Riassunto Giosue Carducci

 

 

 

Riassunto Giosue Carducci

 

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Riassunto Giosue Carducci

 

GIOSUE CARDUCCI (1835-1907)

 

Da un punto di vista storico-letterario questo poeta ebbe grande fama ed anche il più prestigioso riconoscimento internazionale, il premio Nobel, primo tra gli Italiani nel 1906.Egli è stato il poeta vate dell'Italia umbertina ,cioè la coscienza morale e civile ella nazione, il grande maestro di virtù civili e patriottiche, in cui una gran parte del popolo italiano si riconosceva.
Il critico Benedetto Croce, suo grande estimatore lo definì poeta professore, proprio per la grande cultura, mentre il poetaGabriele D'Annunzio , suo grande ammiratore, lo definì poeta vate.
Oggi la critica ha parzialmente rivisto tali giudizi, ridimensionando non poco la grandezza del Carducci. Secondo il critico N.Sapegno Carducci è stato l'ultimo grande esponente della tradizione classica italiana, una specie di luminoso tramonto della grande lirica classica italiana, ma non l'alba della nuova poesia, pur riconoscendo gli indubbi meriti del poeta toscano.
Secondo il critico L.Russo l'opera di Carducci va riscoperta nei suoi aspetti più autentici e sinceri, spogliandoli dall'eccessiva retorica spesso presente ed individuando i momenti di più autentico e commosso lirismo. In tal senso il Russo scrisse il saggio "Carducci senza retorica".
Originario di Pietrasanta  (LU) , trascorse l'infanzia e l'adolescenza nella maremma livornese, ove il padre Michele, fervido mazziniano e repubblicano esercitava la professione di medico. Il clima austero della famiglia, i sentimenti patriottici e mazziniani del padre lasciarono un'impronta


indelebile nell'animo del giovane Giosue, che manifestò subito sentimenti patriottici e repubblicani, fortemente anticlericali e più tardi aderì perfino alla massoneria. Solo in età avanzata attenuò tale radicalismo politico-ideologico,  riappacificandosi con la monarchia, divenendo amico personale della regina Margherita.
Questo passaggio da posizioni repubblicane e democratiche a posizioni sempre più conservatrici  e nazionalistiche fu un fenomeno assai diffuso in tanta borghesia italiana del tempo ,anche a causa delle forti tensioni sociali che videro contrapposta la classe borghese al proletariato, che organizzatosi politicamente, rivendicava migliori condizioni di vita.
In tal senso Carducci difese l'operato ultraconservatore del governo Crispi, anche nei momenti più impopolari della sua politica.
Da un punto di vista letterario Carducci si definì sempre un antiromantico, definendo il classicismo il trionfo dei muscoli ed il romanticismo il trionfo dei nervi .Egli accusava i romantici di aver creato una letteratura fiacca, sdolcinata, patetica e lacrimosa, priva di vera energia, mentre vedeva nei classici vigore, forza, coraggio, eroismo, italianità. Naturalmente tale giudizio del poeta risulta poco obiettivo, in quanto egli confonde il primo Romanticismo (Manzoni e Leopardi) con il secondo Romanticismo, quello lacrimoso e patetico, di Aleardi e Prati, effettivamente troppo sentimentale e languido.

 

