Il vangelo di Marco

 


 

Il vangelo di Marco

 

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Il vangelo di Marco

 

Il vangelo di Marco

 

IL VANGELO DI MARCO

 

1. Marco e il suo Vangelo

Il simbolo scelto dalla tradizione per il Vangelo di Marco è il leone, che evoca l’immagine del deserto, con il quale si apre lo scenario del Vangelo. Nei primi tempi del cristianesimo e per molti secoli successivi Marco non ha attirato l’attenzione dei teologi, dei catechisti e dei pastori della Chiesa, ma negli ultimi tre decenni il ‘Vangelo dimenticato’ ha assunto un posto di assoluto rilievo nel panorama esegetico. Già nel 1976/77, il monumentale commentario di R. Pesch contava circa 30 commentari che si erano succeduti dall’anno 1956. L’attenzione che dalla metà degli anni 50 è stata tributata a questo scritto è dovuta soprattutto alla scoperta - o riscoperta - della sua teologia.

 

1.1. Chi è Marco?

L’autore del secondo vangelo, al pari di tutti gli altri evangelisti, non presenta se stesso. Al pari degli altri titoli, anche KATAMAPKON fu inserito nel II sec., quando si raccolsero i quattro Vangeli. Comunque è verosimile che l’autore si chiamasse così almeno per la ragione che Marco non è un personaggio di rilievo nel panorama dell’antichità cristiana.

La più antica testimonianza su Marco come autore del secondo Vangelo - su cui si fonda poi la tradizione comune della Chiesa - è quella di Papia di Gerapoli (intorno al 130 d.C.), riportata da Eusebio di Cesarea (263-369), Hist. eccl. III. 39,14-15. Papia riferisce - come tradizione del Presbitero - che Marco non aveva seguito personalmente il Signore ma. come interprete ermēneutēs) di Pietro, aveva scritto con cura ed esattezza - ma non in ordine cronologico - le parole e le gesta del Signore. traendo memoria da quanto aveva sentito da Pietro. Ireneo afferma che Marco scrisse dopo la morte Pietro (Adv. Haer. 3.1.1.).

Si è identificato l’autore storico del secondo vangelo con Giovanni Marco di Gerusalemme, di cui ci parlano At 12,12.25, prima compagno di Paolo e Barnaba e poi solo di Barnaba (cf At 15,36-40). R. Pesch fa tuttavia notare che la testimonianza di Papia ha un carattere apologetico tendente a valorizzare l’opera di Marco e ad attribuirle autorevolezza al pari degli altri vangeli. Inoltre la sua associazione a Pietro potrebbe dipendere da 1Pt 5,13 dove Marco viene teneramente chiamato figlio mio. Comunque, che Marco fosse un testimone della tradizione apostolica e un giudeo-cristiano originario della Palestina è difficile negarlo, a causa delle caratteristiche che traspaiono dall’opera.

 

1.2. Dove e quando è stato scritto il Vangelo?

La tradizione comune ha considerato Roma come patria di origine del secondo Vangelo e non c’è nulla che contraddica questa ipotesi. A Roma dovevano esistere parecchie comunità domestiche nelle quali vivevano cristiani di diversa origine (cf Rm 16). In ogni caso è chiaro che Marco scrive per una comunità che ha legami con il cristianesimo di Gerusalemme e della Galilea e, nello stesso tempo, è vincolata alla missione etnico-cristiana, una chiesa composta di Giudei e Pagani. Che Marco scriva per una comunità etnico-cristiana lo si deduce dalle molte espressioni aramaiche tradotte in greco (cf 5,41; 3,17; 7,35; 14,36; 15,34; ecc).

Alcuni suppongono l’attività letteraria di Marco dopo la morte di Pietro (cf anche Papia), che dovrebbe essere avvenuta durante la persecuzione di Nerone, nell’anno 64 circa. R. Pesch, invece, pensa che Mc 13 presupponga la guerra giudaica e la distruzione della città, avvenuta nel 70 d.C. Recentemente, poi, tra i frammenti di papiro scritti in greco e trovati a Qumran, lo studioso O’Callaghan avrebbe identificato Mc 4,28 e 6,52-53. Se questa ipotesi fosse vera dovremmo porre la composizione del secondo Vangelo intorno all’anno 50, ma la lettura dei frammenti non è criticamente accertata e, pertanto, sembrerebbe più fondata una datazione che lo ponga intorno all’anno 65-67 d.C.

 

1.3. La lingua di Marco

Tra gli evangelisti Marco è senza dubbio il più vicino alla koiné non letteraria. La fraseologia spicca per la grande semplicità. Al posto dell’ipotassi, frequente nel Greco classico, Marco si distingue per la paratassi (cf, per es. Mc 4,35-4 1: 17 volte kai). Come congiunzione usa frequentemente kai, invece del più elegante de. E, invece dell’aoristo, Mc usa in continuazione il presente storico.

Il vocabolario contiene numerosi elementi della lingua parlata, tra cui risaltano i diminutivi (cf 5,23; 7,25; 8,7; 5,41; 7,27; ecc.), l’uso di ‘e subito’ (1,12.23.29; ecc). Nonostante tutto, però, il suo greco non può essere definito approssimativo.

 

1.4. Il problema della conclusione canonica

L’attuale conclusione (vv 9-20) finale lunga detta anche finale canonica, antichissima e proposta dogmaticamente dalla chiesa come ispirata, da un punto di vista letterario, in origine non faceva parte del testo di Marco. Non concorda perfettamente con il contenuto dei versetti che la precedono, alcuni padri della chiesa non la conoscono.

La tradizione manoscritta presenta 5 conclusioni:

  1. Finale in 16,8 Il vangelo si conclude con ‘la paura e il silenzio’delle donne. Questa finale è attestata dai due manoscritti più antichi (Vaticano e Sinaitico).
  2. Finale lunga con il testo di 16,9-20. è attestata dai manoscritti A, D, C (codice Alessandrino, di Beza e di S. Efrem) Clemente di Alessandria e Origene mostrano di non conoscerla; Eusebio e Girolamo attestano che il passo era assente in quasi tutti i manoscritti greci di cui loro avevano conoscenza. Pertanto, pur essendo parte integrante della Scrittura (finale canonica), non appartengono a Marco; molto probabilmente sono stati aggiunti al Vangelo soltanto all’inizio del II sec.
  3.  Il manoscritto W (codice di Washington) del V secolo attesta una ‘finale lunga’ che termina in 16,15. Girolamo ne parla, dunque la conosceva. È un testo che presenta una lingua e uno stile molto diversi da Marco e si avvicina allo stile degli apocrifi.
  4. Il manoscritto K (codice di Mosca) presenta una ‘finale breve’ in cui il v 8 è però ampliato in questo modo: Ma tutto ciò che era stato comandato annunciarono senza indugio a coloro che erano con Pietro. Ma, dopo ciò, lo stesso Gesù inviò per mezzo di loro da oriente a occidente la santa e incorruttibile parola dell’eterna salvezza. L’ampliamento appare goffo: la lingua cambia e il contenuto è contradittorio; le donne che prima ‘non dissero nulla’ poi ‘raccontarono tutto’.
  5. Vari manoscritti (dal VI all’VIII sec.) presentano la finale breve (16,8) seguita dalla finale lunga (16,9-20).

Gli autori dell’edizione critica The Greec New Testament, sulla scorta degli studi di uno di loro K. Aland, ritengono che la conclusione più antica sia 16, 8. Lasciano aperte tre possibilità: 1) questa la finale voluta dall’evangelista; 2) il vangelo è ‘incompito’; 3) la finale del vangelo è andata perduta (l’ultima pagnina andò perduta accidentalmente prima che il vangelo cominciasse ad essere copiato).

 

2. La struttura del Vangelo

Fin dall’origine, di fronte al secondo Vangelo si è avuta l’impressione di un materiale disordinato (cf Papia). Tutti i piani che sono stati presentati risultano più o meno dubbi, nonostante che nell’ultimo periodo si vada sempre più affermando il piano organizzato intorno a criteri letterari e teologici (cf dopo). Una veloce rassegna di queste strutture aiuta, comunque, a scoprire i criteri utilizzati per la ricerca di un piano.

 

 

2.1. Criteri geografici

Kümmel, nella sua Introduzione al Nuovo Testamento, vede relativamente bene in 1,14 - 3,6 la Galilea come luogo dell’attività di Gesù, come pure Cafarnao in 1,2 1-38. Si può notare anche che Gerusalemme costituisce lo scenario dal cap. 14. Lohmeyer, nel suo commentario, raggruppa anche 3,7-6,16 intorno allago di Genezareth e su 6,30-8,26 si potrebbero fare le stesse osservazioni. Su criteri geografici è basato anche il commentario di Lührmann, che, dopo l’inizio del Vangelo (1,1-15), pone la prima tappa di Gesù a Cafarnao (1,16-4,34), la sua opera in Galilea (4,35-8,26), il cammino a Gerusalemme (8,27-10,52), l’opera a Gerusalemme (11,1-12,44), etc.

 

2.2. Criteri cronologici

I criteri temporali vengono utilizzati soprattutto nell’individuazione della Giornata di Cafarnao (1,21-38) e della settimana di passione (da 11,1), ma è evidente che, come del resto i precedenti, non sono sufficienti.

 

2.3. Criteri catechetici

Lohmeyer, accanto ai criteri geografici, utilizza anche criteri di contenuto e riconosce per es., la portata strutturale e semantica di 1,14-20 con il sommario dell’annuncio di Gesù che influisce anche sulla disposizione del materiale che segue. Giustamente riconosce anche unità catechetiche, che saranno poi valorizzate anche da altri (cf dopo).

Nella prospettiva di Lohmeyer lavora anche Gottfried Rau, che in un lavoro su Marco del 1985, vede il Vangelo introdotto da un Prologo (1,1- 15) e diviso in due grandi parti (1,16-8,26; 8,27-16,8), con lo scopo di dare fondamento alla missione cristiana primitiva.

 

2.4. Criteri numerici

Nell’antichità i numeri possedevano una grande valenza strutturante e giustamente Lohmeyer e Pesch riconoscono che il numero 3 in Marco (cf, per es., i tre annunci della passione), è importante anche per la strutturazione dell’opera.

 

 2.5. Criteri di contenuto (teologico)

Il tema della progressiva cristologia marciana è stato considerato sempre più come un elemento strutturante. Da questo punto di vista, dalla metà degli anni 60 si divide l’opera in due parti: fino a 8,26 abbiamo la progressiva rivelazione di Gesù come Messia davanti al popolo e ai suoi discepoli, rivelazione che termina con la professione di Pietro in 8,27-30; da 8,31 Gesù introduce i suoi nel mistero del Figlio dell’Uomo sofferente.

 

Questa struttura si trova sia in De la Potterie sia in Schweizer. Quest’ultimo nel suo commentario articola il Vangelo in 6 parti:

I. 1,1-13: L’inizio

II. 1,14-3,6: La piena potestà di Gesù e la cecità dei Farisei

III. 3,7-6,6a: L’attività di Gesù in parabole e segni e la cecità del

mondo

IV. 6,6b-8,26: Attività di Gesù fra i pagani e cecità dei discepoli

V. 8,27-10,52: La rivelazione di Gesù in chiari termini e la sequela

dei discepoli

VI. 11,1-16,8: Sofferenza e risurrezione del Figlio dell’Uomo

 

2.6. Criteri letterari

Giustamente De la Potterie (“De compositione evangelii Marci”, Verbum Domini 44, 1966, 135-141) fa rilevare che i criteri letterari sono necessari per l’individuazione della struttura. A questo proposito possiamo notare:

a) Nella prima parte di Marco troviamo tre sommari con cui iniziano altrettanti sezioni: 1,14-15; 3,7-12 e 6,6b.

b) Dopo questi sommari abbiamo sempre una pericope sui discepoli: 1,16-20; 3,13-19; 6,7-13

c) A conclusione delle tre sezioni abbiamo un’affermazione sulla cecità del cuore o sull’incomprensione delle parole di Gesù da parte degli uditori: 3,3-5; 6,l-6a; 8,17-21.

d) La guarigione del cieco in 8,22-26 ha un significato marcatamente simbolico prima della professione di Pietro (8,27-30) ed è in rapporto con la pericope sul cieco di Gerico in 10,46-52, a conclusione della sezione seguente.

e) All’interno della sezione contenuta in 8,31-10,52, i tre annunci della passione svolgono la stessa funzione dei sommari in 1,14-8,26.

 

2.7. Composizione di Marco

 

Sulla base dei criteri letterari sopra esposti si può riconoscere il piano seguente:

  1,1-13 Introduzione

 

  I.   1,14-8,30 RIVELAZIONE DEL MISTERO DI GESÙ - MESSIA

                   

1. 1, 14-3,6 Gesù con la folla e con i Giudei

2. 3,7-6,6a Gesù con i suoi discepoli

3. 6,6b-8,30 Gesù si manifesta ai suoi discepoli

 

  II.   8,3 1-16,8 RIVELAZIONE DEL MISTERO DEL FIGLIO DELL’UOMO

 

1. 8,3 1-10,52 La ‘strada’ del Figlio dell’Uomo

2. 11, 1-13,37 La manifestazione in Gerusalemme e la rottura con i Giudei

3. 14, 1-16,8 Il compimento del mistero: morte e resurrezione del Figlio

dell’Uomo.

 

Nell’introduzione (1,1-13), dopo il titolo (1,1; cf 8,29; 15,39) che indica lo scopo dell’opera, si determina la posizione di Gesù nelle sue relazioni essenziali: con il Battista (e, mediante lui, con 1’AT: 1,8); con il popolo (1,5); con Dio (1,10-il), con Satana (1,13) e con gli angeli (1,13).

 

I. LA PRIMA PARTE (1,14-8,30) è caratterizzata dalla rivelazione di Gesù a cui deve corrispondere il riconoscimento dell’identità da parte degli uomini. La chiusura (8,27-30), che segna il passaggio tra la prima e la seconda parte, contiene la confessione della messianicità da parte di Pietro.

 

La prima sezione (1,14-3,6) è aperta dall’importante sommario programmatico (1,14-15) ed è concentrata sulla rivelazione dell’autorità (exousia) di Gesù (cf 1,22.27; 2,10.28), un’autorità che si mostra nella giornata di Cafarnao (1,21-34) e in cinque dispute (2,1-3,6). Le reazioni suscitate sono di risposta incondizionata (1, 16-20), di meraviglia (1,27), di fiducia (1,32-34), ma la sezione si chiude con un complotto dei Farisei  (3,1-6).

Nella seconda sezione (3,7-6,6a) Gesù crea un gruppo di intimi (3,13-19), la vera famiglia a cui si contrappone una famiglia che rimane fuori (3,3 1-35). Ad essa Gesù rivela il mistero del Regno di Dio in parabole (4,11) e compie tre opere potenti (4,35-41; 5,1-17; 5,18-43), la prima delle quali provoca la domanda Chi è dunque costui al quale anche il vento e il mare obbediscono? (4,41). Ma anche questa sezione si conclude con un rifiuto che è più grave del primo perché è da parte dei compatrioti (6, 1-6a: cf l’ultima parola: apistia = mancanza di fede).

La terza sezione (6,6b-8,30) è dominata dalla rivelazione di Gesù nelle due moltiplicazioni dei pani (6,30-44; 8,1-9). I discepoli dovrebbero comprendere l’identità di Gesù, ma non capiscono (8,17.18.21). La guarigione di un cieco in 8,22-26 mostra che solo il potere di Gesù può vincere la cecità degli uomini, compresi i discepoli. Solo dopo questa guarigione Pietro, a conclusione della prima parte, riconosce la messianicità di Gesù: Tu sei il Cristo (8,27-30).

 

II. LA SECONDA PARTE (8,31-16,8) mostra in che maniera Gesù è il Cristo e contiene, dunque, la rivelazione del Messia, Figlio dell’Uomo crocifisso e risorto.

Nella prima sezione (8,3 1-10,52) Gesù annuncia per tre volte il suo destino ai riottosi discepoli, ammaestrandoli sul significato che ha il riconoscimento e la sequela del Cristo (cf 8,31-38; 9,30-50; 10,33-45). La sezione si conclude con la guarigione di un cieco che si mette a seguire Gesù: ancora una volta è la guarigione che rende capaci di riconoscere il cammino di Gesù e di seguirlo.

