Lo stress definizione e possibili rimedi

 


 

Lo stress definizione e possibili rimedi

 

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Lo stress definizione e possibili rimedi

 

Stress: Rischi e Pericoli


Nel mondo del lavoro esistono, accanto a fattori di rischio specifici responsabili delle malattie professionali, numerosi altri agenti capaci di turbare l'equilibrio e il benessere dell'uomo, creando fenomeni di disadattamento e reazione di stress, da cui possono derivare malattie non caratteristiche, non specifiche ma certamente collegate alla professione; nella genesi di tali disturbi un ruolo fondamentale è rivestito dalle caratteristiche sociali ed organizzative del lavoro che interagiscono con attributi psicologici e di personalità dei singoli individui.
Nell'affrontare i problemi di fisiologia e psicologia del lavoro, il medico si trova di fronte ad un sistema complesso, all'interno del quale interagiscono 3 componenti: l'uomo, il lavoro, l'ambiente.
Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due reazioni , una positiva (eustress) rigenerativa ed una negativa (distress) che può sfociare in patologie psichiche psicosomatiche, a seconda della capacità dell'individuo di trovare in se stesso le risorse necessarie ad affrontare una situazione di emergenza. In sostanza lo stress è la risposta ad una situazione in cui l'individuo è consapevole di una discrepanza tra le domande che l'ambiente esterno gli pone e le sue caratteristiche soggettive ed oggettive. Lo stress sarebbe quindi la conseguenza di un giudizio circa la necessità di impiegare energie superiori a quelle adoperate rutinariamente.
Ogni condizione che turbi l'equilibrio del sistema uomo-lavoro-ambiente può essere un fattore di stress e le modificazioni che ne conseguono vengono indicate con il termine di strain. Schematicamente la relazione stress-strain può essere rappresentata dall'accoppiamento di un peso ad una molla, dove il peso rappresenta la sollecitazione di carico (stress) e l'allungamento rappresenta la deformazione che la molla subisce (strain): se il peso supera la capacità di elasticità o il carico di rottura della molla, la deformazione è irreversibile.
La sindrome da stress si presenta sotto diverse varianti cliniche accomunate dalle seguenti caratteristiche:

  • La risposta fisiopatologica è aspecifica e quindi stimoli diversi possono condurre a manifestazioni cliniche molto simili o sovrapponibili;
  • L'iter della malattia è uniforme e caratterizzato in successione da una fase di allarme, una fase di resistenza ed una fase finale di esaurimento e/o adattamento;
  • Mediatori delle reazioni stress-strain sono il sistema endocrino, il sistema nervoso vegetativo ed il sistema immunitario;
  • Caratteristica essenziale delle manifestazioni di strain è la duplice valenza, somatica e comportamentale, delle risposte a fattori ambientali, cosicchè si possono avere alternativamente reazioni psicologiche, fenomeni di somatizzazione, risposte psicosomatiche integrate.

Le reazioni individuali sono dettate soprattutto dalla tipologia psicologica del soggetto ma in ogni caso si possono delineare tre tipi di risposta frequentemente osservate negli operatori sanitari:

    • disordini comportamentali,
    • disordini psicofisiologici,
    • sindrome del burn out.

I disturbi comportamentali comprendono l'abuso di alcool, il tabagismo ed un aumento dei disturbi del comportamento alimentare (ipo o iperalimentazione).
Tra le reazioni psicofisiologiche si riscontrano più frequentemente un aumento dei disturbi del sonno, un aumento dei sintomi cardiovascolari connessi con i disordini d'ansia (palpitazioni, ipertensione, dispnea, iperidrosi), una tensione muscolare generalizzata connessa ad irrequietezza psicomotoria ed incapacità a rilassarsi.
Il burn out è una sindrome di esaurimento emotivo caratterizzata da:

    • sentimenti di insoddisfazione e di incompetenza professionali;
    • atteggiamenti apatici e depersonalizzati nei confronti degli altri.

