Amore e odio

 


 

Amore e odio

 

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Amore e odio

 

Il nemico ha la coda

 

Capitolo I

 

Amore e odio, basi innate ed elaborazione culturale

 

Tutti noi amiamo i genitori, i figli, gli amici, i coniugi e questo ci risulta molto spontaneo.

Oggi ci dobbiamo confrontare con una realtà che cambia e dovremmo cercare di amare persone che non conosciamo perche’ anch’esse fanno parte dell’ umanità. E’ molto facile rispondere a livello intellettuale che amare gli altri indistintamente dalla propria razza, dal proprio sesso, dai propri gusti e’ cosa giusta ma a livello pratico questo concetto e’ difficile da applicare.

Sin dai primordi ci siamo adattati al piccolo gruppo, siamo leali con i nostri amici, siamo presenti nella famiglia, i leader sono scelti con il consenso di tutti e non s’impongono sugli altri e quando la loro competenza non e’ piu’ diminuisce anche l’influenza che hanno sugli altri.

Barbara Hold si occupa di organizzazione spontanea dei piccoli gruppi nell’infanzia

  • i bambini scelgono i leader piu’ creativi, che sanno organizzare gare, che sanno proteggere gli altri, che sanno condividere le proprie cose con il gruppo.
  • Cio’ accadeva non solo in Germania in scuole materne diverse ma anche in Giappone nei gruppi di gioco che si formavano spontaneamente e nelle tribu’ nel Kalahari.
  • La prevaricazione per prendere il dominio si notava piu’ nei bambini piccoli mentre un quelli piu’ grandi questo fenomeno durava per i primi tre mesi della scuola materna perche’ non avevano ancora stretto legami familiari.
  • Siamo preparati filogeneticamente, secondo Hold a provare sfiducia per chi non conosciamo, questo esperimento tra bambini e’ valido anche per le societa’ di massa.
  • Siamo portati a vivere in armonia con chi conosciamo, siamo portati a stare sulla difensiva con chi non conosciamo
  • Per rintracciare il seme di questo odio dobbiamo scavare nell’evoluzione dei comportamenti di dominanza e di affiliazione di alcuni animali ( rettili, uccelli, mammiferi )

Comportamenti dei rettili:

_ i loro comportamenti si basano su meccanismi di dominanza e di sottomissione

_tra di loro non compaiono comportamenti di cura

_ i maschi mostrano comportamenti di minaccia simile a quello che mettono in atto contro un nemico

_le femmine sono pronte all’accoppiamento e mostrano sottomissione

_ in questi animali non sono MAI stati notati comportamenti di allevanti o prosociali ( Eibl_Eibesfeldt )

Comportamenti degli uccelli e dei mammiferi:

_quando cercano di stabilire un nuovo rapporto mettono in atto comportamenti di cura

Durante il corteggiamento molti uccelli si alternano nel ruolo di colui che si prende cura e di colui che viene curato. La femmina spalanchera’ il becco e battera’ le ali per indurre il maschio a portarle da mangiare, dopo poco tempo sara’ il maschio ad avere un ruolo infantile.

Nei gabbiani dalla testa nera diversi sono i segnali, la loro faccia puo’ far mettere in atto misure aggressive, cosi’ quando la femmina va nel territorio del maschio mostra atteggiamenti tipici di chi richiede cibo adottando il comportamento di un piccolo.

Un altro atto che i gabbiani dalla testa nera mettono in pratica e’ quello di girare le loro teste all’indietro per nascondere il segno che potrebbe portare all’attacco, cioe’ e’ necessario nelle prime parti del corteggiamento ma non appena questi uccelli si conoscono non hanno bisogno di questi segnali di rappacificazione.

La volpe quando si avvicina ad un membro del gruppo che occupa una gerarchia di rango piu’ alta rispetto alla sua ha paura dei suoi attacchi e con il suo muso spinge quello dell’angolo delle labbra del capo, proprio come fanno i piccoli per farsi accudire.

Chi perde contro una lotta puo’ rotolarsi sulla schiena come segnale d’arresa, puo’ fare pipi’ e questo segnale fa fermare l’avversario. Il comportamento infantile puo’ quindi portare da un comportamento agonistico ad un comportamento affilitativo.

Anche tra gli umani troviamo questo, i comportamenti che esprimono affetto sono comportamenti materni ( baciare, usare linguaggio infantile ) ecc.

  • la paura dell’estraneo e’ la prima forma di sfiducia nel neonato verso chi non conosce ( 6 mesi ), il bambino potra’ anche sorridere al soggetto ma poi nascondera’ il volto e oscillera’ tra avvicinamento e evitamento.

Questa paura non dipende da paura avute in precedenza dal piccolo, il bambino vede “noi” il legame che ha lui con la mamma e vede “ altri” tutto il resto.

  • La familiarizzazione con altri fa spostare il comportamento tra fiducia e sfiducia, qui si formano le famiglie allargate e i piccoli gruppi dove l’uno conosce l’altro.
  • I membri dello stesso gruppo si legavano l’un l’altro anche se non appartenevano alla stessa famiglia ( ad esempio in guerra )
  • Ai primordi esisteva piu’ solidarieta’ tra maschi perche’ questi raramente si spostavano dalle loro abitazione e continuavano quindi ad avere rapporti sociali nel loro gruppo mentre le femmine, durante il primo calore emigravano.

Se negli esseri umani si ha piena fiducia dei membri del proprio si ha pero’ una sorta di Xenofobia per chi appartiene ad un gruppo diverso, il pregiudizio verso questi individui alimenta le nostre paure.

  • La rivalita’ che esiste tra gruppi diversi a causa delle risorse e’ iniziata a crescere con l’allevamento degli animali e la coltivazione delle terre. La competizione per la conquista del territorio comincio’ a farsi sentire, i gruppi piu’ grandi avevano piu’ risorse umane ed erano quindi in una posizione di vantaggio rispetto ai gruppi piu’ piccoli, da questo momento in poi si e’ cercato di formare societa’ piu’ ampie.
  • L’ indottrinamento e’ qualcosa di resistente al cambiamento, si sviluppa nella relazione madre_bambino dove ognuno dei due individui era fissato sulle caratteristiche dell’altro, questo atteggiamento ha rafforzato il loro legame. Cio’ implica che l’essere umano cerca di formare per primo relazioni strette di parentela, poi parentela allargata e poi socializzazione con altri gruppi.

L’ indottrinamento ha rafforzato il senso di gruppo d’appartenenza e ha inasprito i rapporti verso altri gruppi vedendoli come nemici.

  • esiste un attaccamento territoriale ma non abbiamo notizie su quando avviene, si prova nostalgia se si sta’ molto lontani dalla nostra citta’ natia, cosa che non prova chi invece ha cambiato molto spesso casa nei primi anni di vita.
  • Piu’ largo e’ il gruppo e piu’ e’ possibile che i suoi interessi entrino in conflitto con gli interessi individuali

 

Introduzione

_ gli individuo sono portati a vivere in piccoli gruppi e sono legati da vincoli di sangue o amicizia

_la paura dell’estraneo puo’ trasformarsi verso odio per chi non appartiene al nostro gruppo

_ i gruppi diversi come dice Erickson nella sua pseudospeciazione culturale potrebbero essere visti come appartenenti ad una specie diversa, questi segni di odio non cessano con la sottomissione ma conducono alla morte

 

capitolo II

Cooperazione e competizione ( differenze di genere in età infantile )

Nel 1993 appare su un quotidiano un articolo che ha come titolo “ fatti maschi e parole femmine ) questo motto Seicentesco era piaciuto a Lord Cecil Calvert che lo aveva sul suo stemma di famiglia. Questa frase vuol significare: lasciamo le chiacchiere alle donne, noi occupiamoci dei fatti.

