Cultura pedagogica

 

 

 

Cultura pedagogica

 

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Cultura pedagogica
La Storia

 

LOCKE
come molti giovani del suo tempo delle classi colte viene proiettato agli studi classici diventando medico. Nonostante ciò si occupa di problemi politici ed educativi.
Si pone come uno dei maggiori rappresentanti della monarchia  costituzionale e del liberalismo politico.
Egli sostiene che la società si deve fondare su un contratto sociale in cui tutti gli uomini non affidano i propri beni al sovrano ma li distribuiscono tra loro  con a capo un uomo di fiducia che tramite delle leggi specifiche regolarizza ogni cosa nel rispetto di tutti. Cosi per L. nasce il bisogno di formare un individuo in grado di controllare fedelmente i beni all’interno della Stato.
Partendo dall’idea che per L. gli uomini sono quel che sono per effetto della loro ed., dunque l’ed. assume un significato sia individuale che politico.
Bisogna formare un uomo completo ma anche un individuo socialmente adatto a governare e a vivere con gli altri.
L’ed. non è solo la somma della conoscenza e di norme di condotta, ma deve dotare l’allievo di una propria liberta che lo porta ad acquisire tutte le conoscenze che possono servirgli nel corso della vita.
L. è contro l’innatismo cartesiano poiche sostiene che le idee provengono dall’esperienza.
Il bisogno di educare parte dal fatto che la mente umana deve essere considerata come un insieme di capacita conoscitive che si attivano quando le idee semplici (dall’esperienza interna ed esterna) vengono elaborate, confrontate e giudicate per produrre ulteriore conoscenza.
La sua opera pedagogica è la raccolta di 217 Pensieri sull’Educazione in cui non tratta l’ed. in generale ma propone delle riflessioni sulla formazione dei Gentlemen inglesi che devono guidare le sorti dell’Inghilterra.
Mentre per i ceti poveri sono sufficienti le Working Schools che coniugano il lavoro con la presenza forzata in chiesa tutte le domeniche.
L’ed del gentlemen non avviene in una scuola pubblica ma all’interno della famiglia stessa sotto la guida del padre e di un precettore privato in grado di comprendere psicologicamente l’allievo attraverso l’osservazione , in modo da adeguare l’ed. alle sue caratteristiche individuali, egli si concentrerà non solo sull’istruzione ma anche sulla formazione del carattere dell’allievo. L’ed. è vita, non solo preparazione ad essa, per questo sostiene l’open education, che valorizza la liberta e la creatività dell’allievo per condurlo all’autodominio o self-control.
La formazione dell’uomo si attua nelle 3 dimensioni: civiltà, saggezza e cultura, contesti necessari per migliorare noi stessi e il nostro rapporto con il mondo.
L’esercizio costante serve a produrre l’abitudine che porta l’allievo ad acquisire abilità e senso di responsabilità.
L. favorisce il gioco e il lavoro, attraverso cui i bambini esprimono liberamente la loro creatività e si impegnano in attivita che li faranno crescere oltre che moralmente anche professionalmente.

 

ROUSSEAU
Viene collocato tra l’Illuminismo e il Romanticismo. I lumi celebrano la Ragione mentre R. il sentimento, la società borghese esalta le etichette mentre R. ciò che è selvaggio.
Per R. la società illuminata è solo un insieme di uomini artificiali e di passioni fittizie, l’individuo nella società è privo di liberta perche pone la sua vita al centro della dipendenza dagli altri, dai giudizi altrui deriva il sentimento della propria esistenza, generando il male sociale.
Il solo modo per sovrastare questa corruzione  sociale è quella di rifondare la società stessa attraverso la riscoperta della bontà umana nelle sue origini. Per farlo R. non pensa di riportare l’uomo alla condizione di selvaggio, sia xche la società non si puo distruggere sia xche non si puo dimostrare che tutto il bene risiede nella natura e tutto il male nella società. Bisogna riorganizzare quindi la società su basi nuove, una nuova ed. che forma un uomo nuovo.
Locke puntava all’ed. di un giovane ben inserito nella società che non rinuncia alle differenze e ai privilegi di classe, R. invece punta alla formazione di un cittadino che è in grado insieme agli altri di fondare una società basata sulla giustizia e sull’uguaglianza.
Per rendere piu simile lo stato di società a quello di natura si parte dall’ed. dello sviluppo naturale del fanciullo, in cui rispettando l’itinerario educativo e la naturalita dell’uomo si rispettano anche le varie fasi dello sviluppo psicologico dell’allievo (bisogni, interessi, inclinazioni) che ne salvaguardano l’individualità e la libertà.
Da queste basi parte la grande opera di R…

L’EMILIO  un romanzo pedagogico composto tra il 1753-54  e pubblicato nel 1762. E’ strettamente legato alle opere:

La Nuova Eloisa 1761, rinnovamento della vita amorosa e famigliare,
Il Contratto Sociale 1762  che definisce le modalità collettive e politiche.

Il tema fondamentale dell' Emilio consiste nella teorizzazione di un'ed. dell'uomo in quanto tale attraverso un suo ritorno alla natura.
R mette in evidenza i bisogni più profondi del bambino valorizzando le caratteristiche specifiche dell'infanzia in cui il bambino è al centro della riflessione pedagogica.
Alla base di questo romanzo vi è un'accesa polemica contro la pedagogia di quel tempo e R. attua una critica nei confronti dei Gesuiti e dei collegi sostenendo che le tecniche educative da loro attuate sono artificiali e trascurano i veri bisogni dell'essere umano.
Noi nasciamo deboli e abbiamo bisogno di forze, nasciamo sprovvisti di tutto e abbiamo bisogno di assistenza, nasciamo stupidi e abbiamo bisogno di giudizio. Tutto ciò che non abbiamo alla nascita e di cui abbiamo bisogno da grandi, ci è dato dall'ed.
Per gran parte del testo Emilio è davvero poco più che un nome per identificare un percorso pedagogico, compaiono anche altri bambini nelle singole narrazioni e, spesso, una sorta di fanciullo universale, certamente Emilio è l'oggetto del discorso ma il vero protagonista è lo stesso R. nella duplice veste di narratore-pedagogista e di personaggio reale (il maestro). Bisogna scegliere se educare secondo i principi della società (formando un cittadino) o secondo quelli della natura (formando un uomo) dato che è impossibile perseguirli entrambi.
R sceglie l’ed. naturale che dura 25 anni e comincia dalla nascita, periodo fondamentale per la base della crescita e delle conoscenze attraverso la figura iniziale della madre che lo nutre e lo alleva e successivamente del padre (o precettore) che gli dedica l’intera vita.
L’ed. naturale va condotta in mezzo alla natura lontano dalla corruzione della società.
Emilio è un bambino orfano e nobile (il povero diviene uomo da sè), che verrà condotto in una campagna dove maturerà sotto la guida vigile ed attenta del precettore. Il ruolo dell'educatore é quello di ritardare l'apprendimento delle discipline per far vivere al fanciullo la propria infanzia felice.
La formazione dell'uomo naturale, esemplificato in Emilio, si compie attraverso cinque grandi tappe che R. affronta nei cinque libri della sua opera, in cui divide lo sviluppo umano in fasi di cui descrive le modalità caratteristiche nella dimensione cognitiva ed affettiva, anticipando così lo studio della psicologia evolutiva.

Libro I (0-3 anni) enunciazione del gran principio della bontà originaria dell’uomo anche se la crescita del bambino dipende dall’ed. impartita da tre maestri:
- la natura provvede allo sviluppo interno delle nostre capacità e dei nostri organi,
- gli uomini  all’uso che ne facciamo,
- le cose all’acquisizione dell’esperienza e degli oggetti.
Se questi 3 contributi si contraddicono l’alunno sarà educato male, se invece vi è armonia tra loro, l’allievo realizzerà la propria natura e manterrà la propria interiorità dinanzi alla società.

Libro II (3-12 anni) parla dell’apprendimento del linguaggio (secondo R. i bambini parlano ancora prima di parlare, vocalizzi, gesti, mimiche facciali). Il linguaggio infantile non servirà all’Emilio solo  per comunicare, ma anche per rendere partecipi gli altri dei propri pensieri e delle proprie intenzioni.
L’unico modo per favorire la felicita dell’alunno è quello di educarlo a commisurare i suoi desideri con le sue possibilità in modo che percepisca i suoi limiti in maniera naturale.
Non bisogna inculcargli la nostra verita e virtu, ma proteggere il suo cuore dal vizio e la sua intelligenza dall’errore, rispettando le leggi della natura che non insegnano mai il male. L’ed. del precetto si baserà sul cacciare le cattive influenze.

Libro III (12-15 anni) analizza il periodo dell’intelligenza, in cui l’allievo deve essere amministrato dal punto di vista intellettivo, xke all’attività del corpo, che si sta sviluppando, subentra quella dello spirito e della mente che cerca di istruirsi.
Il compito del precettore sarà quello di allenare Emilio a rendersi conto autonomamente del xke i fatti accadono, esaminando cosi ogni oggetto che vede, ed. incentrata sulla soluzione dei problemi.

Libro IV (15-20 anni) In questa fase Emilio impara a ragionare in modo astratto e cambia cosi il suo percorso educativo.
Il precettore evita le occasioni che portano all’insorgere precoce e incontrollato delle passioni e attraverso l’ed. sessuale chiama ogni cosa con il proprio nome, spiegando la differenza dei sessi, visto che chi non conosce il male non conosce nemmeno l’esistenza di ciò che è vergognoso e disonesto.
Emilio sarà preparato ad affrontare la vita amorosa, che avverrà quando lascerà la campagna per andare a Parigi. La sua compagna ideale si chiamerà Sofia e sarà complementare ad esso, e anche se al momento e’ ancora una figura  immaginaria lo aiuta a tenerlo lontano dalle tentazioni. Emilio non verrà educato ad una religione specifica, ma attraverso la propria ragione potrà scegliere quella piu vicina ai suoi valori.
Qui R. inserisce l’esperienza autobiografica della sua fuga da Ginevra e dell’incontro a Torino con un anziano sacerdote che gli insegna i fondamentali principi religiosi.

Libro V Emilio dopo un lungo viaggio a piedi e in compagnia del precettore incontrerà Sofia, figura attraverso cui R. espone la sua concezione sulle donne e sull’ed. femminile, che per la sua versione ancora fortemente maschilista, giudica la donna passiva e debole, con l’unico scopo naturale del matrimonio e della procreazione (scopo dell’ed. femminile).
Emilio resterà separato da lei durante un lungo viaggio di 2 anni, periodo in cui impareranno il valore della fedeltà e il precettore curera’ la formazione democratica di Emilio, affinché divenga un cittadino esemplare. Il viaggio è un concetto fondamentale per la crescita e la conoscenza dell’individuo in cui apprende dai vari popoli, soprattutto in questo caso, dalla povera gente di campagna il vero volto dell’indipendenza e della libertà (richiama il Contratto sociale).
Al rientro dal suo viaggio sposerà Sofia e creerà la sua famiglia con l’arrivo di un figlio.
A questo punto il precettore, ormai grande amico, abbandona l’Emilio dopo essersi assicurato di averlo trasformato da allievo di un tempo ad educatore dei suoi figli.

