Dalla Grande Inflazione all'Euro

 

 

 

Dalla Grande Inflazione all'Euro

 

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Dalla Grande Inflazione all'Euro

La Crescita Frenata.
Le elezioni amministrative del 15 giugno 1975 vedono uno spostamento dell'elettorato a sinistra:

  • DC, Pli e Psdi sconfitti
  • Pci investito dalle responsabilità di governo in numerosi comuni e province

il clima internazionale era il seguente:

  • rapporti tra usa e urss
  • differenziazione tra le posizioni del comunismo sovietico e quello dei partiti comunisti occidentali

le elezioni politiche del 2 giugno del 1976  vede il DC con il 38,7% dei voti, e il PCI con il 34,4% dei voti (era la principale forma di opposizione, ma non avvenne il sorpasso).

L'emergenza sociale ed economica del paese richiedeva un governo di unità nazionale costruita su un terreno di valori comuni ai 2 grandi partiti popolari.
→ strategia della tensione
→ sanguinosa catena di violenze
→ braccio di ferro tra sindacati e categorie imprenditoriali
→ economia compromessa dalla crisi valutaria e dall'inflazione
porta a una formazione di una maggioranza sostenuta attraverso la non sfiducia del Pci (elezione di Igrase, leader del pci, alla presidenza della camera)

1976: è un anno di cambiamenti sia a livello mondiale (ripresa della produzione e dello sviluppo internazionale) sia in Italia:

  • il pil cresce del 5,9%
  • aumento della produzione industriale del 12%
  • rilancio degli investimenti, della produzione e dei prodotti
  • esportazioni come componente dinamica.

Si ebbe una ripresa economica, che ebbe effetti destabilizzanti sui rapporti con l'estero → squilibrio della bilancia dei pagamenti.
La funzione trainante dell'italia era data dalla:

  • svalutazione del cambio
  • diminuzione del costo del lavoro per unità di prodotto
  • aumento della produttività

che consentirono l'uscita dalla stagflazione.
Il Governo Andreotti mise in atto un Governo di risanamento con obbietivo:

  • blocco dell'inflazione
  • riequilibrio dei conti con l'estero

attraverso:

  • contenimento della spesa
  • aumento delle entrate tributarie
  • ridimensionamento dei consumi
  • riduzione del costo del lavoro
  • investimento pubblico per mantenere alto il livello produttivo che controllando la produzione si sarebbe potuta deprimere nell'ambito

- dell'edilizia
- dell'agricoltura
- dell'energia nucleare

  • riordino della finanza locale
  • riconversione industriale
  • riassetto delle partecipazioni statali
  • rigidi limiti all'indebitamento
  • obbligo del pareggio di bilancio
  • divieto di nuove assunzioni a comuni e provincie

Nel 1977 viene istituito il Cipi (comitato interministeriale per la politica industriale) e il Fondo per la ricostruzione e la riconversione → concessione di crediti agevolati a favorire piani di ristrutturazione delle imprese attraverso una legge:

  • rilancio della programmazione
  • riorganizzazione dell'azione politica industriale sui piani di settore per i comparti automobilistici, siderurgico e chimico.

Aumento dei fondi di dotazione Iri, Eni, Efim e Gepi.

Sempre nel 1977 si ha il superamento della fase più acuta della crisi valutaria:

  • nuovi prestiti internazionali dalla Cee e dal Fmi necessari per ripianare il deficit della bilancia dei pagamenti
  • pari conto con l'estero, altri saldi positivi → abolizione delle restrizioni monetarie introdotte nei mesi precedenti e discesa graduale del tasso di sconto
  • diminuzione dell'inflazione
  • rivalutazione della lira sul dollaro
  • rallentamento della crescita del costo del lavoro e dei prezzi dei beni importati
  • buoni livelli di crescita del Pil.

I problemi erano i seguenti:

  • inefficaci le misure per fornire l'occupazione giovanile
  • disavanzo corrente nel settore pubblico aumenta del 58% rispetto all'anno precedente
  • balzo in avanti di nuovo per la spesa pubblica:

- prestazioni sociali
- riforme nell'ambito del Wellfare (sanità e politiche abitative) → nasce il servizio sanitario nazionale e la tutela alla salute
- sviluppo dell'apparato amministrativo conseguente alle istituzioni delle regioni a statuto ordinario (1970)
crescono i bisogni dello stato, quindi il debito pubblico, e vengono emessi un maggior numero di Bot.