Ci chiediamo, dopo molti studi quali siano realmente le differenze di genere tra maschi e femmine.

Janet Shibley Hyde nel 1986 con i primi testi di psicologia affermava che le differenze erano:

  • le femmine risultavano superiori ai maschi nelle abilita’ verbali
  • i maschi risultavano superiori nelle abilita’ spaziali e numeriche.

In una rassegna Eleanor Maccoby e Carol Jacklin vollero dividere le differenze racchiudendoli in 3 categorie:

_ quelle prive di fondamento scientifico ( socievolezza, empatia, autostima, apprendimento, motivazione al successo )

_quelle accertate ( abilita’ verbale, abilita’ visuospaziale, abilita’ matematica e aggressivita’ )

_quelle equivoche per mancanza di risultati univoci ( sensibilita’ , paura, dominanza )

Ci troviamo dagli anni 40 pero’ di fronte ad un bivio, c’e’ chi cerca di ricondurre le differenze di genere a basi biologiche e chi invece accetta solo poche delle differenze citate e mira a ricondurle ad eventi storici e culturali.

I maschietti costruiscono torri, le bambine recinti

Molto importante e’ capire le differenze con le quali le donne  e gli uomini si pongono al mondo. Erickson sostiene che i maschietti costruiscono torri e le bambine recinti, che i due generi hanno  un modo diverso di relazionarsi con il mondo circostante usando sintassi diversa.

Darwin spiega che suo figlio, all’eta’ di due anni e tre mesi lanciava libri e bastoni quando era in uno stato di collera, cosa che non facevano invece le femmine. Ci si comporta allora in modo diverso a seconda del sesso al quale si appartiene quando si e’ di fronte a una frustrazione sociale?.

Marina  Mizzau, studiosa italiana attraverso lo studio del linguaggio e’ riuscita a studiare il “ parlare delle donne “ che si distingue per lessico, fonetica, sintassi, il modo di porsi e’ diverso ed usando un linguaggio person oriented ( dove in primo luogo troviamo i loro vissuti, i sentimenti, i desideri ) mentre i maschi usano un linguaggio object oriented

 

Cooperazione e competizione :un nocciolo duri

I maschi preferiscono quei giochi di sfida che mettono in prova il loro io mentre le ragazza preferiscono quei gioci dove trovano lealta’ e rispetto delle regole.

Nel periodo adolescenziale queste differenze si fanno sempre piu’ visibili, i ragazzi sono portati a stare in grandi gruppi mentre le ragazze preferiscono un amicizia personale e una relazione diadica.

Le femmine sono piu’ altruiste dei maschi?

Secondo Hyde non esistono grandi differenze di genere tra maschi e femmine, l’unica differenza e’ forse quella relativa all’aggressivita’.

  • i maschi sono piu’ aggressivi delle femmine dai 2 anni d’eta’ e cio’ si verifica in molte specie.

Ci sono tre ipotesi che spiegano la differenza del comportamento sociale adottato da uomini e donne

1 ) ipotesi calore_affiliazione:le donne sorridono di piu’degli uomini e sono portate a trarre piacere nelle interazioni interpersonali e a mostrarsi come piacevoli

2 ) l’ ipotesi stato di dominanza le donne sorridono e guardano di piu’ degli uomini perche’ sono piu’ deboli, sorridono per accattivarsi i potenti, guardano di piu’ perche’ sono piu’ attente agli atteggiamenti degli altri

3 ) l’ipotesi tensione nervosismo Il sorriso delle donne nasconde il disagio sociale

 

Le ricerche italiane condotte da Attili e Camaioni hanno approfondito l’argomento conducendo una ricerca

  • i bambini presi in esame vanno dai 30 ai 36 mesi
  • le due studiose non vogliono cercare le differenze tra maschio e femmina ma vogliono analizzare il modo che hanno per interazione tra loro i diversi sessi
  • Vengono analizzate tre coppie:

_ prima coppia : maschio e maschio ( le interazioni sono riuscite in termini di affermazione di se stesso )

_seconda coppia : femmina e femmina ( le interazioni sono riuscite, le due bambine cooperavano )

_ terza coppia femmina e maschio ( le interazioni non sono riuscite, ognuno esibiva il proprio stile, la bambina si avvicinava al maschio e lo guardava, lei doveva darsi da far per trovare interazione ).

 

Nel gioco competitivo come emerge da studi di Dickinson, Taylor e Sebastian i maschi vogliono esprimere e affermare se stessi e il gioco competitivo li mette alla prova mentre le femmine associano la vincita o la perdita alla fortuna.

Fonzi e Tassi notano che le bambine mettono in atto comportamenti per vincere  pero’ avendo sempre attenzione ai bisogni dell’altro, non farebbero qualcosa contro il loro avversario.

_ le femmine evitano le situazioni che implicano un confronto con l’altro

_i maschi cercano continuamente un confronto

_le femmine sono piu’ portate a cooperare con l’altro indipendentemente dal peso affettivo del rapporto con lui.

_le femmine hanno desiderio di vincere ma anche di aiutare

 

Innato e acquisito:un problema non ancora risolto

Molti riconducono le differenze di comportamento sociale riconducibili a fattori innati, McGuinnes e Pribram sostengono che questo e’ dovuto dalla diversa organizzazione del cervello e dalla diversa azione degli ormoni su di esso.

L’uomo e’ un animale manipolatore che si esprime con l’azione, la donna un animale comunicativo.

L’aggressivita’ dei maschi sarebbe servita per cacciare, la sensibilita’ delle femmine all’interazione le avrebbe predisposte all’ accudimento della prole.

Erikson afferma che la forma dei genitali condurrebbe i maschi e le femmine in un diverso esperimento spaziale. Erikson prese in considerazione soggetti tra gli undici e i 13 anni e li invito’ a costruire una scena con del materiale da gioco, le femmine costruirono recinti ( che rispecchiavano i loro organi interni ) e i maschi torri ( che rispecchiavano i loro organi interni ).

Caplan modifico’ l’esperimento di Erikson, abbasso’ l’eta’ dei soggetti dell’esperimento ( 2 _ 4 anni ) e presento’ semplici blocchi di materiale ludico d poi, in un secondo tempo bambole, macchine ecc…Le costruzioni dei maschi risultarono uguali a quelli delle femmine.

Per i coniugi Rutter una parte delle differenze ha una base biologica.

