Rapporto genitori figli comunicare con i figli

 


 

Rapporto genitori figli comunicare con i figli

 

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Rapporto genitori figli comunicare con i figli

 

DIVERSI MODI DI COMUNICARE AI FIGLI


(Incontro Genitori)

La capacità di comunicare in modo adeguato è la condizione indispensabile per avere una relazione soddisfacente con i propri figli
COMUNICARE implica due cose fondamentali:

  1. ASCOLTARE
  2. RISPONDERE
  3. ESIGE che i figli sentano che stanno a cuore ai propri genitori, che posso avere un grande spazio nel loro cuore, che possono ricorrere a loro in qualsiasi momento senza essere giudicati, ma solo accolti.

E’ IMPORTANTE PER UN FIGLIO SAPERE E SPERIMENTARE CHE C’E’ QUALCUNO CHE LO DESIDERA E LO ACCOGLIE.
COMUNICARE dunque NON E’ semplicemente PARLARE!!!
Quante volte il nostro parlare non è costruttivo, ma consiste nel trovare da ridire, nel rimproverare, nel criticare, nel fare richieste e valutazioni, nel minacciare…Questo modo di parlare rende difficile la comunicazione e mette a dura prova le relazioni!
Relazionandoci all’altro con critiche e rimproveri, non gli stiamo comunicando accettazione, non gli apriamo il nostro cuore!!

 

OBIETTIVI DELL'INCONTRO:

  1. Aiutarvi a individuare il vostro STILE COMUNICATIVO; il modo con il quale abitualmente vi rivolgete ai vostri figli
  2. Cogliere il rapporto che c’è tra questo vostro stile comunicativo e il vostro desiderio di educare i vostri figli: ci domanderemo:
    • se il nostro stile è educativo;
    •  in che situazioni lo è  e quando non lo è;
    •  andremo alla ricerca INSIEME dei modi corretti, FUNZIONALI  di comunicare nelle varie situazioni.

AVVERTENZE:

  1. Interrompetemi:

           se non capite
se vi state annoiando
se volete più esempi concreti

  1. Non sentitevi giudicati, siamo qui per interrogarci, per crescere insieme; più diventate vulnerabili dinanzi a quanto dico, più ci lasciamo colpire, più avremo modo di crescere insieme;
  2.  Mi sentirete spesso utilizzare la parola FUNZIONALE. Non ci sono cose giuste o sbagliate, ma FUNZIONALI E MENO FUNZIONALI!

      Il giusto e sbagliato è qualcosa che riguarda la morale e nel vostro modo di
educare le vostre intenzioni sono sempre buone.

 

STILI COMUNICATIVI

TEST sullo STILE DI ASCOLTO e COMUNICAZIONE (caso n. 5)
Ci è servito per entrare un po’ nell’argomento…lo lasciamo lì tenendolo ben presente e poi lo riprenderemo!!!
Esistono diversi stili comunicativi, diverse modalità attraverso le quali ci rapportiamo agli altri e anche ai nostri figli:

  • Stile comunicativo amichevole
  • Stile comunicativo di controllo
  • Stile comunicativo esplorativo
  • Stile comunicativo affettuoso e collaborativi

Stile comunicativo amichevole
E’ uno stile caratterizzato dall’assenza di problematiche e tensioni emotive; la comunicazione e l’attenzione sono centrate su argomenti di ordinaria amministrazione, su questioni poco impegnative.
Sia chi parla che chi ascolta è soddisfatto della situazione in cui si trova.
Nella comunicazione ognuno rivela poco di se stesso, non apre in profondità il suo intimo…
Spesso in una famiglia in cui prevale questo stile piuttosto amichevole e poco coinvolgente l’unione e l’affetto vengono manifestati indirettamente: da come si vive la vita di tutti i giorni, dalle cose che si dicono riguardo il proprio lavoro, gli impegni, la scuola...
E’ un modo di comunicare in cui si descrivono fatti e sensazioni, gusti e interessi!
Ci sono tanti momenti della vita familiare in cui si può comunicare in questo modo.