I Discorsi opera che in gran parte puo essere letta come una riflessione sulla natura dell’uomo, sulle caratteristiche negative della sua condizione sociale e attraverso cui porne rimedio.
Nel primo Discorso descrive le scienze, le arti e le lettere come dei vizi che anziche contribuire alla felicita dell’uomo hanno solamente consolidato la corruzione morale.
Nel secondo Discorso, la proprietà (fondamento della società borghese), indica l’origine della disuguaglianza  e dell’ingiustizia.

 

 

ILLUMINISMO FRANCESE

Il pensiero pedagogico dell’Illuminismo francese è caratterizzato da due eventi storici: 1762 Gesuiti cacciati dalla Francia, 1789 inizio della grande Rivoluzione che modificherà le strutture politiche e sociali.
Intellettuali, politici e amministratori costruiscono un dibattito globale sull’ed., dove vengono messe in discussione l’organizzazione della scuola tradizionale nelle agenzie che la monopolizzano, proponendo cosi nuovi modelli formativi piu coerenti con la religione e la natura.

 

HELVETIUS con l’opera Dello Spirito 1758 stabilisce il rapporto tra ed. e personalità, chiedendo una riforma sociale e politica in grado di assicurare uno sviluppo positivo dell’uomo.
L’ed. deve concentrarsi piu all’esercizio fisico e allo studio della storia, matematica, fisica e della morale sociale, favorendo l’inserimento del giovane nella società.
H. attacca il monopolio educativo della chiesa, che secondo lui è l’ostacolo principale x la riforma dell’ed. e lo Stato deve intervenire contribuendo a rendere la scuola obbligatoria e gratuita per tutti, migliorando cosi anche le condizioni dei poveri.
Il libro attrasse un immediato interesse da parte degli ambienti più progressisti, ma l'autore fu anche perseguitato a causa delle pesanti critiche negative espresse dal Delfino figlio del re Luigi XV, dall'università della Sorbona, dal parlamento di Parigi e dal clero francese.
H. dovette ritrattare per ben tre volte, ma alla fine il suo libro fu pubblicamente bruciato sul rogo.

 

LA CHALOTAIS pubblica nel 1763 Ed. Nazionale o Piano di studio della gioventù per reagire ai difetti dell’ed. tradizionale sull’insegnamento delle virtù morali e politiche e sull’ed. corporea e per l’eccessiva autorità ecclesiastica propone un piano generale di studi fondato sulla natura dello spirito, sui fatti costanti e sui principi della conoscenza umana.
Lo Stato, responsabile di tutti i cittadini indistintamente, dovrebbe evitare di introdurre nell’ed. la diffusione dell’istruzione popolare (colpevoli alcuni ordini religiosi).
Un’ed. pubblica e laica ma non universale perche pericolosa per l’ordine sociale e il suo progresso.

 

ROLLAND non condivide il pensiero di La Chalotais, 1768 Relazione sostiene che l’istruzione deve essere propagata universalmente. Il progresso sociale richiede l’uniformazione dei comportamenti e dei modi di pensiero e l’istruzione è lo strumento essenziale per ottenere questo risultato, ma non tutti possono usufruirne alla stessa maniera poiche le distinzioni naturali devono essere riconosciute.
Dà molta importanza alla formazione dei maestri.

DIDEROT  oltre alla creazione dell’Enciclopedia, nel 1770 redige per Caterina II di Russia  Piano di un’Università per il Governo di Russia una delle prime proposte di riforma del sistema scolastico di base illuministica in cui scuola ed ed. devono salvaguardare la felicità dell’individuo.
D. polemizza sulla scuola tradizionale, avvisando che Classicismo e Verbalismo servono a formare solamente preti, monaci e filosofi, mentre le scuole dovrebbero insegnare tutte le conoscenze che servono ad un cittadino per comprendere la società ed inserirsi in essa.
Quindi scuola obbligatoria statale col criterio di scelta e distribuzione delle discipline dove quelle piu utili vanno collocate nelle scuole inferiori frequentate da tutti, mentre negli studi superiori si inseriscono le altre materie, come le lettere classiche che hanno meno importanza per il vivere sociale.
Le università tradizionali vengono affiancate alle scuole superiori di politica, arte militare, marina ed agricoltura in modo da formare tecnici e professionisti necessari per lo sviluppo della Russia e della Francia.
TURGOT con Memorie al Re 1775 condivide la posizione di Rolland e chiede che vanga istituito un Consiglio della Pubblica Istruzione per diffondere la cultura a tutto il popolo in modo da comprendere gli obblighi verso la società e verso chi li protegge.
Da ciò si deduce la sua intenzione nel voler scolarizzare tutti i cittadini con lo scopo di controllarli politicamente.

 

PERIODO RIVOLUZIONARIO   1789-1795

La difficile situazione della scuola francese durante l’ancien regime è dimostrata  nei documenti ufficiali Cahiers de doleances raccolti dall’aristocrazia, clero e Terzo Stato e portati all’Assemblea degli Stati Generali (convocata nel 1789 prima dello scoppio della Riv. Francese).
Da questa assemblea emerge un quadro disastroso in cui la Francia detiene un elevatissimo analfabetismo (75%) a causa delle pochissime scuole elementari per la maggiore religiose e le Università, anch’esse di stampo religioso che privilegiano la formazione umanistica non coincidente con le necessità della società.
Dinanzi a tale disagio l’ed. popolare non viene vista come un problema prioritario, né tantomeno quello di inserire un’istruzione laica. In questo contesto iniziano i primi progetti di riforma che avanzeranno con successo nella Rivoluzione.
Durante la Riv. vi sono diverse proposte riguardanti il ruolo dell’Ed.:

 

MIRABEAU con i Discorsi appoggia l’istruzione attraverso la scuola statale ed il diritto del cittadino a riceverla, ma nel rispetto della libertà individuale non deve essere né obbligatoria né gratuita e attraverso il controllo sociale permette gli interessi della popolazione piu ricca.

 

TALLEYRAND col Rapporto sull’istruzione pubblica 1791 afferma che la Rivoluzione e la Costituzione non avrebbero alcun senso se l’ed. popolare non favorisca l’uguaglianza, dove la scuola inferiore deve essere gratuita ma non obbligatoria per il rispetto della libertà individuale. Sistema scolastico diviso in :
- Scuole Cantonali - primarie, con catechismo repubblicano,
- Scuole Distrettuali – secondarie,
- Scuole Dipartimentali – specialistiche,
- Ist. Naz. Univ. a Parigi.

 

COSTITUZIONE DEL 1791 stabilisce che verrà creata e organizzata un’istruzione pubblica gratuita e comune a tutti i cittadini.

 

CONDORCET autore del progetto piu completo della riforma scolastica durante la Riv. redige Memorie sull’istruzione pubblica 1791,
Rapporto e progetto del decreto sull’organizzazione generale dell’istruzione pubblica 1792.
Secondo C lo scopo principale dell’ed. è quello di offrire a tutti i cittadini i mezzi x provvedere ai propri bisogni ed esercitare i propri diritti.
La scuola deve limitarsi all’insegnamento fondato sui fatti  e non ospitare opinioni politiche o religiose che aspettano alle famiglie e alle chiese.
Egli in nome dell’uguaglianza è favorevole all’istruzione femminile, importante per ll’armonia della famiglia e l’educazione dei figli.
Il suo progetto presenta 5 gradi di istruzione gratuiti ma non obbligatori:
- Scuola primaria di 4 anni in cui vengono fornite le regole fondamentali x la vita sociale e l’utilizzo dei propri diritti attraverso l’ed. alla lettura, matematica, calcolo, ginnastica e soluzione dei problemi di vita pratica.
- Scuole secondarie (scuole medie) per le famiglie che possono permettersi di far continuare gli studi al figlio anziche farlo lavorare. E’ un istituto tecnico-professionale e si studia matematica, st. naturale, chimica, commercio, sc. soo. e morale.
- Istituti permettono un’istruzione completa in tutti i campi x coloro che vogliono approfondire gli studi e ricopriranno cariche pubbliche.
- Licei (università) approfondimento delle materie insegnate negli istituti che andranno a formare gli studiosi di professione.
- Società Naz delle Scienze e delle Arti che ha il compito di sorvegliare e dirigere le istituzioni culturali, nominando i ruoli dei prof nelle scuole inferiori, tranne in quelle primarie e secondarie che saranno scelti dai municipi e padri di famiglia.

Come l’Ass. Costituente e Legislativa, anche la Convenzione presenta progetti che seguono l’alternarsi dei gruppi politici, vi sono due schieramenti:
Liberali-Moderati Lakanal, Daunou, Sieyes privilegiano un’istruzione statale gratuità a livello di base e non obbligatoria in cui vi è libertà di insegnamento.
Giacobini privilegiano l’istruzione statale laica (con catechismo repubblicano), democratica e gratuita a tutti, non tutti favorevoli all’obbligo.
Lepeletier istruzione obbligatoria 5-12 anni, in istituti di istruzione statali isolati dalle famiglie. Successivamente a Robespierre e ai Giacobini nel 1795 Lakanal propone un nuovo progetto di riforma globale con libertà d’insegnamento ma non gratuite e obbligatorie che proseguirà con la realizzazione del Direttorio:

  • Scuole primarie nei comuni e ridotte di numero.
  • Scuole centrali sostitutive dei collegi.
  • Scuole Speciali superiori fra cui una scuola normale per formare gli insegnanti.
  • Istituto Naz delle Sc. E delle Arti.

 

NAPOLEONE mantiene molti aspetti della politica del Direttorio ma sulla base che la scuola doveva essere uno strumento dello Stato contribuisce ad un maggiore controllo dell’istruzione istituendo presidi, ispettori, esami e uniformità dei programmi.
La scuola elementare viene nuovamente affidata alla chiesa, mentre per quelle medio-superiori viene ripreso il modello umanistico.
Con la continua formazione tecnico-professionale N fa istituire le Scuole Normali Superiori e le scuole militari.

 

ILLUMINISMO ITALIANO

L’Illumisimo ha un suo sviluppo autonomo a Milano nel gruppo intellettuale l’Accademia dei Pugni che tra il 1764-66 pubblica il Caffè un periodico ispirato all’inglese The Spectator, in cui si propone una cultura finalizzata a liberare le menti dal pregiudizio attraverso il lume della Ragione che permette attraverso idee concrete il miglioramento della vita. In questo contesto troviamo:

 

GENOVESI che sosteneva che gli uomini sono quello che sono grazie all’educazione. G. dopo la riforma dei Gesuiti presenta una riforma dell’istruzione che viene bocciata perche troppo ambiziosa e costosa per le casse dello Stato, in cui prevede il coinvolgimento diretto dello Stato per organizzare una scuola elementare gratuita.

 

FILANGIERI sosteneva l’istruzione pubblica in quanto formava il cittadino attraverso leggi ed istituzioni educative che avevano reso grandi Roma e la Grecia.
Propone una scuola pubblica e universale ma divisa in due classi di cittadini.