Smith e Lloyd conducono un esperimento:

  • vengono presi dei bambini e vengono vestiti con abiti unisex, vengono dati loro dei nomi maschili e femminili, alcuni davvero coincidenti con la loro identita’, altri no
  • gli adulti che giocavano con loro trattavano questi bambini in modo diverso a seconda se fossero maschi o femmine. ( come noi ci comportiamo e come gli altri pensano che ci comporteremo )

Studi recenti hanno portato pero’ a nuove ipotesi sulle differenze di genere tra maschio e femmine:

a ) l’eta’ e’ uno dei fattori ( le differenze di genere sono riscontrabili maggiormente nei giovani

b ) il metodo di misura usato

c ) il tipo di comportamento misurato

Indagini recenti smentiscono che le ragazze siano pero’ piu’ competitive rispetto i maschi, le ragioni di tali contraddizioni potrebbero ricercarsi nello scarso numero di soggetti studiati.

Un esperimento di Dickinson, Sebastian e Taylor propone 4 alternative ai ragazzi di come raggiungere il successo: coloro che si basano sul caso per ottenere successo, coloro che cercano di avere successo usando la forza fisica, coloro che cercano di avre successo prendendo decisioni appropriate, gruppo misto di potenza  strategia.

Da questo studio emerge che non ci sono molte diversita’ tra i giochi scelti dalle femmine e quelli scelti dai maschi.

i maschi si scoprono piu’ centrati sul risultato e le femmine sugli scopi.

Secondo Lagerspetz e Peltonen le femmine sono aggressive quanto i maschi ma hanno un diverso modo di esprimere il loro sentimento di rabbia, l’aggressione usata dai maschi e’ diretta, quella usata dalle femmine e’ indiretta ( e’ indiretta per evitare la disapprovazione da parte della societa’ )

Maschi e femmine: modi diversi di cooperare e di competere

Le differenze tra bambini e bambine sono scelte con frequenza diversa non e’ quindi detto che le bambine possiedono cio’ che i maschi non hanno o che lo possiedono in quantita’ maggiori.

L’unica differenza e’ che le femminucce possiedono una flessibilita’ sociale che fa conciliare loro cooperazione e competivita’, la loro affermazione non mette in crisi i rapporti con gli altri.

 

Capitolo II

Guerra e pace tra gli scimpanzè

Gli scimpanze’ di Arnhem sono stati studiati in questo caso perche’ tra tutti i primati sono quelli che si avvicinano di piu’ all’essere umano.

Frans de Waal sostiene che gli scimpanze’maschi sono differenti dagli scimpanze’ femmina perche’ hanno degli obiettivi sociali divergenti, diverse aspettative influenzeranno anche i loro comportamenti. Con questa affermazione, parlando di obiettivi, dobbiamo non dobbiamo comunque eliminare una componente genetica, anche i geni influiscono sul comportamento.

Nel corso di scontri gli scimpanze’ si aiutano tra di loro, questo fenomeno si chiama formazione di coalizioni.

  • per mantenere un gruppo coeso dopo gli scontri bisogna risanare i rapporti attraverso la riconciliazione

La dominanza sociale tra gli scimpanze’ si dimostra attraverso un rituale, il subordinato si chinera’ al dominante emettendo suoni gutturali, il dominante si gonfiera’ e drizzera’ il pelo, questa differenza posturale fara’ immediatamente capire chi e’ il capo. Il dominante come segno di riconoscimento potrebbe abbracciare il subordinato o lisciargli il pelo

Gli scimpanze’ piu’ influenti erano proprio il maschio e la femmina della colonia.

Sorgono tensioni serie quando il subordinato che rendeva solitamente omaggio cessa di farlo, il dominante cerchera’ di costringerlo, possono seguire cosi’ sfide aperte.

Il subordinato lancera’ oggetti contro il capo e inziera’ ad emettere suoni fortissimi, raramente queste aggressioni risultano lesive.

Quando il dominante si inchina formalizza il nuovo ordine sociale.

Formazione di coalizioni

Quando due scimpanze’ si scontrano altri si uniscono alla mischia, per reclutare i sostenitori hanno un vasto repertorio di suoni. Raggiungere un rango elevato significa anche essere sostenuto da molti scimpanze’ della comunita’.

Comportamento di riconciliazione

Sono caratterizzati da baci e abbracci, da pulizia reciproca

Le differenze sessuali negli scimpanze’

  • ogni maschio adulto ( 15 anni ) occupa una posizione superiore rispetto alla femmina
  • i cerimoniali di omaggio sono diretti dalla femmina al maschio
  • i maschi sono piu’ veloci, piu’ muscolosi e piu’ equipaggiati delle femmine
  • le femmine confortano i maschi dopo un combattimento
  • i maschi hanno piu’ prestanza fisica
  • le femmine hanno piu’ capacita’ d’ influenzare il campo sociale
  • i rituali di omaggio per comunicare la propria posizione sono rari nelle femmine
  • nelle femmine la riconciliazione dopo un aggressione e’ rara
  • le coalizioni tra femmine contano un numero limitato di amiche e la loro stabilita’ e’ molta
  • le coalizioni tra maschi sono piu’ instabili
  • le femmine si creano gruppi molto solidali, i maschi hanno alla base dei legami considerazioni strategiche.

Confronti con il comportamento umano

Nei primati le femmine competono e cercano di sopravvivere se necessita uccidono anche. Le uniche notizie che ci mancano sono proprio quelle sulla nostra specie.

Nella specie umana si nota che i rapporti tra donne sono piu’ stabili, le donne tengono a distanza le rivali.

Nei primati gli scimpanze’ femmina si riappacificano con parenti molto stretti mentre conservano rapporti conflittuali con altre scimpanze’. I maschi invece tengono il gruppo coeso a costo di far pace con il peggior nemico.

Queste affermazioni possiamo ritrovarle anche nella nostra specie, i bambini si uniscono in gruppo mentre le bambine preferiscono i rapporti a due.

Le donne per scegliere le coalizioni si servono di simpatie personali mentre i maschi tendono a scegliere compagni che possono portare alla vittoria

Conclusioni

Tanto i maschi che le femmine possiedono requisiti potenziali per adottare il comportamento del sesso opposto, l’intero repertorio intimidatorio tipico del maschi dominante degli scimpanze’ puo’ essere eseguito anche dalle femmine. ( le femmine pero’ non mettono in atto tale comportamento )

Le scimpanze’ femmine non hanno grandi vantaggi nell’avere femmine accanto, sanno difendersi da sole, si e’ cosi’ sviluppata la tendenza ad evitare la competizione.

Gli scimpanze’ maschi dipendono l’uno dall’altro e la cooperazione e’ fondamentale per la loro vita.

Gli scimpanze’ hanno quindi adottato la strategia piu’ efficace per raggiungere i propri obiettivi

 

Capitolo IV

Insegnare l’empatia  ( bambini e non violenza ) di Norma Feschbach

A provocare atti aggressivi dobbiamo far riferimento a moltissimi eventi frustranti, molto spesso i bambini sono testimoni di violenze inaudite.

Crescono sempre di piu’ tra i giovani gli atti delinquenziali, questo sembra esser dovuto al fatto che gli adolescenti rivolgono i loro attacchi a chi appartiene alla loro fascia d’eta’.

Alcune cause della violenza

Per rintracciare le cause della violenza dobbiamo tener conto di vari fattori che stanno alla base del processo di socializzazione:

  • la casa e la famiglia :essere sottoposto in eta’ infantile continuamente a punizioni fisiche favorisce i figli ad imitare il comportamento scorretto ed aggressivo del genitore.

