Dal segno alla scrittura

 

 

 

Dal segno alla scrittura

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più leggi la nostra Cookie Policy. Scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.I testi seguenti sono di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente a studenti , docenti e agli utenti del web i loro testi per sole finalità illustrative didattiche e scientifiche.

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Dal segno alla scrittura

Circa un milione di anni fa sulla Terra apparve l’uomo, dopo una lenta evoluzione dal mondo animale. Egli, attraverso il lavoro, fu in grado di procurarsi tutto ciò che serve per la sopravvivenza.
Le condizioni dell’umanità si trasformarono nel tempo attraverso fasi successive in gran parte determinate dalle variazioni climatiche. Senza addentrarci nella descrizione delle varie età , che si caratterizzano dall’uso degli strumenti di lavoro via via sempre più perfezionati, possiamo ricordare alcuni momenti fondamentali per lo sviluppo conoscitivo dell’uomo.
All’inizio egli usò la pietra come strumento di caccia, quindi scoprì il fuoco che trasformò radicalmente le sue consuetudini: i cibi cotti erano più digeribili e lasciavano più spazio per la ricerca e il pensiero; ci fu la possibilità di sopravvivere in zone più fredde, si cominciarono a fondere i metalli. La creatività innata dell’uomo trasse esperienza da ogni scoperta, spunti per avanzare progressivamente e incidere sulle realtà che lo circondavano , trasformandola, utilizzando strumenti , mezzi artificiali, fuori dagli stretti mezzi naturali. Diffondendosi in molte parti della Terra, furono inventati l’aratro, la ruota , la vela , si fusero i metalli, si costruirono edifici in pietre e mattoni, ci si espresse attraverso l’arte, la religione, la poesia, mentre sempre più avanzavano le invenzioni tecnologiche e le scoperte scientifiche.
Si passò dalla caccia alla raccolta di vegetali spontanei, ai prodotti ortofrutticoli, ai cereali;  sorse la civiltà della terracotta , che permise la conservazione dei semi, l’approvvigionamento di olio, farina e vino. Si differenziarono le mansioni, mentre l’eccedenza dei prodotti promossero contatti tra i vari popoli. Così sorsero le città, e le grandi , straordinarie manifestazioni delle civiltà cosiddette idrauliche (Mesopotamia, Egitto, India ecc.) . Contemporaneamente a questo sviluppo , in cui la popolazione si articolò in settori lavorativi e di ricerca sempre più complessi, nacque la scrittura, che aprì infinite vie alla informazione, alla diffusione delle idee, alla creatività. I legami tra i popoli ( che divennero presto Stati ), si intensificarono, e la trasmissione tra generazione e generazione divenne più organica e salda.
Lo studio delle varie espressioni dell’umanità nel tempo e nello spazio, a chi sa vedere, crea un senso di fratellanza anche con coloro che sono già passati : l’ammirazione , la suggestione del mondo passato suscitano in noi il senso profondo della dignità dell’uomo, che da bestioni che sembrano senza avvertire, avvertono poi ( da Vico ) e creano mondi e vie affascinanti, dando impulso alla vita di tutti.

Le prime informazioni registrate

La scrittura rappresenta un modo di fissare , trattare e trasmettere le informazioni e il suo studio appartiene a quello , molto più ampio, dell’insieme dei segni o notazioni. Per segno o notazione si intende ogni oggetto materiale creato o utilizzato per registrare, conservare, trattare, trasmettere e leggere ( o decodificare) informazioni : si tratta di frammenti ossei incisi, oggetti in pietra o avorio con tacche incise, graffiti e dipinti su caverne o rocce, ma anche il quipu incaico o il wampum pellerossa, in tempi molto più recenti, rappresentano un sistema artificiale di registrazione. I nostri antenati hanno lasciato moltissimi di questi segni a partire da 35.000 anni a.C. in Europa (inizio Paleolitico o Età della Pietra) e addirittura da 60.000 anni a.C. in Africa. Dall’esame di questi reperti non risulta sempre chiaro il modo di registrazione delle informazioni, né il loro possibile recupero. Quello che è certo è che l’uomo , da sempre, ha sentito la necessità , l’impulso di registrare informazioni, cioè di creare una memoria artificiale, nel cui codice intervengono quattro fattori, che possono anche non coesistere contemporaneamente: forma, distribuzione spaziale, accumulo nel tempo e numero. Un es. attuale di codice di memoria artificiale è per noi la corona del Rosario, i cui fattori sono la distribuzione spaziale degli elementi (o grani), e il numero dei grani ; il numero dei grani rappresenta la sequenza delle preghiere e la lunghezza dei segmenti della catena fra grano e grano indica la preghiera da recitare . In modo analogo le tacche incise su un osso o su un bastone memorizzano un fatto ( quale ?) e il fattore importante è il numero e non ( in genere) la loro distribuzione spaziale; importante è che in questo manufatto è possibile l’accumulo nel tempo.

