Swot analisi definizione e esempi

 

 

 

Swot analisi definizione e esempi

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Swot analisi definizione e esempi

 

 

Analisi SWOT

 

L'Analisi SWOT è un utile strumento di supporto all'analisi del contesto (interno ed esterno) entro cui si colloca un progetto o un intervento. Essa, infatti, consente di visualizzare contemporaneamente:

punti di forza interni (Strenght); punti di debolezza interni (Weakness);
opportunità esterne (Opportunities); rischi esterni (Threats)

In questo modo è possibile, in base ad un'ottica sistemica, evidenziare in modo chiaro e sintetico le variabili che possono agevolare oppure ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del progetto, distinguendo tra fattori legati all'ambiente esterno e fattori legati invece all'organizzazione interna, e consentendo di orientare in modo più efficace le successive scelte strategiche ed operative.

Matrice di analisi SWOT

Punti di forza                                                                           Punti di debolezza

1.                                                                                              1.
2.                                                                                              2.
3.                                                                                              3.
4.                                                                                              4.
5.                                                                                              5.

 

Opportunità                                                                             Rischi
1.                                                                                              1.
2.                                                                                              2.
3.                                                                                              3.
4.                                                                                              4.
5.                                                                                              5.

La completezza e la validità delle valutazioni condotte con metodologia SWOT sono correlate alla completezza dell'analisi "preliminare". Il fenomeno o il progetto oggetto di valutazione, infatti, devono essere approfonditamente studiati al fine di mettere in luce tutte le loro caratteristiche, strutturali e congiunturali, ed evidenziare eventuali relazioni e sinergie con altre situazioni e proposte.
Deve essere quindi tenuto costantemente presente il contesto in cui si opera o si è operato.
L'analisi dei punti di Forza e Debolezza è sostanzialmente un'analisi interna delle caratteristiche di un progetto ideato o realizzato. In generale i punti di forza sono le aree di eccellenza, i maggiori elementi a favore dello sviluppo, mentre i punti di debolezza individuano gli ostacoli/ i limiti che bisognerà cercare di superare o che non sono stati superati.
Le opportunità sono i possibili vantaggi futuri proposti dal progetto (o le conseguenze positive che ne sono derivate).
I rischi sono gli eventi o i mutamenti prevedibili che appaiono destinati ad ostacolare il progetto nelle condizioni date (valutazione ex ante) o quelli che, non affrontato adeguatamente, hanno ostacolato o diminuito il successo del progetto (valutazione ex post).
Nell'analisi SWOT si distinguono fattori endogeni ed esogeni:
Fattori endogeni: tutte quelle variabili che fanno parte integrante del sistema stesso sulle quali è possibile intervenire per perseguire obiettivi prefissati
Fattori esogeni: le variabili esterne al sistema che però possono condizionarlo sia positivamente che negativamente. In quest'ultimo caso non è possibile intervenire
direttamente sul fenomeno ma è opportuno predisporre strutture di controllo che individuino gli agenti esogeni e ne analizzino l'evoluzione al fine di prevenire/correggere gli eventi negativi e sfruttare quelli positivi.
L'efficacia di questa metodologia d'indagine dipende dalla capacità di effettuare un'interpretazione "incrociata" di tutti i fattori individuati. Per rendere più agevole tale lettura "incrociata" i risultati dell'analisi vengono, solitamente, presentati nella forma di diagramma sintetico e poi di descrizione diffusa. E' importante comunque considerare che:
- l'analisi SWOT non ha un fondamento "matematico e scientifico": si basa sulle
percezioni personali e non sempre quantificabili degli analisti. E' pertanto utile che tale analisi sia una analisi partecipata in quanto in tal modo è possibile mettere a confronto in fase di valutazione punti di vista e pareri diversi.

Vantaggi
l'analisi in profondità del contesto orienta nella definizione delle strategie;
la verifica di corrispondenza tra strategia e fabbisogni consente di migliorare l'efficacia;
consente di raggiungere un consenso sulle strategie (se partecipano all'analisi tutte le parti coinvolte dall'intervento);
flessibilità;

Svantaggi
rischio di procedure soggettive da parte del team di valutazione nella selezione delle azioni;
può descrivere la realtà in maniera troppo semplicistica;
se non viene attuata in un contesto di partnership esiste il rischio di scollamento tra piano analitico e politico pragmatico.

