Guerra civile americana

 

 

 

Guerra civile americana

 

Stati Uniti
(1775 - 1865) 

 

Verso la guerra d'indipendenza
Le vicende che portarono dalla fine della Guerra dei Sette Anni al "Boston Tea Party" e alla dichiarazione d'indipendenza. Cause economiche e politiche della guerra d'indipendenza.

 

Alla fine della guerra dei Sette anni la Gran Bretagna risultò essere la maggior potenza economica e la dominatrice assoluta sui mari; nonostante ciò, la corona inglese si ritrovò a dover sostenere enormi spese di guerra e la responsabilità di amministrare e difendere i nuovi territori acquisiti in Nord America.
Nelle 13 colonie nordamericane della Corona Inglese esistevano  condizioni di crescita sociale ed economica che non avevano riscontro in alcun paese europeo. L’eccezionale libertà  in diversi settori (mercato, stampa, governo) aveva inoltre contribuito ad un sentimento d’orgoglio nazionale.
Le colonie avevano conosciuto una grande crescita demografica grazie all’immigrazione proveniente dall’Inghilterra. Circa la metà della popolazione era poi rappresentata da schiavi d’origine africana. Tutte le colonie erano sottoposte ai rigidi vincoli mercantilistici imposti dalla madrepatria.; i gravami fiscali e il diniego del permesso di espansione verso Ovest peggiorano il rapporto con Londra.
“No taxation without representation” : questa rivendicazione mirava a ottenere che delegati coloniali fossero eletti a far parte del potere legislativo. Una simile pretesa equivaleva di fatto a far riconoscere le colonie non come aree subalterne, bensì come entità politiche paritarie sul piano dei diritti.
Ben presto però prese piede il movimento di protesta antifiscale da parte degli americani.

Le cause principali della guerra

1. La fine della guerra dei Sette Anni à La guerra dei sette anni aveva posto fine alla dominazione francese sui territori canadesi, cosicché i coloni non avevano più quella necessità di protezione che era stato uno dei principali motivi di attaccamento alla patria di origine.

2. Le imposte à i coloni erano abituati a pagare soltanto le imposte locali. Nel 1765 il governo inglese volle estendere alle colonie una tassa del bollo, già in vigore nella madrepatria, per la quale ogni  modalità d’uso della carta, nei giornali, nei documenti commerciali, negli atti legali, eccetera, era sottoposta  a un tributo, che veniva pagato mediante l'apposizione di un bollo (questo documento passò alla storia sotto il nome di "Stamp Act").

3. La Compagnia delle Indie orientali à Nel 1773 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali ottenne dal Parlamento il diritto di vendere in esclusiva e mediante i suoi stessi agenti il tè ch'essa importava dalla Cina, tagliando fuori gli intermediari americani che avevano fino ad allora goduto di un ampio e fruttuoso giro di affari.

4. L’espansione territoriale à L'ulteriore limitazione della libera espansione territoriale dei coloni, che l'Inghilterra voleva in sostanza confinare a oriente dei monti Appalachi, in favore degli indigeni che abitavano il resto del territorio, furono percepite come un atto di dispotismo e di inaccettabile limitazione della libertà dei coloni, che pretendevano di essere liberi.

5.Le rivendicazioni del Congresso continentale àCongresso continentale riunitosi a Filadelfia nell'autunno del 1774, al quale parteciparono i delegati di tutte le colonie si limitò a rivendicare l'autonomia amministrativa dei coloni e votò il boicottaggio sistematico delle merci inglesi, da imporre con la forza anche a quegli americani che non l'avessero praticato spontaneamente.

Queste cause portarono al movimento di protesta antifiscale da parte degli americani.Il primo episodio di violenza avvenne quando, a seguito della Legge sul tè (Tea Act, 1773) , che concedeva il monopolio del commercio del tè alla Compagnia delle Indie orientali, alcuni militanti indipendentisti,  saliti a bordo di una nave della Compagnia, dettarono in mare il suo carico di tèà Boston Tea Party. La risposta inglese non si fece attendere e così il porto di Boston venne chiuso, furono sciolte tutte le assemblee locali e fu imposto il trasferimento in Inghilterra degli imputati americani. A loro volta i coloni americani riuniti 5 settembre 1774 nel primo Congresso continentale di Filadelfia stabilirono di chiudere ogni relazione commerciale con la Gran Bretagna.

Inizio della guerra…
Nonostante al Primo Congresso Continentale, riunito a Filadelfia nel settembre 1774, fossero prevalse le posizioni moderate, di fatto gli eventi presto degenerarono e in pratica fin da subito nelle diverse colonie si iniziarono a raccogliere uomini e armi per l’opposizione alle imposizioni della madrepatria, cercando di costituire un “esercito di liberazione“.
Formalmente, l’apertura della Guerra d’Indipendenza e l’entrata in guerra ufficiale si ebbe il 10 maggio 1775, con un atto del secondo Congresso Continentale, riunito sempre a Filadelfia, il quale affidò il comando dell’esercito coloniale al generale George Washington. Di fatto, però, questo secondo Congresso, pur sancendo l’entrata in guerra contro l’Inghilterra, non dichiarò esplicitamente l’obiettivo dell’indipendenza dalla madrepatria. La reazione del re d’Inghilterra Giorgio III fu durissima: con il “Proclamation of Rebellion” ribadì le rigide posizioni inglesi in materia politica, sociale ed economica e dichiarò ribelli i patrioti americani. Con questo atto anche i coloni più moderati si decisero ad unirsi all’”esercito di liberazione americano”.
La risposta americana alla “Proclamation of Rebellion” inglese arrivò nello storico 1776. Nel giugno di quell’anno, il Congresso costituì una sorta di comitato per stilare un atto formale che riepilogasse le posizioni delle colonie e la loro dichiarazioni di intenti per questa guerra. Il documento che venne elaborato fu discusso ed approvato dal Congresso il 2 luglio 1776 e promulgato il 4 luglio 1776. Era la famosissima “Declaration of Independence“, che diventerà uno dei più importanti documenti di tutta la storia americana e del mondo occidentale. Alle 18.00 della sera del 4 luglio 1776 il generale Washington lesse pubblicamente parte della dichiarazione alle truppe, le quali accolsero questo atto con grande entusiasmo ed euforia. Il punto storicamente più importante è il principio per cui ogni governo è formato e deve operare per l’esclusivo beneficio delle genti governate. Quando il governo non è più di beneficio per le genti governate, allora queste hanno il diritto di sostituirlo con un nuovo governo. Inoltre, in questa dichiarazione non mancavano i principi di uguaglianza e di libertà. Celebre è la frase “tutti gli uomini sono stati creati uguali e il Creatore li ha investiti di alcuni diritti inalienabili”. Ricordiamo a tale proposito l’antecedente culturale costituito dalla filosofia politica di J. Locke.
A questo punto gli obiettivi e i principi ispiratori erano stati espressi e la guerra era stata dichiarata. Si trattava di combatterla e vincerla in nome di questi principi.

