Riassunto il Decadentismo

 


 

Riassunto il Decadentismo

 

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Riassunto il Decadentismo

 

IL DECADENTISMO

(ultimo decennio dell'ottocento-primi decenni del novecento)

 

Questa corrente culturale e filosofica ha rivoluzionato tutta la cultura europea; i profondi mutamenti intervenuti in tutti i campi della cultura  hanno profondamente influenzato non solo le lettere, ma anche le arti figurative , la musica, il cinema ed in generale lo stesso stile di vita della gente.
Il termine "decadentismo" fu introdotto per la prima volta dal critico crociano Francesco Flora, che, rifacendosi ad un verso del poeta "maledetto" Verlaine, intendeva dare un'impronta decisamente dispregiativa rispetto alle nuove tendenze culturali. In effetti sia Croce sia i suoi allievi  ebbero sempre un atteggiamento diffidente verso la cultura decadente, considerata espressione di disordine, disarmonia e decadenza sia artistica in senso stretto, sia in una più larga accezione come crisi di valori. Non è un mistero che per Croce l'ultimo grande poeta era il Carducci .
Oggi il termine decadentismo non ha più tale connotazione negativa : indica semplicemente un periodo culturale diverso da altri con sue specifiche caratteristiche.
Alcuni critici hanno rivalutato la corrente decadente affermando che con essa finalmente la cultura italiana si sprovincializza, aprendosi alle coeve esperienze europee. Fondamentali in tal senso sono stati gli studi di Carlo Salinari ("Miti e coscienze del Decadentismo europeo") e Walter Binni ("La poetica del Decadentismo"). Da un punto di vista cronologico, il Decadentismo si sviluppa all'incirca tra l'ultimo decennio dell'ottocento e i primi venti anni del novecento, anche se per alcuni aspetti non si è ancora esaurito ed influenza ancora la cultura di questo secolo.

 

ASPETTI TEORICI DEL DECADENTISMO

Per comprendere la complessità di questo fenomeno, occorre ricostruire sinteticamente il drammatico e complesso quadro storico-sociale-politico, che vide in pochi decenni esaurirsi la vecchia società ottocentesca con i suoi valori, regole e certezze, per far posto alla moderna società


di massa, piena di inquietudini, con la sua crisi di valori, senza una definita identità culturale, che sfociò in fenomeni di alienazione, incomunicabilità , angoscia esistenziale, di cui fu espressione, tra l'altro, la corrente filosofica dell'esistenzialismo. Il primo bersaglio diretto del decadentismo fu il positivismo con le sue "certezze scientifiche". Secondo i decadenti la scienza non è in grado di offrire all'uomo una vera conoscenza della realtà, ma solo una pallida idea superficiale di essa, in quanto la scienza può infatti spiegare comeavvengono i fenomeni in natura, non perché.
In altre parole per andare oltre la punta dell'iceberg, per conoscere la realtà profonda, "la pura cosa in sé", non sono sufficienti né la ragione, né la scienza ; occorrono altre doti del nostro intelletto come l'intuizione, l'introspezione psicologica, scandagliare il proprio inconscio, intuendo attraverso delle illuminazioni interiori la verità o frammenti di essa .Al posto della scienza , della razionalità e dello stesso scienziato, il decadentismo contrappone l'irrazionalità, l'intuito, la figura del poeta veggente o visionario. La vita reale viene spesso sostituita dal sogno e da paradisi artificiali in cui il poeta si isola, talora con l'ausilio di alcool e droghe, per lui non conta più la realtà sociale, quella esterna al suo io, ma quella interiore, tutta soggettiva, intorno alla quale ruota tuta l'esperienza esistenziale .In definitiva la forma più alta di conoscenza non è più dunque la scienza, di per sé limitante e riduttiva, ma l'arte che è il massimo dell'espressione umana.
In tale prospettiva cambia profondamente anche il ruolo dell'intellettuale, che vede modificarsi sostanzialmente la sua collocazione nell'ambito della società : tende a scomparire il  poeta vate impegnato in senso civile e patriottico; tramonta anche lo scrittore verista, che col suo impegno sociale , aveva rappresentato alcune problematiche del suo tempo in modo imparziale e "scientifico".
Nasce con  il Decadentismo un nuovo tipo di intellettuale, spesso chiuso in se stesso in aristocratica solitudine, raffinato e spesso narcisista e  snob, nel suo estenuante estetismo troppo spesso lontano dalla vita quotidiana .L'arte diviene l'unica ragione di vita(estetismo), un'arte che tende sempre più verso l'artificio, complicata, esigente ,sempre più raffinata ed esclusiva.
L' ESTETISMO , cioè l'arte al di sopra di tutto, diventa la regola di vita del nuovo intellettuale ,che non occupa più nella società di massa un ruolo centrale, ma appare in essa sradicato , spesso in polemica con la mediocrità piccolo-borghese ; si è ormai creata una autentica frattura tra la cultura e l'arte da una parte e la società di massa dall'altra.         