 

Fonte: http://csvsalento.it/upload/doc/attivita/Salvi_AnalisiSWOT.doc

Sito web da visitare: http://csvsalento.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Swot analisi definizione e esempi tipo file : doc

 

Esempi analisi SWOT

VALUTAZIONI DEI CONTESTI, DEFINIZIONE DEI BISOGNI e INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÁ

 

FAMIGLIA E MINORI

 

La valutazione del contesto: analisi SWOT

 

Punti di forza

Punti di debolezza

  • Rete scuola-territorio (formazione del personale, progetti congiunti, iniziative rivolte ai genitori).
  • Integrazione socio-sanitaria (presenza di servizi socio-sanitari sull’intero territorio e capacità di accoglimento della domanda, azioni di sensibilizzazione alle famiglie e sostegno alla genitorialità, progetto di potenziamento del Consultorio familiare)
  • Attivazione Sportello donne vittime di violenza
  • Presenza di servizi e progetti (Centro Famiglia “Il Ponte”, centri di ascolto adolescenti nelle  scuole, punti di aggregazione giovanile Villanova e Dogliani, progetti di sensibilizzazione all’intercultura)
  • Presenza di associazioni di volontariato impegnate nel sostegno alla famiglia
  • Rapporti con il tribunale

 

  • Carenza nella rete di sostegno alle famiglie numerose (poca attenzione alla promozione verso la famiglia numerosa)
  • Difficoltà nella co-progettazione tra diverse istituzioni
  • Difficoltà ad intercettare il tempo libero dei giovani
  • Difficoltà a riconoscere il bisogno non espresso
  • Modalità uniformi di campagne-progetti di prevenzione e di sensibilizzazione ai ragazzi e agli adolescenti (occorrerebbe diversificazione a seconda dell’istituto scolastico)
  • Assenza servizi per la prima infanzia in alcune zone territoriali

 

Opportunità

Minacce

  • Valorizzazione e messa in rete dei servizi educativi di eccellenza presenti sul territorio
  • Percorsi di studio regionali per la costruzione di una “rete per l’adolescenza”.
  • Contributo economico a sostegno delle famiglie numerose (D.G.R. 99-13039 del 30-12-09)
  • Applicazione L.R. 37 del 30/1\2/2009 (sostegno per genitori separati e divorziati in situazione di difficoltà)
  • Approvazione di indicazioni operative per i servizi sociali e sanitari in materia di segnalazione di minori in presunto stato di abbandono
  • Sport come strumento di risposta alle necessità degli adolescenti
  • Disponibilità di un appartamento per l’autonomia presso il Centro Famiglie “Il Ponte”
  • Rapporti con le forze dell’ordine, anche sul piano preventivo (consolidamento)
  • Aggregazione spontanea di reti  di famiglie
  • Prossima costituzione UVM e conseguente possibilità di miglioramento dell’integrazione socio-sanitaria
  • Apertura nuovi locali del Consultorio  e previsione di aumento attività e personale
  • Tavolo interservizi (DEA, Consultorio, Psicologia e Sert) per definire metodologie e percorsi sul tema delle donne vittime di violenza.
  • Progetto “Mondovì città sicura” (possibilità di iniziative e formazione intersettoriale sul tema della violenza sulle donne)
  • Finanziamenti (Miur, regione) alle scuole per progetti rivolti alle famiglie
  • Mutamento tipologie di nucleo familiare (da “famiglie tradizionali” a “allargate”. I servizi devono affrontare una realtà più complessa)
  • Nuovi modelli culturali delle famiglie e conseguente aumento della difficoltà del ruolo genitoriale
  • Abbandono scolastico.
  • Servizi non adeguati ai nuovi adolescenti
  • Difficoltà legate all’integrazione interculturale di bambini, giovani e donne.
  • Problematiche legate agli immigrati di seconda generazione.
  • Aumento separazioni nelle famiglie immigrate (mariti abbandonano mogli e figli)
  • Difficoltà del settore delle società sportive
  • Aumento degli sfratti locativi.
  • Incidenza di situazioni di nuova povertà in ambito tutela di minori
  • Rischio della non continuità finanziamenti della D.G.R. 47/9265 e mantenimento dell’ampliamento di talune attività del Consultorio
  • Nuove opportunità di integrazione socio-sanitaria finalizzate al miglioramento (UVM, Punto di accesso socio-sanitario)comportano nuove modalità organizzative con la necessità di tempi di adeguamento delle strutture deputate alla realizzazione: ridefinizione delle risorse, riorganizzazione dei servizi,…

