Lodi e il lodigiano

 


 

Lodi e il lodigiano

 

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Lodi e il lodigiano

 

 

I castelli del Lambro

Lungo il fiume Lambro si allineano alcuni delle più belle fortificazioni viscontee su cui spicca quella di Sant’angelo Lodigiano, uno dei meglio conservati in pianura padana. Non sono comunque da trascurare quelli di Melegnano e di San Colombano al Lambro, posti proprio all’inizio e alla fine della ciclabile dorsale del Lambro.

 

Sant’Angelo Lodigiano e il suo Castello

Sant’Angelo Lodigiano ha antiche origini che risalgono al periodo alto medievale. Cuore della cittadina è l’imponente castello, fondato con scopi militari per contrastare il castello di Lodi. Di pianta rettangolare con torri agli angoli, il castello si può visitare oggi e racchiude al suo interno tre importanti musei: il Museo Storico Artistico Morando Bolognini, il Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura e il Museo del Pane. Il Museo Storico Artistico racconta la storia della famiglia Bolognini e del maniero. Una sorta di casa-museo che in 24 saloni sontuosamente arredati, ricrea atmosfere e modi di vivere di un tempo. Il Museo Lombardo di storia dell’Agricoltura è uno dei più interessanti e attivi musei agro-etnografici italiani e, in collaborazione con il centro di museologia territoriale si sta articolando in ecomuseo coinvolgendo cascine storiche ed edifici monumentali che si trovano nella zona. Il museo del pane invece, allestito al primo piano del castello, presenta, in 5 sale, la storia e la lavorazione di questo prodotto.

 

 

Lodi

Piccola ma molto attiva provincia, il lodigiano è tra le ultime nate in Italia. Ma se la sua vita amministrativa è recentissima, non si può affermare il contrario della sua storia, che affonda le sue radici nel IV secolo D.C. A testimoniare il passato di questa terra, tesori d’arte e di storia tutti da scoprire. Il centro storico di Lodi, dalle caratteristiche cittadine che ne fanno corona al capoluogo, rocche e castelli, le ville signorili e i palazzi nobiliari, le centinaia di chiese e di edifici di culto che hanno attribuito al Lodigiano l’appellativo di “terra dei campanili”. Il nucleo più vetusto della città si sviluppa attorno all’armoniosa piazza della Vittoria, centro civile e religioso di Lodi fin dal periodo comunale. Delimitata da antichi palazzi con portici, è dominata dall’imponente fronte

della Cattedrale, dirimpetto alla quale si trova il medievale palazzo Vistarini. La cattedrale rappresenta uno dei più interessanti esempi, di stile romanico lombardo. Dalla cattedrale si accede al Museo Diocesano di Arte Sacra, che custodisce opere di artisti della scuola lodigiana, preziosi oggetti e arredi sacri provenienti da diverse chiese, nonché il cosiddetto Tesoro di San Bassiano. Vicino a piazza della Vittoria si aprono Piazza Broletto (ovvero il palazzo comunale) e Piazza del Mercato, due angoli della città da visitare, come anche musei, chiese, palazzi che si trovano nel centro storico cittadino racchiuso entro il tracciato delle mura medievali. Da visitare poi la Biblioteca Laudense e il Museo Civico, dove è esposta una ricca collezione di ceramiche e di maioliche lodigiane. In centro si visitano anche il museo Paolo Gorini raccolta di preparati anatomici realizzato dall’omonimo studioso nell’800 ospitata nell’Ospedale Vecchio. Al suo interno si trovano si può vedere inoltre il chiostro quattrocentesco decorato in cotto ed il Museo di Scienze Naturali del Collegio di San Francesco. Fra le chiese di particolare interesse da menzionare ci sono San Cristoforo, San Francesco e Sant’ Agnese costruita nel XIV secolo in forme gotiche lombarde, con la facciata decorate da fasce in cotto e tondi in maiolica. Un gioiello rinascimentale da non perdere è infine il Tempio Civico dell’Incoronata costruito nel 1488 in forme bramantesche.

 

Lodi Vecchio

La Basilica dei XII Apostoli, conosciuta anche con il nome di Basilica di S. Bassiano, che si staglia solitaria nella campagna ed è riconosciuta fra gli esempi più significativi dell’architettura medievale lombarda in laterizio. Fu fatta erigere dal vescovo Bassiano in occasione dell’istituzione di una diocesi in Laus Pompeia. Le sue forme attuali risalgono all’età romanica, con sostanziali modifiche risalenti primi decenni del Trecento, fra cui la bella facciata gotica (1300-1307).