L’esercito coloniale, affidato a George Washington, contava circa 8-9 mila uomini, senza uniformi, mal pagati, poco armati, poco nutriti, prevalentemente volontari (cioè disoccupati e sbandati, senza famiglia e senza casa). La più grande difficoltà era inoltre quella di far prevalere l’interesse globale del Congresso rispetto ai singoli interessi delle Colonie e dei gruppi di volontari combattenti.
Davanti a questa situazione, non sorprende la convinzione degli inglesi di poter facilmente e rapidamente sbaragliare l’esercito americano, infliggendo una “sonora lezione” a questi “coloni ribelli e arroganti”.
L’esercito inglese riportò nel corso del 1776 una serie di preannunciate vittorie, le più clamorose furono l’occupazione inglese di New York e di Filadelfia.

 

 

 

 

 

 

 

Tuttavia, Washington cambiò presto tattica e con un’accorta ed oculata tecnica fatta di imboscate e piccoli attacchi a sorpresa, riuscì a disorientare l’esercito avversario e, il 13 ottobre 1777, circondando 5000 inglesi a Saratoga, riuscì a sconfiggerli e a costringerli alla resa.
Questa prima inaspettata vittoria servì a sbloccare la situazione, a ridare coraggio alle truppe americane e, soprattutto, a convincere alcune potenze europee dell’importanza di questo conflitto dall’esito tutt’altro che scontato.
Dopo pochi mesi, infatti, la Francia entrò in guerra contro gli inglesi, sostenendo le posizioni degli americani. Le ragioni di questa mossa francese vanno ricercate da un lato nel desiderio di rivendicare la sconfitta della guerra dei Sette Anni, dall’altro dalla pressione degli intellettuali illuministi francesi che vedevano per la prima volta le loro idee di libertà e uguaglianza concretamente in via di realizzazione. La flotta francese riuscì a tenere “occupata” la flotta inglese, impedendo di fatto a quest’ultima di applicare il minacciato e temutissimo “embargo“, cioè il blocco dei porti e di ogni sorta di commercio nelle Colonie. Se la Francia non fosse entrata in guerra, molto probabilmente le Colonie non avrebbero potuto resistere molto a lungo isolate e private di ogni possibilità di commercio con il resto del mondo.
L’anno seguente (1779) dichiarò guerra agli inglesi anche la Spagna e, nel 1780, l’Olanda. Questa “coalizione europea” a favore degli americani decretò senza ombra di dubbio l’esito finale della guerra. L’esercito di Washington ebbe infatti in questo modo la possibilità ed il tempo per organizzarsi meglio e migliorarsi. La storica battaglia finale di Yorktown (16-19 ottobre 1781) vide la vittoria definitiva dell’esercito americano di Washington, sostenuto dalle truppe francesi comandate dal generale La Fayette. Gli inglesi si arresero e si ritirarono.
Due anni dopo, il 3 settembre 1783, venne firmata la pace, nota come “Pace di Versailles” o “Treaty of Paris, in cui l’Inghilterra riconosceva l’indipendenza delle Colonie dalla costa atlantica fino al confine del Mississippi. Alla Francia andarono i possedimenti nelle Antille e il controllo della costa del Senegal, mentre la Spagna ottenne la Florida e Minorca.
La guerra era vinta, l’indipendenza ottenuta, ma ora si presentava un problema ancora più difficile: come organizzare e come gestire la tanto desiderata libertà?

 

La nascita della Costituzione dopo la guerra d'indipendenza

Ottenuta l'indipendenza, alle tredici colonie si presenta ora la necessità di costruire il nuovo stato federale…
Infatti le colonie non avevano un governo  unitario, una divisione delle competenze e dei poteri, ma non avevano nemmeno abitudini e usi comuni!Ben presto però al difficile compito di costruire la nuova confederazione si aggiunsero anche discussioni, scontri e divergenze di opinioni derivanti dai pensieri differenti tra le colonie . Inoltre, si aprirono alcune questioni importanti riguardanti il commercio, duramente provato dalla guerra d‘indipendenza, la pratica della schiavitù, accettata in certe colonie e rifiutata da altre, le finanze, anch’esse duramente provate dalla guerra ed uno stato di elevata incertezza riguardo alla a)competenza di tassazione à ”federale o locale?” e b) la distribuzione delle terre conquistate. La tappa più importante fu la riunione degli stati a Philadelphia nell’estate del 1787, dove parteciparono i delegati provenienti da dodici delle tredici colonie. George Washington fu eletto presidente della Convention all’unanimità.I lavori della convention miravano a formalizzare e strutturare il nuovo governo centrale, ed in particolare definire le competenze e le modalità di esercizio dei tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.I problemi incontrati furono numerosi, in particolare relativamente al problema della rappresentanza presso l’organo legislativo. Alcune colonie più grandi infatti sostenevano una rappresentanza in base alla popolazione, mentre le colonie più piccole proponevano che ogni stato godesse dello stesso numero di rappresentanti. La soluzione adottata, nota come “Great Compromise” (Grande Compromesso, del 16 luglio 1787), fu quella di istituire due camere, una camera bassa con rappresentanti proporzionali alla popolazione di ciascun stato, a una camera alta (Senato) composta da due membri per ogni stato.
La Costituzione fu infine firmata il 17 settembre 1787.

