Miti e personaggi della Grecia antica con nome avente lettera iniziale B

 

 

 

Miti e personaggi della Grecia antica con nome avente lettera iniziale B

 

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Miti e personaggi della Grecia antica con nome avente lettera iniziale B

BACCANTI
Corteo di donne incoronate di pampini che seguiva il carro di Dioniso durante i suoi errabondi viaggi in Oriente. Con tale nome furono poi indicate le sacerdotesse che celebravano i riti in suo onore. Recavano in mano il tirso, un bastone sormontato da pampini e edera intrecciati.
BACCO
Uno dei tanti nomi per indicare il dio Dioniso.Gli erano sacre le foreste e le vallate dove viveva freneticamente. Fu dio della forza fecondatrice della natura, venerato dalle donne. La sua origine è alquanto complessa, quindi ci limitiamo a queste brevi righe onde evitare grandi confusioni.
BAIO
Compagno di Ulisse e presunto fondatore della città di Baia in Campania. Le fonti termali della città erano dedicate ad Ercole.
BASALA o PASSALO
Fratello di Achèmone e grande attaccabrighe come il fratello. La madre li aveva avvertiti di non molestare il Melàmpige che in greco significa uomo dalle natiche nere. Un giorno s'imbatterono in un uomo addormentato sotto un albero e lo stuzzicarono, ma l'uomo che era Eracle prese i due fratelli per i piedi e li appese alla sua clava e se li portava sulle spalle. In quella posizione ebbero modo di notare che Eracle si era imbrattato di fango le natiche e Basala esclamò al fratello Ecco l'uomo dalle natiche nere che dovevamo evitare, la battuta divertì l'eroe che li lasciò andare.
BASILEA
Figlia di Urano e Titea, e sorella di Rea. BASSAREO
Nome attribuito a Dioniso e che significa vendemmiatore. BATTE
Dea dell'impudicizia, era festeggiata di notte con danze e giochi lascivi. Ad Atene era chiamata Cotìto e i suoi sacerdoti Batti.
BATTO
Pastore della Tessaglia. Fu testimone del furto subito da Apollo, quando, Zeus scacciatolo dal cielo fu costretto a fare il custode alle mandrie di Admeto, e subì il furto delle vacche più belle da parte  di Ermes. Batto, che aveva assistito all'abigeato ricevette da Ermes la vacca più bella a condizione che avesse tenuto la bocca chiusa. Ermes non fidandosi, del pastore, gli si presentò sotto altre spoglie e mostrandosi edotto del furto, gli offrì un bue e una bellissima vacca se lo avesse messo sulla giusta via per acciuffare il ladro. Batto, vinto dall'avidità, svelò senza titubanza il segreto che gli era stato imposto di tacere; allora il dio indignato lo trasformò nella pietra di paragone, che ha la proprietà di misurare la purezza dell'oro perché non venga scambiato con l'orpello.
BAUCI
Vecchia moglie del vecchio e povero Filemone, abitava in un piccolo villaggio della Frigia. I due coniugi ospitarono cordialmente Zeus ed Ermes che viaggiavano in incognito per quelle zone e sino a quel momento non avevano trovato altro che corruzione ed inospitalità. Dopo aver consumato, nella capanna dei due vecchi che si amavano teneramente, un pasto molto povero, i due visitatori si fecero conoscere, e condussero con loro i due vecchi su una montagna, dicendo loro di guardarsi intorno. Filemone e Bauci videro allora tutto il paese sommerso dal diluvio, che aveva risparmiato la loro capanna, mutata in un bel tempio. Gustata la meraviglia dei vecchi, Zeus chiese loro di formulare un desiderio che sarebbe stato appagato subito.
Con Bauci prima non so che pispiglia, poscia in tal guisa a' Numi il comun senno palesa Filemon:  <<Di noi create
due sacerdoti e portinai del nuovo tempio; e come l'età concordemente passammo, alle vitali aure ci tolga