 

 

 

I bisogni e le priorità

 

Bisogni

Priorità

Implementare i servizi per la prima infanzia su tutto il territorio

  • Interventi a sostegno delle famiglie, con particolare riferimento alle famiglie numerose
  • Interventi e servizi per rispondere ai bisogni dei nuovi adolescenti (Progetto CSSM, Comuni, ASL, partendo da un’ analisi condivisa del territorio, di attività fortemente inclusive, condotti concretamente da educatori, per i ragazzi adolescenti: servizi alla comunità, sport, musica…)
  • Nuovi servizi e nuove reti per rispondere ai bisogni: prima infanzia, …

 

Tenere presente i nuovi modelli familiari e cercare risposte adeguate ai bisogni emergenti (cambiamenti culturali, nuove tipologie di famiglie, difficoltà ruolo genitoriale, separazioni in famiglie immigrate, …)

Sostenere le famiglie numerose

Promuovere interventi rivolti ai nuovi adolescenti (tempo libero, sport, campagne di sensibilizzazione, abbandono scolastico)

Sviluppare le modalità di lavoro di rete tra Enti, Istituzioni, privato sociale

Ridefinire i servizi e le risorse relativamente alle nuove opportunità  di  integrazione socio-sanitaria (UVM-PAS)

Implementare l’integrazione socio-sanitaria, in particolare nell’ambito del Consultorio (Donne Vittime di Violenza, separazioni e divorzi)

Trovare soluzioni al problema degli sfratti locativi

 

 

ANZIANI

 

La valutazione del contesto: analisi SWOT

 

Punti di forza

Punti di debolezza

  • Incremento dei servizi  per il sostegno alla domiciliarità (con normativa di riferimento dettagliata, DGR 39-11190)
  • Forte attenzione/conoscenza nell’ambito assistenziale
  • Buona qualità dei servizi erogati
  • Diffusa rete di servizi socio-assistenziali a tutela della terza età (attività distrettuali socio-sanitarie, residenzialità, assistenza domiciliare)
  • Rete di collaborazione di servizi ASL-CSSM, Presidi Residenziali (Farmacia osp., ADI, UVG)
  • Rete di collaborazione tra Comunità Montana e Comuni (diffusione delle iniziative, locali gratuiti per i corsi di ginnastica).
  • Rete Privato Sociale-Parrocchie (reti informali di solidarietà)
  • Apertura dei presidi residenziali all’adeguamento dei servizi alle esigenze del territorio
  • Comunità Montana come punto di riferimento degli anziani per attività ricreative e di animazione (progetti rivolti alla Terza Età);
  • Livello di integrazione sociale della Terza Età e creazione del gruppo di volontariato civile
  • Presenza di Centri d’incontro anziani sul territorio (Villanova Mondovì, ogni quartiere di Mondovì)
  • Attivazione di servizi dedicati alla terza età da parte del Comune di Mondovì (pasti a domicilio, trasporto agevolato, lavanderia a domicilio)
  • Progetti di supporto agli anziani presso alcune case di riposo (mensa e centro diurno -Villanova e Roccaforte, - mini alloggi per situazioni di difficolta’- Roccaforte)

 

 

  • Invecchiamento popolazione: aumento di IV età, pluripatologie, complessità assistenziale, richieste di inserimento in struttura.
  • Capacità di soddisfacimento della domanda di assistenza residenziale in rapporto alla disponibilità di posti in dotazione
  • Difficoltà reinserimento sul territorio di alcuni anziani dimessi  dalla lungodegenza
  • Carenza punti di aggregazione per gli ultra65enni attivi
  • Difficoltà ad individuare i casi di solitudine
  • Progetto di intervento dei nonni nelle scuole come fonte non è stato concretizzato
  • Politiche abitative per anziani non corrispondenti ai reali bisogni economici/strutturali
  • Termine finanziamento del progetto-intervento di collaborazione tra Psicologia e Presidi
  • Assenza di indicazione regionale su inserimento dello psicologo in UVG
  • Carenza di una rete di collaborazione tra tutti gli attori coinvolti (istituzioni, case di riposo, privato sociale, …) per ottimizzare i servizi
  • Manca una mappatura delle iniziative (anche parrocchiali), soprattutto legate alle nuove povertà
  • Mancanza di concertazione in sede di stesura di appalti  per assegnazione ed integrazione di servizi (analisi bisogni sul territorio)
  • Ritardi ASL nei pagamenti delle quote di convenzione
  • Inadeguatezza delle risorse finanziarie rispetto all’aumento della richiesta di servizi (causato dall’invecchiamento della popolazione)
  • Scarsità di risorse per la formazione del personale
  • Basso livello culturale e motivazionale dei partecipanti ai corsi di formazione