Sul piano sociale si mise in atto la politica della fermezza (1976-1978) governo Andreotti, che assieme alla solidità dei partiti dell'anno costituzionale si riuscì a contenere i movimenti eversivi → tenuta del sistema politico.
La stabilità del governo venne garantita dal voto del Pci in favore al 4° esercizio Andreotti. Ciò venne imposto dalla direzione  delle circostanze. Il fine del processo politico andava in fine di una soluzione unitaria a causa:

  • assassinio di Moro (leader democristiano) principale assertore di questa prospettiva nel 1978
  • difficoltà del Pci di affrancarsi dai suoi vecchi retaggi e la sua posizione di arroccamento sulle rivendicazioni più radicali del movimento operaio

nel 1979 ci sono altri 2 eventi:

  • dopo Leone diventa Pertini il nuovo presidente della repubblica (socialismo italiano)

- > larghissima base di consumo  che assicura una difesa delle istituzioni democratiche in anni di difficoltà e incertezze.

  • Elezione di Giovanni Paolo II che si adoperò per la pace, il rispetto per i diritti umani e l'aiuto ai paesi sottosviluppati → protagonista della scena internazionale

nello stesso anno la crescita proseguì rigorosa:

  • incremento della produttività, degli investimenti e dei profitti
  • vivace andamento delle esportazioni

ma vi sono preoccupazioni su diversi fronti:

  • inflazione superiore agli altri paesi europei
  • disavanzo nei conti con lo stato
  • elevato tasso di disoccupazione giovanile
  • debito pubblico uguale al pil
  • rigidità del mercato del lavoro e dei meccanismi salariali. Volano nella spirale inflazionistica e ostacolo alla ristrutturazione dell'apparato industriale.

Di conseguenza venne seguito un atteggiamento prudenziale dalla Banca d'Italia, con a capo Baffi che pose in evidenza la necessità di indipendenza della Banca d'Italia dal ministro del tesoro. L'obbiettivo era il controllo della base monetaria e la lotta all'inflazione. Con lui si abbandona l'Idea di sostenere la crescita industriale attraverso strumenti volti ad agevolare il ricorso delle imprese all'indebitamento.
Si sceglie una politica di razionamento del credito:

  • aumenta il tasso di sconto e i tassi sulle operazioni di credito agevolato
  • irrigidimento della disciplina della riserva obbligatoria
  • reintroduzione dei massimali sull'espansione degli impieghi bancari.

La Crisi dell'Impresa Pubblica
gli Anni 70 vedono un clima di distensione grazie all'azione mediatrice del segretario di stato e di Nixon.
Essi si chiusero con profondi mutamenti internazionali:

  • Intervento Sovietico in Afghanistan (1979) → richiamo dell'attenzione sulla delicata situazione meridionale e sul ruolo dei paesi produttivi di petrolio
  • guerra in Iran
  • Breznev cercava di sostenere con difficoltà l'egemonia russa nel mondo socialista e di fronteggiare i tradizionali problemi dell'economia nazionale
  • crisi economica e politica degli Usa : arriva Regan (destra) alla casa bianca→ linea di contrapposizione nei confronti dell'Urss sul piano dei rapporti internazionali, e politica economica volta a ridurre la pressione fiscale, a contenere il debito pubblico e frenare la circolazione monetaria.
  • In Gran Bretagna i conservatori tornati al potere con la Thatcher si trovarono impegnati nel difficile compito di arrestare il lungo declino dell'economia britannica, tramite una politica economica liberista (contenimento spesa pubblica, privatizzazione, misure monetarie deflattive)
  • nella Repubblica Federale Tedesca si ha la formazione di una coalizione di demo-cristiani e liberali → problemi alla disoccupazione e al risanamento del bilancio
  • Francia: socialisti e comunisti salirono al governo con una politica interventista nazionalizzando numerose imprese industriali e creditizie.

