Analisi e struttura dei testi narrativi

 

 

 

Analisi e struttura dei testi narrativi

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

ANALISI DEL TESTO NARRATIVO

 

PREMESSA

 

Quando si racconta una storia a qualcuno abbiamo sempre:

  • un narratore
  • un destinatario
  • una storia

 

Se mancano uno di questi elementi non c’è narrazione. Tutti e tre questi elemeti sono importanti per definire di quale tipo di racconto o narrazione o storia si tratti.
Importante ricordare che è il narratore che gestisce il linguaggio a seconda del pubblico a cui è destinata la storia e a seconda del contesto.

 

Ogni narratore ha in mente, quando crea la struttura del proprio testo, un lettore ideale che rispecchia in tutto la sua idea di lettore, capace quindi di comprendere tutto ciò che egli scrive.

 

Per analizzare il testo narrativo incominciamo a occuparci della storia narrata, cioè del racconto.

 

STRUTTURA DEL TESTO NARRATIVO

In ogni testo potrai sempre individuare:

  • una situazione iniziale: ossia, i rapporti reciproci fra i vari personaggi, in un certo tempo e in un certo luogo che danno l’avvio al racconto;
  • uno svolgimento: ossia, la parte centrale del racconto;
  • una situazione finale: è quella in cui il racconto si conclude (detta anche scioglimento).

 

La situazione iniziale viene in genere modificata (nel bene o nel male) dalla situazione finale, che è la soluzione di tutta la vicenda. Può anche accadere però che la situazione iniziale sia turbata da un avvenimento che ne determina la modificazione, ma poi attraverso una serie di mutamenti si ristabilisce l’ordine iniziale.

 

Situazione
iniziale

 

Primo avvenimento di modifica:
detto esordio

 

Situazione finale

  


 

I mutamenti possono essere molti e si succedono l’uno all’altro, rovesciando o modificando la situazione precedente, fino a che si arrivi alla fine del racconto, in cui c’è una situazione finale. In essa è stato rimosso (allontanato o distrutto) ciò che all’inizio del racconto aveva provocato l’esordio. Nel caso in cui il racconto si concluda senza risolvere il turbamento iniziale, non c’è scioglimento, cioè non c’è la conclusione della vicenda, in cui si ristabilisce un nuovo equilibrio.

A questo punto abbiamo due possibilità:

 

  1. l’autore ci lascia senza risposta (non sapremo mai come va a finire);
  2. oppure partendo da quella situazione finale lo stesso autore, o un altro dopo di lui, potranno riprendere in mano la storia e aggiungervi un altro episodio (un po’ come avviene nei erial televisivi!).

 

La narrazione può essere collocata in qualsiasi ambiente, può durare tanto o poco, può presentare tanti o pochi personaggi; certamente in ogni racconto avremo questi tre momenti della storia narrata: situazione iniziale, uno svolgimento, situazione finale.
Talvolta lo scioglimento del racconto è seguito da una coda: il racconto cioè termina con una morale.
La morale è un insegnamento che si può ricavare dal racconto e che viene espressa di solito con una sentenza (“Non bisogna mai spogliarsi di uello che fa paura agli altri”).

 

La struttura del racconto


IL TESTO NARRATIVO

 

Struttura

Il testo narrativo è un testo che racconta una storia, cioè una serie di avvenimenti riguardanti uno o più personaggi.

Gli elementi essenziali di una storia sono:

  • i personaggi;
  • le azioni che essi compiono;
  • lo spazio, cioè i luoghi in cui si svolgono le vicende;
  • il tempo durante il quale si svolgono le azioni.

 

Questi quattro elementi si trovano in tutti i testi narrativi, indipendentemente dal genere cui appartengono: fiaba, favola, leggenda, racconto o romanzo. Tutti i testi narrativi, pur presentando caratteristiche proprie particolari, hanno, come suddetto, una struttura simile, articolata in tre parti: inizio, sviluppo (o svolgimento) e conclusione.