Opportunità

Minacce

  • Disponibilità degli psicologi a partecipare alle UVG su richiesta
  • Buona rete di assistenza domiciliare
  • Dimissioni protette in RSA per una migliore gestione dei processi di deospedalizazione
  • Politiche di coinvolgimento anziani in attività di volontariato (Servizio Civile)
  • Progetto Comune Mondovì per la valorizzazione di anziani in collaborazione con le scuole (nonno vigile, fonti e testimonianza, laboratori creativi per la cura di orti e giardini, accompagnamento in progetto Pedibus)
  • Utilizzare uno degli edifici liberi a Mondovì come  residence giornaliero per incentivare le famiglie al mantenimento dell’anziano a domicilio
  • Organizzazione di attività ricreative da parte della Comunità Montana (complementari al servizio svolto dal CSSM) in zone marginali del territorio
  • Attività della biblioteca comunale di Villanova (incontri tra anziani e disponibilita’ di n. 2 volontari del servizio civile per prestito a domicilio di libri e riviste)
  • Consegna spesa a domicilio, organizzata da Comunità Montana, con rimborso trasporto ai negozianti
  • Estendere la partecipazione di personale infermieristico e OSS delle strutture alla formazione CSSM-ASL con eventuale costo a carico dei partecipanti
  • Aprire i momenti formativi organizzati dai singoli  Presidi anche alle altre strutture
  • Dialogo Privato Sociale- Istituzioni per progetto sperimentale di politiche pubbliche
  • Presenza di politiche di edilizia popolare dedicata (Housing sociale, Piani Casa)
  • Non si creano opportunità per gli anziani autosufficienti di svolgere un ruolo attivo nella società (esclusione sociale)
  • Difficoltà delle famiglie  nel rispondere alle sempre maggiori problematiche dell’anziano, specie non auto sufficiente
  • Assenza di rete familiare se in presenza di soli nipoti o cugini
  • Aumento isolamento socio-culturale degli anziani a causa  dell’abbandono dei paesi da parte dei giovani che si trasferiscono per lavoro
  • Disagi per chi risiede in piccoli centri di montagna(chiusura degli esercizi pubblici con conseguente riduzione dei servizi)
  • Offrire non solo servizi ma anche prestazioni per aumentare il livello di qualità della vita
  • Istituzionalizzazione precoce
  • Cominciano a scarseggiare i posti in struttura, soprattutto  per non autosufficienti
  • Peggioramento della situazione economica (aumento dei costi, mancato adeguamento delle pensioni)
  • Ambito di lavoro molto impegnativo, rischio burn out degli operatori
  • ulteriore aumento della domanda di assistenza residenziale in previsione della cessazione dell’attività della struttura residenziale “Cottolengo”
  •  

 

I bisogni e le priorità

 

Bisogni

Priorità

Sviluppare attività di inclusione sociale degli anziani  valorizzandone il ruolo attivo (servizio civile volontario, progetti con la scuola, amministrazioni di sostegno/tutele )

  • Qualificare il lavoro delle professioni rivolte agli anziani non autosufficienti (formazione e aggiornamento professionale, sinergie tra case di riposo, case di riposo – ASL, ecc.)
  • Promuovere l’aggregazione sociale della popolazione anziana attiva, valorizzandola come risorsa
  • Conoscere i servizi e la rete per contrastare le situazioni di disagio degli anziani (mappatura delle iniziative, creazione di una rete per ottimizzare le risorse, trovare finanziamenti, sviluppare politiche abitative adatte)
  • Sostenere e supportare la permanenza a domicilio degli anziani, anche dei centri montani  (estendere  i servizi a domicilio - pasto, trasporto, lavanderia, prestito libri, trovare soluzioni per il sostegno ed il sollievo delle famiglie )