 

Stile comunicativo di controllo

In famiglia c’è anche chi comanda e ci sono delle regole, delle norme.
C’è un modo di comunicare che è proprio quello attraverso cui si esercita il controllo, si danno delle direttive, si stabiliscono delle norme.
Viene utilizzato quando i genitori vogliono ottenere un determinato risultato:

 

“Andrea, metti in ordine la tua stanza!!”; “Metti a posto subito tutti i giocattoli!”

“Finisci di mangiare la minestra!”; “Niente caramelle, tra poco si cena!

Questo stile di comunicazione è centrato su altre persone e non su se stessi; l’obiettivo principale è quello di costringere o portare l’altro ad essere d’accordo, oppure imporgli qualcosa, dando o non dando molte spiegazioni
Non si può non usare uno stile comunicativo di controllo in quanto è necessario che i genitori controllino, guidino la crescita dei propri figli, ma tale stile può causare comunque effetti indesiderati: conflitti, ribellioni, incomprensioni,; infatti nonostante le buone intenzioni dei genitori i figli non sempre sono disposti ad accettare ordini e direttive.
Tale stile viene utilizzato:

    • nel normale andamento familiare, in situazioni prive di tensioni, quando i genitori danno ordini ed impartiscono istruzioni o cercano di convincere su qualcosa;
    • quando si inviano messaggi che segnalano tensione e insoddisfazione: “La prossima volta che ti viene tardi, sei pregato di telefonare!”;
    • quando si vuole rinforzare un comportamento positivo:” Il letto è benfatto, sono proprio contenta di te!”

Ci sono però delle situazioni e dei momenti in cui questo stile assume delle tonalità  e delle modalità piuttosto forti; normalmente quando esprime aggressività e resistenza
Si ricorre a questo stile quando si cerca di ottenere con forza un consenso o un risultato, ma senza tener conto dei sentimenti, delle idee, della volontà dell'’altro.
In questo tentativo di attacco o di resistenza si può colpire l’altro e non solo il suo comportamento, arrivando a mettere in discussione le sue competenze, le sue motivazioni!
Questa modalità, soprattutto se il bambino è piccolo può essere pericolosa per lo sviluppo della sua autostima; in questo modo il figlio percepisce che il prendersi cura di mamma e papà non è rispettoso dei suoi bisogni, si sente minacciato, non si percepisce degno di calore

E’ facile che durante un bisticcio, un conflitto il genitore assuma questo stile che spesso è un mezzo per esprimere aggressività e indignazione…
Possono emergere frasi di questo tipo:
Questo è un comportamento da irresponsabili!” (etichettare);
“E’ l’ultima occasione che ti do per cambiare!(minacciare);
“Neanche una bambina si comporterebbe in questo modo!” (disprezzare)
Sbagli sempre e comunque!” (giudicare)

Il bambino può rispondere facendo resistenza o assumendo atteggiamenti passivi:

    • compiangersi:” Faccio sempre io e nessuno mi vuole aiutare!”
    • squalificarsi:”…Non volevo fare così!”
    • fare la vittima:”Non importa sono abituato, è sempre colpa mia!”
    • arrabbiarsi
    • colpevolizzarsi

Una famiglia in cui prevale questo stile non facilita la normale crescita del figlio!

 

Stile comunicativo esplorativo

Ci sono dei momenti in famiglia in cui è necessario fermarsi a ragionare, a riflettere su di un problema per chiarirlo; prendere in esame una situazione o un avvenimento per analizzarlo.

Questo è uno stile in cui prevale la ricerca, l’esplorazione, in cui si utilizza prevalentemente la testa e non si mira all’azione.
E’ utile per esplorare le varie alternative e possibilità che appartengono alla quotidianità o quando si stanno verificando dei cambiamenti:
Da domani dovrai alzarti presto per andare a scuola. Nonsensi che sia meglio andare a letto prima?”
“Il prossimo anno volendo continuare a studiare sarebbe meglio scegliere un liceo o un istituto tecnico o professionale?”
E’ uno stile a cui è opportuno ricorrere quando ci sono da individuare e chiarire dei problemi che genitori e figli intendono affrontare:
“Non mi sembra che ci prendiamo molto in questi ultimi tempi! Che te ne pare Luisa? A me pare valga la pena riflettere su questo fatto!”