  • L’Ed. della prima classe o dei Lavoratori gratuita dove i bambini vengono affidati fino a 18 anni ad un custode che gli insegna giusto a leggere, scrivere, fare i conti e attraverso l’ed. morale a renderli degli ottimi lavoratori e cittadini obbedienti.
  • L’Ed. della seconda classe a pagamento, svolta in collegi di Stato ha un livello culturale piu elevato per le classi che detengono il potere e che quindi devono essere in grado di gestirlo attraverso il lume della Ragione. Si studia fino a 19 anni vertice scolastico in cui si apprende l’Ed alla Ragione.
  • Per i poveri con talenti intellettuali verrà istituita una Cassa d’Educazione che pagherà a loro gli studi.

 

ILLUMINISMO  TEDESCO

La diffusione dell’Illuminismo nel mondo tedesco è caratterizzato dagli Stati e dai sovrani che vedono attraverso la riforma dell’ed. la possibilità di rinforzare il proprio potere e organizzare la società in base alle nuove esigenze.
Si afferma inizialmente in Prussia con un moderato obbligo della scuola e pian paino si espande in tutto il regno. L’ed. popolare viene istituita dallo Stato che sostituisce la chiesa, ed ha il compito di formare sudditi piu obbedienti e prepararli a nuove tecniche lavorative.
Ciò avviene attraverso sperimentazioni pedagogiche private o religiose:

Scuole rurali di ROCHOW che attraverso l’opera di Burns 1769 Sul carattere nazionale mediante le scuole popolari, R. estrae 4 elementi fondamentali per la scuola popolare: un buon maestro, buon ordinamento, un edificio adatto e un programma adeguato.
L’obiettivo è di educare i giovani figli di contadini alla razionalità, in modo da produrre piu dignità alle persone e una migliore capacità produttiva.
L’apprendimento della lettura non avviene attraverso la bibbia di famiglia, ma con poesie e letture divertenti.
Lo stesso R. scrive due libri per bambini, tra cui L’amico dei bambini 1776.

 

BASEDOW con i cambiamenti delle istituzioni scolastiche del XVIII sec B. propone un’ed. senza differenze di classe.
Nel 1774 scrive il Manuale elementare e fonda il Philantropinum per futuri maestri e giovani dai 16-18 anni.
Egli prevede un’istituzione elementare in due sezioni parallele:

  • Le grandi scuole gratuite per l’istruzione popolare che alfabetizzano e danno una cultura di base.
  • Le piccole scuole a pagamento per i figli dei borghesi, stessa preparazione delle grandi scuole ma approfondita (scienza, linguistica). Entrambe le scuole preprarano lo studente fino a 14 anni circa, per chi vuole continuare gli studi si iscrive al Gymnasium.

Egli mette in pratica le teorie di Locke e Rousseau.

 

ROMANTICISMO E IDEALISMO

L’800 è l’erede di due grandi rivoluzioni: la Riv. Industriale iniziata a metà del 700 in Inghilterra che portò ad un processo di trasformazione dell’economia e dei rapporti politico-sociali, cambiando la cultura e la visione del mondo occidentale e la Riv. Francese. Queste rivoluzioni e l’età dell’illuminismo aprono nuovi scenari pedagogici.
L’illuminismo aveva posto l’accento sull’istruzione, sulla cultura scientifica, mentre la pedagogia romantica pone il fine dell’educazione nella formazione spirituale dell’uomo, con particolare attenzione all’aspetto morale.
Questa tendenza neo-umanistica, concezione dell’uomo che si richiama a ideali classici, facendo prevalere la formazione della persona nella sua unità alla preparazione tecnico professionale, si opponeva all’enciclopedismo illuministico, proposta da alcune iniziative filantropiche tedesche. L’educazione romantica si preoccupa sì della formazione individuale della persona umana, ma non dimentica, che ciascun uomo con la sua libertà, con la sua individualità, è parte di un ambiente sociale al quale ognuno porta contributo d’elevazione nella misura in cui è onesto, laborioso e perfetto nella sua umanità.
Spesso il Romanticismo si preoccupa maggiormente della formazione individuale, del problema della conciliazione tra la sensibilità e la ragione, ma spesso si occupa anche della dimensione sociale dell’ed. (es.Pestalozzi). Il Romanticismo ha il suo maggiore sviluppo in Germania, dove dopo la metà del 700 movimenti come lo Sturm und Drang e il Neoumanesimo e intellettuali come Kant intrecciano il loro pensiero con la tradizione illumiinista, mentre altri fenomeni culturali, come Rousseau pensano a superarla.
Durante il Romanticismo vi è un rinnovamento del concetto fondamentale di cultura, che non viene inteso come l’insieme delle conoscenze di un individuo ma la piena realizzazione delle potenzialità dell’uomo attraverso l’educazione.

 

FROEBEL
viene definito il Pedagogista del Romanticismo. Discepolo di Pestalozzi soprattutto per averne ereditato l’atteggiamento verso l’infanzia.
La madre morì quando lui aveva 9 mesi, forse fu proprio la mancanza di cure materne nell’infanzia che lo spinse ad interessarsi dell’ed. dei più piccoli.
Una caratteristica di F. è l’amore per la natura (da piccolo lavorò presso un ispettore forestale in cui visse maggiormente a contatto con la natura).
La ped e la didattica di F., era la derivazione di una concezione generale della realtà, che gli veniva suggerita in parte dal sentimento e in parte dalla corrente idealistico-romantica del tempo.
Vedeva la natura e l’uomo come manifestazione dell’Assoluto.
Nell’uomo che è l’espressione più alta della realtà, perché dotato di coscienza, è presente un’energia creatrice simile a quella di Dio.
Lo stesso si può dire per il gioco del bambino, anche questo è l’espressione del suo spirito creativo, l’attività esclusiva e preminente nella quale lo spirito del bambino si manifesta.
L’ed. si compie attraverso varie fasi, ciascuna delle quali condiziona la seguente, ma ognuna è valida e importante per se stessa.
Non si può diventare veri uomini se non si è stati veramente bambini.
Egli creò l’Istituto generale tedesco di ed. una scuola che contava solo 5 alunni, ma che in seguito venne ingrandita, anche se non ebbe lunga durata per difetti amministrativi e per l’ostilità locale.
Lo stesso anno F. creò la prima scuola per Maestre Giardiniere (il paragone tra educatore e giardiniere è stato utilizzato per la prima volta da Pestalozzi).
In seguito F. fece varie esperienze in Svizzera e in Germania (diresse un orfanotrofio a Burgdorf), e nel frattempo pubblicò la sua opera più importante L’ed. dell’uomo 1826. Nel 1837 approfondisce le ricerche di Pestalozzi dell’età 0-6 anni, distinguendo l’educazione di questa età da quella successiva, la fanciullezza, che al prevalere del momento espressivo dell’infanzia si sostituisce quello dell’interiorizzazione.
L’ed. trapassa in istruzione, gli oggetti di tale istruzione sono: la persona, Dio e la natura.
Dà vita al primo istituto di ed. per bambini, che nel 1840 avrebbero chiamato KindergartenGiardino d’infanzia”, col termine giardino voleva alludere alla natura e alle cure del giardiniere. Nel Giardino d’infanzia il posto preminente è dato al fare attraverso l’azione del bambino che è il gioco, accompagnato dal canto, disegno, costruzioni e giardinaggio.
Nel gioco il bambino dovrà avere qualcosa da usare che corrisponda alla psicologia del bambino e che ne sviluppi le forze nascoste educandole; nascono così i doni, oggetti appositamente studiati come strumenti didattici. Il primo dono è la palla, il giocattolo più elementare, che si presta a tutti gli esercizi, questi potranno essere accompagnati da filastrocche, canzoncine, poesie.
Il secondo dono è costituito da una sfera, un cubo e un cilindro di legno. Nel dono precedente si dava importanza al colore, qui alla forma. La sfera rappresenta la forma più perfetta e più mobile. Il cubo suggerisce l’idea della stasi, della quiete, mentre il cilindro è la forma intermedia, la sintesi dei primi due.
Il terzo dono è ancora il cubo, ma diviso in otto cubetti raccolti in una scatola, attraverso il quale (separando e unendo), il bambino afferra l’idea dell’unità e della pluralità.
Il materiale da costruzione, diventerà più ricco nel quarto dono (cubo diviso in otto mattoncini) e nel quinto dono (cubo diviso in modo da ottenere cubetti e prismi), nel sesto dono il cubo grande è composto di mattoncini interi e divisi a metà.
Tutto questo materiale è adatto a fornire l’intuizione delle forme geometriche e del numero, ma si presta anche ad un’infinità di combinazioni di giochi, di esercizi linguistici secondo regole prestabilite. Ancora oggi parecchi giochi in uso per i bambini sono materiale Froebel (scatole per costruzioni, perline da infilare…).
Nel 1851, la Prussia decretò la chiusura dei Giardini d’infanzia, perché impostati su di un’educazione “atea” e “socialista”.
F. morì nel 1852 ma la sua istituzione sopravvisse a lungo e si diffuse in Europa e in America. In Germania i Kindergarten vennero riaperti dopo il 1860. In Italia il froebelismo godette di particolare favore dopo l’unità, ma si andò gradualmente sostituendo al metodo aportiano.

 

PESTALOZZI
pedagogista svizzero, nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana e allevato dalla madre e dalla governante, studia al Collegio di Zurigo con ottimi risultati e nel frattempo fa parte di una società segreta per abolire l’ancien regime.
Nel 1768 Neuhof  una fattoria costruita nei suoi terreni che fallisce dopo un paio di anni e la trasforma in una colonia agricola per orfani e trovatelli dove impartisce un’educazione elementare: leggere, scrivere, fare i conti e contemporaneamente li avvia al lavoro e all’istruzione.
Ma la mancanza di esperienza e organizzazione lo conducono nel 1779 ad un nuovo fallimento che per la delusione lo porterà ad un lungo periodo di meditazione ed impegno socio-pedagogico, in cui scrive
- Veglia di un solitario 1780, dove descrive la felicità dell’uomo solo attraverso il superamento dell’egoismo individuale basando i rapporti su fede e amore.
- Leonardo e Gertrude 1781, romanzo pedagogico in 4 libri. Descrive la situazione di un villaggio immaginario vessato dall’egoismo di alcuni, specie del podestà Hummel, e il tentativo prima del muratore Leonardo e di sua moglie Gertrude, di migliorare la vita del popolo ribellandosi alle sopraffazioni. Gertrude convince così il parroco ed il feudatario a sostenere gli oppressi grazie all’istruzione.
Riescono a fare allontanare il podestà e nel villaggio viene creata una scuola basata sull’ istruzione elementare e sul lavoro. Il villaggio diventa un esempio di un nuovo ordine sociale basato sull’autogoverno e sul decentramento. Il maestro Gluphi dirige la scuola professionale a tempo pieno ove impartisce un’ed. integrale, contraria al verbalismo, fondata sulle regole del comportamento sociale (disciplina, ordine, igiene, dignità personale).
Diversamente da Rousseau, i personaggi positivi di P., sono all’interno di un villaggio corrotto, non al riparo, in campagna.
- Sulla Legislazione e l’infanticidio 1783, un atto d’accusa verso l’indifferenza delle leggi che portano tra poverta, prostituzione ed altro a questi delitti.
Con l’istituzione della Repubblica Elvetica viene chiamato nel 1798 alla direzione dell’ Orfanotrofio di Stans in cui assiste ed istruisce i ragazzi vittime delle guerre in Svizzera.
Nel 1799 ottiene un posto da insegnante a Burgdorf in cui sperimenta il suo metodo che lo porta alla notorietà in Europa.
Da questa esperienza scrive:

  • Il metodo
  • l’ABC dell’intuizione,
  • Il libro delle madri  
  • Come Geltrude istruisce i suoi figli mette in luce l’importanza della donna come persona ed educatrice, insistendo sul fatto che la madre è il modello pedagogico per eccellenza, sia per la sua sensibilità nell’insegnare ai figli, sia per la semplicità in cui lo fa. Quindi l’insegnamento deve partite dal nucleo familiare per poi concatenarsi in maniera graduale alla scuola.