 

Nella seconda sezione (11,1-13,37) si descrive l’attività di Gesù a Gerusalemme, con il tempio che fa da scenario e il confronto di Gesù con i diversi raggruppamenti giudaici. L’uscita di Gesù dal tempio (13,1) mostra la separazione definitiva e il rivolgersi ai soli quattro che Gesù ha chiamato per primi (13).

La terza sezione (14,1-16,8) racconta il compimento del cammino del Figlio dell’Uomo, con la passione, morte e resurrezione. Proprio nel suo morire Gesù è riconosciuto Figlio di Dio da un pagano (15,39). Ma la storia continua con la testimonianza sulla resurrezione da parte di un giovane vestito d’una veste bianca e con le donne che si chiudono nella paura e nel silenzio.

 

3 LA DIMENSIONE TEOLOGICA

L’opera di Mc è essenzialmente teologica: la cristologia vi riveste un ruolo fondamentale.

 

GESÙ È IL VANGELO

Evangelizzare, come concetto teologico in senso stretto, deriva dalla teologia del Secondo-Isaia. Gesù lo riferì a se stesso e la chiesa primitiva, in seguito a ciò, sviluppò questo riferimento attribuendo a Gesù e alla sua opera la parola vangelo. Mc si colloca in questo contesto ponendo

il titolo vangelo al centro della propria opera.

Prima dell’epoca dell’esilio babilonese il verbo ebraico bissar, evangelizzare, si usava per indicare l’annuncio di una buona notizia, religiosa o profana; il verbo non aveva un particolare valore religioso. Fu il Secondo-Isaia (Is 45-55 ), alla fine dell’esilio babilonese, a conferire al termine un preciso significato religioso, esprimendo con esso una buona notizia in particolare, l’annuncio di una promessa escatologica: Dio sta per regnare. Il Secondo-Isaia presenta un evangelizzatore (mebasser) araldo di buone notizie che evangelizza, porta la buona notizia: il regno di JHWH è vicino (Is 40,9; 41,27; 52, 7). Più tardi il Terzo-Isaia rinnoverà la promessa; verrà l’evangelizzatore, il profeta venuto ad annunziare ai poveri l’anno di grazia del Signore (Is 61,1-2).

Mc si colloca in tale prospettiva, dedicando tutta la propria opera allo sviluppo di questo tema. Egli impiega sette volte la parola “vangelo”, sempre in contesto redazionale, il che consente di dedurre il senso che egli attribuisce a questo termine: 1. secondo 8,35 vangelo è sinonimo di Gesù e del suo messaggio per il quale bisogna perdere la propria vita, di fronte al quale non ci si deve vergognare; 2. 10,29 ripete la stessa formula e anche qui vangelo è sinonimo di Gesù; 3. 13,10 e 14,9 hanno in comune la presentazione di Gesù come oggetto di predicazione ma contengono ciascuno sfumature proprie: in 13,10 la proclamazione riferita a un contesto di persecuzione, in 14,9 la proclamazione ha il carattere di “memoriale” ossia di ricordo del passato che lo rende presente; 4. in 1,14 la promessa è il “vangelo” il cui autore e protagonista è Dio, e che inizia a compiersi con la proclamazione del regno da parte di Gesù; il contesto in cui prende l’avvio (“quando Giovanni fu arrestato” e in Galilea) rinvia a un clima difficile e povero (cf lo sviluppo dell’opera); 5. secondo 1,15 il vangelo è Gesù e la sua opera al servizio del regno promesso; 6. infine, è fondamentale 1,1 il cui significato, al luce dei valori messi in evidenza sopra, è duplice. Da un lato è il titolo di tutta l’opera: vangelo è Gesù di Nazaret, poiché egli è il messia che proclama il regno di Dio nel modo che si addice al figlio di Dio, vale dire, secondo 15,39, come Dio nascosto che manifesta la propria potenza nel dono totale di sé. Mc sottolinea così l’aspetto di debolezza nascondimento. Anziché sviluppare quest’affermazione con linguaggio teologico, alla maniera di Paolo, egli ricorre alla tradizione narrativa dei fatti e dei detti di Gesù scegliendo i materiali che consentono di mostrare come in Gesù si compie il vangelo promesso. Dall’altro lato il testo rinvia al carattere kerygmatico attualizzante del vangelo, perché il genitivo (vangelo) “di Gesù” è insieme soggettivo (= Gesù evangelizza)  e oggettivo (= esso annuncia Gesù); Gesù è, a un tempo, soggetto e oggetto del vangelo, e la proclamazione evangelica ha carattere di memoria, in essa Gesù è presente come protagonista e come oggetto. Vangelo significa, perciò, storia e proclamazione.

Quindi vangelo è, per Mc, Gesù e tutta la sua opera, Gesù - messia figlio di Dio, presente in modo efficace in ogni proclamazione: in essa egli offre la sua azione salvifica nel nascondimento e nella debolezza ogni uomo contemporaneo; molti respingono questa proclamazione ma quanti l’accolgono ne vengono trasformati mediante la fede.

 

GESÙ È IL MESSIA VENUTO A PROCLAMARE IL REGNO

Nel contesto del battesimo Mc presenta l’unzione messianica nella linea del servo di JHWH (1,9-11): riceve lo Spirito e Dio lo proclama figlio-servo-profeta. La sua prima azione, subito dopo, spinto dallo Spirito, sarà affrontare Satana, sconfiggerlo (1,12-13) e, essendo il forte (cf 3,27), spodestarlo. Il suo ministero consisterà precisamente in questo spodestamento, compimento del vangelo promesso da Dio, riassunto nel sommario che si legge subito dopo (1,14 s.): si è compiuto il tempo dell’attesa, è venuto il tempo della salvezza disposto da Dio, comincia l’irruzione del regno. Di fronte a questa nuova situazione storico-salvifica gli uomini devono rispondere con la conversione e la fede. Il resto del capitolo è dedicato a presentare i segni che mostrano la portata del regno che comincia. Significativamente la prima azione segno di Gesù è la creazione del discepolato (1,16-20); si rivolge così ad nuovo popolo implicato dalla venuta del regno, che è di natura essenzialmente comunitaria. Perciò, a partire da questo momento, Gesù comparirà sempre in compagnia dei suoi discepoli. Poi, nella sinagoga Cafarnao (1,21-28), insegna con autorità. Non viene detto cosa insegna, ma dal contesto risulta chiaramente che ammaestra sul regno con  l’atteggiamento di chi ritiene di godere in esso di una posizione privilegiata. Subito dopo libera un indemoniato manifestando il suo potere su Satana. In seguito (1,29-31) guarisce un infermo, mostrando che il regno comporta la distruzione dell’infermità. Un sommario generale (1,32-34) generalizza e riassume in esorcismi e guarigioni i segni del regno. Poco dopo, un sommario-annuncio (1,39) mostra Gesù che compie tutte le sinagoghe della Galilea ciò che aveva fatto in quella di Cafarnao. Il capitolo termina con la guarigione di un lebbroso (1,40-45), una malattia considerata uguale alla morte. Insomma il regno è una forza che mira a creare il nuovo popolo di Dio e a distruggere Satana, il dolore e la morte.

Natura del regno. Regno di Dio è una formula astratta che, come tutte le espressi ebraiche, va interpretata in senso concreto, secondo il carattere di questa lingua. L’espressione “regno di Dio” equivale, dunque, a Dio regna. I contemporanei di Gesù immaginavano la futura azione salvifica di Dio in funzione della sua onnipotenza. Alla luce di questa premessa concepivano il regno come un’irruzione irresistibile della potenza divino nel nostro mondo per distruggere Satana e gli empi e per creareun  mondo nuovo per i giusti. Gesù, invece, parte da una premessa diversa e cambia radicalmente il significato del regno: il Dio che incomincia a regnare è Padre e l’irruzione della sua potenza è al servizio del rivelarsi Padre. Poiché Padre è una realtà correlativa — può essere chiamato padre solo chi ha un figlio —, la sua azione consiste nel creare un mondo di figli, che accettano liberamente questa nuova relazione di salvezza con lui. Ora, siccome tutti gli uomini sono peccatori, l’azione divina deve anzitutto manifestarsi nel perdono dei peccati e nella trasformazione del cuore degli uomini per fare di loro dei figli e, inscindibilmente, dei fratelli, membri solidali del nuovo popolo di Dio. Così si spiega l’azione di Gesù, incomprensibile per i contemporanei.

Gli agenti del regno. Essi sono Dio e Gesù. All’uomo è richiesto soltanto di accoglierlo. La stessa formula regno di Dio indica chiaramente che sarà lui a realizzarlo. Dio lo promette (1,14), lo rivela (4,11), lo compie (4,26-29) e ne dispone (10,40).

Gesù è distinto dal regno, ma talvolta viene identificato dinamicamente con esso. Da una parte la sua azione è completamente al servizio del regno ed egli funge da araldo che lo proclama con parole e segni, dall’altra è l’inviato che lo compie nella propria persona.

Etica del regno. All’uomo è richiesta una collaborazione che consiste essenzialmente nel lasciarsi “dominare” e trasformare da Dio. Il regno, in quanto “eredità”, richiede collaborazione. Questa consiste fondamentalmente nella conversione e nella fede (1,15), nel riconoscere la propria povertà radicale e affidarsi a Gesù e alla sua azione. Perciò il discepolato manifesto è un modo storico concreto di accogliere il regno (1,16-20).

I segni del regno. La proclamazione del regno consta di parole e segni, il duplice aspetto della rivelazione. Gesù compì una serie di segni finalizzati a spiegare la sua azione, iniziarla e garantirne il pieno compimento futuro. Tra essi sono annoverati quelli noti come “miracoli” (esorcismi, guarigioni ecc.) e altri come il perdono dei peccati e le vocazioni che, ancorché non considerati tecnicamente miracoli, rivelano ugualmente il regno. Essi hanno grande importanza in Mc rivestendo un ruolo privilegiato nella rivelazione del regno, di cui manifestano i diversi aspetti e la dinamica salvifica.

 

IL SEGRETO MESSIANICO

È uno dei motivi dell’opera di Mc, sulla cui origine e significato si è maggiormente discusso.

a) I dati. Secondo Mc, Gesù impone diversi tipi di silenzio. Fa tacere i demoni e questi gli obbediscono (1,25; 3,13); comanda ai suoi discepoli di mantenere il silenzio sul suo messianismo (8,30) e sulla sua trasfigurazione (9,10) ed essi obbediscono; infine ordina ai testimoni di tacere dei segni, non di tutti, ma di quelli che hanno carattere messianico, e questi non obbediscono: lebbroso (3,44), risurrezione della figlia di Giairo sordomuto (7,36), cieco (8,26) (cf Is 26,39; 29,18 s.; 35,5 s.; i segni citati in Mt 11,2-5).

Possibile spiegazione. Alla luce dei dati addotti nella discussione attuale è plausibile una spiegazione storico-teologica secondo la quale il segreto è un fatto reale del ministero di Gesù che Mc trasmette per ragioni storiche e teologiche, poiché riveste un interesse per noi. i. Dal punto di vista storico è necessario distinguere la consegna del segreto sui miracoli, non rispettata, dal segreto messianico vero e proprio, mantenuto da discepoli e demoni. Il primo non è strettamente storico, per quanto sia fondato sulla reticenza di Gesù di fronte alle reazioni del popolo testimone dei suoi segni. Il secondo è storico e corrisponde alle reticenze di Gesù di fronte ai titoli di messia e figlio di Davide, che sono ambigui (cf la reazione del popolo davanti al segno dei pani, Gv 6,15. Gesù accetta il titolo di messia solo in un contesto paradossale, davanti al sinedrio che lo condanna (Mc 14,62.). Da un punto di vista catechetico, il motivo pare essere in relazione con l’epifania segreta di Gesù e le reazioni che essa suscita. Il segreto ordinato ai demoni da una parte rivela la natura profonda di Gesù, che i demoni non possono evitare di proclamare, essendo dotati di una conoscenza speciale, e dall’altra, ha una funzione di critica della religiosità magico-popolare:

Gesù non vuole la testimonianza prodigiosa del timore, che annulla la libertà. Il tema del segreto di fronte ai miracoli insegna che non bisogna seguire l’esempio del popolo che, davanti ai segni, anziché tacere e riflettere disobbedisce, si entusiasma, parla, ma mantiene un’attitudine superficiale e non arriva a riconoscere Gesù. Il segreto di fronte al messianismo, infine, suggerisce che bisogna imitare i discepoli, i quali obbediscono, perseverano nel seguire Gesù, sebbene non capiscano e Io abbandonino, e alla fine sono chiamati a vederlo in Galilea.

 

 

Un’ottima base per ogni ulteriore approfondimento di carattere introduttivo, esegetico e teologico resta il commentario di R. PESCH, Il Vangelo di Marco. Tra gli altri commentari cf quelli di Schniewind, Schweizer, Gnilka, ecc.

 

 

Fonte: http://www.niccolov.it/dispense/Sinottici%20capitolo%20v.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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VANGELO DI MARCO
CAPITOLO 1
Giovanni il Battezzatore predica nel deserto
(vedi Matteo 3, 1-12; Luca 3, 1-18; Giovanni 1, 19-28)
1 Questo è l'inizio del vangelo, il lieto messaggio di Gesù, che è il Cristo e il Figlio di Dio.
2 Nel libro del profeta Isaia, Dio dice: Io mando il mio messaggero davanti a te a preparare la tua strada.
3 È una voce che grida nel deserto: preparate la via per il Signore, spianate i suoi sentieri!
4 Ed ecco, proprio come aveva scritto il profeta, un giorno Giovanni il Battezzatore venne nel deserto e cominciò a dire: «Cambiate vita fatevi battezzare e Dio perdonerà i vostri peccati!».
5 La gente andava da lui: venivano in massa da Gerusalemme e da tutta la regione della Giudea, confessavano pubblicamente i loro peccati ed egli li battezzava nel fiume Giordano.
6 Giovanni aveva un vestito fatto di peli di cammello e portava attorno ai fianchi una cintura di cuoio; mangiava cavallette e miele selvatico.
7 Alla folla egli annunziava: «Dopo di me sta per venire colui che è più potente di me; io non sono degno nemmeno di abbassarmi a slacciargli i sandali.
8 Io vi battezzo soltanto con acqua, lui invece vi battezzerà con lo Spirito Santo».
 
Il battesimo di Gesù
(vedi Matteo 3, 13-17; Luca 3, 21-22)
9 Proprio in quei giorni, da Nàzaret, un villaggio della Galilea, arrivò anche Gesù e si fece battezzare da Giovanni nel fiume.
10 Mentre usciva dall'acqua, Gesù vide il cielo spalancarsi e lo Spirito Santo scendere su di lui come una colomba.
11 Allora dal cielo venne una voce: «Tu sei il Figlio mio, che io amo. Io ti ho mandato».
 
Le tentazioni di Gesù
(vedi Matteo 4, 1-11; Luca 4, 1-13)
12 Subito dopo, lo Spirito di Dio spinse Gesù nel deserto.
13 Là, egli rimase quaranta giorni, mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni. Viveva tra le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
 
Gesù inizia la sua missione in Galilea
(vedi Matteo 4, 12-17; Luca 4, 14-15)
14 Poi Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione. Allora Gesù andò nella regione della Galilea e cominciò a proclamare il vangelo, il lieto messaggio che viene da Dio.
15 Egli diceva: «Il tempo della salvezza è venuto: il regno di Dio è vicino. Cambiate vita e credete in questo lieto messaggio!».
 
Gesù chiama i primi discepoli: quattro pescatori
(vedi Matteo, 4, 18-22; Luca 5, 1-11)
16 Un giorno, mentre Gesù camminava lungo la riva del lago di Galilea, vide due pescatori che gettavano le reti: erano Simone e suo fratello Andrea.
17 Egli disse loro: «Venite con me, vi farò diventare pescatori di uomini».
18 E quelli abbandonarono le reti e lo seguirono subito.
19 Poco più avanti, Gesù vide i due figli di Zebedèo: Giacomo e suo fratello Giovanni che stavano sulla barca e riparavano le reti.
20 Appena li vide, li chiamò. Essi lasciarono il padre nella barca con gli aiutanti e seguirono Gesù.
 