Questi sistemi artificiali hanno sicuramente arricchito qualitativamente il patrimonio collettivo della società paleolitica; forse erano appannaggio solo di pochi individui ma hanno comunque modificato l’atteggiamento mentale . Questo sistema di segni non è però una scrittura , in quanto non ha un inizio e una fine chiara, una direzione precisa e il contenuto narrativo è solitamente inesistente. Non esiste quindi un codice simbolico unificato che è tipico della scrittura, è solo un avvicinamento ad essa ; la scrittura si definisce infatti come codice che fissa visivamente gli enunciati verbali di una lingua. La scrittura vera e propria non è un evento concentrato nello spazio e nel tempo, ma piuttosto un processo ampio che ha radici addirittura nel neolitico (8.000 a.C.), di cui si hanno testimonianze in Anatolia, in Siria, nella Palestina, nella Mesopotamia, nell’Altopiano iranico, nel continente europeo sud-orientale e nel sub-continente indiano (civiltà di Harappa).

La scrittura nell’ Europa Antica

Secondo recenti ipotesi, nel 6.000-5.000 a.C., sarebbe esistita una sorta di scrittura con finalità religiose e rituali nell’Europa Antica dei Balcani, per il culto della Grande Dea. In questo territorio esisteva una società paritaria, senza ordini gerarchici, a tradizione matrilineare . A testimonianza sono state ritrovate moltissime sculture di figurine femminili, con iscrizioni o formule o invocazioni, insieme a coppe e piatti come recipienti di culto; tra i reperti ci sono anche pesi da telaio con iscrizioni: la Grande Dea era infatti anche patrona dell’arte tessile ( esclusivo patrimonio femminile). Le invasioni indoeuropee interruppero il corso naturale della civiltà europea ma l’eredità della scrittura passò all’Egeo, dove studi recenti, hanno rilevato una notevole somiglianza con la scrittura lineare A cretese .
Se consideriamo la civiltà dell’”Europa Antica” molto più antica di quella mesopotamica, allora è possibile che la tradizione della scrittura dell’Europa antica abbia dato un impulso al processo di formazione della scrittura sumerica. La somiglianza tra i due sistemi di segni è notevole e quindi non fortuita. D’altra parte sappiamo che, a causa di invasioni ad ondate successive, si formarono movimenti migratori dall’Europa continentale fino alla Siria e alla Mesopotamia, che erano collegate al medio oriente da vie commerciali importanti. Queste ondate migratorie risalgono alla fine del quinto millennio a.C. e recenti scoperte geologiche hanno fornito testimonianze del diluvio universale, evento che ha cambiato la storia. Esisteva una via di terra che univa Europa e Asia Minore, nella regione del Bosforo. Con l’innalzamento del Mediterraneo circa 5500 a.C., le acque invasero il Mar Nero, il cui livello si innalzò, sommergendo molte regioni costiere e determinando lo spostamento dei popoli dall’area del Mar Nero verso l’Europa sud-orientale , l’Asia Minore e la Mesopotamia. Queste scoperte permettono di datare un’era antidiluviana e un’era post-diluviana e portano ad ipotizzare che il repertorio dei segni visivi fosse lo stesso per Medio Oriente ed Europa sud-orientale in epoca antidiluviana; successivamente questo patrimonio può aver influito sulla formazione della scrittura sumerica in Mesopotamia. Il parallelismo tra le due scritture non sarebbe quindi occasionale : esso è stato rilevato sia  nelle forme semplici che nei dettagli. 

Nascita della scrittura in Mesopotamia

La nascita della scrittura è una conquista recente: l’homo sapiens sapiens (= uomo moderno) fa la sua comparsa già 100.000 anni fa. Come mai , nonostante il “sistema dei segni”, è passato così tanto tempo dalla comparsa dell’uomo alla invenzione della scrittura, che si fa risalire, nel vero senso del termine, al 3.200 a.C. ? Gli studiosi hanno evidenziato che perché nasca una scrittura è necessario che nella società siano presenti particolari condizioni: capacità di pensiero simbolico, linguaggio parlato e non vocalizzazioni, bisogno di comunicare anche stati emotivi, abilità manuale, pensiero creativo, condizioni socio-economiche favorevoli. Queste caratteristiche si sono realizzate in Mesopotamia , considerata culla della scrittura .

