Macroeconomia appunti e terminologia

 


 

Macroeconomia appunti e terminologia

 

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Macroeconomia appunti e terminologia

 

Concetti fondamentali della macroeconomia:

  • La macroeconomia è lo studio del comportamento dell’economia nel suo insieme. Analizza sia la crescita a lungo termine sia i cambiamenti ciclici della produzione totale, dalla disoccupazione all’inflazione, la massa monetaria e il deficit di bilancio, il commercio e la finanza internazionale.
  • Le questioni macroeconomiche fondamentali sono:
    • Perché la produzione e l’occupazione a volte diminuiscono e come si può ridurre la disoccupazione?
    • Quali sono le origini dell’inflazione e come si può tenerla sotto controllo?
    • Come può una nazione aumentare il proprio tasso di crescita economica?
  • Oltre a tali questioni vi sono degli inevitabili conflitti o compromessi tra questi obbiettivi: la rapida crescita del tenore di vita futuro può rendere necessaria la riduzione dei consumi attuali, mentre il contenimento dell’inflazione può comportare un periodo transitorio di elevata disoccupazione
  • Gli economisti valutano i risultati globali dell’economia in base al raggiungimento o meno dei seguenti obiettivi:
    • Livelli elevati e rapida crescita della produzione e del consumo. La produzione si misura di solito mediante il PIL che è il prodotto interno lordo di tutti i beni e servizi finali prodotti in un dato anno. Inoltre il PIL reale dovrebbe essere elevato rispetto a quello potenziale.
    • Un tasso di disoccupazione basso e un’elevata occupazione con grande disponibilità di buoni posti di lavoro
    • Stabilità del livello dei prezzi
  • Prima dello sviluppo della macroeconomia i paesi tendevano ad andare alla deriva in balia delle mutevoli correnti macroeconomiche. Oggi ci sono numerosi strumenti con i quali i governi possono regolare l’economia:
    • Politica di bilancio aiuta a determinare la distribuzione delle risorse tra enti pubblici e privati, influisce sui redditi e i consumi dei cittadini e fornisce incentivi all’investimento e per altre decisioni economiche.
    • La politica monetaria incide sui settori dell’economia che sono sensibili ai tassi di interesse, tra cui l’edilizia abitativa, gli investimenti delle imprese e le esportazioni nette.
  • I paesi sono legati tra loro mediante lo scambio di beni e servizi e mediante i flussi finanziari.

Domanda e offerta aggregata

  • La domanda aggregata (DA) consiste nella spesa totale delle famiglie delle imprese, dell’amministrazione e degli operatori stranieri che fanno parte di un’economia; rappresenta la produzione totale che si sarebbe disposta ad acquistare a ciascun livello di prezzi date le politiche di bilancio e monetarie e gli altri fattori che incidono sulla domanda stessa. L’offerta aggregata (OA) descrive il prodotto che le aziende sono disposte a realizzare e a vendere dati i prezzi, i costi e le condizioni di mercato
  • La curva della DA indica la quantità che i consumatori, le imprese e altri settori comprerebbero ad un certo livello dei prezzi a parità di altri fattori, mentre la curva OA indica la quantità che le aziende sarebbero disposte a produrre e a vendere a ciascun livello di prezzi a parità di altri fattori
  • L’equilibrio macroeconomico, che determina sia il prezzo che la produzione aggregata, si ha nel punto di intersezione delle curve DA e OA. Al livello di equilibrio dei prezzi gli acquirenti sono disposti a comprare ciò che le imprese sono disposte a vendere. La produzione di equilibrio può discostarsi dalla piena occupazione o dal prodotto potenziale.
  • La storia recente presenta un’alternanza di crisi della domanda e dell’offerta aggregata e di interventi correttivi: la crisi petrolifera del 1973 e quella seguente del 1979 determinarono uno spostamento verso l’alto dell’offerta aggregata, e ciò portò alla stagnazione con un contemporaneo aumento della disoccupazione e dell’inflazione. Alla fine degli anni 70 i responsabili della politica monetaria reagirono alla crescente inflazione  mediante una politica monetaria restrittiva e l’aumento dei tassi di interesse, che ebbero come conseguenza una spesa inferiore in aree della domanda sensibili ai tassi di interesse come le case, gli investimenti e le esportazioni nette. L’austerità dei primi anni 80 segnò l’inizio di un lungo periodo di stabilità macroeconomica.
  • Nell’arco di tutto il XX secolo si è verificata una notevole crescita dell’offerta aggregata, che ha portato a un costante aumento della produzione e del tenore di vita.

