Fratture degli arti

 

 

 

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Fratture degli arti

 

GENERALITÀ’ SULLE FRATTURE DEGLI ARTI

 

Le fratture hanno delle caratteristiche e delle evoluzioni molto differenti in funzione della loro localizzazione sullo scheletro (ossa piatte, ossa lunghe, ossa corte) e in funzione della loro posizione a livello dell’osso stesso (diafisi, metafisi, epifisi).

 

RICHIAMO MORFOLOGICO DELLE DIFFERENTI OSSA DELLO SCHELETRO

 

- le ossa piatte. Le ossa piatte, come il cranio e la scapola, non hanno delle funzioni di locomozione. Le loro fratture consolidano sempre spontaneamente vista la loro abbondante vascolarizzazione apportata in gran parte dalle numerose inserzioni muscolari.

 

- le ossa corte . Le ossa del carpo e del tarso e le vertebre sono delle ossa massicce che hanno come caratteristica di presentare molteplici superfici articolari la cui integrità è indispensabile per un buon funzionamento delle articolazioni vicine. L’osso è spongioso compatto con delle corticali solide.

 

- le ossa lunghe . Le ossa lunghe presentano una diafisi, due metafisi e due epifisi.

- La diafisi è lunga, e forma il canale midollare con una corticale molto solida. Il femore e la tibia sono delle ossa “portanti” che subiscono delle forze considerevoli. Hanno dei fasci frontali e sagittali che aumentano la loro resistenza per meglio sopportare le forze di compressione, tensione e torsione. La diafisi delle ossa lunghe è mal vascolarizzata a livello del terzo medio, laddove il sangue proviene soprattutto dalla periferia dei muscoli [2/3 esterno dal periostio e dai muscoli che vi si inseriscono (cf schema)]. Si comprende perchè un’osteosintesi con placca, che comporta inevitabilmente un raschiamento dei muscoli al fine di esporre l’osso, rischia di perturbare la vascolarizzazione (più di una osteosintesi con chiodo centro-midollare dove non viene aperto il focolaio di frattura).

 - Le epifisi sono delle zone spongiose dense in periferia e ricoperte di cartilagine articolare. L’osso spongioso è caratterizzato da un sisteme di trabecole larghe.

- Le metafisi sono situate alla giunzione fra diafisi ed epifisi.

E’ a questo livello che sono situate le cartilagini di accrescimento, o cartilagini di coniugazione, responsabili della crescita in lunghezza delle ossa lunghe. Queste cartilagini di accrescimento che appaiono nelle radiografie come delle linee o delle soluzioni di continuo, non devono essere confuse con dei tratti di frattura (fare delle radiografie comparative dei due lati). Spariscono alla fine dell’adolescenza e si fondono completamente nell’adulto. Sono delle zone molto attive soprattutto vicino al ginocchio (estremità inferiore del femore ed estremità superiore della tibia, che sono responsabili dell’80% della crescita in lunghezza dell’arto inferiore) e lontano dal gomito (estremità superiore dell’omero e polso, che sono responsabili del 75% della crescita in lunghezza dell’arto superiore).

I traumi a carico delle zone di crescita (fratture e distacchi epifisari) possono perturbare la crescita in lunghezza allorchè si verifichino durante l’infanzia e l’adolescenza. Possono determinare un’epifisiodesi, ovvero un arresto della crescita. Un’epifisiodesi può essere totale, interessando tutta la larghezza della cartilagine di accrescimento e determinando un arresto completo della crescita, o può verificarsi in una zona piu’ circoscritta, comportando allora solo un arresto localizzato della crescita. In questi casi, la prosecuzione della crescita nella zona contigua può comportare una deviazione dell’osso (cf. capitolo delle fratture dell’infanzia).

 

- il periostio è una membrana periferica, facile da scollare dall’osso nel bambino. E’ più o meno spessa e il suo spessore diminuisce nell’adulto. La crescita in larghezza dell’osso dipende molto dal periostio.

Il periostio svolge una funzione importante nel consolidamento delle fratture. Svolge inoltre funzione di barriera fra l’osso e le parti molli, frenando ad esempio l’estendersi di certi processi patologici che si muovono dall’osso alle parti molli. (Ad esempio, l’ostomielite ed alcuni tumori ossei).

 

Fonte: http://www.lerat-orthopedie.com/IT/cours/word/Capitolo%201%20Fratture.doc

Sito web: http://www.lerat-orthopedie.com/

Autore del testo: J-L Lerat

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