Psicogeriatria

 


 

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Elementi di Psicogeriatria

 

L’anziano che si è perso

Problemi derivanti dall’avanzamento dell’età:

  • rallentamento tempi di reazione
  • riduzione dell’attenzione

maggiore sensibilità all’interferenza
difficoltà di concentrazione

  • diminuzione memoria di richiamo (secondaria)

mantenimento memoria di riconoscimento, immediata e ricordi personali più lontani

  • minore elasticità e flessibilità

maggiore difficoltà nel formare concetti e svolgere ragionamenti astratti

  • labilità emotiva

maggiore fatica ad adattarsi a situazioni nuove e cambiamenti

  • difficoltà di linguaggio (essenzialmente di denominazione)

Concetto di autosufficienza e di non-autosufficienza:

  • criterio di valutazione per l’accoglimento dell’anziano in strutture
  • autonomia: coscienza di sé e della propria identità di persona
  • limitazioni del concetto:

fortemente condizionato dal contesto
interpretazione del termine (intesa soprattutto come non-autosufficienza fisica)

  • Concetto di AUTONOMIA: esprime meglio le reali possibilità di una persona

Valutazione Multi Dimensionale (VMD):

  • risponde a logica riabilitativa, riattivante, motivante (non solo assistenziale)
  • utilizzata per:

     avere conoscenza globale dell’ospite
predisporre un adeguato trattamento riabilitativo
permettere al personale di relazionarsi adeguatamente all’ospite

Anziano polipatoligico:

  • paziente affetto da più malattie e disturbi variamente invalidanti
  • richiede individualizzazione del trattamento
  • patologie prevalenti:

degenerative                          11%
cerebrovascolari                     45%
cardiovascolari                        10%
neurologiche (epilessia)              6%
Morbo di Parkinson                    6%
traumatiche/tossiche                  7%
da ritardo mentale                   10%

  • cognitivamente:

integri                                   26%
con deterioramento mentale      54%
lieve                              14%
medio                            18%
grave                            22%

  • lucidità: diversifica gli ospiti a seconda del mantenimento o meno del senso di realtà
  • depressione: aspetto che si acuisce con età e disagio

Anatomia cerebrale

  • emisferi: due collegati da fasci di fibre nervose
  • corpo calloso: fascio di fibre nervose più importante

funzione: mettere in trasmissione tra loro aree speculari degli emisferi

  • lobi: 4 aree di divisione degli emisferi funzionalmente distinte e specifiche per determinate abilità

     Lobi occipitali: processi sensoriali di visione
non svolgono analisi cognitive approfondite

     Lobi parietali:   percezione visiva
percezione del corpo e della posizione di esso nello spazio
orientamento spaziale in generale: analisi della tridimensionalità
Agnosie: incapacità di riconoscere oggetti o cose (soprattutto se visti da angolature non usuali)

Lobi temporali: processi linguistici
percezione e attribuzione di senso ai suoni
percezione visiva degli oggetti e del volto umano
Afasie: disturbi del linguaggio
problemi di:  denominazione
comprensione verbale
produzione verbale

Lobi frontali:     attività di pianificazione, organizzazione e controllo di azioni, pensieri e comportamenti
funzione di consapevolezza e del giudizio sociale
danno: incapacità di apprendimento
rigidità e mancanza di flessibilità di pensiero

Funzioni cognitive di base:

  • ATTENZIONE

 

     canalizzazione:   capacità del cervello di filtrare le informazioni utili dal resto dei rumori di fondo
3 livelli dell’attenzione:  

  • vigilanza:    reazione attiva ad uno stimolo significativo, identificandolo e selezionandolo

                    (attenzione selettiva)

  • abilità di controllo e pianificazione: necessaria per la capacità di concentrazione

                                                          (abilità che consente di mantenere l’impegno per
eseguire qualsiasi compito)

  • specifica per lo spazio:  il deficit noto come “agnosia spaziale unilaterale” comporta la

esclusione sistematica di metà del campo visivo (pur non avendo problemi di vista)


  • MEMORIA

 