Potenziare le attività ricreative e socializzanti rivolte alla Terza Età (sviluppo dei punti di aggregazione, ampliamento attività nelle zone marginali)

Sostenere e supportare la permanenza a domicilio degli anziani, anche dei centri montani  (estendere  i servizi a domicilio - pasto, trasporto, lavanderia, prestito libri, trovare soluzioni per il sostegno ed il sollievo delle famiglie )

Contrastare le situazioni di disagio economico (mappatura delle iniziative, creazione di una rete per ottimizzare le risorse, trovare finanziamenti, sviluppare politiche abitative adatte)

Cercare soluzioni per rispondere alla crescente domanda di inserimento in strutture, soprattutto per non autosufficienti

Sviluppare la qualità della formazione rivolta agli operatori del settore e gli strumenti di contrasto del burn-out

 

 

DISABILI

 

La valutazione del contesto: analisi SWOT

 

Punti di forza

Punti di debolezza

  • Incremento attività volte all’abbattimento delle barriere architettoniche
  • Centri Diurni dislocati sul territorio
  • Qualità del servizio erogato presso la RAF di Bastia
  • Assistenza specialistica alle autonomie nelle varie sedi scolastiche della Città di Mondovì (dalle Scuole dell’Infanzia alle Scuole Secondarie di II° grado) assicurata a 34 minori con gravi handicap psicofisici
  • Servizio SIL (servizio inserimenti lavorativi)
  • Assegnazione contributi (da parte del Comune di Mondovì) alle famiglie che provvedono direttamente al trasporto dei figli disabili alla Scuola dell’obbligo per carenza dei servizi comunali o di linea .
  • Progetto Pip.Po (finanziamento ai sensi della L 104 di attività extra-scolastiche): CSSM, Comune di Mondovì, Istituzione Scolastica
  • Formazione erogata dalle scuole polo a docenti e assistenti all’autonomia, con finanziamenti U.S.P.
  • Ampliamento offerta formativa: scuola aperta. Progetto sperimentale in rete (istituzione scolastica, CSSM, Consorzio Monviso Solidale, Comuni di Mondovì e Barge)
  • Progetti finanziati alle scuole (MIUR, Regione, Enti privati) che permettono interventi di specialisti esterni sui disabili e/o sportelli di consulenza garantendo soluzioni in tempo reale
  • Iniziative autonome delle scuole, anche legate alle esigenze Educative Speciali (sportelli di consulenza per alunni e genitori da parte dei  docenti referenti, formazione erogata dalle varie Istituzioni scolastiche)
  • Scambio di informazioni / strategie tra professionisti sanitari e scolastici
  • Forte presenza di associazioni di volontariato

 

  • Ritardo rispetto all’Unione Europea
  • Carenza di una conoscenza approfondita, da parte delle famiglie, dei diritti e dei servizi per i bambini disabili (fascia 0 – 6 anni), soprattutto legate alle Esigenze Educative Speciali (genitori non accettano  la diagnosi, rifiutano    le  indicazioni dell’ASL e richiedono alla scuola di   non procedere con un percorso personalizzato, penalizzando il percorso di apprendimento)
  • Carenza di servizi rivolti a minori disabili inferiori ai 16 anni che supportino la scuola e la famiglia
  • Mancanza di iniziative a sostegno della disabilità di livello intermedio
  • Riposte insufficienti rispetto all’ADI
  • Scarsa integrazione tra le strutture (centro diurno) e il territorio
  • Scarsa continuità di interventi degli operatori ASL sui bambini e loro dilatazione nel tempo (3-4 anni)
  • Mancato rispetto, da parte dell’ASL, dei tempi dell’Istituzione Scolastica in merito a nuove certificazioni e aggiornamenti (causa di penalizzazione di personale)
  • Carenza di organico nell’Istituzione Scolastica e personale non sempre specializzato
  • Impossibilità di usufruire del servizio di trasporto per mancanza di adeguata assistenza sui pulmini
  • Eccessiva genericità dei certificati di  diagnosi delle Esigenze Educative Speciali che rendono difficoltosa la compilazione del P.E.P.
  • Assenza nel Gruppo H d’Istituto degli specialisti            dell’ASL per la compilazione del PEI
  • Difficoltà nel rilevare precocemente la domanda non espressa attraverso le sole attività sociali e sanitarie istituzionali: identificazione dei casi di disabilità presenti sul territorio (scuole, ambulatori pediatri e medici generali, parrocchie,…)