POTERE LEGISLATIVO---------esercitato da due Camere
Camera dei rappresentanti                  Senato
Questioni finanziarie                           politica estera
Eletta prop. al n° degli ab.degli stati   due rappr. Per stato

POTERE GIUDIZIARIO
Corte suprema federale composta da giudici vitalizi,nominati dal presidente con l’assenso del senato.

POTERE ESECUTIVO-----------Presidente eletto in forma indiretta(ogni 4 anni)da un’assemblea di grandi elettori designati dagli stati.
Capo delle forze armate,nomina i giudici della corte Suprema,diritto di veto per le leggi approvate dal Congresso.Il congresso può destituire il presidente che ha violato le leggi.

Progressivamente, dal 1787 ( processo concluso nel 1959) aderirono agli  Stati Uniti diversi paesi , grazie ad una rapida espansione dalla costa dell’Atlantico a quella del Pacifico. All’inizio si mossero i cacciatori, poi gli agricoltori ed infine  prese forma una società stabile ed organizzata, naturalmente a danno delle popolazioni indiane indigene. Gli Stati membri che via via si aggiungevano resero tuttavia la dinamica politica molto più complessa; le tensioni infine scoppiarono


La guerra di secessione
Guerra di Secessione americana (1861-1865), guerra civile che oppose gli Stati Uniti d'America (l'Unione) a undici stati secessionisti del Sud, organizzati nella Confederazione degli Stati d'America.

La guerra di secessione americana, detta anche guerra civile americana, venne combattuta dal 1861 al 1865 fra gli Stati Uniti d'America e gli Stati Confederati d'America (CSA), entità politica sorta dalla riunione confederale di Stati secessionisti dall'Unione (USA).
Alcuni Stati dichiararono inizialmente la loro neutralità, anche se poi le vicende del conflitto finirono per coinvolgerli ugualmente.

Cause della guerra
Le cause della guerra di secessione sono più complesse e profonde di quanto appaiono a uno sguardo superficiale:

  • I Sudisti si ritenevano i veri rappresentanti del liberalismo, e pretendevano l’autonomia economica e difendevano le proprie prerogative giurisdizionali senza alcuna interferenza da parte dello Stato federale centrale.
  • Questione dello schiavismo: gli stati del Nord criticavano la schiavitù perché incompatibile con il liberalismo economico, al contrario dell’energica difesa della schiavitù da parte degli stati sudisti.
  • Interessi economici:gli stati del Sud misero in pericolo gli interessi economici e industriali del nord.
  • Scontro tra schiavisti e abolizionisti in seguito al tentativo degli stati del Sud di introdurre la schiavitù nel Kansas e nel Nebraska.
  • Elezione del repubblicano Abraham Lincoln. Gli Stati del Sud, che avevano annunciato la loro secessione se Lincoln fosse stato eletto, vissero il fatto come una vera e propria dichiarazione di guerra e iniziarono subito un processo di secessione dall'Unione per formare gli Stati Confederati d'America ed eleggendo un proprio presidente, Jefferson Davis…

 

Nell’aprile 1861 gli eserciti unionisti e confederati si affrontavano nel più sanguinoso conflitto della storia degli Stati Uniti. Dopo alcune vittorie iniziali, i sudisti subirono la controffensiva degli Stati del Nord, la cui superiorità economica e demografica si rivelò decisiva per gli esiti della guerra.
Nel 1863 le forze dell’Unione penetrarono nella valle del Mississippi, tagliando in due la Confederazione. Nell’estate del 1864 le forze nordiste attraversarono il Tennessee e la Georgia, giungendo in dicembre le coste dell’Atlantico. Il 9 aprile 1865 i confederati si arresero.
Si trattò di una guerra estremamente sanguinosa (più di 600.000 morti!) durante la quale si sperimentarono le armi e le tecniche di combattimento nuove; inoltre per alcune peculiari caratteristiche viene dagli storici considerata la prima guerra “totale” dell’umanità :

à carattere di massa(oltre 3 milioni degli uomini chiamati alle armi)
à un massiccio coinvolgimento dei civili
à un grande sforzo produttivo e tecnologico per sostenere lo sforzo bellico

Gli Stati del Sud furono sottoposti a una temporanea occupazione militare e dovettero accettare il ridimensionamento della propria autonomia, mentre la schiavitù veniva abolita su tutto il territorio dell’Unione. Queste misure acuirono odi e risentimenti, mentre la parità dei diritti tra bianchi e neri,anche se riconosciuta sul piano giuridico, non trovò per molti decenni alcuna applicazione nella vita reale.Di fatto i neri, negli Stati Uniti del Sud, persero progressivamente il diritto di voto e furono oggetto di una politica segregazionista: fu imposta una rigida separazione in tutti i luoghi pubblici tra bianchi e neri, una prassi che infine fu legittimata dalla Corte Suprema nel 1896.

 

Alcune date importanti

 


Evento

Anno

Boston Tea party

1773

Primo Congresso Continentale in Filadeflia

5 settembre 1774

Ufficiale inizio della Guerra d’Indipendenza Americana

10 maggio 1775

Promulgazione della “Declaration od Indipendence”

4 luglio 1976

Pace di Versailles

3 settembre 1783

Great Compromise

16 luglio 1787

La nascita della Costituzione americana

17 settembre 1787

Inizio della Guerra di Secessione

Aprile 1861

Fine della Guerra di Secessione

9 aprile 1865

 

Fonte: http://www.pascal.re.it/Documents/SpazioStudenti/materialeDidattico/linguistico//Castiglioni%20Barbara-4LingB-dispensa%20Stati%20Uniti.doc

 

Guerra civile americana

APPUNTI DI STORIA DEGLI STATI UNITI

I primi decenni

 