Lo sviluppo della scrittura mesopotamica richiese almeno 6.000 anni. Uno studioso dell’Università di Chicago, Edward Chiera, per meglio evidenziare la sequenza che ha portato ad una vera e propria scrittura, ha ipotizzato l’esistenza di 8 ignoti inventori: 6 contabili o amministratori e 2 scribi. I contabili hanno perfezionato la scrittura e l’archiviazione di registri, gli scribi hanno modificato la funzione originaria della scrittura cuneiforme da strumento per la contabilità, a mezzo adatto alla commemorazione di defunti, aprendo la via all’uso per scopi letterari.
Un contadino vissuto nell’8000 a.C. ( primo inventore ) , in medio Oriente (Siria), fabbricò dei gettoni (o contatori) di argilla per inventariare i propri beni. Ad ogni forma diversa di gettoni assegnò un significato: cono per una piccola misura di grano, sfera per una misura più grande di grano, cilindro per gli animali. Era il primo codice visivo, un sistema di manufatti creato per comunicare informazioni specifiche di merci ( grano, animali). Il sistema rimase in uso per 5000 anni. Nel quinto millennio a.C., con la nascita delle città, i gettoni divennero più evoluti e diversificati, con forme e segnature incise o punzonate: per i montoni, per le pecore, per gli agnelli, per sesso ed età,olio, vino,  anatre da arrostire,  pane ,  lana,  vestiti, tessuti,  tappeti,  barche, attrezzi e metalli. I gettoni rappresentavano una corrispondenza uno ad uno: 6 anfore d’olio = 6 ovoidi, ecc. Il sistema era scomodo ed ingombrante! Nel 3500 a.C. , un secondo contabile, probabilmente della grande città sumera di Uruk, si pose il problema di conservare in archivi sicuri questi gettoni . Preparò delle palle di argilla cave (bullae) in cui conservare i gettoni. Sulla superficie delle bullae gli amministratori, i creditori e i debitori potevano apporre il proprio sigillo, per garantire la transizione. Un terzo inventore, nello stesso periodo, pensò a come rendere visibile facilmente il contenuto delle bullae: iniziò ad imprimere i gettoni sulla superficie esterna, passando da una dimensione tridimensionale ad una bidimensionale. Questo avvenne probabilmente in Siria o a Susa (Elam , in Iran sud-occidentale). Un quarto inventore , nel 3300/3200 a.C. , a Uruk o ad Elam o in Siria, cominciò ad incidere su una tavoletta le forme dei gettoni, sbarazzandosi così sia dei gettoni che delle bullae : i conteggi potevano essere letti e confrontati ed erano facilmente trasportabili. Verso il 3100 a.C. un quinto inventore utilizzò uno stilo appuntito per incidere i segni, invece dello stampo, di minor precisione. I segni non avevano più una corrispondenza uno ad uno. L’inventore introdusse segni di numerali astratti: ad es. non più 10 segni di “anfora d’olio” per indicare 10 anfore, ma il segno “anfora d’olio” preceduto dal segno del numerale astratto 10. Quindi : 1= incisione a forma conica, 10= sfera. Per cui “ 33 anfore di olio” erano indicate da 7 segni e non già da 33: ( 3x 10 + 3x 1+ ”anfora d’olio”). Da questo momento scrittura e contabilità si separano con due sistemi diversi di segni. Intorno al 3000 a.C. , un sesto inventore affrontò il problema di registrare sulle tavolette i nomi degli individui che davano o ricevevano i beni elencati . Inventò segni che avevano significato di suoni, i primi fonogrammi. Questi erano schizzi di oggetti facili da disegnare e che rappresentavano il suono della parola : es. la sagoma di un uomo , in sumerico, rappresentava il suono “lu” e quello della bocca il suono “ka” , quindi le sillabe che componevano il nome erano scritte come in un rebus : “lu” + “ka” = “luca”. Con i fonogrammi la scrittura veniva finalmente associata ai suoni della lingua!
Nel 2800 a.C. la scrittura era ancora connessa alla contabilità : elenchi di merci ricevute o fornite da un tempio, donazioni di terreni ecc. Un settimo inventore , forse uno scriba alla corte del re di Ur , nel 2700-2600 a.C., utilizzò un bulino per incidere oro, argento e lapislazzuli e quindi non su tavolette di argilla, ma su oggetti da deporre  nelle tombe. Secondo l’uso sumerico, il nome del morto doveva essere ripetuto ad alta voce ad intervalli regolari, perché la sua anima continuasse ad esistere nell’aldilà : l’incisione del nome, seguito magari dal titolo, rendeva la cosa molto più facile e sicura! (sigillo di “Puabi, regina”). La scrittura cominciò ad avere funzione anche funeraria.
Nel 2600-2500 a.C. l’ottavo inventore : probabilmente fu uno scriba , che incise il nome dei defunti su piccole statue di dei, aggiungendo una preghiera di lunga vita nell’aldilà. Nella preghiera usava frasi con soggetto, verbo, complemento: la via per la letteratura era aperta !!