Gesù insegna e agisce con autorità
(vedi Luca 4, 31-37)
21 Giunsero intanto alla città di Cafàrnao e quando fu sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare.
22 La gente che ascoltava era meravigliata del suo insegnamento: Gesù era diverso dai maestri della legge, perché insegnava come uno che ha piena autorità.
23 In quella sinagoga c'era anche un uomo tormentato da uno spirito maligno. Costui improvvisamente si mise a gridare:
24 Che vuoi da noi, Gesù di Nàzaret? Sei forse venuto a rovinarci? Io so chi sei: tu sei il Santo mandato da Dio.
25 Ma Gesù gli ordinò severamente: - Taci ed esci da quest'uomo!
26 Allora lo spirito maligno scosse con violenza quell'uomo, poi, urlando, usci da lui.
27 Tutti i presenti rimasero sbalorditi e si chiedevano l'un l'altro: «Che succede? Questo è un insegnamento nuovo, dato con autorità. Costui comanda perfino agli spiriti maligni ed essi gli ubbidiscono!».
28 Ben presto la voce si diffuse nella regione della Galilea e tutti sentirono parlare di Gesù.
 
Gesù guarisce la suocera di Pietro e molti altri
(vedi Matteo 8, 14-17; Luca 4, 38-41)
29 Subito dopo, uscirono dalla sinagoga e andarono a casa di Simone e di Andrea, insieme con Giacomo e Giovanni.
30 La suocera di Simone era a letto con la febbre. Appena entrati, parlarono di lei a Gesù.
31 Egli si avvicinò alla donna, la prese per mano e la fece alzare. La febbre sparì ed essa si mise a servirli.
32 Verso sera dopo il tramonto del sole, la gente portò a Gesù tutti quelli che erano malati e posseduti dal demonio.
33 Tutti gli abitanti della città si erano radunati davanti alla porta della casa.
34 Gesù guarì molti di loro che soffrivano di malattie diverse e scacciò molti demoni. E poiché i demoni sapevano chi era Gesù, egli non li lasciava parlare.
 
Gesù predica in tutta la Galilea
(vedi Luca 4, 42-44)
35 Il giorno dopo Gesù si alzò molto presto, quando ancora era notte fonda, e usci fuori. Se ne andò in un luogo isolato, e là si mise a pregare.
36 Ma Simone e i suoi compagni si misero a cercarlo,
37 e quando lo trovarono gli dissero: - Tutti ti cercano!
38 Gesù rispose: - Andiamo da un'altra parte, nei villaggi vicini, perché voglio portare il mio messaggio anche là. Per questo infatti ho lasciato Cafàrnao.
39 Viaggiò così per tutta la Galilea predicando nelle sinagoghe e scacciando i demoni.
 
Gesù guarisce un lebbroso
(vedi Matteo 8, 1-4; Luca 5, 12-16)
40 Un lebbroso venne verso Gesù, si buttò in ginocchio e gli chiese di aiutarlo. Diceva: - Se vuoi, tu puoi guarirmi.
41 Gesù ebbe compassione di lui, lo toccò con la mano e gli disse: - Sì, lo voglio: guarisci!
42 E subito la lebbra sparì e quell'uomo si trovò guarito.
43 Allora Gesù gli parlò severamente e lo mandò via dicendo:
44 - Ascolta! Non dir niente a nessuno di quel che ti è capitato. Va' invece dal sacerdote e fatti vedere da lui; poi offrì per la tua guarigione quello che Mosè ha stabilito nella legge. Così avranno una prova.
45 Quell'uomo se ne andò, ma subito cominciò a raccontare quello che gli era capitato. Così la notizia si diffuse, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città. Se ne stava allora fuori, in luoghi isolati; ma la gente veniva ugualmente da lui da ogni parte.
 
CAPITOLO 2
Gesù guarisce e può perdonare i peccati
(vedi Matteo 9, 1-8; Luca 5, 17-26)
1 Qualche giorno dopo Gesù tornò in città, a Cafàrnao, e si sparse la voce che egli si trovava in casa.
2 Allora venne tanta gente che non c'era più posto per nessuno, nemmeno di fronte alla porta. Gesù parlava alla folla e presentava il suo messaggio.
3 Vennero anche alcune persone che accompagnavano un paralitico, portato in barella da quattro di loro;
4 ma non riuscivano ad arrivare fino a Gesù per via della folla. Allora scoperchiarono il tetto della casa proprio dove si trovava Gesù; poi, di lassù, fecero scendere la barella con sopra sdraiato il paralitico.
5 Quando Gesù vide la fede di quelle persone disse al paralitico: «Figlio mio, i tuoi peccati sono perdonati».
6 Erano presenti alcuni maestri della legge. Se ne stavano seduti e pensavano:
7 «Perché costui osa parlare in questo modo? Egli bestemmia! Solamente Dio può perdonare i peccati!».
8 Ma Gesù indovinò subito i loro pensieri e disse: - Perché ragionate così dentro di voi?
9 È più facile dire al paralitico: Ti sono perdonati i tuoi peccati, oppure dire: Alzati, prendi la tua barella e cammina?
10 Ebbene, io vi farò vedere che il Figlio dell'uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati. Poi si voltò verso il paralitico e gli disse:
11 Dico a te: alzati, prendi la tua barella e va a casa!
12 Mentre tutti lo guardavano, l'uomo si alzò, prese la sua barella e se ne andò via. Il fatto riempì tutti di stupore. E lodavano Dio e dicevano: «Non abbiamo mai visto una cosa del genere!».
 
Gesù chiama Levi
(vedi Matteo 9, 9-13; Luca 5, 27-32)
13 Poi Gesù tornò presso la riva del lago. Tutta la folla gli andava dietro ed egli continuava a insegnare.
14 passando, vide un certo Levi, figlio di Alfeo, che stava seduto dietro il banco dove si pagano le tasse. Gesù gli disse: «Vieni con me». Quello si alzò e cominciò a seguirlo».
15 Più tardi Gesù si trovava in casa di Levi a mangiare. Con lui e con i suoi discepoli c'erano molti agenti delle tasse e altre persone di cattiva reputazione. Molta di questa gente infatti andava con Gesù.
16 Alcuni maestri della legge, i quali erano del gruppo dei farisei, videro che Gesù era a tavola con persone di quel genere. Allora dissero ai suoi discepoli: - Perché mangia con quelli delle tasse e con gente di cattiva reputazione?
17 Gesù sentì le loro parole e rispose: - Le persone sane non hanno bisogno del medico; ne hanno bisogno invece i malati. Io non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori.
 
La questione del digiuno Il nuovo e il vecchio
(vedi Matteo 9, 14-17; Luca 5, 33-39)
18 Un giorno i discepoli di Giovanni il Battezzatore e i farisei stavano facendo digiuno. Alcuni vennero da Gesù e gli domandarono: - Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei fanno digiuno, i tuoi discepoli invece non lo fanno?
19 Gesù rispose: - Vi pare possibile che gli invitati a un banchetto di nozze se ne stiano senza mangiare mentre lo sposo è con loro? No. Per tutto il tempo che lo sposo è con loro, non possono digiunare.
20 Verrà più tardi il tempo in cui lo sposo gli sarà portato via, e allora faranno digiuno.
21 Nessuno rattoppa un vestito vecchio con un pezzo di stoffa nuova, altrimenti la stoffa nuova strappa via anche parte del tessuto vecchio e fa un danno peggiore di prima.
22 E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino li fa scoppiare e così si perdono e il vino e gli otri. Invece, per vino nuovo ci vogliono otri nuovi.
 
La questione del sabato
(vedi Matteo 12, 1-8; Luca 6, 1-5)
23 Un giorno che era sabato Gesù stava passando attraverso alcuni campi di grano. Mentre camminavano, i suoi discepoli si misero a cogliere spighe.
24 I farisei allora dissero a Gesù: - Guarda! Perché i tuoi discepoli fanno ciò che la nostra legge non permette di fare nel giorno del riposo?
25 Gesù rispose: - E voi non avete mai letto nella Bibbia quel che fece Davide un giorno che si trovò in difficoltà perché lui e i suoi avevano fame?
26 Accadde al tempo del sommo sacerdote Abiatàr: come sapete, Davide entrò nel tempio e mangiò i pani che erano offerti a Dio. La nostra legge dice che solamente i sacerdoti possono mangiare quei pani, eppure Davide li diede anche a quelli che erano con lui.
27 Poi Gesù disse ancora: - Il sabato è stato fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato.
28 Per questo il Figlio dell'uomo è padrone anche del sabato.
 
CAPITOLO 3
Gesù guarisce un uomo in giorno di sabato
(vedi Matteo 12, 9-14; Luca 6, 6-11)
1 Un'altra volta Gesù entrò di nuovo in una sinagoga. Là, si trovava un uomo che aveva una mano paralizzata.
2 Alcuni dei presenti stavano a vedere se Gesù lo guariva in giorno di sabato, perché poi volevano denunziarlo.
3 Gesù disse all'uomo che aveva la mano malata: - Vieni qui, in mezzo a tutti.
4 Rivolto poi agli altri chiese: - Che cosa è permesso fare in un giorno di sabato? Fare del bene o fare del male? Salvare la vita di un uomo o lasciarlo morire? Ma essi non rispondevano.
5 Gesù allora li guardò con sdegno. Era pieno di tristezza, vedendo che avevano un cuore tanto ostinato. Disse poi all'uomo malato: - Dammi la mano! Quello gliela diede e la sua mano ritornò perfettamente sana.
6 Ma i farisei uscirono dalla sinagoga e subito fecero una riunione con quelli del partito di Erode per decidere come far morire Gesù.
 
Gesù e la folla
(vedi Matteo 4, 25; 12, 15-16; Luca 6, 17-19)
7 Gesù si ritirò con i suoi discepoli verso il lago di Galilea e una grande folla lo seguì. Venivano dalla Galilea, dalla regione della Giudea,
8 da Gerusalemme, dall'Idumea, dai territori che sono al di là del fiume Giordano e dalle zone attorno alle città di Tiro e di Sidone. Era una gran folla di gente che aveva sentito raccontare quel che Gesù faceva e per questo veniva da lui.
9 Allora Gesù disse ai suoi discepoli di preparargli una piccola barca, per non essere schiacciato dalla folla.
10 Infatti, sapendo che egli aveva guarito molti malati, tutti quelli che avevano qualche male si spingevano fino a lui per arrivare a toccano.
11 E quando gli spiriti maligni lo vedevano, si gettavano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio».
12 Ma Gesù ordinava severamente di non dire chi egli era.
 
Gesù sceglie i dodici apostoli
(vedi Matteo 10, 1-4; Luca 6, 12-16)
13 Poi Gesù salì sopra un monte, chiamò vicino a sé alcuni che aveva scelto, ed essi andarono da lui.
14 Questi erano dodici [ed egli li chiamò apostoli]. Li scelse per averli con sé, per mandarli a predicare
15 e perché avessero il potere di scacciare i demoni.
16 I Dodici erano: Simone che Gesù chiamò "Pietro",
17 Giacomo e suo fratello Giovanni, che erano figli di Zebedèo - Gesù li chiamò anche "Boanèrghes", che significa "figli del tuono" -
18 poi Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo figlio di Alfeo, Taddeo, Simone che era del partito degli zeloti
19 e Giuda Iscariota che poi fu il traditore di Gesù.
 
I parenti di Gesù
20 Gesù tornò in casa, ma si radunò di nuovo tanta folla che lui e i suoi discepoli non riuscivano più nemmeno a mangiare.
21 Quando i suoi parenti vennero a sapere queste cose si mossero per andare a prenderlo, perché dicevano che era diventato pazzo.
 
Gesù e Satana
(vedi Matteo 12, 22-32; Luca 11, 14-23)
22 Certi maestri della legge che erano venuti fin da Gerusalemme dicevano: «Beelzebùl, il diavolo, è dentro di lui. È con l'aiuto del capo dei demoni che egli ha il potere di scacciare i demoni».
23 Allora Gesù si rivolse alla gente e si mise a parlare servendosi di parabole: «Come è possibile che Satana scacci via Satana?
24 Se gli abitanti di una nazione si dividono e si combattono tra loro, quella nazione non può continuare a esistere.
25 Se in una famiglia manca l'accordo e ci si divide, quella famiglia non potrà più durare.
26 Se dunque Satana si mette contro se stesso e non è più unito, non può andare avanti: il suo potere è finito.
27 «Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rubare i suoi beni, se prima non riesce a legano; ma quando l'ha legato, può vuotargli la casa.
28 «In verità, di una cosa vi assicuro: potranno essere perdonati tutti i peccati che gli uomini avranno commesso e tutte le bestemmie che diranno;
29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonato, perché ha commesso un peccato irreparabile».
30 Gesù dichiarò tutto questo perché qualcuno aveva detto: «Uno spirito maligno è dentro di lui».
 
I veri parenti di Gesù
(vedi Matteo 12, 46-50; Luca 8, 19-21)
31 La madre e i fratelli di Gesù erano venuti dove egli si trovava, ma erano rimasti fuori e lo avevano fatto chiamare.
32 In quel momento molta gente stava seduta attorno a Gesù. Gli dissero: - Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e ti cercano.
33 Gesù rispose loro: - Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?
34 Poi si guardò attorno, e osservando la gente seduta in cerchio vicino a lui disse: - Guardate: sono questi mia madre e i miei fratelli.
35 Perché, se uno fa la volontà di Dio, è mio fratello, mia sorella e mia madre.
 
CAPITOLO 4
La parabola del seminatore
(vedi Matteo 13, 1-9; Luca 8, 4-8)
1 Gesù si mise di nuovo a insegnare sulla riva del lago di Galilea. Attorno a lui si radunò una folla tanto grande che egli salì su una barca e si sedette. La barca era in acqua e tutta la gente se ne stava sulla sponda del lago.
2 Gesù insegnava molte cose servendosi di parabole. Presentava il suo insegnamento dicendo:
3 «Ascoltate! Un contadino andò a seminare.
4 Mentre seminava, una parte dei semi andò a cadere sulla strada: vennero gli uccelli e la mangiarono.
5 Una parte andò a finire su un terreno dove c'erano molte pietre e poca terra: i semi germogliarono subito perché la terra non era profonda;
6 ma il sole, quando si levò, bruciò le pianticelle ed esse seccarono, perché non avevano radici robuste.
7 Un'altra parte cadde in mezzo alle spine: crescendo, le spine soffocarono i germogli e non li lasciarono maturare.
8 «Alcuni semi infine caddero in un terreno buono; i semi germogliarono, crebbero e diedero frutto: alcuni produssero trenta grani, altri sessanta, altri persino cento!».
9 Alla fine Gesù aggiunse: «Chi ha orecchi, cerchi di capire!».
 
Perché Gesù usa le parabole
(vedi Matteo 13, 10-17; Luca 8, 9-10)
10 Più tardi, quando la folla se ne fu andata, i dodici discepoli e quelli che stavano con Gesù gli fecero delle domande sulle parabole.
11 Egli disse: «A voi Dio fa comprendere il segreto del suo regno; per gli altri, invece, tutto rimane sotto forma di parabola
12 perché, come dice la Bibbia: Guardano e guardano, ma non vedono; ascoltano e ascoltano, ma non capiscono. Altrimenti tornerebbero verso Dio e Dio perdonerebbe i loro peccati».
 
Gesù spiega la parabola del seminatore
(vedi Matteo 13, 18-23; Luca 8, 11-15)
13 Poi Gesù disse: «Non capite questa parabola? Come potrete allora capire tutte le altre parabole?
14 «Il contadino che semina è colui che annunzia la parola di Dio.
15 I semi caduti sulla strada indicano quelle persone alle quali è annunziata la parola di Dio, ma quando l'ascoltano viene subito Satana e porta via la parola seminata dentro di loro.
16 «I semi caduti dove c'erano molte pietre rappresentano quelle persone che, quando ascoltano la parola, l'accolgono con entusiasmo,
17 ma non hanno radici e non sono costanti: appena incontrano difficoltà o persecuzione a causa della parola di Dio, subito si lasciano andare.
18 «I semi caduti tra le spine indicano altre persone ancora che ascoltano la parola,
19 ma poi si lasciano prendere dalle preoccupazioni di questo mondo, dai piaceri della ricchezza e da tante altre passioni: tutto questo soffoca la parola di Dio, e così essa rimane senza frutto.
20 «Infine, i semi caduti nel buon terreno indicano quelli che ascoltano la parola, l'accettano e la fanno fruttificare molto: trenta, sessanta e cento volte di più».
 