Questo stile fa molto uso dell'’espressione verbale delle sensazioni, delle percezioni per documentare e giustificare le interpretazioni…esclude l’espressione verbale dei sentimenti.
Un genitore che utilizza questo stile  si comporta:

    • formulando domande aperte per verificare: “Ho pensato di rendere questo maglione per te! Che ne pensi?”:
    • comunicando delle impressioni o facendo commenti:”Ho l’impressione che tu senta rabbia e dispiace”; “Mi sembra che da qualche giorno ti stai impegnando di più!”
    • analizzando e proponendo soluzioni alternative: “Forse potremmo stabilire delle regole per l’uso della TV!”

E’ uno stile utile per quanto abbiamo fino ad ora detto, ma limitato perché non prende in considerazione in modo sufficiente tutto il mondo affettivo della persona!

 

Stile comunicativo affettuoso e collaborativi

E’ uno stile in cui sono prevalenti la preoccupazione e l’intenzione di valorizzare non solo se stessi, ma anche e soprattutto il figlio.
La caratteristica principale è l’affetto, l’aiuto, il sostegno.
Il frutto  e l’effetto più immediato di questo stile comunicativo è la costruzione dell'autostima.

E’ uno stile particolarmente efficace in alcune situazioni:

    • quando si instaura un sentimento di insoddisfazione nei riguardi del proprio figlio:”Non so come ti senti, ma io sono molto dispiaciuto da ieri sera dopo quel bisticcio!”
    • quando vengono deluse delle aspettative:”Sono veramente scontenta, perché non hai fatto quello che avevamo stabilito!”
    • quando si vuole comunicare un’esperienza che va al di là del racconto dei semplici fatti del giorno:” Carlo, questa mattina stavo pensando a quanto è bello avere un figlio come te: ti voglio bene e penso che posso fidarmi di te!”

E’ uno stile comunicativo molto ricco e coinvolgente: si comunicano sensazioni, interpretazioni, sentimenti, si esplicitano le proprie intenzioni, si analizzano le proprie azioni:
E’ una chiave che apre la porta di accesso ad un mondo nuovo per genitori e figli. Per questo va utilizzato con molta discrezione…si diventa vulnerabili quando si comunicano cosa che possono venire usate contro chi le ha espresse…Rivelare il proprio mondo interiore è esporsi, è rischioso, non è prudente farlo con chiunque!

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  • Riprendo in mano il caso di prima e ripenso alle interazioni con mio figlio/a: quale stile comunicativo utilizzo maggiormente?
  • Quale secondo me è lo stile comunicativo più efficace nel rapporto genitori-figli?

 

QUALE STILE COMUNICATIVO NEL RAPPORTO GENITORI-FIGLI?

 

SITUAZIONE DA DISCUTERE

Carlo è andato a giocare fuori con i suoi compagni, torna a casa ed è silenzioso, il viso imbronciato
Madre: Sembri triste!(Ascolto attivo)
Carlo: Franco mi ha dato una spinta
Madre: Non ti piace quando fa così! (Ascolto attivo)
Carlo: Gli darei un pugno in faccia
Madre. Beh! Non sarebbe una bella cosa!”(Criticare)
Carlo: Non mi importa vorrei dargli un cazzotto!
Madre: Carlo, fare a pugni non è mai un buon modo per risolvere i problemi con gli amici. Perché domani non gli dici che vuoi fare la pace?(Moraleggiare-Offrire soluzioni)
Carlo: No!!

Nel processo educativo e nel rapporto genitori-figli sembra che i due stili più efficaci siano quello di controllo e quello affettuoso.
Il figlio ha bisogno di una guida per apprendere, attraverso l’esperienza, il modo più adeguato di rispondere all’impegno del vivere quotidiano; ha anche tanto bisogno di poter aprire il suo cuore, di rivelare il suo mondo interiore, di sentire e ricevere fiducia.
Attraverso questi due stili comunicativi il figlio giunge a formarsi quella complessa immagine di sé (CONCETTO DI SE’):
rappresentazione mentale di quello che credo di essere (come mi vedo e come gli altri mi vedono)
Questa immagine è accompagnata da tutta una serie di giudizi e valutazioni interiorizzati attraverso la comunicazione:
-riuscito, fallito, competente, incompetente, accettato, non accettato
A questo si aggiunge tutta una serie di sentimenti che egli prova verso se stesso:-
-simpatia, ammirazione, vergogna.