    • a breve termine: per ricordare informazioni utili per 30-60 secondi

                                    dichiarativa: memoria esplicita attivata in modo implicito
semantica: patrimonio individuale di conoscenze;
capacità di ricordare e utilizzare correttamente il significato delle parole

                                                       episodica: propria storia personale;
capacità di ricordare episodi specifici, eventi ed esperienze datati, di collegarli tra loro e dotarli di significato;
nell’anziano è la prima a deteriorarsi

  • a lungo termine: magazzino dei ricordi

  procedurale: memoria implicita attivata in modo non cosciente

 

     Modello di memoria di Atkinson e Shriffin:

  • M. immediata o sensoriale:                             capacità di ricordare qualsiasi stimolo così come lo si è

                                              percepito attraverso i sensi;
rimane disponibile meno di 3 secondi se non elaborata

  • M. a breve termine: di capienza limitata (contiene al massimo 7 voci);

le informazioni vi permangono limitatamente nel tempo (dai 3 sec al minuto scarso);
sensibile alle interferenze di tipo uditivo-verbale;
detta anche: primaria o m. di lavoro
si divide in:
M.B.T. uditivo-verbale: importante per la comprensione del linguaggio
M.B.T. visuo-spaziale

TEST M.B.T.:

  • Test di ripetizione seriale di parole bisillabiche:

     valuta capacità del magazzino verbale (capacità normale SPAN: 7 ±2)
Esecuzione: si legge la sequenza 1 e si chiede di ripeterla; se riesce si passa alle successive finché il soggetto non sbaglia per 2 volte consecutive la stessa sequenza: l’ultima sequenza corretta darà il punteggio.

  • Test dei cubetti di Corsi:

valuta le capacità di memoria sequenziali delle posizioni spaziale
Esecuzione:   una tavoletta di legno 20x25 con incollati 9 cubetti di legno in posizioni non simmetriche e numerati dalla parte dell’esaminatore; l’esaminatore tocca i cubetti al ritmo di 1 al secondo come proposto nella lista e chiede di ripetere la sequenza.

  • M. a lungo termine: contiene tutte le informazioni acquisite nel tempo

                                    detta anche: secondaria o recente


TEST M.L.T.:

Valutano le capacità di:

  • apprendere nuovo materiale: richiede efficienti strategie di codifica dell’informazione
  • recupero del materiale appreso: richiede efficienti processi di richiamo dell’informazione
  • tipo di compito da eseguire:

 

  • Test uditivo-verbale:
  • Test delle 15 parole di Rey:       

valuta l’andamento dell'apprendimento;        
Esecuzione: si leggono al soggetto 15 parole e si chiede di ripeterne quante ne ricorda; si ripete la prova 5 volte e poi si impegna il soggetto in altre attività per 15 minuti: dopo gli si chiede di ripetere tutte le parole che ricorda.

  • Test di memoria di prosa:    

Esecuzione: si legge al soggetto un breve racconto che dovrà ripetere subito una volta e una seconda dopo 15 minuti; le ripetizioni verranno analizzate a seconda di quantità e qualità dell’informazioni rievocate.

 

  • Test di apprendimento di coppie di parole:

Esecuzione: si leggono al soggetto delle coppie di parole: proponendo la prima coppia si richiede di ricordare la seconda.

  • Test visuo-spaziale:

 

  • Test di apprendimento “supraspan” spaziale:

Esecuzione: si utilizza il test dei cubetti di Corsi proponendo una sequenza più lunga del suo span che viene proposta fino ad un massimo di 18 volte finché non viene ripetuta correttamente.

  • Test di ritenzione visiva:

Esecuzione: riproduzione a memoria di disegni geometrici presentati.

 

d) livello di consapevolezza:

  • Memoria dichiarativa: abilità esplicita e consapevole;
    riguarda i fatti di memoria semantica ed episodica.

 

  • Memoria procedurale: abilità implicita e inconsapevole;
    entra in funzione quando si compiono le cose automaticamente;
    evidenziabile solo eseguendo una specifica prestazione;
    rimane per lo più integra anche negli stati più gravi di deterioramento cognitivo;
    fa mantenere alla persona compromessa cognitivamente un aspetto esteriore di normalità.

