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L’INNOVAZIONE

L’innovazione viene definita come la trasposizione dell’idea commerciale in prodotto:  l’innovazione non necessariamente deve essere concentrata nella grande impresa e quindi si è portati a dire che invenzione e prototipazione possono avvenire in un luogo qualsiasi, mentre la vera e propria prototipazione e realizzazione di un prodotto deve avvenire nella grande azienda dove sono disponibili risorse di tipo umano e finanziario (il vero costo è la verifica e i test del prodotto in tutte le possibili condizioni).
Bisogna quindi capire:

      • come evolve l’innovazione nei settori industriali;
      • quali sono i fattori che accelerano o inibiscono un ambiente organizzato dall’essere innovatore;
      • come evolve nel tempo la capacità innovativa di una azienda.

 

Vi sono aziende scettiche di fronte all’innovazione e l’acquisiscono solo quando non è + un fattore di successo competitivo e diventa una necessità.

  • curva di tipo logistico

 

Si osserva che dopo B abbiamo un punto di flesso e questo significa che sino a quel punto il numero di aziende che acquisisce l’innovazione cresce, poi decresce.
Importante è che in questo modello non esistono brevetti e meccanismi di appropriazione delle innovazione.

La pendenza della curva viene detta tasso di profittabilità dell’adozione dell’innovazione che cresce poiché vengono eliminati i difetti di essa dopo un periodo di sperimentazione più lungo, e inoltre perché c’è una maggiore conoscenza  del mercato.

 

Come vengono classificate le innovazioni?

Bisogna ragionare su termini di innovazioni:

      • innovazioni di tipo incrementale (riguardo un singolo prodotto e ne migliora la produttività, cioè piccole variazioni funzionali di uno stesso prodotto);
      • innovazione di tipo radicale (avviene all’interno di un settore industriale ed è un nuovo prodotto di impatto per tutto il settore);
      • innovazioni che comportano un cambiamento del paradigma tecnologico (innovazione che coinvolge di tutti o quasi tutti i settori industriali);

 

 

COME SI EVOLVE L’INNOVAZIONE:

Si ha l’introduzione di una innovazione con il conseguente sviluppo di applicazione che porta essa a un apice di utilizzo aumentando i profitti delle aziende , in seguito a un momento di stasi dell’azienda si ci rende conto che bisogna modificare il sistema produttivo e si passa a un nuovo paradigma tecnologico con l’introduzione di nuove innovazioni che incidono maggiormente sull’efficienza maggiore rispetto quelli precedenti (quando le unità di profitti dell’innovazione A comincia a scendere sorge un altro paradigma tecnologico B che è spinta dalla riduzione di profittabilità del paradigma A).

 

DESCRIZIONE DI ROGERS (1923)

Mediante questa curva vediamo in che modo viene distribuita l’adozione di una tecnologia nel tempo:

I primi che acquisiscono l’innovazioni vengono definiti avventurieri che hanno il carisma di rischiare [A]; poi abbiamo i primi adottatori rispettabili (prodotto perfezionato) che hanno un vantaggio superiore rispetto ai primi, e una maggioranza iniziale (risoluto) [B]; si arriva a una maggioranza assoluta nel pieno sviluppo e dopo la sperimentazione dell’innovazione [C]; e poi l’innovazione verrà adottata dagli scettici [D] e dai ritardatari che sono i più tradizionalistici [E].

 

FATTORI CHE ACCELERANO O INIBISCONO IL PASSAGGIO DA IDEA A INNOVAZIONE

      • ambiente interno favorevole o sfavorevole all’innovazione;
      • bisogna che ci sia quella spianta a cercare un miglioramento continuo, giorno dopo giorno, mettersi in gioco in modo tale che il proprio prodotto non diventi obsoleto;

 

LEZIONE 06/06/2002

Abbiamo quindi visto come le condizioni che favoriscono l’innovazione all’interno di una organizzazione siano determinate dalla:

      • capacità di gestire l’attenzione
      • dall’ambiente organizzativo all’interno di un’organizzazione
      •  

Questo ultimo aspetto è fortemente determinato dalla presenza di tre figure che, secondo Grasso, mi descrivano l’ambiente organizzativo interno:

      • paladino
      • sponsor
      • padrino
  • Il paladino è colui che ha un’idea da presentare all’organizzazione che deve innanzitutto premiare la capacità di modificare e di innovare (non solo la routine). Il paladino può trovarsi a tutti i livelli dell’organizzazione  (infatti spesso certe idee innovative si hanno in chi ha una relazione diretta con l’utente).
  • Lo sponsor si trova tra i manager ed è qualcuno che supporta l’idea innovativa (accettandola e sottoponendola a verifica).
  • Il padrino invece appartiene alla direzione generale ed è colui che finanzia, supporta e porta avanti l’idea innovativa in seno alla direzione generale nei consigli di amministrazione

per passare dall’idea innovativa all’innovazione l’impresa investe risorse (investimenti e personale adatto a fare ciò).
Quanto più l’azienda è inserita in un contesto competitivo, in un ambiente instabile, tanto più queste condizioni saranno necessarie per rimanere sul mercato e ciò garantisce la gestione dell’attenzione ( i manager devono essere sensibili alle innovazioni, cioè accettarle e sottoporle a processi di verifica);
I mutamenti dell’ambiente esterno sono molto piccoli (un delta) e non mi sollecitano la soglia di attenzione dei manager, ma ciò è un aspetto negativo poiché si ci renderà conto che aggiungendo un delta su un altro avremo alla fine un ambiente esterno completamente mutato.

MODELLI EVOLUTIVI DELLA CAPACITA’ INNOVATIVA:

Esistono tre modelli di evoluzione:

      • a decrescita rapida
      • oscillante
      • a decrescita lenta

Esaminiamo il primo modello a decrescita rapida:

Si ha una configurazione di questo tipo nel caso in cui l’azienda ha inventato un nuovo prodotto, non inventa più niente ed essendo l’ambiente instabile e fortemente competitivo l’azienda non riesce ad emergere => azienda terminale

 

 

Esaminiamo ora il modello a evoluzione oscillante:

Questa situazione è tipica delle aziende che riescono a superare velocemente le loro crisi, ciascuna con competenze commerciali e poi tecnologiche e che si evolvono i maniera positiva o negativa a secondo della loro capacità di superare la crisi. L’andamento comunque è decrescente perchè le energie vengono assorbite dalla gestione dell’esiste che richiede non solo ma manutenzione, ma anche le innovazioni incrementali. [il successo, l’espansione sono “figlia” della crisi, cioè dovuta ad essa]

 

Esaminiamo l’ultimo modello a decrescita lenta:

E’ tipico delle grandi aziende che acquistano nuovi clienti individuali, nuovi mercati e hanno sempre nuovi prodotti: hanno infatti sia compete tecniche che commerciali e ne acquistano sempre di nuove. Riescono a mantenere per un po’ di tempo alto il proprio livello innovativo, ma poi la tendenza è quella a decrescere.

 

Nell’ultimo modello vi è la capacità di evolversi con competenze tecniche e commerciali:

  • l’azienda che ha solo competenze commerciali è instabili ed è molto più facile che vada fuori dal mercato;
  • l’azienda che ha solo competenze tecniche ha più tempo per acquisire anche quelle commerciali.

 

La relazione con il mondo esterno rappresenta un elemento fondamentale per restare sul mercato, bisogna avere la capacità di sfruttare le risorse del mondo esterno. Inoltre non è importante conoscere le informazioni, ma importante è sapere dove andarle a recuperare.
Un altro importante elemento è il rapporto con i fornitori
Non si può fare questo stesso discorso per settori maturi, non ad un alto sviluppo tecnologico e innovativo.

Per la piccola azienda il rapporto con l’ambiente esterno è più intenso, la loro capacità di mantenersi, innovarsi e di competere dipende dalla capacità di scambiare relazioni e informazioni con l’ambiente esterno più che dall’acquisizione di risorse.

 

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

L’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale nella vita della piccola impresa di software; l’analisi di un significato numero di casi aziendali ha consentito di individuare una tipologia i modelli di innovazione. Ogni modello ha un livello innovativo variabile con caratteristiche diverse nel tempo.