 

Principali teorici-precursori del Decadentismo

 

Alcuni intellettuali hanno contribuito in modo determinante alla diffusione del Decadentismo in Europa. Un romanzo dello scrittore belga C. Huismans "Au revoir" diffuse la moda del dandy, dell'intellettuale decadente snob, raffinato ed anticonformista. Nella stessa direzione contribuì lo scrittore irlandese i lingua inglese O. Wilde  con il suo romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", che contribuì al mito decadente dell'estetismo esasperato, cioè il trionfo dell'arte sulla vita stessa. Tale influsso fu recepito da altri autori come il nostro D'Annunzio, che ne risentì in modo particolare nel suo romanzo "Il piacere" .Altri intellettuali, tuttavia, hanno avuto un ruolo di primo piano nel "costruire" il clima culturale in cui il Decadentismo si formò. Il filosofo tedesco F. Nietzsche nelle sue opere si fece sostenitore del più intransigente irrazionalismo. Secondo Nietzsche la cultura occidentale è sempre stata dominata dal contrasto tra spirito apollineo (razionalità) e spirito dionisiaco (istintività irrazionale), con la costante supremazia del primo sul secondo ; nel riprendere tale tema dall'antica tragedia greca, di cui  è stato un autorevole studioso, egli sosteneva la necessità di rivalutare nell'uomo non più la razionalità, bensì l'istinto , tutto il complesso delle forze oscure ed irrazionali dell'animo umano. Nelle sue principali opere ("Così parlo Zaratustra","Al di là del bene e del male") Nietzsche elaborò la teoria del superuomo che,