Nel 1805 fonda un nuovo istituto a Yverdon che diviene il modello delle moderne scuole elementari, dove l’Intuizione, che è lo sviluppo principale della conoscenza umana si manifesta nella:
forma la scrittura si apprende dal disegno,
numero calcolo matematico,
parola la lingua si apprende dall’intuizione sonora del canto.
P. intende l’ed. come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita.
Secondo il suo metodo, giunto a buon fine nella sua scuola a Yverdon, i bambini invece di occuparsi dei ragionamenti e degli ideali dovrebbero essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e dovrebbero essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono posti di fronte.
Riferendosi essenzialmente a Rousseau, riconosceva anch’esso le immutabili leggi della natura, rinnegando ogni azione repressiva ed ogni punizione. Quest’ultima, secondo lui poteva solo aggravare il male, quindi egli si richiama all’amore materno e ad un rapporto fondato sulla bontà. Riteneva di fondamentale importanza il tendere a tener vivo lo stimolo ad apprendere, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà.
Accanto a questa didattica puerocentrica e concreta c’era l’interesse per la ginnastica, importante per il corpo che per la morale che se ne ricava. Altrettanto diceva della musica, per l’efficacia che possiede nel far nascere ed alimentare i più elevati sentimenti di cui l’uomo sia capace. P. si proponeva un’ed. sia del corpo che della mente, perché affermava che tutte le facoltà umane dovevano venir trattate con la medesima attenzione in modo che nessuna predominasse sulle altre.
Il fine di questo ragionamento era la preparazione dell’individuo all’uso libero ed integrale di tutte le facoltà x diventare utile alla società. Le tre dimensioni/forze dell’uomo:
Mente intellettuale,
Cuore l’energia morale si esprime nella fede religiosa, senso estetico e fratellanza,
Mano tecnica-professionale.
HERBART
Herbart nasce in Germania nel 1776. Insegnò diversi anni in Svizzera, dove s’interessò al lavoro di Pestalozzi.
H. può essere considerato un pedagogista sperimentale, oppositore dell’idealismo in nome del “realismo”.
Egli ritiene che la pratica educativa debba essere sempre sostenuta da un adeguato supporto teorico e definisce la pedagogia come scienza dell’educazione che deve i suoi contributi sia all’estetica sia alla psicologia.
La psicologia è subordinata all’estetica e ha il compito fornire i mezzi per la concreta attuazione del processo pedagogico.
L’estetica ha invece la funzione di indicare il fine da realizzare nell’educazione.
Compito dell’educazione è lo sviluppo di una personalità che tenga conto dei seguenti valori morali derivati dall’estetica: idea della libertà interiore, della perfezione, del diritto, della benevolenza, dell’equità. L’interesse per la psicologia lo portò a scrivere un Manuale di psicologia e La psicologia come scienza.
Il bambino viene al mondo preda di impulsi che ostacolano il suo perfezionamento morale, compito dell’educatore è quello di mettere freno a questi impulsi.
L’apprendimento morale si apprende con l’istruzione e non con l’esperienza. E’ necessaria un’ “istruzione educativa” e la lezione deve svolgersi per gradi:

  • Chiarezza,
  • Associazione il maestro deve richiamare le informazioni già possedute,
  • Sistemazione le nuove informazioni vengono presentate con ordine e sintetizzate,
  • Metodo non solo esercizi formali ma anche attività pratiche e lavoro.

 

RISORGIMENTO ITALIANO

Il Risorgimento italiano si ispira al Romanticismo e alla tradizione del pensiero religioso, ma il cattolicesimo da una parte si schiera contro e dall’altra promuove progetti di rinnovamento per la chiesa che porteranno maggiori contributi alla pedagogia cattolica in età risorgimentale. I maggiori esponenti sia laici che ecclesiastici rispettano la fede della chiesa ma sono aperti ad una maggiore cultura educativa.

 

ROSMINI nato nel 1797 laureato in teologia e diritto canonico. R. sostiene un’ed. in chiave religiosa dato che la conoscenza e l’amore di Dio costituiscono la parte essenziale dell’ed, mentre l’amore per le altre cose hanno solo un aspetto secondario.
I fini dell’ed. si realizzano attraverso il metodo, che egli spiega nell’opera Del principio supremo della metodica, dove il principio è la legge della gradazione, secondo la quale si passa da ciò che si conosce a ciò che non si conosce attraverso il naturale sviluppo della conoscenza. Quindi bisogna procedere dall’universale al particolare, dalla sintesi all’analisi.
R. è contro il dominio dello Stato riguardo al controllo del pensiero e al monopolio della cultura e dell’ed., ed è a favore della libertà di insegnamento, diritto di colui che non insegna l’Errore, riferendosi alla chiesa come la prima interprete della Verità.

 

CAPPONI nato nel 1792. Scrive Pensieri sull’ed. in cui critica i Gesuiti, Rousseau e il metodismo che pretende di modellare l’allievo anziché lasciarlo sviluppare autonomamente con l’autoeducazione, compito che non puo essere svolto da un maestro, dato che è qualcosa che trascende l’individuo, infatti il pensiero di C. non è legato all’ed. individuale, ma attraverso essa trovare la possibilità di trasformare la società. Ciò si realizza attraverso il pensiero dominatore, che deve risiedere all’infuori di noi e lo si puo trovare solo attraverso la religione, sola ed unica educatrice. Con ciò C. non intende esaltare l’ed. della chiesa, ma interiorizzare il pensiero dominatore del cristianesimo, principio che non intende sminuire la virilità dell’uomo. C. critica le eccessive attenzioni verso l’allievo, è contro il puerocentrismo e l’adultizzazione, i bambini vanno trattati da bambini, educati attraverso l’esempio e l’emulazione dai genitori che hanno il diritto naturale a crescerli a modo proprio.

 

PROBLEMA DELL’ED. POPOLARE

La cultura del Risorgimento italiano discusse il problema dell’ed. popolare. I liberali e i democratici erano per la diffusione di scuole di mutuo insegnamento, gli aristocratici finanziavano la creazione di molti istituti,  i sacerdoti si mettevano anche contro la chiesa, che li boicottava, per il loro istinto missionario  alla creazione di scuole popolari.
In questo periodo tutti i grandi teorici dell’ed. riscontrano nell’ed. popolare un nuovo scenario pedagogico, tra questi:

 

MAZZINI non ha composto opere strettamente pedagogiche, ma il suo pensiero politico sul valore dell’ideale della nazione è il prodotto di un processo educativo.
L’ed. nella sua concezione etico-religiosa giustifica sia l’educabilità dell’uomo sia l’elevazione morale e politica dell’uomo, dato che senza un’ed. nazionale, moralmente non esisterebbe la nazione.
Secondo M. l’ed. come la politica deve incentrarsi nella religione, perche la fede è l’unica possibilità per l’uomo anche se non è ancora educato. Attraverso l’ed. non si va a creare nell’allievo cio che in lui non esiste, ma porta fuori tutto quello che c’è già al suo interno.
Egli definisce  l’emancipazione politica e l’ed. popolare un progresso democratico e rivoluzionario.

 

APORTI  è una delle figure più importanti della storia della scuola dell’800. Fu un uomo di solidi principi e di grande carità.
Con l’avvento dell’era industriale si faceva sempre più pressante in Europa il bisogno di istituti per l’infanzia che custodissero i bambini degli operai e dessero loro una prima ed. ma in molti casi ci si limitava ad istituire delle sale di custodia e non veri e propri istituti educativi.
I primi maestri di A. furono sacerdoti, forse per questo continuò i suoi studi in seminario divenendo sacerdote. Insegnò presso il seminario di Cremona ed ebbe la direzione delle scuole elementari dove si rese conto che i bambini del popolo che accedevano alle scuole elementari erano assolutamente impreparati per poter approfittare dell’istruzione che veniva impartita.
Il primo asilo fu istituito nel 1828 a Cremona (che precedette di un decennio il Giardino d’infanzia froebeliano), era a pagamento ed ebbe l’approvazione del governo l’anno dopo.
Subito dopo A. si impegna per i bambini delle famiglie povere, aprendo un asilo d’infanzia gratuito che sottragga i fanciulli poveri, dai tre ai sei anni, all’ignoranza e all’indigenza.
La permanenza dei bambini all’asilo dura dalle otto del mattino alle cinque pomeridiane, si fanno già esercizi preliminari per leggere e scrivere.
Si cura l’ed. fisica con molti esercizi ginnici che abituano il corpo ad eseguire movimenti regolari e simultanei, l’ed. intellettuale che è la più trascurata, perché si crede che i bambini prima dei sei anni siano incapaci di applicarsi intellettualmente, l’ed. morale in cui il bambino deve essere protetto dai cattivi esempi e l’ed. religiosa per imparare le preghiere non in latino ma in italiano.
Il principale scritto pedagogico di A. è il Manuale di ed. e ammaestramento per le scuole infantili 1833, che si divide in due parti, la prima tratta l’ed. infantile in generale denunciando gli errori relativi all’ed, la seconda tratta le materie ei metodi di ammaestramento.
Le istituzioni aportiane si diffusero in tutta Italia, tranne nello Stato Pontificio, proibiti nel 1837 a causa di timori e pregiudizi infondati.
Vi era una polemica tra aportiani e froebeliani su quale dei due fosse il metodo migliore. Il vantaggio di F. su A. è la concezione del gioco e il posto dato alle attività di carattere estetico.
Il limite di A. è il tenere in scarsa considerazione le attività spontanee dell’infanzia e l’eccedere nello scolasticismo; l’aver concepito l’asilo in funzione della scuola elementare è il suo merito perché capì che l’educazione andava per tempo, soprattutto i bambini delle classi più misere, ma insieme il suo limite perché non considerò l’asilo come un istituto a sé, destinato a un’età con caratteristiche proprie fondamentalmente diverse da quelle dell’età scolastica. Le statistiche del primo novecento indicavano che l’ed infantile era generalmente affidata ad istituti in cui si adottava il metodo misto di A. e F. ambedue corretti. L’Aporti, non si è limitato a istituire la scuola per l’infanzia, ma s’interessò dell’istruzione elementare dei contadini e progettò un Istituto tecnico agrario di modernissima concezione.