 

  • Memoria incidentale:  permette apprendimento del tutto inconsapevole sebbene di breve durata.

3. LINGUAGGIO

Comunicazione:  capacità che permette di metterci in contatto con il mondo, ricevere e trasmettere significati
espressione:      capacità di produzione di messaggi dotati di senso
comprensione: capacità di attribuire corretti significati ai messaggi verbali e non verbali ricevuti

Abilità linguistiche: eloquio spontaneo;
denominazione;
ripetizione;
comprensione.

Test di comprensione verbale:

  • Token Test (Test dei gettoni):

misura di comprensione del linguaggio orale;
impiegata per dare una misura  complessiva della gravità dell’afasia;
può essere impiegato anche per soggetti a bassa scolarità;
Esecuzione: in circa 20 minuti vengono mostrati al soggetto, facendone notare forma (cerchi e quadrati), dimensioni (grandi e piccoli) e colori diversi (rosso, giallo, verde e nero), alcuni gettoni; viene chiesto al soggetto di eseguire una alla volta di 6 serie di ordini verbali di complessità crescente.

 

Test di comprensione non verbale:

  • Test delle matrici progressive (Raven P.M.):

valuta anche la capacità di: analisi visuo-spaziali;
associazioni;
ragionamento non verbale;
negligenza unilaterale;
stile cognitivo;
esiste una forma colorata per bambini o persone con ritardo mentale, più semplice o più complessa per adulti con problemi o sani;
le tavole possono richiedere di svolgere ragionamenti di:   similitudine;
simmetria;
ragionamento analogico;
ragionamento astratto.

COMUNICAZIONE NON VERBALE

  • Comportamenti cinesici:
  • espressioni facciali;
  • gesti e movimenti.

 

  • Paralinguaggio:
  • tono, ritmo, intensità, velocità della voce;
  • pause (insicurezza), silenzi (nel depresso), interruzioni (distrazione, agitazione).
  • Aspetti spaziali:
  • distanza posta tra gli interlocutori.

FUNZIONE della COMUNICAZIONE NON VERBALE:

  • trasmissione di aspetti interpersonali:  informazioni sul tipo di relazione che si desidera intrattenere;

 

  • espressione di emozioni e sentimenti;
  • metacomunicazione: fornire informazioni su come interpretare il messaggio verbale con il tono di voce, i gesti, la mimica;

 

Rapporto tra comunicazione verbale e non verbale:

  • ripetizione: l’informazione data con le parole viene confermata dal comportamento;

 

  • contraddizione: messaggio verbale e non verbale si contraddicono;
  • sostituzione:      assenza di messaggi verbali, ma comunicazione con gesti, sguardi, silenzio;

 

  • complementazione:     non vengono usate parole ma oggetti che le rappresentano;
  • accentuazione: uso del tono della voce per enfatizzare gli aspetti più rilevanti del messaggio verbale;

 

  • regolarizzazione: uso del comportamento non verbale per ordinare o controllare il comportamento altrui.

 

Funzioni cognitive superiori:           

Intelligenza: attività regolate da lobi frontali dipendenti largamente da carattere, personalità, livello culturale, esperienza acquisita.

  • Abilità logiche: capacità di formare e utilizzare i concetti dedotti dall’esperienza

 

  • astrazione: convertire dati concreti ed esperienze pratiche in dati astratti, idee, concetti;
  • ragionamento: utilizzare e gestire dati astratti con abilità logiche.

TEST:

Valutazione capacità verbali: per evidenziare:

  • effetto di concretezza: incapacità delle persone con problemi di ragionamento ad andare oltre il significato concreto, letterale;
  • confabulazioni: risposte inadeguate in sostituzione dell’incapacità di rispondere
  • Proverbi: interpretazioni dei proverbi;
  • Analogie: espressioni di giudizi di similarità, differenza e classificazioni;
  • Critica di storie assurde.