variamente interpretata ed assimilata, ha influenzato larghissima parte della cultura decadente. In base a tale teoria gli uomini non sono affatto uguali, ci sono esseri superiori per intelligenza, intuito,  geniale sensibilità e cultura; questi hanno il compito di comandare e guidare i destini umani, rispetto alla grande massa gregaria che, nella sua mediocrità insignificante, ha il solo compito di lavorare, obbedire e riprodursi. Tali idee di Nietzsche, che avevano una valenza prevalentemente esistenziale- filosofica, furono poi interpretate ed adattate in chiave politica , dando origine a quel clima di esasperata avversione per le idee democratiche e liberali ,che in quegli anni furono largamente diffuse e che generarono successivamente un clima di forte ed acceso nazionalismo, imperialismo , razzismo (specialmente antisemitismo), pangermanesimo, panslavismo, mito della superiorità della  razza ariana ecc., tutte componenti "ideologiche", che dettero vita al mito dello stato forte, autoritario e corporativo , al potere carismatico
del duce e del fuhrer, insomma al fascismo e al nazismo, cioè a regimi politici negatori del pluralismo delle idee e della libertà civile.
Un altro importante pensatore, che dette un contributo fondamentale alla cultura decadente è stato il medico e psicologo austriaco S. Freud, fondatore della psicanalisi , ma anche studioso di etnologia, personaggio senza dubbio di primissimo piano nella cultura europea di questo secolo
Egli nel 1900 pubblicò un testo fondamentale "L'interpretazione dei sogni" ,che aprì orizzonti vastissimi non solo agli studi psicanalitici, ma anche a quelli artistico- letterari .
Secondo Freud la vita psichica dell'uomo è condizionata in modo determinante dall'inconscio, cioè da quella parte oscura del nostro animo , dove sono racchiusi i nostri desideri repressi, paure, angosce segrete, che guidano e determinano in modo assai spesso inconsapevole tutte le nostre azioni. L'uomo non è dunque un essere razionale, come sostenevano i positivisti, ma è al contrario un essere impulsivo, emotivo ed irrazionale, che non sempre e comunque, con fatica, riesce ad imporsi una superiore disciplina razionale. Proprio durante i sogni affiora l'inconscio con i suoi fantasmi, le sue paure, desideri repressi, frustrazioni ecc, attraverso una linguaggio apparentemente illogico ed incomprensibile, ma che in realtà ha una sua interiore coerenza. Sempre Freud dimostrò per primo l'importanza dell'esperienza sessuale per l'essere umano in ogni età della nostra vita, ovviamente con manifestazioni e consapevolezza diverse, sostenendo che alla base di ogni nevrosi si trovano carenze di tipo affettivo- sessuale.
In campo filosofico fu notevolissima la reazione all'impostazione razionale del positivismo ; sarà sufficiente accennare alla figura di due filosofi francesi : Bergson, che dette vita alla corrente dell'intuizionismo, che influenzò moltissimo tutta la cultura decadente per le sue fortissime implicazioni di carattere psicologico e Boutroux, che negava ogni valore finalistico e deterministico alle leggi scientifiche e sosteneva che in natura tutto avviene per pura casualità; egli dette vita alla corrente di pensiero del contingentismo, che influenzò alcuni intellettuali e poeti europei, tra cui Montale .
Un ruolo altrettanto significativo fu svolto da un gruppo di poeti francesi i cosiddetti poeti maledetti, che furono accomunati da un polemico atteggiamento antiborghese ed anticonformista, di rifiuto cioè delle ipocrite convenzioni sociali perbeniste, tipiche della società dei colletti bianchi. In particolare Baudelaire con la sua fondamentale raccolta "I fiori del male"(1867) ,apre la strada ad una nuova concezione della poesia, cioè al simbolismo, che attraverso le esperienze di Verlaine e Rimbaud, troverà poi l'approdo più maturo in Mallarmè.  
Il simbolismo sta ad indicare una poetica, che cerca di captare le vibrazioni più profonde dell'animo, andando oltre la realtà apparente per esplorare la parte più remota ed insondabile dell'universo, soprattutto cercando di "codificare" i misteriosi segnali che ci giungono dalla natura, che, secondo Baudelaire, è una "foresta di simboli";  il poeta non si deve perciò fermare all'apparenza delle cose, cioè al simbolo, ma scavare in profondità, facendo affiorare la verità più autentica, che è dietro il simbolo, cioè quella che il filosofo Kant aveva definito "la pura cosa in sé".


Naturalmente questo processo di conoscenza si svolge non a livello razionale, ma a livello intuitivo, una specie di illuminazione interiore, che sprigiona barlumi di verità, in un linguaggio spesso oscuro e apparentemente incomprensibile, di sapore "orfico","misterico",in cui al valore logico della parola si sostituisce quello allusivo ed analogico, anche attraverso l'uso di tecniche sempre più raffinate come :l'analogia (similitudine senza il nesso come), la sinestesia(riproduzione nel verso di effetti di sensi diversi- urlo nero), l'onomatopea o fonosimbolismo (riproduzione di suoni nel verso).
E' evidente che tramonta il poeta di stampo ottocentesco, non c'è più il vate, ma un nuovo poeta sradicato e spesso polemico con la società del tempo, materialista e priva di veri ideali. Il nuovo poeta decadente testimonia non solo la crisi  di certezze e valori, ma anche la ricerca individuale di una verità che solo l'arte, solo la poesia è in grado di fornire attraverso un complesso itinerario interiore.       
Anche il romanzo subì delle trasformazioni di notevole spessore: muta il clima culturale ed il romanzo abbandona l'interesse sociale, tipico del verismo, per diventare psicologico, analitico, memorialistico, cioè tutto concentrato su aspetti interiori e soggettivi. Il nuovo campo di indagine del narratore non è più la realtà sociale, che ci circonda, ma lo scavo interiore, lo scandaglio della coscienza e delle parti più oscure e remote, specie a livello inconscio.  Lo studio di Freud e della psicanalisi offre strumenti nuovi di studio e di interpretazione del complesso mondo interiore .Vengono studiati i  meccanismi sottili della memoria, dei ricordi che affiorano più o meno confusi dall'inconscio (flashback e flussi di coscienza), gli alibi interiori, gli autoinganni costruiti dalla nostra coscienza. Trionfa insomma il romanzo tutto interiore e soggettivo ;  in tale prospettiva fondamentale è stata l'opera dello scrittore Marcel Proust, che nella sua opera monumentale "La ricerca del tempo perduto" analizza il meccanismo della memoria involontaria , che fa riaffiorare dall'inconscio i tanti fotogrammi della nostra vita vissuta, sapori, atmosfere, ricordi e sensazioni, partendo da semplici odori , aromi o profumi, che mettono in moto la ricostruzione memoriale(famoso è al riguardo l'episodio della madelain .Il tema del ricordo e della memoria è sicuramente uno degli aspetti più caratteristici di tutto il Decadentismo sia nella prosa che nella poesia .In Svevo tale studio sarà condotto in modo approfondito, anche alla luce delle teorie freudiane,  sicuramente ben note allo scrittore.
Ma il romanzo decadente assume anche toni allucinati e surrealisti, come nel caso del grande narratore boemo di lingua tedesca Franz Kafka, che nei suoi più celebri scritti ("Il processo"."Il castello" ."Le metamorfosi") riproduce in modo espressionistico un mondo allucinato e contorto, dominato da una oscura e superiore forza opprimente. Qualcosa di simile elaborò, come vedremo in seguito, il nostro Federigo Tozzi .