 

Il canale Muzza  

Lo storico canale della Muzza prende avvio sotto il castello di Cassano prelevando le sue acque dal fiume Adda. Percorre poi la Pianura Lodigiana per circa 39 chilometri distribuendo acqua alle campagne. Giunto in località Tripoli di Massalengo le residue acque della Muzza passano nel letto dell’omonimo colatore che le restituisce all’Adda nei pressi di Castiglione. Durante il suo percorso il canale della Muzza bagna i territori delle provincie di Milano e di Lodi. Inoltre sfiora il territorio del Parco Agricolo Sud Milano e quello del Parco dell’Adda Nord. Per quanto concerne le origini del Canale gli storici hanno opinioni diverse su questo punto. Si pensa che, come altre opere idrauliche lombarde, anche la Muzza sia stata il risultato finale, verificatosi nel XIII secolo, di interventi parziali, alcuni destinati a tutt’altra funzione, come quella, ad esempio, di fossati per difesa militare. Non è escluso infatti che, sulla linea di confine fra Milano e Lodi, città notoriamente nemiche nel Medioevo, vi fossero opere di questo genere e che a loro volta queste utilizzassero i canali irrigui scavati dai Romani, quando si posero il problema di rendere produttive queste terre. Il territorio che accompagna l’itinerario lungo il canale della Muzza appartiene geograficamente alla bassa Pianura Padana Lombarda; si tratta di un paesaggio prevalentemente pianeggiante, nel quale l’elemento acqua assume un ruolo principale, improntando le formazioni boschive naturali, l’uso del territorio, (risaie e marcite, soprattutto in passato) e quindi la struttura stessa del paesaggio (paludi un tempo) ed una fitta rete di canali oggi. Il paesaggio lodigiano è caratterizzato da vaste aree a vocazione rurale a bassa densità abitativa, con una vocazione per l’allevamento, volta alla produzione di latte e formaggio, nella quale si possono reperire preziosi lembi di vegetazione boschiva, testimoni delle potenzialità forestale dell’area. Nonostante la vocazione prettamente agricola dell’area (coltivata prevalentemente a mais, seguito da cereali vernini, risaie e prati stabili) risulta affascinante percorrere i sentieri lunghi i campi per conoscere quelle piante (paludose, graminacee, arbustive, ecc) che hanno saputo sfruttare i tempi di sosta delle attività agricole per poter compiere il proprio ciclo vitale. La fauna presente interessa l’attigua area del Parco Adda Sud è sede degli elementi di maggior rilevanza naturalistica, tra cui, i tritoni, la rana verde, la raganella, l’endemica rana di Lataste, l’orbettino e il biacco, numerose specie migratrici ornitiche legate alle zone umide (aironi, garzette e anatidi). Piuttosto comune rimane invece la componente

legata ai mammiferi.

 

Natura e ambiente

Pianura e acque: questi i due elementi che contraddistinguono il Lodigiano, stretta fascia della pianura padana delimitata dallo scorrere lento di quattro fiumi. A sud il Po, l’Addetta a nord, l’Adda a est ed il Lambro ad ovest. Una terra resa fertile dalle acque e plasmata nei secoli dal lavoro dell’uomo, che ha trovato nell’agricoltura la sua principale fonte di sostentamento. Ecco quindi ampie distese di campi coltivati e numerose cascine con allevamenti di bestiame, veri e propri “piccoli mondi” con corti, porticati, annessi rustici la cui origine si fa risalire all’età medioevale. Accanto alla campagna coltivata esistono nel Lodigiano anche estese zone dalla natura intatta e selvaggia, in molti casi tutelata da parchi e riserve naturali: sono luoghi ideali per trascorrere una salubre e ritemprante giornata all’aria aperta.

