Promessi sposi trama

 


 

Promessi sposi trama

 

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Promessi sposi trama

Trama dei Pormessi sposi
Nella «Introduzione», il Manzoni immagina di aver scoperto, in un vecchio manoscritto anonimo del XVII secolo (quando la Lombardia era sottoposta alla dominazione spagnola) la storia di due giovani operai innamorati, impediti nel loro matrimonio dalla prepotenza di un signorotto del tempo. E trascrive il primo passo del manoscritto, dove l'anonimo autore, nello stile gonfio e ampolloso caratteristico di quel secolo, esprime tuttavia un proposito nuovo e originale: quello di narrare, sullo sfondo della grande storia, una semplice storia di gente umile. In questo modo il Manzoni, nascondendosi dietro l'anonimo autore, afferma la sua adesione al principio romantico (e rivoluzionario) di rivolgere l'interesse dell'artista verso le classi popolari, a rinnovamento della letteratura, intesa molto spesso, fino a quel tempo, come specchio delle classi privilegiate per lettori privilegiati.
Trascritto così il primo passo dell'immaginario manoscritto, il Manzoni ci dice di aver rinunciato ben presto alla fatica di interpretarne le stranezze stilistiche e l'illeggibile calligrafia e di aver preferito riscriverlo interamente a modo suo, in un linguaggio nuovo che troverà, nelle pagine stesse dell'opera, la sua giustificazione.
Capitolo I. È descritto ampiamente il territorio montuoso di Lecco, a ridosso di «quel ramo del lago di Como», che da Lecco appunto prende nome. L'azione incomincia con una data precisa, la sera del 7 novembre 1628, quando, in una delle stradicciole sulla costiera, un parroco di campagna, don Abbondio, incontra due «bravi» (due gorilla, due killer, diremmo oggi) di un signorotto del tempo, don Rodrigo, che in nome del loro padrone gli ingiungono di non celebrare il matrimonio, già fissato per il giorno dopo, tra i due giovani operai Renzo Tramaglino e Lucia Mondella.
Il parroco, spaventato, promette obbedienza. Giunto alla canonica, pressato dalla serva Perpetua, rivela le ragioni del suo turbamento e va a letto più morto che vivo.
Capitolo II. Al mattino successivo, quando Renzo si reca alla chiesa, apprende che per alcune formalità il matrimonio deve rinviarsi. Poco convinto, sul punto di allontanarsi, incontra Perpetua che non può fare a meno di fargli intendere che le ragioni sono ben altre.
Nuovo colloquio tempestoso con don Abbondio, costretto da Renzo a rivelare che l'impedimento è don Rodrigo, il signorotto del paese. Renzo, disperato, corre alla casa di Lucia.
Capitolo III. Lucia è in casa con la madre Agnese e le amiche, in attesa dello sposo. A Renzo, che sopraggiunge ansioso e pretende spiegazioni, essa confessa di essere stata fermata per strada, di ritorno dal lavoro nella filanda, da don Rodrigo che le ha rivolto parole poco belle.
Aggiunge di aver rivelato la cosa a padre Cristoforo, il suo confessore e di essere stata consigliata da lui a tacere e affrettare le nozze. Renzo, indignato, vorrebbe compiere spropositi; ma Agnese lo spinge piuttosto ad andare a Lecco da un avvocato, il dottor Azzeccagarbugli. Renzo vi si reca, ma l'avvocato, quando apprende che c'è di mezzo don Rodrigo, lo butta fuori di casa.
Capitolo IV. Padre Cristoforo, avvertito da Lucia, esce dal suo convento di Pescarenico e si reca alla casa delle due donne. Il capitolo è in gran parte occupato dalla narrazione della giovinezza del frate: figlio di un facoltoso mercante, aveva ricevuto una raffinata educazione. Venuto un giorno a diverbio con un nobile, l'aveva ucciso in duello; quindi, per espiazione, s'era fatto frate, mutando il nome di Lodovico in quello di Cristoforo.
Capitolo V. Padre Cristoforo, dopo aver parlato con le due donne, decide di recarsi da don Rodrigo per convincerlo a desistere dal suo proposito. Si reca al palazzo del signorotto, dove è ricevuto nella sala da pranzo: è in corso infatti un banchetto, cui il padrone di casa ha invitato un suo cugino, il conte Attilio, e alcuni personaggi importanti del paese. Si discute della guerra in corso per la successione del ducato di Mantova, si brinda all'abbondanza (mentre nelle campagne infuria la fame) e si disserta su futili questioni d'onore. Padre Cristoforo è chiamato a dir la sua.