Misurazione dell’attività economica

  • I conti del reddito e del prodotto nazionale contengono le principali misure del reddito e del prodotto di un paese. Il PIL è la misura più completa della produzione di beni e servizi di una nazione; comprende il valore monetario del consumo (C), degli investimenti interni privati lordi (I), degli acquisti di beni e servizi da parte dello Stato (G) e delle esportazioni nette (E) realizzato all’interno di un paese in un dato anno: PIL(Y)=C+I+G+E
  • Dato il modo in cui si definiscono i profitti si può far coincidere la misura del PIL con il metodo del flusso di prodotto con quella effettuata secondo l’approccio del flusso dei costi. Si sommano i redditi dei fattori con riferimento al valore aggiunto per eliminare i dopo conteggi dei beni intermedi. Dopo aver sommato i salari al lordo delle imposte, gli interessi, l’ammortamento e i profitti si aggiungono a questo totale tutti i costi sostenuti dalle imprese in termini di imposte indirette. Il PIL non include voci di trasferimento, come gli interessi sui titoli di Stato o i contributi assistenziali.
  • Mediante l’uso di un indice dei prezzasi può ridurre al PIL nominale per giungere a una misura più precisa del PIL reale. L’utilizzo di un tale indice dei prezzi corregge la misura del prodotto eliminando gli effetti delle variazioni dei prezzi.
  • Gli investimenti netti sono positivi quando una nazione produce più beni capitali di quelli che vengono consumati sotto forma di ammortamento. Dato che quest’ultimo è difficile da stimare con precisione, gli statistici hanno maggior fiducia nelle propri e misure degli investimenti lordi che in quelle degli investimenti netti.
  • Il reddito nazionale e il reddito disponibile sono due ulteriori misure ufficiali di contabilità nazionale. Il reddito disponibile (RD) consiste in ciò che rimane effettivamente ai cittadini per il consumo e per il risparmio
  • Il risparmio deve essere esattamente uguale agli investimenti. I risparmi personali e il surplus dello stato sono uguali agli investimenti interni più quelli esterni netti. L’identità tra risparmio e investimenti vale indipendentemente dal fatto che un’economia stia attraversando una fase di espansione o recessione
  • Il PIL e PIN sono misure imperfette del reale benessere economico. Negli ultimi anni gli statistici hanno iniziato a introdurre delle correzioni per tenere conto di misure non market quali il lavoro domestico non retribuito e le esternalità ambientali.
  • L’inflazione si verifica quando aumenta il livello generale dei prezzi, la deflazione quando scende. Il livello generale dei prezzi e il tasso di inflazione si misurano utilizzando gli indici dei prezzi, medie ponderate dei prezzi di migliaia di singoli prodotti. L’indice dei prezzi più importante e l’indice dei prezzi al consumo (IPC), che di solito misurava il costo di un paniere fisso di beni di consumo e di servizi rispetto al costo di quel paniere in un particolare anno base. Studi recenti indicano che il IPC tende a essere notevolmente sovrastimato per il problema dei numeri indice e l’omissione di beni nuovi e migliorati. Lo stato ha preso misure per correggere almeno in parte questa distorsione.