 

PARCO REGIONALE DELL’ADDA SUD

L’Adda, è il quarto fiume d’Italia ed è uno dei maggiori affluenti del Po. Il suo percorso è tutelato da due parchi regionali dall’Adda Nord nelle province di Lecco Bergamo e Milano, e dall’Adda Sud, nelle province di Lodi e Cremona. Il parco regionale dell’Adda Sud si estende lungo il corso meridionale del fiume da Comazzo nel Lodigiano sino alla foce del Po a Castelnuovo Bocca d’Adda, sempre nella stessa provincia. Entro i suoi confini hanno trovato il loro habitat ideale oltre 200 specie di uccelli, dal falco di palude all’airone, e  molti animali, fra cui la tartaruga palustre e la rana di Lataste, che vive solo in alcune aree della Val Padana minacciata oggi dall’estinzione. Il paesaggio è costituito da vaste aree coltivate, da boschi rivieraschi e da zone palustri, con lanche e morte, che il fiume ha creato durante i millenni, modificando il suo tracciato. Nel Lodigiano, di particolare interesse naturalistico è la riserva naturale Adda Morta-Lanca della Rotta, un meandro di anse che offre uno degli angoli più suggestivi dell’intero corso dell’Adda. Nel parco si trovano agriturismi e spacci aziendali e sono stati tracciati alcuni itinerari ciclabili che alternano tratti su strade asfaltate, stradine bianche e sentieri alla portata di tutti i cicloturisti con un minimo di allenamento. Collegati fra loro, i vari itinerari sono stati mappati con segnalazioni che indicano il chilometraggio, il filo conduttore del percorso, le eventuali difficoltà, le cose interessanti dal punto di vista naturalistico, storico artistico che via via si incontrano nel percorso.

Il Parco Adda Sud ha predisposto quattro percorsi cicloturistici tra natura, storia e tradizione intitolati a quattro animali simboli del parco e scaricabili dal sito www.parcoaddasud.lombardia.it.

Il Falco: percorso di un giorno. Il tracciato, partendo da Lodi e mantenendosi sulla sponda destra del fiume, permette di raggiungere Zelo Buon Persico, da dove si rientra a Lodi visitando la sponda sinistra dell'Adda.

Il Rospo: percorso di un giorno. Il tracciato, partendo da Pizzighettone e portandosi subito in sponda destra del fiume, permette di visitare la parte più meridionale del Parco da dove si rientra a Pizzighettone visitando la sponda sinistra dell’Adda.

Il Tasso: percorso di due giorni. Il tracciato, partendo da Rivolta d'Adda e mantenendosi sulla sponda sinistra del fiume, permette di raggiungere Lodi da dove si rientra a Rivolta visitando la sponda destra dell'Adda.

L’Airone: percorso di tre giorni. Il tracciato, partendo da Pizzighettone, consente di visitare la foce dell'Adda nel territorio comunale di Castelnuovo Bocca d'Adda. Si prosegue sulla sponda destra sino a Lodi e, procedendo sulla sponda sinistra, si rientra a Pizzighettone.

 

PARCO ITTICO PARADISO A VILLA POMPEIANA

Sempre all’interno del Parco regionale dell’Adda Sud si trova un’oasi naturalistica piuttosto insolita, interamente dedicata ai pesci di fiume: Il parco ittico Paradiso di Zelo Buon Persico. Situato nella frazione di Villa Pompeiana, a ridosso del corso dell’Adda, il parco è davvero unico nel suo genere perché offre la possibilità di osservare da vicino decine di tipi di pesce d’acqua dolce che vivono indisturbati nel loro ambiente naturale.

 

RISERVA NATURALE TENUTA DEL BOSCONE

Situata nel territorio comunale di Camairago, la riserva si estende per circa 300 ettari entro i confini del Parco regionale dell’Adda Sud e deve il suo nome al parco che la circonda. La si può visitare a piedi o in bicicletta, oppure a bordo di un comodo trenino, lunghi i vari percorsi indicati da appositi cartelli.

 

LA RISERVA NATURALE MONTICCHIE

Tra le aree di notevole interesse ambientale merita una citazione, nel basso Lodigiano, tutta la zona attorno al fiume Po. Qui si trova, fra l’altro, la Riserva naturale regionale Monticchie, che si estende nel comune di Somaglia lungo la sponda del Po, in un territorio ricco di canali e risorgive, con canneti e bosco igrofilo planiziale, un tempo in gran parti ricoperto da paludi. La riserva è un’oasi del WWF a cui ci si può rivolgere per visite guidate e didattiche.

 

 

NOTE E INFORMAZIONI

Provincia di Lodi – Settore Sistemi Turistici

Ufficio Informazioni Turistiche – Piazza Broletto, 4

www.turismo.provincia.lodi.it

 

Fonte: http://www.turismo.provincia.lodi.it/oggetti/660.doc

Autore del testo: www.turismo.provincia.lodi.it

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