La parabola della lampada
(vedi Matteo 5, 15; 10, 26; Luca 8, 16-18)
21 E Gesù diceva: «Non si accende la lampada per poi metterla sotto un secchio o sotto il letto, ma piuttosto per metterla in alto.
22 Così tutto ciò che ora è nascosto sarà portato alla luce, tutto ciò che è segreto diventerà chiaro.
23 Chi ha orecchi, cerchi di capire».
24 Poi diceva ancora: «Fate bene attenzione a ciò che ascoltate. Quando Dio vi darà i suoi doni, userà la misura che usate voi, anzi vi darà anche di più.
25 Chi ha molto riceverà ancor di più; ma a chi ha poco sarà portato via anche il poco che ha».
 
La parabola del seme che cresce da solo
26 E Gesù diceva: «Il regno di Dio è come la semente che un uomo sparge nella terra.
27 Ogni sera egli va a dormire e ogni giorno si alza. Intanto il seme germoglia e cresce, ed egli non sa affatto come ciò avviene.
28 La terra, da sola, fa crescere il raccolto: prima un filo d'erba, poi la spiga e poi, nella spiga, il grano maturo.
29 E quando il frutto è pronto subito l'uomo prende la falce perché è venuto il momento del raccolto».
 
La parabola del granello di senape
(vedi Matteo 13, 31-32; Luca 13, 18-19)
30 E Gesù diceva: «A che cosa somiglia il regno di Dio? Con quale parabola ne parleremo?
31 Esso è simile a un granello di senape che, quando viene seminato nella terra, è il più piccolo di tutti i semi.
32 Ma poi, quando è stato seminato, cresce e diventa il più grande di tutte le piante dell'orto. E mette dei rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
 
Perché Gesù parla in parabole
(vedi Matteo 13, 34-35)
33 Così, con molte parabole di questo genere, Gesù parlava alla gente e annunziava il suo messaggio in modo che potessero capire.
34 Con la gente non parlava mai senza parabole; quando però si trovava solo con i suoi discepoli, spiegava loro ogni cosa.
 
Gesù calma una tempesta
(vedi Matteo 8, 23-27; Luca 8, 22-25)
35 La sera di quello stesso giorno Gesù disse ai suoi discepoli: «Andiamo all'altra riva del lago».
36 Essi lasciarono la folla e portarono Gesù con la barca nella quale già si trovava. Anche altre barche lo accompagnarono.
37 A un certo punto il vento si mise a soffiare con tale violenza che le onde si rovesciavano dentro la barca, e questa già si riempiva d'acqua.
38 Gesù intanto dormiva in fondo alla barca, con la testa appoggiata su un cuscino. Allora gli altri lo svegliarono e gli dissero: - Maestro, affondiamo! Non te ne importa nulla?
39 Egli si svegliò, sgridò il vento e disse all'acqua del lago: «Fa' silenzio! Calmati!». Allora il vento si fermò e ci fu una grande calma.
40 Poi Gesù disse ai suoi discepoli: - Perché avete tanta paura? Non avete ancora fede?
41 Essi però si spaventarono molto e dicevano tra loro: «Ma chi è dunque costui? Anche il vento e le onde del lago gli ubbidiscono!».
 
CAPITOLO 5
Gesù guarisce l'indemoniato di Gerasa
(vedi Matteo 8, 28-34; Luca 8, 26-39)
1 Poi arrivarono sull'altra riva del lago di Galilea, nella regione dei Geraseni.
2 Gesù era appena sceso dalla barca, quando improvvisamente un uomo usci da un cimitero e gli venne incontro. Costui era tormentato da uno spirito maligno
3 e stava sempre in mezzo alle tombe dei morti. Nessuno riusciva più a tenerlo legato, neppure con una catena:
4 di fatto, avevano provato diverse volte a mettergli dei ferri ai piedi e delle catene alle mani, ma egli aveva sempre spezzato i ferri e rotto le catene. Nessuno era capace di domarlo.
5 Se ne andava di qua e di là, in mezzo alle tombe e sui monti, di giorno e di notte, urlando e picchiandosi con le pietre.
6 Quando vide Gesù da lontano, si avvicinò di corsa e si buttò in ginocchio davanti a lui.
7-8 Allora Gesù cominciò a dire allo spirito maligno di uscire da quell'uomo; ma quello si mise a gridare forte: - Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Onnipotente ? Ti scongiuro, per Dio, non tormentarmi!
9 Allora Gesù domandò: - Come ti chiami? E quello rispose: - Il mio nome e "Moltitudine", perché siamo in molti;
10 e continuava poi a chiedergli di non cacciarli fuori da quella regione.
11 In quel luogo c'era un grosso branco di maiali che pascolava vicino alla montagna.
12 Allora gli spiriti maligni chiesero con insistenza a Gesù: «Mandaci in quei maiali! Lascia che entriamo dentro di loro!».
13 Gesù lo permise. Gli spiriti maligni uscirono da quell'uomo ed entrarono nei maiali. Allora tutti quegli animali - erano circa duemila! - si misero a correre giù per la discesa, si precipitarono nel lago e affogarono.
14 I guardiani dei maiali fuggirono e andarono a raccontare il fatto in città e in campagna. Perciò la gente venne a vedere che cosa era accaduto
15 Quando arrivarono vicino a Gesù, videro anche l'uomo nel quale, prima, c'erano molti spiriti maligni: ora egli se ne stava seduto, era vestito e ragionava bene. Ed essi si spaventarono.
16 Quelli che avevano visto il fatto raccontarono ancora agli altri ciò che era successo all'indemoniato e poi ai maiali.
17 Infine la gente supplicò Gesù di andarsene via dal loro territorio.
18 Gesù salì sulla barca. L'uomo guarito continuava a chiedergli di poter stare con lui,
19 ma Gesù non voleva. «Torna a casa tua, -gli disse, - dalla tua famiglia, e racconta agli altri quanto ha fatto per te il Signore che ha avuto pietà di te».
20 L'uomo allora se ne andò via e cominciò ad annunziare in tutta la regione delle Dieci Città quel che Gesù aveva fatto per lui; e tutti quelli che lo ascoltavano erano pieni di meraviglia.
 
La figlia di Giairo e la donna che toccò il mantello di Gesù
(vedi Matteo 9, 18-26; Luca 8, 40-56)
21 Gesù ritornò sull'altra sponda del lago, e quando fu sulla riva, una grande folla si radunò attorno a lui.
22 Venne allora un capo della sinagoga, un certo Giairo. Quando vide Gesù si buttò ai suoi piedi
23 e gli chiese con insistenza il suo aiuto: «La mia bambina sta morendo, - gli disse. - Ti prego, vieni a mettere la tua mano su di lei, perché guarisca e continui a vivere!».
24 Gesù andò con lui, mentre molta gente continuava a seguirlo e lo stringeva da ogni parte.
25 C'era là anche una donna che già da dodici anni aveva continue perdite di sangue.
26 Si era fatta curare da molti medici che l'avevano fatta soffrire parecchio e le avevano fatto spendere tutti i suoi soldi, ma senza risultato. Anzi, stava sempre peggio.
27-28 Questa donna aveva sentito parlare di Gesù e aveva pensato: «Se io riesco anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». Con questa idea si mise in mezzo alla folla, dietro a Gesù, e arrivò a toccare il suo mantello.
29 Subito la perdita di sangue si fermò, ed essa si sentì guarita dal suo male.
30 Ma nello stesso istante Gesù si era accorto che una forza era uscita da lui. Allora si voltò verso la folla e disse: - Chi ha toccato il mio mantello?
31 I discepoli gli risposero: - Vedi bene che la gente ti stringe da ogni parte. Come puoi dire: chi mi ha toccato?
32 Ma Gesù si guardava attorno per vedere chi lo aveva fatto.
33 La donna aveva paura e tremava perché sapeva quello che le era capitato. Finalmente venne fuori, si buttò ai piedi di Gesù e gli raccontò tutta la verità.
34 Gesù le disse: «Figlia mia, la tua fede ti ha salvata. Ora vai in pace, guarita dal tuo male».
35 Mentre Gesù parlava, arrivano dei messaggeri dalla casa del caposinagoga e gli dicono: «Tua figlia è morta. Perché stai ancora a disturbare il Maestro?».
36 Ma Gesù non diede importanza alle loro parole e disse a Giairo: «Non temere, soltanto continua ad aver fiducia».
37 Prese con sé Pietro, Giacomo e suo fratello Giovanni e non si fece accompagnare da nessun altro.
38 Quando arrivarono alla casa di Giairo, Gesù vide una grande confusione: c'era gente che piangeva e che gridava.
39 Entrò e disse: «Perché tutta questa agitazione e perché piangete? La bambina non è morta, dorme».
40 Ma quelli ridevano di lui. Gesù li fece uscire tutti ed entrò nella stanza solo con il padre e la madre della bambina e i suoi tre discepoli.
41 Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum» che significa: «Fanciulla, alzati!».
42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare (aveva già dodici anni). Tutti furono presi da grande meraviglia,
43 ma Gesù ordinò severamente di non parlarne con nessuno; poi disse di darle qualcosa da mangiare.
 
CAPITOLO 6
La gente di Nazaret non ha fiducia in Gesù
(vedi Matteo 13, 53-58; Luca 4, 16-30)
1 Gesù lasciò quel luogo e tornò nella sua città accompagnato dai discepoli.
2 Quando fu sabato, cominciò a insegnare nella sinagoga. Molti di quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma dove ha imparato tutte queste cose? Chi gli ha dato tutta questa sapienza? Come mai è capace di compiere miracoli così grandi?
3 Non è lui il falegname, il figlio di Maria e il fratello di Giacomo, Ioses, Giuda e Simone? e le sue sorelle non vivono qui in mezzo a noi?». Per questo non volevano più saperne di lui.
4 Ma Gesù disse loro: «Un profeta è disprezzato soprattutto nella sua patria, tra i suoi parenti e nella sua famiglia».
5 Così in quell'ambiente non ebbe la possibilità di fare miracoli (guarì soltanto pochi malati posando le mani su di loro).
6 E si meravigliava del fatto che quella gente non avesse fede.
 
Gesù manda i discepoli in missione
(vedi Matteo 10, 1.5-15; Luca 9, 1-6)
Poi Gesù percorreva i villaggi dei dintorni e insegnava.
7 Chiamò i dodici discepoli e cominciò a mandarli qua e là, a due a due. Dava loro il potere di scacciare gli spiriti maligni
8 e diceva: «Quando vi mettete in viaggio, prendete un bastone e nient'altro; né borsa, né soldi in tasca.
9 Tenete pure i sandali, ma non due vestiti».
10 Inoltre raccomandava: «Quando entrate in una casa fermatevi là finché non è ora di andarvene da quella città.
11 Se la gente di un paese non vi accoglie e non vuole ascoltarvi, andatevene e scuotete il fango di sotto i vostri piedi: sarà un gesto di rimprovero per loro».
12 I discepoli allora partirono. Essi predicavano dicendo alla gente di cambiare vita,
13 scacciavano molti demoni e guarivano molti malati ungendoli con olio.
 
Opinioni su Gesù
(vedi Matteo 14, 1-2; Luca 9, 7-9)
14 In quel tempo anche il re Erode venne a sapere che dappertutto si parlava di Gesù. Alcuni dicevano: «Giovanni il Battezzatore è tornato dal mondo dei morti! Per questo ha il potere di fare miracoli».
15 Altri invece dicevano che Gesù era il profeta Elia; altri ancora dicevano che era un nuovo profeta, come i profeti del passato.
16 Erode, da parte sua, quando venne a sapere queste cose pensò: «È Giovanni il Battezzatore! Gli ho fatto tagliare la testa, ma ora è risorto».
 
Morte di Giovanni il Battezzatore
(vedi Matteo 14, 3-12)
17 In realtà, qualche tempo prima, Erode aveva fatto arrestare Giovanni, l'aveva incatenato e gettato in prigione. Il motivo di tutto ciò era stata la faccenda di Erodìade, la donna che egli aveva voluto sposare anche se era già la moglie di suo fratello Filippo.
18 Giovanni aveva detto a Erode: «Tu non puoi sposare la moglie di tuo fratello!».
19 Erodìade era furiosa contro Giovanni e voleva farlo ammazzare, ma non poteva a causa di Erode.
20 Il re, infatti, aveva paura di Giovanni perché capiva che era un uomo giusto e un santo, e lo proteggeva. Quando lo ascoltava si trovava a disagio, eppure lo ascoltava volentieri.
21 Ma un giorno arrivò l'occasione buona. Era il compleanno di Erode ed era stato organizzato un banchetto per gli uomini del governo, per gli alti ufficiali dell'esercito e le persone più importanti della Galilea.
22 A un certo punto entrò nella sala del banchetto la giovane figlia di Erodìade e si mise a danzare. La sua danza piacque talmente a Erode e agli invitati che il re le disse: - Chiedimi quel che vuoi e io te lo darò.
23 Fece anche questo solenne giuramento; - Giuro che ti darò quel che mi domanderai, anche se fosse la metà del mio regno!
24 La ragazza usci dalla sala, andò da sua madre e le domandò: - Che cosa devo chiedere? Erodìade rispose: - La testa di Giovanni il Battezzatore.
25 La ragazza tornò di corsa dal re Erode e disse: - Voglio che tu mi faccia portare, subito, su un piatto, la testa di Giovanni il Battezzatore!
26 Il re diventò molto triste, ma poiché aveva giurato e c'erano lì presenti gli invitati, non volle dire di no.
27 Mandò subito uno dei suoi soldati con l'ordine di portare la testa di Giovanni. Il soldato andò nella prigione, tagliò la testa a Giovanni,
28 la portò su un piatto e la diede alla ragazza; quella poi la diede a sua madre.
29 Quando i discepoli di Giovanni vennero a conoscere questo fatto andarono a prendere il suo corpo e lo misero in una tomba.
 
Gesù dà da mangiare a cinquemila uomini
(vedi Matteo 14, 13-21; Luca 9, 10-17; Giovanni 6, 1-13)
30 Gli apostoli tornarono da Gesù e gli raccontarono tutto quel che avevano fatto e insegnato.
31 C'era molta gente che andava e veniva, tanto che non avevano neppure il tempo di mangiare. Allora Gesù disse: «Venite con me, voi soltanto. Andremo da soli in un posto isolato e vi riposerete un po'».
32 Salirono su una barca, da soli, e andarono verso un luogo isolato.
33 Alcuni li videro partire e molti lo vennero a sapere e, correndo a piedi da tutte le città, arrivarono sul posto prima di Gesù e dei discepoli.
34 Quando Gesù scese dalla barca, vide tutta quella folla ed ebbe compassione di loro perché erano come pecore che non hanno un pastore. Allora si mise a insegnar loro molte cose.
35 Poiché si era fatto tardi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: - È già molto tardi e il luogo è isolato.
36 Lascia andare la gente, in modo che possa comprarsi qualcosa da mangiare nelle campagne e nei villaggi qui attorno.
37 Ma Gesù rispose: - Date voi qualcosa da mangiare a questa gente! E i discepoli dissero: - Ma come? Dovremmo andare a comprare pane per un valore di duecento monete d'argento e dar da mangiare a tutti?
38 Gesù domandò: - Quanti pani avete? Andate a vedere! Andarono a guardare, poi risposero: - Abbiamo cinque pani e anche due pesci.
39 Allora Gesù ordinò di far sedere tutta la gente, a gruppi, sull'erba verde.
40 E quelli si misero seduti in ordine, a gruppi di cento e di cinquanta.
41 Gesù prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, disse la preghiera di benedizione, poi cominciò a spezzare i pani e a darli ai discepoli perché li distribuissero. Anche i due pesci li fece distribuire a tutti.
42 Tutti mangiarono e ne ebbero abbastanza.
43 Alla fine raccolsero i pezzi avanzati, sia dei pani sia dei pesci, e ne riempirono dodici ceste.
44 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini.
 