La violenza alimenta violenza

  • i media L’ incremento della violenza e’ anche dovuto alle scene di violenza che vediamo tutti i giorni sugli schermi. I media dovrebbero proporre modelli prosociali ma cio’ non accade
  • Le istituzioni educative: Le scuole possono prevenire per prime la violenza proponendo programmi d’intervento. Le istituzioni si dovrebbero occupare dell’ integrazione di diverse razze nella classe stessa. Nella scuola si evidenzia sempre piu’ violenza tra i compagni ( armi in classe ecc ) bisogna affrontare questo problema
  • Fattori sociali: La poverta’, la deprivazione sono fattori che conducono spesso alla violenza. Si devono mettere a disposizione delle risorse per far si che gli adolescenti possano ricevere qualificazioni professionali e trovare lavoro. Se trovassero atteggiamenti empatici da parte degli altri la loro violenza diminuirebbe.

 

Intervenire sulla violenza

La violenza e’ un comportamento appreso bisognerebbe quindi combatterlo  con forme di comportamento empatico e prosociale, la casa, i media, la scuola dovrebbero partecipare attivamente. Esistono dei veri e propri programmi per la non violenza che sembra portino a un miglioramento della salute, del rendimento scolastico e una diminuzione dell’abuso fisico.

Questi programmi cercano di risolvere un conflitto , cercano di imparare a fronteggiare la rabbia, cercano di contrastare la distruttivita’

 

 

The learning to Care Curriculum

The learning to care Curriculum e’ un programma d’intervento realizzato per promuovere l’empatia nei bambini di scuola elementare.

  • e’ nato per promuovere il comportamento prosociale per bambini con disturbi di condotta
  • ora questo programma e’ utilizzato anche in scuole normali
  • i suoi esercizi sono utili e fattibili da soggetti che frequentano sia scuole tradizionali sia scuole con soggetti per bambini problematici
  • questi bambini si noto’ che modularono il proprio comportamento aggressivo

Empatia e aggressione

  • il bambino che prova empatia ricorre di meno al comportamento aggressivo ( per rispondere con empatia alle situazioni bisogna essere in possesso di sofisticate qualita’ cognitive oltre che a prontezza nella risposta emotiva )
  • una buona struttura cognitiva fa diminuire il conflitto e mette in atto risposte prosociali e coooperative.
  • La vista di un atto aggressivo al soggetto empatico dovrebbe portare disagio
  • I bambini empatici sono meno propensi alla violenza

Esercizi di addestramento

_ In questo programma sono stati messi appunto 11 esercizi per bambini di terza, quarta, quinta elementare da utilizzare in gruppi di 6 / 4 bambini.

_ Ogni attivita’ dura in media 20 /30 minuti

_ tra le attivita’ proposte troviamo: gare di problem solving, racconti di storie, ascolto di materiale registrato, registrazione di cassette, esercizi di scrittura, discussioni di gruppo.

_ i bambini dovevano esprimere i propri sentimenti e indovinare quelli degli altri

_ i bambini giocavano una parte in una scena e poi cambiavano ruolo ed entravano nelle vesti di un altro personaggio cosi’ da vedere una situazione nei vari punti di vista ( le sedute erano registrate e i bambini potevano rivedersi ).

Conclusioni

Lo scopo del Learning to Care Empathy training e’diretto verso lo sviluppo e il rafforzamento di abilita’ affettive e cognitive particolari.

Questi esercizi non mirano solo a scoraggiare l’aggressione ed a incoraggiare comportamenti prosociali ma soprattutto a calarsi nel ruolo di un'altra persona .

In una scuola si puo’ addestrare all’empatia all’ arrivo di un bambino nuovo nella classe, di un ragazzo disabile, di un soggetto con etnia diversa rispetto alla nostra.

 

Parte seconda

I meccanismi inconsci

Introduzione

In questo capitolo ci si occupa di delineare una visione organica della natura dell’uomo, per fare cio’ dobbiamo servirci dell’ etologia.

Il comportamentismo che fino agli anni 50 era un movimento indiscusso affermava che i comportamenti erano semplici risposte a determinati stimoli e come frutto dell’apprendimento legato a punizioni e premi. Il confronto tra uomo e animale per loro e’ da escludere, l’uomo ha mente plastica e dipende troppo dall’ambiente per essere paragonato agli animali.

Stevens verso gli anni 60, con i suoi esperimenti fece notare che la natura umana e quella animale avevano le stesse origini evolutive, il comportamento poteva essere studiato in modo comparato.

 

Capitolo V

L’ inconscio e l’archetipo del nemico ( di Anthony Stevens )

Archetipo = prototipo,  tipo ideale, modello

Il comportamento umano e’ dettato, secondo le scuole analitiche, da porzioni della psiche che non sono direttamente accessibili alla coscienza, queste porzioni fanno parte dell’ inconscio.

Per Jung e Freud studiare l’inconscio significa avere accesso alla malattia mentale.

  • Jung registro’ le allucinazioni dei suoi pazienti schizofrenici e noto’ come questi si ripetevano anche in soggetti diversi, arrivo’ quindi a pensare che esistesse nella mente dell’uomo una struttura universale ( inconscio collettivo ).
  • Le caratteristiche psichiche essenziali sono presenti sin dalla nascita secondo Jung, lo studioso chiama questi attributi con il nome di archetipi ( gli archetipi sono alla base di tutti i fenomeni dell’esistenza umana )
  • gli archetipi sono strutture innate che possono:

_ originare, controllare e mediare comportamenti caratteristici a tutti gli esseri umani.

_ gli archetipi possono generare idee simili anche in individui diversi indipendentemente dalla razza, dalla religione ecc.

  • Le caratteristiche del nostro patrimonio mentale vengono acquisite da ciascun individuo del corso del suo sviluppo sosteneva Freud.

Con gli archetipi Jung non nega l’importanza che ha l’esperienza personale nello sviluppo dell’individuo ma si astiene nel pensare che questa avviene solamente attraverso l’esperienza e l’apprendimento.

  • l’esperienza personale sviluppa cio’ che gia’ esiste sin dalla nascita, ha cioe’ il compito di attivare l’archetipo.
  • Il modello di Jung sulla psiche e’ il seguente:

_ l’ Io si trova nella fascia di coscienza, il Sé e’ responsabile dell’ integrazione della personalita’ nel suo insieme ed e’ legato all’ Io.

  • Le unita’ funzionali che costituiscono l’inconscio collettivo sono gli archetipi, sono dei sistemi dinamici  che mutano continuamente. Il Sé serve per coordinarli.

Prove a favore degli archetipi

In un orfanotrofio greco, a Demetra, fondato da Doxiadis, si provo’ a dare ad ogni bambino una mamma sostitutiva con la quale creare un rapporto stabile.Il numero degli assistenti era pari a quello dei bambini.Questo intento’ duro’ ben poco e questo legame durava fin quando c’era la direttrice che coordinava il tutto, non appena questa era assente, le assistenti venivano a contatto con tutti gli altri bambini.

Ogni bambino veniva a contatto ogni mese con almeno 15 figure materne diverse ( forse il primo caso nella storia ).