 

Cenni alle arti figurative

Il grande fermento di idee in atto con il Decadentismo ha dato luogo ad importantissimi risultati nell'ambito della pittura, scultura ed architettura.
Si può asserire che tute le grandi correnti artistiche di questo secolo traggono origine dal nucleo decadente .La pittura ha avuto momenti di grande rilievo con il Futurismo (si pensi a Gino Severini), Astrattismo, Cubismo (Picasso), Dadaismo, Surrealismo, Espressionismo, Pittura metafisica (in particolare Giorgio De Chirico).
In campo architettonico, tra le tante esperienze vale la pena di citare il funzionalismo, con l'esperienza della Bauhaus (soprattutto l'opera di W. Gropius) . Altra figura centrale fu quella dell'architetto francese Lecorbusier, che fu influenzato dal Futurismo e che applicò nei suoi modelli architettonici  spunti di modernità ed avanguardia.
Qualcosa di simile fece in Italia M. Piacentini, architetto ufficiale del fascismo, cercando di


conciliare canoni di modernità funzionali con aspetti classicheggianti- imperiali, tanto propugnati in quegli anni dal regime (si pensi al complesso architettonico dell'EUR a Roma).
In campo musicale si assiste a grosse innovazioni , passando dai modelli ottocenteschi al poema sinfonico, che recepisce anche esperienze innovative di origine americana (musical, jazz).Tra i massimi compositori si possono citare: J. Strawinskj, C. Debussy, M. Ravel, G. Gerswin, O. Respighi, I. Pizzetti ecc.
Il Decadentismo vede anche la nascita della nona Musa, cioè del cinematografo, genere destinato ad avere un'enorme fortuna. I primi esperimenti dei fratelli Lumiere, condotti ancora con tecniche rudimentali, dettero origine prima al cinema muto , poi al sonoro. Alcuni scrittori intuirono immediatamente le enormi potenzialità del cinema e scrissero sia sceneggiature, sia soggetti, partecipando di persona con interesse; è il caso di  D'Annunzio, ma anche di Pirandello, solo per citare i più noti.
Anche in campo teatrale si ebbero grossi sviluppi, non solo di carattere contenutistico, ma anche tecnico- organizzativo. Basti citare i nomi del nostro Pirandello, ma anche di Show, Beckett, Jonesco, Brecht.  

 

Fonte: http://www.liceicortona.it/doc/italiano.doc

Autore del testo: Alessandro Silveri

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Decadentismo in sintesi riassunto

 

Unità 6 – L'età del Decadentismo


Per uscire dalla crisi di fine Ottocento furono progressivamente adottate delle misure che cambiarono le forme di organizzazione per gestire la vita sociale e politica dei Paesi industrializzati, variando anche il sistema delle relazioni economiche internazionali. Questa si chiama età dell'imperialismo.

Gli Stati tendono ad adottare una politica di tipo protezionistico, proteggendo le proprie industrie dalle concorrenze straniere, impegnandosi in una ricerca di nuovi mercati per i prodotti e aree per il rifornimento di materie prime, in modo sempre più aggressivo.