 

L’Analisi

I testi narrativi sono scritti essenzialmente per essere letti, per farci sognare ad occhi aperti. Il racconto, però, è anche altro: è una comunicazione molto ricca e complessa che si stabilisce tra l’autore e il lettore, è un messaggio molto articolato che bisogna imparare a smontare e analizzare. Per capire come funziona un testo narrativo occorre:

  • A. Individuare le sequenze;
  • B. Distinguere la storia dall’intreccio;
  • C. Analizzare i personaggi e le azioni;
  • D. Analizzare il tempo e lo spazio;
  • E. Analizzare lo stile narrativo dell’autore.

 

A.  Le sequenze

Per analizzare correttamente la costruzione e lo sviluppo di una storia, è opportuno suddividere il testo in parti più piccole, individuando le sequenze narrative. Ogni sequenza deve avere un’unità di contenuto, deve cioè sviluppare una porzione di storia che può considerarsi compiuta: presentazione di un personaggio, descrizione di un luogo, narrazione di un fatto, spiegazioni di certi fenomeni, ecc.

I segnali che indicano il passaggio da una sequenza all’altra sono:

  • il cambiamento di luogo;
  • il cambiamento di tempo;
  • l’entrata o l’uscita di scena di un personaggio;
  • l’inserimento di un nuovo tipo di narrazione (dialogo, descrizione, riflessione);
  • il passaggio dal discorso diretto a quello narrativo e viceversa.

 

Secondo il contenuto e le modalità di esposizione, una sequenza può essere:

  • narrativa: quando presenta ciò che accade nlla vicenda;
  • descrittiva: quando contiene la descrizione di un ambiente, di un oggetto, di un personaggio o i particolari di un’azione;
  • riflessiva: quando contiene le riflessioni, le idee, le osservazioni dei personaggi o del narratore;
  • dialogata: quando riferisce esattamente le parole dei personaggi, in forma di discorso diretto.

 

Questi tipi di sequenze, variamente presenti in ogni testo, scandiscono il ritmo del racconto.
Come si individuano e classificano le sequenze?

a. Si individuano le sequenze del testo, considerando le diverse variazione;

b. Si assegna ad ogni sequenza un titolo (possiamo scriverlo a lato del testo all’inizio della sequenza)

c.  Distinguiamo il tipo di sequenza secondo la tipologia

Le sequenze di un testo possono essere paragonate alle scene di un film, come un film è formato dall’insieme di scene
che lo compongono, così un testo è formato da tante sequenze; così come un film in cui prevalgono le scene d’azione si
può definire “film d’azione”, lo stesso per i testi, se prevalgono le sequenze descrittive è un’opera descrittiva, ecc.

 

B.  La Storia e l’Intreccio

Uno degli elementi fondamentali per l’analisi di un testo narrativo è l’ordine in cui vengono narrati i fatti.
In alcuni testi, i fatti sono narati in successione logico-temporale, cioè seguendo l’ordine in cui sono accaduti, dall’inizio alla fine. In altri, l’autore non rispetta l’ordine logico-temporale, ma racconta i fatti come preferisce, anticipando alcuni avvenimenti futuri (anticipazioni) o ricostruendo avvenimenti del passato (flash-back o retrospezione). La semplice successione degli eventi in ordine cronologico si chiama storia o fabula; la ricostruzione fatta dall’autore si chiama intreccio. I racconti in cui la storia e l’intreccio coincidono (le fiabe, i miti … ) sono più facili da ricordare, perché costruiti secondo lo schema della realtà. Quando il narratore, invece, altera l’ordine naturale dei fatti, l’intreccio non coincide con la storia; con le anticipazioni e le retrospezioni, egli riesce ad avvincere il ettore suscitandone l’interesse e la partecipazione emotiva. L’intreccio è l’elemento fondamentale per la costruzione dei gialli, dei thriller e dei racconti di suspense.