Il soggetto si sente svuotato delle risorse emotive e personali che lo avevano guidato e sostenuto nella scelta professionale e pervaso dalla sensazione di non avere più niente da offrire.

 

Stress da lavoro: i rimedi

Un numero crescente di ricerche ha messo in evidenza l’effetto negativo dello stress da lavoro sia sul numero di incidenti nel corso dell’attività lavorativa che sulla salute fisica e psichica del lavoratore, in particolare sul rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. Uno studio finlandese (1) ha riscontrato addirittura un rischio doppio di decessi per malattie cardiovascolari in lavoratori stressati che non presentavano nessun altro fattore di rischio per tali patologie.
Ormai tutti concordano che alla base dello stress da lavoro vi sia un’interazione tra fattori organizzativi e fattori personali, vediamo però nello specifico quali possono essere le cause di tale stress secondo due modelli recenti e secondo la Commissione Europea.
Secondo il modello dell’Aggravio di lavoro -Job strain model (2)- lo stress lavorativo sarebbe causato soprattutto dalla combinazione di un eccessivo carico di lavoro e una scarsa possibilità di controllo sui compiti da svolgere. Quindi seppure in presenza di un carico di lavoro pesante, un lavoratore potrebbe non sentirsi stressato se percepisse di poter gestire nella maniera più opportuna tale carico.
Il modello dello Squilibrio tra sforzo e ricompensa - Effort-rewards imbalance model (3)- ipotizza che lo stress lavorativo si riscontri in presenza di un elevato impegno da parte del lavoratore associato ad una scarsa ricompensa. Laddove con il termine ricompensa si intende un guadagno economico, approvazione sociale, stabilità lavorativa e opportunità di carriera.
Secondo la Commissione Europea; Direzione generale occupazione e affari sociali (4) i fattori più comuni che possono determinare stress legato all’attività lavorativa sono:
- Quantità di lavoro da eseguire eccessiva oppure insufficiente
- Tempo insufficiente per portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente sia per gli altri che per se stessi
- Mancanza di una chiara descrizione del lavoro da svolgere o di una linea gerarchica
- Ricompensa insufficiente, non proporzionale alla prestazione 
- Impossibilità di esprimere lamentele
- Responsabilità gravose non accompagnate da autorità o potere decisionale adeguati
- Mancanza di collaborazione e sostegno da parte di superiori, colleghi o subordinati
- Impossibilità di esprimere effettivamente talenti o capacità personali 
- Mancanza di controllo o di giusto orgoglio per il prodotto finito del proprio lavoro
- Precarietà del posto di lavoro, incertezza della posizione occupata 
- Condizioni di lavoro spiacevoli o lavoro pericoloso
- Possibilità che un piccolo errore o disattenzione possano avere conseguenze gravi.
Se nel nostro ambiente di lavoro si verifica anche solo una delle condizioni summenzionate è probabile che siamo dei lavoratori sotto stress, con tutti i rischi che ciò comporta per la nostra salute. Ovviamente per limitare le cause dello stress bisognerebbe agire a livello sia personale che organizzativo. Ma se ci sentiamo stressati e non sono in vista dei cambiamenti organizzativi nel posto in cui lavoriamo possiamo comunque fare qualcosa per stare meglio. Ecco alcuni suggerimenti:
A) Acquisiamo consapevolezza di cosa ci sta realmente stressando 