1.
Fra il 1775 e il 1783 le tredici colonie americane della Gran Bretagna intraprendono la guerra per l’indipendenza contro la madrepatria.
2.
I tredici Stati Uniti d’America, situati sulla costa Atlantica dell’America del Nord, sono il Massachusets (Boston), il New Hampshire, il Connecticut, il Rhode Island, il New Jersey (New York), il New York, la Pennsylvania (Filadelfia), il Delaware, il Maryland, la Virginia, il Nord e il Sud Carolina (Charleston), la Georgia.
3.
A ovest dei tredici Stati Uniti si stendeva a nord il territorio del Nord-ovest, a sud il territorio del Mississipi, popolati dalle tribù indiane: Huroni, Irochesi e Cherokee.
Più a ovest ancora, lungo il Mississipi c’era la colonia francese della Louisiana (Nuova Orléans), venduta da Napoleone agli USA nel 1803 per 15 milioni di dollari. Essa era abitata dai Comanchi e dai Sioux.
A ovest della Louisiana si stendevano i vastissimi territori del Vicereame della Nuova Spagna.
4.
La linea del Proclama Reale, tracciata dalla Gran Bretagna nel 1763, correva parallela alla costa Atlantica al di qua dei Monti Alleghani, della Florida e del Mississipi fino a Québec (Canada) per segnare il limite imposto alla colonizzazione bianca. 
 

Le tredici colonie americane. La linea del Proclama Reale è il limite della striscia rossa, al di là (in rosa) la Riserva Indiana.
5.
Primi Presidenti degli USA furono G. Washington (“Keep out of Europe”), A. Hamilton, che gettò le basi del capitalismo americano, J.Adams, Th. Jefferson, tutti originari della Virginia. Il principale dibattito resta quello della scelta tra “Repubblica federale” o “Confederazione di Stati sovrani”.
6.
La capitale, Washington, venne fondata nel 1793. Essi a questa data comprendono complessivamente 4 milioni di abitanti di origine europea. Nel 1810 sono già più di 7 milioni. Fin dal 1787 la popolazione si espande oltre gli Appalachi verso ovest dando vita alla cosiddetta “conquista del West”.
7.
La “conquista del West” s’inizia nel 1787 quando sia i coloni che le società ottengono dal governo centrale il diritto di occupazione della terra pagando un minimo canone legale, consistente in 2 dollari per acro. Le tribù indiane vengono costrette ad abbandonare le loro terre attraverso una sanguinosa guerriglia.
8.
In seguito al diritto di occupazione delle terre, scacciati gli Indiani, sorgono i nuovi Stati del Kentucky (1792), Ohio (1803), Louisiana (1812), Indiana (1816), Mississipi (1817), Illinois (1818) e Alabama (1819).
9.
Fra il 1808 e il 1812 scoppia un nuovo conflitto tra USA e Gran Bretagna, che culmina nel 1812 quando il presidente USA J.Madison tenta la conquista del Canada britannico. Le navi inglesi attaccano la costa e distruggono la città di Washington. Nel 1814 USA e Gran Bretagna stipulano una “pace perpetua” con la neutralizzazione dei “Grandi Laghi”.

          B. La conquista del West

10.
Come accennato, nel suo testamento (Farewell Address, 1796) il primo Presidente americano, G.Washington proibisce di fare alleanze di portata durevole con l’Europa. E’ l’inizio dell’isolazionismo, cioè della politica limitata al continente americano. Questa politica verrà meno a partire dal 1898, e soprattutto dal 1917.
11.
Nel 1823 il presidente USA J. Monroe stabilisce una dottrina politica gravida di conseguenze, negando agli Stati europei il diritto di intromettersi nelle vicende politiche dell’intero continente americano (“L’America agli Americani”).
12.
In questi anni la Spagna perde il suo secolare Impero coloniale in America latina. Lo Stato del Messico diventa indipendente nel 1821. A sud, dal disfacimento dell’Impero spagnolo nascono la Grande Colombia (poi Venezuela, Ecuador, Colombia), il Paraguay, l’Argentina, il Cile, il Peru, la Bolivia, l’Uruguay. Il Brasile si stacca dal Portogallo.
13.
Nel 1836 il territorio del Texas si separa dallo Stato del Messico. Il suo territorio, scarsamente abitato, era stato occupato da un numero ingente di coloni inglesi, proprietari di schiavi, che non vogliono sottostare alle leggi antischiaviste messicane. Inoltre la terra del Texas è ambita dal governo USA. Sotto la pressione dei coloni schiavisti il Texas si separa dalla Spagna e diventa una Repubblica indipendente.
14.
Attaccato da forze messicane, il Texas chiede l’annessione agli Stati Uniti (1845). Il governo USA lo annette e si propone di spingere il proprio confine fino al Rio Grande, nonché di annettere anche la California. Scoppia pertanto una guerra aperta con il Messico. L’esercito USA arriva all’occupazione dell’intero territorio messicano e della sua capitale, nel 1847. 15.
Il Trattato di Guadalupe Hidalgo, sottoscritto il 2 febbraio 1848 concluse la guerra e dette agli U.S.A. il controllo assoluto del Texas come pure della California, del Nevada, dello Utah, e di parti del Colorado, Arizona, New Mexico e Wyoming.

 

16.
Tra il 1830 e il 1860 la popolazione USA si arricchì di quasi 5 milioni di nuovi immigrati, per lo più irlandesi, tedeschi e scandinavi. Ma gli anglo-americani, benché ridotti a un 16% della popolazione, avevano in mano il Paese. I confini delle terre colonizzate si spostano sempre più a ovest, scacciando gli Indiani, Comancho, Cherokee e Seminale, dalla “pista dell’Oregon”.
17.
Regolata dalla Homestead Act (1862), la libera occupazione di territori abitati dagli Indiani si svolge in tre ondate: i coloni (squatters), i pionieri e i cacciatori e allevatori (trappers), gli agricoltori (farmers) e poi i commercianti, gli artigiani, gli speculatori. Gli Indiani sono in gran parte sterminati e i pochi sopravvissuti chiusi nelle “riserve”.