Questa serie di valutazioni, giudizi e sentimenti rappresentano il valore di ognuno, l’autostima di ognuno

La base di un effettiva ed efficace comunicazione è la considerazione, l’accettazione , la stima. I genitore attraverso il loro stile comunicativo devono dare accettazione, considerazione e questo fa crescere nell’altro la stima di sé…si reputa degno di amore e di fiducia!

Molte linee di comunicazione vengono interrotte perché le persone e in famiglia i figli, si sono impediti di esprimere i loro veri sentimenti per paura di non essere accettati.
Ci sono genitori che pensano che il miglior modo per influire sul figlio sia quello di minacciarlo, di non accettarlo…il figlio che desidera in tutti i modi di sentirsi accettato, si darà da fare in tutti i modi per convincere i genitori della bontà del suo comportamento: più il genitore insisterà che “quel comportamento” è sbagliato, più lui tenderà a difendersi, giustificandosi
Le cose sono diverse quando un genitore accetta i sentimenti del proprio figlio e lo aiuta ad esprimerli….il figlio in questo modo si sente compreso!
Non basta che il genitore senta di amare, di comprendere ed accettare il figlio.

 

Il figlio deve fare esperienza di sentirsi accettato e compreso!

 

Può succedere di non essere d’accordo con i figli; è più che normale. E’ però sempre possibile dimostrare di accettare i loro sentimenti, i loro stati d’animo. Questa accettazione viene dimostrata con tutto il corpo, con l’intonazione della voce, con le parole che vengono usate!

Per poter ascoltare è necessaria la CONCENTRAZIONE, non si può essere distratti da altre cose.
E’ molto difficile ascoltare un figlio mentre si legge il giornale o guarda la TV.
Bisogna guardarsi negli occhi; bisogna che la posizione del corpo faccia capire che si sta ascoltando. Un buon ascolto esige che si stia in silenzio, altre volte esige che si parli e si risponda.
Ciò che si richiede maggiormente è la concentrazione interiore, la DISPONIBILITA’ ad ACCOGLIERE.

ASCOLTARE E COMUNICARE con un figlio significa anche fargli capire che si ha consapevolezza dei sentimenti che stanno dietro a quanto dice e a quanto non dice.
Il genitore non si ferma solo alle parole, o al semplice gesto o al comportamento..sa andare oltre
Un genitore deve saper comunicare RIFLETTENDO i sentimenti, rimandandoglieli, in questo modo può aiutare il proprio figlio a ritornare su stesso e a ragionare su un problema.
Marco: “L’insegnante di matematica è ingiusto. Il modo con cui mi tratta mi fa troppo male. Se continuo a rimanere in quella sezione non sarò mai promosso!”
COSA RISPONDERESTE VOI?
Padre: “Dentro di te senti rabbia e delusione e ti sei scoraggiato!”

RIFLETTERE I SENTIMENTI SIGNIFICA CAPIRE CIO’ CHE IL FIGLIO SENTE E HA IN MENTE E POI COMUNICARGLIELO IN MODO CHE SI SENTA COMPRESO
OCCORRE FARE DA SPECCHIO AL PROPRIO FIGLIO PER DARGLI LA POSSIBILITA’ DI VEDERSI PIU’ CHIARAMENTE

La comunicazione tra genitori e figli può avvenire in termini di:

    • RISPOSTE CHIUSE: indica che l’ascoltatore non ha né udito, né compreso ciò che è stato detto. Esse bloccano la comunicazione
    • RISPOSTE APERTE: indica che l’ascoltatore ha udito l’altro. Una risposta aperta riflette il messaggio di chi ha parlato in un modo che fa chiaramente intendere che l’ascoltatore ha percepito i sentimenti che stanno dietro alle parole, ai gesti, ai comportamenti.

