che hanno significato opposto.

                                                          ...
tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo,
tutto tremar d'un amoroso gielo.
(F. Petrarca, Non al suo amante più Diana piacque, vv. 7-8)


Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
(G. Leopardi, A Silvia, vv. 1-6)

Figure di Neumi elle sono
in questa concordia discorde.
(G. D'Annunzio, Undulna, vv. 41-42)


Cessate d'uccidere i morti...
(G. Ungaretti, Non gridate più, v. 1)


Si scambiano motti superbi
e dolcissime ingiurie. La Sera...
(L. Sinisgalli, Vidi le Muse, II, vv. 5-6)
 

Eufemismo

 

Consiste nell'attenuare un'espressione troppo cruda o realistica o inopportuna.

 

 

Quando rispuosi, cominciai: - Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo! -               
(Dante, Inferno, V, vv.112-114)

                                                           
...
(


E dimani cadrò. Ma di lontano                                    
pace dicono al cuor le tue colline
(G. Carducci, Traversando la Maremma toscana, vv 11-12)

 

l'adulterio e quindi la perdizione eterna

 

 morirò


 


Antitesi

 

Consiste nell'accostare due parole o concetti di senso opposto.


- Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,...-
(Dante, Paradiso, C. XXXIII, vv 1-3)


Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
(E. Montale, Xenia II, 5, v 3)

So che non foco, ma ghiaccio eravate,
o mie candide fedi giovanili,
sotto il cui manto vissi
come un tronco sepolto nella neve:
(V. Cardarelli, Illusa gioventù, vv 7-10)

Ironia

 

Consiste nel dire il contrario di ciò che si pensa.



Oh me dolente! Come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: - Forse
tu non pensavi ch'io loico fossi! -
(Dante, Inferno, XXVI, 121-123)


Pene tu spargi a larga mano; il duolo
spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno è gran guadagno. Umana
prole cara agli eterni! [...]
(Giacomo Leopardi, La quiete dopo la tempesta, 47-51)

Fonte: http://scuolareport.files.wordpress.com/2008/01/figure-fonetiche.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

 

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