L'Italia:
→  con il 68 aveva contribuito al rinnovamento e alla modernizzazione del Paese. La rivoluzione sessuale, il femminismo, la rappresentanza politica, il nuovo diritto di famiglia (parità dei coniugi) aveva creato nuovi scenari esistenziali. La società vide una rapida trasformazione:

  • crescita della popolazione residenziale
  • redistribuzione geografica a favore del mezzogiorno
  • innalzamento della vita media
  • processo di urbanizzazione
  • analfabetismo sceso al 3%
  • forte crescita dell'istruzione secondaria e universitaria
  • manodopera agricola scesa assieme a quella industriale e a favore del terziario
  • crebbero i livelli retributivi, i consumi alimentari, la disponibilità di beni di consumo durevoli
  • miglioramento della qualità della vita.

→ Zone d'ombra:

  • criminalità organizzata
  • posizioni di rendita
  • inquinamento ambientale
  • collegamenti interni tra decisioni politiche e interessi economici

→ Industria:

  • cambiamento delle dimensioni delle unità locali
  • incremento delle piccole medie imprese

quindi decentramento produttivo in alto

  • non tutti i settori si erano mossi allo stesso ritmo:

- contrazione delle industrie estrattive, chimiche e alcuni comparti tradizionali,
- irrobustimento di imprese legate alla lavorazione dei metalli, alla meccanica di precisione, all'elettromeccanica, all'elettronica e a quelle con elevato contenuto tecnologico

  • emerse l'imprenditorialità e il lavoro nero

→ sul Piano politico abbiamo la fine dei governi di solidarietà nazionale:

  • vivaci contrasti interni
  • ripresa del terrorismo
  • Pc molto forte elettoralmente
  • fallisce il tentativo di stabilizzare l'economia italiana nel quadro di un consenso generalizzato all'intera base sociale

la soluzione la si trova nel Pentapartito: coalizione costituita attraverso calibrati dosaggi nella ripartizione delle cariche tra DC, PSI, PSDI, PRI, LIBERALI → finirono per divenire simbolo di immobilismo più che di innovazione.

Nel 1980:
→ il Pil  presenta una flessione nella crescita
→ l'inflazione accelera
→ bilancia dei crediti in passivo, e quindi si attua una politica di razionamento del credito
→ Fiat: crisi delle organizzazioni sindacali, con conseguente peggioramento delle relazioni industriali e politica di riduzione dell'occupazione (dimissioni agevolate, casi a integrazioni, prepensionamenti ). Si ha così la fine del grande ciclo sociale iniziato con l'autunno caldo → stabilizzazione nelle relazioni industriali.

→ difficoltà congiunturali: aggravo della situazione dei conti dello stato e difficoltà della posizione delatoria delle imprese pubbliche (che beneficiavano della politica dei salvataggi e degli incentivi a pioggia). Così ci fu un flusso di risorse verso l'Iri, Eni, Efim, Gepi.
Governo Spadolini: il primo a guida laica, operò per il risanamento delle partecipazioni statali, attraverso il ricambio dei vertici degli enti pubblici:

  • Iri = Prodi
  • Eni = Reviglio
  • Efim = Valiani

questo periodo venne chiamato la “stagione dei professori”:

  • pesanti tagli occupazionali
  • costosissimi piani di ristrutturazione della siderurgia e della cantieristica

tramite questi ultimi punti si ebbe un recupero parziale di efficienza produttiva.
La Legge Prodi del 1979 sull'amministrazione straordinaria delle imprese in crisi , che finì per assumere i connotati delle tradizionali politiche di salvataggio, era nata con l'intento di razionalizzare e regolarizzare con procedure speciali la gestione di grandi aziende.

→ fine dell'attività della cassa del mezzogiorno, sostituita dall'Agensud che aveva sempre funzione di finanziamento.

Le iniziative degli anni 80 sono contornate da interminabili liti giudiziarie e vivacissimi contrasti all'interno dei partiti di governo. Nel paese manca la volontà politica forte: la faticosa sopravvivenza del sistema  a partecipazione statale aumentò la consapevolezza della necessità di ritorno al mercato: i primi claudicanti tentativi di privatizzazione misero in evidenza le conseguenze negative della progressiva deformazione del rapporto tra intervento statale, imprese private e mercato.

L'Agricoltura presentava:

  • disfunzioni e disorganicità dei provvedimenti di sostegno
  • ritardo nell'attuazione di direttive comunitarie alla ristrutturazione del settore
  • l'inflazione dava ad essa una morsa soffocante
  • eccedenze produttive
  • esigui margini di ricavo sul raccolto

portano ad una crisi al sostegno dei prezzi adottati dalla cee, i contadini si avvalgono sempre più delle agenzie di ammasso, lo stato è costretto sempre più a intervenire per difendere i prezzi agricoli e i redditi acquistando le eccedenze.