Cerchiamo di identificare le fonti di stress, anche elencandole materialmente su un foglio. Quale aspetto della nostra vita lavorativa ci crea maggior sofferenza o tensione? Ci preoccupa di più? E’ su questo o questi aspetti che è urgente intervenire.
B) Informiamoci sui nostri diritti
Conoscere quali sono i nostri diritti come lavoratori ci fa sentire più “forti”. La conoscenza ci fornisce degli strumenti indispensabili per modificare le cose che non vanno intorno a noi. Se abbiamo dei dubbi, non esitiamo a rivolgerci alle fonti e alle persone giuste per chiarirci le idee (rivolgiamoci ai sindacati, consultiamo testi o siti internet sulla materia, rivolgiamoci ad esperti del settore).
C) Modifichiamo la valutazione cognitiva dell’ambiente
Prima di tutto riconosciamo la differenza tra le cose che possiamo controllare e quelle che non possiamo controllare. Chiediamoci come stiamo vivendo la situazione, se esistono modi alternativi si affrontarla. Se riteniamo la nostra realtà lavorativa immodificabile, cerchiamo di dare minore importanza agli eventi che ci accadono quotidianamente. Se il nostro capo ci bistratta perché ha un brutto carattere, non prendiamola come qualcosa di personale e soprattutto evitiamo di cadere nel circolo vizioso delle ripicche e dei dispetti (magari sotto forma di “dimenticanze” o di ritardi nella consegna del lavoro). Cerchiamo di mantenere comunque un atteggiamento professionale e distaccato
D) Pianifichiamo le attività e utilizziamo il time management
Spesso ciò che ci stressa è semplicemente la “quantità” di lavoro. Impariamo a delegare tutto ciò che è delegabile e a distinguere tra cose importanti e cose urgenti. Faremo quindi prima le cose importanti e urgenti, poi quelle urgenti e non importanti, quelle importanti e non urgenti, e infine quelle né importanti, né urgenti.
E) Prendiamoci delle pause
Facciamo dei break nel corso della giornata, anche semplicemente per fare dei respiri profondi e sentire che la nostra mente si rilassa. Poi saremo in grado di tornare al lavoro con rinnovata energia e lucidità.
F) Prendiamoci cura del nostro corpo
Dedicarci ad una attività fisica regolare, curare la nostra alimentazione e prevedere degli adeguati periodi di riposi e la migliore cura anti-stress, sia esso lavorativo o di altro genere. In particolare, l’esercizio fisico costante libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che aiuta a sentirci meglio, e ci aiuta a prevenire sia i danni cardiovascolari che quelli muscolo-scheletrici dovuti allo stress lavorativo.
G) Pensiamo positivo
Prendiamo nota del lavoro fatto bene e ricompensiamoci in qualche modo. Poniamoci degli obiettivi a breve termine e sentiamoci soddisfatti quando li abbiamo raggiunti. Cerchiamo di non considerare le critiche come un attacco personale, pensiamo ad esse come ad un’opportunità per crescere nel nostro lavoro.
H) Rivediamo la scala di valori
Diamo il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia, gli amici, altri interessi. Tutti ambiti in cui la situazione può essere migliore e le soddisfazioni compensare lo stress da lavoro.
I) Impariamo a coltivare lo humor, a ridere di noi
L) Impegniamoci in attività esterne di gruppo
Gruppi di sport, di volontariato, associazioni culturali, possono fornirci quelle gratificazioni che ci mancano in ambito lavorativo.
M) Ricorriamo all’aiuto di un professionista esterno
Il counselling e la psicoterapia sono gli strumenti più utili per la risoluzione delle tensioni interne che danno origine allo stress.