 Capitolo VI.  Finalmente don Rodrigo riceve il frate in disparte. Padre Cristoforo accusa il signore di perseguitare Lucia e gli minaccia la vendetta di Dio. Don Rodrigo scaccia il frate che prima di lasciare il palazzo ha la promessa di un vecchio e buon servitore che sarà avvertito degli eventuali progetti infami del suo padrone. Intanto, in casa di Lucia, Agnese espone ai due giovani un suo progetto: quello di strappare il matrimonio a don Abbondio, presentandosi a lui con due testimoni e dichiarando l'intenzione di sposarsi. Sembra che secondo l'uso il matrimonio sarà così ugualmente valido. Lucia è riluttante; Renzo, entusiasta, esce in cerca dei due testimoni e li trova in Tonio, cui promette di pagare un debito che costui ha col curato, e nel fratello di lui, Gervaso.
Capitolo VII.  Padre Cristoforo annuncia desolato alle due donne il fallimento della sua missione. Furore di Renzo, Lucia acconsente all'idea della madre. Intanto nel paese si vede gente strana, e un mendicante va alla casetta di Lucia a chiedere l'elemosina con l'aria di esplorare il luogo. Sono gli uomini di don Rodrigo che studiano il modo di rapire Lucia, agli ordini del capo dei bravi, il Griso. A sera, i due giovani, Agnese e i testimoni s'avviano in silenzio verso la casa di don Abbondio.
Capitolo VIII.  È il capitolo della «notte degli imbrogli», che comincia col fallimento del tentativo di matrimonio «a sorpresa»; don Abbondio, con furia inusitata, si libera degli intrusi e dà l'allarme: il campanaro Ambrogio, credendo la canonica invasa dai ladri, suona la campana a martello. Mentre il gruppo di Renzo cerca scampo per la campagna, altrettanto sorpresi dall'allarme sono i bravi in azione per rapire Lucia e che hanno trovato vuota la sua casa. E così anche un ragazzetto, Menico, che padre Cristoforo, avvertito dal vecchio servitore, ha mandato alla casa delle due donne a scongiurarle di correre da lui. Il ragazzo è bloccato dai bravi, che tuttavia, spaventati dalla campana, lo lasciano libero. Così Menico riesce a incontrare il gruppo di Renzo e ad avvertire i fuggitivi di recarsi al convento. Tra i due gruppi in fuga, s'inserisce l'agitazione del paese che, svegliato, non riesce a capire che cosa stia succedendo. Renzo e le due donne giungono al convento dove trovano già organizzata da padre Cristoforo la loro fuga dal paese, per sottrarsi alle minacce di don Rodrigo. Le due donne andranno a Monza, Renzo a Milano, muniti di lettere di presentazione per cappuccini, amici del padre. I fuggiaschi s'imbarcano e in piena notte attraversano il lago.
Capitolo IX. A Monza, mentre Renzo prosegue per Milano, Lucia e Agnese vengono ospitate nel convento di una «Signora» (la monaca di Monza). di cui l'Autore ci narra la storia. Il suo nome è Gertrude; figlia di un principe milanese, è stata monacata dai suoi con crudele determinazione, nonostante il suo temperamento lontano da ogni vocazione religiosa.
Capitolo X. Continua l'affascinante storia di Gertrude: costretta al convento, essa ha segretamente allacciato una relazione amorosa con un giovane, Egidio, «scellerato di professione», che abita nella casa confinante col giardino interno del monastero. La relazione dura già da tempo e circa un anno prima ha avuto un momento drammatico, quando Gertrude. con l'aiuto dell'amante, ha fatto scomparire una conversa, che aveva scoperto la loro tresca.
Capitolo XI. Al paese intanto i bravi, fallita la missione, hanno riferito a don Rodrigo la fuga delle due donne. Il cugino di lui, il conte Attilio, fiutando nello smacco la mano di padre Cristoforo, promette di fargli avere una lezione dai suoi superiori. Il Griso, a sua volta, scopre che Lucia è a Monza e che Renzo è stato indirizzato a Milano, dove lo troviamo infatti alla ricerca del convento cui l'ha inviato padre Cristoforo.
Capitolo XII. La vicenda romanzata, a questo punto, a dar sempre più l'impressione di una «storia vera», s'innesta in un fatto storico realmente accaduto: la rivolta milanese di San Martino, dell'11 novembre 1628, quando, esasperato dalla fame e dalla politica inetta del vicegovernatore Ferrer, il popolo dette l'assalto ai forni. Renzo s'inserisce così nell'avvenimento e assiste al saccheggio del «forno delle grucce».
Capitolo XIII. Saccheggiato il forno, la folla si rivolta contro il vicario di provvisione, cioè il funzionario addetto al vettovagliamento della città. Inferocita si getta contro il suo palazzo e soltanto l'intervento del Ferrer giova a salvare il vicario dal linciaggio.