Raccolte poetiche: le prime due raccolte Juvenilia e Levia gravia sono ancora un prodotto acerbo e risentono della vasta erudizione scolastica  dell'autore. La terza raccolta Giambi ed epodi rappresenta qualcosa di sicuramente originale: è la raccolta dei "furori giacobini " del poeta.
Carducci rivolge pesanti critiche ai politici del suo tempo, incapaci e corrotti, che hanno tradito i grandi valori risorgimentali, facendo decadere la vita politica del paese a  normale amministrazione del quotidiano, senza idealità e moralità. Contrappone a queste mediocri figure del presente la statua morale e politica di Mazzini, Garibaldi, Cavour ecc,. Vengono poi le due migliori raccolte del poeta che sono : Rime nuove e Odi barbare, in cui vi è la vetta più alta della poesia carducciana. Messa da parte una certa retorica e tanti orpelli, ripresi dall'erudizione classica, il poeta dà finalmente sfogo alla sua vena più intima ed autentica: il paesaggio maremmano, i ricordi dell'infanzia, le vicende familiari (spesso luttuose), le grandi rievocazioni storiche. A proposito del paesaggio c'è da dire che esso acquista un valore particolarmente suggestivo: indica forza, vitalità , robustezza , è il tipico paesaggio solare e mediterraneo carico di luce e vitalità .Solo in alcuni brani dell'ultimo periodo subentrano spesso note di tristezza e malinconia ; qualche critico vede in queste note tristi, oltre alla stanchezza del poeta ormai vecchio , l'influsso dello spleen di Baudelaire, il grande poeta maledetto francese noto al Carducci.  
In queste due raccolte, come s'è detto, il vate  cede il posto all' uomo, con i suoi momenti di abbandono idillico e sentimentale, con i momenti di dolore e di umana sofferenza, ma anche nelle nostalgiche rievocazioni del passato, sentito come epoca di eroismo e virtù civica.
Roma antica, l'età comunale, la rivoluzione francese, il risorgimento sono le grandi epoche rievocate dal Carducci con particolare commozione; periodi pieni di eroismo, abnegazione e forza morale, da contrapporre alla grigia ed opaca mediocrità del presente. L'attributo di barbare si spiega con le novità metriche introdotte dal poeta nella poesia italiana, in pratica adottando alcuni sistemi metrici dei classici, per cui le odi sarebbero apparse barbare, cioè straniere, cioè incomprensibili agli antichi, proprio per la sostanziale differenza tra la metrica classica (che è quantitativa) e quella  italiana(che è invece accentuativa). Tale novità metrica, che al suo apparire scandalizzò alcuni critici, contribuì a quel processo di graduale frantumazione della strofe, che avrebbe poi trovato nel Decadentismo con Pascoli e D'Annunzio i suoi più autorevoli interpreti.
Per quanto concerne la storia, che in Carducci ha un ruolo davvero importante (fu Croce a definire Carducci  il poeta della storia), essa rappresenta l'eredità più significativa dell'odiato


romanticismo, tuttavia Carducci non ebbe della storia una visione né provvidenziale né religiosa (come il Manzoni); compare spesso nel poeta la Nemesi storica, cioè la vendetta della storia, per  cui le colpe dei padri ricadono sui figli innocenti.
L'ultima raccolta Rime e ritmi lascia intravedere la decadenza della vena poetica del Carducci ; dopo tanti decenni di poesia la fantasia appare inaridita, rimane tuttavia la grande abilità tecnico-stilistica, l'abilità del grande maestro con la sua immensa cultura.

Carducci critico: per tutta la vita il poeta fu anche stimato docente (insegnò letteratura italiana nell'università di Bologna per oltre 40 anni) e scrisse saggi di critica letteraria.
Tuttavia la critica del Carducci è diversa da quella del contemporaneo Francesco De Sanctis .Al Carducci manca la grande prospettiva storicistica e si interessa prevalentemente degli aspetti tecnici, stilistici, metrici  e linguistici, per cui  questo tipo di critica  è prevalentemente di tipo formale. Interessanti ed approfonditi sono i suoi studi sui poeti classici latini e greci, sull'Ariosto, il Parini ed il Foscolo, cui si sentiva particolarmente legato. Al contrario il Carducci non mostrò eccessiva simpatia per il Manzoni e, addirittura, aperta antipatia per i manzoniani, cioè i seguaci del poeta milanese. 

 

Fonte: http://www.liceicortona.it/doc/italiano.doc

Autore del testo: Alessandro Silveri

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