                                             

La guerra civile americana

18.
L’antagonismo tra Stati industriali del Nord e Stati cotonieri del Sud è all’origine della Guerra di Secessione (1861-1865), considerata come la prima guerra moderna di annientamento.
19.
Il progresso e la ricchezza che gli Stati Uniti raggiunsero in breve tempo dopo la colonizzazione furono dovuti in buona parte al lavoro degli schiavi neri deportati dall’Africa nel corso del 1700, quando la Gran Bretagna aveva il monopolio dell’asiento. La peculiarità della schiavitù negli Stati del sud degli USA: la creazione di un sistema schiavista basato strettamente su di una razza.
21.
Gli yankees democratici del nord sono per il protezionismo, destinato a sostenere gli interessi industriali, mentre i piantatori aristocratici del sud sono liberisti perché hanno bisogno di esportare il cotone delle piantagioni. Oltre al cotone, il Sud coltiva ed esporta canna da zucchero e caffè. Due modelli di sviluppo economico sono in conflitto irriducibile. Il Sud è liberale e conservatore, il Nord protezionista e imperialista. La guerra scoppia quando gli Stati del Sud proclamano la separazione (secessione) dall’Unione.
22.
L’abolizione della schiavitù, che non fu la causa della guerra ma solo un elemento di sostegno per il Nord, aveva dunque come effetto quello di colpire l’economia del Sud degli USA basata sulla coltivazione del cotone, liberando così le possibilità di sviluppo della potenza industriale. Gli abolizionisti cercavano di ostacolare lo schiavismo nei nuovi Stati sorti nell’ovest, per portarli su posizioni favorevoli al protezionismo industriale.
23.
Nel novembre 1860 il candidato repubblicano Abraham Lincoln fu eletto con solo il 39,8% dei voti. Gli Stati del Sud, che avevano annunciato la loro secessione se A. Lincoln, che aveva abbracciato una posizione protezionista col Partito repubblicano, fosse stato eletto, vissero il fatto come una vera e propria dichiarazione di guerra e iniziarono subito un processo di secessione dall'Unione per formare gli Stati Confederati d'America, con capitale Richmond, eleggendo un proprio presidente, Jefferson Davis.
24.
Gli Stati Confederati d'America raggruppano la Carolina del Sud, il Mississippi, la Florida, l'Alabama, la Georgia, la Louisiana, il Texas, la Virginia, l'Arkansas, il Tennessee e la Carolina del Nord.
25.
Il Nord raduna 22 milioni di abitanti contro 9 milioni del Sud (di cui 3,5 schiavi). Inoltre la produzione bellica è a favore del Nord, che attua nei confronti dei Sudisti una guerra di devastazione territoriale e i primi veri campi di concentramento. Lo scontro decisivo avvenne a Gettysburgh nel luglio del 1863.
26.
Inizialmente non è messa in discussione l'istituzione della schiavitù dei neri negli Stati del sud, anche perché alcuni Stati schiavisti sono rimasti nell’Unione. Solo nel 1863 il presidente dell’Unione Lincoln proclama l’abolizione della schiavitù. Gli schiavi appartenenti a proprietari “secessionisti” che al 1° gennaio 1863 si fossero trovati in stato di rivolta contro l'Unione, sarebbero stati dichiarati liberi senza indennità.
26.
Miseria, anarchia e stermini si abbattono sugli Stati della Georgia e della Carolina. Nell’aprile 1865 i Nordisti costringono i Sudisti alla resa senza condizioni. I morti sono 600.000. La guerra civile termina con l’assassinio del presidente Lincoln. Mentre gli Stati del Sud crollano, nel nord degli Usa trionfa il capitalismo industriale, che avvia una politica imperialista.

 

         Gli anni dell’Imperialismo

 

27.
Nel 1845 John O'Sullivan, in un editoriale comparso su Democratic Review, coniò la celebre formula del “Destino Manifesto” per indicare l'inevitabile processo di espansione degli Stati Uniti nei territori occidentali ancora non civilizzati. Secondo O'Sullivan, Dio stesso avrebbe assegnato l'America settentrionale al popolo statunitense per abitarlo e redimerlo, per espandere le virtù repubblicane di democrazia e libertà. Rispetto all'antica concezione puritana di missione salvifica e provvidenziale, tesa all'evangelizzazione e alla conversione dei popoli, O' Sullivan auspicava un allargamento della sfera politica ed istituzionale degli Stati Uniti.
28.
Nel 1895 John Fiske scrisse su Harper's Magazine un editoriale intitolato "Manifest Destiny", nel quale affermava che gli anglosassoni avevano il diritto di esercitare la loro supremazia nell'emisfero occidentale e in Estremo Oriente, in quanto superiori dal punto di vista dell'organizzazione economica e sociale, nonché per la loro indiscussa capacità di promuovere una civilizzazione pacifica ed ordinatrice. Solo gli Stati Uniti potevano pacificare e stabilizzare le relazioni internazionali, portando beneficio al mondo e all'umanità tutta. Gli americani erano predestinati a compiere questa missione, e il primato statunitense disegnava una gerarchia fra popoli civilizzati e non: solo i popoli più forti potevano sopravvivere. Con il Darwinismo sociale la tesi del Destino Manifesto poteva ormai sovrapporre alle motivazioni prettamente religiose la scienza razzista del XIX secolo.
29.
Gli Usa intervengono manu militari nel 1824 a Porto Rico, nel 1831 in Argentina, nel 1845 e poi nel 1847 in Messico, nel 1857 in Nicaragua, nel 1860 nella provincia di Panama e di nuovo in Nicaragua. A partire dal 1880, dopo aver completato anche la conquista dei territori dell'Ovest, si volge decisamente verso Sud. Sotto la presidenza del generale Grant (1869-1877), la teoria del «Destino manifesto» espone il progetto degli Stati Uniti: controllare il continente da una costa all'altra.
30.
Rimasta sotto dominio spagnolo, mentre le altre colonie d'America ottenevano l'indipendenza, Cuba si ribella. Dal 1895, José Marti vi conduce una seconda guerra d'indipendenza. Il 15 febbraio 1898, in condizioni misteriose, la corazzata americana US Maine esplode nel porto dell'Avana (la capitale cubana). Prendendo a pretesto tale incidente (che in realtà era stato provocato artificialmente), il presidente McKinley scatena il conflitto contro la Spagna. Riportata una facile vittoria sulle truppe iberiche, le forze armate americane prendono possesso di Porto Rico. Col Trattato di Parigi del 10 dicembre 1898, la Spagna rinunzia anche a Cuba e alle Filippine. Cuba è ora un protettorato statunitense.
31.
Nel Sud-est asiatico l’arcipelago delle Filippine (vedi mappa), colonizzato e cristianizzato da tre secoli dalla Spagna, si era reso indipendente nel 1896. Con il Trattato di Parigi del 1898 che pose fine alla Guerra ispano-americana il controllo delle Filippine venne trasferito agli Stati Uniti. L’accordo non venne riconosciuto dal governo filippino che il 2 giugno 1899 dichiarò guerra contro gli Stati Uniti.
32.
La Guerra filippino-americana causò ingenti perdite umane ai filippini. Il leader filippino Emilio Aguinaldo fu catturato nel 1901 e il governo degli Stati Uniti dichiarò il conflitto ufficialmente concluso nel 1902. I leader filippini, per la maggior parte, ammisero la vittoria degli americani, ma le ostilità continuarono fino al 1913. La dominazione coloniale americana delle Filippine iniziò nel 1905 ponendo forti limiti al governo locale. Gli USA attraverso il Pacifico erano ormai arrivati nel continente asiatico.