 

C.  I personaggi

I personaggi sono l’elemento più importante della storia, in quanto con le loro azioni determinano gli eventi. Essi calamitano l’attenzione del lettore, che spesso giunge a immedesimarsi in questo o quel protagonista. I rapporti che i personaggi stabiliscono tra loro, con gli oggetti e con gli ambienti, rappresentano la trama, cioè tutto l’intreccio che costituisce l’argomento di una narrazione. In ogni testo narrativo, i personaggi sono divisi secondo l’importanza, il ruolo e la funzione. Per importanza possiamo distinguere tra:

  • personaggi principali, che sono al centro della vicenda e che il narratore descrive in modo completo;
  • personaggi secondari, che affiancano i primi nelle loro azioni e contribuiscono a modificare, in qualche modo, lo svolgimento della vicenda;
  • comparse, che non hanno alcuna influenza sugli avvenimenti.

 

In base al ruolo e alla funzione  che svolgono, possiamo distinguere:

  • il protagonista (o eroe), cioè il personaggio intorno a cui ruota tutta la storia e che l’autore descrive nell’aspetto, nel carattere, nelle abitudini, nei pensieri …;
  • l’antagonista, cioè il “cattivo” di turno, che, con le sue azioni, ostacola il protagonista.

 

Gli altri personaggi sono spesso schierati dalla parte del protagonista o dell’antagonista; pertanto, essi assumono il ruoli di:

  • aiutanti, quando intervengono a favore del protagonista;
  • oppositori, quando contrastanho l’azione del protagonista

 

A volte compaiono sulla scena anche dei falsi aiutanti.
Facciamo il punto ….

Gli elementi della narrazione

A) La struttura del racconto

Il testo narrativo è quello che riferisce una storia, cioè una serie di eventi collegati fra loro.
Gli eventi riferiti da una narrazione possono essere raccontati seguendo una reale cronologia (fabula) oppure secondo una successione arbitraria, voluta dall’autore (intreccio).

Il primo caso costituisce la fabula (termine latino che significa “racconto”): ossia, prima accade il fatto A, per conseguenza, accade il fatto B, dal quale si origina il fatto C e così via.

Nel caso in cui l’ordine degli eventi non venga presentato al lettore secondo l’effettiva concatenazione cronologica, si parla invece di intreccio: il narratore può cominciare il suo racconto dal fatto B per risalire poi, procedendo all’indietro, al fatto C e quindi al fatto A.

Flashback e anticipazioni

L’ordine logico-cronologico della fabula subisce una forte alterazione in presenza di due particolari espedienti narrativi: il flashback e l’anticipazione.

Il flashback (termine inglese che significa letteralmente “lampo all’indietro”), consiste nella rievocazione, ad un certo punto del racconto, di vicende accadute molto tempo prima.

L’anticipazione invece, consiste nel mensionare eventi che dovranno accadere in futuro.

 

Inizio e fine

Solitamente, una storia che si rispetti ha un inizio, uno svolgimento e una fine.

L’inizio consente al lettore di “entrare” nella storia; può costituire una fase di approccio alla vicenda per fornire l’ambientazione, l’antefatto, la situazione di partenza; oppure può immettere il lettore direttamente nel racconto, calandolo nel cuore della storia. La narrazione potrebbe iniziare con una descrizione, anche piuttosto dettagliata, che ambienta la vicenda. Di solito, le prime battute di una narrazione rivelano alcuni tratti fondamentali dell’opera (ambientazione, tempo, personaggio/i principali, stile dell’autore, ecc.).

Come l’inizio, anche il finale di una narrazione è molto importante, poiché costituisce il momento in cui l’opera trae le proprie fila. Se il narratore ha guidato il lettore gradualmente verso la conclusione, facendogli già intuire che cosa ha previsto che accada ai protagonisti della storia, non sarà difficile prevedere il finale. Ma può anche accadere che la conclusione giunga del tutto inaspettata, niente affatto preparata dai precedenti eventi (finale a sorpresa).

Finale con morale: quando l’autore propone nel finale un insegnamento morale, che può essere implicito o esplicito;

Finale aperto: è una conclusione che lascia allo scittore la possibilità di inventare nuove avventure o al lettore di immaginare un proseguimento della storia;

Finale tragico: costituisce il momento di massima tensione narrativa incui si consuma il dramma della vicenda, con toni drammatici e crudi;

Finale narrativo: si tratta di una conclusione completa, in cui il narratore si sofferma a raccontare, con abbondanza di particolari, gli avvenimenti finali della storia.