 

DON BOSCO All’età 14 anni sente l’aspirazione alla vocazione educativa e sacerdotale.
Nel primo oratorio ospita 800 giovani, che con l’aiuto di don Rua e Cagliero, fonda la Congregazione Salesiana.
Il termine “Salesiano” deriva dal nome del santo cui Don Bosco era molto devoto: S. Francesco di Sales.
Le caratteristiche principali di questa congregazione erano la “carità”e la “bontà”, di cui aveva fatto esempio proprio quel santo durante la sua vita.
Tutti i salesiani hanno la vocazione del donare e dedicare la propria vita agli altri.
Per il suo bisogno di concretezza può essere avvicinato ai protagonisti del positivismo pedagogico, mentre per il suo desiderio di carità, di aiuto ai fratelli più deboli rientra nell’ambito del Cristianesimo.
Il suo sistema educativo consiste nel lasciare ai giovani la libertà di fare le cose che preferiscono, poiché, ognuno fa con piacere quello che sa fare.
Utilizza il sistema preventivo per far conoscere i regolamenti dell’istituto e poi sorvegliare in modo che gli allievi abbiano sempre puntato l’occhio vigile del direttore o degli assistenti, come padri amorosi che servono da guida ad ogni evento, diano consigli utili, mettendo gli allievi nella possibilità di non commettere errori. L’amore costituisce il cuore del metodo di Don Bosco predicando amorevolezza paterna che lega educatori e allievi.
La figura dell’assistente, deve essere quella di una guida che mette gli allievi alla prova, in modo che non si possano scusare dicendo di non sapere ciò che fosse stato loro comandato o proibito: una presenza paterna e fraterna.
L’ed. secondo lui è la grande arte di formare gli uomini affinché diventino utili cittadini e buoni cristiani, con lo scopo di formarli civilmente, fisicamente e moralmente. Il lavoro è mezzo e fine dell’educazione e serve all’elevazione educativa e sociale del popolo.

 

POSITIVISMO

Indirizzo filosofico della seconda metà dell’800 basato sulla conoscenza scientifica e sperimentale, concepita come l’ unica forma legittima di conoscenza della realtà.
La parola “positivismo” fu utilizzata per la prima volta per indicare la caratteristica propria del sapere scientifico, inteso come un sapere “positivo” rivolto alla realtà effettiva (in contrapposizione alle leggi romantiche), e valido perché verificabile sperimentalmente.
Il positivismo costituisce una prospettiva globale che guarda con ottimismo ai grandi mutamenti culturali in atto nella società europea e negli Stati Uniti, entrati nella fase dell’ industrializzazione.
In questo periodo la Pedagogia comincia ad essere considerata una scienza propria, allontanandosi dalla prospettiva filosofica che l’aveva sempre contrassegnata. L’ed. diviene il risultato degli influssi ambientali ed ereditari (conseguenza delle teorie evoluzionistiche).
L’ambiente porta a due conseguenze sul piano pedagogico, una positiva nel volere che il bimbo si educhi attraverso l’esperienza, una negativa in cui si sopravvaluta l’influenza della famiglia e della scuola, considerate “matrici” della personalità dell’uomo futuro.
Nell’insegnamento le materie scientifiche prevalgono su quelle umanistiche, definite da Spencer come un “bisogno di lusso”.

 

- FRANCIAil pensiero positivista si diffonde alla fine del periodo napoleonico ed è caratterizzato dall’espansione del sapere scientifico e dal decollo industriale.
In questo contesto viene usato per la prima volta il termine “positivo” da Saint-Simon dando poi origine al nome del movimento.
Il positivismo sociale, che risente della tradizione illuministica si orienta a risolvere i problemi sociali della riv. industriale attraverso una nuova visione della scienza e della tecnica.
In questo contesto l’educatore dovrà sviluppare le condizioni per realizzare una nuova società senza trascurare la felicità dell’individuo.

SAIINT-SIMON dopo una vita piuttosto  avventurosa che lo vede combattere nella guerra di Indipendenza americana, pubblica nel 1823 l'opera Il catechismo degli industriali e 2 anni dopo Il nuovo cristianesimo, che diventano dei punti di riferimento per molti pedagogisti. S. immagina un rinnovamento radicale della società, promosso da industriali, scienziati e tecnici, questi ultimi in grado di progettare una società equa e razionale, hanno il compito di educare le masse, al fine di rendere tutti partecipi del progresso e allo stesso tempo di  superare le disuguaglianze sociali. L'ed. diventa un diritto di tutti per una piena emancipazione umana. S. tenta di conciliare l'espansione della borghesia capitalistica con la giustizia sociale. Marx definirà tale tentativo "socialismo utopistico" perché l'emancipazione delle classi subalterne e la giustizia sociale non può avvenire solo con la diffusione dell' istruzione di massa, ma soprattutto attraverso opportune lotte per l'abbattimento della borghesia e alla formazione di una società senza classi.

 

COMTE Autore del Corso di filosofia positiva 1842, discepolo di Saint-Simon, è uno degli esponenti principali del positivismo francese, attribuendogli anche il merito di avere fondato la sociologia come scienza. C. è ottimista rispetto alla possibilità di poter giungere un giorno ad una società coesa e solidale, razionale e funzionale.
La storia dell'uomo, in un continuo progresso, ha attraversato tre fasi principali, legge dei tre stadi:
- lo stadio teologico, dove l'uomo tenta di spiegarsi i misteri della natura attraverso la credenza in divinità o esseri superiori (infanzia dell'umanità)
- lo stadio metafisico, dove le divinità antropomorfe vengono sostituite da alcuni principi filosofici astratti come la "natura", la "ragione" ecc.. (adolescenza dell'umanità);
- lo stadio positivo, l'umanità abbandona la ricerca del "perché" dei fenomeni e si dedica al "come" essi avvengono, cercando di scoprirne le leggi scientifiche che li regolano. (età adulta dell'umanità alla quale tendere).
C. indica un curricolo scolastico ideale di educazione permanente:
fino ai 7 anni, il bambino è affidato alla madre (che per C. dovrebbe essere libera dal lavoro extra-domestico per dedicarsi totalmente alla famiglia);
da 7-14 anni (presentazione), si ha la prima fase di istruzione pubblica, con l'apprendimento degli elementi di base della cultura;
da 14-21 anni (iniziazione), il fanciullo deve lanciarsi nell'apprendimento di un’ampia massa di nozioni, ad un sapere enciclopedico;
dopo i 21 anni, si ha l'ammissione agli studi universitari (ammissione), dove si apprendono le conoscenze pratiche della professione scelta, che intraprenderà a 28 anni facendo il suo ingresso nel mondo produttivo (destinazione) in qui vi è un interscambio tra società e individuo che dura per tutta la vita.

 

DURKHEIM professore di filosofia alla Sorbona di Parigi, scrisse importanti trattati di sociologia come:

La divisione del lavoro sociale,
Il suicidio,
Le regole del metodo sociologico.

Come pedagogista egli si soffermò soprattutto sul problema del rapporto individuo-società e sul ruolo che la pedagogia svolge nella socializzazione. Fu autore di alcuni trattati socio-pedagogici Pedagogia e Società e storico-pedagogici L'evoluzione pedagogica in Francia.
Per D. la società imprime con forza la propria impronta sull'ed. dell' individuo, essa si serve della pedagogia per riprodurre i valori e la condizione stessa della propria sopravvivenza.
Il compito dell'ed. è di "socializzare" la nuova generazione e per fare questo gli insegnanti devono apprendere prima i principi fondamentali della sociologia per poi dedicarsi a questo importante compito.
Le società in crisi tendono a sviluppare teorie pedagogiche utopistiche, mentre i sistemi sociali stabili, dotati di una forte coesione interna, si dedicano soprattutto al miglioramento delle tecniche educative.
Il fallimento del processo di socializzazione porta l'individuo all'anomia, una condizione in cui le norme della società non vengono trasmesse, e l' individuo si trova in balia di se stesso, senza guide normative.
Ne "Il suicidio", D. attraverso un'analisi condotta sui dati statistici disponibili sul fenomeno dei suicidi, mostra come l'anomia è una delle principali cause che portano a questo tragico fenomeno.
In questo senso dunque, la scuola e l' insegnante sono investiti di un compito importantissimo: preservare mediante la trasmissione delle norme morali e delle conoscenze l'ordine e il benessere sociale, cosi da scongiurare l'anomia e le sue conseguenze.

 

- INGHILTERRA a seguito della Riv. Industriale a metà del 700 nascono problemi sociali e scolastici che vanno dalla formazione tecnico-scientifica della classe dirigente all’ed. popolare e all’assistenza dell’infanzia.
I primi pensatori della modernità a ipotizzarle scuole popolari aperte a tutti a metà del 700 sono:
Locke per le classi dirigenti ed. privata del Gentlemen e per i poveri la creazione delle Working Schools.
Smith istituzione delle scuole per tutti.

Ai primi dell’800 saranno BellLancaster a realizzare scuole popolari basate sul mutuo insegnamento.
Il sistema permette l'accesso al dialogo didattico anche ai bambini che vengono lasciati soli quando la madre, col progredire dell' industrializzazione, diviene forza lavoro.
Scuole di mutuo insegnamento nascono in tutta Europa, Italia compresa, rappresentando l'emblema di una vasta battaglia per l'ed. popolare.

 

OWEN è stato tra coloro che chiesero ai governi l' istituzione delle scuole popolari e concrete riforme a sostegno delle madri lavoratrici.
Secondo lui l’ambiente in cui il soggetto vive e le circostanze con cui viene a contatto condizionano la formazione della sua personalità, quindi occorre che tale condizionamento avvenga in positivo con la trasformazione dell’intera società.
Le condizioni ambientali determinano in modo decisivo la vita morale, culturale e materiale degli individui. Per questo motivo O. ritiene indispensabile lavorare affinché queste condizioni siano ideali per un condizionamento positivo.
Il suo modello pedagogico prevede scuole e officine affiancate le une alle altre, cosi da avere un notevole influsso sullo sviluppo dell'ed. socialista.
O. mette in pratica le sue idee creando nel 1816 a New Lanark in Scozia l'Istituto per la formazione del carattere, promuovendo condizioni di lavoro più umane e istituendo una scuola inizialmente per i figli dei suoi operai e successivamente a tutti i giovani della contea (leggere, scrivere, fare di conto), si sperimenta anche una pedagogia dell' infanzia molto precoce, cercando di anticipare i disagi che il capitalismo industriale provocava già in età infantile.
O. è tra i primi in Europa, dopo Oberlin, a fondare scuole per l’ed. dell’infanzia, organizzati in un nido per i piu piccoli e in una sala di studio per i bambini da 4-6 anni, non offrendo quindi solo un asilo o una custodia, ma anche un’ed. e un’istruzione ai bambini che a causa della situazione sociale difficile non hanno la possibilità di una scolarizzazione successiva.

 

SPENCER ebbe un influsso profondissimo sullo sviluppo della pedagogia e delle scienze umane. Fu filosofo, psicologo, pedagogista e sociologo.
Nel suo testo Ed. intellettuale, morale e fisica, coerentemente con i principi della civiltà positivista e con la mentalità tecnico-industriale, pone l'utile al centro dell'ed.
Egli suddivide gerarchicamente in ordine di importanza decrescente gli insegnamenti in attività che:

- servono direttamente alla conservazione della vita (attività fisica,fisiologia,igiene);
- servono indirettamente alla conservazione della vita (matematica, fisica, biologia, scienze sociali);
- hanno per scopo l'allevamento e la felicità della prole (sc. pedagogiche);
- hanno per scopo il mantenimento dei corretti rapporti socio-politici (storia e sociologia descrittiva);
- attività che riempiono il tempo libero e possono soddisfare i propri gusti e sentimenti.