Gesù cammina sul lago
(vedi Matteo 14, 22-33; Giovanni 6, 16-21)
45 Subito dopo Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire in barca e di andare sull'altra riva del lago, verso la città di Betsàida. Egli intanto avrebbe rimandato a casa la gente.
46 Dopo essersi separato da loro, salì sul monte a pregare.
47 Venne la notte, e la barca con i discepoli si trovava in mezzo al lago, mentre Gesù era ancora solo, a terra.
48 Egli vide che i discepoli erano molto stanchi perché avevano il vento contrario e faticavano a remare. Allora, sul finire della notte, venne verso di loro camminando sul lago. Stava per oltrepassarli,
49 quando lo videro camminare sull'acqua: pensarono che fosse un fantasma e si misero a gridare.
50 Infatti tutti lo vedevano, e tutti erano presi da una grande paura. Ma subito Gesù parlò e disse loro: «Coraggio, sono io. Non abbiate paura!».
51 Poi salì sulla barca, e il vento cessò. I discepoli rimasero pieni di meraviglia.
52 Infatti non avevano capito neppure il miracolo dei pani: si ostinavano a non capire nulla.
 
Gesù guarisce i malati nella regione di Genèsaret
(vedi Matteo 14, 34-36)
53 Attraversato il lago, arrivarono nella regione di Genèsaret dove lasciarono la barca.
54 Appena sbarcati, la gente riconobbe Gesù, e
55 in tutta la regione quelli che sentirono dire che Gesù era arrivato si misero a correre e gli portarono i malati sulle barelle.
56 Dove Gesù andava, nei villaggi, nelle città o nelle campagne, la gente portava sempre i malati in piazza e lo supplicava di permettere ai malati di toccare almeno l'orlo del suo mantello. E tutti quelli che lo toccavano guarivano.
 
CAPITOLO 7
La tradizione degli uomini e i comandamenti di Dio
(vedi Matteo 15, 1-9)
1 I farisei e alcuni maestri della legge venuti da Gerusalemme si radunarono attorno a Gesù.
2 Essi notarono che alcuni dei suoi discepoli mangiavano con mani impure, cioè senza averle lavate secondo l'uso religioso.
3 Bisogna sapere che i farisei e in genere tutti gli Ebrei rispettano la tradizione degli antichi: così, non mangiano se prima non hanno fatto il rito di purificarsi le mani;
4 e anche quando tornano dal mercato, non mangiano se non si sono purificati. Ci sono anche molte altre cose che essi hanno imparato a osservare: ad esempio, purificano i bicchieri, le stoviglie, i recipienti di rame e i letti.
5 I farisei e i maestri della legge, dunque, chiesero a Gesù: - Perché i tuoi discepoli non ubbidiscono alla tradizione religiosa dei nostri padri e mangiano con mani impure? Gesù rispose loro:
6 Il profeta Isaia aveva ragione quando parlava di voi. Voi siete degli ipocriti, come è scritto nel suo libro: Questo popolo - dice il Signore - mi onora a parole, ma il suo cuore è molto lontano da me.
7 Il modo con cui mi onorano non ha valore perché insegnano come dottrina di Dio comandamenti che son fatti da uomini.
8 Voi lasciate da parte i comandamenti di Dio per poter conservare la tradizione degli uomini.
9 Poi Gesù aggiunse: «Siete molto abili quando volete mettere da parte i comandamenti di Dio per difendere la vostra tradizione».
10 «Per esempio, Mosè ha detto: Onora tuo padre e tua madre, e poi: Chi parla male di suo padre o di sua madre deve essere condannato a morte.
11-12 Voi invece insegnate che uno non ha più il dovere di aiutare suo padre e sua madre, se dice loro che sono korbàn, cioè doni offerti a Dio, quei beni che doveva usare per loro.
13 «Così, per mezzo della tradizione che voi insegnate, fate diventare inutile la parola di Dio. E cose come queste ne fate molte».
 
Le cose che rendono impuro un uomo
(vedi Matteo 15, 10-20)
14 Poi Gesù chiamò di nuovo la folla e disse: «Ascoltatemi tutti e cercate di capire!
15 Niente di ciò che entra nell'uomo dall'esterno può farlo diventare impuro. Piuttosto, è ciò che esce dal cuore che può rendere impuro un uomo».
[16]
17 Quando Gesù fu lontano dalla folla e fu entrato in casa, i suoi discepoli lo interrogarono su questa parabola.
18 Egli disse loro: «Neppure voi siete capaci di comprendere? Ma non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dall'esterno non può farlo diventare impuro,
19 perché non entra nel suo cuore ma nello stomaco e quindi va a finire in una fogna?». Con queste parole Gesù dichiarava che si possono mangiare tutti i cibi.
20 Poi disse ancora: «È ciò che esce dall'uomo che lo rende impuro.
21 Infatti dall'intimo, dal cuore dell'uomo escono tutti i pensieri cattivi che portano al male: i peccati sessuali, i furti, gli assassinii,
22 i tradimenti tra marito e moglie, la voglia di avere le cose degli altri, le malizie, gli imbrogli, le oscenità, l'invidia, la maldicenza, la superbia, la stoltezza...
23 «Tutte queste cose cattive vengono fuori dall'uomo e lo fanno diventare impuro».
 
La fede di una donna straniera
(vedi Matteo 15, 21-28)
24 Poi Gesù partì di là e andò nella regione vicino alla città di Tiro. Entrò in una casa e, pur desiderando che nessuno sapesse che egli era in quel luogo, non riuscì a rimanere nascosto.
25 Poco dopo venne una donna che aveva sentito parlare di lui e gli si gettò ai piedi: sua figlia era tormentata da uno spirito maligno.
26 Questa donna però non era ebrea: era di quella regione, della Fenicia. Essa pregava Gesù di scacciare il demonio da sua figlia.
27 Gesù le disse: - Lascia che prima mangino i figli, perché non è giusto prendere il pane dei figli e buttarlo ai cagnolini.
28 Ma la donna rispose: - È vero, Signore, però sotto la tavola i cagnolini possono mangiare almeno le briciole.
29 Allora Gesù le disse: - Hai risposto bene. Torna a casa tua: lo spirito maligno è uscito da tua figlia.
30 La donna tornò a casa e trovò sua figlia sdraiata sul letto: lo spirito maligno se n'era andato.
 
Gesù guarisce un sordomuto
31 Poi Gesù lasciò la regione di Tiro, passò per la città di Sidone e tornò ancora verso il lago di Galilea attraverso il territorio delle Dieci Città.
32 Gli portarono un uomo che era sordomuto e lo pregarono di mettere le mani sopra di lui.
33 Allora Gesù lo prese da parte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi, sputò e gli toccò la lingua con la saliva.
34 Poi alzò gli occhi al cielo, fece un sospiro e disse a quell'uomo: «Effatà!», che significa: «Apriti!».
35 Subito le sue orecchie si aprirono, la sua lingua si sciolse ed egli si mise a parlare molto bene.
36 Gesù ordinò di non dire nulla a nessuno, ma più comandava di tacere, più la gente ne parlava pubblicamente.
37 Tutti erano molto meravigliati e dicevano: «È straordinario! Fa sentire i sordi e fa parlare i muti!».
 
CAPITOLO 8
Gesù dà da mangiare a quattromila persone
(vedi Matteo 15, 32-39; 6, 32-44)
1 In quei giorni, ancora una volta, si era radunata una gran folla. Vedendo che non avevano più niente da mangiare, Gesù chiamò i suoi discepoli e disse:
2 Questa gente mi fa pena. Già da tre giorni stanno con me e non hanno più niente da mangiare.
3 Se li lascio tornare a casa digiuni si sentiranno male lungo la strada, perché alcuni vengono da lontano.
4 Gli risposero i discepoli: - Ma come è possibile in questo luogo deserto trovare cibo per tutti?
5 Gesù domandò: - Quanti pani avete? Risposero: - Sette.
6 Allora Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Poi prese i sette pani, fece la preghiera di ringraziamento, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Ed essi li distribuirono.
7 Avevano anche alcuni pesci, pochi e piccoli. Gesù ringraziò Dio per quei pesci e disse di distribuire anche quelli.
8 Tutti mangiarono e ne ebbero abbastanza. Quando poi raccolsero i pezzi avanzati, riempirono sette ceste.
9 Le persone presenti erano circa quattromila. Poi Gesù mandò a casa tutti,
10 salì subito sulla barca insieme con i suoi discepoli e andò nella regione di Dalmanùta
 
I farisei vogliono vedere un miracolo
(vedi Matteo 16, 1-4; Luca 11, 29-32)
11 Arrivarono là alcuni dei farisei e si misero a discutere con Gesù. Volendo metterlo in difficoltà gli chiesero di fare un segno miracoloso come prova che veniva da Dio.
12 Gesù sospirò profondamente e disse: «Perché chiedono un segno miracoloso? Vi assicuro che tutta questa gente non riceverà nessun segno».
13 Poi si allontanò da loro, salì di nuovo sulla barca e se ne andò verso l'altra sponda del lago.
 
I discepoli non capiscono ancora
(vedi Matteo 16, 5-12)
14 I discepoli avevano dimenticato di prendere il pane e nella barca avevano un solo pane.
15 Gesù fece questa raccomandazione: - State attenti! Tenetevi lontani dal lievito dei farisei e da quello di Erode!
16 E i discepoli si misero a discutere tra loro: «Parla così perché non abbiamo pane».
17 Gesù se ne accorse e disse: - Ma perché state a discutere che non avete pane? Non capite ancora e non vi rendete conto di nulla? La vostra mente è bloccata?
18 Ostinati! Avete gli occhi e non vedete, avete orecchi e non intendete? Cercate di ricordare:
19 quando ho distribuito quei cinque pani per cinquemila persone quante ceste di avanzi avete raccolto? Risposero: - Dodici.
20 E quando ho distribuito quei sette pani per quattromila persone, quante ceste di pane avete raccolto? Risposero: - Sette.
21 Allora Gesù disse: - E non capite ancora?
 
Gesù guarisce un cieco a Betsàida
22 Poi arrivarono a Betsàida. Là alcune persone portarono a Gesù un uomo cieco e lo pregarono di toccarlo.
23 Gesù prese il cieco per mano e lo condusse fuori del villaggio; poi gli mise un po' di saliva sugli occhi, stese le mani su di lui e gli domandò: - Vedi qualcosa?
24 Quello guardò in su e disse: - Sì, vedo le persone; le vedo come alberi che camminano.
25 Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi, e il cieco guardò diritto davanti a sé: era guarito e vedeva bene ogni cosa.
26 Allora Gesù lo rimandò a casa e gli disse: - Non entrare neppure in paese.
 
Pietro dichiara che Gesù è il Messia
(vedi Matteo 16, 13-20; Luca 9, 18-21)
27 Poi Gesù e i suoi discepoli partirono verso i villaggi di Cesarea di Filippo. Lungo la via Gesù domandò ai suoi discepoli: - Chi sono io, secondo la gente?
28 Gli risposero: - Alcuni dicono che tu sei Giovanni il Battezzatore, altri che sei il profeta Elia, altri ancora dicono che tu sei uno dei profeti.
29 Gesù domandò ancora: - E voi, che dite? Chi sono io? Pietro rispose: - Tu sei il Messia, il Cristo.
30 Allora Gesù ordinò loro di non parlarne a nessuno.
 
Gesù annunzia la sua morte e risurrezione Il rimprovero di Pietro
(vedi Matteo 16, 21-23; Luca 9, 22)
31 Poi Gesù cominciò a insegnare ai discepoli. Diceva: «Il Figlio dell'uomo dovrà soffrire molto. È necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della legge lo rifiuteranno. Egli sarà ucciso, ma dopo tre giorni risorgerà».
32 Parlava di queste cose molto chiaramente. Allora Pietro prese da parte Gesù e si mise a rimproverarlo.
33 Ma Gesù si voltò, guardò i discepoli e rimproverò Pietro: «Va' via, lontano da me, Satana! Perché tu - ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio».
 
Condizioni per seguire Gesù
(vedi Matteo 16, 24-28; Luca 9, 23-27; Giovanni 12, 25)
34 Poi Gesù chiamò la folla insieme con i discepoli e disse: «Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
35 Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me e per il vangelo la salverà.
36 Se un uomo riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la vita, che vantaggio ne ricava?
37 C'è forse qualcosa che un uomo possa dare per riavere in cambio la propria vita?
38 Se uno si vergognerà di me e delle mie parole di fronte a questa gente infedele e piena di peccati, allora il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà, glorioso come Dio suo Padre, insieme con i suoi angeli santi».
 
CAPITOLO 9
1 E aggiungeva: «Io vi assicuro che alcuni tra quelli che sono qui presenti non moriranno, prima di aver visto il regno di Dio che viene con potenza».
 
La trasfigurazione: Gesù manifesta la sua gloria a tre discepoli
(vedi Matteo 17, 1-13; Luca 9, 28-36)
2 Sei giorni dopo Gesù prese con sé tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, e li portò su un alto monte, in un luogo dove non c'era nessuno. Là, di fronte a loro, Gesù cambiò d'aspetto:
3 i suoi abiti diventarono splendenti e bianchissimi. Nessuno a questo mondo avrebbe mai potuto farli diventar così bianchi a forza di lavarli.
4 Poi i discepoli videro anche il profeta Elia e Mosè: stavano accanto a Gesù e parlavano con lui.
5 Allora Pietro cominciò a parlare e disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui! Prepareremo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia».
6 Parlava così, perché non sapeva che cosa dire. Infatti erano spaventati.
7 Poi apparve una nuvola che li avvolse con la sua ombra, e dalla nuvola si fece sentire una voce: «Questo è il Figlio mio, che io amo. Ascoltatelo!».
8 I discepoli si guardarono subito attorno, ma non videro più nessuno: con loro c'era solo Gesù.
9 Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò di non raccontare a nessuno quel che avevano visto, prima che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti.
10 I discepoli ubbidirono a quest'ordine, ma discutevano tra loro che cosa Gesù volesse dire con le parole: «risorgere dai morti».
11 Poi domandarono a Gesù: - Perché i maestri della legge dicono che prima di tutto deve tornare il profeta Elia?
12 Egli rispose: - È vero, prima deve venire Elia per mettere in ordine ogni cosa. Eppure, che cosa dice la Bibbia a proposito del Figlio dell'uomo? Dice che deve soffrire molto ed essere disprezzato.
13 Ebbene, io vi assicuro che Elia è già venuto ma gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto, così come la Bibbia dice di lui.
 
Gesù guarisce un ragazzo tormentato da uno spirito maligno
(vedi Matteo 17, 14-20; Luca 9, 37-43a)
14 Intanto arrivarono là dove si trovavano gli altri discepoli e li videro circondati da molta gente mentre i maestri della legge stavano discutendo con loro.
15 Quando la gente vide Gesù, piena di meraviglia gli corse incontro per salutarlo.
16 Gesù domandò ai discepoli: - Di che cosa state discutendo?
17 Un uomo in mezzo alla gente disse: - Maestro, ti ho portato mio figlio perché è tormentato da uno spirito maligno che non lo lascia parlare.
18 Quando lo prende, dovunque si trovi, lo getta a terra, e allora il ragazzo comincia a stringere i denti, gli viene la schiuma alla bocca e rimane rigido. Ho chiesto ai tuoi discepoli di scacciare questo spirito, ma non ci sono riusciti.
19 Allora Gesù replicò: - Gente senza fede! Fino a quando resterò ancora con voi? Per quanto tempo dovrò sopportavi? Portatemi il ragazzo!
20 Glielo portarono, ma quando lo spirito vide Gesù, subito cominciò a scuotere il ragazzo con violenza: il ragazzo cadde a terra e prese a rotolarsi mentre gli veniva la schiuma alla bocca.
21 Gesù domandò al padre: - Da quanto tempo è così? - Fin da piccolo, - rispose il padre; -
22 anzi, più di una volta lo spirito l'ha buttato nel fuoco e nell'acqua per farlo morire. Ma se tu puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci!
23 Gesù gli disse: - Se puoi?... Tutto è possibile per chi ha fede!
24 Subito il padre del ragazzo si mise a gridare: - Io ho fede! Se non ho fede, aiutami!
25 Vedendo che la folla aumentava, Gesù minacciò lo spirito maligno dicendo: «Spirito che impedisci di parlare e di ascoltare, esci da questo ragazzo e non tornarci più. Te lo ordino!».
26 Gridando e scuotendo con violenza il ragazzo lo spirito se ne uscì. Il ragazzo rimase come morto, tanto che molti di quelli che erano lì attorno dicevano: «È morto».
27 Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare, ed egli rimase in piedi.
28 Poi Gesù entrò in una casa, e i suoi discepoli, soli con lui, gli chiesero: - Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quello spirito?
29 Gesù rispose: - Questa razza di spiriti non si può scacciare in nessun altro modo se non con la preghiera!
 