Finale tronco: è un finale improvviso, che interrompe la narrazione senza fornire particolari sul destino dei protagonisti o degli altri personaggi;

Finale a sorpresa: si ha quando la chiusura del racconto ribalta completamente ciò che il lettore aveva creduto di apire nel corso dlla narrazione.

 

B) Le sequenze

Per la comprensione e lo studio di un testo è necessario segmentarlo in unità minori, ciascuna relativa ad una certa situazione. Bisogna, quindi scomporre il testo pezzo per pezzo; con un termine più appropriato diremo che lo divideremo in sequenze. Una sequenza è un’unità narrativa, un episodio che può essere isolato. Una sequenza è di solito individuata da un inizio e da una fine, allorché si verifica la comparsa di nuovi personaggi, oppure accade un fatto nuovo o si attua un mutamento di spazio o di tempo: in pratica, ogni qualvolta si ha una variazione di scena. I testi narrativi possono essere scomposti in sequenze molto ampie dette “macrosequenze” e in sequenze ristrette dette “microsequenze”. Per individuare le sequenze non esistono regole fisse, conta l’esperienza e la capacità d’analisi del lettore. Si possono avere diversi tipi di sequenza: narrative, descrittive, espositive, riflessive, dialogate (o dialogiche), argomentative, persuasive, a seconda dell’intenzione dell’autore.

C) Personaggi

Un elmento fondamentale del racconto è costituito dai personaggi. Non sempre sono rappresentati da esseri umani: possono svolgere il ruolo di personaggi anche gli animali, le cose, le idee, ambienti e così via. Essi si suddividono in personaggi principali, che compaiono più frequentemente nel racconto, secondari, la cui presenza è più sporadica, e comparse, che normalmente compiono soltanto una breve apparizione.

Il personaggio può essere presentato:

  • dal narratore (presentazione indiretta);
  • da un altro personaggio (presentazione indiretta);
  • da se stesso (autopresentazione).

L’autore definisce i suoi personaggi attraverso dei tratti che ne costruiscono la fisionomia e ne delineano i contorni. I tratti fondamentali e più significativi che il narratore usa per costruire un personaggio sono:

  • caratteristiche fisiche: sesso, aspetto fisico, abbigliamento, eventuali tic e difetti fisici;
  • dati anagrafici: nome, età, razza, nazionalità, luogo d’origine;
  • caratteristiche psicologiche: riguardano il caratere del personaggio (impulsività, furbizia, ingenuità, coraggio, viltà, egoismo, generosità …. ;
  • caratteristiche del comportamento: in relazione al carattere del personaggio (abitudini, rapporti con gli altri, modo di agire, di parlare, di muoversi);
  • caratteristiche socio-economiche: si possono desumere dal lavoro svolto, dalla cultura, dal tipo di vita in genere;
  • caratteristiche ideologiche: riguardano l’nsieme dei valori e delle ide in cui il personaggio si riconosce e sono spesso il motore delle sue azioni.

 

Esistono due differeti tipologie di personaggi: i personaggi statici e quelli dinamici.

I personaggi statici sono quelli che durante lo svilupparsi delle vicende mantengono inalterate le loro caratteristiche e non subiscono trasformazioni. I personaggi dinamici subiscono profonde e sostanziali trasformazioni della personalità, che li portano a rilevanti cambiamenti anche nel comportamento.

Ruoli e funzioni

Protagonista: il ruolo più rilevante, fulcro della vicenda narrata. E’ lui destinato al raggiungimento di uno scopo;
Antagonista: il ruolo di oppositore del protagonista. Motore indispensabile allo sviluppo dell’azione, la cui funzione è volta a frapporre ostacoli, a creare difficoltà al compito del protagonista;

Aiutanti: ad affiancare e a coadiuvare sia il protagonista sia l’antagonista troviamo gli aiutanti, che spianano la via e rimuovono gli ostacoli per favorire lo svolgimento dei compiti dei personaggi intorno ai quali ruota la vicenda.