Esistevano due teorie sull’ attaccamento:

  • la prima teoria ( quella del condizionamento operante ) sosteneva che il comportamento di attaccamento moderno fosse legato al sistema delle punizioni e delle ricompense. La ricompensa era la vicinanza della mamma che lo nutriva e lo coccolava, la punizione era il suo allontanamento )  questa teoria si basa sull’amore interessato, cioe’ che l’attaccamento del bambino era dovuto alla ricompensa primaria, ovvero quella che avveniva attraverso il cibo
  • la seconda teoria ( proposta da Bowbly ) contrastava con la teoria del condizionamento operante, secondo lo studioso da parte del bambino non c’era un amore interessato. E il bambino e la mamma sono programmati ad amarsi sin dalla nascita. Cio’ che piu’ sconvolse di questa teoria fu che Bowbly si servi’ del paragone di varie specie ( dell’etologia quindi ) per studiare l’attaccamento.

Tornando all’ esperimento di Metera quale delle due teorie e’ quella valida si chiede Anthony Stevens?

Se la teoria dell’amore interessato era valida gli individui avrebbero dovuto creare legami multipli cioe’ con tutte le assistenti che si prendevano cura di loro. I neonati avrebbero poi preferito le assistenti che piu’ frequentemente gli davano da mangiare.

Se invece la teoria di Bowlby fosse stata valida , il bambino avrebbe dovuto focalizzare il suo attaccamento solo su di una persona e avrebbe dovuto ignorare il resto delle assistenti preferendo in particolare una di esse.

 

Attraverso le ricerche di Stevens emerse nei primi sei mesi che i bambini tra le assistenti ne preferivano una in particolare, si conferma cosi’ il principio di monotropia di Bowlby.

I bambini sceglievano la figura non che li alimentava di piu’ ma la figura dell’assistente che giocava di piu’ con loro ( un altro punto a favore della teoria di Bowlby ).

L’ archetipo del nemico e il complesso dell’ombra

L’archetipo del nemico si manifesta gia’ nel primo anno di vita, il bambini inizia ad allontanarsi dagli estranei ed ha paura di loro.

_ quando parliamo di archetipo del nemico ci riferiamo a una predisposizione innata

_l’archetipo del nemico prende forma all’interno della mente dell’individuo ed e’ l’insieme di un complesso e di idee legate tra loro. Le due principali sorgenti di questo complesso sono l’indottrinamento culturale e la repressione famigliare.

  • la componente culturale comprende cio’ che ci e’ stato insegnato sugli altri gruppi considerati ostili
  • la componente famigliare deriva dalla proibizione parentale nei confronti di quei comportamenti inaccettabili nell’ambito famigliare ( a questa componente Jung ha dato il nome bi Ombra )

Questa ombra contiene tutti gli aspetti della persona che sono nascosti nell’ inconscio perche’ non sono accettabili dove e’ cresciuto l’individuo. Questa ombra raramente viene alla luce perche’ viene tenuta a basa dal Super Io che Jung chiama complesso morale.

I sensi di colpa non nascono per Jung dalla paura di castrazione da parte del padre per il desiderio da parte del bambino verso la madre ma nascono per la paura di non essere accettato, nascono cosi’ i sensi di colpa.

Biologia , moralita’ e aggressività

L’ uomo ha per natura la capacita’ di comportarsi moralmente ma non e’ detto che la attui. Secondo Spencer c’e’ una propensione verso l’amicizia con i famigliari e una propensione verso l’inamicizia con gli estranei. ( questo si ritrova anche nel comportamento animale ).

Proiezione dell’ Ombra

La cosa piu’ difficile e’ a far tirar fuori al paziente la propria ombra, tirarla fuori significa  sentirsi in colpa e paura di essere rifiutato.

L’Ombra non viene accettata dall’ Io e viene cosi’ proiettava verso l’esterno, verso quindi altri individui. Cerchiamo cosi’ di negare la nostra cattiveria e la proiettiamo sugli altri membri di un gruppo diverso dal nostro, nascono in questo modo i pregiudizi e gli stereotipi.

Attraverso l’ Ombra i nemici si trasformano in demoni e diventato persone prive di ogni considerazione umana. ( atteggiamento che uso’ anche Hitler quando dichiaro’ non umani gli ebrei ).

Gli atti distruttivi vengono giustificati da chi li commette, abbiamo imparato nella nostra evoluzione che il nemico e’ sempre in agguato e l’inconscio ci spinge ad aver paura di lui.

 

Capitolo VI

Etologia e psicodinamica della difesa ( DIXON )

Qui vedremo le strategie che gli individui mettono in atto per preservare il proprio benessere e la propria integrità.

Meccanismi psicodinamici di difesa

Il concetto meccanismo di difesa fu introdotto da Freud  per spiegare la resistenza alla terapia

Definizione della psicoterapia analitica

E’ una terapia basata sulla parola. Si deve instaurare tra paziente e analista una relazione  dove i sentimenti e le pulsioni dell’analizzato escano fuori.

La situazione analitica

Lo strumento principale per analizzare la psiche e’ lo scambio verbale. I pensieri del soggetto devono fluire liberamente. L’analista e’ seduto dietro il paziente in modo che questi non sia inibito nel parlare.

 

La relazione analitica

  • si deve instaurare una relazione bilaterale tra i due soggetti che devono essere entrambi parte attiva.
  • Entra in gioco il transfert e il controtrasfert
  • Si instaura un rapporto di fiducia

Il processo terapeutico e la crescita psichica

Ci sono degli eventi spiacevoli nella nostra evoluzione che rimangono intrappolati nella psiche e che impediscono un equilibrato sviluppo psichico. Il paziente deve prender coscienza di questi pensieri per reintegrarli nella psiche.

La resistenza

E’ la riluttanza da parte del paziente a parlare dei suoi problemi. Questa resistenza non e’ la voglia di non cooperare ma c’e’ qualcosa che lo trattiene nell’aprirsi. A livello conscio la paura puo’essere quella di essere giudicato.

La resistenza puo’ assumere varie forme ma il suo scopo e’ lo stesso: evitare l’accesso a pensieri spiacevoli difendendo l’io

Il concetto di Io

E’ l’acquisizione della coscienza di se e della propria personalita’. L’ Io fa da filtro a pensieri spiacevoli. L’ Io e’ chiamato il guardiano della coscienza

Principali meccanismi di difesa dell’ Io

Le difese dell’ Io sono manovre che permettono alla mente di evitare il contatto con materiale spiacevole.

  • repressione e soppressione:

_ e’ l’estrusione dalla coscienza di pensieri e ricordi dolorosi, e’ considerato un processo inconscio ma e’ probabile che nella prima parte il soggetto sia cosciente.

La repressione e’ di due tipi:

_ opera il modo che il materiale inconscio non venga mai e poi mai alla luce ( puo’ riemergere nel sonno )

_opera in modo che il materiale inaccettato venga rimosso e portato nell’ inconscio ( vera repressione )

  • negazione e inibizione

e’ il rifiuto di accettare una realta’ spiacevole. Le negazione e’ atto cosciente ( non come la soppressione ).

  • dissociazione e intellettualizzazione

Dissociazione = repressione collegata a PARTICOLARI pensieri

Intellettualizzazione = e’ il modo di parlare dei propri conflitti in modo da evitare i sentimenti che a essi si associano.