Dal 1896 l'economia capitalistica entrò in una nuova fase di espansione economica, basata sulla divisione tra Paesi industrializzati dominanti e sottosviluppati dominati. Ci fu dunque una crescita economica amplificata dallo sviluppo dei trasporti e dalla spartizione di colonie come Africa e Asia.


Il Decadentismo

Con il termine Decadentismo si intende un movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa, nato nell'ambiente parigino alla fine dell'Ottocento, argomentato nella rivista Decadent (1886).

Il movimento letterario è caratterizzato da un senso di disfacimento e da un'idea di un prossimo crollo, di un imminente cataclisma epocale. Alla base della visione del mondo decadente vi è un irrazionalismo misticheggiante nel quale i bohemiens, gruppi di giovani pittori, musicisti e poeti frequentavano stravaganti ritrovi. Questi gruppi non avevano idee chiare e nuove e il loro intento era quello di scandalizzare le persone comuni.

Venne radicalmente rifiutata la visione positivista. Il decadente ritiene che la ragione e la scienza non possono dare la vera conoscenza delle realtà, misteriosa ed enigmatica. L'anima decadente è perciò tesa verso il mistero, l'inconoscibile. Se il mistero della realtà non può esser colto attraverso la ragione, altri sono i mezzi mediante cui il decedente può attingere ad esso. Questi sono tutti gli stati d'alterazione mentale come la follia, la nevrosi, il delirio, il sogno, o stati causati dall'uso di droghe e alcool.

Tra i momenti privilegiati per i decadenti vi è soprattutto l'arte, suprema illuminazione. Da questo culto religioso dell'arte ha avuto origine il fenomeno dell'estetismo. L'esteta assume come principio regolatore della sua vita non i valori morali ma il bello. L'arte quindi rifiuta ogni rappresentazione della realtà storica e sociale e diviene arte pura. Tra le tecniche espressive usate dai decadenti bisogna ricordare la musicalità: la parola non vale tanto nel suo significato logico quanto come pura fonicità, per il suo valore evocativo. I decadenti fanno molto uso della metafora, espressione di una visione simbolica del mondo e la sinestesia, fusione di sensazioni.

La malattia è uno dei temi principali del Decadentismo che, se da una parte si pone come metafora di una condizione storia, dall'altro diviene una condizione privilegiata, segno di nobiltà e distinzione. La malattia affascina i decadenti perché rievoca l'immagine della morte, tema dominante e ossessivo. Al fascino della malattia e della morte si contrappongono tendenze opposte: il vitalismo, l'esaltazione della pienezza vitale che vede il suo massimo teorico in Nietzsche.


Il Decadentismo è segnato da alcuni personaggi, temi e stili importanti:

  • L'artista maledetto, che profana tutti i valori e le convenzioni della società;

  • L'esteta, che vuole trasformare la sua vita in un'opera d'arte (culto religioso dell'arte, del bello);

  • L'inetto a vivere, che è escluso dalla vita e si rifugia nelle sue fantasie, compensatrici di una realtà frustrante;

  • Il fanciullino, portatore di una visione fresca e ingenua che scopre le cose nella loro vergine essenza;

  • L'ammirazione per le epoche di decadenza (Greci, Latini);

  • Perversione, sensualismo, artificialità, crudeltà, sensibilità nevrastenica, malattia (ed amore per la donna fatale nelle sue interferenze con la malattia), morte e vitalismo;

  • Il superuomo o dandy, alla ricerca di eleganza e perfezione per non solo nel vestire, ma anche negli atteggiamenti e nei gusti personali;

  • Il poeta veggente (Rimbaud): egli penetra e interpreta, per simboli, il mistero dell'universo;

  • La poesia pura, priva di intenti pratici e utilitaristici: arte bella, ma inutile, e la superiorità dell'arte che ubbidisce solo a se stessa e noncurandosi delle critiche politiche o sociali;

  • La rivoluzione del linguaggio poetico: non più comunicazione, ma evocazione, il valore suggestivo e magico della parola (Verlaine 1882), il linguaggio metaforico, il simbolo oscuro e misterioso, allusivo e polisemico.

Manifesto del gruppo fu il romanzo “Controcorrente” di Huysmans. Il protagonista dell'opera rappresenta il vero e proprio modello dell'esteta, dell'intellettuale che vede nel bello l'unico motivo per cui vivere. Questo divenne uno dei tratti fondamentali del Decadentismo e stava ad indicare la tensione verso il bello, l'Assoluto, il disprezzo per il mondo industriale che era sporco e rozzo.