Capitolo XIV. Eccitato da questi fatti, Renzo, trovatosi in mezzo a un crocchio di gente, fa un discorsetto sulle ingiustizie dei potenti, a sfogo delle proprie pene. Uno sbirro in borghese lo porta all'osteria, lo fa bere e riesce anche a carpirgli le sue generalità. Del tutto ubriaco, Renzo va a dormire.
Capitolo XV. Al mattino è svegliato dalle guardie che tentano di condurlo al palazzo di giustizia con la pesante accusa di sedizione pubblica. Ma per strada la folla minacciosa circonda gli sbirri e Renzo può così sfuggire dalle loro mani.
Capitolo XVI. Uscito fortunosamente da Milano, si incammina per la strada di Bergamo, dove spera di trovare aiuto dal cugino Bortolo, fuori dei confini dello Stato. A Gorgonzola, mentre sta mangiando un boccone in una osteria, apprende che quel giorno la giustizia milanese s'è lasciata sfuggire dalle mani uno dei responsabili della rivolta; e capisce che quel tale è lui. Riprende al più presto la strada, sempre più atterrito per il rischio gravissimo che ha corso.
Capitolo XVII. Giunge in piena notte all'Adda, allora confine tra gli Stati di Milano e di Venezia. All'alba, un barcaiolo lo porta di là dal fiume, in salvo. A Bergamo, il cugino gli promette lavoro.
Capitolo XVIII. Al paesello, gli sbirri ricercano inutilmente Renzo. Don Rodrigo apprende così le disavventure del suo rivale; e intenzionato sempre di più a rapire Lucia, pensa di ricorrere a un uomo più potente di lui per giungere al rifugio della ragazza. Agnese, preoccupata per la mancanza di notizie, cerca anch'essa Renzo al paese, dove apprende che padre Cristoforo è stato trasferito a Rimini.
Capitolo XIX. Responsabile della sua partenza è il conte Attilio, che a Milano è riuscito a convincere il conte zio, importante personaggio, a chiedere al padre provinciale dei cappuccini l'allontanamento del frate per una missione di parecchi mesi. Don Rodrigo agisce a sua volta recandosi dal potente signore che lo aiuterà a rapire Lucia, l'Innominato.
Capitolo XX. Don Rodrigo convince all'impresa l'Innominato che manda il capo dei suoi bravi, il Nibbio, da quell'Egidio, che sa in relazione con la monaca di Monza. Gertrude, sollecitata dall'amante, fa uscire con una scusa Lucia dal convento, sicché i bravi, guidati dal Nibbio, possono rapirla e portarla al castello del loro signore.
Capitolo XXI. Il racconto che il Nibbio fa al padrone sul rapimento di Lucia scuote l'Innominato già da tempo scontento della sua vita; le lacrime di Lucia lo turbano. Durante la notte, mentre la ragazza fa voto di consacrarsi alla Madonna se verrà liberata, egli è assalito da una profonda crisi che lo spinge a meditare il suicidio. Ma all'alba sente suonare le campane nella valle e si alza con propositi nuovi. È questo il capitolo della giustamente famosa «conversione dell'Innominato».
Capitolo XXII. Viene riferito al signore che il cardinale Federigo Borromeo è in visita pastorale. L'Innominato decide di andare da lui. Gran parte del capitolo è occupata in una biografia del grande cardinale milanese.
Capitolo XXIII. Incontro tra l'Innominato e Federigo e abbraccio di riconciliazione. Il cardinale, conosciuta la vicenda di Lucia, fa chiamare don Abbondio, presente con gli altri parroci della zona. e gli dà l'incarico di provvedere al recupero della ragazza. Viaggio di don Abbondio, terrorizzato, in compagnia del terribile signore, fino al castello.
Capitolo XXIV. Lucia è liberata e condotta provvisoriamente in paese, nella casa di un buon sarto, dove subito giunge Agnese e poco dopo il cardinale, cui Agnese racconta le loro vicende. L'Innominato, al castello, avverte i suoi uomini che potranno restare al suo servizio solo se intenzionati come lui a mutar vita.
Capitolo XXV. Don Rodrigo pensa bene di lasciare il paese e tornarsene a Milano, prima d'essere costretto a incontrare il cardinale. Il prelato viene accolto da don Abbondio al quale chiede informazioni su Renzo. Lucia viene ospitata da una ricca signora, donna Prassede, col beneplacito del cardinale, il quale finalmente chiede a don Abbondio perché non abbia celebrato le nozze dei due giovani.