Ci sono anche altri processi piu’ raffinati per la difesa dell’ io:

  • spostamento

Quando proviamo odio per qualcuno e non possiamo sfogare la nostra rabbia verso lui spostiamo i nostri sentimenti di rancore su  un altro oggetto o un'altra persona.

Lo spostamento puo’ essere visto anche come ritorsione, le pulsioni negative dirette verso qualcun altro vengono indirizzate su se stessi

  • proiezione

Nella proiezione il soggetto attribuisce all’altro le proprie caratteristiche e le proprie emozioni che non vengono da lui accettate

  • sublimazione

I pensieri che non riescono ad essere accettati dall’ individuo vengono trasformati in qualcosa di accettabile per il soggetto stesso e per la societa’.

I meccanismi di difesa degli animali

Gli animali nel corso dell’evoluzione hanno adottato varie misure difensive, se gli animali vengono minacciati da un conspefico, questi attaccheranno a loro volta ma se saranno attaccati da un predatore fuggiranno.

I primati non umani si occupa non solo di difendere la loro vita ma anche di difendere il loro territorio, la loro famiglia ecc…

Ruolo difensivo dell’aggressione: viene messo in atto questo ruolo per distanziare gli animali evitando che questi attingano alle stesse risorse. Si puo’ presentare un fenomeno di ridirezione, quando l’animale non puo’ ricambiare l’attacco nei confronti di un dominante dirige la sua aggressivita’ o verso la famiglia o verso i conspecifici di rango inferiore.

Strategie di fuga: e’ l’insieme di attivita’ che servono ad allontantare l’animale che rappresenta una fonte di pericolo.

Allontanamento

Strategie di cut off: Quando l’animale non puo’ fuggire a causa di vie d’uscita bloccate o situazioni sfavorevoli mette in atto altre strategie chiamate Cut Off

_ chiudere o coprire gli occhi ( abbassando la vista o il suono dello stimolo disturbante

 salirebbe cosi’ la probabilita’ di successo dell’attacco )

_il cut off puo’ anche essere in alcuni casi segni di minaccia ( il topo chiude gli occhi prima di attaccare )

Fuga bloccata : quando la via di fuga e’ bloccata l’animale assume posture statiche, cerca cosi’ di non essere notato

Difesa dai predatori:

_ fuga

_occultamento ( nascondersi agli occhi del predatore )

_ camuffamento ( forma di occultamento , l’animale cerca di confondersi con l’ambiente )

_immobilita’

_ fughe proteiforme ( l’animale esegue movimenti velocissimi alternati a forme di staticita’ cosi’ che la sua fuga sia imprevedibile )

 

Meccanismi di difesa nell’animale e nell’uomo

Gli uomini di difendono usando processi psicologici , gli animali usando strategie comportamentali.

Nel caso dell’uomo il pericolo esterno e’ rappresentato da pensieri e pulsioni emozionali dolorose, nell’animale e’ rappresentato da eventuali attacchi di rivali.

Nell’ uomo il confine si colloca nell’ Io, nell’animale si colloca nel proprio territorio.

Studiosi hanno dimostrato che anche l’uomo utilizza atti e posture cut off e questo e’ molto evidente nei malati mentali come schizofrenici e depressi. ( in questi malati la difesa dell’Io non e’ piu’ efficace, ricorrere al cut off e’ quindi l’ultimo tentativo che possono mettere in pratica ).

Molti soggetti affetti da questi disturbi ricordano il fenomeno della fuga bloccata, la loro mimica facciale e’ poco spiccata, sono poco propensi all’esplorazione dell’ambiente.

Dal punto di vista dell’utilita’, i meccanismi di difesa dell’ Io nell’ uomo e quelli di difesa dell’animale si sono evoluti allo scopo di proteggere l’individuo dai rischi dell’ambiente esterno.

 

Capitolo VII

I contesti socio_mentali dell’ aggressivita’ ( Michael R.A. Chance )

Per migliorare la societa’ bisogna studiare i comportamenti che sono da ricercarsi degli strati piu’ profondi dell’essere.

Le nostre tendenze innate hanno natura dualistica da dove nascono due sistemi sociali:

  • agonico: e’ un sistema rigidissimo e che si serve di una severa gerarchia, gli individui si trovano perennemente in uno stato di tensione e di difesa verso gli altri
  • edonico: e’ un sistema di reti sociali piu’ flessibile che comprendono il sostegno e la cooperazione.

L’esperimento di Sarah Boyson spiega come il comportamento degli scimpanze’ cambia quando vengono loro forniti strumenti per il ragionamento astratto.

_gli animali vengono portati di fronte a due dolciumi di dimensioni diverse

_viene spiegato agli animali che il dolce scelto dal soggetto viene dato al partner

_gli scimpanze’ sceglievano il dolce piu’ grande

Gli animali non riuscivano a inibire la scelta immediata per il dolce piu’ appetitoso.

L’esperimento viene allora posto in altra maniera:

_ I dolci vengono sostituiti con dei numeri posti in un piatto

_gli animali sceglievano in questo caso il numero piu’ basso per assicurarsi il boccone piu’ grande

In questo caso la risposta emotiva si era placata e l’animale usava la regola culturale, un metodo piu’ oggettivo che non riusciva a mettere in atto con la vista del cibo.

Questo esperimento dimostra che gli scimpanze’ hanno due diversi sistemi, quello che porta alla scelta del dolce piu’ grande e’ dovuto alla motivazione di natura emozionale indotta dalla vista del cibo, la sostituzione del cibo invece evoca un sistema non emozionale ma dotato di qualita’ oggettiva.

Da queste due strutture possiamo capire che il comportamento aggressivo puo’ essere stato appreso attraverso dei fattori emozionali.

Modalita’ agonica

Coesione sociale

_ i primati non umani si trovano in una gerarchia molto severa

_gli individui di rango elevato sono oggetto di molta attenzione da quelli di basso rango

_ si realizza un organizzazione intorno ad un individuo dominante, i soggetti dominanti rinforzano la coesione del gruppo che attraverso la minaccia attivano i subordinati allo stato di allerta che puo’ verificarsi con la fuga inversa.

Come funziona il sistema agonico

_ la coesione avviene attraverso l’osservazione continua del dominante

_i membri dominanti costringono i subordinati a conformarsi alle attivita’ del gruppo, quando si muovono per procacciare il cibo si guardano indietro per vedere il dominante che posizione prende, se cambia direzione la cambieranno anche gli altri maschi, potranno cosi’ portarsi avanti al gruppo.

_ se si incontrano due bande potranno minacciarli o unirsi a loro

_il sistema agonistico e’ costituito da individuo continuamente  in stato di attivazione controllata da inibizione pronti sempre ad adattarsi alle mutazioni sociali del gruppo.

Societa’ umane di tipo agonico

_ uno dei casi puo’ essere quello di Saddam Hussein ( manteneva i propri stretti collaboratori sotto un continuo timore proprio come il maschi dominante fa con i subordinati )

_il cervello rettile rende possibili queste azioni

_come puo’ un dittatore raggiungere il potere senza il supporto di larga parte del popolo? Lo stress al quale la societa’ ci porta puo’ indurci a una sottomissione psicologica

Bande agoniche

Il modello adottato nel proprio gruppo viene riproposto nei conflitti con altri gruppi. L’equilibrio instabile che si viene a formare in acluni individui tra attivazione e tensione mentale puo’ sfociare in violenza e distruttività.