 

Fonte:

http://www.geosystemsweb.com/securlab/pdf/b4/01%20-%20Stress%20-%20Rischi%20e%20Pericoli.docx

http://www.geosystemsweb.com/securlab/pdf/b4/03%20-%20Stress%20da%20lavoro%20-%20rimedi.doc

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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Lo stress definizione e possibili rimedi

25 REGOLETTE PER TENERE LONTANO LO STRESS

1. Semplificate al massimo la vostra vita, evitando di sobbarcarvi compiti che potete tranquillamente delegare ad altri.

 2. Coltivate interessi che vi divertono e vi appassionano, rifuggendo da quanto vi annoia e vi crea disagio psicologico, che è fonte di stress.

 3. Imparate a dire di no a tutti coloro che chiedono troppo da voi. Imparate a dire di no, in particolare, quando non desiderate soddisfare una determinata richiesta.

 4. Abituatevi ad eseguire alcune respirazioni lente e profonde ogni volta che vi trovate in coda nel traffico o siete costretti ad aspettare qualcuno o qualcosa.

 5. Date libero sfogo alla vostra rabbia quando qualcuno vi irrita pesantemente: sbattere una porta, urlare, affermare le proprie ragioni è un'esigenza vitale che va assecondata.

 6. Ogni giorno programmate una cosa che vi dia piacere e gratificazione: andare al cinema, uscire per guardare le vetrine, fare un acquisto anche inutile.

 7. Parlate delle vostre preoccupazioni con gli amici più cari o, in mancanza di questi, scrivetele in un diario o nella vostra agenda.

 8. Ricordatevi sempre che le faccende noiose e le situazioni che creano ansia devono essere affrontate nel più breve tempo possibile: è meglio viverle subito anziché preoccuparsene per ore o, peggio, per giorni.

 9. Sorridete spesso, sorridete a tutti. Vi sentirete più di buonumore e vi piacerà scoprire come la gente reagisce positivamente al sorriso.

 10. Fate sempre una sola cosa alla volta, mantenendo la mente concentrata su quanto state facendo, senza pensare al prima e senza pensare al poi.

 11. Non permettete ai sensi di colpa di avvelenarvi costantemente la vita: non sta scritto da nessuna parte che siete costretti a soddisfare le esigenze di tutti quelli che vi circondano.

 12. Imparate bene un certo numero di tecniche di rilassamento e mettetele in atto alternativamente ogni volta che potete. Effettuate spesso anche l'automassaggio.

 13. Vogliatevi bene e dimostrate a voi stessi che vi amate, prima focalizzando quanto vi procura realmente benessere e piacere, e poi agendo in modo da ottenerlo.

 14. Abituatevi a pensare in positivo, poiché non esiste una situazione negativa in assoluto. Convincetevi di ciò e poi esercitatevi a trovare l'aspetto vantaggioso di qualsiasi circostanza.

 15. Proibitevi di pensare continuamente a tutto ciò che di negativo potrebbe accadere: se state bene, non è automatico che la cosa sia destinata a peggiorare; ci sono anzi buone probabilità che migliori ulteriormente.

 16. Vivete le situazioni per quello che sono e non in funzione di altre situazioni. Per esempio, quando sentite il bisogno di uscire a passeggio, non giustificate subito l'impulso pensando che così potrete approfittarne per passare alla posta a pagare la bolletta. Uscite a passeggio e basta.

 17. Cercate di trarre sempre almeno una piccola soddisfazione da quanto state facendo: ogni azione, anche la più modesta, produce un risultato e, quindi, ha un valore di per sé.

 18. Affrontate le scelte autonomamente e non per compiacere qualcuno. Avrete meno rimpianti e meno rancori, perciò ridurrete lo stress.

 19. Non trascurate, per nessuna ragione, il vostro aspetto fisico. Abbiate cura della vostra igiene personale e scegliete abiti adatti alla vostra personalità, nei quali vi sentite a vostro agio.

 20. Non rinunciate a gratificarvi acquistando qualcosa di futile che desiderate da tempo o che vi attira particolarmente. I soldi devono servire a migliorare la qualità della vita e, tranne in situazioni particolari, qualche spesa solo per voi non può farvi che bene.

 21. Cantate ogni volta che potete, anche se siete stonati. E' una pratica liberatoria che aiuta a scaricare la tensione in modo naturale.

 22. Approfittate di qualsiasi occasione per ridere. Non vergognatevi di ridere e di cercare l'opportunità per farlo. Anche le risate sono ottimi anti stress naturali.

 23. Fate una pausa non appena l'attività che state svolgendo determina in voi un vago senso di inquietudine. Alzatevi, bevete un caffè o una bibita e fate due passi. Lo stacco, anche se si protrae per poco tempo, è rigenerante e rende il lavoro più proficuo.