Il consumo e il risparmio

  • Il reddito disponibile è un fattore importante nella determinazione del consumo e del risparmio. La funzione di consumo è il diagramma che pone in relazione il consumo totale con il reddito totale: poiché ogni euro di reddito viene risparmiato o consumato, la funzione di risparmio è l’altra faccia o l’immagine speculare di risparmio della funzione di consumo.
  • Le caratteristiche principali delle funzioni di consumo e di risparmio:
    • La funzione di consumo o di risparmio mette in relazione il livello di consumo o di risparmio con il livello di reddito disponibile
    • La propensione marginale al consumo (PMC) è l’importo aggiuntivo di consumo determinata un euro in più di reddito disponibile
    • La propensione marginale al risparmio (PMR) è il risparmio aggiuntivo determinato da un euro in più di reddito disponibile
    • Graficamente la PMC e la PMR sono rappresentate rispettivamente dalla pendenza della scheda di consumo e di risparmio
    • PMR=1-PMC
  • Sommando le singole funzioni di consumo si ottiene la funzione di consumo nazionale. Nella sua forma più semplice questa mostra le spese per consumi totali in funzione del reddito disponibile; anche altre variabili, il reddito permanente e l’effetto del ciclo di vita, la ricchezza e l’età hanno un impatto significativo sui modelli di consumo
  • Il tasso di risparmio personale è precipitato negli ultimi vent’anni. Per spiegare questo crollo gli economisti indicano i programmi di previdenza sociale e assistenza sanitaria del governo, variazioni nei mercati dei capitali e il rapido aumento del reddito personale dovuto al forte rialzo del mercato azionario negli anni 90. il risparmio in diminuzione colpisce l’economia perché il risparmio personale è una componente fondamentale del risparmio e dell’investimento nazionali. Anche se gli individui si sentono più ricchi a causa del forte rialzo della borsa, la ricchezza del paese aumenta veramente solo quando aumentano le attività materiali e immateriali produttive.

Gli investimenti

  • La seconda componente principale della spesa sono gli investimenti interni privati lordi nell’edilizia abitativa, negli impianti, nel software e nelle attrezzature. Le aziende investono per ricavare profitti: le principali forse economiche che determinano gli investimenti sono quindi i ricavi prodotti dagli investimenti, il costo degli investimenti e lo stato delle aspettative sul futuro. Poiché i fattori che determinano gli investimenti dipendono da eventi futuri altamente imprevedibili, gli investimenti sono la componente più instabile della spesa aggregata
  • Particolarmente importante è la curva di domanda di investimenti, che mette in relazione il livello della spesa per investimenti e il tasso di interesse.poiché la redditività degli investimenti varia in modo inversamente proporzionale al tasso di interesse, che influisce sul costo del capitale, si può ricavare una curva di domanda di investimento con pendenza negativa di domanda di investimento con pendenza negativa. Un tasso di interesse più elevato porterà infatti le aziende a dover annullare alcuni dei propri progetti di investimento. Man mano che diminuisce il tasso di interesse i progetti di investimento diventano redditizi dimostrando per quale motivo la scheda di domanda di investimento ha pendenza negativa

Fluttuazioni economiche

  • Un ciclo economico è un’oscillazione del prodotto nazionale, del reddito e dell’occupazione, che di solito dura per un periodo variabile dai due ai dieci anni, segnato da una diffusa espansione o contrazione nella maggior parte dei settori dell’economia.
  • Molti cicli economici sono determinati da variazioni della domanda aggregata che provocano nette modificazioni del prodotto, dell’occupazione e dei prezzi. La domanda aggregata si sposta quando queste variazioni della spesa dei consumi, delle imprese o dello Stato modificano la spesa totale rispetto alla capacità produttiva dell’economia. La diminuzione della domanda aggregata porta a recessioni o depressioni. Un’espansione dell’attività economica può determinare l’inflazione
  • Le teorie del ciclo economico differiscono tra loro per l’importanza che attribuiscono a fattori esogeni e endogeni. Spesso si attribuisce rilievo alle oscillazioni di fattori esogeni come la tecnologia, le elezioni, le guerre, le variazioni dei cambi e gli shock petroliferi. Per la maggior parte queste teorie sottolineano le crisi endogene che interagiscono con meccanismi endogeni, come il moltiplicatore e le variazioni della domanda di investimenti per determinare il ciclo economico. Come gli individui soffrono di patologie diverse, le malattie del ciclo economico variano nel tempo e a seconda dei paesi