 

Modalita’ edonica

_ societa’ flessibile ( meno tensione tra individui, l’attenzione non e’ l’unico canale con il quale si mantiene il rapporto, l’attenzione non e’ quindi piu’ impegnata e puo’ dedicarsi all’ ambiente circostante come al potenziamento dell’ intelligenza )

_frequenti gesti di rappacificazione attraverso il contatto fisico

_ ci si divide in piccoli gruppi per andare a cacciare e i piu’ deboli sono sostenuti dai leader

_ il livello di attivazione degli individui e’ basso

 

La societa’ dei procacciatori di cibo

Nella societa’ egualitaria tutti i membri hanno un uguale valore, hanno uguali diritti alle risorse e hanno anche eguali privilegi.

Possiamo trovare in queste societa’ individui che grazie al proprio talento possono esercitare influenza ma non occupano comunque la posizione dei dominatori verso gli altri.

Gli individui che compongono questa societa’ sono autonomi ed ognuno ha le proprie caratteristiche che si diversificano da quelle degli altri.

Questa forma di egualitarismo evita di gran lunga gli attacchi e le varie forme di lotta che ci possono essere tra questi primati non umani.

Struttura del gruppo

Bion, attraverso i suoi studi nota che la tendenza che in ogni gruppo emerge e’ quella della forte dipendenza da un leader, lui e’ il depositario di ogni sapere, a lui vengono attribuiti poteri divini e questo svaluta le capacita’ potenziali degli altri membri del gruppo

Gruppi di bambini

_ sono proprio i leader a dare inizio al gioco ed ad indurre gli individui a cooperare

_ le loro comunicazioni non sono di tipo aggressivo e molto spesso ricorrono a gesti di rappacificazione qual’ora sia necessario

Possiamo trovare anche gruppi con comportamenti agonistici:

_ i bambini mostrano atti di aggressione ripetuti senza ragione

_sono meno creativi

Cultura e diverse organizzazioni:

  • cultura del potere:

e’ la cultura degli imprenditori e della politica, le figure chiave rappresentano la sorgente di potere da quale chiunque altro dipende, cio’ che conta e’ quello che vuole in capo. Questa cultura e’ di tipo agonico

  • cultura di ruolo:

e’ la burocrazia. Norme e procedure regolano i comportamenti individuali. Conta il ruolo che l’individuo ricopre. La gerarchia e’ fondamentale, ognuno ha il suo compito. E’ cultura di tipo agonico

  • la cultura dell’ obiettivo:

maggior parte dei dirigenti mirano ad essa. Gli individui sono raggruppati in base alle loro capacita’ e competenze nell’esecuzione di compiti e nella realizzazione di progetti. Il gruppo si riorganizza continuamente ed e’valido solo alla fine di un certo compito. I membri cambiano quando si creano problemi nuovi. ( tipo edonico )

  • la cultura della persona:

qui l’individui prosegue per i suoi interessi personali, L’ organizzazione si deve occupare di assistere l’individuo nel raggiungimento di questi obiettivi fornendogli risorse.

 

Parte terza

Dagli individui al gruppo

La guerra e’ una forma di aggressivita’ intraspecifica fra gruppi.

L’uomo arriva a percepire i membri di altri gruppi come soggetti di un'altra specie.

 

Capitolo VIII

Patriottismo e nazionalismo ( Implicazioni per la pace e per la guerra, Seymour Feshbach )

Con l’uso delle nuove armi e  tecnologie le guerre stanno diventando sempre piu’ pericolose e distruttive e non sono i vinti ma anche i vincitori subiscono molte perdite a livello umano.

Si e’ pensato molto spesso che la guerra cessasse di esistere, che prima o poi ci saremmo trovati di fronte ad una pace universale con pochi conflitti isolati.

I conflitti con l’ ex Jugoslavia tra serbi, bosniaci e croati ha fatto capire all’umanita’ che l’aggressivita’ fa parte dell’ uomo e preferisce la sua etnia rispetto alle altre.

Differenze individuali nell’aggressione

_ molte persone si avvalgono dell’aggressivita’ nelle interazioni interpersonali, altri non lo fanno

_alcuni individui se frustrati cercano di attaccare gli altri, molti cercano di risolvere i conflitti in maniera sana.

Ci chiediamo ora se la tendenza di un individuo ad approvare politiche nazionali aggressive e’ dovuto alla personalita’ aggressiva dello stesso.

Patriottismo e Nazionalismo

Per spiegare l’appoggio che il soggetto da alla guerra dobbiamo capire la relazione che ciascun individuo ha con la propria nazione.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la parola Patriottismo ha assunto un significato negativo, patriottismo e’ stato associato all’etnocentrismo.

Il Patriottismo e il Nazionalismo possono essere visti da diversi punti, c’e’ chi li ritiene sentimenti di eroismo, lealta’, sacrificio e chi invece li ritiene sentimenti di rabbia e ostilita’ verso gruppi esterni.

Dagli studi fatti da Feshbach su cosa ognuno pensa del suo paese sono emerse varie frasi “ amo il mio paese, sono fiero di essere americano “ questa e’ quella componente chiamata patriottismo.

Ci sono persone che si sono discostate dall’ idea di patriottismo ed hanno accolto quella di nazionalismo con frasi del tipo “ l’ America e’ superiore alle altre potenze “ ecc..

Patriottismo = attaccamento al proprio paese, l’attaccamento al proprio paese e’ simile a quello che un bambino prova per la propria madre, e’ stato rilevato che il Patriottismo dipende molto con il legame di attaccamento che i soggetti avevano sperimentato con il padre, piu’ alto il loro attaccamento, piu’ alto il patriottismo.

Il patriottismo da questa riflessione e’ dunque legato all’attaccamento precoce al padre e quindi e’ dato da influenze sociali precoci.

Nazionalismo = invoca la superiorita’ della propria nazione sulle altre, le misure del Nazionalismo non c’entravano in alcuno modo con l’attaccamento al proprio padre.

Gli antecedenti del Patriottismo e del Nazionalismo

La distinzione tra patriottismo e nazionalismo e’ utile perche’ consente un analisi dei sentimenti nazionali e dell’impegno verso il proprio paese.

_ Il Nazionalismo appoggia piu’ frequentemente politiche militari orientate alla guerra

Shaw e Wong sostengono che gli individui hanno ereditato tendenze a difendere e a espandere il potere dei gruppi al quale sono legati da parentela e ad aver paura degli estranei non imparentati. Questi studiosi asseriscono che la violenza tra gruppi ha base biologica, questa teoria evoluzionistica ha comunque molte ambiguita’.

Attaccamento e oggetti di identificazione

Un esperimento di Sherif offre una descrizione dei fattori che influenzano l’identificazione con un gruppo particolare ( quello del campo estivo )

Conclusioni

Gli individui dovrebbero cercare di identificarsi con i diversi gruppi sociali per capire le preoccupazioni ed i problemi del mondo, cio’ e’ possibile mettendo a punto programmi scolastici che facciano si’ aumentare l’orgoglio del proprio paese ma facendo anche capire che gli interessi possono essere comuni anche in gruppi diversi e bisogna cosi’ cooperare tutti assieme.