Capitolo XXVI. Celebre dialogo tra Federigo e don Abbondio, che sembra ravvedersi, anche se non nasconde le sue buone ragioni. L'Innominato regala a Lucia una dote di cento scudi d'oro; ma ad Agnese che porta alla figlia la buona notizia, Lucia rivela il voto fatto la notte del rapimento. Decidono così di mandare metà della somma a Renzo e di pregarlo di non pensar più al matrimonio. Ma non riescono a mettersi in comunicazione con lui: il giovane ha mutato il proprio nome in quello di Antonio Rivolta e ha cambiato filanda.
Capitolo XXVII. "È Renzo che riesce a mettersi in comunicazione con Agnese, dalla quale riceve il denaro e la notizia della rinuncia di Lucia. Egli è sorpreso e amareggiato dalla rivelazione e Lucia, a sua volta, stenta a dimenticarlo, anche perché donna Prassede, per toglierglielo dalla mente, non fa che parlare di lui.
Capitolo XXVIII. A Milano, superata apparentemente la carestia, giunge la notizia di un nuovo flagello: la calata dei lanzichenecchi, truppe tedesche venute a dar mano all'assedio di Casale Monferrato.
Capitolo XXIX. Nel paese di Lucia, per sfuggire ai saccheggi, don Abbondio, Perpetua e Agnese pensano di rifugiarsi nel castello dell'Innominato, dove confluisce, ben protetta, la gente della zona.
Capitolo XXX. Accolti amorevolmente dal signore, i tre attendono il passaggio dei lanzichenecchi; quindi ritornano alle loro case, che trovano orribilmente saccheggiate dalle orde dei soldati.
Capitoli XXXI e XXXII. Il passaggio delle milizie straniere ha lasciato la peste che comincia a imperversare a Milano e nel contado. In città la confusione è grande. Il cardinale ordina una processione espiatoria che non fa che accrescere il contagio. Dovunque si parla di untori, cioè di agenti del nemico incaricati di spargere la peste ungendo le porte e i muri delle case. Si istituiscono anche «infami» processi contro innocenti, accusati dall'isterismo popolare.
Capitolo XXXIII. Tra i colpiti dalla peste è don Rodrigo, tradito dal Griso e consegnato ai monatti, i raccoglitori dei morti e dei contagiati. Renzo, che ha superato la malattia, ora che nessuno si cura più di lui, si mette in cerca di Lucia, e si reca al paese, dove trova la desolazione; da don Abbondio apprende che Perpetua è morta insieme con molti altri, che Agnese è presso parenti a Pasturo e che Lucia è a Milano, presso la famiglia di don Ferrante.
Capitolo XXXIV. Renzo riesce a entrare in Milano; scorge dovunque i segni terribili del morbo e della desolazione. Assiste all'episodio patetico della madre di Cecilia, la bambina morta di peste. Trovata finalmente la casa di don Ferrante, apprende che Lucia è al lazzaretto, l'ospedale degli appestati. Scambiato per un untore, riesce a stento a sottrarsi a un gruppetto di gente imbestialita, saltando su di un carro di monatti.
Capitolo XXXV. Nel lazzaretto, trova padre Cristoforo, tornato da Rimini a curare gli appestati, che gli mostra don Rodrigo morente. Superati i propositi vendicativi, lo perdona.
Capitolo XXXVI. Dopo affannosa ricerca, incontra finalmente Lucia. L'amarezza per la riconferma del voto fatto alla Madonna, è risolta dall'intervento di padre Cristoforo, che scioglie Lucia dal voto. Lucia resta con una ricca signora che ha perduto i suoi e l'ha presa a ben volere, mentre Renzo torna ad avvertire Agnese del prossimo ritorno della figliola.
Capitolo XXXVII.  Uscito dal lazzaretto Renzo è sorpreso da un temporale, quello che porterà via la peste. Vede Agnese, ritorna a Bergamo dal cugino per cercarsi una casa, è di nuovo al paesello ad attendervi Lucia che, trascorsa la quarantena, si accinge a ritornare. Prima della partenza, apprende la morte di padre Cristoforo, il processo contro la monaca di Monza, e la morte anche di donna Prassede e don Ferrante.
Capitolo XXXVIII.  Lucia ritorna al paese. Don Abbondio si decide finalmente a sposare i due giovani, ma soltanto quando viene a sapere che il palazzo di don Rodrigo è ora occupato dall'erede di lui, un marchese, «bravissim'uomo» che ha saputo della storia di Lucia e di Renzo, e è disposto ad acquistare ad alto prezzo le loro casette e a liberare Renzo dall'imbroglio di Milano.
I due sposi, con Agnese, si trasferiscono a Bergamo, dove la famiglia e gli affari prosperano.
Il romanzo termina con la celebre morale messa in bocca a Lucia: «...lo non sono andata a cercare i guai: sono loro che sono venuti a cercar me... i guai vengono bensì spesso perché ci si è dato cagione; ma la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani...».