Le discipline estetico-letterarie vengono considerate delle attività ricreative e non fondamentali per l'esistenza.
L'ed. fisica deve essere curata lasciando che agisca il principio di evoluzione e adattamento naturale.
Esporre il corpo all'ambiente e rafforzarlo con esercizi ginnici, prepara l' individuo non solo intellettualmente ma anche fisicamente alle difficoltà della vita, l’uomo adulto deve essere in grado di curare tanto la mente quanto il corpo.
Anche l'ed. morale si ispira al principio dell'utilità (tipico di Rousseau), in cui bisogna lasciare il bambino libero di agire e di sopportare le conseguenze naturali dei suoi gesti, intervenendo solo se queste conseguenze mettono in pericolo la sua incolumità.
Dunque il controllo degli insegnanti non deve essere troppo coercitivo, in quanto pregiudicherebbe l'adeguamento all'ambiente reale e quindi l'evoluzione naturale.
Il concetto di evoluzione naturale, di ispirazione darwiniana è fondamentale in S. in quanto è convinto che lo sviluppo dell' individuo ripeta lo sviluppo della specie.

 

- ITALIAIl pensiero positivista si andò affermando dopo la ricostruzione unitaria del paese. Nel campo scolastico e pedagogico, i positivisti italiani si preoccuparono di diffondere e difendere la scuola laica e di formare attraverso essa dei cittadini devoti allo Stato.
Molti di loro ebbero intenti democratici, si rivolsero alle classi disagiate per risolvere la piaga dell’analfabetismo.
Il Positivismo si afferma in questo contesto come tentativo di consentire alla cultura di affrontare in modo realistico i problemi che assillano la nostra società, anche se per molti teorici questo rappresenta solo un metodo e non una soluzione. 

 

CATTANEO e’ il precursore del Pos. italiano il quale applica alla soluzione del problema educativo italiano i princìpi del Pos. proponendo alcuni interventi riguardanti la diffusione dell’istruzione tecnico-professionale di base offerta a tutti, in quanto la scuola ha un alto valore civile e sociale.
C. mette in luce i limiti della legge Casati come l’accentramento burocratico e la scarsa attenzione alla formazione civica.

 

DE SANCTIS che è favorevole alla diffusione della scuola elementare, ad un’alfabetizzazione culturale estesa a tutti i cittadini e ad una modifica di molti aspetti della legge Casati.
E’ inoltre sostenitore di un insegnamento basato sulla concretezza e sui valori morali e civili impartiti per mezzo di una didattica che faccia leva sull’interesse.

 

ANGIULLI è il fondatore del Pos pedagogico italiano, ed e’ convinto della necessità e dell’urgenza dell’educazione popolare che inserisce nel contesto più ampio della “questione sociale”.
Lo Stato deve assumersi il compito di educare i cittadini con criteri di scientificità e di laicità, per farli giungere al possesso di una condotta morale corretta che si identifica con la coscienza della solidarietà sociale.

 

ARDIGO’ è il maggior positivista italiano e si rifà ai principi metodologici di Spencer. Fu prima sacerdote, poi si convertì al naturalismo e all’ateismo. In quell’epoca era incompatibile seguire i progressi della scienza ed essere nello stesso tempo credenti fedeli alla Chiesa.
Afferma che la pedagogia deve essere scienza dell’ed, ritenendo che la formazione debba essere anzitutto studiata come “fatto naturale”che si realizza all’interno di matrici sociali come la famiglia o la scuola che influenzano variamente lo sviluppo della persona.
L’ed. scientifica richiede il rapporto tra tre momenti: attività, esercizio, abitudine e si basa sul metodo intuitivo: in cui l’alunno apprende per esperienza propria e non si basa solo sulle parole del maestro.
L’intuizione può essere diretta o indiretta e l’intuizione diretta può essere a sua volta naturale o artificiale.
Quella naturale: viene dall’ambiente geografico in cui viviamo.
Quella artificiale: si può avere riguardo molti oggetti. Per mezzo di essa c’è consentito di giovarci di tutta l’esperienza che hanno fatto gli uomini nella loro evoluzione e che noi non potremmo ripetere singolarmente, perché sarebbe un cammino troppo lungo.
Quest’intuizione si esercita nella scuola, in cui si fanno esperienze dirette dei fenomeni naturali che vengono poi riprodotti su scala ridotta per mezzo dell’esperimento.
Intuizione indiretta: si usa quando si tratta d’oggetti dei quali non si può avere esperienza (perché troppo grandi o piccoli o astratti); occorrono allora immagini, rappresentazioni schematiche, grafici, simboli.

 

GABELLI figura fondamentale per la creazione della scuola elementare in Italia, concretizza nell’azione scolastica i princìpi del Pos.
Scrisse Il metodo d’insegnamento nella scuola elementare.
La sua ped è ispirata alla vita pratica e al buon senso. Vede nella religione uno strumento insostituibile di controllo della massa popolare, ma va comunque estesa a tutte le scuole come insegnamento purché limitata alla morale evangelica.
Anche se a favore dell’alfabetizzazione in una scuola laica, statale e obbligatoria, non è a favore di una scuola per tutti a tutti i gradi, in cui l’istruzione classica va riservata solo ai figli dei benestanti colti.
L’ed. deve preparare i giovani ad affrontare e risolvere i problemi dell’ambiente storico-sociale in cui crescono.
G. sostiene che il compito della scuola sia di formare teste, perché si profila un’epoca nuova in cui ciascuno deve essere fornito di proprie capacità di giudizio, di conseguenza non è importante il numero di nozioni che la scuola può dare, ma la formazione della mente e del carattere, l’abitudine di pensare da sé, perché pensare bene è agire bene.
La scuola deve tenere conto degli interessi del fanciullo, delle sue esperienze fuori dall’ambito scolastico, per collegarsi ad esse e stimolare la curiosità e l’attenzione.
Vi è quindi un nuovo concetto di disciplina, non più imposta, ma ottenuta spontaneamente dalla partecipazione dei fanciulli alla vita scolastica; questa si ottiene in virtù delle doti del maestro che dev’essere in grado di esercitare un certo fascino sull’animo del ragazzo.
Altri esponenti del Pos italiano: Siciliani, De Dominicis e Villari riflettono variamente le stesse tendenze ed idee sopra accennate.

 

 

ATTIVISMO PEDAGOGICO

L’att è un movimento ped importante, nasce tra 800-900 e rappresenta un forte innovamento educativo nella scuola.
L’influenza storico-culturale e l’estensione dei regimi democratici hanno provocato la sensibilizzazione sull’importanza dell’ed. e l’estensione dell’obbligatorietà (primi anni della scuola primaria).
Una grossa novità sta nel fatto che i problemi educativi non sono più solo discussi ma sperimentati.
All’att sono state attribuite numerose definizioni:

Claparede l’ha definito come un’ed funzionale,
Cousinet, padre storico dell’att, l’ha definito come una nuova ed. centrata sui bisogni del bambino, che sposta il centro di interesse dai contenuti e dai programmi al soggetto stesso.

L’innovazione che si ha in questo periodo è la centralità riconosciuta al fanciullo; il puerocentrismo sarà uno dei temi portanti su cui si fonda l’att e che comporterà una maggior importanza verso l’infanzia e favorirà un’ed. che riconosce e parte dai bisogni del bambino.
L’att si farà promotore di scuole nuove (attive o progressive, nome coniato 1917 da Bovet), di un nuovo modo di intendere l’ed. e di nuovi metodi ed approcci.
Ogni pedagogista darà i propri contributi ma ciò che li accomuna è un nuovo modo di organizzare e di fare scuola che sappia leggere i bisogni del bambino e che crei un ambiente per favorirgli una crescita il più possibile armonica e uno sviluppo integrale della personalità del soggetto.
Un carattere dell’att è che, oltre a non trasmettere conoscenze fini a se stesse pone maggiore attenzione al rapporto tra pensiero ed azione.
Nasce un nuovo modo di intendere il rapporto tra docenti ed alunni.
Le tappe ufficiali:
1899 Ferriere fonda a Ginevra l’Ufficio Internazionale delle suole nuove, 1912 sempre a Ginevra Claparede e Bovet fondano l’Istituto superiore delle sc. dell’ed. di Rousseau
1921 nasce la Lega Internazionale per l’ed. nuova.

Le scuole nuove si sviluppano in Europa e in America.
- RUSSIA

TOLSTOJ uno dei piu grandi scrittori russi dell’800 fonda nel 1859 una scuola sperimentale per i figli dei contadini, proponendo in un ambiente caratterizzato dall’analfabetismo o da formazioni scolastiche di tipo militare, una scuola basata sui principi rousseauiani, basata sul rifiuto di ogni forma di autorità che possa intralciare lo sviluppo della persona.
Il fanciullo deve essere libero, per tale vengono eliminati orari, classi, programmi e lezioni imposte, cambiando la didattica tradizionale in iniziative di ricerca, esperimenti e lavori manuali.
La scuola di T. è incentrata sulla spontaneità e libertà, con a capo un maestro che attraverso il suo carisma educativo tiene legato il gruppo degli alunni in una totale libertà d’iniziativa.

 

- INGHILTERRA il movimento delle scuole avviene con:

REDDIE nel 1889 apre la New School, una scuola-convitto per l’ed. delle classi elevate cosi da formare un uomo completo e responsabile.
La didattica è antinozionistica e si basa sugli interessi ed esperienza, si svolge anche all’aria aperta, con lavori manuali e viaggi d’istruzione.
La sera è dedicata a sport, giochi, attività artistiche e relazioni sociali.
La disciplina è rigida ma incentrata a raggiungere la conoscenza delle norme. Vanno curati anche i rapporti con l’esterno e viene pubblicato un giornale scolastico.

 

BADLEY discepolo di Reddie introduce le scuole miste e provvede alla coeducazione dei sessi, importante per la formazione sociale dei giovani che organizzano forme elementari di autogoverno eleggendo i rappresentanti scolastici.

 

BADEN-POWELL inserisce l’attività extrascolastica dei boy-scouts, una forma di associazionismo giovanile in cui privilegia la botanica, la scienza, la geografia, discipline che stimolano l’avventura, l’esplorazione, il contatto con la natura e la vita di gruppo.
Questo metodo, che ha prodotto un successo mondiale e lo rende attivo tutt’oggi è incentrato sull’osservazione, la disciplina e la responsabilità.

 

- SPAGNA nel 1888-9 MANJON  fonda le Scuole dell’Ave Maria (dal nome della cattedrale di Granada) in cui si cerca di formare oltre i figli del popolo e di minoranze emarginate come i piccoli gitani, tutti i giovani di entrambi i sessi.
Elementi di insegnamento come l’ed civica, il contatto con la natura, l’insegnamento intuitivo e il lavoro manuale vengono ritenuti validi per tutti.