Opportunità

Minacce

  • Recuperare il lavoro del precedente Piano di Zona per la definizione di un  accordo di programma per integrazione Scuole-ASL.
  • Sperimentazione del progetto di spazio sollievo alle famiglie rivolto ad alunni con età inferiore a 16 anni gravissimi e molto gravi
  • Serate informative rivolte alle famiglie, organizzate dalla Scuola,  in riferimento ai DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
  • Prossima costituzione UVM: conseguente possibilità di miglioramento dell’integrazione socio-sanitaria
  • DGR 56-13332 del 15/02/10 –sostegno domiciliarità  per disabili  fino a 64 anni
  • DGR 34 del 2010: linee di indirizzo integrate su diritto educazione, istruzione degli alunni con disabilità e Esigenze Educative Speciali

 

  • Aumentano le necessità di assistenza alle autonomia per l’infanzia (tema dei bambini iperattivi)
  • Nuova normativa della Regione Piemonte, in particolare sulle Esigenze Educative Speciali (iperattività, ecc.) prevede un ampliamento del numero di casi che necessitano di certificazione (1 bambino su 10)
  • Capacità di accoglimento della domanda di assistenza residenziale per gravi disabilità insorte in soggetti in età lavorativa
  • D. Lgs 25/01/2010 n.5: restrizione dei congedi parentali per persone disabili
  • Solitudine dei ragazzi disabili in età adolescenziale
  • Il “Dopo di noi”: creare comunità sul posto per non sradicare i ragazzi dal territorio
  • Aumento dei soggetti con disabilità di livello intermedio che rimangono in famiglia all’uscita dal ciclo scolastico (con caratteristiche non idonee né all’inserimento nel Centro Diurno, né all’inserimento lavorativo )
  • Compilazione di un documento dichiarato formalmente e non agito (Accordo di Programma)

 

 

 

I bisogni e le priorità

 

Bisogni

Priorità

Definire accordo con ASL CN 1 per l’attuazione della DGR 56/2010

 

Valorizzare le sperimentaazioni di spazio sollievo alle famiglie per minori fino ai 16 anni con disabilità grave, in  un’ ottica di lavoro di rete  (offrire ai ragazzi attività pomeridiane formative ed efficaci, condotte da educatori e personale specializzato ASL (psicomotricisti, logopedisti, infermieri, ecc.).

  • Rafforzare l’integrazione tra ASL, Scuola, Comuni, Consorzio, privato sociale, famiglie, per trovare risposte integrate al sollievo delle famiglie con minori disabili gravi da 0 a 16 anni.
  • Tempo libero e occupazionale per le persone disabili, valorizzando iniziative già in atto sul territorio
  • Programmare attività di rilevazione della domanda non espressa e per l’identificazione precoce dei casi di disabilità/disturbi pervasivi dello sviluppo attraverso il coinvolgimento della rete di attori coinvolti

 

Istituire uno sportello ASL-Scuola  un giorno alla settimana

Ottimizzare le modalità collaborative ASL-Scuola (interventi con programmazione congiunta su informazioni per i genitori, funzioni di guida, materia di igiene e sicurezza , salute negli ambienti di lavoro)

Realizzare attività di integrazione e sostegno alla famiglia che coinvolgano realtà ed associazioni del paese

Ricercare opportunità per la gestione del tempo libero (es. Progetto del Comune di Savigliano: servizio settimanale per disabili - accompagnamento al cinema, in pizzeria - da parte di giovani studenti volontari con riconoscimento di crediti formativi)

Ricercare soluzioni di assistenza residenziale per persone con gravi disabilità insorte in età lavorativa

 

 

 

 

 

 

 

 

POVERTÁ E INCLUSIONE SOCIALE

La politica della povertà e dell’inclusione sociale accoglie un vasto numero di problematiche, tra loro disomogenee, ma che hanno come denominatore comune il rischio di forte disagio e di inclusione sociale delle persone che ne sono toccate.
Alcune di queste problematiche interessano in modo trasversale persone di differente età e condizione: su tutte la povertà economica e le problematiche abitative. Altre problematiche riguardano fasce più circoscritte della popolazione, ma possono essere l’indicatore di un disagio sociale più ampio: vi rientrano le dipendenze da alcol e da sostanze stupefacenti o la difficoltà di integrazione per persone detenute e post detenute.
Vi sono infine le condizioni della popolazione immigrata, e dei relativi fabbisogni di integrazione, che rivestono una rilevanza particolare, data la crescita sensibile della presenza di stranieri sul nostro territorio negli ultimi anni.