Fondamenti di analisi della domanda aggregata

  • Le società antiche soffrivano quando la perdita dei raccolti determinava carestie, la moderna economia di mercato può soffrire quando l’insufficiente domanda aggregata porta a condizioni economiche in progressivo deterioramento e crescente disoccupazione, e in altri momenti l’eccessiva crescita della quantità di moneta determina l’inflazione. Comprendere le forze che incidono sulla domanda aggregata,incluse le politiche monetarie e fiscali, può aiutare a elaborare misure per contenere gli eccessi dei cicli di espansione e contrazione
  • La domanda aggregata rappresenta la quantità totale di prodotto acquista volontariamente a un dato livello di prezzi e a parità di altre condizioni. Le componenti della spesa comprendono:
    • Il consumo, che dipende principalmente dal reddito disponibile
    • Gli investimenti, che sono legati al prodotto attuale e previsto, ai tassi di interesse e alle imposte
    • La spesa pubblica per beni e servizi
    • Le esportazioni nette che dipendono dal prodotto, dai prezzi interni ed esterni e ai tassi di scambio esteri
  • Le curve della domanda aggregata differiscono con quelle della domanda utilizzate nell’analisi microeconomica. Le curve DA pongono la spesa totale per tutte le componenti del prodotto in relazione con il livello globale dei prezzi, a parità di politica economica e varabili esogene. La curva della DA ha pendenza negativa per l’effetto dell’offerta di moneta, che si verifica quando un aumento del livello dei prezzi, con offerta di moneta nominale costante, riduce l’offerta di moneta reale; quando quest’ultima è più bassa determina l’aumento dei tassi di interesse, la restrizione del credito e la riduzione della spesa reale totale. Ciò rappresenta uno spostamento lungo una curva DA invariata.
  • I fattori che modificano la DA, che producono uno spostamento della curva, comprendono:
    • Politiche macroeconomiche, fiscali e monetarie
    • Variabili esogene, come l’attività estera, variazioni dei prezzi mondiali del petroli e cambiamenti nei mercati dei capitali

Il modello di base del moltiplicatore

  • Il modello del moltiplicatore fornisce un modo semplice per comprendere l’impatto con la domanda aggregata su livello di prodotto. Nell’approccio più semplice il consumo delle famiglie è una funzione del reddito disponibile mentre gli investimenti sono fissi; i desideri di consumo dei cittadini e la disponibilità delle imprese a investire sono bilanciati mediante variazioni del prodotto. Il livello di equilibrio del prodotto nazionale deve trovarsi all’intersezione dei diagrammi del risparmio e degli investimenti RR e II oppure, per porre la questione in altri termini, il prodotto di equilibrio è all’intersezione del diagramma consumo più investimenti C+I con la bisettrice degli assi
  • Se il prodotto si trova temporaneamente sopra il livello di equilibrio, le imprese riscontrano che il prodotto è superiore alle vendite, per cui le scorte si accumulano involontariamente e i profitti diminuiscono; le aziende riducono perciò la produzione e l’occupazione per ritornare al livello di equilibrio. L’unico livello sostenibile di prodotto si ha quando le famiglie acquistano volontariamente proprio quanto le imprese continueranno a essere disposte a produrre
  • Per il modello keynesiane semplificano del moltiplicatore, gli investimenti intonano il motivo e il consumo danza alla loro musica: i primi determinano il prodotto, mentre il risparmio risponde passivamente alle variazioni di reddito. Il prodotto sale o scende fino a quando il risparmio previsto si è adeguato al livello degli investimenti programmati
  • Gli investimenti producono un effetto moltiplicatore sul prodotto. Quando variano, il prodotto inizialmente salirà dello stesso importo ma, a mano a mano che percettori di reddito delle industrie produttrici di beni capitali incrementano le proprie entrate, mettono in moto un’intera catena di spesa aggiuntiva per il consumo. Se i cittadini spendono sempre circa 2/3 di ogni euro in più di reddito nel consumo, il totale della catena del moltiplicatore sarà: 1+2/3+(2/3)*2+…=1/(1-2/3)=3

Il modello semplificato del moltiplicatore è numericamente uguale al reciproco della PMR o, il che è equivalente, a 1/(1-PMC). Il moltiplicatore opera in entrambi le direzioni, ampliando gli aumenti o le riduzioni degli investimenti. Questo si verifica perché è sempre necessario più di 1euro di reddito aggiuntivo per far crescere il risparmio di 1 euro

  • I punti fondamentali da ricordare sono che:
    • Il modello di base del moltiplicatore mette in rilievo l’importanza delle variazioni della domanda aggregata nell’influire sul prodotto e sul reddito
    • Si applica principalmente a situazioni caratterizzate da risorse inutilizzate

