Fuga

 


 

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MUSICA

Glossario musicale

 

Significato del termine fuga

 

FUGA: forma musicale polifonica in stile contrappuntistico fondata sul principio della imitazione e sull'elaborazione di un tema principale detto soggetto. Nell'uso medievale e rinascimentale il termine viene impiegato per designare composizioni basate sul canone (mottetto). La vera e propria fuga però acquista la sua definitiva fisionomia verso la fine del XVII secolo. Strutturalmente la fuga si articola in tre sezioni: esposizione, svolgimento e stretto. Nell'esposizione le voci (o parti), che possono essere 2, 3, 4 o più, intervengono l'una dopo l'altra esponendo il tema appena la precedente finisce di intonarlo. Il tema (o soggetto), di carattere ben determinato, esposto da una sola voce all'inizio del brano, mentre quest'ultima procede con il cosiddetto controsoggetto (elemento tematico secondario), viene ripreso da una seconda voce che lo imita ad una quinta giusta sopra o ad una quarta giusta sotto (cioè trasportando il soggetto in tonalità di dominante). Tale imitazione viene detta risposta. Se l'imitazione è esatta, e cioè se mantiene inalterati gli intervalli del disegno melodico del soggetto, la risposta si dice reale- al contrario se uno o più intervalli vengono alterati, si parla di risposta tonale. Dopo la risposta, se vi e una terza voce, anche questa si unisce alle altre due proponendo di nuovo il soggetto nella tonalità originaria- quindi l'eventuale quarta voce lo riproduce riportandolo nella tonalità di dominante, e cosi via se le voci sono più di quattro. Talvolta, dopo che una voce ha formulato un soggetto o una risposta, viene introdotto un breve passaggio prima che la voce successiva inizi la relativa imitazione: questo frammento viene detto coda. Lo svolgimento, che viene subito dopo l'esposizione, è costituito dal continuo alternarsi dei divertimenti (o episodi), molto spesso ricavati dagli elementi tematici contenuti nell'esposizione stessa modulati a diverse tonalità, e delle riesposizioni del soggetto e della risposta anch'esse in differenti tonalità. La parte conclusiva della fuga prende il nome di stretto e consiste in una riesposizione, nella tonalità fondamentale, delle imitazioni tra soggetto e risposta. A differenza di quanto accade nell'esposizione, però, nello stretto l'entrata della risposta si ha prima che il soggetto sia terminato, cioè prima che quest'ultimo sia stato esposto completamente. La fuga, che raggiunge l'apice della perfezione costruttiva con Johann Sebastian Bach (Die Kunst der Fuge, ovvero L'arte della fuga, contenente 17 fughe e 4 canoni sulle trasformazioni di uno stesso tema), venne successivamente ripresa da compositori quali Ludwig van Beethoven (nella Sonata op. 106- Grosse Fuge per quartetto d'archi op. l 33), César Franck (Preludio, Corale e Fuga), Maurice Ravel (ne Le Tombeau de Couperin), Béla Bartok (primo movimento della Musica per archi, celesta e percussione- finale del Concerto per orchestra).

 

Fonte: http://profgiucu.files.wordpress.com/2011/02/glossario-forme-musicali.docx

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