D) Il tempo

Ogni narrazione presenta due coordinate: il tempo e lo spazio.

Tempo determinato: quando il periodo storico del racconto è indicato esplicitamente;
Tempo indeterminato: quando non si può risalire al periodo storico. Tempo indefinito.

Di solito una narrazione comporta un’estensione temporale diversa rispetto a quella dei fatti raccontati: l’arco di tempo reale degli avvenimenti, cioè, non corrisponde, generalmente, al tempo che gli avvenimenti hanno sulla pagina. Distinguiamo perciò:

  • il tempo della storia, che è la durata reale dei fatti narrati;
  • il tempo del discorso, o del racconto, che è la durata della narrazione e non quella dei fatti raccontati.
  • il tempo del narratore: è il momento in cui il narratore racconta (solitamente il momento in cui il naratore racconta è successivo al momento in cui si sono svolti i fatti - tempo passato - , ma non è escluso che possano invece coincidere - tempo presente - ).

 

Possiamo anche distinguere un tempo interno della narrazione. In questo caso bisogna stabilire:

  • la durata della storia: un’ora, un giorno, un anno, una vita … (brevissimo, breve, lungo, lunghissimo);
  • la velocità della narrazione: dipende dalle scelte dell’autore (veloce, lenta); a seconda se è più o meno dettagliata la descrizione.

 

E) Lo spazio

Le coordinate spaziali consentono al lettore di determinare l’ambiente in cui si svolge la vicenda. L’ambiente può essere assai vario: all’aperto o al chiuso, in uno spazio ristretto o ampio; può trattarsi di un luogo reale, cioè descritto dall’autore in modo verosimile, oppure fantastico, immaginario. Il luogo è importante per creare l’atmosfera o può anche servire all’autore per sottolineare alcuni tratti psicologici e comportamentali dei personaggi. Nell’analizzare un racconto, dunque, è fondamentale valutare perché l’autore ha scelto di ambientare la storia in un luogo piuttosto che in un altro.

F) Narratore

In un racconto dobbiamo distinguere:

  • l’autore: corrisponde alla persona reale che materialmente ha composto l’opera;
  • il narratore o voce narrante: chi racconta la vicenda. Può essere inventato dall’autore per raccontare la vicenda; può coincidere o non coincidere con un personaggio (che a volte può essere l’autore stesso);
  • il narratore può essere interno o esterno alla storia.

 

Il narratore interno è costituito al protagonista o da un altro personaggio che partecipa alla vicenda. Racconta i fatti usando la prima persona singolare ed è il genere di narratore più naturale: espone la storia alla quale ha preso parte o a cui è stato presente o che sta vivendo in quel momento;

La voce del narratore esterno è quella di uno sconosciuto, che non ha partecipato o non partecipa e quindi descrive e racconta gli avvenimenti dall’esterno, rimanendo fuori dalla storia e usando la terza persona singolare.

G) Scopo e messaggio

L’autore di un testo narrativo può avere scopi diversi: descrivere, divertire, informare, suscitare riflessioni.

H) Stile narrativo

Anzitutto la trama può essere narrata: in prima persona o in terza persona (se il narratore è al di fuori dei fatti; in questo caso la narrazione diventa oggettiva e impersonale);

L’autore, inoltre, può fare uso: del discorso diretto, sia quando ci sono i dialoghi sia quando ci sono i monologhi; del discorso indiretto, riferendo le parole dei personaggi.

L’altro fattore determinante dello stile narrativo è dato dalle scelte linguistiche: sia lo scrittore sia i personaggi, infatti, possono usare una lingua corrente (registro informale) oppure una lingua sostenuta (registro formale).

 

http://www.francesca.larosamazza.com/wp-content/uploads/2009/03/ed-letteraria-analisi-di-un-testo-narrativo.doc

Autore: Prof. Francesca La Rosa Mazza

 

 


 

Analisi e struttura dei testi narrativi

 

aggiornamenti in arrivo ..

 

Analisi e struttura dei testi narrativi

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Analisi e struttura dei testi narrativi

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Analisi e struttura dei testi narrativi