 

- GERMANIA la diffusione delle scuole nuove avviene grazie a:

LIETZ che dopo essersi dedicato per alcuni anni all’insegnamento si recò in Inghilterra dove collaborò con Reddie alla direzione della Scuola nuova. Il metodo didattico di Reddie, incentrato sulla valorizzazione della creatività dell’allievo e sulla vita comunitaria, esercitò un profondo influsso su L. che, tornato in Germania, nel 1898 fondò la prima di una serie di Case di ed. in campagna.
Ricreando luoghi educativi nei quali l’ampia autonomia degli allievi era però subordinata al rispetto dei valori della tradizione e ad una ed. autoritaria. La sua pedagogia dà luogo a giudizi contrastanti provocando anche una rottura con i suoi due discepoli Wyneken e Gheeb.

 

WYNEKEN contro il modello educativo di Lietz, propone una scuola dove viene rifiutato ogni aspetto dei principi borghesi e tradizionali.
Fonda una scuola in cui vengono estremizzati gli ideali della vita, il rapporto con la natura, le cerimonie collettive e il mito del viaggio.

 

GHEEB contro le idee di Lietz e alla cultura giovanile di Wyneken, sperimenta nel 1910 una scuola che di base è organizzata come le case di Lietz ma in cui i valori principali sono la tradizione umanistica e la democrazia.
Trasmette il senso della comunità attraverso la divisione in famiglie di 6-8 alunni di entrambi i sessi che abitano in case gestite da un educatore padre o madre. Con la presenza di alcuni alunni stranieri l’ed. non è nazionalista ma aperta ai valori del cosmopolitismo.
Con l’arrivo del nazismo è costretto a fuggire e portare avanti il suo progetto in Svizzera.

 

- FRANCIA le scuole nuove si ispirano al modello inglese.

DEMOLINS sottolinea come la vita famigliare e sociale inglese sia nettamente superiore a quella francese, perché basata su una solida capacità educativa.
Partendo da queste idee fonda in Normandia la Società della scuola nuova da cui scriverà L’Ed. nuova nel 1898.
La dimensione didattica punta all’interesse, allo sforzo, all’ed. completa da un punto di vista fisico, intellettuale e morale.
Nel 1903 la direzione passa a Bertier che continua con gli stessi valori il lavoro di Demolins.

 

DECROLY fonda la prima scuola di insegnamento speciale per bambini anormali (come la Montessori) per i quali ideò un metodo di insegnamento ed un materiale specifico adatto a loro che successivamente adottò anche per i fanciulli normali.
Nel 1907 diede origine a Bruxelles all’istituto Scuola dell’Ermitage, il motto della scuola era “Educare per la vita mediante la vita”, a cui si dedico sino alla morte.
La scuola deve essere centrata sul bambino, deve attenersi alle sue esigenze biologiche ed il luogo ideale è l’ambiente naturale (come per Rousseau), quindi la scuola deve essere collocata all’aria aperta e diventare una “città giardino”, dove non si distinguono le materie scolastiche ma le si fanno convergere verso l’unità collegandole all’idea centrale, seguendo il principio dell’individualizzazione.
D. parla di metodo globale, dove verifica che la conoscenza va dal concreto  all’astratto, il concreto  non è il particolare ma il tutto afferrato in maniera  globale, sommario e confuso.
D. scardina la didattica dell’800 che procedeva dal semplice al complesso dimostrando che tale procedimento non trovava conferma nell’esperienza, per il bambino il semplice è il tutto, la sua percezione della mamma è tutta intera e non nei particolari.
La psiche del bambino percepisce la realtà esterna in modo generico e indistinto, poi l’analizza  e la distingue nei suoi elementi, pertanto l’apprendimento globale precede l’analisi.
D. considera 4 bisogni fondamentali della vita umana:

- nutrirsi,
- proteggersi dalle intemperie,
- difendersi dai pericoli,
- agire lavorando con gli altri, riposarsi e ricrearsi.

Nella scuola hanno luogo 3 tipi di esercizi:

Osservazione tra impressione e percezione.
Associazione generalizzazione, riflessione e giudizio,
Espressione creazione e azione.

 

COUSINET fondatore di associazioni incentrate sull’ed. nuova, è dell’idea che l’ed. tradizionale impedisce l’individualizzazione e non favorisce la socialità, mentre il lavoro scolastico attraverso la formazione di gruppi misti, ma non fissi, raggiunge questi obiettivi dando una formazione spontanea. La classe ha a disposizione materiale e strumenti didattici a sufficienza per poter procedere ogni gruppo autonomamente.
Ogni tipo di attività intellettuale, artistica, creativa è considerata lavoro di gruppo. L’insegnante non deve guidare ma solo aiutare, preparando le attività necessarie affinché il gruppo scelga da sé quelle che preferisce. Imposta le regole di base cosi che ogni gruppo è libero di procedere con la massima libertà.

 

 

- SVIZZERA

CLAPAREDE fonda insieme a Bovet  l’Istituto J.J. Rousseau.
Ha un particolare interesse per bambini anormali con ritardi psichici, affermando che lo studio dello sviluppo mentale è un passo fondamentale per migliorare la scuola e l’ed.
Secondo C. i processi mentali rappresentano funzioni attraverso cui l’organismo conosce e si adatta alle necessità ambientali, cosi da poter spiegare le caratteristiche di un processo come il risultato di una selezione rispetto alle varie necessità di adattamento.
Questi processi psichici si spiegano attraverso l’individuazione dei bisogni fondamentali scaturiti dall’interazione individuo-ambiente, di conseguenza l’ed. funzionale deve basarsi su questi bisogni e sugli interessi che ne seguono, delineando due leggi: quella del bisogno che provoca le reazioni per soddisfarlo, e quella dell’interesse in cui ogni comportamento è dato dall’interesse.
C. sviluppa una base scientifica e sperimentale per la ped che è caratterizzata dalla centralità del fanciullo, dei suoi interessi, bisogni e attività; dall’utilizzo ed. del gioco da cui il bambino apprende molto come metodo di insegnamento, infatti il bisogno di giocare diviene lo strumento di mediazione tra la vita dello scolaro e il programma scolastico; dal nuovo ruolo dell’insegnamento.
La positività di un’azione educativa e didattica dipende dalla preparazione psicologica e dallo spirito scientifico degli educatori.

 

- ITALIA il grande anticipatore dell’ed. nuova può essere considerato

PASQUALI propone una riforma degli asili infantili, modificando l’aportismo e seguendo le direttive del kindergarten, in cui gli asili devono avere aule adatte, un giardino e svolgere attività che servano da ponti tra il gioco e il lavoro.

SORELLE AGAZZI. 2 pedagogiste sperimentali che incoraggiate da Pasquali fondano nel 1895 a Brescia, la prima “scuola materna” frequentata da 100 bambini e dotata del materiale didattico fröbeliano, la scuola ebbe molto successo e servì come modello per la nascita di scuole successive che sorsero con il nome di sorelle Agazzi.
Il metodo ed. delle A. e quello montessoriano, inaugurano l'era dell'att italiano, corrente pedagogica nata all'inizio del XX sec. e fondata sull'idea che al centro dell'apprendimento ci sia l'esperienza e che il bambino non sia più spettatore involontario ma attore del processo formativo.
Anche se si rifanno al Kindergarten, respingono la mancanza di vitalità e di spontaneità dell'infanzia che è il punto principale del loro pensiero pedagogico.
Non condividono lo scolasticismo aportiano, criticando la precocità dell'ed. poiché intendono formare bambini e non scolari. Il bambino deve crescere in un ambiente familiare che stimoli la sua creatività e deve avere un continuo dialogo con l'adulto.
L'educatrice deve richiamare il ruolo della madre. L'attività del bambino è il punto centrale del processo educativo e l'ambiente in cui si sviluppa deve essere semplice e composto di materiali che fanno parte della sua quotidianità.
Privilegiano le attività individuali libere (sorvegliate a distanza dall'educatore) a quelle collettive. Il bambino deve essere libero di fare da sé pur rispettando l'ordine delle cose ed essere capace di collaborare con gli altri seguendo il metodo del mutuo insegnamento: il bambino più esperto e consapevole fornisce informazioni ed indicazioni ad un proprio compagno meno preparato.
Il metodo intuitivo diviene il percorso principale dell'appr e identifica l'insegnamento come un metodo per favorire le esperienze, dove i bambini apprendono direttamente e spontaneamente con il loro fare e osservare.
Nasce una nuova figura di docente della scuola materna: l'Educatrice, una figura professionale sempre aggiornata che oltre ad avere la capacità di amare i bambini  agisce indirettamente e pur rispettando la loro spontaneità organizza e predispone ambienti e situazioni.
La scuola materna deve essere progettata in modo tale che rispecchi l'ambiente abituale del bambino, quindi organizzata sotto molti aspetti come una piccola casa dove il bambino può svolgere attività domestiche come a casa propria.
All’interno vi è un giardino con animali e piante, una sala adibita a museo che raccoglie materiali ritrovati dai bambini e utilizzati successivamente come materiali didattici, ed immagini di oggetti di uso comune che contrassegnano le proprietà dei beni individuali dei bambini che hanno lo scopo di abituare i bambini al linguaggio e all'uso dei simboli.
Riguarda la formazione emotiva e morale non è possibile sviluppare alcuna programmazione in quanto sono sentimenti che si sviluppano nel bambino spontaneamente e casualmente, seppur sotto il controllo dell'educatore.

 

FRANCHETTI si hanno i primi riferimenti di scuola primaria. F. fonda la scuola rurale della Montesca che ha lo scopo alfabetizzare gli alunni in modo da innalzare il livello culturale dei contadini, questo avviene attraverso una fusione di istruzione e natura (interiore e fisica) che da una formazione di base al giovane contadino.

 

PIZZIGONI incoraggiata dal ministro dell’Istruzione Luigi Credano dà inizio nel 1911 all’esperienza della scuola rinnovata della Ghisolfa a Milano.
Propone una scuola all’aperto dotata di spazi esterni (giardino e orto) utilizzati per giochi e lavori. I bambini vengono portati in giro per la città, nei luoghi di lavoro, in viaggi di istruzione in modo da apprendere in diretto contatto con l’esperienza.
La P. sperimenta la centralità dell’esperienza educativa del bambino, l’interazione scuola-società e l’importanza del lavoro.

 

LOMBARDO RADICE aderisce al concetto idealistico di autoeducazione, in cui l'ed. scolastica si deve conformare a quella familiare, assumendo quel tono amichevole, sereno, naturale e attivo che solo in una buona famiglia dove regna l'amore e il rispetto si realizza pienamente, concetto questo che si ricollega all'opera di Pestalozzi.
E' necessaria una scuola attiva e serena che superi quella noiosa e pedantesca.
R. elogia ed esalta uno degli esempi più significativi di sperimentazione di quel periodo: la scuola rurale Montesca della baronessa Franchetti.