La politica di bilancio nel modello del moltiplicatore

  • Nell’analisi della politica di bilancio viene elaborato il modello del moltiplicatore keynesiano che mostra come un aumento della spesa pubblica ha un effetto espansionistico sul prodotto nazionale del tutto analogo a quello degli investimenti. Il diagramma C+I+G si sposta verso l’alto per raggiungere un intersezione di equilibrio più elevata con la bisettrice degli assi
  • Una riduzione delle imposte, con investimenti e spesa pubblica invariati, fa salire il livello di equilibrio del prodotto nazionale. Il diagramma CC del consumo, tracciato rispetto al PIL, viene spostato verso l’alto e verso sinistra da una riduzione delle imposte ma, dato che gli euro aggiuntivi di reddito disponibile vengono in parte risparmiati, l’aumento del consumo in termini monetari non sarà grande quanto quello del nuovo reddito disponibile; il moltiplicatore delle imposte è quindi inferiore a quello della spesa pubblica.
  • Utilizzando le tecniche statistiche e la teoria macroeconomica gli economici hanno sviluppato modelli realistici per stimare i moltiplicatori della spesa. Nei metodi classici tendono a indicare moltiplicatori tra 1 e 1½ per periodi fino a 4 anni.

L’attività delle banche centrali

  • La banca centrale ha l’obiettivo di consentire una crescita economica sostenibile, mantenere un elevato livello di occupazione, assicurare l’ordine nei mercati finanziari e soprattutto conservare una ragionevole stabilità dei prezzi
  • La banca centrale possiede tre strumenti principali di politica monetaria:
    • Le operazioni di mercato aperto
    • Il tasso di sconto sui prestiti assunti dalle banche
    • Gli obblighi di riserva per gli istituti di deposito.

Usando questi strumenti può sugli obiettivi intermedi, come il livello delle riserve bancarie, i tassi di interesse di mercato e l’offerta di moneta. Tutte queste operazioni mirano a migliorare i risultati economici in relazione agli obiettivi finali della politica monetaria: il raggiungimento della migliore combinazione possibile da bassa inflazione, bassa disoccupazione, rapida crescita del PIL e mercati finanziari ordinari. La banca centrale vigila inoltre sul sistema bancario e finanziario per evitare periodi di crisi
I deflussi di riserve internazionali possono ridurre le riserve e la moneta M se non sono compensati dalla sterilizzazione attraverso gli acquisti di obbligazioni sul mercato aperto. Gli afflussi, se non controbilanciati, hanno effetti opposti. Nelle economie aperte con tassi di cambio fissi le politiche monetarie devono essere strettamente allineate a quelle di altri paesi

Gli effetti della moneta sul prodotto e sui prezzi

  • Se la banca centrale desidera rallentare la crescita del prodotto, la sequenza è:
    • La banca centrale riduce le riserve bancarie mediante le operazioni di mercato aperto
    • Ogni riduzione di un euro delle riserve bancarie determina una contrazione moltiplicata della moneta bancaria e dell’offerta di moneta
    • Nel mercato monetario una riduzione dell’offerta di moneta determina uno spostamento lungo il diagramma della domanda di moneta, che fa aumentare i tassi di interesse restringendo il credito e contraendo la quantità di moneta
    • La moneta scarsa riduce gli investimenti e altre voci della spesa sensibili ai tassi di interesse quali i beni di consumo durevoli e le esportazioni nette
    • La riduzione degli investimenti e di altre spese fa scendere la domanda aggregata attraverso il noto meccanismo del moltiplicatore. Il livello più basso di domanda aggregata diminuisce il prodotto e il livello dei prezzi o l’inflazione

Si può riassumere la sequenza come segue: R giù >M giù >i su >I,C,X giù >DA giù >PIL reale giù e P giù