Secondo un’analisi è possibile distinguere sette livelli di innovazione tecnologica con cui classificare l’impresa in ogni fase della sua vita:

Livello 1: Nessun intervento innovativo
Livello 2: Aggiornamenti limitati del software
Livello 3: Piccoli incrementi del software
Livello 4: Adattamenti dei programmi al nuovo Hardware
Livello 5: Modifiche sostanziali del software per nuove esigenze del mercato
Livello 6: Nuovi programmi per il mercato su cui si opera
Livello 7: Nuovi programmi per nuovi segmenti di mercato.

Possiamo misurare ora il livello innovativo indicato utilizzando l’indice del livello della capacità innovativa media dell’azienda.
Quindi in base al livello innovativo raggiunto può essere fatta tale classificazione:

Livello 1: Ampliare il mercato con prodotti esistenti: non c’è innovazione c’è una strategia esplicita sul mercato di trovare nuovi clienti;

Livello 2: Realizzare la manutenzione e l’aggiornamento dei programmi esistenti: c’è una stretta relazione con il cliente e si utilizzano le risorse per una piccola modifica del prodotto;

Livello 3: Aggiungere nuove funzionalità ai programmi esistenti: strategia di innovazione del prodotto suggerite spesso dalla clientela o dalla spinta della concorrenza;

Livello 4: Rendere i programmi esistenti compatibili col nuovo hardware: l’innovazione si ha sulle tecnologie di base, occorre una elevata competenza  e un frequente aggiornamento del Kow-How;

Livello 5: Ampliare la famiglia dei programmi per il mercato tradizionale:  riprogettazione dei sistemi esistenti con l’obiettivo di diversificare e supportare i clienti seguendo soprattutto l’espansione del mercato;

Livello 6: Sviluppare nuovi programmi per i mercati tradizionali:  di utilizzano nuove tecnologie produttive.

Livello 7: Sviluppare nuovi programmi per nuovi segmenti di mercati: c’è una innovazione radicale e l’elemento critico è il continuo monitoraggio dei mercati su cui devono continuare ad espandersi.

 

Emergono 3 principali modelli di innovazione:

      • a declino rapido
      • a declino discontinuo o oscillante
      • a declino lento

 

Tutti i modelli partono da un livello 6 – 7 alto ma nel tempo questo livello tende in ogni caso a decrescere.

Il primo modello a declino rapido  è caratterizzato da una brusca caduta del livello di innovazione dopo la fase di avvio dell’impresa: un primo periodo è caratterizzato da molte risorse impegnate allo sviluppo del prodotto, un secondo in cui l’impresa non riesce ad andare oltre il livello di manutenzione ed aggiornamento del prodotto realizzato.

Il secondo modello  a declino discontinuo  ha un livello innovativo che varia in anno in anno con il formarsi e lo sciogliersi di gruppi di progetto impegnati nell’aggiornamento dei prodotti esistenti o nella progettazione dei nuovi (c’è un forte TURN-OVER cioè forte sostituibilità delle persone). L’impresa sembra reagire in modo reattivo rispetto agli stimoli del mercato e alle minacce della concorrenza (è reattivo a sollecitazioni  del mercato).
Non c’è la ricerca di innovazione oltre il livello 6 e si ha un’attività di espansione in verticale cioè si creano prodotti lungo una filiare produttiva (non tengono a cambiare clienti e mercato).
Il terzo modello a declino lento  vede il mantenimento degli interventi innovativi su livelli alti ma tendenzialmente decrescenti; cercano di ampliare continuamente la propria famiglia di prodotti rilasciando nuove versioni di software (nuova release) che costituiscono l’aggiornamento dei prodotti esistenti e seguono le evoluzione dell’hardware. Si focalizzano su certi grandi clienti.

 

 

Le strategie di innovazione

 

Orientamento strategico:

Possiamo vedere ora come si può esprimere tutto ciò nell’orientamento strategico delle aziende del software. Per orientamento strategico si intende un insieme di azioni sviluppate dall’impresa che possono essere ricondotte ad una visione coerente del raggiungimento dell’obiettivo.