Testimonianze relative all’ipotesi dell’origine contabile della scrittura

L’ipotesi della origine della scrittura a scopo contabile , si avvale della testimonianza archeologica basata sul ritrovamento della “cretula” , nucleo di argilla o gesso, pressato e posto su oggetti o come pendente da documenti. La cretula era posta tra due parti, di cui una mobile e recante una o più impronte di sigillo. Questo garantiva contro l’effrazione durante i trasporti di merci o nel deposito in magazzini ; serviva anche da documento–ricevuta nelle transazioni di beni. Ogni cretula ha un recto e un verso ; uno porta l’impronta di un sigillo e l’altro l’impronta dell’oggetto sigillato. Man mano che le cretulae venivano staccate per il ritiro dei beni , erano raccolte in piccoli gruppi e poi archiviate , forse per un anno; successivamente erano gettate, perché, non recando nessuna data, potevano creare confusione e mescolarsi con quelle dell’anno successivo. Le cretulae costituivano delle ricevute vere e proprie ed erano rigorosamente codificate per un perfetto funzionamento amministrativo. Dai ritrovamenti archeologici si è stabilito che questa tecnica risale  almeno al 7000 a.C. , sia in Mesopotamia che a Creta , in Turchia, in Siria , e in Sudan ed era usata parallelamente ai gettoni di conto . Le cretulae, le tacche, i gettoni sono testimonianza di operazioni giuridico-amministrative risalenti ad epoche antichissime. L’archiviazione delle cretulae può addirittura aver determinato lo sviluppo delle soluzioni architettoniche dei palazzi e dei templi, in cui i magazzini rappresentano la parte predominante. Infatti tutta l’economia era basata sull’accumulo e la ridistribuzione  dei beni, e tutti i salari venivano pagati in natura , come anche le offerte ai santuari  ( vere e proprie tasse!). L’uso delle cretulae è continuato  anche con l’avvento della scrittura ; le cretulae sono l’equivalente dei piombini e della ceralacca, che ancora oggi vengono utilizzati.