In realtà Baudelaire, già nel 1857, aveva pubblicato “I fiori del male” e viene considerato come il precursore del Decadentismo. I suoi successori furono Verlaine che nel 1884 pubblica l'antologia “I poeti maledetti”, Barrès, Bourges, Wilde, Stevenson, Kipling, Conrad, D'Annunzio, Fogazzaro, Pascoli.

Gli intellettuali sentivano il bisogno di far riemergere posizioni filosofiche di tipo spiritualistico e irrazionalistico, trovandosi di fronte ad una profonda crisi dell'intera cultura europea, senza alcuna possibilità di evoluzione.

Con la crisi del Positivismo si era affermata la filosofia di Bergson: egli nelle sue opere contrappone alla concezione razionalistica una visione della vita fondata su dei livelli. All'apice di questi livelli non c'è la ragione ma l'intuizione che permette di cogliere l'essenza del reale. Sempre in Francia dopo Huysmans si afferma con il romanzo psicologico Bourget. In Germania, invece, si fa strada Nietzche con opere singolari che ebbero larga influenza sulla letteratura. In Inghilterra la narrativa decadente si sviluppò con Oscar Wilde con il romanzo "Il ritratto di Dorian Gray", con Stevenson con "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" dove viene descritto un caso di sdoppiamento della personalità.

Importanti anche i romanzi di avventura con "Il libro della giungla" di Kipling, "L'isola del tesoro" di Stevenson e "Cuore di tenebra" di Conrad.

L'evoluzione che portò il romanzo verista al romanzo decadente, esprime al meglio quella crisi della ragione che alla fine dell'Ottocento attraversò l'intera cultura occidentale: il rifiuto del metodo scientifico e razionale, l'individualismo, l'estetismo come culto della bellezza, una concezione dell'artista come profeta e vate portarono a una profonda trasformazione dell'uso e del significato stesso della parola in se, e quindi del romanzo che perse parte del proprio valore denotativo.


Il simbolismo decadente viene definito istintivo, e predilige le sensazioni e le corrispondenze segrete tra tutte le cose, così come figure retoriche come l'analogia, la metafora o la sinestesia, scovate tramite folgorazioni ed intuizioni dal poeta veggente. Anche per l'arte il simbolismo fu un movimento culturale di notevole importanza che andava sempre più delineandosi con l'impressionismo.


Il panismo si riferisce alla tendenza del confondersi e mescolarsi con il Tutto e con l'assoluto, due concetti chiave del decadentismo. In D'Annunzio il tutto prende la forma della natura. È evidente l'uso di questa tecnica all'interno della poesia "La Pioggia nel Pineto" in cui il poeta si fonde con la natura, la quale ripercorre allo stesso tempo il suo corpo e i suoi sentimenti.


L'estetismo nasce come movimento che tende a sviluppare le idee proposte dal parnassianesimo e si fonda sull'imperativo dell'"l'arte per l'arte", vedendo dunque in questa l'unico e sommo fine della letteratura. È una reazione al romanticismo e al suo mimetismo naturale e sentimentale, secondo cui la vita determina l'arte. Con l'estetismo la classica dicotomia vita-arte si risolve tendendo a fare della propria vita la prima delle opere d'arte, fornendo un'immagine di sé totalmente arealistica, estetizzata, ovvero deformata in favore del bello, unico valore morale del movimento. Nasce la figura del Dandy, eccentrico che si diverte a stupire il pubblico con atteggiamenti trasgressivi, cui scopo è di esaltare il gusto del bello e dell'arte, tanto da mettere i valori sociali e familiari in secondo piano. Tra gli esponenti di questa corrente ricordiamo Joris Karl Huysmans, con "À rebours" (Controcorrente), Oscar Wilde con "Il ritratto di Dorian Gray" e Gabriele D'Annunzio con "Il piacere".


Dandismo o superuomo

La consapevolezza di una certa superiorità intellettuale, la ricercatezza e l'originalità per differenziarsi dalle masse borghesi e la volontà di ribellarsi alle regole della società benpensante dell'epoca. Ma il dandismo non era un'estetica fissa, poteva infatti variare abbastanza notevolmente. Il dandy era l'eccentrico che si divertiva a stupire il pubblico, con atteggiamenti e gesti provocatori, con il suo particolare modo di vestire e di vivere.