I problemi esogeni derivavano dalla forza del dollaro, che portò ad un aumento dei prezzi d'importazione del petrolio e delle principali materie prime, problema accentuato dal rallentamento delle parità dello Sme che portò alla svalutazione della lira.

Nel 1981 si ha il “divorzio” tra Banca d'Italia e il Tesoro. La banca venne così sollevata dall'obbligo di assorbire tutti i titoli del debito pubblico non collocati sul mercato:

  • separazione tra politica monetaria e gestori del debito pubblico
  • indipendenza del tesoro nella determinazione degli obbiettivi e degli strumenti di politica monetaria da parte della banca d'Italia.

Con il Governo Ciampi (1979-1993) la Banca d'Italia:

  • mostrò forza e autorevolezza nel sostenere alti tassi di interesse e nel contrastare l'inflazione
  • resistenza a finanziare in moneta i disavanzi di bilancio e a compensare interamente con scivolamenti di cambio la maggior crescita dei costi interni.

Le imprese quindi, non potendo più contare sulla svalutazione della lira (inflazione e svalutazione erano state le vie più svelte per continuare a crescere):

  • nuovi investimenti produttivi
  • sviluppo dell'innovazione tecnologica per mantenere alto il livello di competitività.

Il Governo Spadolini faticò a compiere progressi sulla strada del risanamento economico: la spesa pubblica presentava proporzioni allarmanti:

  • pagamenti per pensioni
  • assegni a favore dei cassaintegrati
  • trasferimenti alle imprese per opere di ammodernamento e di ricerca tecnologica-

la spesa pubblica alleviò il peso sociale della disoccupazione, e aiutò le imprese ad allontanare i lavoratori eccedenti senza andare incontro a lotte sindacali, MA portò a diseconomie per la finanza pubblica.

La Spesa pubblica, sommata a:

  • modello del wellfare:  volto ad assicurare a tutti i cittadini una migliore qualità della vita:

- estensione del diritto alla pensione
- rafforzamento delle strutture e dei servizi sanitari
- programmi di edilizia popolare

  • capitolo della pubblica amministrazione:

- incremento degli addetti
- trasferimenti a favore delle imprese pubbliche destinati a riparare i disavanzi di gestione e a implementare i fondi di dotazione
incisero sul deficit. Per risolvere il problema si effettuò:

  • tagli sulla spesa pubblica
  • aumento dell'imposizione fiscale
  • ticket per i servizi sanitari e medicinali

che portò a una reazione da parte dei consumatori e dei sindacati. Questi provvedimenti vennero resi inefficienti dalla Banca d'Italia che aumentò i tassi di interesse, aumentando dunque il costo relativo al servizio del debito pubblico.

La Guerra di Stabilizzazione:
tra il 1983 e il 1992-93 (crisi) si ebbe la fase espansiva più lunga. I Fattori endogeni di questa fase furono:

  • aumento degli investimenti
  • accelerazione della ricostruzione dell'apparato industriale e diffusione di nuove tecnologie grazie a

- concorrenza esercitata dai paesi asiatici
- allargamento della comunità europea
- segmentazione dei mercati finanziaria

  • dinamismo delle piccole e medie imprese
  • sviluppo di un vasto reticolo di distretti e comprensori industriali → mettono in luce una parte consistente della provincia italiana → specializzazione competitiva orientata nel crescente mercato del Made in Italy
  • formule organizzative leggere che conferivano un maggior grado di flessibilità agli impianti → si rispondeva meglio ad una domanda sempre più attenta agli aspetti qualitativi e innovativi dei prodotti.
  • Gli italiani sono risparmiatori e investitori nel mercato azionario , azioni raccolte dalle aziende di credito e fondi comuni d'investimento.

La fase espansiva vede una situazione di attivismo economico: l'italia è un paese moderno, dinamico, orientato sempre più ai mercati internazionali. Vi furono notevoli progressi sociali , passando da un paese povero con una minoranza di ricchi a un paese ricco con una minoranza di poveri (pensionati, disoccupati, precari). Ci fu un accrescere di disponibilità economiche pur con una difficoltà di distribuzione di redditi, consumando di più e diversamente.