Scrittura cuneiforme

I Sumeri furono i primi ad esprimere le parole della lingua parlata con segni visivi, inventando la scrittura cuneiforme, nome che si riferisce ai segni che la compongono simili a cunei. Sono state formulate due ipotesi: o l’uomo comincia con pittogrammi via via dotati di segni-parola e segni-suono, secondo la tecnica del rebus e successivamente si arriva alla scrittura fonetica; oppure la scrittura nasce da tecniche contabili ( gettoni tridimensionali, usati fin dall’epoca neolitica per contabilizzare e simboleggiare i vari beni ,ecc.). Nella zona di Uruk sono state ritrovate circa 5.000 tavolette risalenti alla fine del IV millennio, quando si assiste alla nascita delle città-stato; queste tavolette permettono una descrizione dei segni e dei procedimenti usati : documentano raccolti, proprietà di animali, informazioni sul quotidiano e leggi ed evidenziano un sistema di scrittura costituito da circa 2.000 caratteri ( più tardi diminuiti fino a 300-400), disposti dapprima verticalmente e poi orizzontalmente (3.000 a.C.) , da sinistra a destra, per non rovinare l’argilla ancora fresca!! In questa area geografica si parlavano molte lingue diverse: il sumerico, l’accadico (lingua semitica) e lo hurritico. Forse la scrittura sumerica era poliglotta: i segni logografici ( un segno= una parola) , sono infatti leggibili in sumerico ma anche in tutte le lingue; i segni fonetici erano basati sulla identificazione delle parole e della forma. Per tracciare questi segni gli scribi usavano tavolette di argille e uno stelo di giunco ( o calamo) con una estremità tagliata a scalpello e l’altra cilindrica: era ovviamente difficile tracciare linee curve sulla superficie argillosa con un tale strumento. Il calamo veniva affondato obliquamente con una leggera rotazione del polso. I segni noti sono circa 600 ( di cui 60 numerali) , costruiti basandosi unicamente su tacca e cerchio e giocando su dimensioni, orientazioni, associazioni e incastri , rotazioni, inversioni, tratteggi…
L’insieme della scrittura ha richiesto la messa a punto di un sistema elaborato di segni che si costituisce in tre fasi:
SISTEMA DEI SEGNI (creare i segni) : è formato da numerali, parti del corpo umano, strumenti, manufatti, animali, vegetali tracciati per intero o solo in parte, stilizzati o per astrazioni ( difficilmente identificabili attualmente).
SIGNIFICATO DEI SEGNI O ERMENEUTICA (rendere i segni significativi ): non è la sostanza dei segni ciò che importa ma il loro valore.  Importanti sono i segni a valore fonetico detti morfofonogrammi, in cui più sottocaratteri vengono composti fra loro, uno con funzione figurativa e gli altri con funzione fonetica. Un’altra tecnica è quella del rebus ; ad es. una corona = RE + onde = MARE  danno la parola REMARE.
ANALOGIA ( utilizzo dell’analogia): legame tra segno grafico e ciò che rappresenta; es. ABGAL = esperto, deriva da due segni primitivi associati : NUM e ME : il primo indica nobiltà , eccellenza ; il secondo dà l’idea della qualità propria a qualcuno o a qualcosa; insieme esprimono il concetto di abilità. GIBIL = GI + NE ( sottocaratteri) : GI è un carattere fonetico e specifica la pronuncia dell’inizio parola ; GI traduce la parola canna, NE (letto BIL) significa bruciare, incendiare; sono associati materiali infiammabili e il verbo bruciare. Quindi il segno GIBIL esprime il nome divino del dio del fuoco oppure significa “canneto che brucia”. Le osservazioni precedenti denotano che la scrittura sumerica non fu frutto di immaginazione solitaria e non fu costruita a caso o in base a necessità impellenti : essa è uno sforzo deliberato di costruire un sistema coerente teso a classificare i segni e la realtà e ad arricchire la conoscenza stessa della realtà circostante. La lingua sumerica fondamentale è quella orale, quella scritta dispone di una certa autonomia ; tra le due forme non ci sono legami gerarchici o di dipendenza, piuttosto di coordinazione.
I segni divennero sempre più stilizzati , tanto che il primitivo pittogramma venne così trasformato da essere di difficile interpretazione. Gli scribi compilavano lunghi elenchi dove per ogni segno si indicavano i diversi significati a seconda del contesto : gli elenchi erano una sorta di vocabolario.
Nel II millennio il cuneiforme è ormai diventato scrittura internazionale , dall’Armenia fino alla Persia e perderà il suo dominio nell’VIII sec. a.C. , con l’avvento dell’aramaico ( scrittura alfabetica originaria della Siria). 

Gli Egizi

In Egitto sono state trovate testimonianze di scrittura ( con funzione rituale e non pratica o economica come quella numerica), risalenti al 3400-3200 a.C., più antica quindi di quella mesopotamica. La testimonianza più spettacolare è quella della tomba reale di Umm el-Qaab1, vicino ad Abido, in cui sono state trovate grandi quantità di vasi e di ceramiche portanti incisioni in un’antica versione della scrittura egizia; vi sono logogrammi per rendere parole, fonogrammi per gli elementi fonetici e determinativi per indicare la classe semantica della parola. Il tutto indica una fase avanzata di sviluppo della scrittura già all’Epoca della “ Dinastia Zero “, cioè quando ancora Alto e Basso Egitto erano indipendenti. Le iscrizioni somigliano ad etichette , con un’icona centrale e simboli aggiunti numerici e non. L’icona è un animale : scorpione, falco, pesce, testa di toro, e le iscrizioni rappresentano nomi di governanti o indicano quantità e origine di beni. Questa scoperta dell’uso di una scrittura già evoluta nell’Egitto pre-dinastico, toglie il primato alla Mesopotamia.
La scrittura geroglifica (immagini raffiguranti elementi del mondo egiziano) è in gran parte fonetica, cioè molti segni rendono una consonante o una serie di consonanti , secondo la tecnica del rebus. Vi sono poi segni alfabetici e segni determinativi. Ad es. i termini che designano un’attività compiuta con la bocca, terminano con un geroglifico che rappresenta un uomo seduto che si porta la mano alla bocca, quelli che implicano l’idea di forza fisica utilizzano il geroglifico che rappresenta un uomo o il suo braccio, che impugna un bastone…. Il determinativo serve anche a dividere le unità lessicali in quanto non ci sono segni di interpunzione o di separazione fra le parole.