Huysmans

Si è soliti far risalire l'inizio della narrativa decadente alla pubblicazione, nel 1884, di Controcorrente di Huysmans, il romanzo che divenne un punto di riferimento per tutti i decadents di tutta Europa. Des Esseintes, il protagonista del romanzo , fu infatti il vero e proprio modello letterario dell'esteta, dell'intellettuale che vedeva nell'arte e nell'esperienza del bello il fine unico e ultimo della propria esperienza umana e artistica. Ed è per questo motivo che possiamo definire Huysmans uno dei padri dell'estetismo decadente.


Nietzsche

Nella sua opera “Cosi parlò Zaratustra” parla della morte di Dio e esprime l'affermazione dell'uomo. Dio è solo un'etichetta e l'uomo non avendo nessuno superiore a lui che lo condiziona si sente un superuomo. Secondo lui la storia della civiltà occidentale è la progressiva affermazione del nichilismo cioè dell'annullamento della vita che si tenta di ingabbiare e quindi svuotare di significato. Il pensiero di Nietzsche è ancora una grande interrogazione, per lui la vita è potenza, ogni azione umana è espressione del desiderio di affermare la visione del mondo di ciascun individuo.


Wilde

Nacque nel 1854 a Berlino, dove rimase fino a quando si trasferì a Oxford grazie a una borsa di studio. Dopo essersi laureato non tardò a mettersi in luce nei salotti e nei circoli culturali alla moda, lui si proponeva come incarnazione vivente del dandy cioè dell'eccentrico, del diverso. Egli si divertiva a scandalizzare il pubblico con i suoi comportamenti discordanti dalla morale comune e così facendo trasformava l'isolamento cui la diversità avrebbe dovuto portarlo in pubblicità.

Nel 1881 pubblicò "Poesie" e nel 1885 "Il principe felice" mentre nel 1891 "Il ritratto di Dorian Gray".

Nel 1883 Wilde si sposò ma si legò a un giovane, questa esperienza omosessuale gli costò l'ostilità del pubblico e a due anni di lavori forzati. Isolato da tutti si trasferì a Parigi dove morì nel 1900.


Il ritratto di Dorian Gray

Simbolo del dandismo, Dorian Gray (il protagonista) è destinato a non invecchiare; al suo posto invecchierà un suo ritratto. Quando l'autore del quadro lo rimprovererà per la sua vita al di fuori degli schemi egli deciderà di ucciderlo. Il quadro comincerà ad assumere un aspetto spaventoso fino a che Dorian, oppresso dai sensi di colpa, deciderà di distruggerlo. Facendo questo egli invecchierà di colpo e morirà. Questo significa che solo l'arte è eterna ed è destinata a rimanere perfetta.

La prefazione esprime alcuni punti fondamentali dell'estetismo: il culto della bellezza e della forma, il rifiuto di definire il bello perché solo le persone colto possono capirlo, l'idea che il critico debba avere come unico scopo quello di cogliere il bello, l'idea che l'arte debba avere come unico scopo il piacere estetico, lo stesso vale per la letteratura. Una concezione dell'arte che trova giustificazione in se stessa. L'arte propugnata da Wilde è un'arte autoreferenziale, un'arte di pochi e per pochi eletti capaci di coglierne il significato. Un'arte elitaria e tragicamente inutile.


Decadentismo in Italia

Il decadentismo in Italia presenta forme caratteristiche, la prima è legata la periodo in cui si sviluppa in quanto inizia a diffondersi più tardi che nel resto d'Europa e si esaurisce con una maggiore lentezza. In realtà più che un vero movimento fu un'atmosfera culturale, una sensibilità estetica e artistica. Elemento comune con il resto d'Europa fu la delusione nei confronti del Positivismo e il fatto che la letteratura verista non fosse più in grado di rappresentare la realtà.

Un'altra caratteristica si trova nell'ambito della lirica, nelle poesie italiane continua a esserci una tradizione classica e un ricordo verso il passato. I due poeti maggiori D'Annunzio e Pascoli si rifanno alla tradizione risorgimentale del poeta vate, questo dovuto alle condizioni economiche e sociali dell'Italia.

 

Fonte: http://www.pr0t3ck.altervista.org/scuola/ita-%20Unita%206%20-%20Il%20Decadentismo.odt

Sito web da visitare: http://www.pr0t3ck.altervista.org

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