L'Italia divenne la terza potenza industriale dell'occidente:

  • aumento del pil, dei consumi, dei saggi di accumulazione e degli investimenti
  • diminuisce il costo del lavoro
  • inflazione stabile
  • riduzione dei prezzi petroliferi → riduzione del valore delle importazioni → attivo nella bilancia commerciale
  • aumento delle esportazioni

grazie al periodo prospero nacquero alchimie societarie e nuovi condottieri: Gardini della Montedison assieme a Eni formarono la Enimont
il gruppo storico del capitalismo italiano:

  • Riva e Lucchini (siderurgia)
  • Orlando (metallurgia)
  • Pesenti (cemento)
  • Marzotto (tessile)
  • Agnelli (fiat)

Il clima ottimistico è influenzato anche da Fattori Esogeni, rilanciando il progetto di integrazione economica: il 1 luglio 1987 viene emanato l'atto unico (si rivede i trattati del '57).
Esso pone le basi per una maggiore integrazione tra i paesi della Comunità Europea, tentando di comporre il quartetto inconciliabile (Padoa Schioppa ne fu l'artefice) di:

  • completa mobilità di capitali
  • piena libertà degli scambi
  • tassi di cambio fissi
  • autonomia nazionale nella conduzione della politica monetaria

Con le indicazioni dell'Atto Unico si affida a un comitato (Delors + governatori banche centrali + esperti esterni) il compito di studiare e proporre le tappe complete per giungere all'unione economica e monetaria. Il rapporto presentato da Delors nel 1989 conteneva i contenuti recepiti nel 1992 nel Trattato di Maarstricht → UE, e prevedeva un processo di integrazione economica e monetaria da attivarsi in 3 fasi:

  1. completamento del mercato interno: eliminazione delle barriere fisiche, tecniche e fiscali nell'ambito della Comunità Europea e liberalizzazione dei movimenti bancari e dell'offerta dei servizi bancari
  2. più stretta integrazione delle politiche economiche degli stati membri: fissazione di regole vincolanti per evitare disavanzi pubblici eccessivi
  3. definitivo passaggio della politica monetaria e economica dei singoli stati agli organismi comunitari.

L'Urss con a capo Gorbaciov andava incontro ad una politica di cambiamento e trasparenza. Nel 1987 ci fu un accordo tra Urss e Usa che portò allo smantellamento dei missili a media e corta gittata del teatro europeo.

La ristrutturazione economica degli anni 70 assieme alla favorevole congiuntura internazionale ebbe effetti positivi sull'economia italiana. MA durante i 2 Governi Craxi si presentarono grandi problemi strutturali:

  • situazione occupazionale: dal 1984 al 1994 l'Italia era l'unico paese industrializzato a registrare una diminuzione degli occupati. Ci fu un emorragia occupazionale nel settore industriale nel quinquennio 1986-1990 dove perse ben 2 milioni di posti di lavoro → cassa integrazione, sussidi di disoccupazione, prepensionamenti.
  • Pericolo per la stabilità monetaria in quanto tenendo alto il livello di domanda e accrescendo l'offerta di moneta alimentavano la spirale inflazionistica. L'apice venne raggiunto nel 1985, di seguito ci fu un miglioramento dell'esercizio precedente ma nel 1987  riprese ad aumentare annullando i progressi degli anni precedenti.

Da qui nacque una guerra di stabilizzazione, ed attraverso il contenimento della spesa pubblica, la voglia di capitalismo e la persistenza dello stato portò ad insuccesso. Insieme al carattere provvisorio dei governi, le divergenze politiche si ripercossero sulle scelte finanziarie che aggravarono il deficit.
Ciò portò a una ridistribuzione del reddito a danno delle imprese e dei ceti più debiti.