Una diminuzione delle risorse colpirebbe tutta l’umanita’ e non un solo paese.

 

Capitolo IX

Gli attributi del nemico ( il caso degli zingari di Borisz A.Szegàl )

Gli zingari entreranno mai nella societa’ mederna? Gli zingari stessi vorrebbero entrare nella nostra comunita’ accettandone i diritti e i doveri?

La democrazia si e’ ormai distribuita in Ungheria e il paese sta’ diventando man mano piu’ libero, l’insieme delle nuove liberta’ ha fatto sviluppare a questo paese una tolleranza maggiore rispetto agli anni precedenti ai nazionalismi radicali.

Non e’ razzismo affermare che gli zingari sono differenti da noi, hanno infatti diverse usanze, credenze abitudini ma questa non e’ una giustificazione per discriminarli e perseguitarli come succede ancora spesso nei paesi dell’ Est.

Chi sono gli zingari?

_popolo di origine indiana che arrivo’ in Europa nel XIV secolo. In Ungheria ne vivono 700.ooo ( inizialmente gli zingari vagavano e proponevano spettacoli nelle piazze poi si e’ aggiunto il commercio e il furto nei loro interessi cosi’ da divenire gente indesiderata )

_Ogni popolazione ha diverse tribu’ che hanno una loro lingua e un loro stile di vita

_Ogni gruppo e’ composto piu’ o meno da 12 famiglie

Ci si chiede ancora se il mondo e’ d’accordo ad accettare gli zingari come minoranza etnica e se gli zingari sono disposti ad accettare il nostro mondo convenzionale.

Non e’ facile rispondere alla seconda domanda inquanto non esiste un unico portavoce che possa comunicare cosa vogliono o non vogliono gli zingari.

La ricerca di Budapest

Gli zingari secondo i non zingari:

* sporchi, pigri, sleali, falsi, inaffidabili, arroganti e fastidiosi

* nel parlare di loro i non zingari non davano una notazione positiva

  • Si sono dichiarati favorevoli all’espulsione degli zingari dall’ Ungheria

Il restante quarto degli zingari li riteneva solamente sfortunati e capri espiatori, questi soggetti avrebbero volentieri assistito ad lezioni su di loro o a dibattiti

La versione degli zingari:

  • affermano che i non zingari sanno poco di loro
  • affermano che ci sono davvero zingari che rubano e che non sono affidabili

Come gli zingari percepiscono la societa’ ungherese:

  • la minoranza di zingari hanno sostenuto che in Ungheria ci fossero discriminazioni
  • la maggioranza non ha invece ostilita’ verso l’ Ungheria
  • molti richiedevano piu’ assistenza
  • altri affermavano che lo Stato faceva il possibile per loro
  • gli zingari e’ emerso che non vogliono cambiare le loro abitudini e si aspettano che la societa’ li accetti

Conflitti e scontri

I non zingari asseriscono molto spesso di aver assistito ad atti illeciti da parte degli zingari ma e’ anche vero che spesso gli zingari sono stati uccisi per aver commesso piccolissimi furti.

La Costituzione Ungherese tratta gli zingari come i non zingari, i non zingari non trattano gli zingari con disprezzo e gli zingari non prendono parte ad attivita’ comuni perche’ il loro stile di vita e’ nettamente diverso dal resto della societa’.

La visione del futuro

  • bisognerebbe modificare l’immagine che si ha degli zingari
  • perche’ gli individui dovrebbero adattarsi ad una minoranza etnica?
  • Perche’ gli zingari dovrebbero cambiare stile di vita per essere accettati?

 

Capitolo X

Il nemico in tv e nella stampa ( Jo Groebel )

Con la seconda Guerra mondiale l’impiego delle immagini del nemico nelle strategie della comunicazione di massa hanno iniziato a prendere piede.

_ i bosniaci sono stati deumanizzati e considerati senza valore

_ i croati sono stati chiamati Torturatori Ustascia ( dal nome di un movimento fascista che sostenne i fascisti negli anni 40.

L’ interdipendenza tra guerra e comunicazione di massa

  • le guerre moderne hanno bisogno dei mezzi di comunicazione per andare avanti come gli stessi mezzi di comunicazione hanno bisogno delle guerre
  • la maggioranza delle persone conosce la guerra attraverso la televisione per questo i mezzi di comunicazione giocano un ruolo importante.
  • Vengono usate immagini che provocano reazioni emotive favorevoli alla guerra, i bambini e le donne sono gli argomenti principali per favorire questo fenomeno.
  • Il video di una giovane donna il lacrime dove asseriva di aver visto neonati tolti dalle incubatrici per essere trasportati a Baghdad, si verifico’ successivamente che il documento era falso.

Il concetto classico di immagine del nemico

  • al nemico vengono attribuiti i tratti di diabolicita’ e codardia.
  • Per costruire l’immagine del nemico si crea una forma stereotipata di esso cosi’ che le due parti che sono in contesa si allontanano ancor di piu’.
  • Il bersaglio e’ solitamente un uomo
  • Si assume il comportamento noi loro
  • Per formare l’immagine del nemico si devono possedere gia’ dei preconcetti su di lui ( cattive intenzioni ecc )
  • La tendenza degli individui ad esprimere giudizi sui pochi dati che hanno
  • La paura degli estranei
  • Il fascino del male

Quando si costruisce un immagine del nemico lo si puo’ fare per diversi motivi:

_giustificare qualche forma di violenza

_ distrarre l’attenzione dai problemi che gravano sul gruppo d’appartenenza

_rafforzare il noi mediante definizione del loto

Ecco i meccanismi che entrano in gioco:

  • l’altro gruppo e’ massa indistinta
  • hanno caratteristiche primitive
  • il gruppo avversario viene sminuito
  • il gruppo puo’ venire deumanizzato
  • l’immagine del nemico impersonifica piu’ persone dell’ intero gruppo
  • vengono attribuiti atti aggressivi
  • viene usata dai media musica drammatica, effetti speciali
  • si da notizia solo delle vittime fatte dal nemico

 

Psicologia della moderna comunicazione di guerra

Si e’ venuta a creare nella societa’ moderna una cosiddetta “ Tv verita’ “ dove i programmi si servono di un formato fiction per narrare degli avvenimenti reali.

Le immagini che evidenziano il carattere distruttivo della guerra non la rendono pero’ negativa agli occhi di chi guarda.

Molti film di guerra riescono ad ottenere il consenso di maschi adolescenti dando loro un educazione implicita alla guerra.

Attraverso questi film si sottolinea come:

  • si puo’ diventare un eroe
  • si possono trarre profitti
  • la guerra e’ avventura
  • con la guerra si puo’ controllare il mondo

I media con un buon impegno potrebbero portare gli spettatori alla riduzione della visione del nemico avvicinando le culture, potenziando l’immagine dell’altro come amico.

 

 

Fonte: http://www.sociologia.uniroma1.it/users/studenti/Riassunti/Psico_Sociale_Attili/3_)_il_nemico_ha_la_coda.doc

Sito web: http://www.sociologia.uniroma1.it/users/studenti/Riassunti/Psico_Sociale_Attili/

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