 


l'ora stessa; né mai della consorte io vegga il sasso funeral né questa
le palpebre mi chiuda>>. A' lor desir fur veritiere le promesse.
(Ovidio, Metamorfosi, VIII)
Giunti alla decrepitezza, un giorno mentre stavano parlando davanti al tempio, Filemone si accorge che la sua Bauci si stava mutando in un tiglio, e Bauci a sua volta vedeva il marito mutarsi in una quercia; così ebbero il tempo di scambiarsi i più teneri saluti prima che la loro trasformazione si completasse.
BÈLIDI
Erano le figlie di Dànao meglio conosciute come Danaidi. Dal loro antenato Bèlo presero il nome di Bèlidi.
BELLEROFONTE
Nome che significa uccisore di Bellero. Non si conoscono con precisione i suoi genitori, giacché si favoleggia fosse figlio di Glauco re di Corinto. Ma Glauco era anche un epiteto di Poseidone, dunque potrebbe essere figlio del dio marino. La madre si chiamava Eurimeda o Eurinome, nome di una divinità marina. Poseidone gli aveva regalato Pegaso il cavallo alato, Bellerofonte non riuscì     a domarlo finché Atena in sogno non gli mostrò delle briglie d'oro, imitatele finalmente poté domare il cavallo, diventando così l'inventore dell'equitazione. Per purificarsi dell'uccisione di Bellero        fu mandato ad espiare la sua penitenza presso Preto re di Tirinto. Di lui si invaghì Antea moglie     di Preto e vistasi rifiutata disse al marito di essere stata molestata da Bellerofonte. Preto non volendo uccidere il giovane da lui purificato, lo mandò presso il suocero Giobate re di Licia, con una lettera chiusa che diceva di uccidere il portatore della stessa. Giobate leggendo la lettera si gettò in conflitto con la coscienza; da una parte non voleva uccidere il giovane ospite e dall'altra non voleva dispiacere il genero, allora egli scelse una scappatoia: affidare a Bellerofonte un'impresa disperata lasciandolo così al volere degli dèi. Bellerofonte fu così mandato contro la mostruosa Chimera, con l'aiuto del suo favoloso Pegaso dall'alto uccise la Chimera con l'ausilio di saette.
Allora Giobate lo mandò a combattere i Solimi: il giovane li vinse. Fu poi mandato contro le Amazzoni: vinse anche quelle. Ritornando i più forti guerrieri della Licia gli tesero un'imboscata: perirono tutti. Allora il re capì che gli Olimpi erano con Bellerofonte, si scusò e gli offrì la mano della figlia (sorella di Antea) e metà del suo regno. Da quest'unione nacquero: Isandro, Ippoloco e Laodamìa. Dopo aver ucciso la Chimera, Bellerofonte tornò in volo a Tirinto dove fingendosi innamorato di Antea la invitò a fuggire con lui in groppa a Pegaso. Quando furono sopra il mare Bellerofonte precipitò la malaugurata in acqua. La stessa fine fece egli stesso quando avanti con gli anni divenne cupo e miscredente, quindi salito in groppa a Pegaso voleva andare su in cielo a  vedere con i suoi occhi se gli dèi c'erano oppure no. Ma Pegaso non volendosi prestare ad un sacrilegio lo precipitò sulla terra. Così il mitico cavallo alato sollevato da ogni peso terrestre si mise a servire Eos, e da allora galoppa nei cieli albeggianti.
BÈLO
Figlio di Poseidone e di Libia, gemello di Agemore e sposo di Anchinoe. Era il padre di Egitto e Dànao e di conseguenza il nonno delle cinquanta Danaidi. Altro Belo fu re di Sidone, padre di Anna, Didone e Pigmalione.
BERENÌCE
Moglie di Toloméo III Evergete, re d'Egitto. Ancora sposina il marito dovette lasciarla per partire in guerra contro la Siria. Berenìce fece voto agli dèi di tagliare i suoi bellissimi capelli se il marito fosse ritornato integro. Nel 245 a. C. Toloméo terminata la guerra ritornò con un ricco bottino e di conseguenza Berenìce fu felice di compiere la promessa fatta agli dèi e di posare la sua folta chioma sull'altare del tempio. Ma il giorno dopo la capigliatura non c'era più al suo posto, allora, Conone, l'astronomo di corte, che aveva appena scoperto una costellazione, la chiamò Chioma di Berenìce, fantasticando che Afrodite aveva trasferito la chioma nel firmamento.
BIA e CRATOS

 