  • La domanda di moneta dipende dalla necessità di effettuare transazioni: famiglie, imprese e governi detengono moneta per acquistare beni e servizi, parte della domanda di M deriva inoltre dalla necessità di un’attività estremamente sicura e altamente liquida. L’offerta di moneta è determinata congiuntamente dal sistema bancario privato e dalla banca centrale. L’offerta e la domanda di moneta insieme determinano i tassi di interesse di mercato. Il diagramma di moneta viene inoltre rappresentato come una curva con pendenza decrescente, perché le giacenze monetarie diminuiscono all’aumentare dei tassi di interesse, quando questi sono più alti i cittadini e le imprese spostano una quantità maggiore dei loro fondi verso attività a rendimento più elevato, sottraendoli ad attività a rendimento basso o nullo. I tassi di interesse sono il prezzo pagato per l’uso del denaro e vengono determinati nei mercati monetari. Il mercato monetario è influenzato dalla combinazione del desiderio dei cittadini di detenere moneta e dalla politica monetaria della banca centrale. L’inflazione di questi due fattori determina il tasso di interesse di mercato, i. una politica monetaria più restrittiva fa spostare il diagramma OO verso sinistra facendo salire i tassi di interesse di mercato. L’aumento del prodotto nazionale o del livello dei prezzi fa spostare la curva DD a destra e crescere i tassi di interesse. L’espansione monetaria o la diminuzione della domanda di moneta hanno l’effetto opposto.

 

Fonte: http://ecouduroma.altervista.org/macroeconomia.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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Macroeconomia terminologia cosa vuol dire :

 

La definizione prekeynesiana o tradizionale (in altre parole marginalista o neoclassica) di scienza economica concerne l’allocazione ottima delle risorse scarse. Le caratteristiche salienti dello schema prekeynesiano, come vedremo più tardi, possono essere così riassunte:

  1. L’analisi è microeconomica
  2. L’offerta e la produzione creano sempre la propria domanda, senza porsi problemi di sovra o sotto produzione
  3. L’economia di libero mercato possiede dei meccanismi che nel lungo periodo garantiscono il pieno impiego di tutti i fattori della produzione

L’economia può essere definita come lo studio dell’allocazione ottima delle risorse scarse, sia da parte del produttore sia da parte del consumatore.
Ossia:

  1. L’ammontare delle merci o dei servizi che i produttori sono  disposti ad immettere sul mercato
  2. L’ammontare delle merci o dei servizi che i consumatori sono disposti ad acquistare
  3. Il prezzo che uguaglia domanda e offerta e la quantità effettivamente scambiata sul mercato

Esempio di economia prekeynesiana o tradizionalista
Consideriamo il caso in cui la quantità richesta dai consumatori sia superiore all’offerta dei produttori, in questo caso la competizione fra gli acquirenti spingerebbe il prezzo verso l’alto, inducendo una gran parte di investitori ad aumentare la propria produzione.
Così facendo (aumentando il prezzo) si riporta la domanda ad una situazione d’equilibrio e si esclude la creazione di stock o la presenza di consumatori insoddisfatti.
Il salario reale, secondo i prekeynesiani, avrebbe dovuto manifestare una tendenza al ribasso, così da indurre gli imprenditori ad assumere più manodopera.
La disoccupazione doveva essere un fenomeno transitorio, a meno che qualche fattore esterno avesse messo a rischio l’equilibrio fra domanda e offerta.
I prekeynesiani sostenevano inoltre che per raggiungere un equilibrio statico e duraturo, il risparmio doveva essere uguale all’investimento. Per far ciò bisognava trovare anche il livello giusto del tasso d’interesse (infatti, se è troppo basso, la gente tende a spendere troppo, mentre se è troppo alto la gente risparmia).
Per aggiustare questi saggi basta alzare o diminuire i prezzi, e le tendeze della gente cambiano subito.
Come abbiamo visto sopra la disoccupazione della manodopera viene eliminata attraverso una riduzione dei salari, che stimola gli imprenditori ad assumere la totalità dei lavoratori. L’argomento centrale della teoria prekeynesiana o noeclassica o marginalista è dunque quellor relativo all’importanza fondamentale del saggio d’interesse quale fattore stabilizzante dell’economia, che assicura l’uguaglianza fra risparmio ed investimenti, garantendo il pieno impiego, vale a dire la vendita di tutta la produzione!