Il Risanamento Economico
La recessione del '92-93 potò alla crisi. Assieme ad essa vi erano altre situazioni:

  • clima internazionale : dissoluzione unione sovietica → conflitto jugoslavo
  • clima interno: disoccupazione, deficit, speculazione della lira (momento delicato)
  • Guerra del Golfo: occupazione del Kwait da parte dell'Iraq di Saddam
  • crisi politica: tangentopoli e schierarsi del regime partitocratico (nuovo sistema maggioritario a turno unico → quota proporzionale di attribuzione dei seggi)

- dissolvimento graduale della DC → viene meno la condizione che aveva riunito i cattolici sotto uno stesso partito
- eclisse del PS travolto dalla bufera giudiziaria di mani pulite
- dallo scioglimento del partito del PC nacque il partito democratico della sinistra → scissione di una parte (rifondazione comunista)
- nasce la lega nord di Bossi e Forza Italia di Berlusconi e Alleanza Nazionale.

  • Sottoscrizione dei trattati di Maastricht il 7 Febbraio 1992 da parte del 7° Governo Andreotti. Impegnava i firmatari al rispetto di rigorosi parametri necessari per accedere il 1 gennaio 1999 alla moneta unica europea (euro)

il nuovo governo esecutivo guidato da Amato nel 1992 (socialista) con il DC, PSI, PsPi e PLI, è costretto ad una nuova politica di aggiustamento:

  • risanamento finanziario → conseguenze sul piano del reddito e dell'occupazione
  • deficit di bilancio:

- tagli alla spesa pubblica
- aumento delle entrate attraverso prelievi fiscali che colpirono i depositi bancari, gli immobili, i beni di lusso, i redditi da lavoro autonomo e i redditi delle persone fisiche.
- riforme: sistema pensionistico, sanità, lotta all'evasione fiscale e dismissione di beni demaniali
- accordo sindacale sul contenimento del costo del lavoro

  • la Banca d'Italia impegnata nella difesa della lira (oggetto di attacchi speculativi) bruciò 53000 miliardi di riserve. Fu un tentativo vano perchè:

- svalutazione della lira del 7% nei confronti delle altre monete europee
- chiusura del mercato dei cambi
- aumento del tasso di sconti
-  uscita dell'italia in modo informale dalla Sme ma venne meno l'impegno di stabilizzare la lira sulla nuova parità → svalutazione
Si temeva una crisi finanziaria → l'italia era sotto lo stretto controllo della Moody's, ma la crisi finanziaria non avvenne perchè grazie alla fermezza con cui operò il Banco d'Italia, rigore del governo e solidarietà internazionale. Il governo Amato effettua la prima manovra finanziaria di emergenza per 30000 miliardi. La finanziaria del 1993 fu la manovra più pesante, che portò in avanzo l'esercizio del 1992 ma mantenne il debito pubblico al 108% del Pil.da qui si ebbe una stabilizzazione attraverso uno sforzo gigantesco. Nel 1998 si rispettavano 4/5 dei parametri di Maastricht → euro.

  • I conti con l'estero risentivano dell'andamento delle importazioni e della contrazione delle esportazioni e del peso del servizio del debito estero
  • attacchi della mafia alle istituzioni (23 maggio 1922 Falcone, agosto '92 Borsellino) che influì negativamente sulla credibilità politica e finanziaria del paese
  • aumento della disoccupazione
  • caduta della produzione industriale
  • ridimensionamento dei comparti storici (olivetti-computer, fiat, Finsider- siderurgia, Enimont -chimica, piccole-medie imprese).
  • Crescita del lavoro e del denaro → trasferimento degli investimenti all'estero (oriente)

Le Privatizzazioni
La manovra di stabilizzazione comportò delle Privatizzazioni:
la causa principale furono sia i debiti finanziari e le perdite per l'Iri, Enel e Eni, sia il dissesto finanziario, che fece partire dei provvedimenti per raggiungere i parametri del trattato di Maastricht.
Le privatizzazioni vennero presentate al governo come strumento volto a ridurre lo stock di debito accumulato. Si diede l'avvio alla manovra con il decreto legge 11 luglio 1992 “mirati e urgenti  peri il risanamento della finanza pubblica”: trovò riscontro nel documento di programmazione economica e finanziaria del 1993: le privatizzazioni dovevano essere utilizzate per ridurre il debito pubblico e non per ridurre il disavanzo ne per diminuire le spese.
Venne istituito un fondo per l'ammortamento dei titoli di stato destinato a raccogliere il ricavato delle operazioni di vendita → dal 1993 al 2004 conferirono circa 89000 milioni di euro.
Inoltre avrebbero dovuto:

  • aumentare gli introiti dello stato
  • promuovere l'efficienza economica
  • ridimensionare la mano dello stato nell'economia
  • stimolare l'allargamento della proprietà azionaria
  • creare le condizioni per una maggiore concorrenza e competitività
  • sviluppare il mercato nazionale dei capitali

le privatizzazioni richiedono importanti cambiamenti istituzionali e legislativi:

  • trasformazione obbligata e immediata di Iri, Eni, Enel, Ima in società per azioni: immissione delle azioni sul mercato finanziario e vendita ai risparmiatori privati.
  • Controllo di Imi, Iri, Eni, Enel, Ima e Banca d'Italia al tesoro il quale avrebbe esercitato i diritti dell'azionista
  • riforma della legge bancaria del 1993  che sopprime la tradizionale distinzione tra credito a lungo e a breve termine → per consentire alle banche di credito ordinario di operare nel mercato delle azioni ordinarie di operare nel mercato delle azioni, che portò un ampliamento del mercato. I priati non sarebbero stati in grado di assorbire tutti quei titoli da soli.
  • Divorzio definitivo tra BC e Tesoro che diventa indipendente
  • abolizione del ministero delle partecipazioni statali
  • il 30 Giugno 1993 : nasce il comitato permanente di consulenza globale e di garanzia alle privatizzazioni
  • legge 27 settembre 1993 emesse partecipazioni dirette e indirette del tesoro.

Le Privatizzazioni ebbero delle Cause Esogene in Europa:

  • Accordo Savona-Van Miert: ricapitalizzazione della siderurgia (allora in crisi) a patto di una sua privatizzazione
  • l'UE considerava incompatibile con il mercato interno ogni aiuto statale della libera concorrenza.
  • protocollo siglato dal ministro degli Esteri Andreatta e dal commissario alla concorrenza Van Miert → impegnava il governo italiano a ridurre entro il 1996  l'indebitamento delle imprese pubbliche riportandolo a  livelli accettabili per un investitore privato operante in condizioni di economia e di mercato

Inoltre non consentiva più la garanzia illimitata dello stato in qualità di “sfogo” unico sulle società interamente possedute considerandola un blocco per la concorrenza-> si impose al tesoro di cedere quote di capitale delle imprese pubbliche.
Sulle privatizzazioni si aprì un dibattito che vedeva due diverse visioni:

  1. Mediobanca (Cuccia): si doveva difendere il nucleo solido del capitalismo italiano
  2. Public Company (Prodi): società ad azionato diffuso. Metteva in evidenza la preferenza implicita del legislatore, l'offerta pubblica di vendita visto come uno strumento privilegiato per il collocamento delle azioni. Anche se il governo ricorse sovente alla trattativa diretta avendo un ampio margine nella scelta delle procedure di vendita e nella determinazione delle imprese da privatizzare. Per le imprese strategiche venne utilizzato il Golden Share (poteri speciali rientrati all'azionista pubblico).

Il Programma di riordino delle partecipazioni dello stato:

  • 1° operazioni condotte dall'Iri (1993):

- scissione societaria della Sme
- Italgas
- Cirio, Bertolli
- De Reca
- Credito Italiano

  • Tesoro: prima operazione di smobilizzo nel 1994

-  prima tranche dell'Imi
- Comit
- prima quota dell'Ima

  • Iri:

- uscita dal settore siderurgico → cessione di Terni
- ristorazione
- grande distribuzione (ultima quota sme)

  • 1995

- cessione dell'ultima tranche dell'Imi e dell'Ima
- Enel (1999)
- Telecom Italia (1997)

  • l'Iri viene liquidato nel 1997 e nel 2002 viene cancellato dal registro delle imprese per la fusione con la Fintecnica

tutto ciò portò a conseguenze negative sul tasso di cambio e sui tassi di interesse.
Gli effetti delle privatizzazioni:

  • risanamento finanziario
  • assetto più moderno del mercato finanziario
  • sviluppo del listino azionario con il collocamento delle azioni per la vendita delle partecipazioni pubbliche
  • liberalizzazione del mercato
  • riduzione delle tariffe
  • cambiano gli investimenti delle tariffe italiane.
.

 

Fonte:

http://ecoways.altervista.org/appunti/Storia_Eco/Appunti_Lez_StoEco.doc

Sito web da visitare: http://ecoways.altervista.org

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