Per la seconda volta Gesù annunzia la sua morte e risurrezione
(vedi Matteo 17, 22-23; Luca 9, 43b-45)
30 Poi se ne andarono via di là e attraversarono il territorio della Galilea. Gesù non voleva che si sapesse dove erano.
31 Infatti preparava i suoi discepoli insegnando loro: «Il Figlio dell'uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini ed essi lo uccideranno; ma egli risorgerà dopo tre giorni».
32 Ma i discepoli non capivano queste parole e avevano paura di interrogare Gesù.
 
Chi è il più importante?
(vedi Matteo 18, 1-5; Luca 9, 46-48)
33 Intanto arrivarono a Cafàrnao. Quando Gesù fu in casa domandò ai discepoli: «Di che cosa stavate discutendo per strada?».
34 Ma essi non rispondevano. Per strada infatti avevano avuto una discussione per sapere chi di loro era il più importante.
35 Allora Gesù, sedutosi, chiamò i dodici discepoli e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
36 Poi prese un bambino, e lo portò in mezzo a loro, lo tenne in braccio e disse:
37 «Chi accoglie uno di questi bambini per amor mio accoglie me. E chi accoglie me accoglie anche il Padre che mi ha mandato».
 
Chi non è contro di noi, è con noi
(vedi Luca 9, 49-50)
38 Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto un uomo che usava il tuo nome per scacciare i demòni, e noi abbiamo cercato di farlo smettere perché non è uno dei nostri».
39 Ma Gesù disse: «Lasciatelo fare. Perché non c'è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio, e poi subito si metta a parlar male di me.
40 Chi non è contro di noi è con noi.
 
I discepoli di Cristo sono preziosi
(vedi Matteo 10, 42)
41 «E se qualcuno vi darà anche soltanto un bicchiere d'acqua per il fatto che siete discepoli di Cristo, vi assicuro che riceverà la sua ricompensa.
 
Contro ogni occasione di male
(vedi Matteo 5, 29-30; 18, 6-9; Luca 17, 1-2)
42 «Se qualcuno fa perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me, sarebbe meglio per lui essere gettato in mare con una grossa pietra legata al collo.
43 «Se la tua mano ti fa commettere il male tagliala: è meglio per te entrare nella vera vita senza una mano, piuttosto che avere tutt'e due le mani e andare all'inferno, nel fuoco senza fine.
[44]
45 «Se il tuo piede ti fa commettere il male, tàglialo: è meglio per te entrare zoppo nella vera vita, piuttosto che essere gettato all'inferno con due piedi.
[46]
47 «Se il tuo occhio ti fa commettere il male, strappalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, piuttosto che avere due occhi ed essere gettato all'inferno,
48 dove si soffre sempre e il fuoco non finisce mai.
49 «Chi non avrà sale in se stesso finirà nel fuoco.
50 Il sale è una cosa buona, ma se il sale perde il suo sapore come potete ridarglielo? Cercate di avere sale in voi stessi, e vivete in pace tra voi!».
 
CAPITOLO 10
Matrimonio e divorzio
(vedi Matteo 19, 1-12; Luca 16, 18)
1 Poi Gesù partì e andò verso i confini della Giudea, al di là del fiume Giordano. Ancora una volta la folla si radunò attorno a lui e, come faceva sempre, Gesù si mise a insegnare.
2 Alcuni che erano del gruppo dei farisei gli si avvicinarono. Essi volevano metterlo in difficoltà, perciò gli domandarono: - Un uomo può divorziare dalla propria moglie?
3 Gesù rispose con una domanda: - Che cosa vi ha comandato Mosè nella legge?
4 I farisei replicarono: - Mosè ha permesso di mandar via la moglie, dopo averle dato una dichiarazione scritta di divorzio.
5 Allora Gesù disse: - Mosè ha scritto questa regola perché voi avete il cuore duro.
6 Ma da principio, al tempo della creazione, come dice la Bibbia, Dio maschio e femmina li creò.
7 Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna
8 e i due saranno una cosa sola. Così essi non sono più due, ma un unico essere.
9 Perciò l'uomo non separi ciò che Dio ha unito.
10 Quando poi furono in casa, i discepoli interrogarono di nuovo Gesù su questo argomento. Ed egli disse:
11 «Chi divorzia da sua moglie e ne sposa un'altra commette adulterio contro di lei.
12 E anche la donna, se divorzia dal marito e ne sposa un altro, commette adulterio».
 
Gesù benedice i bambini
(vedi Matteo 19, 13-15; Luca 18, 15-17)
13 Alcune persone portavano i loro bambini a Gesù e volevano farglieli toccare, ma i discepoli li sgridavano.
14 Quando Gesù se ne accorse, si arrabbiò e disse ai discepoli: «Lasciate che i bambini vengano da me; non impediteglielo, perché Dio dà il suo regno a quelli che sono come loro.
15 Io vi assicuro: chi non l'accoglie come farebbe un bambino non vi entrerà».
16 Poi prese i bambini tra le braccia, e li benediceva posando le mani su di loro.
 
Gesù incontra un uomo ricco
(vedi Matteo 19, 16-30; Luca 18, 18-30)
17 Gesù stava per rimettersi in cammino, quando un tale gli venne incontro, si gettò in ginocchio davanti a lui e gli domandò: - Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?
18 Gesù gli disse: - Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne Dio!
19 I comandamenti li conosci: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, non imbrogliare, rispetta tuo padre e tua madre.
20 E quello rispose: - Maestro, fin da giovane ho ubbidito a tutti questi comandamenti.
21 Gesù lo guardò con grande simpatia e gli disse: - Ti manca soltanto una cosa: vai a vendere tutto quel che possiedi, e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi, vieni e seguimi!
22 A queste parole l'uomo si trovò a disagio e se ne andò via triste perché era molto ricco.
23 Gesù, guardando i discepoli che stavano attorno a lui, disse: «Com'è difficile per quelli che sono ricchi entrare nel regno di Dio!».
24 I discepoli si meravigliarono che Gesù dicesse queste cose, ma egli aggiunse: «Figli miei, non è facile entrare nel regno di Dio!
25 Se è difficile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, è ancor più difficile che un ricco possa entrare nel regno di Dio».
26 I discepoli si meravigliarono più di prima e cominciarono a domandarsi l'un l'altro: - Ma allora chi potrà mai salvarsi?
27 Gesù li guardò e disse: - Per gli uomini è una cosa impossibile, ma per Dio no! infatti tutto è possibile a Dio.
28 Allora Pietro si mise a dire: - E noi? Noi abbiamo abbandonato tutto per venire con te.
29 Gesù rispose: - Io vi assicuro che se qualcuno ha abbandonato casa, fratelli, sorelle, madre, padre, figli, campi... per me e per il messaggio del vangelo,
30 riceverà già in questa vita - insieme a persecuzioni - cento volte di più. Riceverà casa, fratelli, sorelle, madri, figli e campi, e nel mondo futuro la vita eterna.
31 Tuttavia, molti di quelli che ora sono primi alla fine diventeranno ultimi; e molti di quelli che ora sono ultimi saranno primi.
 
Per la terza volta Gesù annunzia la sua morte e risurrezione
(vedi Matteo 20, 17-19; Luca 18, 31-34)
32 Mentre erano sulla strada che sale verso Gerusalemme, Gesù camminava davanti a tutti. I suoi discepoli lo seguivano, ma non sapevano che cosa pensare, anzi alcuni avevano paura. Ancora una volta Gesù prese da parte i dodici discepoli e si mise a parlare di quello che gli doveva accadere.
33 Disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo verso Gerusalemme; là, il Figlio dell'uomo sarà dato nelle mani dei capi dei sacerdoti e dei maestri della legge. Essi lo condanneranno a morte e poi lo consegneranno ai pagani.
34 I pagani gli rideranno in faccia, gli sputeranno addosso, lo prenderanno a frustate e lo uccideranno, ma dopo tre giorni egli risorgerà».
 
Due discepoli chiedono i primi posti
(vedi Matteo 20, 20-28)
35 Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: - Maestro, noi vorremmo che tu facessi per noi quel che stiamo per chiederti.
36 E Gesù domandò: - Che cosa dovrei fare per voi?
37 Essi risposero: - Quando sarai un re glorioso, facci stare accanto a te, seduti uno alla tua destra e uno alla tua sinistra.
38 Ma Gesù disse: - Voi non sapete quel che chiedete! Siete pronti a bere quel calice di dolore che io berrò, a ricevere quel battesimo di sofferenza con il quale sarò battezzato?
39 Essi risposero: - Siamo pronti. Gesù aggiunse: - Sì, anche voi berrete il mio calice e riceverete il mio battesimo;
40 ma non posso decidere chi sarà seduto alla mia destra e alla mia sinistra. Quei posti sono per coloro ai quali Dio li ha preparati.
41 Gli altri dieci discepoli avevano sentito tutto e si arrabbiarono contro Giacomo e Giovanni.
42 Allora Gesù li chiamò attorno a sé e disse: «Come sapete, quelli che pensano di essere sovrani dei popoli comandano come duri padroni. Le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro autorità.
43 Ma tra voi non deve essere così. Anzi, se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servo di tutti;
44 e se uno vuol essere il primo, si faccia servitore di tutti.
45 Infatti anche il Figlio dell'uomo è venuto non per farsi servire, ma è venuto per servire e per dare la propria vita come riscatto per la liberazione degli uomini».
 
Il cieco Bartimèo
(vedi Matteo 20, 29-34; Luca 18, 35-43)
46 Gesù e i suoi discepoli erano a Gèrico. Mentre stavano uscendo dalla città, seguiti da molta folla, un mendicante cieco era seduto sul bordo della strada. Si chiamava Bartimèo ed era figlio di un certo Timèo.
47 Quando sentì dire che passava Gesù il Nazareno, cominciò a gridare: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
48 Molti si misero a sgridarlo per farlo tacere, ma quello gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
49 Gesù si fermò e disse: - Chiamatelo qua. Allora alcuni andarono a chiamarlo e gli dissero: «Coraggio, alzati! Ti vuol parlare».
50 Il cieco buttò via il mantello, balzò in piedi e andò vicino a Gesù.
51 Gesù gli domandò: - Che cosa vuoi che io faccia per te? Il cieco rispose: - Maestro, fa' che io possa vederci di nuovo!
52 Gesù gli disse: - Vai, la tua fede ti ha salvato. Subito il cieco ricuperò la vista e si mise a seguire Gesù lungo la via.
 
CAPITOLO 11
Gesù entra in Gerusalemme: entusiasmo della folla
(vedi Matteo 21, 1-11; Luca 19, 28-40; Giovanni 12, 12-19)
1 Gesù e i suoi discepoli stavano avvicinandosi a Gerusalemme. Arrivati al monte degli Ulivi, nei pressi dei villaggi di Bètfage e Betània, Gesù mandò avanti due discepoli. Disse loro:
2 «Andate nel villaggio che è qui di fronte a voi. Appena entrati, troverete legato un piccolo asino sul quale nessuno è mai salito; slegatelo e portatelo qui.
3 E se qualcuno vi chiede: "Che cosa state facendo?". Voi risponderete così: È il Signore che ne ha bisogno, ma ve lo rimanderà subito».
4 I due discepoli andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori, sulla strada, e lo slegarono.
5 Alcune persone che si trovavano lì vicino domandarono: «Che fate? Perché lo slegate?».
6 Essi risposero come aveva detto Gesù, e quelli li lasciarono andare.
7 Portarono dunque l'asinello a Gesù, gli posero addosso i loro mantelli, e Gesù vi montò sopra.
8 Mentre camminavano, molta gente stendeva i mantelli sulla strada, altri invece stendevano rami verdi, tagliati nei campi.
9 Quelli che camminavano davanti a Gesù e quelli che venivano dietro gridavano: «Osanna! Gloria a Dio! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
10 Benedetto il regno che viene, il regno di Davide nostro padre! Gloria a Dio nell'alto dei cieli!»
11 Gesù entrò in Gerusalemme e andò nel tempio. Si guardò attorno osservando ogni cosa e poi, siccome ormai era sera, tornò a Betània insieme con i dodici discepoli.
 
Gesù e l'albero senza frutti
(vedi Matteo 21, 18-19)
12 Il giorno dopo, quando partirono da Betània, Gesù ebbe fame.
13 Vedendo da lontano una pianta di fichi che aveva molte foglie andò a vedere se vi poteva trovare dei frutti. Ma quando fu vicino alla pianta non trovò niente, soltanto foglie; infatti non era quella la stagione dei fichi.
14 Allora Gesù, rivolto alla pianta, disse: «Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti!». E i discepoli udirono quelle parole.
 
Gesù scaccia i mercanti dal tempio
(vedi Matteo 21, 12-17; Luca 19, 45-48; Giovanni 2, 13-22)
15 Intanto erano arrivati a Gerusalemme. Gesù entrò nel cortile del tempio e cominciò a cacciar via tutti quelli che stavano là a vendere e a comprare, buttò all'aria i tavoli di quelli che cambiavano i soldi e rovesciò le sedie dei venditori di colombe.
16 Non permetteva a nessuno di trasportare carichi di robe attraverso il tempio.
17 Poi si mise a insegnare dicendo alla gente: «Non è forse vero che Dio dice nella Bibbia: La mia casa sarà casa di preghiera per tutti i popoli? Voi, invece, ne avete fatto un covo di briganti».
18 Quando i capi dei sacerdoti e i maestri della legge vennero a conoscenza di questi fatti cercavano un modo per far morire Gesù. Però avevano paura di lui perché tutta la gente era molto impressionata del suo insegnamento.
19 Quando fu sera, Gesù e i suoi uscirono dalla città.
 
Ancora l'albero senza frutti. Fede, preghiera e perdono
(vedi Matteo 21, 20-22)
20 Il mattino dopo, passando ancora vicino a quella pianta di fichi, videro che era diventata secca fino alle radici.
21 Pietro si ricordò del giorno prima e disse a Gesù: - Maestro, guarda! Quell'albero che tu hai maledetto, è tutto secco!
22 Allora Gesù rispose: - Abbiate fede in Dio!
23 Io vi assicuro che uno potrebbe anche dire a questa montagna: Sollevati e buttati nel mare! Se nel suo cuore egli non ha dubbi, ma crede che accadrà quel che dice, state certi che gli accadrà veramente.
24 Perciò vi dico: tutto quello che domanderete nella preghiera, abbiate fiducia di ottenerlo e vi sarà dato.
25 E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate: perché Dio vostro Padre che è in cielo perdoni a voi i vostri peccati.
[26]
 
Discussione sull'autorità di Gesù
(vedi Matteo 21, 23-27; Luca 20, 1-8)
27 Andarono ancora a Gerusalemme. Gesù camminava su e giù nel cortile del tempio. I capi dei sacerdoti, i maestri della legge e le altre autorità si avvicinarono a lui e
28 gli domandarono: - Che diritto hai di fare quel che fai? Chi ti ha dato l'autorità di agire così?
29 Gesù disse loro: - Voglio farvi soltanto una domanda. Se mi rispondete, io vi dirò con quale autorità faccio queste cose.
30 Dunque: Giovanni, chi lo ha mandato a battezzare, Dio o gli uomini? Rispondete!
31 Essi cominciarono a discutere tra loro: «Se diciamo che Giovanni è stato mandato da Dio ci chiederà: Perché allora non avete creduto in lui?
32 Ma come possiamo dire che è stato mandato dagli uomini?». Il fatto è che essi avevano paura della folla perché tutti consideravano Giovanni un profeta.
33 Perciò risposero: - Non lo sappiamo. E Gesù disse loro: - Ebbene, in questo caso neanch'io vi dirò con quale autorità faccio queste cose.
 