 24. Conservate in qualche angolo della casa oggetti che risvegliano in voi le emozioni di quando eravate bambini (bambole, peluche, palle di vetro con la neve e così via) e osservatele quando siete sotto stress. Esercitano un'azione rilassante.

 25. State alla larga dalle persone negative. E' una condizione essenziale per evitare di entrare nella spirale perversa della suggestione e accumulare stress.

 

Fonte: http://www.qualitologia.it/attivita/36.doc

sito web : http://www.qualitologia.it/

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COMBATTERE LO STRESS
PER COMBATTERE LA MALATTIA

 

Il primo a formulare il termine “stress” fu lo psicologo tedesco Hans Seyle e secondo lui “... la completa libertà dallo stress è uguale alla morte”; e prosegue sottolineando che “… noi non dobbiamo, e in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo incontrarlo in modo efficace e trarne vantaggio, imparando di più i suoi meccanismi ed adattando ad esso la nostra filosofia dell’esistenza”.

Perché allora usiamo la parola stress solo con un’accezione negativa? Perché quando i fattori stressanti diventano troppi (e ciò succede sempre di più nella nostra vita quotidiana) allora diventa faticoso reagire a tutti ed a volte possiamo non farcela.

È a questo punto che lo stress diventa cronico e provoca la comparsa di alcuni sintomi, sia fisici che psicologici. Allora è il caso di chiedere aiuto ad un Medico e di intervenire.

 

I percorsi del benessere
Ma quali sono, spesso, i primi sintomi dello stress?

  • Sensazione di stanchezza generale, non motivata.
  • Disturbi del sonno, che diventa frammentato ed agitato, oppure difficoltà ad addormentarsi, fino alla vera e propria insonnia.
  • Scarso controllo delle proprie reazioni emotive con frequenti scatti di rabbia, crisi di pianto, ecc.
  • Difficoltà di concentrazione e di attenzione.
  • Attacchi di ansia o di panico.
  • Confusione mentale con difficoltà a concentrarsi e ad esprimersi.
  • Noia, disinteresse, senso di impotenza o di inadeguatezza nei confronti di ogni situazione.
  • Accelerazione del battito cardiaco.
  • Respirazione irregolare.
  • Innalzamento della pressione arteriosa.
  • Tensione e rigidità muscolare, in particolar modo del collo, delle spalle e della schiena.
  • Crampi allo stomaco.

Lo stress può anche essere definito come una “sindrome generale di adattamento”, in cui possiamo distinguere tre fasi:

  • Una reazione di allarme, durante la quale il corpo secerne una certa

    quantità di ormoni e subisce modificazioni biochimiche.

  • Una fase di resistenza, in cui l’intero organismo prepara ed utilizza le sue difese.

 

  • Una fase di esaurimento, in cui l’organismo non è più in grado di

     adattarsi agli elementi stressanti.

Per affrontare questi momenti l’organismo coinvolge una serie di strutture, come le ghiandole dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. La loro attivazione determina la secrezione degli ormoni cortico-surrenalici che, ad alta concentrazione e per lungo tempo, finiscono per causare gravi problemi quali una riduzione delle difese immunitarie o essere determinanti per la formazione, ad esempio,  di gastriti ed ulcere duodenali.

È bene comunque sottolineare che le prime due fasi dello stress non costituiscono malattia. Solo nella terza fase si entra nella patologia.

Secondo alcuni esperti, lo stress può essere causato semplicemente da un incalzare troppo frequente di stimoli, non necessariamente negativi. Ma la realtà di questo stato è molto più complessa.

Ognuno di noi reagisce in modo diverso all’ambiente, agli eventi, agli stimoli che si presentano ogni giorno.  Questo meccanismo di reazione è chiamato “valutazione conoscitiva”.