 

Fonte: http://spazioinwind.libero.it/terzotriennio/rom/ps_trama.rtf

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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Promessi sposi trama

 

IL TESTO NARRATIVO O ROMANZO

 

Che cosa è?

L’opera de I Promessi Sposi è un ROMANZO.

 

Che cosa è un romanzo?

Un romanzo è il racconto lungo di una storia inventata.

 

Come è fatto un romanzo?

Un romanzo è articolato in:

• INIZIO; comincia la storia dei personaggi

• PERIPEZIE: le avventure dei personaggi

• MOMENTO DI TENSIONE o SPANNUNG: il personaggio più importante è in pericolo

• ALTRE avventure

• FINE; conclusione della storia

 

Che cosa c’è in un romanzo?

In un romanzo :

• c’è una STORIA (la storia narrata in ordine cronologico si chiama anche FABULA)

• c’è un INTRECCIO  (l’ordine degli eventi non corrisponde alla successione cronologica, ma dipende dalla scelta dell’autore)

• ci sono le SEQUENZE ( parti di racconto).

 

Ci sono quattro tipi di sequenze:

1. sequenza narrativa:,è quella che racconta gli avvenimenti che costituiscono la storia (azioni, fatti..)

2. sequenza descrittiva: è quella che descrive i personaggi, gli oggetti o i luoghi..

3. sequenza dialogata: è quella in cui i personaggi parlano fra di loro

4. sequenza riflessiva: è la sequenza in cui ci sono delle riflessioni (pensieri) o le opinioni dei personaggi o dell’autore

 

Struttura narrativa

 

C’è un AUTORE. L’autore è colui che ha scritto il testo; è una persona fisica realmente esistita  o è ancora il vita e del quale si può ricostruire la biografia. Il suo nome appare in copertina e a lui vanno i diritti d’autore secondo la legge.

 

  • C’è un narratore. Il NARRATORE è una finzione dell’autore. E’ la voce che narra le vicende, che descrive gli ambienti e le situazioni e che talvolta esprime giudizi evidenziando il proprio punto di vista.

 

1. Il narratore è interno, quando racconta in prima persona singolare; conosce la storia come un personaggio della vicenda.

2. Il narratore è esterno quando racconta in terza persona singolare. E’ un testimone che fa la cronaca della storia

3. Il narratore è omniscente, quando è un narratore esterno alla vicenda che narra; racconta in terza persona, conosce la storia in tutta la sua evoluzione, penetra nei pensieri dei personaggi e ne commenta l’operato.

 

•Ci sono i PERSONAGGI. I personaggi sono persone inventate dall’autore che vivono la storia

In un romanzo ci sono i personaggi principali e secondari.

I personaggi principali fanno le azioni più importanti e sono sempre presenti nella storia.

I personaggi secondari fanno poche azioni e non sono sempre presenti nella storia.

Il personaggio più importante del romanzo è il PROTAGONISTA.

Il personaggio che ostacola il protagonista (fa del male al protagonista) si chiama ANTAGONISTA.

Il personaggio che aiuta un altro personaggio si chiama AIUTANTE.

Il personaggio che non aiuta un altro personaggio si chiama OPPOSITORE.

 

Quanti tipi di romanzo ci sono?

All’interno dei generi di scrittura del racconto e del romanzo possiamo riconoscere alcune tipologie.; gialli e polizieschi, fantastici, horror, fantasy, fantascientifici, psicologici, …

 

• c’è il romanzo d’avventura, in cui il protagonista affronta numerosi pericoli e molti nemici e alla fine ne esce vincitore.

• c’è il romanzo storico, in cui il protagonista vive nel passato.

• c’è il romanzo di formazione, in cui il protagonista è un giovane, che superando molte prove alla fine diventa un uomo più saggio.

• c’è il romanzo d’amore in cui ci sono due personaggi che si amano.

 

 

I PROMESSI SPOSI

 

I promessi sposi è un romanzo storico di Alessandro Manzoni, considerato il più importante romanzo della letteratura italiana e l'opera letteraria più rappresentativa del Risorgimento italiano.  

Un narratore esterno racconta la storia. I due protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella il cui matrimonio è ostacolato da don Rodrigo (antagonista). I due riusciranno solo dopo molte peripezie a coronare il loro sogno.

Ambientato nel 1628 in Italia, durante l'occupazione spagnola, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Benché l'ambientazione fosse stata scelta da Manzoni con l'evidente intento di alludere al dominio austriaco sul nord Italia, il romanzo è anche noto per l'efficace descrizione di alcuni episodi storici del XVII secolo, soprattutto dell'epidemia di peste del 1629-1631.

Il romanzo di Manzoni viene considerato non solo una pietra miliare della letteratura italiana, ma anche un passaggio fondamentale nella nascita stessa della lingua italiana.

 

Chi è Alessandro Manzoni?

Nacque nel 1785 a Milano,

La madre Giulia era figlia del famoso giurista Cesare Beccaria, noto in tutto il mondo per il suo libro “Dei delitti e delle pene”, in cui sosteneva l’inutilità della pena di morte.

Sposata per convenienza con Pietro Manzoni abbandonò ben presto la famiglia e andò a vivere a Parigi. Alessandro fu educato in collegi italiani, acquisendo una formazione letteraria di buon livello.

Nel 1805 raggiunse la madre a Parigi e venne a contatto con l’intensa vita culturale della città.

A Parigi Alessandro si sposò Enrichetta Blondel, protestante; due anni più tardi la donna si convertì al Cattolicesimo e spinse Alessandro a ripensare seriamente alle proprie scelte religiose.