Bia, dea greca della violenza. Figlia del titano Pallante e della dea fluviale Stige e sorella di Cratos, il «potere», con cui spesso collaborava. Secondo le leggende, i due ebbero da Zeus l'incarico di incatenare Prometeo. Erano gli assistenti al trono di Zeus, sempre pronti a fare rispettare gli ordini del dio.
BITONE
Cleobi e Bitone, erano i figli di Cidippe, sacerdotessa di Era. famosi per la pietà filiale. Si aggiogarono al carro per trasportare al tempio la madre. Cidippe pregò quindi la dea affinchè li premiasse col dono più grande. In risposta, Era concesse loro di morire in modo indolore, passando insensibilmente dal sonno alla morte.
BIZE
mitica figlia del dio greco Erasino. Secondo la leggenda, insieme alle sorelle, ospitò ad Argo la dea Britomarti.
BOLINE
mitica ninfa greca che, per non cadere preda di Apollo, si buttò in mare da una località dell'Acaia dove, secondo la leggenda, sorse la città di Bolina.
BÓREA
Figlio di Astreo e di Eos. Era il vento del nord e re dei venti, fratello di Zefiro, Noto e Apeliote (Euro). Veniva raffigurato come cavallo o come uomo barbuto con i capelli scomposti, alato e con due facce. Sotto la forma di cavallo si godette le cavalle di Eretteo. Bórea si godette anche la figlia di Eretteo, Orizia, che rapitala mentre questa giocava sulle rive del torrente Ilisso, la possedette e da lei ebbe due figli Calai e Zete, gemelli alati.
BRIARÈO (EGEONE)
Uno dei Titani, figlio di Gèa e di Urano, aveva cento braccia tutte armate e dalle bocche delle sue cinquanta teste vomitava fiumi di fiamme e fumo. Briarèo fu sconfitto assieme ai suoi fratelli con l'arma che i Ciclopi nella officina di Efesto avevano allestito per Zeus: il Fulmine. Dopo la sconfitta Briarèo fu costretto a reggere sulle spalle il peso enorme dell'Etna. Secondo una leggenda più antica il titano non avrebbe lottato contro Zeus perché rinchiuso assieme ai fratelli Cotto e Gia, nel Tartaro, dove vi era stato messo da Crono. Liberato da Zeus fece causa comune con lui aiutandolo a      sicura vittoria. Per premio Zeus nominò i tre, custodi dei Titani vinti nel Tartaro. Briarèo sarebbe intervenuto anche quando Era aveva ordito una congiura ai danni di Zeus e sorpresala mentre dava il segnale di rivolta, avvisandolo riuscì a sventare la congiura in tempo. Zeus per punire la moglie, per lungo tempo la tenne appesa fra il cielo e la terra, con una catena d'oro, mettendogli ai piedi delle pesanti incudini. Quando Efesto cercò di liberare la madre, il padre lo scaraventò giù nel baratr        o e così il buon Efesto divenne zoppo.
BRISE
Fu sacerdote di Zeus e a lui si deve la scoperta del modo di asportare il miele dagli alveari senza incappare nell'ira alquanto dolorosa delle api.
BRISÈIDE
Figlia di Brise e amatissima schiava di Achille. Vuoi leggere la splendida lettera che Ovidio le fa scrivere per il suo amato? si! allora clicca qui
BRÒNTE
Era uno dei ciclopi che aiutavano Efesto a costruire i fulmini a Zeus. Brònte era la personificazione del tuono, Stèrope del lampo e Àrge del fulmine. Tutti e tre facevano sull'incudine un fracasso spaventoso. Brònte è anche un fiorente paese alle pendici dell'Etna (720 m. s.l.m.).
BRÒTEO
Figlio di Efesto, di una bruttezza unica che per la disperazione si buttò nella bocca fiammeggiante del vulcano Etna.
BUFÒNIE
Antiche feste religiosei, si celebravano nel mese "skiroforion" (giugno-luglio), alla fine del raccolto. Si poneva una focaccia di farina d'orzo nuovo davanti all'ara di Zeus Polieus, poi si conduceva il toro davanti all'ara, e quando l'animale si chinava per mangiare la focaccia, veniva

 


sacrificato con un colpo di scure, vibrato da un sacerdote, fatto a pezzi e distribuito fra i presenti. La scure del sacrificio veniva gettata nel mare. Le Bufònie facevano parte delle feste diipolie, in onore di Zeus protettore della città.
BUSÌRIDE
Gigante mostruoso figlio di Poseidone e di Libia. Tendeva agguati ai passanti e li uccideva sacrificandoli a Zeus. Fu ucciso da Eracle che trovandosi a passare da quelle parti venne da costui aggredito.
BUZÌGE
Nome del primo uomo che riuscì ad aggiogare i buoi all'aratro

 

Fonte: http://www.storicodiocre.altervista.org/LIBRI/mitigreciaantica.pdf

Sito web da visitare: http://www.storicodiocre.altervista.org

Autore del testo: Autori vari

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