 

La guerra di Secessione (1861 – 1865)

 

Fonte: http://www.istituto-santanna.it/Pages/LiceoScientifico/APPUNTI%20DI%20STORIA%20DEGLI%20STATI%20UNITI.doc

 

Guerra civile americana

IL MISSISSIPPI

Il Mississippi, il cui nome, “ GRANDE FIUME” deriva da una parola della lingua degliAlgonchini, è il maggiore dei fiumi dell’America settentrionale e attraversa gli Stati Uniti da nord a sud. Scende dalle nevi che imbiancano i confini del Canada; dalla regione dei Grandi Laghi, attraversa il Minnesota, il Wisconsin, l’Jowa, il Missouri, l’Arkansas, la Louisiana per sfociare, infine, nel Golfo del Messico.
Il suo bacino imbrifero cade su una superficie grande come sei volte la Francia; le acque che arrivano da tutti i punti cardinali sono capricciose e brutali e i pigri fiumi di pianura  possono diventare, a causa delle condizioni climatiche, veri arieti liquidi che scaraventano nella valle del Mississippi enormi masse d’acqua e di detriti alluvionali perché  le acque che scendono dai muri verticali dei canyon delle  Montagne Rocciose sono impetuose.
L’immenso bacino del Mississippi copre un terzo del territorio degli Stati Uniti e si stende tra le pianure comprese tra le Montagne Rocciose e la catena degli Appalachi a est.
Il Mississippi nasce dal piccolo lago Itasca, nel Minnesota nordoccidentale, a circa 512 m. sul livello del mare. All’uscita del lago il fiume è largo meno di quattro metri ed è profondo circa mezzo metro, attraversa una regione di laghi glaciali, torbiere e paludi per poi sprofondare e scorrere incassato, a una profondità variabile tra i 50 e i 200 m, verso nord-est;  svolta, poi, verso sud e la sua valle si allarga e si restringe presso le Grand Rapids, che tagliano le antiche morene, nel Minnesota.
A Minneapolis, dove compie un salto di 20 metri nelle cascate di Saint Anthony, è largo oltre 305 m. Il fiume lascia questa zona, in cui sono evidenti gli effetti dell’ultima glaciazione, a monte della confluenza con il Missouri, il cui corso ha una lunghezza che supera di molto quella dell’alto Mississippi stesso.
Il Missouri, che nasce nel Montana sud-occidentale, raccoglie e porta  al Mississippi le acque provenienti dalle Montagne Rocciose settentrionali. Un proverbio americano dice :”di tutte le cose mutevoli del creato, le tre più imprevedibili sono la sentenza di un giudice, l’umore di una donna, e la portata del Missouri”. Per disciplinare questo fiume scatenato l’uomo ha costruito la serie di canali  e di chiuse più lunga del mondo. Alla confluenza con il Mississippi, a nord della città di S.Louis, ha già percorso 4000 km; a questo punto  perde il suo nome entrando in un fiume che non solo è due volte più piccolo di lui ma che proviene da una distanza che non è nemmeno la metà di quella che lui ha percorso! ma il fiume impone il suo colore, travolge il Mississippi che ha il colore glaciale dello stato in cui è nato,e gli getta il rosso e il vermiglio delle terre rosse che ha attraversato. Da S.Louis in poi il Missouri sarà una colata  di terra fluida, un liquido fangoso dal colore più o meno scuro a seconda della profondità delle acque perché l’acqua impetuosa  dei fiumi, suoi tributari, ha portato via l’humus, la terra migliore dei campi dell’America, in quantità allarmante,circa cento milioni di tonnellate l’anno, secondo alcune stime.
Il nome, infatti, gli deriva da questa sua caratteristica: il termine sioux, Emissourita, significa "abitanti del grande fiume fangoso".
Dopo altri 200 km l’Hoio, suo tributario, lo arricchisce di una portata d’acqua superiore a quella del Missouri e dell’alto Mississippi insieme.
Questo fiume   è così ricco di acque sia per il regime delle precipitazioni di    tipo oceanico,( cioè con precipitazioni che presentano un massimo invernale e un minimo alla fine dell’estate), sia per  le forti pendenze nella regione  appalachiana che riducono l’evaporazione sia per la natura del suolo molto impermeabile.
Le sue piene, se coincidono con l’acqua alta del Mississippi-Missouri,  sono, a volte, disastrose.
Quando mancano alla foce ancora 1.730 km , poiché il fiume è a soli 82 m s.l.m., la   pendenza è molto ridotta e scorre in un letto  vastissimo, circa 1400 metri.
La zona più bassa della vallata, molto umida, è ricoperta da boschi e paludi e i meandri del Mississippi danno origine  a laghi e a bracci morti a forma di mezzaluna; in questa parte del corso, i depositi alluvionali sono così abbondanti e gli argini secondari   tanto numerosi  che gli affluenti  difficilmente arrivano al fiume e   corrono paralleli per decine o anche centinaia di km.
Malgrado l’apporto di una così grande quantità di depositi alluvionali il suolo non registra   un apprezzabile innalzamento perché  tutta la regione della foce è in via di affossamento.
La  formazione di numerosi  rami e la forte evaporazione riducono progressivamente la larghezza del fiume che, a New Orleans, è di 750 m.
Il delta inizia  a valle della  confluenza del Red River, a nord di Baton Rouge.
Il delta del Mississippi è un delta particolare, come quello del Reno: la sua  è una foce a delta estuariale, cioè le acque marine che entrano  nei bracci del delta hanno un’energia sufficiente a formare estuari; gli estuari dei   bracci incorporati  nel delta favoriscono di più lo sviluppo economico, perché le navi hanno un pescaggio tale da poter   manovrare e attraccare facilmente.