 

Nel 1810 Manzoni egli visse una profonda crisi spirituale si riavvicinò alla fede cattolica, divenendo molto religioso e questo fu un avvenimento determinante per la sua vita e la sua opera di scrittore.

Nel 1812 Manzoni cominciò a scrivere delle poesie che parlavano di feste religiose: gli “ Inni Sacri

Nel 1821 Manzoni scrisse:

  • la tragedia Adelchi,
  •  le Odi Civili, tra cui Marzo 1821 e Il cinque Maggio (1821) scritta in occasione della morte di Napoleone.

 

Manzoni scrisse un solo romanzo I promessi Sposi , alla cui redazione si dedicò per molti anni.

  1. Tra il 1821 e il 1823 compose la prima stesura , dal titolo Fermo e Lucia(Fermo e Lucia sono i nomi dei due personaggi più importanti del romanzo)
  2. Successivamente modificò ancora il romanzo che uscì nel 1827 con il titolo attuale:

             I promessi Sposi. (Il protagonista ora si chiama Renzo).

  1. Ancora insoddisfatto ne fece una revisione prevalentemente di tipo linguistico, utilizzando la lingua fiorentina colta, e nel 1840 uscì l’edizione definitiva.

 

Egli scrisse inoltre dei libri di storia e di storia della lingua italiana.

Divenuto famoso grazie al successo delle sue opere e nel 1861 venne eletto senatore del Regno d’Italia e nel 1862 partecipò alla Commissione per l’Unificazione della Lingua Italiana.

Manzoni condusse una vita molto riservata, segnata da numerosi lutti familiari.

Morì nel 1873 a Milano.

 

E’ riconosciuto come il maestro del romanzo storico e per il suo contributo alla nascita della lingua italiana.

 

Che cosa significa ROMANZO STORICO?

 

I PROMESSI SPOSI è il romanzo più celebre della letteratura italiana; esso rappresenta un misto di storia e invenzione

 

1. DI STORIA, perché Manzoni ricostruisce con estrema precisione:

- le condizione della società di Milano e del milanese nel periodo che va tra il 1628 e il 1630, quando la Lombardia era sotto la dominazione spagnola

- riferisce alcuni fatti di grande importanza accaduti in quegli anni ( la discesa dei Lanzichenecchi e il diffondersi della Peste )

- sono realmente esistiti alcuni personaggi che compaiono nel romanzo

 

2. D’INVENZIONE, perché Manzoni immagina le vicende di Renzo e Lucia e degli altri personaggi che li circondano. Si tratta di personaggi e di vicende verosimili che, anche se non accadute realmente, sarebbero potute esistere o avvenire.

 

La storia di umili personaggi si intreccia alla storia di grandi eventi reali, con lo scopo di rivelare la presenza del disegno della PROVVIDENZA DIVINA.

 

Chi è Il NARRATORE?

 

Il narratore dei Promessi Sposi è un narratore esterno che  racconta la storia in terza persona.

E’ OMNISCENTE. (Significa che sa tutto).

Sa cosa pensano i personaggi e lo riferisce. Conosce il passato e il futuro dei personaggi.

Quando il narratore racconta il passato dei personaggi fa un FLASHBACK (Padre Cristoforo,

Gertrude, l’Innominato il Cardinale Federigo Borromeo...)

Quando il narratore racconta il futuro dei personaggi fa un’ANTICIPAZIONE.

Il narratore dei Promessi Sposi fa anche delle sequenze riflessive, in cui spiega cosa pensa dei fatti che succedono e dei personaggi.

 

I PERSONAGGI dei Promessi Sposi

 

Renzo Tramaglino

Il protagonista è Renzo Tramaglino; è un ragazzo di venti anni che fa l’operaio ( è un filatore di seta che lavora i tessuti). Vive in un paese sul lago di Como, vicino alla città di Lecco.

E’ un ragazzo buono, onesto, religioso ma impulsivo.

E’ un personaggio dinamico; viaggia e cambia…

Prima va a Lecco, poi va a Monza, a Milano, a Bergamo. Renzo è sempre in movimento.

Renzo cambia: prima è un ragazzo molto impulsivo, poi diventa più calmo e più saggio. Prima è un operaio in una filanda poi diventa il padrone della filanda. Renzo ama Lucia e la vuole sposare.

Renzo e Lucia fuggono perché Don Rodrigo, signorotto molto potente, non vuole il matrimonio.

Prima Renzo accompagna Lucia nella città di Monza, poi va a Milano, dove fa degli errori e le guardie lo vogliono portare in prigione.

Riesce a scappare e va nella città di Bergamo, dove vive il cugino di Renzo. A Bergamo Renzo lavora in una filanda e  sempre  in questa città si ammala di peste.  Una volta guarito torna Milano e cerca Lucia, la trova Lucia e sposa la ragazza.

Alla fine Renzo e Lucia vanno a vivere a Bergamo. Renzo diventa padrone di una filanda. I due sposi hanno tanti figli.