 

Valutazione capacità non verbali:

  • Test delle matrici progressive di Raven (nella forma colorata più semplice).

  • abilità di “problem solving”:    capacità concreta di utilizzare le proprie abilità cognitive di base, attenzione, memoria, linguaggio, in maniera adeguata e mettendole al servizio degli obiettivi prefissati.

 

  • organizzazione;
  • pianificazione;
  • elasticità mentale.

TEST:

  • Wisconsin Sorting Card Test:

per valutare la flessibilità mentale del soggetto;
Esecuzione: si utilizzano carte da gioco: l’esaminatore inizia ad estrarre dal mazzo le carte rosse e fa poi continuare il soggetto che tirerà fuori le carte rosse; prima della fine del mazzo l’esaminatore lo riprende ed inizia a tirar fuori solo i cuori. Se ili soggetto ha problemi di elasticità mentale non capirà il nuovo criterio e continuerà a tirar fuori tutte le carte rosse.

  • Torre di Londra:

per verificare la capacità di usare strategie e di modificarle in corso d’opera e della capacità di imparare dagli errori commessi.
Esecuzione: si usano 3 palline forate, color verde, giallo e rosso infilate in un pallottoliere (dal basso verso l’alto nel primo ago: rosso, giallo, verde); il soggetto deve ottenere nel minor numero di mosse (=4): secondo ago dal basso: rosso e giallo e nel terzo: verde.

 

  • abilità sociali: apprese durante la vita, riguardano la conoscenza delle situazioni sociali, delle regole di vita di relazione e la capacità di rispondere in modo adeguato. Non esistono test specifici per valutare queste abilità.
  • consapevolezza;
  • giudizio.

 

  • emozioni:

 

  • risposte riflesse agli stimoli: reazioni di durata brevissima in risposta ad uno stimolo improvviso: non possono essere controllate, inibite, simulate;
  • emozioni propriamente dette:    reazioni di breve durata in relazione ad un evento specifico: possono essere in misura controllate, inibite, simulate (rabbia, gioia, disgusto,…). La loro espressione dipende dal carattere e si manifestano attraverso:
  • espressioni mimico-facciali;
  • espressione prosodiche del linguaggio (tono,…);
  • espressioni gestuali.

 

  • stati affettivi:         comportamenti di più lunga durata che, in alcuni casi, possono essere controllati, inibiti o simulati. La loro espressione dipende dalla personalità. Si dividono in:
  • disturbi d’ansia;  
  • disturbi del tono dell’umore;   
  • disturbi psicotici;
  • disturbi affettivi dovuti a patologie del sistema nervoso centrale.

 

EMOZIONI

STATI AFFETTIVI

DURATA

limitata nel tempo

prolungata nel tempo

CAUSA

motivata da un evento

motivata da uno stato
psicologico o organico

 

 

EMOZIONI

STATI AFFETTIVI

TIPO DI
INTERVENTO

DIRETTO
(sull’EVENTO, se
modificabile)

INDIRETTO
(sul SINTOMO)

  • psicologico
  • contestuale
  • medico

 

FUNZIONI CORTICALI SUPERIORI:

  • Aprassie: disturbo acquisito dei movimenti appresi (in assenza di problemi motori di base) in persone con attenzione e comprensione verbale integra. Disturbo delle funzioni cognitive di programmazione del movimento che sono regolate dai processi cognitivi superiori. Riguarda i movimenti volontari e finalizzati  e non quelli automatici ed involontari che sono mantenuti.

 

  • dell’abbigliamento: riguarda la capacità di vestirsi accuratamente: non si è in grado di programmare la corretta sequenza per infilare gli abiti;
  • ideo-motoria:     riguarda la capacità di eseguire gesti simbolici universalmente noti essenzialmente in due modalità:
    -  su comando;
    -  su imitazione (più semplice).
    Può riguardare distretti distinti del corpo:
    -  distretto bucco-facciale;
    -  arti superiori e inferiori;
    -  corpo.