MONTESSORI
È merito suo se esiste una pedagogia italiana nel mondo. I suoi interessi si rivolgono, fin dai primi anni di studio, alle discipline scientifiche e matematiche.
È la prima donna, dopo la laurea conseguita in Medicina nel 1896 ad esercitare in campo medico. Nel 1898 partecipa al primo “Congresso pedagogico italiano”, dove espone i risultati del suo lavoro pedagogico presso la clinica psichiatrica dell’universita di Roma.
La sua tesi, confortata dai dati sperimentali del suo lavoro, è che il soggetto anormale richiede un intervento che sia prevalentemente educativo e non medico, tale da perseguire come scopo non solo la cura e l’assistenza del bambino, ma la modificazione complessiva della sua personalità.
Queste teorie le permettono di diventare direttrice della scuola ortofrenica magistrale di Roma.
La M. e’ del parere che la pedagogia ha bisogno di un rinnovamento profondo in direzione scientifica, in quanto la scienza in campo educativo postula un’osservazione obiettiva del soggetto, che deve essere conosciuto per essere adeguatamente educato.
Oggetto dell’osservazione non è il bambino studiato in laboratorio, ma deve essere il bambino riscoperto nella sua autenticità e, dunque, il bambino che non solo non si rivela nella situazione artificiale del laboratorio, ma che neppure può manifestarsi nella scuola tradizionale che con i propri metodi costrittivi reprime ogni espressione di spontaneità.
Cosi trasferisce l’osservazione dal laboratorio all’interno della sua scuola, che modifica radicalmente in un ambiente adatto per la libera espressione delle tendenze naturali dell’infanzia.
Il 6 gennaio 1907 apre la sua prima Casa dei bambini. E 2 anni dopo pubblica Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’ed. infantile della casa dei bambini. Segnando un momento fondamentale della pedagogia del 900.
Al bambino ludico di Frobel, la M. accosta l’idea del bambino laborioso per il quale crea una scuola nuova, che rompe ogni ponte con la tradizione dell’asilo infantile (luogo di custodia), per proporsi istituzionalmente come scuola dell’infanzia.
Il diritto del bambino all’ed. in età prescolastica nasce da un profilo psicologico che ne evidenzia chiaramente i momenti evolutivi.
Nella prima fase dello sviluppo da 0 a 3 anni, la mente del bambino assimila inconsciamente, ma in modo selettivo, i dati coi quali viene in rapporto nel suo ambiente. È la fase originaria dello sviluppo, ed è quella più creativa, nel senso che è in questi primi 3 anni di vita che costruisce le strutture fondamentali della personalità. L’apprendimento, in questo periodo, si identifica col vivere stesso, è una sorta di processo vitale durante il quale il bambino realizza le sue prime forme di adattamento all’ambiente.
La seconda fase occupa i tre anni successivi, quelli che coincidono con l’educazione prescolastica. Alla mente assorbente si accosta la mente cosciente che ubbidisce al bisogno del bambino di mettere ordine nell’enorme cumulo di impressioni assorbite nel periodo precedente. L’ed. prescolastica assume così, le forme di una vera e propria scuola dell’infanzia. Il bambino che entra in questa scuola è quasi sempre un soggetto deviato, che per effetto delle inibizioni provocate dall’adulto e dal suo potere ha subito un arresto o una deformazione nello sviluppo spontaneo, cercando forme di compensazione che ne hanno alterato l’autenticità e la creatività originarie.
La M. lo definisce un bambino spezzato che per reagire è dovuto scappare rifugiandosi nei capricci o nel mondo dell’immaginazione, infatti essa classifica come forme di deviazione: il gioco, il gusto per le favole, l’immaginazione, le tendenze al possesso e al potere, la pigrizia, la paura, tutte espressioni patologiche del mancato soddisfacimento dei bisogni naturali del soggetto.
Queste affermazioni sono modificate dalla presenza di un ambiente adatto e di un materiale adeguato, quindi, con un comportamento che esclude gioco e fantasia, e si caratterizza per la ripetizione dell’esercizio, la cura dell’ordine e del lavoro severo.
Nei primi anni di attività nella Casa dei Bambini, scopre come l’immagine tradizionale del bambino (solo gioco e immaginazione), si va sostituendo con un bambino concentrato, disciplinato, calmo, severamente impegnato nel suo lavoro, capace di giungere alla conquista della scrittura e della lettura già in età prescolastica.
È bastato sottrarre il bambino alle influenze negative dell’adulto, alle inibizioni e repressioni del suo bisogno di attività e collocarlo in un ambiente adatto, perché si rivelasse l’autentica natura dell’infanzia, quella cioè di un soggetto dotato di una straordinaria energia creativa e di insospettate potenzialità di sviluppo.
Gli elementi che caratterizzano il metodo della M. sono :
- l’ambiente speciale della casa, costruita a misura del bambino, e dunque ordinata al fine che i bambini la sentano veramente loro. La M. insiste sull’importanza che l’intero arredamento sia proporzionato all’età del bambino.
- il materiale scientifico di sviluppo, che e’ il prodotto delle scelte operate dai bambini di tutto il mondo sulla base degli interessi che hanno manifestato attraverso i loro processi di concentrazione, di ripetizione degli esercizi, di sviluppo complessivo delle loro personalità. Tale principio fa si che il bambino soddisfi il suo bisogno di ordine e di lavoro, e nello stesso tempo possa lavorare in autonomia senza interferenze o aiuti da parte dell’educatrice.
- la maestra umile, con la figura  dell’educatrice a cui viene richiesto un atteggiamento di grande umiltà e di rispetto per il progressivo sviluppo infantile. Ad essa aspetta il compito di organizzare l’ambiente e di mostrare ai bambini l’uso corretto del materiale,per poi dedicarsi all’osservazione dei comportamenti individuali. I suoi compiti sono di aiuto finalizzato ad uno sviluppo che deve potersi compiere secondo i ritmi della natura, e nella direzione originale di ciascuna individualità.

 

- USA
DEWEY E’ il maggiore esponente dell’attivismo pedagogico americano. La pedagogia americana ed europea è oggi ispirata dalle sue teorie educative, la cui influenza è stata paragonata a quella di Rousseau nell’800. Si rifà al  darwinismo e il suo pensiero è legato a una visione centrale che riguarda sia il piano biologico, che psicologico e sociale.
Considera l’uomo non come spettatore di ciò che accade, ma immerso nel flusso degli eventi, deve accettarne i rischi e può prevederne o definire il corso.
Per D. il pensiero scaturisce dall’esperienza umana che è anche esperienza sociale. L’ed. sarà dunque continua riorganizzazione dell’esperienza sociale e personale.
La sua concezione viene sintetizzata nella sua più celebre opera Il mio credo pedagogico 1897, in 5 punti fondamentali:
1. istruzione = partecipazione progressiva dell’individuo al patrimonio comune del genere umano.
2. istruzione = processo sociale e la scuola è il fulcro di questo processo.
3. Il centro dei programmi di insegnamento è l’insieme delle attività del bambino nel quadro sociale.
4. Il concetto che deve guidare l’insegnamento è l’attività del fanciullo.
5. Istruzione = fondamento del progresso sociale e politico.
Quindi il processo educativo necessita sia dell’individuo che della società e per questo l’ed. mira a rendere ogni cittadino capace di comprendere e  di saper cambiare la società di cui fa parte.
Questa finalità è tipica di una società democratica come quella americana, quindi nella scuola deve esserci un rapporto democratico fra alunno e insegnante.
Con la rivoluzione industriale il bambino si allontana dal vivere attivamente le relazioni sociali e assistere al lavoro di produzione e trasformazione dei beni. Cosi tocca alla scuola organizzare e realizzare l’esperienze per favorire la socializzazione anche sul piano lavorativo e secondo D.  il lavoro nella scuola può svolgere questo compito e rendere la scuola veramente attiva.
D. affronta il rapporto educazione-scuola in Democrazia ed educazione 1916, sottolinea l’importanza dell’ed. in quanto indispensabile per la trasmissione sociale, l’importanza delle scuole nel fornire gli insegnamenti necessari agli allievi in quanto tutto questo sarebbe impossibile in un contesto di vita quotidiana.
Inoltre la scuola fa da tramite dall’ambiente familiare al vasto ambiente sociale, mediando tra società e fanciullo, cosi da prepararlo a non essere travolto dall’ambiente sociale, nonostante ciò la scuola deve mantenere il contatto con ciò che è esterno.
D. non ritiene possibile fissare in modo preciso le finalità del processo educativo in quanto l’ed. si occupa della crescita continua dell’esperienza che risulta imprevedibile.
D. vede nella teoria e nella pratica una transizione continua che non fanno della pedagogia un sapere fisso ma piuttosto un sistema elastico pronto ad essere arricchito e modificato con l’esperienza.
Nonostante questo nell’opera Le fonti di una scienza dell’ed. 1929 definisce i rapporti fra la pedagogia e gli altri saperi dell’uomo e arriva a dire che le altre scienze umane sono la fonte del sistema educativo e le regole devono essere decise di volte in volta dall’educatore a secondo della situazione.
Con l’esperienza condotta a Chicago D. riesce a sperimentale le proprie teorie nella scuola attiva attraverso un processo completo che va dalla  scuola primaria all’università.
Il suo curricolo inizia dalla scuola dell’infanzia (4-6 anni) con un programma prevalentemente ludico, segue un anno-ponte per avviare il fanciullo al lavoro scolastico, inizia la scuola primaria (8-12 anni) con attività di laboratorio per conoscenze teoriche e per collegare le materie, seguono di nuovo 2 anni di transizione per poi arrivare agli studi secondari (14-18 anni)  necessari per la preparazione al lavoro e per un percorso a carattere culturale.
Da questa esperienza D. comprende l’importanza di un’ed. integrale e un piano di studi generale per adattare il fanciullo alla società e alla capacità di cercare soluzioni sempre nuove.
Nell’opera Democrazia ed ed. D. affronta anche il problema del metodo che non può essere qualcosa di già impostato a priori ma deve essere considerato nel programma di studi e relazionato al gruppo di alunni. Sottolinea anche l’importanza per l’insegnante di una preparazione culturale e professionale con precise conoscenze tecnico-professionali in quanto l’insegnante è il leader intellettuale di un gruppo sociale.
Nonostante il successo della teoria deweyana, ci sono delle critiche che riguardano proprio l’esperienza che trascura la verità ,l’unità dell’io e l’importanza dell’ed. attraverso la cultura. Lo stesso D. nei suoi scritti riconosce che non tutte l’esperienze hanno un valore positivo e sta all’educatore orientare il fanciullo verso quelle esperienze educative che appagano i bisogni dei fanciulli per condurli al sapere.
Da questo D. dispone dei consigli : tutto quello che concerne le materie di studio deve essere ricavato dall’esperienza quotidiana,  tutto quello che viene appreso deve essere organizzato, i nuovi apprendimenti devono essere collegati all’esperienza infantile, il passato deve costituire la base per la comprensione del presente, i contenuti del sapere organizzati dall’adulto devono rappresentare una meta e non il punto di partenza, il lavoro scolastico deve essere attivo e organizzato attraverso progetti e laboratori.

WASHBURNE nel 1919 dirige nei sobborghi di Chicago le Scuole di Winnetka, dove revisiona i metodi ed i curriculi, dando importanza all’individualizzazione dell’apprendimento e alla flessibilta’ dei ritmi di apprendimento di ciascuno.
Vengono costruite aule in cui gli alunni frequentano le lezioni a scelta e si da’ importanza anche ai test logici, non per classificare gli studenti, ma per analizzare le carenze di ognuno e di conseguenza trovare le modalità di recupero.
Il test prova allo studente e all’insegnante che e’ in grado di progredire i suoi studi.

 

Fonte: http://studiosi.myblog.it/media/00/01/1114680600.doc

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