Baton Rouge, capitale della Louisiana, l’ultimo degli stati che il fiume attraversa, ha un  porto fluviale   di primaria importanza.Nel fiume è ancorata la celebre nave americana Kid, che ebbe un ruolo fondamentale nella lotta contro i Giapponesi.
Lo sviluppo economico del porto e l’economia schiavista degli Stati Uniti del Sud  permise nell’Ottocento la formazione di fortune colossali    basate sulla canna da zucchero e sul cotone e i grandi piantatori costruirono le loro lussuose abitazioni lungi il Mississippi, utilizzando il legno di cipresso.
La guerra civile americana, che rappresenta un grande trauma nella storia degli statunitensi, distrusse l’economia del sud e l’opulenta vita dei grandi piantatori che abbandonarono le loro ville,saccheggiate, poi, dai nordisti;qualche villa fu salvata ed è, ai nostri giorni, oggetto di attrazione turistica .
New Orleans, capitale morale del sud degli Stati Uniti,è la stazione d’arrivo del Mississippi; caratterizzata da grattacieli e uffici governativi, è uno dei principali porti statunitensi, crogiuolo di razze e di culture. La città si affaccia sulla sinistra   del fiume,a 110  km dal Golfo del Messico e fu fondata nel 1718 in onore del duca d’Orleans.
New Orleans è la culla del  jazz e degli spirituals e vi sono nati grandi musicisti e interpreti, il più famoso dei quali è Armistrong, il fiore all’occhiello della città e il vanto della Nazione.Il quartiere più famoso, Borbon, conserva i ricordi più significativi del grande suonatore di tromba che occupa l’Olimpo dei grandi della musica. Questo quartiere, francese-spagnolo, con i suoi deliziosi edifici in stile ottocentesco, caratteristici per i balconi di stile spagnolo e i cancelli in ferro battuto, i suoi locali notturni e i suonatori di blues in ogni angolo di strada, è una straordinaria attrazione turistica; (blu era il colore che gli alcolizzati assumevanonell’ultimo stadio della loro malattia, quindi era il colore della morte.) Il jazz e gli spirituals, così come  i riti occulti del vudù sono legati agli schiavi africani, che riuscirono con la creazione di queste forme musicali e i riti occulti a conservare una parte della propria interiorità e della forza di vivere. Il jazz è così radicato nei suoi abitanti,che la città è caratterizzata dalla musica e dall’allegria e anche i matrimoni e i funerali sono accompagnati da bande;. Il sud degli Stati Uniti ha contribuito alla cultura di quel paese con rielaborazioni della musica afro-americana e con altrettanti contaminazioni di quella caraibica e western e il suono del blues si mescola a quella  della tradizione francese e a quella creola. ( I Creoli sono i figli nati dall’unione dei bianchi con gli indigeni).
La città presenta molte altre attrattive :  le case in stile vittoriano monumentale,  circondate da viali di magnolie, camelie e querce;
i numerosi   battelli a pale che   risalgono il fiume ricordano gli show boat ottocenteschi; il suo stadio, utilizzato non solamente per incontri sportivi ma anche per altre manifestazioni, che può contenere fino a 76000 spettatori seduti.
Questa città possiede il porto più grande  del Golfo del Messico,  il secondo degli Stati Uniti, ed è importantissima nell’economia cittadina perché ha numerosi cantieri navali e vi  passano navi cariche di cereali, provenienti dal Meddle West, e di prodotti petroliferi, provenienti dal Messico.
A monte di NewOrleans, sulla riva sinistra del Mississippi si trova il lago di Pontchartrain  attraversato  da un  ponte che misura  40 km,il più lungo del mondo, al centro del quale non si riesce a scorgere la terra; qui vengono scaricate una parte delle acque del fiume.
Uscendo da NEW Orleans, dirigendosi verso  sudovest, si entra in territorio paludoso, infestato da alligatori e roditori, la regione del Bayou. In questa terra malsana,il cui nome significa “canale paludoso”,  in cui la natura  selvaggia è piena di fascino e suggestiva ,i coloni francesi costruirono  le loro case su piattaforme di legno e riuscirono a conservare nel tempo la lingua, la cultura la religione, la cucina e la musica. Qui, dove  i  bracci secondari del fiume, i  bayous appunto, raccolgono le piogge che cadono nel loro bacino, crescono querce dal legno durissimo  adatte alla costruzione di abitazioni adatte al clima subtropicale.La principale occupazione degli abitanti è la pesca dei gamberi.Continuando  verso ovest si raggiunge il  luogo principale dove i Francesi della Nuova Scozia , si radunarono perché obbligati, verso la metà del Settecento, a lasciare la loro terra occupata dagli Inglesi.
Lungo le anse del Mississippi si incontrano le piantagioni e in una di queste ogni anno si celebra una rappresentazione della guerra civile americana, con i costumi dell’epoca.
All’inizio del Novecento la scoperta del petrolio ha dato maggiore impulso alle industrie legate all’estrazione e quelle petrolchimiche sono divenute la base dell’economia dello stato. L’agricoltura ha perso il peso economico con impoverimento delle aree rurali.
Dopo aver bagnato e fecondato una pianura   larga  più di 1000 km,dopo una corsa di    4000 km il Mississippi finisce la sua corsa nel Golfo del Messico.
Ma quando iniziarono le prime esplorazioni del Grande Fiume?