 

Lucia Mondella

E’ la protagonista femminile del romanzo. Fidanzata con Renzo e’ una ragazza giovane che lavora come operaia  in una filanda. Vive con sua mamma Agnese nel paese dove vive Renzo. E’ una ragazza molto buona, generosa e timida e molto religiosa.

Vuole sposare Renzo, ma il suo desiderio è ostacolato da Don Rodrigo che si è invaghito di lei.

E’ costretta a scappare dal paese con Renzo e con la mamma Agnese si rifugia in un convento a Monza. Nel convento c’è una monaca che si chiama Gertrude che prima la aiuta, poi la manda fuori dal convento dove degli uomini la rapiscono e la portano nel castello di un uomo molto potente e cattivo: l’Innominato.

Lucia è prigioniera dell’Innominato ma in seguito ad una conversione religiosa l’Innominato libera Lucia che però non può ancora tornare nel suo paese e viene ospitata a Milano in casa di due signori: Don Ferrante e Donna Prassede.

A Milano Lucia si ammala di peste ma poi guarisce. Alla fine si sposa con Renzo, va a vivere a Bergamo e ha molti figli.

 

Don Rodrigo

E’ l’antagonista di Renzo. E’ un nobile, nato in una famiglia importante e ricca. (Nel Seicento ”Don “ vuole dire uomo nobile)

La famiglia di Don Rodrigo viene dalla Spagna.

Ha un cugino: il Conte Attilio.e uno zio: il Conte Zio che vive a Milano ed è un uomo molto potente. Don Rodrigo vive in un palazzo vicino al paese di Renzo e Lucia. E’ un uomo prepotente e malvagio. Tutte le persone che vivono nel paese lo temono.

Un giorno Don Rodrigo vede Lucia e se ne invaghisce. Quando sente che la giovane deve sposarsi manda due bravi dal prete del paese (don Abbondio) per intimorirlo e per fermare il matrimonio. (Nel Seicento i bravi sono uomini che con l’uso delle armi e fanno del male alle persone; essi vivono nel palazzo dei signori nobili. )

 Fallito il tentativo, Don Rodrigo tenta di far rapire la giovane dal convento di Monza dove si è rifugiata e chiede aiuto all’Innominato, che però la libera.

Don Rodrigo va a Milano dove si ammala di peste; condotto al Lazzaretto (un ospedale ) alla fine muore.

 

Padre Cristoforo

L’aiutante più importante di Renzo e di Lucia è Padre Cristoforo, un frate cappuccino ( un religioso, un monaco).  Nel romanzo c’è la storia di Padre Cristoforo.

Lui è il giovane figlio di un mercante di tessuti, il suo vero nome eè Ludovico. Dopo aver ucciso un uomo in un duello, diventa frate .

Padre Cristoforo è un personaggio dinamico. Prima è un giovane ricco e violento, poi diventa un frate povero e buono. Padre Cristoforo aiuta Renzo e Lucia, prima tentando di convincere Don Rodrigo a lasciar stare i due giovani, poi facendoli scappare quando il prepotente tenta il rapimento di Lucia.

Alla fine del romanzo Padre Cristoforo si ammala di peste nel Lazzaretto di Milano, dove assiste gli ammalati. Egli  è un personaggio importante., un modello di vita religiosa.

Le parole e le azioni di Padre Cristoforo vogliono essere, nella visione del Manzoni ,un esempio per i lettori del romanzo.

 

Agnese

Un altro personaggio che aiuta Renzo e Lucia è Agnese, la mamma di Lucia. Donna buona e generosa vuole molto bene ai due protagonisti e tenta nei suoi limiti di dare dei consigli.

Sua è l’idea di tentare una matrimonio a sorpresa, che però non riesce..

Successivamente scappa a Monza con Lucia, per poi tornare al paese.

Alla fine Agnese va ad abitare a Bergamo con Lucia e Renzo.

 

Don Abbondio

L’oppositore dei protagonisti nel romanzo è Don Abbondio un prete, un uomo molto pauroso ed

egoista. Minacciato dai bravi di Don Rodrigo, trova delle scuse per non celebrare il matrimonio.

Quando Renzo e Lucia tentano il matrimonio a sorpresa don Abbondio scappa.

Ha una serva, Perpetua, con cui litiga spesso.

Don Abbondio è un personaggio statico. Il suo carattere non cambia;  è sempre pauroso e egoista; è un esempio negativo. Alla fine don Abbondio sposa Renzo e Lucia.

 

A lui si contrappone il Cardinal Federigo Borromeo, vescovo di Milano, che dopo la conversione dell’Innominato manda don Abbondio a liberare Lucia dal suo castello.

 

 

La trama

 

La vicenda è ambientata in Lombardia tra il 1628 e il 1630 al tempo della dominazione spagnola

I protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani che vivono in un paesino

lago di Como, allo sbocco del fiume Adda.