La valutazione del contesto: analisi SWOT

 

Punti di forza

Punti di debolezza

  • Molteplicità di soggetti che si occupano di fasce deboli e volontà di sviluppo reti: rete attiva tra Comuni, ASL, CSSM; iniziative del volontariato e delle strutture diocesane (Cittadella della Carità)
  • Ridotta dimensione delle comunità locali rende più agevole il confronto
  • Progetti di insegnamento italiano L2, Lingua della comunicazione e dello studio, attuato dalla scuola
  • Finanziamenti di attività scolastiche (gite, acquisto materiale,… ) con i fondi regionali dell’assistenza
  • Progetti di Educazione alla Cittadinanza e alla convivenza democratica, laboratori interculturali attuati dalle scuole
  • Progetto Fenix – Università di Torino e scuole, volto al potenziamento cognitivo e relazionale in contesti di deprivazione culturale
  • Tessuto imprenditoriale delle Piccole Medie Imprese  diventato molto più dinamico
  • Difficoltà  dell’ attuale rete di servizi nel far fronte ai bisogni emersi con la crisi
  • Mancanza di linguaggio comune nei diversi servizi (pubblico / 3° settore) e scarsità di iniziative che coinvolgano tutti gli enti nella presa in carico della situazione
  • Difficoltà/problema culturale nel far emergere le situazioni di disagio economico
  • Mancanza di uno studio del territorio rispetto alla povertà e per la definizione di profili
  • Aumento delle difficoltà di inserimento lavorativo
  • Interpretazione legge Borse lavoro/ tirocini formativi art. 18 196 del 21/06/1997
  • Politica per la casa
  • Scarsità di iniziative per l’integrazione degli immigrati (feste, occasioni specifiche interculturali)

 

Opportunità

Minacce

  • Lavoro di rete tra le associazioni per l’attivazione di iniziative di supporto (banca del tempo,  piccoli lavori da offrire in situazione di difficoltà)
  • Tavoli di lavoro/ coordinamento
  • Attivazione di progetti di microcredito a sostegno delle persone rimaste senza occupazione
  • Piccole imprese che possono offrire lavoro
  • Attivazione di progetti di temporanea occupazione presso strutture quali Tribunale o Procura
  • Lavori socialmente utili
  • Progetti di integrazione Territoriale (PRG): utilità di coinvolgere ed utilizzare le competenze professionali di associazioni e/o cooperative sociali 
  • Housing sociale
  • Attivazione di piani di edilizia popolare, finanziati dalla regione all’ATC, in via di definizione con il Comune di Mondovì
  • Integrazione fra le risorse sia economiche che umane
  • Utilizzo voucher sociali e di inserimento lavorativo
  • Ripristinare l’esonero totale nei Comuni per permettere di usufruire del servizio mensa e del trasporto scolastico in questo momento di forte crisi economica
  • Progetto CSSM, Comuni, ASL (partendo da un’ analisi condivisa del territorio) di attività fortemente inclusive, condotti concretamente da educatori, per i ragazzi adolescenti: servizi alla comunità, sport, musica…
  • Aumentano fortemente le situazioni di povertà, legate soprattutto alla crisi economica (ultra40enni  che perdono lavoro, presenza di gravi situazioni di crisi personale, disgregazione familiare)
  •  Si rilevano nuove tipologie di povertà, specie nella fascia anziana
  • Manca una chiara definizione delle fasce di povertà, che rende talvolta inappropriati gli interventi
  • Invisibilità del bisogno e conseguente incapacità di rispondere ai reali problemi
  • Mancanza di risposte abitative adeguate
  • Scomparsa dell’esonero totale dal pagamento del servizio mensa (nella scuola dell’infanzia e nella scuola Primaria si registra un calo di adesioni al servizio mensa - soprattutto tra le fasce più a rischio). Rischio di non frequenza a scuola o non frequenza
  • Girovagare frequente di persone nulla facenti  nei bar e per i paesi
  • Aumento fenomeno della devianza
  • Occorre una ridefinizione delle patologie (alcool,depressione, gioco,…) considerando i disagi correlati alle nuove povertà
  • Limitazioni nel numero delle assunzioni rapportato al numero dei soci lavoratori rende spesso vani gli investimenti tempo/risorse dei tirocini nelle cooperative di tipo B
  • Mancanza di una reale integrazione degli stranieri (diversa dalla tolleranza oggi esistente)