Luigi: “Sono triste e deluso perché Paolo e gli altri non sono venuti a giocare con me! Non c’è nulla da fare, io sono sempre solo!
Risposta chiusa: E già! Le cose non vanno sempre come vogliamo noi! Così è la vita!
Risposta aperta: Ti sembra di non essere importante per nessuno e così ti senti tagliato fuori

La comunicazione che riflette i sentimenti non si basa su dei giudizi di valore, non valuta se i sentimenti che il ragazzo sperimento sono giusti o sbagliati. Si prende atto di ciò che si sta ascoltando. Si accetta che il figlio viva quell’esperienza interiore, di sentirsi, per esempio, rifiutato.
In questo modo il figlio viene incoraggiato a continuare a parlare, ad aprirsi perché si sente ascoltato…il figlio impara ad esprimersi e a confrontarsi.

 

La comunicazione in genere è a livello verbale e non-verbale: azioni, espressioni del volto, gesti, tono della voce, dicono se si sta ascoltando oppure no.

 

E’ FACILE IMPARARE AD ASCOLTARE E COMUNICARE QUANDO C’E’ VOGLIA DI AMARE; DI ESSERE DISPONIBILE E ACCOGLIENTE, QUANDO SI VUOLE ESSERE ATTENTO E SENSIBILE A CHI CI STA ACCANTO.

Difficoltà risposte aperte:

    • è ridicolo ripetere le parole (non è fare i pappagalli…è riuscire a captare i sentimenti e a comunicarli perché l’altro si senta compreso!

Laura:” Tutti i bambini ce l’hanno con me!”
Il suo tono di voce e le sue lacrime dicono che si sente offesa anche se non esprime!
Risposta:” Mi sembra di capire che quando i tuoi compagni si comportano in quel modo tu ti senti offesa!”

    • le risposte devono essere imediate;
    • sembra ridicolo un simile modo di comunicare

Le reazioni dei figli

 

La prima volta che il figlio sente, sperimenta una simile comprensione ed accettazione può rimanere sorpreso, smarrito…Può darsi che accolga la risposta del genitore, può darsi che si ritragga, sentendosi imbarazzato.
Occorre non forzarlo, non violare la sua intimità.
Se il genitore è attento capiteranno tante occasioni per tentare di nuovo!
Non sempre poi i figli hanno voglia di parlare dei loro problemi, spesso sono più disposti ad aprirsi con gli amici.
L’effetto di un vero ascolto può farsi attendere…mai voi che avete figli più piccoli potete cominciare a porre le basi perché maturi questa fiducia e questo rapporto di comprensione

Cosa sta provando?
Pensare ad una parola che descriva il sentimento
Usare discrezione

Es. Simone:” Sarò un sacco contento quando finisce la scuola; è così stupida!”
Cosa prova? Annoiato!

 

Risposta Mi sembra che tu stia dicendo che sei annoiato della scuola!”

 

Pericoli del riflettere i sentimenti

  • A volte riflettere i sentimenti può servire da rinforzo a comportamenti inadeguati del figlio

Se il figlio prospetta alla madre una volta dopo l’altra lo stesso problema, può darsi che abbia trovato il modo per attirare la sua attenzione su di sé
“abbiamo discusso questo problema parecchie volte, mi sembra proprio di non poterti esere d’aiuto, ma sono sicura che tu sei in grado di risolverlo da sola!”
Se il figlio insiste è meglio rimanere in silenzio, anche se rimane dispiaciuto, alla fine imparerà che i genitori sono disposti ad aiutarlo ,ma da parte sua deve esserci uno sforzo

  • A volte il figlio può usare i sentimenti per ottenere potere.

Secondo la situazione il genitore giudicherà se ascoltare o ignorare la provocazione.
Deludere il figlio dandogli un’attenzione positiva (riconoscere i suoi contributi positivi, stare con lui in modo piacevole)

 

Fonte: http://www.domenicanecaterina.org/area_scambio/doc/formazione/comunicare_figli.doc

Sito da visitare: http://www.domenicanecaterina.org/

Autore del testo: Sr. Lara Morelli

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