CAPITOLO 12
Parabola della vigna e dei contadini omicidi
(vedi Matteo 21, 33-46; Luca 20, 9-19)
1 Gesù cominciò a raccontare una parabola ai capi degli Ebrei. Disse: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio dell'uva e costruì una torretta di guardia; poi affittò la vigna ad alcuni contadini e se ne andò lontano.
2 «Venne il tempo della vendemmia e quell'uomo mandò un servo dai contadini per ritirare la sua parte di raccolto.
3 Ma quei contadini presero il servo, lo bastonarono e lo mandarono via senza dargli niente.
4 Allora il padrone mandò di nuovo un altro servo. I contadini lo accolsero a parolacce e gli diedero botte in testa.
5 Il padrone ne mandò ancora un altro e quelli lo uccisero. Lo stesso avvenne per molti altri servi: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
6 Alla fine quell'uomo ne aveva ancora uno, suo figlio, che amava moltissimo. Per ultimo mandò lui pensando: Avranno rispetto di mio figlio!
7 «Ma quei contadini dissero tra loro: "Ecco, costui sarà un giorno il padrone della vigna! Coraggio, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra!".
8 E così lo presero, lo uccisero e gettarono il suo corpo fuori della vigna».
9 A questo punto Gesù domandò: «Che cosa farà, dunque, il padrone della vigna? Certamente egli verrà e ucciderà quei contadini e darà la vigna ad altre persone.
10 Non avete mai letto queste parole della Bibbia? La pietra che i costruttori hanno rifiutato è diventata la pietra più importante.
11 Questo è opera del Signore ed è una meravigliosa ai nostri occhi».
12 I capi degli Ebrei capirono che Gesù aveva raccontato questa parabola riferendosi a loro. Cercavano quindi un modo per arrestarlo, ma avevano paura della folla. Perciò non gli fecero nulla e se ne andarono via.
 
Le tasse da pagare all'imperatore romano
(vedi Matteo 22, 15-22; Luca 20, 20-26)
13 Alcuni farisei e alcuni del partito di Erode furono mandati a parlare con Gesù per cercare di metterlo in difficoltà.
14 Essi vennero e gli dissero: - Maestro, noi sappiamo che tu sei sempre sincero e non ti preoccupi di quel che pensa la gente; tu non guardi in faccia a nessuno e insegni veramente la volontà di Dio. Abbiamo una domanda da farti: la nostra legge permette o non permette di pagare le tasse all'imperatore romano? Dobbiamo pagane o no?
15 Ma Gesù sapeva che nascondevano i loro veri pensieri e disse: - Perché cercate di imbrogliarmi? Portatemi una moneta d'argento, voglio vederla.
16 Gli diedero allora la moneta e Gesù domandò: - Questo volto e questo nome, di chi sono? Gli risposero: - Dell'imperatore.
17 Gesù replicò: - Date all'imperatore quel che è dell'imperatore, ma quel che è di Dio datelo a Dio. A queste parole rimasero sbalorditi.
 
Discussione a proposito della risurrezione
(vedi Matteo 22, 23-33; Luca 20, 27-40)
18 Si presentarono a Gesù alcuni che appartenevano al gruppo dei sadducei: secondo loro nessuno può risorgere dopo la morte. Gli domandarono:
19 - Maestro, Mosè ci ha lasciato questo comandamento scritto: Se un uomo muore e lascia la moglie senza figli, suo fratello deve sposare la vedova e cercare di avere dei figli per quello che è morto.
20 Ebbene, una volta c'erano sette fratelli. Il primo si sposò e poi morì senza lasciare figli.
21 Allora il secondo fratello sposò la vedova, ma anche lui morì senza avere figli. La stessa cosa capitò al terzo
22 e così, via via, a tutti gli altri: tutti morirono senza lasciare figli. Infine morì anche la donna.
23 Ora, nel giorno della risurrezione, quando i morti risorgeranno, di chi sarà moglie quella donna? Perché tutti e sette l'hanno avuta come moglie!
24 Gesù rispose: - Non capite che sbagliate? Voi non conoscete la Bibbia e non sapete cosa sia la potenza di Dio!
25 Quando i morti risorgeranno, gli uomini e le donne non si sposeranno più, ma saranno come gli angeli del cielo.
26 A proposito poi dei morti e della risurrezione, non avete mai letto nella Bibbia l'episodio di Mosè, quando vide il cespuglio in fiamme? Quel giorno Dio gli disse: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe.
27 Perciò Dio è il Dio dei vivi, non dei morti! Voi sbagliate tutto.
 
Il comandamento più importante
(vedi Matteo 22, 34-40; Luca 10, 25-28)
28 Un maestro della legge aveva ascoltato quella discussione. Avendo visto che Gesù aveva risposto bene ai sadducei, si avvicinò e gli fece questa domanda: - Qual è il più importante di tutti i comandamenti?
29 Gesù rispose: - Il comandamento più importante è questo: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore:
30 Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze.
31 Il secondo comandamento è questo: Ama il tuo prossimo come te stesso. Non c'è nessun altro comandamento più importante di questi due.
32 Allora il maestro della legge disse: - Molto bene, Maestro! È vero: Dio è uno solo e non c'è n'è un altro all'infuori di lui.
33 E poi, la cosa più importante è amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, e con tutte le forze e amare il prossimo come se stesso. Questo vale molto più che tutte le offerte e i sacrifici di animali.
34 E Gesù, vedendo che quell'uomo aveva risposto con saggezza, gli disse: - Tu non sei lontano dal regno di Dio. E nessun altro aveva più il coraggio di fare domande.
 
Il Messia e il re Davide
(vedi Matteo 22, 41-46; Luca 20, 41-44)
35 Mentre insegnava nel tempio Gesù fece questa domanda: «I maestri della legge dicono che il Messia sarà un discendente del re Davide. Com'è possibile?
36 Davide stesso, guidato dallo Spirito Santo ha scritto in un salmo:
Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io metterò i tuoi nemici come sgabello sotto i tuoi piedi.
37 Se Davide stesso dice che è Signore, come può il Messia essere anche discendente di Davide?».
 
Gesù parla contro i maestri della legge
(vedi Matteo 23, 1-36; Luca 20, 45-47)
38 Mentre insegnava Gesù diceva alla gente: «Non fidatevi dei maestri della legge. A loro piace passeggiare con vesti di lusso, essere salutati in piazza,
39 avere i posti d'onore nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
40 Con avidità cercano di portar via alle vedove tutto quel che hanno e intanto, per farsi vedere, fanno lunghe preghiere. Queste persone saranno giudicate con estrema severità».
La piccola offerta di una povera vedova
(vedi Luca 21, 1-4)
41 Gesù andò a sedersi vicino al tesoro del tempio e guardava la gente che metteva i soldi nelle cassette delle offerte. C'erano molti ricchi i quali buttavano dentro molto denaro.
42 Venne anche una povera vedova e vi mise soltanto due monetine di rame.
43 Allora Gesù chiamò i suoi discepoli e disse: «Io vi assicuro che questa vedova, povera com'è, ha dato un'offerta più grande di quella di tutti gli altri!
44 Infatti gli altri hanno offerto quel che avevano d'avanzo, mentre questa donna, povera com'è, ha dato tutto quel che possedeva, quel che le serviva per vivere».
 
CAPITOLO 13
Gesù annunzia che il tempio sarà distrutto
(vedi Matteo 24, 1-2; Luca 21, 5-6)
1 Mentre Gesù usciva dal tempio uno dei discepoli gli disse: - Maestro, guarda come sono grandi queste pietre e come sono magnifiche queste costruzioni!
2 Gesù gli rispose: - Vedi queste grandi costruzioni? Ebbene, non rimarrà una sola pietra sull'altra: tutto sarà distrutto!
 
Gesù annunzia dolori e persecuzioni
(vedi Matteo 24, 3-14; Luca 21, 7-19)
3 Quando giunsero al monte degli Ulivi Gesù si sedette guardando verso il tempio. Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea, in disparte, gli chiesero:
4 «Puoi dirci quando avverranno queste cose? E quale sarà il segno che tutte queste cose stanno per accadere?
5 Allora Gesù cominciò a dire ai discepoli: «Fate attenzione e non lasciatevi ingannare da nessuno!
6 Molti verranno e cercheranno di ingannare molta gente; si presenteranno con il mio nome e diranno: "Sono io il Messia!".
7 Quando sentirete parlare di guerre, vicine o lontane, non abbiate paura: bisogna che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.
8 I popoli combatteranno l'uno contro l'altro, un regno contro un altro. Ci saranno terremoti e carestie in molte regioni. Sarà come quando cominciano i dolori del parto.
9 Ma voi fate bene attenzione a voi stessi! Vi porteranno nei tribunali, nelle sinagoghe vi tortureranno, dovrete stare davanti a governatori e re per causa mia e sarete miei testimoni di fronte a loro.
10 «È necessario anzitutto che il messaggio del vangelo sia annunziato a tutti i popoli.
11 E quando vi arresteranno per portarvi in tribunale, non preoccupatevi di quel che dovrete dire: dite ciò che in quel momento Dio vi suggerirà, perché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
12 Allora ci sarà chi tradirà un fratello per farlo morire; i padri faranno lo stesso verso i loro figli; i figli si ribelleranno contro i genitori e li faranno morire.
13 E voi sarete odiati da tutti per causa mia; ma Dio salverà chi avrà resistito sino alla fine.
 
Gesù annunzia grandi tribolazioni
(vedi Matteo 24, 15-25; Luca 21, 20-24)
14 «Un giorno vedrete colui che commette l'orribile sacrilegio: lo vedrete in quel luogo dove non dovrebbe mai entrare (chi legge cerchi di capire!). Allora quelli che saranno nel territorio della Giudea fuggano sui monti;
15 chi si troverà sulla terrazza del tetto non scenda in casa a prendere qualcosa;
16 chi si troverà nei campi non torni indietro a prendere il mantello.
17 «Saranno giorni tristi per le donne incinte e per quelle che allattano!
18 Pregate che queste cose non avvengano d'inverno!
19 Perché quei giorni saranno giorni di tribolazione, la più grande che ci sia mai stata fino ad oggi, da quando Dio ha creato il mondo, e non ne verrà più una uguale.
20 E se Dio non accorciasse il numero di quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma Dio li ha accorciati a causa di quegli uomini che egli si è scelto.
21 Allora, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Messia è qui! ecco, è là!", voi non fidatevi.
22 Perché verranno falsi profeti e falsi messia i quali faranno segni miracolosi per cercare di ingannare, se fosse possibile, anche quelli che Dio si è scelto.
23 Voi però fate attenzione! Io vi ho avvisati di tutto.
 
Gesù annunzia il ritorno del Figlio dell'uomo
(vedi Matteo 24, 29-31; Luca 21, 25-28)
24 «Ma in quei giorni, dopo quelle tribolazioni, il sole si oscurerà, la luna perderà il suo splendore,
25 le stelle cadranno dal cielo, e le forze del cielo saranno sconvolte.
26 «Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi, con grande potenza e splendore.
27 Egli manderà i suoi angeli in ogni direzione. E da un confine all'altro del cielo e della terra egli radunerà tutti gli uomini che si è scelti.
 
Parabola del fico
(vedi Matteo 24, 32-35; Luca 21, 29-33)
28 «Dall'albero del fico imparate questa parabola: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi capite che l'estate è vicina.
29 Allo stesso modo, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30 Io vi assicuro che non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano accadute.
31 Il cielo e la terra passeranno, ma non le mie parole.
 
Gesù invita a essere vigilanti
(vedi Matteo 24, 36-44)
32 «Nessuno sa quando verrà quel giorno e quell'ora; non lo sanno gli angeli e neppure il Figlio: solo Dio Padre lo sa.
33 Fate attenzione, rimanete svegli, perché non sapete quando sarà il momento decisivo!
34 «E come un tale che è partito per un lungo viaggio, se n'è andato via e ha affidato la casa ai suoi servi. A ciascuno ha dato un incarico, e al portinaio ha raccomandato di restare sveglio alla porta.
35 Ebbene, restate svegli, perché non sapete quando il padrone di casa tornerà: forse alla sera, forse a mezzanotte, forse al canto del gallo o forse di mattina.
36 Se arriva improvvisamente, fate in modo che non vi trovi addormentati.
37 «Quel che dico a voi lo dico a tutti: state svegli!».
 
CAPITOLO 14
I capi degli Ebrei vogliono uccidere Gesù
(vedi Matteo 26, 1-5; Luca 22, 1-2; Giovanni 11, 45-53)
1 Mancavano intanto due giorni alla Pasqua degli Ebrei e alla festa dei Pani non lievitati. I capi dei sacerdoti e i maestri della legge cercavano un modo per arrestare Gesù con un inganno, per poi ucciderlo.
2 Infatti dicevano: «Non possiamo arrestarlo in un giorno di festa, perché altrimenti c'è pericolo di una rivolta popolare».
 
Una donna versa profumo su Gesù
(vedi Matteo 26, 6-13; Giovanni 12, 1-8)
3 Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone, quello che era stato lebbroso. Mentre era a tavola, venne una donna con un vasetto di alabastro pieno di un profumo molto prezioso, nardo purissimo. La donna spaccò il vasetto e versò il profumo sulla testa di Gesù.,
4 Alcuni dei presenti, scandalizzati, mormoravano tra loro: «Perché tutto questo spreco di profumo?
5 Si poteva benissimo venderlo per trecento monete d'argento e poi dare i soldi ai poveri!». Ed erano furibondi contro di lei.
6 Ma Gesù disse loro: «Lasciatela in pace! Perché la tormentate? Questa donna ha fatto un'opera buona verso di me.
7 I poveri, infatti, li avete sempre con voi e potete aiutarli quando volete. Non sempre, invece, avrete me.
8 Essa ha fatto quel che poteva, e così ha profumato in anticipo il mio corpo per la sepoltura.
9 Io vi assicuro che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il messaggio del vangelo, ci si ricorderà di questa donna e di quel che ha fatto».
 
Giuda tradisce Gesù
(vedi Matteo 26, 14-16; Luca 22, 3-6)
10 Poi, Giuda Iscariota, uno dei dodici discepoli, andò dai capi dei sacerdoti per aiutarli ad arrestare Gesù.
11 Essi furono molto contenti della sua proposta e promisero di dargli dei soldi. Allora Giuda si mise a cercare un'occasione per fare arrestare Gesù.
 
Due discepoli preparano la cena pasquale
(vedi Matteo 26, 17-19; Luca 22, 7-13)
12 Il primo giorno della festa dei Pani non lievitati, quando gli Ebrei uccidevano l'agnello pasquale, i discepoli domandarono a Gesù: - Dove vuoi che andiamo a prepararti la cena di Pasqua?
13 Gesù mandò due discepoli con queste istruzioni: - Andate in città. Là incontrerete un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo
14 nella casa dove entrerà e lì parlate con il padrone. Gli direte: Il Maestro desidera fare la cena pasquale con i suoi discepoli, e ti chiede la sala.
15 Allora egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala già pronta con i tappeti. In quella sala preparate per noi la cena.
16 I discepoli partirono e andarono in città. Trovarono tutto come Gesù aveva detto e prepararono la cena pasquale.
 
Gesù indica il traditore
(vedi Matteo 26, 20-25; Luca 22, 21-23; Giovanni 13, 21-30)
17 Quando fu sera Gesù venne con i dodici discepoli,
18 e mentre erano a tavola e stavano mangiando, disse: «Io vi assicuro che uno di voi mi tradirà: uno che mangia con me».
19 I discepoli diventarono tristi e cominciarono a domandargli, uno dopo l'altro: - Sono forse io?
20 Gesù disse: - È uno dei dodici, uno che intinge con me il pane nel piatto.
21 Il Figlio dell'uomo sta per morire, così come è scritto nella Bibbia. Ma guai a quell'uomo per mezzo del quale è tradito. Per lui sarebbe stato meglio non essere mai nato.
 
La Cena del Signore
(vedi Matteo 26, 26-30; Luca 22, 15-20; Corinzi 11, 23-26)
22 Mentre stavano mangiando, Gesù prese il pane, fece la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai discepoli e disse: «Prendete: questo è il mio corpo».
23 Poi prese la coppa del vino, fece la preghiera di ringraziamento, la diede ai discepoli e tutti ne bevvero.
24 Gesù disse: «Questo è il mio sangue, offerto per tutti gli uomini. Con questo sangue Dio conferma la sua alleanza.
25 Io vi assicuro che non berrò più vino, fino al giorno in cui berrò il vino nuovo nel regno di Dio».
26 Cantarono i salmi della festa, poi andarono verso il monte degli Ulivi.
 