Quando la valutazione conoscitiva è distorta rispetto alla realtà possono
insorgere i problemi; la situazione più tipica è quella in cui sentiamo l’ambiente, o le persone, o gli eventi superiori alle nostre capacità di affrontarli, quando c’è un disequilibrio tra quanto ci è chiesto di fare e quanto invece ci sentiamo in grado di fare.

In tutto questo giocano un ruolo importante le emozioni, che scientificamente possiamo definire come un meccanismo di adattamento indispensabile per la conservazione dell’individuo e della specie.

Sappiamo bene quanto le emozioni possono animare o sconvolgere la nostra vita. In una sindrome di adattamento come quella che abbiamo descritto, se le emozioni sono eccessive o sbilanciate, possono sfociare in malattia.


Molto però dipende anche dalla capacità di tollerare gli eventi stressanti. Questa capacità, chiamata “resilienza”, è in effetti, ciò che spiega perché ci siano persone capaci di resistere a livelli di stress anche molto alti e continuativi senza manifestare alcun sintomo, mentre altri sviluppano malattie con livelli stressanti molto più bassi.

Ciascuno di noi ha certamente un proprio “patrimonio” di resilienza, ma questa, fortunatamente, può anche essere incrementata.

 

Qualche accorgimento utile per ridurre lo stress:

Il primo passo è cercare di capire noi stessi, perché solo noi siamo in grado di individuare le cause e i comportamenti che hanno provocato lo stress.

Ecco poi alcuni consigli pratici da mettere subito in atto:

  • Assumetevi tutta la responsabilità dei vostri ritmi di vita e di lavoro.
  • Focalizzate l’attenzione sugli obiettivi prioritari.
  • Incominciate a dire “no” a chi vi chiede troppo e quando non avete voglia di fare qualcosa.
  • Non concentrate impegni e cambiamenti in un periodo troppo breve.
  • Dedicatevi regolarmente a qualcosa che vi piace molto o vi diverte, possibilmente senza provare sensi di colpa.
  • Fate un adeguato e specifico esercizio fisico.
  • Imparate alcune tecniche di rilassamento.
  • Controllate la dieta.

 

Quest’ ultimo punto riveste una grande importanza tra le cose che ciascuno di noi può fare da subito. Ecco alcuni semplici ma efficaci consigli su come mangiare per ridurre lo stress:

  • Se riconoscete in voi i sintomi dello stress, evitate innanzitutto di sottoporvi a diete troppo drastiche o privative.
  • Ricordate che, in chi è soggetto a stress, il livello di zuccheri nel sangue si alza e si abbassa rapidamente e in modo irregolare, quindi è consigliabile assumere zuccheri sotto forma di carboidrati complessi:

    cereali, riso, pasta, pane, perché rilasciano gli zuccheri in modo lento,
evitando invece gli zuccheri semplici e raffinati, quali il comune
saccarosio o lo sciroppo di glucosio.

  • Evitate pasti troppo abbondanti, cibi troppo conditi, intingoli e salse.
  • Fate piuttosto pasti piccoli, frequenti e controllati, per non sovraccaricare l’organismo.
  • Masticate lentamente ed a lungo ogni boccone, evitando di assumere il cibo in fretta, o magari in piedi.
  • Quando possibile, preferite sempre mangiare seduti ed in un ambiente tranquillo e rilassante.
  • Mangiate frutta e verdure fresche in abbondanza, in particolare quelle ricche di vitamine B e C. La B è molto diffusa in natura e si trova anche nei cereali e nei legumi. La C, oltre che negli agrumi, si trova in elevate quantità anche nei peperoni verdi, broccoli, verza, spinaci, cavoli e pomodori.
  • Bevete almeno un litro al giorno di liquidi che non contengano zucchero.
  • Limitate il consumo di tè, caffè, coca cola, cacao, tutte bevande che contengono eccitanti.
  • Prima di andare a letto bevete una bevanda tiepida e moderatamente

    dolcificata: una tisana oppure del latte scremato hanno un’azione
rilassante.