 

I bisogni e le priorità

 

Bisogni

Priorità

Sensibilizzare il territorio e le figure chiave delle comunità

 

Disporre di risorse per la ricerca e la divulgazione delle informazioni

  • Studiare soluzioni per agevolare l’inserimento o il reinserimento lavorativo
  • Collaborare nelle Politiche della casa, in relazione alle opportunità disponibili
  • Qualificare l’aiuto attraverso strumenti per il controllo della situazione familiare oltre l’ISEE

 

Potenziare le iniziative di integrazione per gli immigrati

Trovare strategie adeguate, anche valorizzando l’esistente, per rispondere al problema della perdita del lavoro e del disagio abitativo

Definire le fasce/profili di povertà al fine di rilevare e contrastare le situazioni di bisogno e di disagio economico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOVERNANCE DELLA RETE DEI SERVIZI

 

La Politica in questione raggruppa tutti i temi che contribuiscono alla crescita e allo sviluppo della rete di welfare locale. Vi rientrano l’accessibilità e la qualità dei servizi, la formazione professionale degli operatori sociali del territorio, il sistema di comunicazione sociale, i sistemi informativi, lo sviluppo delle relazioni tra gli istituzioni, organizzazioni ed associazioni coinvolte nella rete.
A questa politica possono essere ricondotte tre tematiche trasversali affrontate nello scorso Piano di Zona: il sistema di comunicazione sociale, la formazione del personale ed il sistema informativo, il monitoraggio e la valutazione di qualità.

 

La valutazione del contesto: analisi SWOT

Punti di forza

Punti di debolezza

  • Rafforzamento del ruolo delle unità valutative a livello socio-sanitario
  • Positiva esperienza della rete di informazione e di raccordo socio-sanitario
  • Percorso per la predisposizione PEPS
  • Accreditamento dei Presidi per anziani non autosufficienti e disabili
  • Ogni singolo Ente/Istituzione/organizzazione è portatore di esperienze valide e significative

 

 

  • Scarsa corrispondenza del Piano di Zona con le iniziative locali
  • Assenza di bilancio sociale,  verifiche delle azioni con rendicontazioni puntuali, verifica costi/benefici
  • Mancata capitalizzazione delle esperienze positive, anche isolate, che risultano frammentarie sul territorio, non adeguatamente comunicate e socializzate

Opportunità

Minacce

  • Incontri tra i servizi sociali e le amministrazioni locali per condividere le informazioni
  • Definizione e concretizzazione di rapporti istituzionali (studio e condivisione tra tutti gli Enti e le Istituzioni della realtà e dei bisogni; definizione di priorità assolute; progettazione di iniziative e servizi che rispondano alle reali esigenze)
  • Nuovo istituto per il miglioramento dell’integrazione socio-sanitaria offerto dall’attivazione del PAS (punto di accesso socio-sanitario) per la tutela delle persone fragili

 

  • Spese a fondo perduto
  • La non efficacia e/o la scarsa chiarezza delle azioni possono generare un senso d’impotenza
  • Limitata dotazione dei posti per l’assistenza residenziale (disabili e anziani)

 

 

 

I bisogni e le priorità

Bisogni

Priorità

Valorizzazione, condivisione e raccordo delle iniziative degli enti in un’ottica di lavoro territoriale

  • Consolidare le risposte in tema di accessibilità della rete dei servizi
  • Sviluppare forme specifiche di coordinamento tra Enti/Istituzioni e Privato Sociale per la messa in rete dei servizi che vengono attuati sul territorio

Individuare iniziative di restituzione in funzione di un Bilancio Sociale

Portare a sistema gli interventi sulla domiciliarità

 

 

 

Fonte: http://www.cssm-mondovi.it/uploads/media/ANALISI_SWOT_finale.doc

Sito web da visitare: http://www.cssm-mondovi.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Swot analisi definizione e esempi tipo file : doc

 

Swot analisi definizione e esempi

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Swot analisi definizione e esempi

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Swot analisi definizione e esempi