Gesù sarà abbandonato da tutti
(vedi Matteo 26, 31-35; Luca 22, 31-34; Giovanni 13, 36-38)
27 Gesù disse ai discepoli: - Tutti voi perderete ogni fiducia in me infatti nella Bibbia è scritto: Ucciderò il pastore e le pecore saranno disperse.
28 Ma quando sarò risuscitato vi aspetterò in Galilea.
29 Allora Pietro gli disse: - Anche se tutti gli altri perderanno ogni fiducia, io no!
30 Gesù replicò: - Io invece ti assicuro che oggi, proprio questa notte, prima che il gallo abbia cantato due volte, già tre volte avrai detto che non mi conosci!
31 Ma Pietro con grande insistenza continuava a dire: - Non dirò mai che non ti conosco, anche se dovessi morire con te! Anche gli altri discepoli dicevano la stessa cosa.
 
Gesù prega nel Getsèmani
(vedi Matteo 26, 36-46; Luca 22, 39-46)
32 Intanto raggiunsero un luogo detto Getsèmani. Gesù disse ai suoi discepoli: «Restate qui, mentre io pregherò».
33 E si fece accompagnare da Pietro, Giacomo e Giovanni. Poi cominciò ad aver paura e angoscia,
34 e disse ai tre discepoli: «Una tristezza mortale mi opprime. Fermatevi qui e state svegli».
35 Mentre andava più avanti, cadeva a terra e pregava. Chiedeva a Dio, se era possibile, di evitare quel terribile momento.
36 Diceva: «Abbà, Padre mio, tu puoi tutto. Allontana da me questo calice di dolore! Però, non fare quel che voglio io, ma quel che vuoi tu».
37 Poi tornò dai discepoli, ma li trovò che dormivano. Allora disse a Pietro: «Simone, perché dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora?
38 State svegli e pregate per resistere nel momento della prova; perché la volontà è pronta, ma la debolezza è grande!».
39 Si allontanò di nuovo e ricominciò a pregare ripetendo le stesse parole.
40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che ancora dormivano. Non riuscivano a tenere gli occhi aperti e non sapevano che cosa rispondergli.
41 Quando tornò da loro la terza volta disse: «Ma come? Voi ancora dormite e riposate? Ormai è finita, il momento è giunto. Il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani dei suoi nemici.
42 «Alzatevi, andiamo! Colui che mi tradisce sta arrivando».
 
Gesù è arrestato
(vedi Matteo 26, 47-56; Luca 22, 47-53; Giovanni 18, 3-12)
43 Mentre Gesù ancora parlava, subito arrivò Giuda, uno dei Dodici, accompagnato da molti uomini armati di spade e bastoni. Erano stati mandati dai capi dei sacerdoti, dai maestri della legge e dalle altre autorità.
44 Il traditore si era messo d'accordo con loro. Aveva stabilito un segno e aveva detto: «Quello che bacerò è lui. Voi prendetelo e portatelo via con decisione».
45 Subito Giuda si avvicinò a Gesù e disse: «Maestro!». Poi lo baciò.
46 Allora gli altri lo presero e lo arrestarono.
47 Ma uno di quelli che erano lì presenti tirò fuori la spada e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
48 Gesù disse: «Siete venuti a prendermi con spade e bastoni, come se fossi un delinquente!
49 Tutti i giorni ero in mezzo a voi, insegnavo nel tempio, e non mi avete mai arrestato. Ma tutto questo avviene perché si compia quel che dice la Bibbia».
50 Allora i discepoli lo abbandonarono e fuggirono tutti.
51 Dietro a Gesù veniva un ragazzo, coperto soltanto con un lenzuolo. Le guardie cercarono di prenderlo,
52 ma egli lasciò cadere il lenzuolo e scappò via nudo.
 
Gesù davanti al tribunale ebraico
(vedi Matteo 26, 57-68; Luca 22, 54-55.63-71; Giovanni 18, 13-15.19-24)
53 Portarono Gesù alla casa del sommo sacerdote e là si riunirono i capi dei sacerdoti, i maestri della legge e le altre autorità.
54 Pietro lo seguiva da lontano. Entrò anche nel cortile della casa e andò a sedersi in mezzo ai servi che si scaldavano vicino al fuoco.
55 Intanto i capi dei sacerdoti e gli altri del tribunale cercavano un accusa contro Gesù per poterlo condannare a morte, ma non la trovavano.
56 Molte persone, infatti, portavano false accuse contro Gesù, ma dicevano uno il contrario dell'altro.
57 Infine si alzarono alcuni con un'altra accusa falsa.
58 Dicevano: «Noi l'abbiamo sentito dire: io distruggerò questo tempio fatto dagli uomini e in tre giorni ne costruirò un altro non fatto dagli uomini».
59 Ma anche su questo punto quelli che parlavano non erano d'accordo.
60 Allora si alzò il sommo sacerdote e interrogò Gesù: - Non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te?
61 Ma Gesù rimaneva zitto e non rispondeva nulla. Il sommo sacerdote gli fece ancora una domanda: - Sei tu il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?
62 Gesù rispose: - Sì, sono io. E voi vedrete il Figlio dell'uomo seduto accanto a Dio Onnipotente. Egli verrà tra le nubi del cielo!
63 Allora il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò la veste e disse: «Non c'è più bisogno di testimoni ormai!
64 Avete sentito le sue bestemmie. Qual è il vostro parere?». E tutti decisero che Gesù doveva essere condannato a morte.
65 Alcuni dei presenti cominciarono a sputargli addosso. Gli coprivano la faccia, poi gli davano pugni e gli dicevano: «Indovina chi è stato!». Anche le guardie lo prendevano a schiaffi.
 
Pietro nega di conoscere Gesù
(vedi Matteo 26, 69-75; Luca 22, 56-62; Giovanni 18, 15-18.25-27)
66-67 Pietro intanto era ancora giù nel cortile a scaldarsi. A un certo punto passò di là una serva del sommo sacerdote, lo vide, lo osservò bene e disse: - Anche tu stavi con quell'uomo di Nazaret, con Gesù.
68 Ma Pietro negò e disse: - Non so proprio che cosa vuoi dire, non ti capisco. Poi se ne andò fuori del cortile, nell'ingresso (e intanto il gallo cantò).
69 Quella serva lo vide e di nuovo cominciò a dire alle persone vicine: - Anche lui è uno di quelli!
70 Ma Pietro negò di nuovo. Poco dopo, alcuni dei presenti gli dissero ancora: - Certamente tu sei uno di quelli, perché vieni dalla Galilea.
71 Ma Pietro cominciò a giurare e a spergiurare che non era vero: - Io neppure lo conosco quell'uomo che voi dite!
72 Subito dopo un gallo cantò per la seconda volta. In quel momento Pietro si ricordò di ciò che gli aveva detto Gesù: «Prima che il gallo abbia cantato due volte, già tre volte tu avrai dichiarato che non mi conosci». Allora scappò via e si mise a piangere.
 
CAPITOLO 15
Gesù davanti a Pilato il governatore romano
(vedi Matteo 27, 1-2.11-14; Luca 23, 1-5; Giovanni 18, 28-38)
1 Appena fu mattina i capi dei sacerdoti insieme con le altre autorità e i maestri della legge - cioè tutto il tribunale - si riunirono per prendere una decisione. Alla fine fecero legare e portar via Gesù e lo consegnarono a Pilato.
2 Pilato gli fece questa domanda: - Sei tu il re dei Giudei? Gesù rispose: - Tu lo dici.
3 Siccome i capi dei sacerdoti portavano molte accuse contro di lui,
4 Pilato lo interrogò ancora: - Perché non rispondi nulla? Vedi bene di quante cose ti accusano!
5 Ma Gesù non disse più niente e Pilato ne fu molto meravigliato.
 
Gesù è condannato a morte
(vedi Matteo 27, 15-26; Luca 23, 13-25; Giovanni 18, 38-19, 16)
6 Ogni anno, per la festa di Pasqua, Pilato liberava uno dei prigionieri, quello che la folla domandava.
7 In quel tempo era in prigione un certo Barabba che, insieme con altri ribelli, aveva ucciso un uomo durante una rivolta.
8 A un certo momento la folla salì verso il palazzo del governatore e cominciò a chiedergli quello che egli aveva l'abitudine di concedere.
9 Allora Pilato rispose: - Volete che vi lasci libero Gesù, questo re dei Giudei?
10 Disse così perché sapeva che i capi dei sacerdoti l'avevano portato da lui solo per odio.
11 Ma i capi dei sacerdoti cominciarono a mettere in agitazione la folla perché chiedesse la liberazione di Barabba.
12 Pilato domandò di nuovo: - Che farò dunque di quell'uomo che voi chiamate il re dei Giudei?
13 Essi gridarono: - In croce!
14 Pilato diceva: - Che cosa ha fatto di male? Ma quelli gridavano ancora più forte: - In croce! In croce!
15 Pilato non voleva scontentare la folla: per questo lasciò libero Barabba e invece fece frustare a sangue Gesù. Poi lo consegnò ai soldati per farlo crocifiggere.
 
Gli insulti dei soldati
(vedi Matteo 27, 27-31; Giovanni 19, 2-3)
16 I soldati portarono Gesù nel cortile del palazzo del governatore e chiamarono anche il resto della truppa.
17 Gli misero addosso una veste rossa, prepararono una corona di rami spinosi e gliela misero sul capo.
18 Poi cominciarono a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!».
19 Con un bastone gli davano dei colpi in testa, gli sputavano addosso e si mettevano in ginocchio come per adorarlo.
20 Quando finirono di insultarlo gli tolsero la veste rossa e lo rivestirono dei suoi abiti. Poi lo portarono fuori per crocifiggerlo.
 
Gesù è inchiodato a una croce
(vedi Matteo 27, 32-44; Luca 23, 26.33-38; Giovanni 19, 17-24)
21 Un certo Simone, originario di Cirene, il padre di Alessandro e di Rufo, passava di là mentre tornava dai campi. I soldati lo obbligarono a portare la croce di Gesù.
22 Poi condussero Gesù in un luogo detto Gòlgota (che significa "Luogo del Cranio").
23 Vollero dargli un po' di vino drogato, ma Gesù non lo prese.
24 Poi lo inchiodarono alla croce, e si divisero le sue vesti tirandole a sorte per decidere la parte di ciascuno.
25 Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.
26 Sul cartello dove si scriveva il motivo della condanna c'erano queste parole: «Il re dei Giudei».
27 Insieme con Gesù avevano messo in croce anche due briganti, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra.
(28)
29 Quelli che passavano di là scuotevano la testa in segno di disprezzo, lo insultavano e dicevano: «Ehi, tu che volevi distruggere il tempio e ricostruirlo in tre giorni,
30 salva te stesso! Prova a scendere dalla croce!».
31 Allo stesso modo anche i capi dei sacerdoti e i maestri della legge ridevano e dicevano: «Ha salvato tanti altri, adesso non è capace di salvare se stesso!
32 Lui, il Messia, il re d'Israele: scenda ora dalla croce, così vedremo e gli crederemo!». Anche i due briganti crocifissi accanto a lui lo insultavano.
 
Gesù muore
(vedi Matteo 27, 45-56; Luca 23, 44-49; Giovanni 19, 28-30)
33 Quando fu mezzogiorno si fece buio su tutta la regione fino alle tre del pomeriggio.
34 Alle tre Gesù gridò molto forte: EIoì, EIoì, lemà sabactàni? che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
35 Alcuni dei presenti udirono e dissero: «Sentite, chiama il profeta Elia».
36 Un tale corse a prendere una spugna, la bagnò nell'aceto, la fissò in cima a una canna e cercava di far bere Gesù. Diceva: «Aspettate. Vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce!».
37 Ma Gesù diede un forte grido e morì.
38 Allora il grande velo appeso nel tempio si squarciò in due, da cima a fondo.
39 L'ufficiale romano che stava di fronte alla croce, vedendo come Gesù era morto, disse: «Quest'uomo era davvero Figlio di Dio!».
40 Alcune donne erano là e guardavano da lontano: c'erano Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo (il più giovane) e di Ioses, e anche Salome.
41 Esse avevano seguito e aiutato Gesù fin da quando era in Galilea. E c'erano anche molte altre donne che erano venute con lui a Gerusalemme.
 
Il corpo di Gesù è messo nella tomba
(vedi Matteo 27, 57-61; Luca 23, 50-56; Giovanni 19, 38-42)
42 Quel giorno, vigilia del sabato, era di preparazione alla festa, ed era già sera.
43 Venne Giuseppe, originario di Arimatea: egli era un personaggio importante, faceva parte del tribunale ebraico, ma anche lui aspettava con fiducia il regno di Dio. Giuseppe si fece coraggio, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù.
44 Pilato si meravigliò che Gesù fosse già morto. Chiamò allora l'ufficiale e gli domandò se era morto davvero.
45 Dopo aver ascoltato l'ufficiale, diede il permesso di prendere il corpo di Gesù.
46 Allora Giuseppe comprò un lenzuolo, tolse Gesù dalla croce, lo avvolse nel lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia. Poi fece rotolare una grossa pietra davanti alla porta della tomba.
47 Intanto due delle donne, Maria Maddalena e Maria madre di Ioses, stavano a guardare dove mettevano il corpo di Gesù.
 
CAPITOLO 16
L'annunzio della risurrezione
(vedi Matteo 28, 1-8; Luca 24, 1-12; Giovanni 20, 1-10)
1 Passato il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono olio e profumi per an dare a ungere il corpo di Gesù.
2 E la mattina presto del primo giorno della settimana, al levar del sole, andarono alla tomba.
3 Mentre andavano dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolar via la pietra che è davanti alla porta?».
4 Ma quando arrivarono, guardarono, e videro che la grossa pietra, molto pesante, era stata già spostata.
5 Allora entrarono nella tomba. Piene di spavento, videro, a destra, un giovane seduto, vestito di una veste bianca.
6 Ma il giovane disse: «Non spaventatevi. Voi cercate Gesù di Nazaret, quello che hanno crocifisso. È risuscitato, non è qui. Ecco, questo è il posto dove lo avevano messo.
7 Ora andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro, che Gesù vi aspetta in Galilea. Là, lo vedrete come vi aveva detto lui stesso».
8 Le donne uscirono dalla tomba e scapparono via di corsa, tremanti di paura. E non dissero niente a nessuno perché avevano paura.
 
Gesù appare a Maria Maddalena
(vedi Matteo 28, 9-10; Giovanni 20, 11-18)
9 Dopo essere risuscitato, la mattina presto Gesù si fece vedere da Maria Maddalena (quella donna dalla quale aveva cacciato i sette spiriti maligni).
10-11 Allora Maria andò dai discepoli, che erano tristi e piangevano, e portò la notizia che Gesù era vivo e lei lo aveva visto! Ma essi non le credettero.
 
Gesù appare a due discepoli
(vedi Luca 24, 13-35)
12 Più tardi, Gesù apparve in modo diverso a due discepoli che erano in cammino verso la campagna.
13 Anch'essi tornarono indietro e annunziarono il fatto agli altri. Ma non credettero neanche a loro.
 
Gesù appare ai discepoli riuniti
(vedi Matteo 28, 16-20; Luca 24, 36-49; Giovanni 20, 19-23; Atti 1, 6-8)
14 Alla fine Gesù apparve agli undici discepoli mentre erano a tavola. Li rimproverò perché avevano avuto poca fede e si ostinavano a non credere a quelli che lo avevano visto risuscitato.
15 Poi disse: «Andate in tutto il mondo e portate il messaggio del vangelo a tutti gli uomini.
16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo; ma chi non crederà sarà condannato.
17 «E quelli che avranno fede faranno segni miracolosi: cacceranno i demoni invocando il mio nome; parleranno lingue nuove;
18 prenderanno in mano serpenti e berranno veleni senza avere nessun male; poseranno le mani sui malati e li guariranno».
 
Gesù ritorna presso Dio
(vedi Luca 24, 50-53; Atti 1, 9-11)
19 Dopo quelle parole il Signore Gesù fu innalzato fino al cielo e Dio gli diede potere accanto a sé.
20 Allora i discepoli partirono per andare a portare dappertutto il messaggio del vangelo. E il Signore agiva insieme a loro e confermava le loro parole con segni miracolosi.
 
(Altra conclusione)
9 Poi le donne raccontarono in breve a Pietro e agli altri tutto ciò che erano venute a sapere.
10 In seguio, Gesù stesso, per mezzo dei discepoli, fece diffondere in tutto il mondo, dall'oriente fino all'occidente, il sacro e perenne messaggio della salvezza eterna. Amen.

 

Fonte: http://www.parrocchiasanfrancesco.org/public/documenti/Marco%20vangelo%20in%20traduzione%20interconfessionale.doc

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