Comunque, tra tutti i consigli pratici che si possono dare per prevenire o curare lo stress, il più importante è però “staccate la spina” ogni tanto.

Quando possibile, allontanatevi temporaneamente da tutto ciò che può generare o ha generato lo stress, magari cercando di immergervi in un ambiente naturale dove cui trascorrere un po’ di tempo. Infatti, anche il contesto abitativo/lavorativo contribuisce ad aumentare o ridurre il vostro benessere, ed esiste una vera e propria terapia dell’habitat, che si esprime attraverso l’architettura degli edifici, la scelta dei materiali, la presenza di piante verdi e di acqua. Perché l’armonia con ciò che ci circonda è un ingrediente fondamentale per combattere lo stress e raggiungere il benessere psico-fisico.

Questo aspetto, ignorato per anni, torna oggi ad avere tutto il suo valore, perché ormai si sa che è la perdita di equilibrio  che provoca l’insorgenza della malattia e richiede strumenti integrati, per poter essere recuperato.

Vi sono poi una serie di attività mentali che possono contribuire grandemente ad un controllo dello stress. Tra queste, una facilmente praticabile, anche in completa autonomia, e costituita dal training autogeno.

Il termine “Training Autogeno”  significa, letteralmente “allenamento che si genera da sè”. Ciò significa che attraverso alcuni esercizi mirati si creano spontaneamente delle sensazioni psicosomatiche utili.

Questa tecnica è stata inventata nella prima metà del ’900 dal medico austriaco Johannes Schultz, che ha messo a punto due tipi di esercizi, definiti “inferiori” e “superiori”. I primi, estremamente semplici, sono i più usati ed hanno il vantaggio che, una volta acquisiti, possono essere eseguiti senza terapista e quindi ognuno è in grado di rilassarsi in qualunque momento ed in qualsiasi luogo.

Gli esercizi, 6 in tutto, vengono potenziati attraverso la ripetizione mentale di formule specifiche. Il principio su cui si basa il training autogeno è la concentrazione passiva, che è l’esatto opposto di quella attiva che tutti conosciamo come “sforzo mentale”.

Si tratta invece di eliminare l’attenzione e gli sforzi, ripetendo mentalmente le formule e facendo gli esercizi. In questo modo saremo in grado di percepire pienamente ciò che accade nel nostro corpo, ascoltando finalmente il suo linguaggio.

Si possono utilizzare anche altre tecniche di rilassamento, volte a stimolare l’unicum mente-corpo attraverso esercizi di respirazione, relax, visualizzazioni positive e movimenti yoga.

Infine, dobbiamo considerare anche l’uso/abuso dei farmaci.

Molte persone ricorrono in maniera indiscriminata alle benzodiazepine, i cosidetti “tranquillanti”, per ridurre, o meglio per non sentire gli effetti dello stress.

Premesso che, in linea generale, un farmaco non è di per se stesso “buono” o “cattivo”, ma che questi aggettivi sono invece da riferirsi solo all’uso che ne viene fatto, bisogna considerare che l’unico effetto che essi hanno è quello di non far “sentire” l’ansia.

Ma è facile capire che, da soli, essi non sono certo in grado di non far “venire” l’ansia, esattamente come un’aspirina è capace di ridurre un mal di testa ma non può far nulla per evitare che esso si ripresenti.

È chiaro, dunque, che i tranquillanti (salvo casi di gravi crisi dove è importante ridurre la sintomatologia in breve tempo e sempre sotto indicazione e stretto controllo del medico proscrittore) non rappresentano una soluzione, che è solo nelle mani di ciascuno di noi; anzi, spesso ritardano la presa di coscienza del problema sottostante e la conseguente importante decisione di iniziare a riprendere in mano il filo della propria vita.

 

 

Fonte: http://www.contattoemotivo.net/upload/Stress%20e%20Malattia.doc

sito web : http://www.contattoemotivo.net/

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