 

Ogni cosa è pronta per il loro matrimonio quando un signorotto del luogo, il potente don Rodrigo, scommette con il cugino Attilio che riuscirà ad impossessarsi di Lucia.

Durante la sua solita passeggiata serale, don Abbondio viene minacciato da due bravi affinché non sposi i giovani e spaventatissimo cede subito.

 

Da qui nasce il detto: "Questo matrimonio non s'ha da fare..."

 

Renzo però, parlando con Perpetua,capisce che qualcosa non quadra e costringe Don Abbondio a rivelare la verità. Si consulta così con Lucia e con la madre di lei ed insieme chiedero consiglio a un avvocato, detto Azzecca-garbugli,che si rivelerà in malafede

 

Così si rivolgono a padre Cristoforo, loro "padre spirituale", cappuccino di un convento poco distante che decide di affrontare don Rodrigo, e si reca al suo palazzotto; ma il signorotto accoglie con malumore il frate, intuendo il motivo della visita e lo caccia via.

Intanto Agnese propone ai due promessi un matrimonio a sorpresa mentre don Rodrigo medita il rapimento di Lucia, e una sera dei bravi irrompono in casa sua, che però trovano deserta: Lucia, Agnese e Renzo sono a casa di don Abbondio per tentare di sorprenderlo, ma falliscono e si rifugiano al convento di fra Cristoforo

I promessi giungono al convento di padre Cristoforo, che decide di far fuggire Renzo e Lucia, rispettivamente a Milano e a Monza

Renzo, a Milano, non potendo ricoverarsi nel convento indicatogli dal padre Cristoforo, dato che padre Bonaventura è in quel momento assente, rimane coinvolto nei tumulti scoppiati in quel giorno per il rincaro del pane.

Renzo si fa trascinare dalla folla e pronuncia un discorso dove critica la giustizia, che sta sempre dalla parte dei potenti.

     Il mattino dopo Renzo viene arrestato ma riesce a fuggire e si ripara a Bergamo, nella repubblica di Venezia, da suo cugino Bortolo, che lo ospita e gli procura un lavoro.

Nel frattempo il conte Attilio, cugino di don Rodrigo, chiede a suo zio, membro del Consiglio Segreto, di far allontanare fra Cristoforo, cosa che il conte ottiene dal padre provinciale dei cappuccini.

 

Don Rodrigo chiede aiuto all'Innominato, potentissimo e sanguinario signore, che però da qualche tempo sta maturando una crisi di coscienza. Costui fa rapire Lucia da Egidio, con la complicità di Gertrude (la monaca di Monza), sua amante, e Lucia viene portata al castello dell'Innominato. Lucia, terrorizzata, prega e supplica l'Innominato di lasciarla andare via e lo esorta a lasciarla libera e a redimersi dicendo che "Dio perdona molte cose per un atto di misericordia". La notte che segue è per Lucia e per l'Innominato molto intensa. La prima fa un voto di castità alla Madonna perché la salvi e quindi rinuncia al suo amore per Renzo. Il secondo trascorre una notte orribile, piena di rimorsi, e sta per uccidersi

quando scopre, quasi per volere divino che il cardinale Federigo Borromeo è in paese. Così la mattina si presenta in chiesa per  parlare con il cardinale ed in quel momento si converte

"Era quell'uomo che nessuno aveva potuto umiliare e che s'era umiliato da sé".

 

Il colloquio sconvolge l'Innominato, che si impegna a cambiare vita e per prima cosa libera Lucia

Poco dopo scendono in Italia i lanzichenecchi, mercenari tedeschi che combattono nella guerra di successione al Ducato di Mantova, che mettono a sacco il paese di Renzo e Lucia e diffondono il morbo della peste. Molti, tra cui don Abbondio, Perpetua e Agnese, trovano rifugio nel castello dell'Innominato, che si è fatto fervido campione di carità.

Si ne ammalano Renzo, che guarisce, e don Rodrigo, che viene tradito e derubato dal Griso, il capo dei suoi bravi

Renzo, guarito, torna al paese per cercare Lucia, preoccupato dagli accenni fatti da lei per lettera a un suo voto di castità fatto quando era dall'Innominato, ma non la trova, e viene indirizzato a Milano, dove apprende che si trova nel lazzaretto tra gli appestati. Qui trova anche padre Cristoforo, che scioglie il voto di Lucia e invita Renzo a perdonare don Rodrigo, ormai morente.

« Come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccio, al passar della falce che pareggia tutte l'erbe del prato. »

Infine i due promessi tornano al paese, si sposano e si trasferiscono nel Bergamasco, Renzo acquista con il cugino una piccola azienda tessile e Lucia, aiutata dalla madre, si occupa dei figli. Hanno una figlia che chiamano Maria, come segno di gratitudine alla Madonna. 

 

Fonte: http://www.icsfogazzaro.it/public/medie/docenti/MARCHIORO/I%20PROMESSI%20SPOSI%201.doc

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