 

  • transitiva/intransitiva:        riguarda la capacità di usare oggetti o mimarne l’uso su comando: l’aprassia tuttavia non impedisce il regolare e adeguato uso spontaneo dell’oggetto nella pratica quotidiana.
  • costruttiva: disturbo della cognizione ed organizzazione spaziale (in persone che non hanno problemi percettivi). Si esprime con l’incapacità di:
  • eseguire compiti di costruzione spaziale;
  • riprodurre graficamente figure: bidimensionali;
    geometriche;
    in rapporti di esteriorità/interiorità sia con un modello che a mente.

Fenomeno del CLOSING-IN o ACCOLLAMENTO AL MODELLO:
riflette l’incapacità specifica di staccare lo sguardo dal modello, costruirne un’immagine mentale e riprodurla.

 

  • AGNOSIE: disturbo dell’identificazione percettiva che consiste nel mancato riconoscimento di forme o oggetti attraverso una singola modalità sensoriale, mentre il riconoscimento attraverso le altre modalità è possibile. Questo disturbo impedisce alla persona di poter collegare l’esperienza percettiva, con un’esperienza precedenze, dandole quindi un significato. Questi disturbi sono difficilmente evidenziabili in pazienti con deficit multisensoriali.
  • visiva: disturbo delle funzioni cognitive visive: problema di associazione tra il percetto e il suo significato; distinti:
    • per gli oggetti;
    • per i colori;
    • per le figure;
    • prosopoagnosia:  incapacità di riconoscer le facce umane anche se appartenenti a qualcuno di conosciuto;
  • uditiva: disturbo delle funzioni cognitive uditive: incapacità di identificare i suoni e di riconoscerne il significato, in assenza di sordità;

 

  • tattile:  funzioni legate al tatto: più difficile da identificare perché colpisce persone che hanno già qualche problema alle vie sensoriali;
  • astereognosia:  incapacità di riconoscere le forme al tatto e la qualità delle superfici;
  • olfattiva: funzioni legate all’olfatto (funzioni “arcaiche”): incapacità di riconoscere odori o profumi caratteristici pur potendo riconoscerli vedendone l’origine;

 

  • spaziale unilaterale: funzioni legate alla conoscenza dello spazio: il soggetto trascura, ignora o nega la metà laterale sinistra dello spazio, non utilizzando le informazioni visive, acustiche, tattili che può percepire (si ha solitamente negli emiplegici sinistri, con lesione cerebrale parietale destra);

     TEST:

  • delle crocette;
  • Albert: sbarramento di segmenti;
  • divisione del segmento a metà;
  • copia disegno;
  • osservazione comportamenti quotidiani.
  • somatognosia:  funzioni legate alla conoscenza del corpo;

 

  • topografica: riguarda la percezione dei rapporti spaziali tra il proprio corpo e l’esterno: incapacità di orientarsi in ambienti una volta familiari (in assenza di disturbi di memoria, di attenzione spaziale, di percezione) pur riuscendo a descriverli;
  • autotopoagnosia: riguarda la percezione e la conoscenza del proprio corpo: incapacità di identificare le proprie parti del corpo, di orientarle in maniera adeguata nello spazio o di non riconoscerle affatto come proprie;

 

  • digitale: disturbo dello schema corporeo (per lesioni parietali sinistre) preposto alla rappresentazione delle dita della mano, che crea difficoltà a riconoscerle, muoverle su comando, ad indicarle e a denominarle su entrambe le mani, sia sul proprio corpo che su quello dell’esaminatore;
  • anosognosia:  negazione o non consapevolezza della propria malattia, anche di fronti ad elementi palesemente evidenti;

 

  • esperienza dell’arto fantasma:  persistenza dell’immagine corporea dell’arto, nonostante la sua amputazione; percezione di sensazioni (per lo più dolorose) che resistono anche all’evidenza visiva e cognitiva: ciò avviene perché le strutture nervose centrali continuano a svolgere la loro funzione, seppur deafferenziate. l’esperienza del dolore è reale e da trattare farmacologicamente.

Fonte: http://appunti.buzzionline.eu/downloads/psicogeriatria0607.doc
Autore del testo : Silvia

 

 

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