Il primo uomo bianco che vide il Mississippi fu Hernando de Soto, attirato dalle leggende che parlavano di città di oro massiccio in quelle zone    sperdute e isolate popolate  da alcune povere tribù indiane. Arrivò, dall’America del Nord,con una banda di predoni e vide il fiume all’altezza dell’attuale Menphis. Il De Soto e i suoi uomini guadarono il fiume e si inoltrarono in una zona  inondata così vasta che per un mese per poter dormire si appoggiavano gli uni agli altri, in piedi poiché mancava la terra secca; usciti dall’acquitrino continuarono a cercare invano l’oro e quando rividero il Mississippi, dopo un anno circa, erano sfiniti e le loro piaghe puzzavano.
De Soto morì a causa delle febbri e i suoi uomini, temendo che gli indigeni li distruggessero per vendicarsi dei soprusi subiti, lo   gettarono nel fiume dopo aver appesantito il cadavere di pietre e andarono a raccontare che era salito in cielo, nella casa di suo padre, il dio Sole.
Molti cercatori d’oro si avventurarono lungo le sponde del fiume a partire del  XVI secolo, ma il primo che  volle sfruttare i boschi e le praterie percorse da    bisonti fu Robert  Cavelier de La Salle ,un francese della Normandia; a 22anni abbandonò il seminario dei Gesuiti che aveva frequentato per sette anni e partì per il Canada. Anche se la vita che aveva condotto in Francia non lo aveva preparato ad una esistenza in regioni selvagge, egli mostrò  ben presto le sue capacità di sopravvivere nelle  foreste, riuscendo ad allacciare durevoli rapporti di amicizia con le tribù indiane.Nel 1666, arrivato in Canada, comprò un appezzamento di terreno lungo il San Lorenzo e si mise a fare l’agricoltore. Dopo alcuni anni, stanco di quest’esistenza monotona, pensò di esplorare le regioni di sud-ovest. Aveva sentito dire dagli indiani che al di là del lago Ontario doveva esserci un fiume Ohio, cioè “ Bell’Acqua”,che scorreva più o meno in direzione sud-ovest e che si diceva sfociasse in un mare caldo. La Salle pensò che se il fiume fosse sfociato nel Pacifico avrebbe potuto intrecciare rapporti commerciali con i Cinesi. Deciso a trovare il misterioso fiume, vendette la sua terra e si dedicò completamente alle esplorazioni.Dopo varie vicende, pare che una guida indiana accompagnasse l’esploratore fino al fiume Hoio e che i Francesi lo discendessero in canoa. Ma col sopraggiungere dell’inverno   alcune contrarietà lo costrinsero a ritornare a Montreal. Era il  1670 e dovevano passare altri otto anni prima che il La Salle  riprendesse le sue esplorazioni.Nel frattempo anche altri uomini cercavano la foce del Mississippi e si resero conto quando raggiunsero la confluenza con l’Arkansas, che non sfociava nel Pacifico ma nel Golfo del Messico. La Salle rimase deluso da quella notizia ma poi che in quei territori poteva fondare un vasto impero francese in America.In questa sua ambizione ebbe l’appoggio del Governatore generale della Francia e fu nominato a sua volta governatore di una stazione commerciale sull’Ontario.Il commercio delle pelli di bisonti rese molto ai due uomini e  il giovane esploratore fu inviato in Francia per esporre a Luigi XIV il suo piano d’espansione. Il sovrano pur facendogli alcune concessioni non finanziò l’impresa e La Salle dovette ricorrere ai ricchi parenti.Quando riprese le esplorazioni la sfortuna cominciò a perseguitarlo.Ciononostante continuò a perlustrare i vari tributari del fiume lottando sia con le avversità dei luoghi che con le tribù nemiche indiane.Gli esploratori oltrepassarono paludi e boschetti di cipressi altissimi; La Salle si fermava ad intervalli regolari per scendere a terra e prendere possesso dei villaggi indiani in nome della Francia e affascinava coi suoi discorsi gli anziani delle tribù. Nel 1682 raggiunse la distesa d’acqua del Golfo   del Messico. Dopo aver radunato a monte del delta del fiume tutti i partecipanti alla spedizione, egli eresse una croce  e una piastra di piombo porta incise  le parole : ”qui regna Luigi il grande, Re di Francia e di Navarra”;quindi battezzò con il nome del re il vasto territorio che aveva aperto all’espansione francese dichiarando :” prendo ora possesso, in nome di sua maestà di questo territorio della Louisiana”.Con queste parole, La Salle affermò il dominio della Francia su una colonia la cui estensione era infinitamente superiore a quella della madrepatria.In una successiva esplorazione  le sventure si abbatterono sulla spedizione e, nel 1687, cadde vittima di un agguato; gli assassini spogliarono il corpo del comandante e lo abbandonarono in preda agli avvoltoi. Questa fu la fine di un grande uomo che aveva consentito ai coloni francesi di mettere radici  lungo il Mississippi.  
Il ruolo  del fiume, oggi, è così importante che il governo federale ne controlla il corso che raggiunge i 5970 km, per proteggere le zone circostanti dalle inondazioni e dalle eccessive alluvioni,e vigila sullo stato delle acque per salvarlo dall’inquinamento; all’inizio del Novecento la scoperta del petrolio ha dato maggiore impulso alle industrie legate all’estrazione e quelle petrolchimiche sono divenute la base dell’economia dello stato, con conseguente impoverimento delle aree rurali, facendo perdere all’agricoltura   il peso economico che aveva prima.
Ancora una volta l’uomo ha modificato l’ambiente e quello che gli indiani Ojibwa chiamavano il Grande Fiume” è serrato come dai muri di una prigione da cinquemila chilometri di argini, larghi 150 metri e alti 25.

 

Fonte:http://www.alighierict.it/produzionestudenti/I%20fiumi%20del%20mondo%20(III%20A%20prof.%20Lucia%20Sciacca%202002-03)/MISSISSIPPI_35.DOC

 

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