Sulla base dei casi aziendali studiati si possono distinguere due vie attraverso le quali si concretizza la strategia di innovazione di un prodotto o di un servizio informatico:

      • per via software:  cioè realizzare un nuovo prodotto applicativo per un tipo di domanda non prevista dai prodotti esistenti, sviluppare una caratteristica nuova per un prodotto esistente o semplicemente migliorare le caratteristiche esistenti (in generale si opera quindi sul numero di linee di programma);
      • per via hardware:consiste nello sviluppare programmi che traggano vantaggio dalle nuove caratteristiche dell’hardware come potenza, memoria e velocità (in generale si opera quindi sulla velocità di esecuzione sul nuovo hardware);

 

Le imprese del software devono quindi aggiornare e aggiungere in continuazione nuove caratteristiche sul fronte della funzionalità e sul fronte dei nuovi hardware.

Purtroppo questa teoria di calcolare il livello innovativo non tiene conto ad esempio del livello innovativo delle aziende che sul mercato hanno prodotti differenziati.

La valutazione della capacità produttiva deve essere valutata mediante:

      • il grado di affinità tecnica tra il nuovo e i prodotti precedenti dell’impresa (simile o dissimile rispetto al software precedente). Il grado di affinità tecnica è elevata quando tecnologie e caratteristiche prestazionali dei prodotti precedenti vengono utilizzate anche nel nuovo prodotto.
      • Il grado di affinità di mercato esistente tra il nuovo prodotto ed i prodotti precedenti dell’impresa. Il grado di affinità di mercato è elevato quando il nuovo prodotto si rivolge allo stesso segmento di mercato a cui si rivolgono i prodotti precedenti;

 

 che mi rappresenta la media dei livelli innovativi dimostrati nei j progetti.

Si è cercato di pesare il livello innovativo tenendo in considerazione anche la percentuale di personale impiegato [risorse per progetto]       definito come il peso della capacità innovativa che tiene conto della risorsa lavorativa utilizzata Wj = Rj / Rt.

Alla fine quindi bisogna scegliere un livello innovativo affinché si abbia: Max (IPj) relativo al progetto nel quale il mercato è più innovativo.

CLASSIFICAZIONI ORIENTAMENTI

Si possono avere 10 diversi tipi di orientamento:

      • aumentare la specializzazione nella produzione di software
      • ampliare la gamma dei prodotti software (mercato orizzontale)
      • diversificare verso i servizi professionali (di supporto) collegati alla produzione software
      • specializzarsi nell’attuale segmento di mercato (costante innovazione e segue le richieste del mercato)
      • ampliare il numero di segmenti di mercato serviti (commercializzazione anche da parte di terzi)
      • ampliare l’area territoriale di mercato
      • attuare accordi di collaborazione con altre imprese nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti software (collaborare ad esempio in una rete per allargare il proprio mercato)
      • puntare sul miglioramento della qualità del prodotto
      • puntare sul miglioramento dell’efficienza del processo produttivo
      • essere fortemente competitivi sul prezzo del prodotto (prodotto per la massa)

In base quindi al livello innovativo e all’orientamento strategico è possibile tracciare l’evoluzione e la configurazione finale dell’impresa.

Inizialmente possiamo avere:

      • le imprese guidate da domanda (specializzate nell’aumento della qualità dei prodotti)
      • le micro imprese one-shot (nascono su specifica occasione di mercato come i laboratori artigianali ed integrano attività di software proprio con hardware di terzi).

 

Come fase intermedia invece si ha:

      • imprese in via di consolidamento: hanno una buona posizione e un business consolidato e stabile; è una struttura che si acquista da aziende che hanno strategie di innovazione dei prodotti (sono considerate imprese stabili) [RAGGIUNGIBILE DALLE IMPRESE GUIDATE DA DOMANDA]
      • imprese guidate dall’efficienza: hanno un più elevato fatturato, c’è una differenziazione dei prodotti offerti e combina attività di sviluppo e vendita di software con attività di commercializzazione di hardware e dei servizi connessi. [RAGGIUNGIBILE DALLE IMPRESE GUIDATE DA DOMANDA E DALLE MICROIMPRESE ONE-SHOT]
      • imprese terminali: sono aziende che riescono ad avere un singolo prodotto competitivo e si specializzano sull’aggiornamento di esso per mantenersi una nicchia del mercato, costituito talvolta da un solo e grande cliente)

 

Infine nella fase finale:

      • imprese semispecializzate: costituiscono l’evoluzione delle imprese in via di consolidamento e si specializzano su certi segmenti del mercato, danno servizi aggiuntivi e sviluppano maggiormente la strategia di produzione e vendita del software.
      • Imprese orientate ai servizi: costituiscono l’evoluzione alle imprese guidate dall’efficienza e commercializzano hardware, svolgono un ruolo importante di collegamento tra produttori di hardware ed esigenze degli utenti.
      • Imprese residuali: costituiscono l’evoluzione delle imprese terminali e riescono a sopravvivere occupando mercati interstiziali. La vita precaria di queste imprese può essere interrotta da crisi temporanee del mercato, mancanza di liquidità, fuoriuscita dei tecnici qualificati….