 

L’economia politica, intesa come studio sistemantico dei fatti economici, è una scienza relativamente recente. Essa inizia ad imporsi con l’avvento del sistema feudale e la nascita degli Stati moderni. Una volta la ricchezza economica era di entità immobiliare e quindi non c’erano molti commerci a “lungo raggio” perché la mobilità era limitata. Con la scoperta dell’America e l’apertura di grandi vie di commercio, quali i vari canali (Manica, Stretto di Gibilterra) il commercio diventa l’attività più importante di tutto il Pianeta.
Con tutto il commercio che era fiorito in quegli anni, anche lo sviluppo industriale aveva contribuito alla miglioria generale in tutto il pianeta. Infatti, migliorano le tecniche di trasporto, i tempi di consegna (ecc.) e si pongono le fondamenta per quella che sarà la rivoluzione industriale.
Con questi commerci, che puntano soprattutto sul guadagno da parte dell’imprenditore, si fa sempre più sentire la differenza sociale fra gli imprenditori e coloro che devono sgobbare sulle navi.
La nascita di questi commerci internazionali, e la voglia di guadagnare sempre più fa sì che nascano delle scuole di pensiero differenti l’una dall’altra, ma come vedremo nessuna di esse contribuirà in modo deciso sotto tutti gli aspetti all’evoluzione vera e propria dell’economia.

 

Fonte: citazione estratto da http://web.ticino.com/rampa/MACROECONOMIA/II%B0%20Semestre/Macroeconomia%20Baranzini%20II%B0%20Semestre.doc

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Alcuni esempi di domande di Macroeconomia

 

  1. Le misure della produzione e del reddito di una nazione.
  1. Le misure del costo della vita (deflatore del PIL e indice dei prezzi al consumo).

 

  1. Le determinanti della produttività di una nazione e le misure di politica economica che favoriscono la crescita.
  1. Descrivete un sistema finanziario e la relazione tra risparmio e investimenti.

 

  1. Le spiegazioni del tasso naturale di disoccupazione.
  1. Moneta e sistema monetario.

 

  1. Le cause dell'inflazione secondo la teoria quantitativa della moneta.
  1. I costi dell'inflazione.

 

  1. La curva della domanda aggregata. L'influenza della politica monetaria e fiscale.
  1. La curva di offerta aggregata nel breve e nel lungo periodo.

 

  1. La curva di Phillips.
  1. Tassi di cambio reali e nominali e teoria della parità del potere d'acquisto.

 


 

  1. La vendita di una macchina usata entra a far parte del PIL? Perché?

 

  1. Quali sono le componenti del PIL? Quale di esse ha il peso maggiore?
  1. Perché il PIL nominale differisce dal PIL reale?

 

  1. Supponete che il 2000 sia l'anno base. Se l'anno successivo si ha una crescita reale del 4% ma inflazione nulla, a quanto sarà uguale il deflatore del PIL?
  1. Elencate le ragioni per cui attraverso l'indice dei prezzi al consumo si potrebbe ottenere una misura distorta dell'inflazione.

 

  1. Se il tasso di crescita annuale di un paese è in media pari al 3% , entro quanti anni questo paese raddoppierà il reddito?
  1. Calcolate il moltiplicatore della spesa pubblica supponendo che la propensione marginale al consumo (PMC) è 0,60.

 

  1. In cosa consiste l'effetto Pigou?
  1. Se nel breve periodo la Banca Centrale aumenta l'offerta di moneta, cosa succede a:
  2. tasso di interesse; 2) investimenti; 3) produzione?

 

  1. Elencate le tre teorie che spiegano l'inclinazione positiva della curva di offerta aggregata nel breve periodo.
  1. In che modo un aumento del salario minimo incide sul livello naturale della produzione? Attraverso quale canale?

 

  1. Supponete che il tasso nominale di interesse sia il 7%, il tasso di inflazione il 3% e il tasso di crescita del reddito il 2%. Calcolate il tasso reale di interesse.
  1. L'Equivalenza Ricardiana

 

  1. Nel lungo periodo, in che modo un disavanzo pubblico incide sui fondi mutuabili e sul tasso di interesse?
  1. Sotto quali ipotesi un aumento della quantità di moneta si riflette in un aumento del livello dei prezzi secondo la teoria quantitativa della moneta?

 

  1. Cosa dice la legge di Okun?
  1. Quali sono i veri costi definiti "costi da consumo delle suole delle scarpe"?

 

  1. Quali sono gli strumenti attraverso i quali la Banca Centrale influenza la quantità di moneta?
  1. Quali sono le funzioni della moneta?

 

 

Fonte: citazione estratto da http://www.ecostat.unical.it/Scoppa/Didattica/Esercitazioni/EsempiMacro.doc

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