Dal sistema di scrittura egiziano nasce la scrittura proto-sinaitica, attribuita alla manovalanza di origine semitica impegnata, per conto degli Egizi, nel lavoro delle miniere di rame e turchese del Sinai ( XVII-XVI sec. a.C.). Questa scrittura  è stata trovata in un’iscrizione , forse omaggio alla dea egizia Hathor, patrona delle miniere e in altri testi di non completa decrifrazione. L’analisi ha stabilito che questa scrittura utilizza circa 30 segni di tipo pittografico, simile ai geroglifici e  costituiscono un alfabeto composto solo da consonanti ; il valore dipende dalla prima consonante del nome semitico dell’oggetto raffigurato dal segno. Questo primo alfabeto semitico ebbe sorprendenti sviluppi ; si diffuse nel Sinai e nella Palestina e di conseguenza sarebbe all’origine dell’alfabeto fenicio e di conseguenza di quello greco, etrusco, latino, ma anche di quello aramaico, arabo, ebraico e indiano. Le ultime campagne archeologiche hanno scoperto la scrittura proto-sinaitica anche in zone del sud dell’Alto Egitto, il che dimostrerebbe quindi l’insediamento di popolazioni semitiche in questa zona.

I Fenici

I Fenici vengono considerati gli inventori dell’alfabeto e lo esportano nei paesi del Mediterraneo insieme alle merci . L’alfabeto fenicio rappresenta con singoli segni i diversi suoni consonantici, che concorrono a formare la parola, cioè la parola pronunciata viene scomposta nei suoi elementi fonetici, rappresentati da un segno specifico. I singoli segni alfabetici sono ideogrammi stilizzati e semplificati; a ciascuno viene attribuito il valore fonetico corrispondente alla iniziale della parola con cui si indica l’oggetto rappresentato; ad es. l’ideogramma che rappresenta la superficie d’acqua , pronunciato mem, fu usato per la lettera M, l’ideogramma indicante il cammello pronunciato gamil, fu usato per la lettera G ecc. Il senso della scrittura va da destra a sinistra . Ci sono 22 suoni consonantici e le vocali non vengono indicate nella scrittura : verranno poi introdotte dall’alfabeto greco; d’altra parte le lingue semitiche antiche hanno un vocalismo semplice e le varie vocali sono determinate dalla funzione sintattica della parola.

E nell’epoca della comunicazione telematica ?

La scrittura è in continua modificazione . Con l’avvento della tecnologia della comunicazione, con i cellulari, i computer, internet, si tende ad abbreviare sempre più la parola, utilizzando note tachigrafiche ( es. perché = xkè). La scrittura si piega alle esigenze della tastiera così come all’origine accadde con la pietra, l’argilla, il papiro, la pergamena, la carta. Per consentire una maggiore velocità di scrittura durante le chat (conversazioni scritte, in rete, tra due o più interlocutori ) si usano ad esempio gli emoticons = faccine , che servono ad esprimere lo stato d’animo degli interlocutori : la scrittura tiene il passo del pensiero e del dialogo.

 

BREVE GLOSSARIO

 

CUNEIFORME :

FONOGRAMMA :

GEROGLIFICO :

IDEOGRAMMA :

LOGOGRAMMA :

PITTOGRAMMA :  

MORFOFONOGRAMMA :

 

Fonte: http://www.smgoretti.it/testi_attivita/GSD/IncontriCulturali/2003/SegnoScrittura.doc

Sito web da visitare: http://www.smgoretti.it

Autore del testo: L.S.Lucchesi

Nota : se siete l'autore del testo sopra indicato inviateci un e-mail con i vostri dati , dopo le opportune verifiche inseriremo i vostri dati o in base alla vostra eventuale richiesta rimuoveremo il testo.

Parola chiave google : Dal segno alla scrittura tipo file : doc

 

Dal segno alla scrittura

 

 

Visita la nostra pagina principale

 

Dal segno alla scrittura

 

Termini d' uso e privacy

 

 

 

Dal segno alla scrittura