 

Percorsi di SVILUPPO

Lo sviluppo delle imprese non implica che esse diventino più grandi, ma che mutino e cambino. Il meccanismo principale che mi sollecita a un cambiamento è la crisi che mi mette in allerta su qualche cosa che non va nella nostra struttura in relazione all’ambiente esterno.

Partiamo dal fatto che le aziende nascono e si evolvono secondo :

      • Strategie di marketing;
      • Strategie tecnologiche;

quindi l’impresa andrà in crisi dal momento che una di queste due manca.
Le imprese che però nascono con capacità tecniche e innovative riescono ad essere più solide e più stabili rispetto a quelle che nascono con capacità commerciali in quanto queste possono essere acquisite dall’ambiente esterno in modo più facile.

Possiamo individuare le variabili che sono fondamentali per caratterizzare le risorse e le capacità di un’azienda per un proprio percorso di sviluppo:

Risorse:

      • risorse imprenditoriali (know – how tecnico)
      • professionalità degli addetti
      • risorse relative alla struttura organizzativa (esperienza dell’impresa nel settore)
      • risorse di rete (competenze esterne, collaborazioni)
      • risorse di dimensione (economia di scala)
      • risorse tecnologiche (tipi di piattaforme hardware utilizzate, metodologie come moduli e biblioteche)

Capacità (deriva dell’utilizzo delle risorse):

      • relativa alla competenza tecnologica dell’impresa
      • relativa alla competitività delle prestazioni del prodotto
      • relativa ai rapporti con il mercato
      • relativa alla capacità di diversificare il prodotto
      • relativa al mix produttivo (ampia gamma di prodotti).

A questo punto si potrebbero combinare risorse e capacità mediante delle relazioni che sono prefissare e non a caso in quanto vincolate dalle particolari strutture organizzative.

 

***** Nell’innovazione abbiamo studiato il modello tecnologico e come si evolve un prodotto secondo Nelson e Winter i quali affermano che c’è la possibilità di trovare la traiettoria evolutiva di un prodotto nel dato settore: una innovazione sarà di successo se è possibile capire a priori quale sia la traiettoria di evoluzione di essa. ESEMPIO COMPUTER à traiettoria à COMPUTER DI MASSA .

Si avere così 7 configurazioni organizzative che si ottengono con una giusta combinazione tra risorse capacità:

  1. Basata sul Know-How tecnico dell’imprenditore : l’imprenditore è un tecnico proveniente da un’altra azienda o dall’ambito universitario. L’organizzazione del gruppo è soprattutto informale.
  2. Basata su risorse di rete: si hanno relazioni con altri soggetti esterni che consentono di acquisire certe competenze che mancano
  3. Basata sullo sviluppo di competenze interne o esterne diverse dal gruppo imprenditoriale: gli imprenditori cercano di integrare e capacità interne con quelle esterne instaurando ad esempio rapporti con consulenti esterni.
  4. Basata sullo sviluppo di standard e procedure: aumentando di dimensione, privilegiando le economie di scala e il numero di procedure. Si ottiene una struttura non più centrata intorno al ruolo dell’imprenditore, ma a una regolata da un insieme di procedure.
  5. Basata sulle conoscenze del mercato e delle esigenze del cliente: ditte con pochi clienti che si focalizzano su un segmento del mercato.
  6. Basata sul Know-How tecnologico e di mercato trasferito da una impresa madre: sono le filiari che hanno la commercializzazione di prodotti altrui.

 

Fonte: http://members.xoom.it/elett_mq_ct/appunti/economia/ORGANIZZAZIONE%20AZIENDALE%202.doc

Sito web da visitare: http://members.xoom.it/elett_mq_ct/

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